giovedì 2 Maggio 2024
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Palazzo Sanfelice è la location del film Questi Fantasmi

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palazzo sanfelice

L’ edificio, noto come Palazzo Sanfelice, è formato da due strutture unificate dalla facciata dove si trovano due portali identici.

L’architetto Ferdinando Sanfelice, tra il 1724 e il 1726, costruisce la propria abitazione in Via Sanità. L’ edificio, noto come Palazzo Sanfelice, è formato da due strutture unificate dalla facciata dove si trovano due portali identici. I portali decorati in stucco raffigurano due sirene che sorreggono una epigrafe con iscrizioni. Il primo portale immette in un cortile ottagonale con una scala a doppia rampa mentre l’altro conduce in un cortile più ampio, di pianta rettangolare e presenta una tipica scala sanfeliciana ad “ali di falco”, che apre verso il giardino retrostante. L’interno del palazzo è decorato con affreschi di Francesco Solimena mentre le sculture di Giuseppe Sanmartino della cappella privata purtroppo sono scomparse.

Palazzo Sanfelice è la location di Questi fantasmi.

Il cortile, con il suo scalone aperto, risponde perfettamente alle atmosfere grottesche della commedia di Eduardo De Filippo da cui è tratto il film. Palazzo Sanfelice è anche il set di una scena de Le quattro giornate di Napoli con i soldati tedeschi che iniziano la deportazione degli uomini napoletani.

Palazzo Venezia a Napoli

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In fotografia si vede il cortile di Palazzo Venezia, situato lungo il Decumano Inferiore
In fotografia si vede il cortile di Palazzo Venezia, situato lungo il Decumano Inferiore

Palazzo Venezia, situato lungo il Decumano Inferiore, è uno dei palazzi storici di Napoli. L’edificio, donato nel 1412 dal re Ladislao alla Repubblica di Venezia, è stato la residenza dei diplomatici veneziani a Napoli e ciò sottolinea le relazioni intercorse tra la Serenissima e il Regno. Palazzo Venezia aveva un’estensione maggiore rispetto a quell’attuale. La sottrazione del suo suolo inizia quando Bernardino Sanseverino acquista la residenza dei Brancaccio per ampliare il palazzo Filomarino della Rocca. Palazzo Venezia ha il suo momento d’oro tra il XV e il XVI secolo mentre all’inizio del Seicento versa in uno stato di degrado tanto da spingere a un’opera di restauro per decreto del senato veneto. Il palazzo è rimaneggiato più volte dal 1610 al 1688 e si conserva testimonianza dei lavori nelle lapidi, che si trovano nel cortile. Nel 1816, il palazzo è ceduto dalla casa d’Austria a Gaspare Capone, che apporta altri cambiamenti e inserisce sulla volta dell’androne lo stemma di famiglia. A Palazzo Venezia è possibile ammirare il cortile dove è presente una scala aperta a tre fornici e il giardino pensile con la casetta pompeiana, aggiunta nel XIX secolo, e una piccola cappella, detta “grotta della Madonnina”.

Il Decameron di Pier Paolo Pasolini

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Decameron di Pierpaolo Pasolini

Il Decameron è un celebre film che fa parte della trasgressiva “Trilogia della vita”.

Il Decameron di Pier Paolo Pasolini, girato nel 1971, è un adattamento cinematografico delle novelle di Giovanni Boccaccio. Il Decameron è un celebre film che fa parte della trasgressiva “Trilogia della vita”. Tratto dal Decamerone di Boccaccio, Pasolini sposta l’azione da Firenze a Napoli facendola diventare la capitale linguistica d’Italia. Anche i cortesi narratori boccacceschi si trasformano nella figura d’un vecchio canuto che rappresenta lo spirito popolare e racconta le varie storie nell’unica lingua conosciuta in tutto il mondo grazie alla canzonetta napoletana. I nove episodi si susseguono in un unico carosello, intrecciandosi in due episodi guida: quello di Ser Ciappelletto prima, l’assassino blasfemo e libertino che in punto di morte si fa passare per santo, e poi quello del miglior allievo di Giotto, che ripropone autobiograficamente il rapporto tra arte, vita e sogno. Tutti gli episodi hanno a che fare con la morte, la sessualità, la violenza, la trasgressione.

La chiesa di Santa Chiara è la location del film Il Decameron di Pier Paolo Pasolini. Il Complesso Monumentale di Santa Chiara appare in altri film come Nel Regno di Napoli, Maccheroni e La pelle.

