lunedì 28 Aprile 2025
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Piazza Municipio in Le mani sulla città

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Location del film Le mani sulla città è Piazza Municipio, dove ha sede il Comune di Napoli
Location del film Le mani sulla città è Piazza Municipio, dove ha sede il Comune di Napoli

Location del film Le mani sulla città di Francesco Rosi è Piazza Municipio, dove ha sede il Comune di Napoli. La piazza si riconosce in alcune sequenze di incontri tra personaggi politici. Il film denuncia la speculazione edilizia locale e ricostruisce con estrema efficacia le dinamiche politiche che hanno caratterizzato la città nel periodo della ricostruzione postbellica. La sala del consiglio comunale è stata interamente ricostruita in studio.

Piazza Municipio affascina per la sua posizione. Piazza Municipio ha, come sfondo, da un lato la Certosa di San Martino e Castel Sant’Elmo e dall’altro il Vesuvio. La piazza si apre verso il mare ed è dominata dalla mole di Castel Nuovo, voluto da Carlo I. Castel Nuovo è noto anche con il nome Maschio Angioino. Il progetto è affidato a Pierre de Chaule. La costruzione, iniziata nel 1279, è completata nel 1284. Della costruzione angioina resta la Cappella Palatina. Al termine della guerra tra angioini e aragonesi per la conquista del regno, il potere passa nelle mani di Alfonso d’Aragona, il quale dà inizio a un intervento di restauro di Castel Nuovo. E’ in Piazza Municipio che si trova il palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli. Il palazzo prende il nome dalla chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, costruita per volere del viceré don Pedro de Toledo dall’architetto Ferdinando Manlio. La chiesa di San Giacomo degli Spagnoli custodisce il Sepolcro del viceré don Pedro de Toledo e della sua prima moglie Maria Ossorio Pimentel, commissionato dallo stesso viceré a Giovanni da Nola. In Piazza Municipio si trova anche il Teatro Mercadante, che inizialmente si chiamava Teatro del Fondo perchè il denaro utilizzato per costruirlo era stato preso dal Fondo di separazione dei lucri, costituito dai beni confiscati ai gesuiti nel 1777. Il teatro è inaugurato nel 1799, ma nel 1870 cambia nome in Mercadante.

Hotel Ambassador location de Le mani sulla città

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In fotografia si vede l'Hotel Ambassador, location del film Le mani sulla città
In fotografia si vede l'Hotel Ambassador, location del film Le mani sulla città

Set cinematografico del film Le mani sulla città è l’Hotel Ambassador, il grattacielo di Napoli, in cui è ambientato l’ufficio del costruttore Nottola (Rod Steiger), che in questo film di denuncia, diretto da Francesco Rosi, diventa il simbolo della speculazione edilizia locale. In Le mani sulla città, il consigliere e imprenditore edile Eduardo Nottola ambisce a diventare assessore per gestire i propri interessi, relativi alla costruzione di un nuovo quartiere. A un mese dalle elezioni, i lavori dell’impresa di Nottola provocano il crollo di uno stabile causando morti e feriti. L’opposizione di sinistra chiede un’inchiesta sulla speculazione edilizia, che con adeguate manovre viene ridimensionata, risultando, così, inefficace. Intanto, la maggioranza di destra, indebolita dallo scandalo, chiede a Nottola di ritirarsi dalle elezioni. L’imprenditore, quindi, si candida con la lista di centro, che vince le elezioni. Nottola viene eletto assessore all’edilizia col sostegno del nuovo sindaco, il quale avalla il suo piano edilizio, destando l’inutile protesta dell’opposizione e dell’ala progressista del centro.

Il grattacielo dell’Hotel Ambassador, costruito negli anni Cinquanta e la cui mole è visibile da diversi angoli di Napoli, è ricordato anche nel romanzo Ferito a morte dello scrittore Raffaele La Capria, che con Rosi è anche autore della sceneggiatura de Le mani sulla città.

