giovedì 1 Maggio 2025
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Festival del Cinema di Castel Volturno. Seconda edizione

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Ideato dal giornalista Vincenzo Ammaliato e dell’Associazione Titania Teatro il Festival del cinema di Castel Volturno è alla sua seconda edizione

Festival del Cinema di Castel Volturno, dall’11 al 15 novembre 2019, si terrà la seconda edizione. Ideato dal giornalista Vincenzo Ammaliato e dell’Associazione Titania Teatro, che lo produce, il Festival nasce dalla volontà di promuovere ancora di più Castel Volturno.

Il comune di Castel Volturno infatti è già sede di numerosi film, documentari, cortometraggi, video clip e serie tv, come luogo d’interesse e punto di riferimento per il cinema nazionale e internazionale.

SS7qART Storie e Strade della Settima Arte

Come per la prima edizione, anche quest’anno il Festival si articolerà in diverse attività: la rassegna cinematografica ispirata al cinema indipendente; I workshop sui “mestieri del cinema”, tenuti da professionisti del settore e rivolti ad un pubblico di studenti delle scuole superiori. Il concorso per cortometraggi nazionali e internazionali dal titolo “SS7qART – Storie e Strade della Settima Arte ”. I corti saranno poi valutati da una giuria di qualità e una giuria young formata da giovani dai 16 ai 20 anni, con premiazione finale.

Un omaggio a Carlo Croccolo, maestro di cinema e di teatro

Omaggio a Carlo Croccolo, maestro di cinema e teatro recentemente scomparso. La manifestazione si terrà il 7 novembre alle ore 19:00 presso il Crazy Horse di Castel Volturno. Al maestro Croccolo, che lo scorso anno insieme alla moglie Daniela Cenciotti fu co-direttore artistico del Festival, sarà interamente dedicata questa seconda edizione della kermesse cinematografica.

Saranno numerose le iniziative volte a celebrare questo straordinario artista e a farlo conoscere ai tantissimi giovani che parteciperanno alla manifestazione. Saranno quindi proiettati alcuni dei suoi lavori più rappresentativi (lungometraggi, short film ed interviste). La mostra dedicata a Carlo Croccolo dove saranno esposte opere di fumettisti e fotografi del calibro di Riccardo Mazzoli, Marco Fiorenza, Arturo Picca, Dario Assisi, Giovanni Izzo, Luigi Russo e Dimitri Russo. La mostra è allestita dai ragazzi delle scuole di Castel Volturno, luogo in cui Croccolo ha scelto di vivere gli ultimi anni della sua vita ricevendo in dono le chiavi della Città.

Dal Festival del Cinema di Castel Volturno un premio per ricordare lo spirito artistico di Carlo Croccolo

Sarà istituito un premio a suo nome da assegnare ad uno degli ospiti della serata di gala che più degli altri rappresenta il suo spirito artistico. “È molto difficile- dichiara Daniela Cenciotti – continuare un progetto come il Festival senza un direttore artistico del calibro di Carlo Croccolo. Ma lui non si fermava di fronte a nulla. Per questo, per onorarne la memoria, per non farlo dimenticare, per sentirlo ancora vicino a noi abbiamo preso la decisione di continuare con questo progetto artistico e di ricordarlo nell’unico modo che ci è concesso. Come compagna di vita posso solo dire che questo è un bel modo per sentirlo ancora accanto a me.”
“La perdita di questo grande artista – proseguono gli organizzatori- ha comportato non solo un grave lutto professionale e affettivo all’interno dell’intera organizzazione del Festival, ma è motivo di cordoglio per l’intero settore cinematografico, che riconosce all’attore, regista, sceneggiatore e doppiatore campano, un indiscusso valore nazionale e internazionale”.

