venerdì 17 Maggio 2024
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Piazza San Domenico Maggiore set cinematografico

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Piazza San Domenico Maggiore è una delle location in cui si gira il film Cadaveri eccellenti
Piazza San Domenico Maggiore è una delle location in cui si gira il film Cadaveri eccellenti

La storica Piazza San Domenico Maggiore è il set cinematografico di tre film. Il centro della piazza è gremito di scugnizzi e sfaccendati nell’episodio napoletano di Paisà, film diretto da Roberto Rossellini. Uno scugnizzo conosce un soldato americano di colore e gli ruba un paio di scarpe. Qualche giorno dopo, il militare ritrova il ragazzino e si fa accompagnare a casa sua per riprendersi le scarpe. Qui si rende conto della miseria in cui vive il bambino e alla fine desiste dal suo scopo. Piazza San Domenico Maggiore appare anche in Cadaveri eccellenti. In questo film, il centro della piazza è invaso da una folla che assiste ai funerali di un magistrato. In Stanno tutti bene, nella piazza filmata nel cuore della notte, Matteo Scuro (Marcello Mastroianni) ha una buffa conversazione con una prostituta.

Piazza San Domenico Maggiore, voluta da Alfonso I, è una delle piazze più conosciute e frequentate di Napoli. La piazza prende il nome dall’omonima chiesa, di cui si ammira l’alta abside poligonale che termina con una cornice merlata. Al centro della piazza, svetta la guglia di San Domenico, eretta per voto popolare durante la peste del 1656. La piazza è circondata da palazzi storici come il palazzo di Sangro di Casacalenda, il palazzo Petrucci, il palazzo di Sangro e il palazzo Saluzzo di Corigliano, sede dell’Università “L’Orientale”.

Rampe San Marcellino e Largo San Marcellino come location

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Sulle rampe San Marcellino avviene una curiosa performance di Domenico Modugno in Giudizio Universale
Sulle rampe San Marcellino avviene una curiosa performance di Domenico Modugno in Giudizio Universale

Largo San Marcellino è una delle location principali di Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti. In una squallida pensione Bartolomeo Rocco, detto “babà”, viene ucciso mentre sta tentando di violentare l’ex amante Nunziata, alla quale ha ceduto la gestione dell’albergo. In pochi giorni si verificano altri strani omicidi, in cui la presenza ricorrente di una siringa fa pensare a rese dei conti legate al traffico di droga. A qualche metro di distanza ci sono le rampe San Marcellino dove sono stati ricostruiti gli scontri de Le quattro giornate di Napoli e sono state girate alcune sequenze de I guappi e una curiosa performance di Domenico Modugno in Giudizio universale. In quest’ultimo film, il grande cantante si esibisce con la chitarra con la canzone napoletana ‘Na musica’.

Tra Largo San Marcellino e le rampe San Marcellino si trova il Museo di Paleontologia, che ha sede nella Sala Capitolare del convento dei Santi Marcellino e Festo. Dal 1907 il convento è sede universitaria. La Sala Capitolare ha un bel pavimento maiolicato realizzato da Giuseppe Massa. Il Museo di Paleontologia custodisce raccolte di pesci, anfibi, rettili e lo scheletro di Allosaurus fragilis proveniente dall’America. L’Allosaurus è un dinosauro teropede vissuto tra i 145 e i 155 milioni di anni fa.

Via Paladino in Morte di un matematico napoletano

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Il cortile delle statue dell'università Federico II, in via Paladino, è il set del film Morte di un matematico napoletano
Il cortile delle statue dell'università Federico II, in via Paladino, è il set del film Morte di un matematico napoletano

Il cortile delle statue dell’Università Federico II in via Paladino è il set del film Morte di un matematico napoletano. Mario Martone ricostruisce nel suo film d’esordio gli ultimi giorni di vita del professor Renato Caccioppoli, docente universitario ed ex militante del Pci: il rapporto col fratello Luigi; il trasloco vissuto con indifferenza (gli interessa solo conservare le lettere di Bakunin, loro nonno); le sedute di esami e del Senato accademico, alle quali partecipa stordito dall’alcool; l’incontro con la moglie Anna, ora legata infelicemente ad un’altra persona; la visita alla vecchia zia anarchica; una cena con i giovani colleghi. Alla sua morte – si suicida sparandosi alla nuca – seguono la retorica della commemorazione funebre e le considerazioni del cinico proprietario di casa.

