domenica 19 Maggio 2024
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Le visite teatralizzate riprendono al Teatro San Ferdinando da sabato 26 novembre

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visite teatralizzate al San Ferdinando

Performance itinerante tra apparizioni, illusioni, citazioni e fantasie: un percorso, inedito e originale, per raccontare e far scoprire il Teatro di Eduardo coinvolgendo i diversi spazi, dal Foyer al sotto palco, fino al famoso camerino dell’attore

Le visite teatralizzate riprendono al Teatro San Ferdinando da sabato 26 novembre: un percorso, inedito e originale, per raccontare e far scoprire il Teatro di Eduardo coinvolgendo i diversi spazi, dal Foyer al sotto palco, fino al famoso camerino dell’attore. Una vera e propria performance artistica itinerante che in occasione delle festività natalizie partirà dai luoghi simbolo per raccontare il rapporto inscindibile che lega il teatro San Ferdinando, il suo fondatore Eduardo e la città.

Tutto è nato da un laboratorio creativo coordinato dall’attore Antonello Cossia in cui gli ex allievi, oggi attori, diplomati alla Scuola del Teatro di Napoli – triennio 2018 -2021, hanno partecipato attivamente alla fase di elaborazione del progetto, scegliendo insieme i testi da recitare ed elaborandoli per immaginare una performance originale a metà tra visita guidata e teatro. La visita guidata, legata alla performance, sarà curata da Artèpolis.

Il teatro, più di ogni altro spazio architettonico, è quello che contiene in sé l’idea di questa magia della sospensione

Esistono luoghi cui l’energia delle persone che li ha attraversati nel tempo, vi resta imprigionata, impregnata nelle mura, donando a quegli spazi una particolare atmosfera intensa, rendendoli elettrici e carichi di suggestioni. Il teatro, più di ogni altro spazio architettonico, è quello che contiene in sé l’idea di questa magia della sospensione, della sensazione che il tempo sia fermo seppure in continuo movimento e progressione.

Quante cose accadono all’interno delle mura di un teatro, quante vite si succedono l’una all’altra mischiandosi, confondendosi tra loro, vite che penetrano i significati dell’esistenza nell’esercizio del ‘gioco’ in palcoscenico e allo stesso tempo si stratificano negli spazi che le contengono, che le vedono passare, trasformarsi, moltiplicarsi quasi all’infinito come in una lente caleidoscopica, in cui l’immagine pur restando unica, si ripropone in tante altre riproduzioni di sé stessa. Se l’oggetto di questa riflessione diventa il teatro San Ferdinando, quale altro esempio può tornare più immediato per chiarire il senso di queste affermazioni.

Un vero e proprio museo, allestito e curato da Giulio Baffi, che racconta la storia del teatro dal café-chantant all’avanspettacolo.

In quell’ambito viene addirittura ospitata la splendida e necessaria esposizione permanente dedicata all’Attore Napoletano; un vero e proprio museo, allestito e curato da Giulio Baffi, che racconta la storia del teatro dal café-chantant all’avanspettacolo, dalla sceneggiata alla commedia fino al teatro sperimentale d’avanguardia attraverso, costumi, oggetti, manoscritti, circa 400 cimeli. Un solido e corposo strumento di memoria e restituzione della gloria e ricchezza del patrimonio artistico sviluppatosi all’ombra del Vesuvio.

Il San Ferdinando diventa così un simbolo, uno spazio sacro nella laicità della pratica teatrale contemporanea, un riferimento per esaltare la forza e l’ostinazione di una maestria artigianale, sviluppatasi lungo l’arco di una intera vita, quella di Eduardo De Filippo.

Qui prendono corpo i fantasmi delle personalità, delle donne e degli uomini che appunto vi abitarono. “Io non credo ai fantasmi. Questo è tutto. Muore un parente, ci mettiamo in lutto e aspettiamo il fantasma del parente. Se ci credete li vedete voi, io credo che i fantasmi siamo noi. I fantasmi li vede chi ci crede e Pasquale Lojacono li vede”.

Così Eduardo introduce la messa in onda televisiva, negli anni sessanta, della sua spassosissima e umana commedia – Questi Fantasmi, che sviluppa, articolandoli proprio i temi dell’illusione, della credenza, – del credere – a ciò che non si vuol vedere o che si vede ma si fa finta di ignorare, che ci illude, che ci cattura, che ci seduce, proprio come accade a teatro.