Corso di aggiornamento giornalistico “Cinema, informazione e deontologia”

A cura di Vincenzo Ammaliato, si terrà il 9 novembre alle ore 11:00 presso il Centro Aggregazione Castel Volturno un corso di aggiornamento giornalistico. L’evento intitolato “Cinema, informazione e deontologia” sarà moderato dal Presidente dell’ordine dei giornalisti Ottavio Lucarelli. Vedrà inoltre gli interventi dei registi Edoardo De Angelis, Romano Montesarchio e Toni d’Angelo, del giornalista Geo Nocchetti e della critica cinematografica Marcella Cerciello.

“La città di Napoli e l’area di Castel Volturno – spiega Vincenzo Ammaliato – sono diventate da alcuni anni stabilmente set a cielo aperto di eterogenee pellicole cinematografiche. Per molte produzioni, soprattutto quelle che raccontano le ferite dei territori, Napoli e Castel Volturno sono di fatto coprotagoniste degli stessi film ma, dopo l’ultimo ciack cosa resta alle zone? Per i detrattori del genere solo “danno d’immagine” e per chi le sostiene, la dimostrazione che un’esistenza, il riscatto è possibile. Il cinema- conclude Ammaliato – deve assumere un ruolo pratico nel cercare di dare delle risposte ai problemi rappresentati, o si deve limitare all’aspetto artistico ed è compito di altri la cura e la tutela del territorio!? Di questo si discuterà coi protagonisti del settore il 9 novembre in una struttura pubblica sulla spiaggia di Castel Volturno, realizzata con fondi stanziati dal ministero degli interni come ristoro per parte dei disagi sociali di cui soffre l’area”.

Alla direzione artistica della rassegna Daniela Cenciotti

La rassegna, che si svolgerà dall’11 al 14 novembre presso la Sala Consiliare del Comune di Castel Volturno, prevede la proiezione delle 8 opere selezionate.
Anche per questa seconda edizione la direzione artistica è affidata a Daniela Cenciotti, attrice e regista, che ha selezionato i film appartenenti al cinema indipendente in base alla qualità dell’opera e al loro contenuto significativo.
Sarà possibile assistere gratuitamente alle proiezioni, nel corso delle quali interverranno i registi, gli attori e i produttori dei film per rispondere alle domande del pubblico in sala.

La piantagione di bambini. La scultura sociale di Joseph Beuys

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La piantagione dei bambini dal 7 novembre all'8 dicembre alla Certosa e Museo di San Martino

La Certosa e Museo di San Martino ospita dal 7 novembre 2019 l’esposizione La piantagione dei bambini. La scultura sociale di Joseph Beuys come mito e impegno creativo.

La piantagione dei bambini, la scultura sociale di Joseph Beuys come mito e impegno creativo. Realizzata nell’ambito del PON FSE “Educazione al patrimonio artistico, culturale e paesaggistico” attivato in rete da quattro scuole del territorio partenopeo. Sono il Polo museale della Campania, diretto da Anna Imponente, con il Servizio Educativo della Certosa e Museo di San Martino, diretto da Francesco Delizia, con Castel Sant’Elmo e il Museo del Novecento a Napoli, diretto da Annamaria Romano, ad organizzare l’evento.

I laboratori, progettati e condotti dall’associazione culturale étant donnés, sono stati realizzati da Luigi Filadoro. Esperto di didattica dell’arte contemporanea, nelle istituzioni scolastiche IC 49° Toti Borsi Giurleo – IC Ruggiero Bonghi – IC 31° Paolo Borsellino – 69° Circolo Didattico Stefano Barbato.

La piantagione dei bambini richiama all’impegno ambientalista ed ecologista di Joseph Beuys

L’esposizione è legata all’impegno ambientalista ed ecologista di Joseph Beuys. L’artista è ispiratore del movimento de “I Verdi” in Germania e anticipatore di molte questioni legate alla difesa dell’ambiente già dai primissimi anni ‘60 del secolo scorso. Il tema diventa pretesto per favorire la comprensione, da parte degli allievi di scuola primaria, di elementi e forme dell’arte contemporanea (happening, azione, ready made).