In via Paladino si trova il cortile delle statue dell’università Federico II. Dal cortile delle statue, a pianta quadrata, si accede all’ex Collegio massimo dei Gesuiti, oggi sede di istituti, musei universitari e della biblioteca universitaria di Napoli. In via Paladino si trova anche la chiesa di Santa Maria Donnaromita, parte di un complesso monastico, fondato da monache fuggite da Costantinopoli a seguito delle persecuzioni iconoclaste.

Piazza San Domenico Maggiore nel cuore del centro storico

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Veduta di Piazza San Domenico Maggiore con al centro la guglia di San Domenico e sullo sfondo l'omonima chiesa con la sua abside poligonale
Veduta di Piazza San Domenico Maggiore con al centro la guglia di San Domenico e sullo sfondo l'omonima chiesa con la sua abside poligonale

Piazza San Domenico Maggiore, voluta da Alfonso I, si trova lungo il Decumano Inferiore, ossia nel cuore del centro storico della città partenopea. I sovrani aragonesi trasformano uno slargo in una zona privilegiata della nobiltà. La piazza diventa uno dei luoghi più frequentati e vivaci della vita cittadina, continuando a essere uno dei luoghi preferiti dai nobili per costruire i propri palazzi o ristrutturare edifici esistenti. La preferenza per questa piazza resta anche con lo sviluppo della città intorno all’asse di Toledo. Piazza San Domenico Maggiore è dominata dall’alta abside poligonale dell’omonima chiesa. Al centro della piazza, svetta la guglia di San Domenico, eretta per voto popolare durante la peste del 1656. Il progetto è di Cosimo Fanzago, ma la realizzazione viene affidata a Francesco Antonio Picchiatti e terminata da Domenico Antonio Vaccaro. La guglia è adornata di medaglioni di sante e santi domenicani e stemmi del vicerè e della città. Al di sopra si trova la statua di San Domenico. La piazza è delimitata da palazzi storici come il palazzo di Sangro di Casacalenda, il palazzo Petrucci, il palazzo Saluzzo di Corigliano e il palazzo di Sangro. Nella seconda metà del Settecento, Piazza San Domenico Maggiore è ancora uno dei posti più amati e frequentati dai cittadini oltre a essere luogo di ritrovo tanto da spingere il re Ferdinando IV di Borbone, nel 1764, a far murare nelle pareti della chiesa una lapide in cui si vietava di “giocare a carte, palle o schiacciare” e di “farvi vendita di frutti, melloni, deporvi sfrattature o immondezze, mettervi posti d’affittare sedie o banchi di cambiavalute”. Piazza San Domenico Maggiore ancora oggi svolge il ruolo di centro aggregante e di attrattiva sia per la popolazione locale sia per i turisti. Inoltre, esercita il suo fascino per la commistione di stili diversi che caratterizzano gli edifici e per la presenza di locali che vivacizzano la zona.

Piazzetta Nilo e il cinema napoletano

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Il film Stanno tutti bene è girato nelle adiacenze di Piazzetta Nilo. Il protagonista è Marcello Mastroianni
Il film Stanno tutti bene è girato nelle adiacenze di Piazzetta Nilo. Il protagonista è Marcello Mastroianni

Piazzetta Nilo fa da set cinematografico ad alcune pellicole. Il film Stanno tutti bene, diretto dal regista Giuseppe Tornatore, è girato nelle adiacenze di Piazzetta Nilo, con due sequenze nelle quali il protagonista (Marcello Mastroianni) attende invano che il figlio rientri a casa. Largo Corpo di Napoli, con la bella statua del Nilo, è visibile in Passione. In questo documentario musicale, il regista e attore John Turturro esprime tutto il suo amore per il repertorio napoletano e per la città partenopea.

Piazzetta Nilo si trova lungo il decumano inferiore, nel cuore del centro storico della città. In piazzetta Nilo si trova la Chiesa di Sant’Angelo a Nilo, fondata nel 1384 per volere del cardinale Rinaldo Brancaccio, per cui è nota anche con il nome di Cappella Brancaccio. La chiesa custodisce il Sepolcro del cardinale Rinaldo Brancaccio, opera di Donatello e Michelozzo. Molto bello è il rilievo, inserito nel sepolcro del cardinale, raffigurante l’Assunzione della Vergine, opera di Donatello. Il pannello è apprezzato per la tecnica dello stiacciato. Vi hanno lavorato artisti come Marco Pino e Giovan Tommaso Malvito solo per citarne alcuni. In pochi passi si raggiunge Largo Corpo di Napoli dove è collocata la statua del Nilo, che si presenta come un vecchio barbuto seminudo disteso sulle onde del fiume con il braccio sinistro appoggiato su una sfinge, mentre nella destra ha una cornucopia. Un putto, che probabilmente raffigura un affluente del fiume, cerca di arrampicarsi al petto. Sul basamento della statua del dio Nilo c’è un’iscrizione che racconta la storia e le peripezie della scultura.