Io partendo dal felice suggerimento di un bel film del 1961, diretto da Antonio Pietrangeli, ho immaginato che da alcune opere di Eduardo De Filippo, venissero fuori i fantasmi dei suoi personaggi, liberi di circolare in tutti gli spazi del teatro, non solo di essere rappresentati su quel meraviglioso palcoscenico, ma di accompagnare in una visita gli spettatori\visitatori, ingaggiandosi a giocare con gli ospiti, sul tema del falso e del vero, in cui la finzione scenica riproduce la realtà restituendo ciò che teatro non è ma lo alimenta… La vita.

visitare il teatro di Eduardo De Filippo

Visite teatralizzate al San Ferdinando

Le visite teatralizzate si terranno sabato e domenica 26 novembre, 3 – 4 dicembre, 10 – 11 dicembre, 17 – 18 dicembre.
Il sabato ci sarà una doppia recita ore 11:00 e 12:15; la domenica ore 11:00.

Ingresso euro 5,00 – biglietti in vendita online su vivaticket.it e presso le biglietterie del Teatro di Napoli
Per ulteriori informazioni e orari: teatrodinapoli.it

Diego Armando Maradona, dal 24 Novembre il TRAM lo spettacolo “Con la luce negli occhi”

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Con la luce negli occhi al Teatro TRAM uno spettacolo per celebrare Diego Armando Maradona

Il Teatro Tram celebra, a due anni dalla scomparsa, il mito di Diego Armando Maradona con lo spettacolo “Con la luce negli occhi” in scena da giovedì 24 a domenica 27 novembre.

Diego Armando Maradona il 25 Novembre 2020, in pieno lockdown, viene a mancare, la notizia della morte del Pibe de Oro viene diffusa verso le quattro del pomeriggio. In questa settimana, a due anni dalla scomparsa di uno dei più grandi protagonisti del calcio, Napoli lo ricorda. È una settimana di celebrazione per la città di Napoli: così anche il Teatro Tram celebra, a due anni dalla scomparsa, il mito di Diego Armando Maradona con lo spettacolo “Con la luce negli occhi” in scena da giovedì 24 a domenica 27 novembre.

Lo spettacolo è un’evoluzione di un progetto portato in scena al premio per regia Fantasio, il racconto scritto e diretto da Riccardo Pisani mescola la biografia del Pibe de oro con il suo significato per la città e per i tantissimi ragazzi che si sono ispirati a lui, che spiega anche il sottotitolo “Sognando Diego Armando Maradona”. Il protagonista, interpretato da Marco Aspride, è un tifoso del Napoli colto nel momento in cui apprende la morte del grande calciatore.

Cento scatti che raccontano D10S saranno proiettati nel foyer del TRAM in attesa dello spettacolo

Il lavoro si completa con due progetti audiovisuali: il primo è una raccolta di foto e/o selfie con immagini o simboli maradoniani, scattati tra Napoli e Buenos Aires per strada, nei negozi, nelle case e ovunque ci fosse la presenza del D10S. I 100 scatti selezionati sono stati raccolti in un video e saranno proiettati in scena. Nel foyer della sala di via Port’Alba, in attesa dello spettacolo, verrà inoltre proiettato un ulteriore omaggio a Diego.

“Il 25 novembre 2020, in pieno lockdown, verso le quattro del pomeriggio ora italiana, viene diffusa la notizia della morte di Diego Armando Maradona – spiega Pisani -. In scena un giovane napoletano, emigrato al nord, ma cresciuto a Napoli negli anni in cui il Pibe de Oro giocava all’ombra del Vesuvio, è immerso nella sua quotidianità, ascolta la radio, e quando viene a sapere della dipartita del più grande di tutti, incomincia un viaggio onirico tra i ricordi del passato e le difficoltà del presente.

Una riflessione sull’uomo e sul calciatore, dove l’amore per D10S assume un valore universale

Ne scaturisce una riflessione sulla figura di Diego Armando Maradona sia come uomo che come calciatore, dove l’amore per il D10S umano smette di essere una questione privata e assume un valore universale, in quanto Diego vive aldilà della morte”.

Diego Armando Maradona è stato ed è, per milioni di persone, un simbolo di rivalsa, identità e appartenenza. Diego ha letteralmente ribaltato le prospettive e ha resto possibile l’impossibile, in campo e fuori, e la sua morte è l’occasione per celebrare l’uomo, con tutte le sue fragilità e, soprattutto, in assenza di giudizio.