Beuys e la concezione dell’arte come accrescimento dello spazio esistenziale

Sarà presentato un itinerario sull’autore e la sua poetica. Il percorso include l’elemento biografico, le operazioni in difesa della Natura, la Piantagione Paradise per la tutela della biodiversità e la rilettura di alcune opere. Beuys, maestro di Scultura Sociale, porta avanti con il suo lavoro, le sue idee e le sue opere, la concezione dell’arte come accrescimento dello spazio esistenziale e connota le sue “azioni” in maniera fortemente relazionale e collaborativa.
Storica la performance “La rivoluzione siamo noi”, che i bambini hanno rielaborato come icona.

La Certosa e Museo di San Martino sono i luoghi scelti per l’esposizione. Infatti sono luogo di incontro e armonia tra arte e natura. Il giardino che richiama l’hortus conclusus dei monasteri di origine medievale, e Castel Sant’Elmo, che nel Museo del Novecento a Napoli raccoglie i temi e i nuclei principali della ricerca artistica del secolo scorso.
I laboratori realizzati con metodologie cooperative prevedono la partecipazione attiva degli allievi in tutte le fasi del progetto.

Ercolano nel Mondo. I reperti ambasciatori della cultura nel mondo

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ercolano nel mondo

Terminata la mostra “Buried by Vesuvius: Treasures from the Villa dei Papiri” del Getty Villa. Inizia la mostra “Bound for disaster – Pompeii and Herculaneum” in Danimarca al Moesgaard Museum

Ercolano nel mondo, grazie ai reperti del parco, sempre più ambasciatore della storia di Ercolano e del sito archeologico. Parte il 6 novembre, e terminerà il 10 maggio 2020, al Moesgaard Museum ad Aarhus in Danimarca la mostra “Bound for disaster – Pompeii and Herculaneum”. La mostra presenta più di 250 reperti provenienti da sette musei e istituzioni culturali italiane.

Ingente il patrimonio di materiali da Ercolano, mai esposto in precedenza fuori dall’Italia; le città dell’area vesuviana sono presentate da una prospettiva incentrata sull’impero romano come sovrano dell’Adriatico e del Mediterraneo, quando l’espansione della marina fornì le basi per lo stile di vita romano – una società basata sugli schiavi, in cui beni di consumo, lussi e lavoro forzato scorrevano in quantità enormi attraverso il Mediterraneo e fornivano l’intero impero romano.

Pompei ed Ercolano beneficiarono enormemente della loro posizione nel luogo in cui il commercio fiorì – fino a quando il disastro non le colpì. I visitatori potranno vedere rilievi e lapidi recanti iscrizioni che forniscono descrizioni vivide e informazioni sulle relazioni familiari. Ma anche affreschi con motivi marittimi, paesaggi e situazioni quotidiane. Oltre ad attrezzature militari e marittime e carichi di merci provenienti da destinazioni lontane e il porto commerciale di Napoli. Ci sono anche mosaici e statue in marmo, fontane e figure legate alla mitologia e al culto, insieme a gioielli e altri beni di lusso dell’alta vita dei romani prima del cataclisma.

Buried by Vesuvius: Treasures from the Villa dei Papiri ha accolto oltre 100.000 visitatori.

Intanto si spengono i riflettori a Los Angeles sulla mostra “Buried by Vesuvius: Treasures from the Villa dei Papiri” del Getty Villa di Malibu. La mostra terminata il 28 ottobre ha accolto oltre 100.000 visitatori. La mostra, realizzata in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e l’Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles, racconta l’archeologica di Ercolano. In particolare, i tesori rinvenuti nella celebre Villa dei Papiri.

In mostra molti dei reperti più spettacolari rinvenuti all’interno della Villa. L’esposizione arricchita anche con l’inserimento anche un filmato in computer grafica in grado di rappresentare ai visitatori della mostra tutta la Villa nella sua interezza.