Cappella Pappacoda voluta dal consigliere della corte angioina

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In fotografia si vede la facciata della Cappella Pappacoda con il portale in marmo, eseguito da Antonio Baboccio da Piperno
In fotografia si vede la facciata della Cappella Pappacoda con il portale in marmo, eseguito da Antonio Baboccio da Piperno

La Cappella Pappacoda è fondata nel 1451 da Artusio Pappacoda, Gran Siniscalco del Regno e consigliere della Casa Angioina, e nel 1772 è ristrutturata nel suo interno. La facciata della Cappella Pappacoda colpisce per lo splendido portale in marmo, eseguito da Antonio Baboccio da Piperno, artista ufficiale dei d’Angiò-Durazzo, ed esecutore anche del portale del Duomo di Napoli. La facciata realizzata in tufo giallo e piperno scuro spicca per il bianco marmoreo della decorazione del portale che culmina con la scultura di San Michele, collocata sulla cuspide. All’interno della Cappella Pappacoda sono visibili l’altare maggiore del Settecento, alcuni monumenti funebri dei secoli XV e XVI, le statue degli Evangelisti di Angelo Viva e poche tracce degli affreschi tardo-gotici. Al lato della cappella si trova un piccolo campanile degli inizi del Quattrocento, probabilmente progettato dallo stesso Bamboccio da Piperno. Il campanile ha una bifora all’ultimo ordine con inserti marmorei di colonnine, teste e busti ritratto. La Cappella Pappacoda, attualmente, è usata come Aula Magna dell’Istituto Universitario Orientale.

Piazza San Domenico Maggiore set cinematografico

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Piazza San Domenico Maggiore è una delle location in cui si gira il film Cadaveri eccellenti
Piazza San Domenico Maggiore è una delle location in cui si gira il film Cadaveri eccellenti

La storica Piazza San Domenico Maggiore è il set cinematografico di tre film. Il centro della piazza è gremito di scugnizzi e sfaccendati nell’episodio napoletano di Paisà, film diretto da Roberto Rossellini. Uno scugnizzo conosce un soldato americano di colore e gli ruba un paio di scarpe. Qualche giorno dopo, il militare ritrova il ragazzino e si fa accompagnare a casa sua per riprendersi le scarpe. Qui si rende conto della miseria in cui vive il bambino e alla fine desiste dal suo scopo. Piazza San Domenico Maggiore appare anche in Cadaveri eccellenti. In questo film, il centro della piazza è invaso da una folla che assiste ai funerali di un magistrato. In Stanno tutti bene, nella piazza filmata nel cuore della notte, Matteo Scuro (Marcello Mastroianni) ha una buffa conversazione con una prostituta.

Piazza San Domenico Maggiore, voluta da Alfonso I, è una delle piazze più conosciute e frequentate di Napoli. La piazza prende il nome dall’omonima chiesa, di cui si ammira l’alta abside poligonale che termina con una cornice merlata. Al centro della piazza, svetta la guglia di San Domenico, eretta per voto popolare durante la peste del 1656. La piazza è circondata da palazzi storici come il palazzo di Sangro di Casacalenda, il palazzo Petrucci, il palazzo di Sangro e il palazzo Saluzzo di Corigliano, sede dell’Università “L’Orientale”.

Rampe San Marcellino e Largo San Marcellino come location

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Sulle rampe San Marcellino avviene una curiosa performance di Domenico Modugno in Giudizio Universale
Sulle rampe San Marcellino avviene una curiosa performance di Domenico Modugno in Giudizio Universale

Largo San Marcellino è una delle location principali di Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti. In una squallida pensione Bartolomeo Rocco, detto “babà”, viene ucciso mentre sta tentando di violentare l’ex amante Nunziata, alla quale ha ceduto la gestione dell’albergo. In pochi giorni si verificano altri strani omicidi, in cui la presenza ricorrente di una siringa fa pensare a rese dei conti legate al traffico di droga. A qualche metro di distanza ci sono le rampe San Marcellino dove sono stati ricostruiti gli scontri de Le quattro giornate di Napoli e sono state girate alcune sequenze de I guappi e una curiosa performance di Domenico Modugno in Giudizio universale. In quest’ultimo film, il grande cantante si esibisce con la chitarra con la canzone napoletana ‘Na musica’.

Tra Largo San Marcellino e le rampe San Marcellino si trova il Museo di Paleontologia, che ha sede nella Sala Capitolare del convento dei Santi Marcellino e Festo. Dal 1907 il convento è sede universitaria. La Sala Capitolare ha un bel pavimento maiolicato realizzato da Giuseppe Massa. Il Museo di Paleontologia custodisce raccolte di pesci, anfibi, rettili e lo scheletro di Allosaurus fragilis proveniente dall’America. L’Allosaurus è un dinosauro teropede vissuto tra i 145 e i 155 milioni di anni fa.