“Con la luce negli occhi è allo stesso tempo un atto d’amore verso il D10S umano, e un atto di denuncia contro chi, per tutta la vita, ha cercato di demonizzarlo – conclude Pisani -. E per farlo abbiamo deciso di raccontare Diego attraverso la voce e il corpo di chi l’ha saputo amare, perché ‘chi ama non dimentica’ è ben più di un semplice slogan, ma un’affermazione forte e concreta.

Marco Aspride da una scena di Con la luce negli occhi
Marco Aspride da una scena di “Con la luce negli occhi”

Sopra il Vulcano. Piccola storia sonora di Napoli dai Campi Flegrei con la Nuova Orchestra Scarlatti

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Sopra il Vulcano con la Nuova Orchestra Scarlatti, il M.° Gaetano Russo al clarinetto, la voce popolare e le tammorre di Giusy Lo Sapio, il soprano Chiara Polese e la partecipazione straordinaria dell’attrice Beatrice Baino

Al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli, Viale Kennedy 54, mercoledì 23 novembre 2022 alle ore 20.00, con ingresso gratuito senza prenotazione, si svolgerà il concerto “Sopra il Vulcano. Piccola storia sonora di Napoli dai Campi Flegrei”. Musiche vocali e strumentali di G. B. Pergolesi, G. Paisiello, D. Cimarosa, G. Donizetti e altri.

“Sopra il Vulcano” è un concentrato e inedito tour di suoni e di voci attraverso i secoli dell’universo partenopeo dal ‘200 ai giorni nostri, caratterizzato da una profonda e feconda contaminazione tra ‘alto’ e ‘basso’, colto e popolare, nel segno continuo di una vitalità che sembra trarre linfa dalla geografia stessa della nostra terra. Il programma sarà oggetto anche di un incontro/laboratorio musicale espressamente concepito per i ragazzi delle Scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio flegreo che si terrà al Teatro Mediterraneo la mattina stessa del 23 novembre.

La soprano Chiara Polese, Giusy Lo Sapio con le sue tammorre e Beatrice Baino le guest star dell’evento

Accanto alla Nuova Orchestra Scarlatti partecipano il soprano Chiara Polese, una delle più belle voci della nuova scena lirica partenopea; Giusy Lo Sapio con la sua voce popolare e le tammorre, strumenti che risalgono alle antiche radici mediterranee della nostra musica; e il clarinettista Gaetano Russo. Arricchirà il programma un momento di teatro con Beatrice Baino (direttrice del CRASC, il Centro di Ricerca sull’Attore e Sperimentazione Culturale) che reciterà un suo monologo.

Il programma si snoderà come una piccola e movimentatissima storia sonora, da un canto d’amore e di protesta dei tempi di Federico II all’arie d’opera del ‘700, da Pergolesi a Cimarosa, da Paisiello alla canzone classica napoletana, passando per Donizetti fino ad arrivare a un’attualissima versione di Cicerenella, la magica e conturbante tarantella di Posillipo: da non perdere.

Il Concerto è un appuntamento della rassegna I Campi Flegrei – “Sotto il cielo più puro”, concerti sociali per la X Municipalità, realizzata dalla Nuova Orchestra Scarlatti per il progetto Affabulazione del Comune di Napoli, attuato con fondi del MIC, media partner RAI Campania, e dedicata al M.° Yuriy Kerpatenko.

Beatrice Baino, direttrice del CRASC, il Centro di Ricerca sull’Attore e Sperimentazione Culturale reciterà un pezzo per Sopra il Vulcano
Beatrice Baino, direttrice del CRASC, il Centro di Ricerca sull’Attore e Sperimentazione Culturale

Carlo Buccirosso dal 25 Novembre all’Augusteo con “L’erba del vicino è sempre più verde!”

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Carlo Buccirosso al Teatro Augusteo da venerdì 25 novembre a domenica 4 dicembre 2022

Carlo Buccirosso sarà in scena al teatro Augusteo fino al 4 Dicembre con lo spettacolo “L’erba del vicino è sempre più verde!”. Con lui ci saranno anche Fabrizio Miano, Donatella de Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo.

Carlo Buccirosso sarà in scena al teatro Augusteo di Napoli da venerdì 25 novembre a domenica 4 dicembre 2022, con lo spettacolo “L’erba del vicino è sempre più verde!”, commedia scritta e diretta dallo stesso Carlo Buccirosso. Sul palcoscenico ad interpretare la commedia con Buccirosso ci sarnno anche (in ordine di apparizione) Fabrizio Miano, Donatella de Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo.