 

Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli in Passione

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In Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, location di Passione, si esibisce il cantante Raiz con un brano degli Almamegretta
In Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, location di Passione, si esibisce il cantante Raiz con un brano degli Almamegretta

Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli è il set di una scena di Passione in cui si esibisce il cantante Raiz con “Nun te scurda’”, brano degli Almamegretta scritto nel 1995. Durante la performance è facilmente riconoscibile l’esterno in stile gotico della cappella Pappacoda.

Nel video girato in Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli è visibile la Cappella Pappacoda, fondata nel 1451 da Artusio Pappacoda. La facciata della Cappella Pappacoda colpisce per lo splendido portale in marmo, eseguito da Antonio Baboccio da Piperno. La facciata realizzata in tufo giallo e piperno scuro spicca per il bianco marmoreo della decorazione del portale che culmina con la scultura di San Michele, collocata sulla cuspide. Al lato della Cappella Pappacoda si trova un piccolo campanile degli inizi del Quattrocento, probabilmente progettato dallo stesso Bamboccio da Piperno. La Cappella Pappacoda attualmente è usata come Aula Magna dell’Istituto Universitario Orientale.

Pendino Santa Barbara in Le quattro giornate di Napoli

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In Le quattro giornate di Napoli, la scala di Pendino Santa Barbara è teatro di un altro scontro tra i napoletani e i soldati tedeschi
In Le quattro giornate di Napoli, la scala di Pendino Santa Barbara è teatro di un altro scontro tra i napoletani e i soldati tedeschi

Il pittoresco scorcio con la scala di Pendino Santa Barbara è teatro di un altro momento de Le quattro giornate di Napoli: mentre i soldati nazisti sono impegnati a salire questa scalinata, i ribelli napoletani scagliano su di loro suppellettili di ogni specie (letti, mobili, ecc.), lanciate dai balconi sovrastanti.

Pendino Santa Barbara, ripida gradinata risalente al Medioevo, collega il sedile di Porto con la sede ottocentesca della Borsa di Napoli alla parte antica della città. Al termine della salita si arriva davanti a Palazzo Penne, costruito da Antonio Penne, segretario di Ladislao. L’anno di costruzione di Palazzo Penne risale al 1406, leggibile nella fascia marmorea del portale. Purtroppo, non si conosce il nome dell’architetto. La facciata presenta un portale bicromo ad arco ribassato, sormontato da un cartiglio con un verso di Marziale. La facciata è rivestita da piccole bugne rettangolari che riproducono il simbolo della famiglia (la penna) alternato al giglio angioino. Con l’estinzione della famiglia Penne, il palazzo passa a diverse famiglie nobili, ai padri Somaschi nel 1683 e, successivamente, è acquistato da Teodoro Monticelli. Accanto a palazzo Penne si trova la chiesa dei Santi Demetrio e Bonifacio. In pochi passi si arriva in Largo Banchi Nuovi set del film Passione.

Largo Banchi Nuovi set del film Passione

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Largo Banchi Nuovi in Passione fa da cornice alla performance degli Avion Travel e della cantante Misia
Largo Banchi Nuovi in Passione fa da cornice alla performance degli Avion Travel e della cantante Misia

Largo Banchi Nuovi è il set cinematografico del film Passione. In Passione, documentario musicale, il regista e attore John Turturro esprime tutto il suo amore per lo straordinario repertorio musicale partenopeo. Largo Banchi Nuovi fa da scenografia alla performance del gruppo musicale Avion Travel e della cantante portoghese Misia, che si esibiscono con “Era de maggio”, poesia del 1885 di Salvatore Di Giacomo e musica di Mario Pasquale Costa. Era de maggio racconta una storia d’amore: nella prima parte è raccontato l’addio, durante il mese di maggio, tra due amanti, i quali si promettono di ritrovarsi negli stessi luoghi sempre a maggio. La seconda parte, invece, parla del loro incontro.