Via Paladino in Morte di un matematico napoletano

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Il cortile delle statue dell'università Federico II, in via Paladino, è il set del film Morte di un matematico napoletano
Il cortile delle statue dell'università Federico II, in via Paladino, è il set del film Morte di un matematico napoletano

Il cortile delle statue dell’Università Federico II in via Paladino è il set del film Morte di un matematico napoletano. Mario Martone ricostruisce nel suo film d’esordio gli ultimi giorni di vita del professor Renato Caccioppoli, docente universitario ed ex militante del Pci: il rapporto col fratello Luigi; il trasloco vissuto con indifferenza (gli interessa solo conservare le lettere di Bakunin, loro nonno); le sedute di esami e del Senato accademico, alle quali partecipa stordito dall’alcool; l’incontro con la moglie Anna, ora legata infelicemente ad un’altra persona; la visita alla vecchia zia anarchica; una cena con i giovani colleghi. Alla sua morte – si suicida sparandosi alla nuca – seguono la retorica della commemorazione funebre e le considerazioni del cinico proprietario di casa.

In via Paladino si trova il cortile delle statue dell’università Federico II. Dal cortile delle statue, a pianta quadrata, si accede all’ex Collegio massimo dei Gesuiti, oggi sede di istituti, musei universitari e della biblioteca universitaria di Napoli. In via Paladino si trova anche la chiesa di Santa Maria Donnaromita, parte di un complesso monastico, fondato da monache fuggite da Costantinopoli a seguito delle persecuzioni iconoclaste.

Piazza San Domenico Maggiore nel cuore del centro storico

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Veduta di Piazza San Domenico Maggiore con al centro la guglia di San Domenico e sullo sfondo l'omonima chiesa con la sua abside poligonale
Veduta di Piazza San Domenico Maggiore con al centro la guglia di San Domenico e sullo sfondo l'omonima chiesa con la sua abside poligonale

Piazza San Domenico Maggiore, voluta da Alfonso I, si trova lungo il Decumano Inferiore, ossia nel cuore del centro storico della città partenopea. I sovrani aragonesi trasformano uno slargo in una zona privilegiata della nobiltà. La piazza diventa uno dei luoghi più frequentati e vivaci della vita cittadina, continuando a essere uno dei luoghi preferiti dai nobili per costruire i propri palazzi o ristrutturare edifici esistenti. La preferenza per questa piazza resta anche con lo sviluppo della città intorno all’asse di Toledo. Piazza San Domenico Maggiore è dominata dall’alta abside poligonale dell’omonima chiesa. Al centro della piazza, svetta la guglia di San Domenico, eretta per voto popolare durante la peste del 1656. Il progetto è di Cosimo Fanzago, ma la realizzazione viene affidata a Francesco Antonio Picchiatti e terminata da Domenico Antonio Vaccaro. La guglia è adornata di medaglioni di sante e santi domenicani e stemmi del vicerè e della città. Al di sopra si trova la statua di San Domenico. La piazza è delimitata da palazzi storici come il palazzo di Sangro di Casacalenda, il palazzo Petrucci, il palazzo Saluzzo di Corigliano e il palazzo di Sangro. Nella seconda metà del Settecento, Piazza San Domenico Maggiore è ancora uno dei posti più amati e frequentati dai cittadini oltre a essere luogo di ritrovo tanto da spingere il re Ferdinando IV di Borbone, nel 1764, a far murare nelle pareti della chiesa una lapide in cui si vietava di “giocare a carte, palle o schiacciare” e di “farvi vendita di frutti, melloni, deporvi sfrattature o immondezze, mettervi posti d’affittare sedie o banchi di cambiavalute”. Piazza San Domenico Maggiore ancora oggi svolge il ruolo di centro aggregante e di attrattiva sia per la popolazione locale sia per i turisti. Inoltre, esercita il suo fascino per la commistione di stili diversi che caratterizzano gli edifici e per la presenza di locali che vivacizzano la zona.

Piazzetta Nilo e il cinema napoletano

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Il film Stanno tutti bene è girato nelle adiacenze di Piazzetta Nilo. Il protagonista è Marcello Mastroianni
Il film Stanno tutti bene è girato nelle adiacenze di Piazzetta Nilo. Il protagonista è Marcello Mastroianni

Piazzetta Nilo fa da set cinematografico ad alcune pellicole. Il film Stanno tutti bene, diretto dal regista Giuseppe Tornatore, è girato nelle adiacenze di Piazzetta Nilo, con due sequenze nelle quali il protagonista (Marcello Mastroianni) attende invano che il figlio rientri a casa. Largo Corpo di Napoli, con la bella statua del Nilo, è visibile in Passione. In questo documentario musicale, il regista e attore John Turturro esprime tutto il suo amore per il repertorio napoletano e per la città partenopea.