Scene di Gilda Cerullo e Renato Lori, costumi di Zaira de Vincentiis, disegno luci di Luigi Della Monica. Musiche di Cosimo Lombardi. Aiuto regia Fabrizio Miano. Produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro e A.G. Spettacoli.

“L’erba del vicino è sempre più verde!” ovvero quel senso di attrazione verso chi è diverso da te.

Mario Martusciello, funzionario benestante di banca, da tempo in aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un moderno monolocale, depresso e insoddisfatto della propria vita e di sua sorella, rea di preoccuparsi eccessivamente del suo inaspettato isolamento.

In continua spasmodica ricerca di cambiamenti e nuove esperienze di vita, Mario guarda il mondo e le persone che lo circondano alla stessa stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi con le attrazioni più insidiose di un immenso parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità di accedere.

Così, pervaso dall’adrenalina della novità, si ritroverà soggiogato dalla sindrome dell’’Erba del vicino’, ovvero la sopravvalutazione di tutto quanto non gli appartenga e di ogni essere umano diverso da sé, e di qualsiasi tipo di emozione possa procurargli una donna che non sia uguale a sua moglie, come una giovane avvenente influencer conosciuta solo per caso.

Ma quel senso di attrazione verso chi è diverso da te, che riesce in tutto più di te, potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile follia omicida, e a quel punto… sotto a chi tocca! In un simile spiazzante panorama, chiunque avesse la malaugurata idea di suonare alla porta di casa Martusciello, per qualsivoglia motivo, si troverebbe invischiato in una situazione ingestibile. In definitiva, ‘l’erba del vicino’ sarà pure più verde, ma ciò che conta è che non si macchi di rosso sangue…

L'erba del vicino è sempre più verde! Commedia scritta e diretta da Carlo Buccirosso. Sul palcoscenico anche Fabrizio Miano, Donatella de Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo

21 novembre Omissis di Paschitto apre la stagione del Ridotto del Mercadante

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Omissis al Ridotto del Mercadante

Lunedì 21 novembre alle 21:00 Alessandro Paschitto con Omissis apre la stagione 2022/2023 del Ridotto del Mercadante che propone nove titoli per spettacoli e allestimenti di ricerca dedicati alle più giovani realtà della scena partenopea.

Omissis di Alessandro Paschitto apre la stagione 2022/2023 del Ridotto del Mercadante, proprio a sottolineare come la del Ridotto del Teatro Nazionale di Napoli sia centrata sulla drammaturgia contemporanea. Alessandro Paschitto è infatti vincitore, con Noemi Francesca, Sara Guardascione e Andrea Cioffi, del del bando under 35, Premio Leo de Berardinis, e del premio per la drammaturgia Nuove sensibilità 2.0, rispettivamente promossi dal Teatro Nazionale e dal Circuito Pubblico Campano.

Una stagione incentrata sul confronto generazionale

«Come sempre – annota il direttore Roberto Andò – la Stagione del Ridotto del Teatro Nazionale di Napoli è dedicata alla drammaturgia contemporanea, e presenta testi, attori e registi di grande rilievo. Basta sfogliare l’elenco dei titoli per intuire il senso delle scelte che sono state fatte. Dai vincitori – Alessandro Paschitto, Noemi Francesca, Sara Guardascione, Andrea Cioffi – del bando under 35, Premio Leo de Berardinis, e del premio per la drammaturgia Nuove sensibilità 2.0, rispettivamente promossi dal Teatro Nazionale e dal Circuito Pubblico Campano, all’omaggio di Franco Maresco e Claudia Uzzo a Franco Scaldati, grandissimo autore poco rappresentato, di cui ricorre quest’anno il trentennale della morte.

Passando per Erri De Luca, Salvatore Rizzo, Sandro Dioniso, Antonio Tarantino, alle scritture di scena ispirate a Simone De Beauvoir e Katherine Mansfield, per le interpretazioni di attori come Silvia Ajelli, Filippo Luna, Giuseppe Sartori, Anna Gualdo, Anna Coppola, Francesca Cutolo, Galatea Ranzi, Melino Imparato, Giacomo Civiletti, si annuncia una stagione incentrata sul confronto generazionale, una sorta di staffetta tra personalità affermate che hanno battuto strade nuove del teatro, si potrebbe dire maestri della scena, e talenti emergenti, portatori di nuove visioni».