I reperti di Ercolano in mostra nel mondo

Ercolano nel mondo, promuove i tesori, la storia e la cultura dei paesi dell’area vesuaviana

“Ritengo i materiali in mostra nelle diverse esposizioni ambasciatori della cultura e della storia di Ercolano – dichiara il Direttore Sirano – testimoni dell’identità del sito che è giusto condividere con un pubblico allargato, quello delle grandi occasioni, un pubblico che va appassionato in ogni parte del mondo grazie ad una sorta di viaggio in avanscoperta compiuto dai reperti del sito archeologico, per una consapevolezza sempre maggiore del tesoro che è la città antica di Ercolano. In particolare la collaborazione con il Museo di Aarhus è stata piena e reciprocamente arricchente sotto ogni punto di vista. Sono inoltre certo che queste mostre, cui il Parco ha contribuito al rigoroso impianto scientifico e alle modalità di esposizione, saranno foriere di nuovi e numerosi visitatori anche verso Parco Archeologico”.

‘O Silenzio do’ Core con Mario Maglione al Nuovo Sancarluccio presenta

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Al Nuovo Teatro Sancarluccio Mario Maglione con Salvatore Barba e Lorenzo dei Panamagroup porta in scena ‘O Silenzio do’ core, Napoli e le sue canzoni.

‘O silenzio do’ core, Napoli e le sue canzoni, questo il titolo dello spettacolo che andrà in scena venerdì 8 novemebre alle 21, al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli. Si apre dunque con Mario Maglione e la vera musica classica napoletana la syagione teatrale 2019-2020 del Sancarluccio.

Sul palco con Mario Maglione, protagonista dello spettacolo ‘O silenzio do’ core – Napoli e le sue canzoni ci sarà anche Salvatore Barba con i suoi commenti in versi. Salvatore Barba che cura anche la regia dello spettacolo mentre il pianoforte e la chitarra chitarra sono affidati alle cure di Lorenzo dei Panamagroup.

‘O silenzio do’ core è un live intimo e suggestivo, versi e melodie della canzone classica della nostra terra. E. Nicolardi, Toto’, Murolo, Bovio, Tagliaferri, Gragnaniello, saranno i compagni di viaggio e con i loro occhi rivisiteremo i sentimenti che, mai dimenticati, ancora fanno vibrare le nostre anime.

Mario Maglione Erede spirituale di Roberto Murolo

Murolo stesso ha affermato che Mario Maglione è in grado di offrire in chiave agile e moderna, il pregio e il fascino della più pura tradizione classica napoletana. L’espressione musicale per Mario è sentimento e passione, che esprime al meglio attraverso il canto.

Napoletano verace, Mario nasce a Mergellina, luogo da sempre raccontato nei versi delle più famose canzoni partenopee. Ed è proprio la Mergellina dei pescatori quella alla quale Mario si sente più legato. Non mancano infatti, in alcune sue incisioni, brani di sua composizione, dove è viva, presente e più che mai radicata l’ispirazione alla figura paterna.

'O silenzio do' core con Mario Maglione apre la nuova stagione teatrale del Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli

Scatti. Da un’idea di Pippo Cangiano un grande spettacolo teatrale

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Scatti di vita, racchiusi e raccontati magistralmente dalla compagnia di giovani talenti diretta da Pippo Cangiano.

Il progetto Scatti nasce nel 2011 dalla volontà di Pippo Cangiano. A prescindere dalla modalità di messinscena e dal valore variegato dello stile drammaturgico, Scatti é di fatto uno spettacolo vetrina.

Gli attori che vi partecipano mostrano in tre giostre teatrate  tutte le sfumature recitative del proprio talento. Scatti é uno spettacolo coinvolgente, cattura l’attenzione dello spettatore sia con la capacità interpretativa dei suoi talentuosi attori. Ma la vera caratteristica dello spettacolo è di trasformare gli spettatori in voyeur inconsapevoli.

