giovedì 2 Maggio 2024
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Via San Gregorio Armeno la famosa via dei presepi

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Via San Gregorio Armeno

Via San Gregorio Armeno è una traversa del Decumano maggiore, famosa  per essere la via dei presepi.

Via San Gregorio Armeno è una traversa del Decumano maggiore, famosa  per essere la via dei presepi. E’ conosciuta appunto per essere il cuore della Napoli artigiana e dei presepi. Via San Gregorio Armeno vanta una lunga tradizione presepiale. Sono realizzate statue artigianali non solo canoniche, ma anche originali. Ogni anno, gli artigiani del presepe realizzano nuovi personaggi prendendo ispirazione dai politici o dai vip. Sacro e profano si mescolano.

Via San Gregorio Armeno è la location di due fiabe come il film d’animazione Opopomoz e il cortometraggio The Wholly Family.

Entrambi i film hanno per protagonista un bambino che, partendo dai luoghi della tradizione napoletana, si troverà a compiere un viaggio immaginario. In Opopomoz, una famiglia napoletana sta per festeggiare il Natale e la nascita del secondo figlio. Tutta la famiglia è contenta, tranne il piccolo Rocco che è geloso dell’arrivo del fratellino. Sua Profondità approfitta della gelosia del bambino per proporgli un baratto: se il bambino impedisce la nascita di Gesù, entrando nel presepio con la formula ”opopomoz”, non avrà il fratellino. Rocco capisce l’errore e salva il Natale. The Wholly Family, scritto e diretto da Terry Gilliam, è un omaggio a Napoli. Il regista, rimasto affascinato dai presepi, ha voluto omaggiare la città di cui si è innamorato durante una vacanza.

Pensavo fosse amore invece era un calesse

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Pensavo fosse amore invece era un calesse è un film diretto e interpretato da Massimo Troisi nel 1991. Pensavo fosse amore invece era un calesse racconta di Tommaso e Cecilia che vivono una relazione incerta, divisi tra la passione e i dubbi sulla natura profonda dei loro sentimenti. Cecilia decide di lasciare Tommaso, che sprofonda in una grande depressione. Tra riflessioni sull’amore ed episodi che coinvolgono anche il suo amico Amedeo, un bigotto che nei fatti rivela comportamenti insospettati, il tempo passa; intanto Cecilia ha avviato una nuova relazione con Enea, esuberante viaggiatore. Tommaso si rivolge a una fattucchiera che lo incita a combattere per il suo amore, dal momento che la sua ex è ancora attratta da lui. Di fatto Tommaso e Cecilia ritornano insieme, ma la routine spegne nuovamente il loro rapporto. Il giorno del matrimonio Tommaso non va in chiesa e, scoprendo che la fattucchiera non era intervenuta sul suo caso, deve fronteggiare la realtà dei suoi sentimenti. Nel bar dove dà appuntamento a Cecilia i due ancora con gli abiti nuziali dichiarano la rispettiva sfiducia nel matrimonio, ma si ripromettono di non perdersi.

Location del film Pensavo fosse amore invece era un calesse è Borgo Marinari. Il Borgo è il set principale in cui si muovono i protagonisti, Tommaso (interpretato da Massimo Troisi) con il suo ristorante che porta il nome di “Giulietta e Romeo” (in realtà il ristorante Transatlantico) e Cecilia (Francesca Neri) che gestisce una libreria. La libreria non esiste, e il suo esterno è stato ricostruito sulla facciata di una palazzina del Borgo. Il pittoresco Borgo Marinari compare in pellicole come Napoli milionaria, La mazzetta e Giallo napoletano.

 

Morte di un matematico napoletano

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NapoliCiak sui luoghi di Morte di un matematico napoletano

Morte di un matematico napoletano: l’esordio del regista Mario Martone.