Omissis è un’intelligente e cinica narrazione del vacuo, un testo sulle difficoltà del comunicare.

Si inizia il 21 novembre con Omissis, spettacolo scritto e diretto da Alessandro Paschitto interpretato da Raimonda Maraviglia, Anna Gualdo, Francesco Roccasecca, Giuseppe Sartori e con Luca Romano De Magistris. Omissis è un’intelligente e cinica narrazione del vacuo, un testo sulle difficoltà del comunicare, affrontata con ironia, omettendo il tema stesso della drammaturgia.

“Cosa in questo momento è assolutamente necessario dire? Cosa succede se si prova a dirlo veramente? A furia di parlare, tutto si fa meno chiaro. Tutto più indeterminato. A un certo punto non è più rilevante il dove né il quando, il cosa né il perché. Non conta nemmeno il chi. Ogni cornice situazionale viene disattesa. La domanda si rigenera e la risposta è un parto mostruoso che si rinnova continuamente.

Il linguaggio, un mare in cui si annega, un demone che ci possiede senza preavviso. Una cosa innominata che ci trapassa crivellandoci, che riappare sempre trasformata in forme nuove. Eppure così vicina a un senso, a una soluzione, una salvezza che sempre ci sfugge. Continuiamo a parlare. Alienati in balia delle parole, un attimo prima di perderci, ci ritroviamo”.

Dunque una riflessione su cosa è necessario dire nell’oceano di parole che invade il nostro presente, in scena fino al 27 novembre. Un progetto di Ctrl+Alt+Canc prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale nell’ambito dei Premi Leo de Berardinis per artisti e compagnie under 35 e Nuove Sensibilità 2.0 organizzato dal Teatro Pubblico Campano. Le scene sono di Luigi Ferrigno.

25 Novembre. Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

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L’eliminazione della violenza sulle donne, l’eliminazione della violenza di genere in tutte le sue forme è un argomento che riguarda tutti noi. Per questo IDN mette a disposizione gratuitamente lo spot contro la violenza di genere a tutte le associazioni o enti che ne facciano richiesta

25 Novembre, Mondo – Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Essere violenti è un atteggiamento, così come essere vittima è un’atteggiamento, modificare questi atteggiamenti è possibile educando chi è violento a non esserlo e chi è vittima a essere consapevole dei propri diritti e del fatto che deve farli rispettare.

Educare ad una cultura non violenta e non discriminante basata sul rispetto del prossimo

Ci dobbiamo educare ad una cultura non violenta e non discriminante, basata sul rispetto dell’altro in ogni momento: lo devono fare le istituzioni nei loro palazzi, ma lo dobbiamo fare anche noi nelle nostre famiglie, nel nostro quartiere. Devono essere strumento di educazione gli editori, grandi e piccoli, con i loro media, così come lo devono essere i creator o creatori di contenuti ponendo la giusta attenzione nello sviluppare contenuti che possano portare a pensare che la violenza sia normale.

Uno spot per tutti per l’eliminazione della violenza contro le donne

Noi di IDN – Itinerari di Napoli e della Campania siamo da sempre in prima linea nel cercare di sensibilizzare al rispetto del prossimo ed a una cultura non violenta. Lo facciamo con l’aiuto di amici e colleghi che, come noi, si sono sempre spesi nella lotta per la parità di genere e tra questi troviamo Cosimo Alberti, Lello Giulivo, Danilo Rovani, Titti Nuzzolese, Maria Romeo Misseri, Alessandra Clemente, Stefania Di Fraia.

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne abbiamo realizzato uno spot che mettiamo gratuitamente a disposizione per tutte le società, associazioni o enti che lo richiedano per attivare la loro campagna di sensibilizzazione per l’eliminazione della violenza contro le donne

Cosimo Alberti: “sono concentrato sul cinema”

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Cosimo Alberti, in esclusiva per Itinerari di Napoli, si racconta in una lunga intervista: dall’impegno nel cinema al suo amore per Cristian

Cosimo Alberti attore di teatro, cinema e televisione si racconta in esclusiva a IDN Itinerari di Napoli e della Campania. L’atmosfera è quella di quando ci si trova in compagnia di amici di lunga data: serena e gioiosa e non facciamo a tempo ad iniziare l’intervista, che subito Cosimo Alberti ci racconta del suo impegno a lavorare nel cinema.