 

Piazza Carità location de L’oro di Napoli

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Una location de L'oro di Napoli è in via Tommaso Caravita, nei pressi di Piazza Carità, dove si trova il palazzo della prostituta Teresa, interpretata da Silvana Mangano
Una location de L'oro di Napoli è in via Tommaso Caravita, nei pressi di Piazza Carità, dove si trova il palazzo della prostituta Teresa, interpretata da Silvana Mangano

Altra location de L’oro di Napoli è in via Tommaso Caravita, nei pressi di Piazza Carità, dove si trova il palazzo in cui la prostituta Teresa (Silvana Mangano) si reca ad abitare dopo il suo matrimonio con un facoltoso sconosciuto. Nel finale dell’episodio, Teresa scopre il vero motivo per cui il marito ha voluto prenderla in moglie, e decide di fare le valige e abbandonare la sua nuova casa. Varcata la soglia del portone, in una deserta piazza Carità filmata di notte, Teresa si lascia prendere dai dubbi e dalla paura di ricominciare una vita di sacrifici, per poi ritornare sui suoi passi.

Piazza Carità, situata a ridosso dei Quartieri Spagnoli e della  Pignasecca, è una piazza centrale di Napoli.
Al centro della piazza si trova il monumento a Salvo D’Acquisto, opera della scultrice napoletana Lidia Cottone. Su Piazza Carità si affacciano il Palazzo dell’INA, la chiesa di Santa Maria della Carità, palazzo Trabucco e palazzo Mastelloni, conosciuto perché qui fu arrestata Luisa Sanfelice che vi abitava insieme al marito. In via Morganatici, a nord est di Piazza Carità, si trova l’ingresso alla caserma Pastrengo che un tempo era parte del Complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi.

 

Complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi

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La chiesa del complesso monumentale di Sant'Anna dei Lombardi, sita in Piazza Monteoliveto, ospita il Compianto su Cristo morto, gruppo di statue in terracotta, opera dello scultore Guido Mazzoni
La chiesa del complesso monumentale di Sant'Anna dei Lombardi, sita in Piazza Monteoliveto, ospita il Compianto su Cristo morto, gruppo di statue in terracotta, opera dello scultore Guido Mazzoni

Il complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi è uno scrigno che racchiude opere di inestimabile valore storico-artistico. La chiesa di Sant’Anna dei Lombardi è costruita nel 1411 per volere di Gurello Origlia, protonotario alle dipendenze del re Ladislao di Durazzo, che vuole dedicare una chiesa alla Beata Vergine di Monteoliveto. La chiesa, durante il periodo aragonese, è frequentata da Alfonso II e dai nobili, i quali edificano le loro cappelle gentilizie. Essa è affidata agli Olivetani. Nel XVII secolo, la chiesa è modificata da Gaetano Sacco e, dopo la soppressione degli ordini religiosi, Ferdinando di Borbone dispone il trasferimento in Monteoliveto dell’arciconfraternita dei Lombardi, la cui chiesa, dedicata a Sant’ Anna, è inagibile a causa di un crollo. Dopo questo avvenimento, il complesso olivetano assume la denominazione di complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi. Durante la seconda guerra mondiale, subisce danni alle cappelle e al soffitto cassettonato. Ai lati del portale d’ingresso, è possibile vedere due altari marmorei: l’altare Ligorio, opera di Giovanni da Nola, e l’altare Del Pezzo, opera di Girolamo Santacroce. Le cappelle documentano la ricca produzione scultorea rinascimentale a Napoli. È possibile ammirare l’antico refettorio con la volta affrescata dalle Allegorie delle virtù, opera realizzata da Giorgio Vasari. Un’opera che colpisce il visitatore è il gruppo di statue in terracotta a grandezza naturale. Si tratta del Compianto su Cristo morto, opera eseguita nel 1492 dallo scultore Guido Mazzoni. Il complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi è uno scrigno di raffinata eleganza. Vi hanno lavorato artisti noti come Antonio Rossellino, Benedetto da Maiano, Fabrizio Santafede e Francesco Solimena solo per citarne alcuni. Accanto alla chiesa c’era il monastero, ora sede della caserma Pastrengo, con i suoi quattro chiostri, una biblioteca ricca di codici, una foresteria decorata da Giorgio Vasari, nota per aver ospitato Torquato Tasso, il quale, nel 1558, compone una parte della sua opera “Gerusalemme liberata”.