Il film Morte di un matematico napoletano del 1992, che vede l’esordio del regista Mario Martone,  ricostruisce liberamente gli ultimi giorni di vita del matematico Renato Caccioppoli, docente universitario ed ex militante del Pci: il rapporto col fratello Luigi, magistrato, che ha appena sposato Emilia, con la quale Renato ha avuto una storia e che è rimasta molto legata a lui; il trasloco vissuto con indifferenza (gli interessa solo conservare le lettere di Bakunin, loro nonno); le discussioni con l’allievo Piero sulla prova da presentare al concorso a cattedra; le sedute di esami e del Senato accademico, alle quali partecipa stordito dall’alcool; l’incontro con la moglie Anna, ora legata infelicemente ad un’altra persona, la visita alla vecchia zia anarchica, una cena con i giovani colleghi. Alla sua morte – si suicida sparandosi alla nuca – seguono la retorica della commemorazione funebre e le considerazioni del cinico proprietario di casa.

Il cortile delle statue dell’Università Federico II in via Paladino è il set del film Morte di un matematico napoletano, con il quale l’esordiente Mario Martone ricostruisce gli ultimi giorni di vita del professor Renato Caccioppoli.

Napoli milionaria di Eduardo De Filippo

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Napoli milionaria è un film diretto e interpretato da Eduardo De Filippo. Tra gli attori del film si segnala Totò
Napoli milionaria è un film diretto e interpretato da Eduardo De Filippo. Tra gli attori del film si segnala Totò

Napoli milionaria è un film diretto e interpretato da Eduardo De Filippo nel 1950. Il tramviere Gennaro Iovine conduce una vita modesta con la sua famiglia, vivendo nel clima solidale e rumoroso del vicolo. La Guerra cambia tutto: al suo ritorno a casa, dopo essere rimasto per lungo tempo lontano come prigioniero dei Tedeschi, scopre che la moglie si è arricchita con la borsa nera, che il figlio è diventato un ladro e che la figlia è incinta. Tutti ignorano la sua dolorosa esperienza, presi dall’entusiasmo di un nascente benessere. Solo la malattia della figlia più piccola e il timore di perderla inducono a riflettere sui veri valori della vita. Intanto, nuovi scenari sociali si affacciano, coinvolgendo anche la famiglia di Gennaro.
Set del film Napoli milionaria è Borgo Marinari. Il pittoresco Borgo Marinari compare anche in Giallo napoletano e Pensavo fosse amore invece era un calesse.

Piazza del Gesù Nuovo

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Veduta di Piazza del Gesù Nuovo con l'omonima chiesa e la guglia dell'Immacolata
Veduta di Piazza del Gesù Nuovo con l'omonima chiesa e la guglia dell'Immacolata

Piazza del Gesù Nuovo, collocata lungo il decumano inferiore, prende il nome dall’omonima chiesa. E’ una delle piazze più famose e conosciute della città partenopea. Piazza del Gesù Nuovo è un punto di accesso alla città greco-romana e con il tempo acquista importanza. Alla fine del Quattrocento, Ferrante Sanseverino, principe di Salerno, fa costruire il suo palazzo in stile rinascimentale e con un rivestimento in bugnato a punta di diamante. Nel XVI secolo, la piazza inizia ad avere una forma più vicina a quella attuale. Nel 1526, il principe di Sanseverino demolisce alcuni edifici comprati dalle Clarisse di Santa Chiara per creare uno spazio più ampio davanti al suo palazzo e far risaltare la facciata. Verso la metà del secolo, avviene il collegamento con il nuovo asse di via Toledo per rispondere alle esigenze del piano di ampliamento vicereale. Inizia, nella seconda metà del secolo, una ulteriore fase di cambiamento della piazza: la costruzione della chiesa del Gesù, che sorge sull’area del palazzo Sanseverino, incorporando facciata e portale. Nel 1705, al centro della piazza viene innalzato un monumento equestre in onore di Filippo V, ma con l’arrivo degli austriaci è abbattuta. Nel 1743, i gesuiti commissionano il progetto per la guglia dell’Immacolata, innalzata da Giuseppe di Fiore su disegno di Giuseppe Genuino. La guglia presenta statue, rilievi e medaglioni, realizzate da Matteo Bottigliero e Francesco Pagano, e al di sopra è collocata la statua in rame dorato dell’Immacolata. Una tappa in Piazza del Gesù Nuovo permette di ammirare la guglia dell’Immacolata, elemento centrale della piazza, la chiesa del Gesù Nuovo, il complesso monumentale di Santa Chiara. Ai lati della chiesa del Gesù Nuovo, si trovano il palazzo delle Congregazioni e la Casa Professa dei Padri Gesuiti, sede di licei. Inoltre, è possibile vedere famosi palazzi storici: Palazzo Pandola, location di molti film, e il palazzo Pignatelli di Monteleone.