Il successo per Cosimo è arrivato con il personaggio di “Cerry” il vigile di “Un posto al sole”, personaggio che è stato ed è strumento comunicare il fondamentale messaggio al rispetto degli altri ed all’accettazione di se stessi. Ma Cosimo Alberti è un artista poliedrico che ha iniziato a calcare il palcoscenico sin dalla giovane età, prima con il teatro e poi con la televisione.

Il medico dei pazzi di Eduardo Scarpetta dal 18 al 20 Novembre al teatro Sannazaro

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Il medico dei Pazzi di Eduardo Scarpetta al Teatro Sannazaro dal 18 al 20 Novembre

“Il medico dei pazzi” di Eduardo Scarpetta per la regia di Claudio Di Palma debutta al teatro Sannazaro Venerdì 18 novembre

“Il medico dei pazzi” di Eduardo Scarpetta per la regia di Claudio Di Palma debutterà il 18 Novembre al teatro Sannazaro e resterà in scena fino al 20 di Novembre. In scena Massimo De Matteo con Giovanni Allocca, Raffaele Ausiello, Andrea De Goyzueta, Angela De Matteo, Renato De Simone, Luciano Giugliano, Valentina Martiniello, Ingrid Sansone,  Federico Siano. Produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro in coproduzione con Tradizione e Turismo – Teatro Sannazaro e Sgat srl.

Eduardo Scarpetta chiuse la sua carriera artistica presentandosi per l’ultima volta al pubblico nella commedia “ O miedeco d’ ‘e pazze”

Eduardo Scarpetta prima scelse il Sannazaro per esordire con “Na Santarella” che registro uno straordinario successo, e poi scelse nuovamente il teatro Sannazaro per chiudere volontariamente la sua lunga carriera artistica presentandosi per l’ultima volta al pubblico nella commedia “ O miedeco d’ ‘e pazze”, commedia ripresa nel 1954 da Mario Mattoli che assieme a Totò ne fece una trasposizione cinematografica.

Sinossi de “Il medico dei pazzi” di Eduardo Scarpetta

Il medico dei pazzi racconta di un giovane sfaccendato e disoccupato, inopinatamente scialacquatore al gioco, fa credere a suo zio Felice Sciosciammocca, sindaco di Roccasecca e suo ingenuo finanziatore, di essere medico a Napoli in una clinica per malati di mente. Al sopraggiungere inatteso dello zio il giovane si affanna a tessergli contro un intricato raggiro. Spaccia i clienti di un albergo da lui frequentato come i casi clinici che è impegnato a seguire e curare.

In effetti, i comportamenti degli ospiti rendono sufficientemente credibili agli occhi dello zio Felice le anomalie psichiche loro attribuite dal giovane e conseguentemente il poveruomo, tutto teso ad assecondare le volontà dei “pazzi”, diventa artefice e vittima di una continua e crescente serie di equivoci esilaranti. Il lieto fine è misuratamente annunciato e realizzato. La scoperta dell’inganno, la confessione ed il perdono diventano, così, fasi di una liturgia della pacificazione che sancisce e chiude come da tradizione ogni invenzione di Scarpetta.

Il medico dei pazzi di Eduardo Scarpetta per la regia di Claudio Di Palma

Esasperazioni comiche che provengono dalla vita reale

Mutuando le dinamiche delle vaudevilles francesi (NdRvaudeville è un genere teatrale nato in Francia a fine Settecento: il termine indica le commedie leggere in cui alla prosa vengono alternate strofe cantate su arie conosciute.-), Scarpetta prefigura, nelle sue opere, esasperazioni comiche che provengono in ogni caso da spaccati di vita possibile.

La società parallela che teatralmente immagina ha, infatti, punti di contatto con un mondo reale, quello partenopeo d’inizio Novecento, popolato ancora da macchiettismi naturali e da rarità fisico- comportamentali. Il suo abile gioco drammaturgico consiste nell’inserimento surreale di queste eccentriche zoomorfie umane in contesti e situazioni che ne accelerano il potenziale buffo e buffonesco. La sua grammatica scenica farcisce i personaggi di un linguaggio composto da strafalcioni e nonsense, articolando così rapporti che, nella moltiplicazione dell’assurdo, sappiano anche testimoniare vizi e manie assolutamente verosimili.

