giovedì 25 Aprile 2024
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Vico Purgatorio ad Arco set de L’oro di Napoli

Il lungo e stretto vico Purgatorio ad Arco, una stradina di via dei Tribunali, è la location dell’episodio “Il professore” de L’oro di Napoli. In fondo a questa stradina don Ersilio Miccio (Eduardo de Filippo) insegna agli abitanti del vicolo la grande arte del pernacchio. Don Ersilio, “filosofo” del vicolo e posteggiatore di sera, distribuisce a pagamento i suoi saggi consigli. Consultato dai suoi vicini del vicolo, che vogliono rispondere all’arroganza di un nobile che per passare con la sua automobile ostacola le loro attività quotidiane, don Ersilio suggerisce una “terapia” di “pernacchi”.

Vico Purgatorio ad Arco si trova in una stradina del Decumano maggiore, nel cuore del centro storico della città partenopea. E’ nei pressi di questa stradina che si trova la barocca chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, chiamata la chiesa de “e cape e morte”. La chiesa è dedicata al culto delle anime del Purgatorio.

Una passeggiata in via dei Tribunali permette di ammirare chiese gotiche, rinascimentali e barocche, la ricchezza architettonica, la stratificazione del tessuto urbano, la vivacità dell’ambiente e il rapporto dei napoletani con la religione. Napoli una città dalle mille sfaccettatture capace di affascinare per la sua cordialità, l’ospitalità, la storia, la tradizione, la cultura, l’arte e le sue vedute mozzafiato. Anche Vittorio De Sica è rimasto ammaliato dalla città partenopea e dai suoi abitanti. Il regista ama la città partenopea tanto da sceglierla come set cinematografico di alcuni suoi film quali L’oro di Napoli, Giudizio universale, Matrimonio all’italiana e l’episodio “Adelina” di Ieri, oggi, domani.

Redazione IDN
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EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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