Piazza del Gesù Nuovo è uno dei set più ricorrenti del cinema napoletano. Appare in Matrimonio all’italiana, L’oro di Napoli, Maccheroni e Pacco, doppiopacco e contropaccotto.

Chiesa del Purgatorio come set cinematografico

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L'esterno della chiesa del Purgatorio è la location del film Denti. La pellicola ha come protagonista Sergio Rubini
L'esterno della chiesa del Purgatorio è la location del film Denti. La pellicola ha come protagonista Sergio Rubini

La Chiesa del Purgatorio è la location di alcune pellicole. Sotto i porticati, di fronte alla Chiesa del Purgatorio, Antonio (Sergio Rubini) si imbatte in un misterioso chiromante che gli predice il futuro in una sequenza di Denti. Nello stesso punto, in un episodio dei Soprano girato a Napoli, Paulie Gualtieri (Tony Sirico) gusta un buon caffè provando invano a familiarizzare con i costumi locali.

La Chiesa del Purgatorio si trova lungo il Decumano Maggiore, nel cuore del centro antico della città. La Chiesa del Purgatorio fa parte del complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. La barocca chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio, chiamata la chiesa de “ ‘e cape e morte”, è dedicata al culto delle anime del Purgatorio. Infatti, ogni parte del complesso monumentale (la chiesa, l’Ipogeo, il museo dell’Opera e l’archivio) è un rimando al culto dei defunti. Il culto delle “anime pezzentelle” è la cura dei resti dei defunti di identità sconosciuta, le anime “pezzentelle”, che vagano in Purgatorio in cerca dell’alleviamento delle pene: il “refrisco”. La chiesa si articola su due livelli: il primo rimanda alla dimensione terrena mentre il secondo al Purgatorio. L’interno accoglie opere di Massimo Stanzione, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Dionisio Lazzari, Giacomo Farelli e Girolamo De Magistro. Il Museo dell’Opera, collocato negli ambienti della sagrestia e dell’Oratorio dell’Immacolata, accoglie oggetti legati alle pratiche devozionali, una serie di manoscritti provenienti dall’Archivio Storico dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco, dipinti e manufatti, realizzati tra il XVII e il XIX secolo. Poi c’è l’Ipogeo, dove si svolge il culto delle anime del Purgatorio.

Palazzo Pandola in Matrimonio all’italiana

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Sofia Loren e Marcello Mastroianni in una scena tratta dal film Matrimonio all'italiana girata a Palazzo Pandola. Sullo sfondo si vede Piazza del Gesù Nuovo
Sofia Loren e Marcello Mastroianni in una scena tratta dal film Matrimonio all'italiana girata a Palazzo Pandola. Sullo sfondo si vede Piazza del Gesù Nuovo