Il medico dei pazzi è, in questo senso, un emblematico, complesso e riuscito ingranaggio teatrale

È così che, ad esempio, il risibile complotto che il giovane rampollo ordisce ai danni dell’ingenuo zio Sciosciammocca diventi occasione, magari non cosciente, ma non per questo meno efficace, di una analisi dei rapporti tra il vero ed il falso, tra la sanità mentale e la follia. ‘Il medico dei pazzi è, in questo senso, un emblematico, complesso e riuscito ingranaggio teatrale in cui la comicità nasce infondo dal contrasto continuamente opposto dagli eventi ai legittimi desideri e ai plausibili propositi dei più disparati avventori.

Impietosamente, ma con spirito divertito, Scarpetta fa inciampare le sue creature in mille frustrazioni trasformando così agli occhi di Sciosciammocca, e soprattutto del pubblico, le loro minute, quotidiane speranze in assolute follie. Scarpetta suggerisce a tutti, insomma, di riconoscere l’insania e lo squilibrio che frequentemente informano la nostra ostentata assennatezza e nel sonoro divertimento che sa generare, nasconde note sottili e taglienti che restano come vago e misterioso riverbero
della più gioiosa risata.

Al Teatro Sannazaro dal 18 al 20 Novembre il medico dei pazzi con Massimo De Matteo

Note di regia di Claudio Di Palma

…V’ o vvoglio di’ pe’ scrupolo ‘e cuscienza: io scrivo ‘e fattecomiche d’’a ggente… E a ridere, truvate cunvenienza? … Nun credo!” Questo chiariva Eduardo nel ’49 in una sua breve poesia e, in questo sapiente ed accorato monito, operava una implicita rivisitazione della eredità artistica ricevuta dall’altro Eduardo: Scarpetta. La scrittura di quest’ultimo si era infatti fondata su un’esasperazione più “deliberatamente cinica” di quanto avrebbe poi inteso fare il figlio; cinica perché assolutamente poco incline a contemplare quell’amarezza con cui sempre De Filippo volle guardare eraccontare i vizi e gli spropositi degli uomini.

Scarpetta, dal canto suo, osservava e riportava in scena senza “sentimento” quell’avvertimento del contrario che Pirandello definiva essere la comicità. Il contrario alla regola, alla legge, all’estetica, alla grammatica, alla logica risultava agli occhi di Scarpetta congeniale esclusivamente alla creazione di meccanismi scenici che producessero il riso.

Lo dichiarava sempre, a chiusura d’ogni sua commedia: lo aveva fatto per soddisfare l’amato pubblico. E forse per questo, paradossalmente, il pubblico se ne sentiva ristorato. Aveva assistito sulla scena alle proprie istrioniche buffonerie, alle proprie tristi miserie, ai propri potenziali sfottò in danno di un malcapitato, ai propri strafalcioni lessicali, all’impresentabilità dei propri vestiti e ne trovava convenienza, ne aveva riso… catarticamente. La spietatezza senza compassione di Scarpettari produceva così l’antica funzione del teatro: un’occasione di purificazione collettiva. Ne ‘O miedeco d’’e pazze questo disincanto divertito raggiunge probabilmente l’apice più significativo.

Il meccanismo che si inscena è un gioco di specchi deformanti la realtà. Lo straniero, il babbeo, ‘o cafone ‘e fora, Sciosciammocca precipita nel mondo di città che lo circuisce e spiazza. I desideri, le ambizioni dei cittadini si mostrano nei loro accessi più convinti ed è facile per uno sguardo estraneo leggerne gli accenti controversi come stravaganze assolutamente folli. L’animo virgineamente fuori registro di Felice scopre involontariamente, e non senza ridicoli patemi per lui, le quotidiane ossessioni dei “normali”, ne sbugiarda inconsapevole l’inconsistenza. Sembra una satira profonda di costume, forse lo è implicitamente, non certo nella grammatica di scena.

Quella è strutturata meravigliosamente per riderne, per riderne e basta. Noi la seguiamo rinfrancati: la denuncia dei nostri vizi è un calembur, l’affanno delle nostre aspirazioni un intrattenimento. Triste per cui… enormemente divertente. 

