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Calderón di Pier Paolo Pasolini

Al Teatro Nuovo di Napoli Il regista Francesco Saponaro porta in scena Calderón di Pier Paolo Pasolini, amore, incesto, follia e rivoluzione ai tempi della Spagna franchista, attraverso le travagliate vicende di Rosaura

Pasolini iniziò a scrivere Calderòn (e le altre cinque tragedie) in un periodo di riposo forzato, immobilizzato al letto da un’ulcera allo stomaco, e di disorientamento. In lui, il poeta e il romanziere, infatti, nella seconda metà degli anni Sessanta, avevano smarrito i destinatari e tacevano da un po’.
Col Calderòn Pasolini si rivolge direttamente all’odiata borghesia, ovvero al pubblico che solitamente frequentava i teatri, con un piglio volutamente e orgogliosamente politico e polemico, riferendosi ad avvenimenti di stretta attualità in quegli anni.
Amore, incesto, follia e rivoluzione ai tempi della Spagna franchista, vengono narrati attraverso le travagliate vicende di Rosaura, che si risveglia, dimentica di sé stessa, in differenti condizioni sociali, da cui, inesorabilmente, è impossibile evadere.
Il dramma di Pasolini, idealmente ispirato a La vida es sueño di Pedro Calderón de la Barca, ambienta l’azione in Spagna, ai tempi del franchismo, in tre contesti sociali diversi, aristocratico, proletario, medioborghese, mettendo in scena il tema dell’impossibilità di evadere dall’universo costrittivo della propria condizione sociale.
“La grande forza intellettuale di Pasolini – così il regista Francesco Saponaro – è quella di avere riferimenti altissimi ed essere, allo stesso tempo, uno spirito innamorato della vitalità, anche plebea, della sua forza pulsionale. Lavorare sul Calderón è una sfida, innanzitutto per la complessità del testo di Pasolini, il primo scritto per il teatro. Un dramma pervaso dal rapporto feroce tra individuo e potere, dal dubbio e dallo smarrimento, in una costante alternanza fra realtà e allucinazione”.
A fare da sfondo alla vicenda è il capolavoro Las Meninas di Velázquez, dipinto prepotente e ambiguo, che rimanda al profondo rapporto dell’autore con le arti figurative.
“Con Calderón, Pasolini ci propone un copione sovversivo – continua il regista Saponaro – perché accompagna le regole del teatro convenzionale borghese, che negli anni ’60 andava per la maggiore, con un intreccio e una complessità linguistica che attraversano molteplici fenomeni, chiaramente derivati dalla sua esperienza intellettuale”.

Il Calderón di Pier Paolo Pasolini, in scena al Teatro Nuovo di Napoli da mercoledì 24 febbraio 2016 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 28), con la regia di Francesco Saponaro, prodotto da Teatri Uniti in collaborazione con l’Università della Calabria.
In scena Andrea Renzi, Maria Laila Fernandez, Clio Cipolletta, Francesco Maria Cordella, Luigi Bignone e Anna Bonaiuto (che interagisce in video). Le scene sono di Lino Fiorito, i costumi di Ortensia De Francesco, le luci di Cesare Accetta, il suono di Daghi Rondanini.

Redazione IDN
Redazione IDNhttps://napoli.itineraridellacampania.it
EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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