venerdì 29 Marzo 2024
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Pasta e fagioli con la cotica

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pasta e fagioli con la cotica
pasta e fagioli con la cotica

La pasta e fagioli con la cotica, che nella versione più antica è insaporita col “mascariello”, la mandibola del maiale; è sicuramente un piatto che fa parte della cucina italiana, ma a Napoli assume un sapore particolare. Della pasta e fagioli Eduardo De Filippo in “Natale in casa Cupiello” diceva: quando si fanno i fagioli in casa mia si fanno che possono bastare per tre giorni, perché ci piace di mangiarli freddi al giorno appresso, e pure riscaldati la sera..’a matina pe’ merenda..

INGREDIENTI (per 4 persone)

100 gr. di lardo,
mezzo bicchiere di olio extravergine d’oliva,
1 “mazzetto misto” di sedano, prezzemolo e basilico,
300 gr. di fagioli di Villaricca,
400 gr. di pasta mista,
3 o 4 pomodorini,
100 gr. di cotiche,
aglio,
sale q. b.

PROCEDIMENTO

Mettere in una pentola acqua, fagioli e cotiche e far cuocere a fuoco lento. Intanto versare in un tegame l’olio, il battuto di lardo, aglio ed erbe aromatiche tritati, lasciando soffriggere per un poco. Poi aggiungere i pomodorini a pezzetti, facendo cuocere per circa 10 minuti e versarvi i fagioli e le cotiche, Per ultimo unire la pasta ultimando la cottura. Servire ben caldo.

LA PARTICOLARITA’ DEI FAGIOLI DI VILLARICCA

Il fagiolo “Tondino di Villaricca” è il nome di una cultivar di fagioli un tempo diffusi nella piana del giuglianese, alle porte di Napoli. È un fagiolo che sta scomparendo, soppiantato da un altro tipo che pure prende lo stesso nome ma che in realtà è un ibrido proveniente dall’Argentina
Il fagiolo “Tondino di Villaricca” coltivato nel territorio di Villaricca, Parete, Giugliano, Qualiano, Marano il terreno vulcanico delle nostre zone è ricco di sali minerali come potassio, azoto, fosforo che ne arricchiscono il sapore; e anche in cottura il tegumento è tenero per cui diventano cremosi e si legano meglio con la pasta mista nei diversi formati, che con i differenti tempi di cottura mantengono il croccante alla masticazione».
Villaricca è anche teatro di un altro tipo di produzione, il pane lievitato con lievito madre o criscito, impastato a mano nella mattera, la madia, e cotto in forno a fascine.

 

Paccheri al sugo di coccio all’acqua pazza

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paccheri al sugo di coccio all'acqua pazza
paccheri al sugo di coccio all'acqua pazza

I paccheri al coccio sono un primo piatto della cucina napoletana da cucinare in due modi diversi. Infatti c’è la ricetta dei paccheri al coccio preparata in modo tradizionale e la ricetta dei paccheri al sugo di coccio all’acqua pazza.

INGREDIENTI (per 4 persone)

400 gr. di paccheri,
200 gr, di pomodorini del pendolo,
1kg. di coccio (o gallinella),
1 dl di olio extravergine d’oliva,
1 spicchio d’aglio,
peperoncino piccante (a piacere),
prezzemolo tritato,
sale q. b.

PROCEDIMENTO

Far dorare l’aglio e il peperoncino nell’olio, quindi unirvi il coccio (eviscerato e ben pulito), i pomodorini tagliati a metà e due mestoli d’acqua. Coprire e far cuocere per circa 20 minuti. A parte, lessare in acqua salata i paccheri, colandoli molto al dente e versarli nel sugo del coccio completando la cottura. Servire con una manciata di prezzemolo tritato.

CHE COSA E’ IL COCCIO

Il Coccio (o Gallinella di Mare, o Cappone, o Mazzola) è un pesce di mare, tipico del Mar Mediterraneo Esistono numerose specie di Coccio, solo nel Mar Mediterraneo se ne contano otto tipi diversi. Il Coccio è un pesce osseo dalla forma allungata, con una testa abbastanza grande, con numerose spine e creste ossee.

CHE COSA SONO I PACCHERI

Il termine deriva del greco antico dei primi fondatori di Parthenope e ancora usato nella lingua italiana come “pacca”, ovvero uno schiaffo dato a mano aperta, senza intenzioni ostili. Da qui il nome del tipo di pasta, dalla taglia molto superiore alla norma, in genere accompagnato da sughi succulenti. I paccheri possono essere anche farciti, con ricotta o altri ingredienti, e serviti con il ragù.