Orario spettacoli e informazioni

venerdì 18 ore 21.00; sabato 19 ore 21.00; domenica 20 ore 18.00
Per ulteriori informazioni e prenotazioni vedere il sito del Teatro Sannazzaro (https://www.teatrosannazaro.it/)

ScarlattinBlues con Bruno Persico e Daniele Sepe il 16 novembre. Ingresso gratuito

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Con ingresso gratuito al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli “ScarlattinBlues”. Il movimento, le suggestioni, i colori di un’Orchestra classica che si trasforma man mano in una grande jazz band carica di energia.

Mercoledì 16 novembre 2022 alle ore 20:00, con ingresso gratuito al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli, Viale Kennedy 54, il Concerto “ScarlattinBlues – Metamorfosi orchestrali dal Classico al Jazz”, con musiche di A e D. Scarlatti, G. F. Händel, L. van Beethoven, L. Bernstein, D. Ellington e altri.

Con la Nuova Orchestra Scarlatti, con il pianista e direttore Bruno Persico, e con la partecipazione straordinaria di Daniele Sepe. Il movimento, le suggestioni, i colori di un’Orchestra classica che si trasforma man mano in una grande jazz band carica di energia.

Un grande concerto che regalerà al pubblico un flusso di divagazioni sinfoniche in continuo crescendo parte dall’emozione intensa e antica di un’Aria di Alessandro Scarlatti, passa attraverso originali rielaborazioni di brani amati del repertorio classico, dal ritmo vitale di una Sonata di Domenico Scarlatti a una intensa Sarabanda di Händel, da Beethoven, che nelle infinite pieghe dell’Arietta della sua ultima Sonata per pianoforte nasconde un’incredibile swing, a Leonard Bernstein con un concentrato di emozioni della sua West Side Story, per concludersi con un coinvolgente omaggio a Duke Ellington.

Bruno Persico per Scarlattinblues in veste di autore delle rielaborazioni musicali, di pianista e direttore in dialogo con la Nuova Orchestra Scarlatti
Bruno Persico per Scarlattinblues in veste di autore delle rielaborazioni musicali, di pianista e direttore in dialogo con la Nuova Orchestra Scarlatti

Per l’occasione sarà Bruno Persico a dirigere la Nuova Orchestra Scarlatti. A rendere ancora più ricco l’appuntamento la partecipazione di Daniele Sepe, con sue musiche originali.

Guiderà il gioco Bruno Persico – versatile figura di musicista da sempre alla ricerca di un’originale sintesi tra forme classiche e improvvisazione jazz – in veste di autore delle rielaborazioni musicali, di pianista e direttore in dialogo con la Nuova Orchestra Scarlatti. A rendere ancora più ricco l’appuntamento sarà la partecipazione di Daniele Sepe, con sue musiche originali. Il celebre sassofonista e compositore partenopeo è capace di sintesi creative “tra tante cose molto diverse”, come lui stesso dice: jazz, folk, reggae, world music, musica classica.

Il concerto è un appuntamento della rassegna I Campi Flegrei – “Sotto il cielo più puro”, concerti sociali per la X Municipalità, manifestazione realizzata dalla Nuova Orchestra Scarlatti nell’ambito del progetto Affabulazione del Comune di Napoli, attuato con fondi del MIC, media partner RAI Campania, e dedicata al M.° Yuriy Kerpatenko.

Daniele Sepe, celebre sassofonista e compositore partenopeo
Daniele Sepe, celebre sassofonista e compositore partenopeo

Per ulteriori informazioni e prenotazioni potete visitare il sito web nuovaorchestrascarlatti.it, o telefonare al 0812535984, o scrivere a info@nuovaorchestrascarlatti.it

Vedere per ridere! ecco il nostro suggerimento per l’ultima commedia di Paolo Caiazzo

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Sul palcoscenico dell’Augusteo un cast di attori, capitanato da Paolo Caiazzo, che sa fare ridere e riflettere con la loro commedia “Separati… ma non troppo”

Paolo Caiazzo debutta l’11 Novembre al teatro Augusteo con la sua commedia “Separati.. ma non troppo” che resterà in programmazione fino al 20 Novembre. Vedere per ridere è questo il suggerimento che vogliamo darvi dopo aver visto il debutto della commedia.

Paolo Caiazzo sostenuto dalla bravissima Nunzia Schiano riesce a far sorridere e ridere il pubblico in sala per tutta la durata dello spettacolo. Fanno parte del Cast anche Gennaro Silvestro, Irene Grasso e Daniela Ioia tutti all’altezza delle aspettative offrendo un’interpretazione coinvolgente e capace di trattenere l’attenzione del pubblico