Location del film Passione non è solo Largo Banchi Nuovi ma anche il Pio Monte della Misericordia, dove si trova la splendida tela di Caravaggio che raffigura le Sette opere di Misericordia. E’ visibile nella performance, girata da Turturro, del cantante Fausto Cigliano che esegue la canzone Catarì. Set di una scena di Passione è anche Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli.

 

Vico Pallonetto Santa Chiara in Le quattro giornate di Napoli

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In Vico Pallonetto Santa Chiara avviene una delle sommosse raccontate ne Le quattro giornate di Napoli, film di Nanni Loy
In Vico Pallonetto Santa Chiara avviene una delle sommosse raccontate ne Le quattro giornate di Napoli, film di Nanni Loy

Vico Pallonetto Santa Chiara è la location di una delle sommosse raccontate ne Le quattro giornate di Napoli. In particolare, in questa stradina è raccontato un agguato organizzato ai danni dei soldati tedeschi e architettato da un gruppo di civili.

Vico Pallonetto Santa Chiara è una via del centro storico e si trova nei pressi del Complesso Monumentale di Santa Chiara, che comprende Chiesa, Monastero e Convento. Sulla sinistra, è collocato il campanile. In alcune inquadrature de Le quattro giornate di Napoli, girate in vico Pallonetto Santa Chiara, è possibile riconoscere il portale laterale che immette nel cortile della chiesa di Santa Chiara, esempio di arte gotica. La chiesa di Santa Chiara, consacrata nel 1340, è dichiarata, sin dalle origini, chiesa “reale”. Al suo interno, è possibile vedere i monumenti funebri della famiglia angioina. Alcuni sepolcri sono eseguiti dallo scultore senese Tino di Camaino e dai fratelli fiorentini Bertini. Purtroppo, resta poco della trecentesca decorazione pittorica attribuita a Giotto. Una visita al complesso monumentale di Santa Chiara prevede una tappa al bellissimo Chiostro maiolicato delle Clarisse. Domenico Antonio Vaccaro, lasciando inalterata la struttura originaria del portico, crea un giardino decorato di mattonelle maiolicate, opera di Giuseppe e Donato Massa. Altra tappa è il Museo dell’Opera, diviso in quattro sale e l’area archeologica che conserva i resti di uno stabilimento termale, risalente alla fine del I secolo d.C.

Vico Purgatorio ad Arco set de L’oro di Napoli

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Scena tratta dall'episodio Il professore de L'oro di Napoli. Don Ersilio Miccio, interpretato da Eduardo de Filippo, insegna agli abitanti del vicolo la grande arte del pernacchio. Location è Vico Purgatorio ad Arco
Scena tratta dall'episodio Il professore de L'oro di Napoli. Don Ersilio Miccio, interpretato da Eduardo de Filippo, insegna agli abitanti del vicolo la grande arte del pernacchio

Il lungo e stretto vico Purgatorio ad Arco, una stradina di via dei Tribunali, è la location dell’episodio “Il professore” de L’oro di Napoli. In fondo a questa stradina don Ersilio Miccio (Eduardo de Filippo) insegna agli abitanti del vicolo la grande arte del pernacchio. Don Ersilio, “filosofo” del vicolo e posteggiatore di sera, distribuisce a pagamento i suoi saggi consigli. Consultato dai suoi vicini del vicolo, che vogliono rispondere all’arroganza di un nobile che per passare con la sua automobile ostacola le loro attività quotidiane, don Ersilio suggerisce una “terapia” di “pernacchi”.

Vico Purgatorio ad Arco si trova in una stradina del Decumano maggiore, nel cuore del centro storico della città partenopea. E’ nei pressi di questa stradina che si trova la barocca chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, chiamata la chiesa de “e cape e morte”. La chiesa è dedicata al culto delle anime del Purgatorio.

Una passeggiata in via dei Tribunali permette di ammirare chiese gotiche, rinascimentali e barocche, la ricchezza architettonica, la stratificazione del tessuto urbano, la vivacità dell’ambiente e il rapporto dei napoletani con la religione. Napoli una città dalle mille sfaccettatture capace di affascinare per la sua cordialità, l’ospitalità, la storia, la tradizione, la cultura, l’arte e le sue vedute mozzafiato. Anche Vittorio De Sica è rimasto ammaliato dalla città partenopea e dai suoi abitanti. Il regista ama la città partenopea tanto da sceglierla come set cinematografico di alcuni suoi film quali L’oro di Napoli, Giudizio universale, Matrimonio all’italiana e l’episodio “Adelina” di Ieri, oggi, domani.