 

Villa Floridiana al Vomero

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Villa Floridiana, collocata sulle colline del Vomero, ospita il Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina, sede di una delle più prestigiose raccolte di arte decorativa
Villa Floridiana, collocata sulle colline del Vomero, ospita il Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina, sede di una delle più prestigiose raccolte di arte decorativa

Villa Floridiana, sita al Vomero, appartenente agli eredi di Cristoforo Saliceti, è acquistata dal re Ferdinando di Borbone come regalo alla moglie Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia. La Villa diventerà la residenza estiva della duchessa. I lavori di ristrutturazione della palazzina, che comprende un piccolo casinò (l’attuale Museo) e una coffee house (oggi Villa Lucia), sono diretti dall’architetto Antonio Niccolini che opta per uno stile neoclassico e progetta un parco. Crea un teatrino all’aperto, un piccolo tempio ionico, le serre e alcune grotte, unici elementi architettonici che sono ancora visibili all’interno del parco. Qui, passeggiando tra i sentieri, è possibile sia apprezzare il suo aspetto scenografico sia rimanere affascinati dagli scorci panoramici sul golfo di Napoli. La pianta del Niccolini, conservata al Museo di San Martino, mostra una struttura a pianta rettangolare e due bracci perpendicolari e simmetrici, oltre all’aggiunta di una piccola area porticata all’ingresso centrale dell’edificio, soluzione adottata per la sosta delle carrozze. La facciata di Villa Floridiana rivolta a settentrione si articola su due piani mentre, quella meridionale, a causa del terreno scosceso, si sviluppa su tre piani. L’architetto crea un basamento in pietra lavica con una scalinata in marmo a doppia rampa, elemento che unisce l’edificio al parco circostante. Dal 1826, anno della morte della duchessa, fino al 1919 gli edifici e il parco subiscono molte modifiche. Nel 1919, Villa Floridiana è acquistata dallo Stato e destinata a sede museale. Il Museo della Ceramica Duca di Martina ospita una delle più prestigiose raccolte di arte decorativa oltre ad accogliere gli appartamenti privati della duchessa e delle dame, una sala da pranzo, una piccola cappella e altre sale. Resta ben poco della decorazione e dell’arredo originario mentre è possibile ammirare la decorazione della galleria.

Via Posillipo una cornice scenografica

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Una location del film Totò, Peppino e la malafemmina è via Posillipo
Una location del film Totò, Peppino e la malafemmina è via Posillipo

Via Posillipo e Palazzo Donn’Anna sono il set cinematografico di molte pellicole. In via Posillipo si trova la villa che Gianni, interpretato da Teddy Reno, si fa prestare da Raffaele, interpretato da Nino Manfredi, in Totò, Peppino e la malafemmina. Dal terrazzo di quella villa si può scorgere il Palazzo Donn’Anna, la cui splendida facciata che dà direttamente sul mare appare anche in Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti e ne I guappi.
Proseguendo per via Posillipo si arriva a Piazza San Luigi dove Nanni Loy, in Le quattro giornate di Napoli, gira uno dei feroci scontri tra i ribelli partenopei e i soldati nazisti.
Via Posillipo è una delle zone più incantevoli della città partenopea per le ville, le discese a mare, i palazzi e il panorama. Palazzo Donn’Anna si trova all’inizio della collina di Posillipo. La sua costruzione risale alla metà del XVII secolo, per volere del viceré spagnolo don Filippo Gùzman de las Torres, il quale affida l’incarico a Cosimo Fanzago. Il progetto di Cosimo Fanzago, realizzato dal 1640 al 1644, è definito dal Celano “una delle più belle, più vaghe e bizzarre abitazioni non dico di Napoli, ma d’Europa tutta”. Inizialmente, l’accesso al palazzo avviene solo dal mare. Il palazzo rimane incompiuto poiché i lavori sono sospesi al rientro del viceré in Spagna. Inoltre, dopo la morte di Donn’Anna, il palazzo è saccheggiato e devastato durante i moti di Masaniello, dal terremoto del 1688 e dall’allargamento della strada, quando si demolì parte delle ali settentrionali.
Palazzo Donn’Anna, espressione dello stile barocco, riveste un fascino particolare sia per la suggestiva collocazione sul mare sia, forse, per l’incompiutezza dell’edificio .