Gli spettatori, per tutta la durata dello spettacolo, vengono confusi e insospettiti. Divisi, suddivisi e sollecitati  a seguire dei portatori parlanti e poche luci nel buio e in direzioni diverse.

Si perde il senso del tempo e dello spazio. Si viene condotti condotti, spesso seduti ma spessissimo in piedi, faccia a faccia con sorprendenti visioni sonore e spesso estreme. Quello che si vede e si ascolta, vuoi che sia ludico o e che sia concettuale e profondo, ha il solo scopo di mettere in mostra le abilità stilistiche degli attori che vi partecipano.

Il nostro giudizio sugli attori di Scatti: BRAVI!

Raramente diamo un giudizio personale, convinti che il nostro lavoro sia presentare le opere che di fatto abbiamo già selezionate a monte, e di conseguenza riteniamo meritevoli di essere raccontate. Ma per Scatti vogliamo fare un’eccezione in quanto il progetto va oltre il teatro.

Grazie a Pippo Cangiano abbiamo conosciuto dei giovani talenti del teatro. Giovani ma dotati di una tecnica già matura e di un entusiasmo capace di tenerci con l’attenzione sempre al massimo per tutta la durata dello spettacolo. E’ proprio per questo motivo che vi esortiamo il giovedì ad andare a vedere Scatti in scena ogni giovedi al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli. Vi invitiamo anche a farvi un selfie con quegli attori che vi hanno più convinto, perché siamo certi che tra questi ragazzi si nascondono gli “attoroni” di domani.

Pina Amarelli ospite al Museo Duca di Martina al Vomero

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Pina Amarelli ospite dei giovedì del benessere al Duca di martina

La storia di ‘un’eccellenza calabra, la Liquirizia Amarelli, raccontata da Pina Amarelli attraverso incisioni, libri e foto d’epoca della famiglia “Amarelli”

Pina Amarelli inaugura il nuovo ciclo degli ormai storici appuntamenti con il benessere, parlano della liquirizia, della sua pianta e delle sue particolari radici. Giovedì 31 ottobre 2019 tornano gli appuntamenti con il benessere al Museo Duca di Martina. L’appuntamento inaugurale del nuovo ciclo de I Giovedì del benessere è dedicato alla conoscenza della liquirizia Amarelli. La storia della liquirizia Amarelli inizia intorno all’anno Mille ed oggi è raccolta nel Museo “Giorgio Amarelli”.

Durante la presentazione sarà possibile degustare la liquirizia in tantissime declinazioni innovative

Con Pina Amarelli si scoprirà la storia di un’eccellenza calabra, attraverso incisioni, documenti, libri e foto d’epoca. Così come gli attrezzi agricoli, gli oggetti quotidiani e gli splendidi abiti antichi, illustreranno la vita della famiglia Amarelli. Una famiglia che ha valorizzato i rami sotterranei delle piante di liquirizia che crescono spontanee sulla costa ionica, diventate protagoniste di un museo unico al mondo.

Seguiranno degustazioni guidate di liquirizia, presentata in tantissime declinazioni innovative.

Luisa Ambrosio direttore del Museo illustrerà il ritratto di Placido De Sangro

L’incontro sarà preceduto da una visita illustrata da Luisa Ambrosio, direttore del Museo, al fine di ammirare il grande Ritratto di Placido de Sangro, duca di Martina, eseguito da Salvatore Postiglione dopo il 1891.

il ritratto di Placido De sangro illustrato dalla dotoressa ambrosio, direttore del Museo Duca di Martina

I Giovedì del benessere, dedicati alla salute della mente e del corpo, si svolgono ogni ultimo giovedì del mese, da ottobre a maggio. Il progetto, giunto alla V edizione, è promosso dal Polo museale della Campania, ideato e curato da Luisa Ambrosio e da Antonia Grippa, tea stylist, con la collaborazione degli assistenti museali.