Palazzo Pandola è uno dei set più ricorrenti del cinema napoletano. Il Palazzo Pandola ospita ad esempio il Conte Prospero B. (Vittorio De Sica), che ne L’oro di Napoli sfida ripetutamente a carte il figlio del portiere. L’edificio che guarda sulla celebre piazza del Gesù, diventa anche la casa di Filumena Marturano (Sofia Loren) in Matrimonio all’italiana. In entrambi i film si riconoscono l’elegante cortile interno e la facciata col grande balcone sull’arco di ingresso. Nel finale di Matrimonio all’italiana, la facciata di palazzo Pandola fa da cornice alle battute conclusive di Filumena, che seduta sul divano piange per la felicità. De Sica ricorda che nel primo ciak di questa scena Sofia Loren era emozionatissima, e che la frase in cui confessa a Domenico quanto è bello piangere le venne fuori con uno strano tono di voce baritonale, tanto da lasciare di sasso tutti gli astanti. Per non impressionare l’attrice, il regista continuò a girare questa scena così emozionante, per poi chiedere delicatamente alla Loren di usare un tono di voce leggero e con una tonalità più alta.

Palazzo Pandola, location di molti film, presenta il portale più avanzato rispetto al prospetto. Si entra in un cortile che ha una scala aperta con decorazioni pittoriche. Palazzo Pandola si affaccia su Piazza del Gesù Nuovo, una delle piazze più famose e conosciute della città partenopea. Una tappa in Piazza del Gesù Nuovo permette di ammirare la guglia dell’Immacolata, elemento centrale della piazza, la chiesa del Gesù Nuovo e il complesso monumentale di Santa Chiara.

Archivio Storico set del film Maccheroni

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Una location del film Maccheroni di Ettore Scola è nei pressi dell'Archivio Storico del Banco di Napoli. Il film ha come protagonisti Marcello Mastroianni e Jack Lemmon
Una location del film Maccheroni di Ettore Scola è nei pressi dell'Archivio Storico del Banco di Napoli. Il film ha come protagonisti Marcello Mastroianni e Jack Lemmon

Una location del film Maccheroni è nei pressi dell’Archivio Storico del Banco di Napoli. Superato l’incrocio con l’asse di via Duomo, Robert Traven (Jack Lemmon) si muoverà in direzione dell’Archivio Storico del Banco di Napoli per cercare il suo amico Antonio (Mastroianni). Robert Traven, vicepresidente di una grande società americana, è a Napoli per lavoro. Viene contattato da Antonio, conosciuto nel ‘46 quando era a Napoli da soldato ed era fidanzato con la sorella Maria. La fredda reazione di Robert delude Antonio che coltiva invece una vera devozione per il vecchio amico. Nel restituirgli una foto, Robert entra nel mondo di Antonio e scopre che l’uomo ha continuato a scrivere lettere a suo nome, costruendo l’immagine di un eroe americano amico di famiglia. Robert è progressivamente coinvolto dal calore dell’amico, tanto da non poterne fare più a meno. Al momento della partenza anticipata per un problema, Robert decide di aiutare l’amico che è nei guai a causa del figlio, preso di mira dalla criminalità per dei soldi sottratti al giro del lotto clandestino. Robert risolve la situazione, ma Antonio, colpito alla testa, viene dato per morto. Essendoci due precedenti in cui l’uomo si era miracolosamente risvegliato esattamente a ora di pranzo, mentre la famiglia era a tavola, il rito è ripetuto in presenza di Robert: per l’ennesima volta l’evento non si fa attendere.

Via dei Tribunali, che conduce all’Archivio Storico del Banco di Napoli, è anche location della pellicola Mangia, prega, ama. La protagonista Elizabeth (Julia Roberts) resta affascinata dalla vivacità della città. Oltre a Lemmon e alla Roberts, questa strada è frequentata da altri due rappresentanti del cinema statunitense, Terry Gilliam e John Turturro, registi rispettivamente di The Wholly Family e Passione.