Via Caracciolo location del cinema napoletano

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Le scalette della Rotonda Diaz è il set di Maccheroni. La location è in via Caracciolo, la zona del lungomare
Le scalette della Rotonda Diaz è il set di Maccheroni. La location è in via Caracciolo, la zona del lungomare

Via Caracciolo è il set cinematografico di molte pellicole. Camminando sul lungomare possiamo ricordare l’inizio di Carosello napoletano e la grottesca interruzione di un corteo funebre da parte di Dudù, interpretato da Nino Manfredi, in Operazione San Gennaro. Le scalette della Rotonda Diaz sono diventate la location di Maccheroni e Denti. Se nel primo titolo Jack Lemmon e Marcello Mastroianni devono affrontare un gruppo di malviventi, nel film di Salvatores il protagonista Antonio, interpretato da Sergio Rubini, immagina di riconciliarsi con la madre che non c’è più, salutandola con un ultimo ballo vicino agli scogli.
Nel porticciolo di Mergellina si muove il commissario Rizzo, interpretato da Bud Spencer, in Piedone lo sbirro mentre Toni Pisapia, interpretato da Toni Servillo, vi trascorre le ultime ore prima di farsi arrestare ne L’uomo in più. La stazione di Mergellina, poco distante da via Caracciolo, è la location di Proibito rubare, dove Luigi Comencini ambienta l’inizio del suo film: appena arrivato a Napoli, un giovane prete missionario, interpretato da Adolfo Celi, deve fare i conti con degli astuti scugnizzi che gli faranno sparire la valigia.

Via Caracciolo insieme a via Nazario Sauro e a via Partenope costituisce il lungomare di Napoli, uno dei luoghi più suggestivi della città per il panorama che offre. Via Caracciolo come tutto il lungomare permette di ammirare il panorama con il golfo di Napoli, il Vesuvio, Castel dell’Ovo con Borgo Marinari, la collina di Posillipo e le isole.

Villa Comunale set del film Totò Peppino e la malafemmina

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La Villa Comunale è la location del film Totò, Peppino e la malafemmina con protagonisti Teddy Reno e Nino Manfredi
La Villa Comunale è la location del film Totò, Peppino e la malafemmina con protagonisti Teddy Reno e Nino Manfredi

La Villa Comunale è la location del film Totò, Peppino e la malafemmina, nel quale Gianni, interpretato da Teddy Reno, passeggia con l’amico Raffaele, interpretato da Nino Manfredi. Gianni racconta di voler rintracciare la bella sconosciuta incontrata la sera prima e della quale è follemente innamorato. Mentre azzardano ipotesi su chi possa essere questa ragazza, i due scoprono che si tratta di un’attrice poiché vedono la sua fotografia su un manifesto. Sempre nella Villa Comunale, in Neapolitan Mouse, Tom e Jerry si inseguono intorno alla cosiddetta Fontana della Tazza di Porfido.

La Villa Comunale è inserita tra Piazza Vittoria e Piazza della Repubblica mentre ai lati è fiancheggiata dalla Riviera di Chiaia e via Caracciolo. La prima idea di creare un passeggio alberato risale al 1697 con il viceré duca di Medinacoeli, ma è con Ferdinando IV che il progetto si realizza. Il re affida l’incarico a Carlo Vanvitelli, il quale si avvale della collaborazione e della consulenza del giardiniere Felice Abbate. Vanvitelli si ispira ai giardini francesi: lunghi viali paralleli e l’inserimento di statue e fontane. L’11 luglio 1781 è inaugurata la Villa Reale. La denominazione comunale risale al 1869. Nel corso dei secoli XIX e XX, la Villa Comunale viene ampliata e arricchita con sculture, gruppi in marmo, fontane e copie di opere antiche e rinascimentali, realizzate alla metà del Settecento. La Villa Comunale ospita la Cassa Armonica in ghisa e vetro, la Stazione Zoologica Anton Dohrn, che ha al suo interno l’Acquario, la Casina Pompeiana e il Tempietto circolare di Torquato Tasso.

Via Santa Maria della Neve in Filumena Marturano

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La fotografia ritrae Eduardo de Filippo da una scena tratta dal film Filumena Marturano. Una location del film è via Santa Maria della Neve
La fotografia ritrae Eduardo de Filippo da una scena tratta dal film Filumena Marturano. Una location del film è via Santa Maria della Neve

Via Santa Maria della Neve, strada nei pressi della Riviera di Chiaia, è la location di Filumena Marturano, commedia teatrale scritta da Eduardo De Filippo. Dalla commedia teatrale sono stati tratti il film omonimo, diretto e interpretato dallo stesso Eduardo e Matrimonio all’italiana, film diretto da Vittorio De Sica, con Marcello Mastroianni e Sofia Loren. Via Santa Maria della Neve è il luogo dove Filumena (Titina De Filippo) è nata e cresciuta e  continua a recarsi per addobbare l’altarino della Madonna delle Rose. Nel finale del film, Filumena sposerà don Domenico (Eduardo De Filippo) nella vecchia chiesa che si trova nel vicolo.

Via Santa Maria della Neve è a pochi metri dalla Riviera di Chiaia, la cui urbanizzazione è lenta sino al XV secolo. La zona inizia a svilupparsi soprattutto nel Seicento con la costruzione di molti palazzi nobiliari che ancora oggi si possono ammirare, come ad esempio il palazzo Ravaschieri e palazzo Ischitella. Nel corso degli anni, la Riviera di Chiaia diventa una zona molto ambita dai nobili per costruire le proprie abitazioni. E’ qui che si trova Villa Pignatelli, oggi sede del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes.