Intervista a Lunetta Savino al Napoli Film Festival presenta “Rosa”

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Lunetta Savino al Napoli Film Festival con il suo nuovo film come attrice protagonista Rosa di Katja Colja

Lunetta Savino a Napoli per il Napoli Film Festival, diretto da Mario Violini presenta ”Rosa”, il film con protagonista assoluta l’attrice barese. Il film, opera prima della regista e sceneggiatrice friulana Katja Colja, racconta la storia di una donna sessantenne che affronta il dolore della perdita della figlia insieme al marito ma che reagisce, al contrario dell’uomo, facendo nuove esperienze fino alla rinascita.

Lunetta Savino in una scena del film di Katja Colja "Rosa"

Lunetta Savino con questa interpretazione conferma il suo carattere coraggioso di attrice curiosa e poliedrica. Classe 1957 Lunetta debutta a teatro nel 1981 con Macbeth. Seguiranno poi molte collaborazioni importanti che la vedranno partecipazioni importanti sia in televisione come al cinema ed a teatro. Dell’attrice ricordiamo anche la collaborazione con Nanni Loy del 1983 con il famoso film “Mi manda Picone” che la stessa attrice ricorda come una magnifica esperienza.

Lunetta Savino al Napoli Film Festival

Chiesa del Salvatore a Castel dell’Ovo

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Aperta al pubblico in via straordinaria durante le Giornate Europee del Patrimonio. La Chiesa del Salvatore è il luogo di culto più antico i Castel dell’Ovo

La Chiesa del Salvatore al suo interno ha quattro colonne che determinano la pianta a croce. Per quanto rimaneggiata La Chiesa del Salvatore è il più antico edificio di culto di Castel dell’Ovo.

Posta al centro della fortezza la chiesa è il più antico edificio di culto del castello. L’edificio originario, di cui restano ancora il vano quadrato centrale e l’abside irregolare, rientra in una tipologia tipica dell’architettura bizantina. Una chiesa con pianta a croce con quattro colonne e capitelli di spoglio, che reggevano una cupola oggi scomparsa.

Anche la facciata, raffigurata con un ampio rosone nella miniatura del Nodo (1352), è stata successivamente eliminata e la chiesa è oggi accessibile da una porta alle spalle dell’abside.

Affresco all'interno della Chiesa del Salvatore rappresentante la leggenda di Santa Patrizia

‘Merica Sacco e Vanzetti di Ramona Tripodi in prima assoluta

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Merica Sacco e Vanzetti in prima assoluta al Chiostro di San Domenico Maggiore

‘Merica Sacco e Vanzetti è un evento performativo in cui il teatro e la sonorizzazione live si fondono per raccontare una storia che viene da lontano. Una storia oggi, più che mai, attuale: la storia di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.

‘Merica Sacco e Vanzetti in prima assoluta al Chiostro di San Domenico Maggiore

In prima assoluta al Chiostro di San Domenico Maggiore, Mercoledi 25 Settembre alle ore 21.00 InBilico Teatro & Film presenta, in anteprima assoluta ‘Merica Sacco e Vanzetti. Adattamento e regia di Ramona Tripodi, con Anna Carla Broegg, Ramona Tripodi. La sonorizzazione live è di Marco Messina (99 Posse) e Fabrizio Elvetico

L’originale creazione scenica chiude la prima edizione di ZuNAPOLI, rassegna di teatro musica cinema e incontri organizzata e diretta da InBilico Teatro & Film. La manifestazione è organizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, nell’ambito di Estate a Napoli 2019.

Lo spettacolo di Ramona Tripodi riporta in scena questa triste pagina di storia, quella appunto di Nicola e Bartolomeo

Due uomini, due stranieri, due italiani emigranti, come tanti, due anarchici che furono condannati a morte in circostanze oscure, o comunque pretestuose. Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all’epoca del loro processo. Restano li, impotenti tra suppliche lettere e lotte fatte di rabbia e di amore. Due donne, Luisa Vanzetti, sorella di Bartolomeo e Rose Sacco, la moglie di Nicola.