La sfida di Francesco Rosi

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Francesco Rosi è il regista del film La sfida
Francesco Rosi è il regista del film La sfida

La sfida, film del 1957, è diretto dal regista Francesco Rosi. In La sfida, Vito Polara, dedito ad affari loschi di modesta portata, riesce a inserirsi con la forza nel giro dei mediatori agricoli, che piazzano i prodotti al mercato ortofrutticolo, capeggiato dal camorrista Salvatore Aiello. Arricchitosi e in procinto di sposarsi, per non perdere un affare consistente, Vito viene meno all’accordo col clan relativo alla speculazione sulla vendita dei pomodori. Aiello, già infastidito dall’arroganza del nuovo arrivato, si vendica uccidendolo.

Sui Gradini Vita, in via Sanità, è girata una delle scene iniziali de La sfida, in cui il protagonista Vito Polara (José Suarez) parla con il suo collaboratore Gennaro (Nino Vingelli) mentre uno sciuscià gli lucida le scarpe. Rione Sanità è stato il set cinematografico di molti film quali L’oro di Napoli, Questi fantasmi e Ieri oggi domani.

No grazie il caffè mi rende nervoso

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No grazie, il caffè mi rende nervoso è un film diretto dal regista Ludovico Gasparini con protagonisti Massimo Troisi e Lello Arena
No grazie, il caffè mi rende nervoso è un film diretto dal regista Ludovico Gasparini con protagonisti Massimo Troisi e Lello Arena

No grazie il caffè mi rende nervoso è un film del 1982 diretto da Lodovico Gasparini. Gli attori della pellicola No grazie il caffè mi rende nervoso sono Massimo Troisi e Lello Arena. No grazie il caffè mi rende nervoso è ambientato a Napoli. In occasione dell’organizzazione del Festival della nuova Napoli si verificano strani episodi che riconducono alla presenza di un maniaco che si firma “Funiculì Funiculà” e che invia messaggi minacciosi contro chi sostiene l’immagine di una nuova Napoli attraverso il Festival. Il giornalista del “Mattino” Michele Giuffrida è coinvolto malvolentieri nelle indagini spinto da un’amica e collega fotografa. Nell’intrigo entra in scena anche un gruppo criminale, che sembra avere interessi loschi nel Festival e prende di mira i due amici. Intanto vengono uccisi James Senese e Massimo Troisi, che avrebbero preso parte al Festival. Recandosi a casa di Michele, l’amica scopre che l’uomo ha una doppia identità e che è lui il maniaco. In uno scantinato l’uomo vestito con la divisa del Napoli calcio si circonda dei simboli tradizionali di Napoli e manifesta la sua nevrosi, legata anche al condizionamento del padre, a sua volta ossessionato dalla nostalgia della vecchia Napoli.

Location del film No grazie il caffè mi rende nervoso è Piazza del Gesù Nuovo set del cinema napoletano.

Napoletani a Milano di Eduardo De Filippo

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Napoletani a Milano è un film diretto e interpretato da Eduardo De Filippo
Napoletani a Milano è un film diretto e interpretato da Eduardo De Filippo

Napoletani a Milano è un film del 1953 di Eduardo De Filippo. In Napoletani a Milano, don Salvatore Aianello è il punto di riferimento di un ampio gruppo di conterranei, con i quali abita in una fatiscente borgata di periferia. Durante lo sgombero forzato, voluto da una potente società milanese proprietaria del terreno destinato a una nuova fabbrica, muoiono in un crollo alcune persone. Con la speranza di un risarcimento, don Salvatore organizza una “marcia” su Milano con un gruppo di sfrattati, spacciandoli per i parenti delle vittime. Quello che riesce a ottenere è il lavoro per tutti nella fabbrica milanese, che li obbliga ad adattarsi con più o meno difficoltà ad una nuova dimensione di vita. Le difficoltà si ripropongono con la probabile chiusura della fabbrica, che induce gli operai ad unirsi nello sciopero, superando ogni pregiudizio culturale. Un’ingegnosa strategia dei napoletani evita la chiusura e don Salvatore vede ridotte le “distanze” tra nord e sud.

