Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli vanta un ricco repertorio di opere d’arte che rivestono notevole interesse archeologico. Nel 1777, il re Ferdinando IV decide di utilizzare il Palazzo degli Studi come sede del Museo Borbonico e della Real Biblioteca. Il progetto dei Borbone era quello di riunire in un unico complesso la ricca collezione Farnese e i numerosi reperti venuti alla luce a Pompei ed Ercolano. I lavori di ampliamento per convertire il Palazzo degli Studi in un museo sono affidati a Ferdinando Fuga e, alla sua morte, a Pompeo Schiantarelli, il quale aggiunge un piano e un emiciclo sul retro. I lavori di ristrutturazione proseguono anche nell’Ottocento ed è Pietro Bianchi a completare l’edificio con l’ampliamento della parte nord orientale e la sistemazione della statua di Ferdinando I in una nicchia al centro dello scalone. Nel 1801, la Real Biblioteca di Napoli è aperta al pubblico mentre durante il decennio francese si inaugurano le prime collezioni del Museo Reale. Nel 1816 il museo è inaugurato con il nome di Real Museo Borbonico e nel 1860, con l’unità d’Italia, diventa proprietà dello Stato e muta la sua denominazione in Museo Nazionale. Nel XIX secolo, il museo si arricchisce di collezioni private e di reperti rinvenuti duranti gli scavi. I trasferimenti della Biblioteca nel Palazzo Reale di Napoli e della Pinacoteca nel Museo di Capodimonte conferiscono al museo l’attuale fisionomia di Museo Archeologico, che diventa sede delle collezioni di antichità. Il Museo Archeologico Nazionale è suddiviso in varie sezioni tematiche e conserva opere databili dall’età preistorica alla tarda antichità. Il percorso porta il visitatore a scoprire la galleria dei marmi arcaici, dei grandi maestri, la collezione epigrafica, egizia, numismatica, i mosaici e tanto altro. Una sosta merita la collezione Farnese che comprende la collezione di gemme e statue come l’Ercole Farnese e il gruppo scultoreo del Toro Farnese.
Location del film Viaggio in Italia di Rossellini è il Museo Archeologico Nazionale.