L’Archivio Storico del Banco di Napoli custodisce documenti bancari che vanno dalla metà del Cinquecento ad oggi. I documenti si dividono in due grandi categorie: scritture patrimoniali e apodissarie. Le prime riguardano la gestione del patrimonio fruttifero dei banchi mentre le seconde si riferiscono all’attività di raccolta dei depositi e l’emissione di bancali. L’Archivio Storico custodisce pergamene, libri di cassa, di terze, di confidenze, libri dei conti riguardanti i depositi della clientela e gli eventi storici di Napoli e del Mezzogiorno. La raccolta dell’Archivio Storico è una una preziosa testimonianza di documenti e notizie riguardanti Napoli e il Mezzogiorno.

 

Pio Monte della Misericordia set di Passione

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Il Pio Monte della Misericordia è una location del film Passione, diretto da John Turturro
Il Pio Monte della Misericordia è una location del film Passione, diretto da John Turturro

Il Pio Monte della Misericordia, dove si trova la splendida tela di Caravaggio che raffigura le Sette opere di Misericordia, è la location di Passione. E’ visibile nella performance, girata da Turturro, con il cantante Fausto Cigliano che esegue la canzone Catarì.

Il Pio Monte della Misericordia è una delle più antiche istituzioni benefiche della città. L’istituzione ha sede nell’edificio progettato da Francesco Antonio Picchiatti. La facciata è a due piani. Il Pio Monte della Misericordia comprende il Palazzo, la Chiesa e la Quadreria. La chiesa ha sette cappelle per accogliere un quadro tratto dal tema di una delle opere di misericordia. Sull’altare maggiore è presente uno dei capolavori di Caravaggio: Le sette opere di Misericordia. Le cappelle laterali accolgono dipinti di Battistero Caracciolo, Fabrizio Santafede, Giovanni Vincenzo D’Onofrio detto il Forlì, Giovan Bernardo Azzolino e Luca Giordano. Al primo piano, a sinistra del porticato, si accede alla Quadreria che custodisce dipinti di artisti italiani e stranieri, databili dal Cinquecento all’Ottocento, donati al Pio Monte della Misericordia. I nuclei principali della collezione sono costituiti dalle donazioni del pittore Francesco De Mura e della nobildonna Sofia Capace Galeota. Nei diversi ambienti sono conservati mobili neoclassici e paramenti sacri. Il Pio Monte della Misericordia custodisce anche un ricco patrimonio documentario: l’Archivio Storico.

Castel Capuano location del film Mi manda Picone

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Mi Manda Picone è un film del regista Nanni Loy con protagonisti Giancarlo Giannini e Lina Sastri. Una location del film è Castel Capuano
Mi Manda Picone è un film del regista Nanni Loy con protagonisti Giancarlo Giannini e Lina Sastri. Una location del film è Castel Capuano

Castel Capuano, sede del Tribunale di Napoli, fa da ambientazione a tanti film, tra i quali Mi manda Picone.
Un metalmeccanico dell’Italsider si dà fuoco nella sala del consiglio comunale di Napoli, dichiarandosi minacciato di licenziamento da parte dell’azienda. Soccorso da un’ambulanza, di lui non si trova più traccia. Luciella, sua moglie, chiede aiuto a Salvatore Cannavacciuolo, il quale viene poco alla volta coinvolto nella vita di Picone, scoprendo che ha a che fare con faccende poco pulite. All’inizio ne approfitta ma poi si innamora di Luciella. Quando la donna organizza il funerale, intuiscono che, forse, l’uomo non è morto.
Castel Capuano, detto anche La Vicaria, chiude la lunga via dei Tribunali. Il castello, fondato nella seconda metà del XII secolo da Guglielmo I, fu ampliato da Federico II di Svevia e fortificato da Carlo I. Nel 1535 dimorò Carlo V, che donò il castello a Filippo di Lannoy principe di Sulmona, suo cavaliere, il quale apportò alcune modifiche. Nel 1540, il vicerè Pedro de Toledo riunì tutti i tribunali in un’unica sede, trasformando Castel Capuano in palazzo di Giustizia. I progetti di trasformazione furono affidati agli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa. Nel corso degli anni sono avvenuti altre opere di trasformazione.