Palazzo dello Spagnolo come set cinematografico

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Palazzo dello Spagnolo è la location dell'episodio
Palazzo dello Spagnolo è la location dell'episodio "Il fantasma di via Sanità" del film Pacco, doppio pacco e contropaccotto

Palazzo dello Spagnolo è il set di numerose pellicole come Mi manda Picone, La pelle, Il giudizio universale. Sullo scalone a doppia rampa dell’edificio viene girato anche Passione, con la performance di Pietra Montecorvino che canta “Comme facette mammeta” con arrangiamento musicale di Eugenio Bennato. “Comme facette mammeta” è una canzone del 1906 scritta da Giuseppe Capaldo con musica di Salvatore Gambardella. Palazzo dello Spagnolo è anche il set dell’episodio “Il fantasma di via Sanità” di Pacco, doppio pacco e contropaccotto. Un’altra location di questo episodio è in via Vergini, dove esiste ancora la salumeria visibile nell’episodio “Il fantasma di via Sanità”.

Il Palazzo dello Spagnolo, costruito nel 1738, è attribuito all’architetto Ferdinando Sanfelice, il quale realizza la monumentale e originale scala interna, detta “ad ali di falco”. Aniello Prezioso, invece, su disegno di Francesco Attanasio realizza i lavori di stucco in stile rococò. Alla fine del secolo, il palazzo è acquistato da Tommaso Atienza, detto “lo Spagnolo” da cui deriva la denominazione del palazzo, il quale amplia la struttura con l’aggiunta di un altro piano e fa realizzare gli affreschi delle sale, quasi del tutto perduti.

Piazza della Repubblica set de L’oro di Napoli

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In Piazza della Repubblica è girato l'episodio Il funeralino de L'oro di Napoli
In Piazza della Repubblica è girato l'episodio Il funeralino de L'oro di Napoli

Piazza della Repubblica è il set dell’episodio “Il funeralino” de L’oro di Napoli. Una carrozza funebre trainata da cavalli trasporta la bara di un piccolo defunto, seguita da un corteo di persone. In un silenzio irreale, rotto solo dal rumore degli zoccoli dei cavalli, il corteo attraversa tutta via Caracciolo. Al momento della distribuzione nelle sale de L’oro di Napoli, “Il funeralino” fu tagliato dalla produzione di Dino De Laurentiis per paura che potesse risultare troppo triste rispetto alla comicità degli altri episodi. All’epoca solo gli spettatori del Festival di Cannes, dove il film era in concorso, ebbero l’opportunità di vedere l’episodio del “Funeralino”, lodato come uno dei passaggi più belli e commoventi del film.

Piazza della Repubblica fa da raccordo tra Riviera di Chiaia e via Caracciolo. Qui si trovano il palazzo Guevara di Bovino, il palazzo Mirelli di Teora con resti dell’architettura di Cosimo Fanzago. Al centro della Piazza della Repubblica si trova il Monumento alle quattro giornate di Napoli, opera di Marino Mazzacurati, i cui rilievi raffigurano il popolo napoletano che insorge contro i soldati tedeschi. L’insurrezione è avvenuta nei giorni 28 settembre – 1° ottobre 1943.

Via Andrea Mariconda in Scusate il ritardo

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Le gradinate di via Andrea Mariconda è la location del film Scusate il ritardo. I protagonisti sono Massimo Troisi e Lello Arena
Le gradinate di via Andrea Mariconda è la location del film Scusate il ritardo. I protagonisti sono Massimo Troisi e Lello Arena

Le gradinate di via Andrea Mariconda costituiscono la location della pellicola Scusate il ritardo, film diretto e interpretato da Massimo Troisi. In Scusate il ritardo, il protagonista Vincenzo vive un’esistenza priva di stimoli, costellata di piccole e grandi insicurezze. È alle prese con l’amico Tonino, interpretato da Lello Arena, disperato per una storia d’amore finita e con il suo stesso latente senso di inferiorità nei confronti del fratello Alfredo, affermato attore. Le gradinate di via Andrea Mariconda sono il set di un irresistibile duetto tra Massimo Troisi e Lello Arena in Scusate il ritardo. Queste scale rievocano la scena in cui Vincenzo, sotto una pioggia scrosciante, cerca di consolare il suo amico Tonino appena lasciato dalla fidanzata. Lello Arena ricorda che questa difficile scena fu preparata in tutti i dettagli e poi modificata sfruttando gli spazi forniti dalla location. La gag dello schizzo dell’acqua, ad esempio, è stata improvvisata al momento delle riprese, sfruttando la mancanza di un lastrone sulla pavimentazione stradale.