Napoli violenta di Umberto Lenzi

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Napoli violenta è un film diretto dal regista Umberto Lenzi
Napoli violenta è un film diretto dal regista Umberto Lenzi

Napoli violenta è un film del 1976, diretto da Umberto Lenzi. In Napoli violenta, il commissario Betti, arrivato a Napoli si trova a dover fronteggiare violenti atti di criminalità; in particolare segue le indagini relative a una banda di aggressori e rapinatori con a capo il vigilato speciale Casagrande, che uccide durante una sparatoria. Su un altro fronte indaga sulle estorsioni a danno di attività commerciali, gestite da un camorrista detto “il generale”, che costano la vita a un garagista che si rifiutava di pagare la tangente e la menomazione al figlio di questi, Gennarino. I metodi di Betti, che si serve di agenti speciali, alcuni dei quali vengono uccisi durante le loro operazioni, sono visti con sospetto dai superiori. Il commissario dopo aver chiuso le indagini in corso, con iniziative a volte personali, decide di partire, ma mentre è diretto alla stazione, è indotto a restare dall’incontro col piccolo Gennarino claudicante.

Location del film Napoli violenta è Piazza del Gesù Nuovo che è uno dei set cinematografici più ricorrenti del cinema napoletano. Piazza del Gesù Nuovo è una delle piazze più famose e conosciute di Napoli. La piazza prende il nome dall’omonima chiesa. Al centro della piazza si trova la guglia dell’Immacolata. Su Piazza del Gesù Nuovo si affacciano palazzi storici come il palazzo Pignatelli di Monteleone e Palazzo Pandola, location di molti film.

L’oro di Napoli di Vittorio De Sica

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oro di napoli
The Gold of Naples (1954 Italy) aka L' Oro di Napoli Directed by Vittorio De Sica Shown: Sophia Loren, Giacomo Furia

L’oro di Napoli è un film del 1954 diretto da Vittorio De Sica.

L’oro di Napoli, diviso in sei episodi, è tratto dall’omonima raccolta di racconti di Giuseppe Marotta, che partecipa alla scrittura del film insieme a Vittorio De Sica e Cesare Zavattini. Nell’episodio Il guappo, il “pazzariello” Saverio è costretto a subire la convivenza del prepotente Carmine, che fa da padrone a casa sua; la presunta malattia del “guappo” gli dà la forza di liberarsene, ma questi ritorna quando scopre di non essere malato. La famiglia, tuttavia, trova il coraggio di cacciarlo definitivamente.

Nell’episodio Pizze a credito, Rosario, un pizzaiolo del rione Materdei, scopre con disperazione che la moglie Sofia ha perso l’anello prezioso che le aveva regalato.

Il pizzaiolo convinto che possa trovarsi in una delle pizze vendute, l’uomo fa il giro dei clienti, ignorando anche il “presunto” dolore di uno di questi, che è appena rimasto vedovo. L’anello è in realtà a casa dell’amante della moglie, presso il quale Sofia si era precedentemente recata; la donna riesce a evitare lo scandalo, facendolo passare per il cliente che lo ha trovato nella pizza acquistata.

L’oro di Napoli – I giocatori

Nell’episodio I giocatori, il conte Prospero si ritrova a sfogare il vizio del gioco, che lo ha rovinato, facendo delle partite di carte con un bambino, figlio del portiere; costretto dal padre ad assecondare la debolezza del nobile, tuttavia, il bambino lo batte continuamente, provocando le sue aggressioni morali.

L’oro di Napoli – Teresa

Nell’episodio Teresa, la protagonista Teresa, che fa la prostituta e vive in una casa di tolleranza in condizioni modeste, si ritrova proiettata verso una vita migliore con un matrimonio combinato da un intermediario; il marito, a lei sconosciuto, le rivela subito dopo i festeggiamenti di averla sposata, in realtà, per una scelta quasi casuale, pur di espiare la colpa di aver indotto al suicidio una giovane, che egli aveva rifiutato. Teresa scappa via per la rabbia, ma di fronte alla prospettiva di ritornare alla vecchia vita, ci ripensa e accetta di assecondare la finzione.

L’oro di Napoli – Il professore

Nell’episodio Il professore, Don Ersilio “filosofo” del vicolo e posteggiatore di sera, distribuisce a pagamento i suoi saggi consigli. Consultato dai suoi vicini del vicolo, che vogliono rispondere all’arroganza di un nobile, che per passare con la sua automobile ostacola le loro attività quotidiane, don Ersilio suggerisce una “terapia” di “pernacchi”.
Nell’episodio Il funeralino, per una donna a cui è morto il figlio più piccolo, il funerale rappresenta l’unica possibilità di riscattarsi dalla misera vita quotidiana.

L’episodio I giocatori de L’oro di Napoli è girato a Palazzo Pandola, uno dei set più ricorrenti del cinema napoletano. L’edificio che guarda su Piazza del Gesù Nuovo, diventa anche la casa di Filumena Marturano (Sofia Loren) in Matrimonio all’italiana.