Sacco e Vanzetti pagarono per le loro idee anarchiche, idealiste e pacifiste. Pagarono per il fatto di far parte di una minoranza etnica disprezzata e osteggiata come quella italiana.

“Ho scritto questo spettacolo – spiega Ramona Tripodi – durante questa calda e afosa estate. Osservando il mare non mi comunicava più un sentimento di gioia e di vita. Avevo solo la sensazione di un cimitero sommerso di Migranti, gli Emigranti di ieri. Poi, per puro, caso ho avuto fra le mani le lettere di Sacco e Vanzetti e gli atti del processo, rendendomi urgente la scrittura di questo spettacolo, e metterlo in scena adesso”.

Erano gli anni ‘20 del secolo scorso, oppure oggi sono gli anni ‘20 del nuovo millennio, ma il pregiudizio non cambia. Il testo, intrecciando le lettere alla famiglia e gli originali atti processuali (eccetto la lettera di Rosina a Nicola Sacco), riporta in scena questa triste pagina della storia, affrontandola da un punto di vista umano, oltre quello puramente politico.

Elay Li a Napoli. In mostra a Palazzo Fondi i dipinti dell’artista

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Le opere di Elay Li in mostra a Palazzo Fondi a Napoli

A Napoli dal 18 al 22 settembre la mostra dei dipinti dell’artista azerbaigiano Elay Li a Palazzo Fondi in via Medina.

Elay Ly è un giovane artista dell’Azerbaigian che con il suo figurativo monocromo è andato oltre il figurativo classico. Si terrà a Napoli a Palazzo Fondi dal 18 al 22 settembre, con ingresso gratuito la mostra dei dipinti dell’artista azerbaigiano Elay Li, giovane artista nato nel 1985 a Nakhcivan in Azerbaigian, e che ora vive in Italia, dove realizza opere artistiche che espone nelle gallerie d’arte, in mostre personali e collettive.

Laureato presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera Li, con le sue ricerche sul “figurativo monocromo”, è andato oltre il figurativo classico, introducendo il concetto d’invisibilità su tele monocromatiche. Nei suoi dipinti le figure appaiono nascoste dal colore, facendo un tutt’uno con lo sfondo e a prima vista sembra di non vedere alcuna raffigurazione, ingannati dalla sola colorazione, poi avvicinandosi, si coglie la bellezza del soggetto rappresentato, grazie anche ai segni delle pennellate che riflettono alla luce.

Le opere dell’artista esposte a Napoli sono una concreta testimonianza del gemellaggio tra la città di Napoli e quella di Baku

La maggior parte dei suoi dipinti consiste in ritratti e corpi umani. L’artista ha sviluppato questo stile pittorico dall’anno 2002. Per la prima volta è presentato al pubblico nell’anno 2013 durante una mostra collettiva. Nell’anno 2015 presenta i suoi lavori all’interno della casa di Piero Manzoni a Milano. Nel 2016 Elay Li presenta al pubblico le sue opere durante una mostra personale nella casa di Francesco Netti a Bari. Ma anche nel 2017 tiene una mostra collettiva presso la galleria Antonio Battaglia di Milano. Così come nel 2018 espone le sue opere in occasione della Fashion Week di Milano, durante una mostra collettiva organizzata dalla casa di moda Fendi.

L’esposizione è stata organizzata dall’Associazione Napoli-Baku con il supporto del “The State Committee on work with Diaspora of the Republic of Azerbaijan”.
Il Presidente dell’Associazione Giuseppe Caniglia per questo evento ha dichiarato: “Sarà un’ulteriore e concreta testimonianza del gemellaggio tra le città di Napoli e Baku, e della vicinanza tra l’Italia e l’Azerbaigian e ai cittadini azerbaigiani che vivono in Italia”.
Saranno presenti, oltre l’artista, i membri dell’Associazione, gli amici dell’Azerbaigian e personalità del mondo della cultura e della politica.