Piazzetta Nilo si trova lungo il decumano inferiore, nel cuore del centro storico della città. In piazzetta Nilo si trova la Chiesa di Sant’Angelo a Nilo, fondata nel 1384 per volere del cardinale Rinaldo Brancaccio, per cui è nota anche con il nome di Cappella Brancaccio. La chiesa custodisce il Sepolcro del cardinale Rinaldo Brancaccio, opera di Donatello e Michelozzo. Molto bello è il rilievo, inserito nel sepolcro del cardinale, raffigurante l’Assunzione della Vergine, opera di Donatello. Il pannello è apprezzato per la tecnica dello stiacciato. Vi hanno lavorato artisti come Marco Pino e Giovan Tommaso Malvito solo per citarne alcuni. In pochi passi si raggiunge Largo Corpo di Napoli dove è collocata la statua del Nilo, che si presenta come un vecchio barbuto seminudo disteso sulle onde del fiume con il braccio sinistro appoggiato su una sfinge, mentre nella destra ha una cornucopia. Un putto, che probabilmente raffigura un affluente del fiume, cerca di arrampicarsi al petto. Sul basamento della statua del dio Nilo c’è un’iscrizione che racconta la storia e le peripezie della scultura.

 

Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli in Passione

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In Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, location di Passione, si esibisce il cantante Raiz con un brano degli Almamegretta
In Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, location di Passione, si esibisce il cantante Raiz con un brano degli Almamegretta

Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli è il set di una scena di Passione in cui si esibisce il cantante Raiz con “Nun te scurda’”, brano degli Almamegretta scritto nel 1995. Durante la performance è facilmente riconoscibile l’esterno in stile gotico della cappella Pappacoda.

Nel video girato in Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli è visibile la Cappella Pappacoda, fondata nel 1451 da Artusio Pappacoda. La facciata della Cappella Pappacoda colpisce per lo splendido portale in marmo, eseguito da Antonio Baboccio da Piperno. La facciata realizzata in tufo giallo e piperno scuro spicca per il bianco marmoreo della decorazione del portale che culmina con la scultura di San Michele, collocata sulla cuspide. Al lato della Cappella Pappacoda si trova un piccolo campanile degli inizi del Quattrocento, probabilmente progettato dallo stesso Bamboccio da Piperno. La Cappella Pappacoda attualmente è usata come Aula Magna dell’Istituto Universitario Orientale.

Pendino Santa Barbara in Le quattro giornate di Napoli

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In Le quattro giornate di Napoli, la scala di Pendino Santa Barbara è teatro di un altro scontro tra i napoletani e i soldati tedeschi
In Le quattro giornate di Napoli, la scala di Pendino Santa Barbara è teatro di un altro scontro tra i napoletani e i soldati tedeschi

Il pittoresco scorcio con la scala di Pendino Santa Barbara è teatro di un altro momento de Le quattro giornate di Napoli: mentre i soldati nazisti sono impegnati a salire questa scalinata, i ribelli napoletani scagliano su di loro suppellettili di ogni specie (letti, mobili, ecc.), lanciate dai balconi sovrastanti.

Pendino Santa Barbara, ripida gradinata risalente al Medioevo, collega il sedile di Porto con la sede ottocentesca della Borsa di Napoli alla parte antica della città. Al termine della salita si arriva davanti a Palazzo Penne, costruito da Antonio Penne, segretario di Ladislao. L’anno di costruzione di Palazzo Penne risale al 1406, leggibile nella fascia marmorea del portale. Purtroppo, non si conosce il nome dell’architetto. La facciata presenta un portale bicromo ad arco ribassato, sormontato da un cartiglio con un verso di Marziale. La facciata è rivestita da piccole bugne rettangolari che riproducono il simbolo della famiglia (la penna) alternato al giglio angioino. Con l’estinzione della famiglia Penne, il palazzo passa a diverse famiglie nobili, ai padri Somaschi nel 1683 e, successivamente, è acquistato da Teodoro Monticelli. Accanto a palazzo Penne si trova la chiesa dei Santi Demetrio e Bonifacio. In pochi passi si arriva in Largo Banchi Nuovi set del film Passione.