domenica 14 Dicembre 2025
Murzillo Chic
Home Blog Pagina 38

Passeggiando sulla città! Tour gratuito lungo i camminamenti del Castello

0
Passeggiando sulla città! Sabato 8 e domenica 9 Tour gratuito lungo i camminamenti del Castel Sant'Elmo


Passeggiando sulla città! Sabato 8 e domenica 9 Tour gratuito lungo i camminamenti del Castel Sant’Elmo


Passeggiando sulla città! Il Polo museale della Campania e la società Coopculture presentano, sabato 8 e domenica 9 dicembre, un nuovo Tour guidato lungo i camminamenti del Castello. Una visita speciale a bordo di piccole auto elettriche che percorreranno i camminamenti, con il racconto della storia di Napoli e di uno dei principali castelli del viceregno spagnolo.

Passeggiando sulla città a bordo di piccole auto elettriche

Il progetto- ideato da Anna Imponente, direttore del Polo museale della Campania con Anna Maria Romano, direttore di Castel Sant’Elmo, condurrà alla scoperta di una spettacolare veduta con la narrazione delle storie che unirono il Castello alla città. Castel Sant’Elmo una cittadella fortificata con gli Angioini che fu prigione per illustri personalità e oppositori politici, baluardo dei rivoluzionari napoletani del 1799, e ancora carcere militare fino al 1952 e oggi museo aperto alla città.

Passeggiando sulla città! Un Tour sperimentale

La partecipazione al Tour sperimentale è con il biglietto di ingresso al Castello, fino a esaurimento posti, con prenotazione in biglietteria. La passeggiata dura 20 minuti.  Sarà possibile anche usufruire, in alternativa al tour guidato in macchinina, di un’audioguida gratuita fino a esaurimento disponibilità.

Io sono Claudia – 13 11 15. Al Nuovo Teatro Sancarluccio

0
Io sono Claudia – 13 11 15 al Nuovo Teatro Sancarluccio Sabato 1 e domenica 2 dicembre. Lo spettacolo è scritto, diretto ed interpretato da Eduardo Cocciardo, con Anna Monti e Salvio Di Massa.

Io sono Claudia – 13 11 15 al Nuovo Teatro Sancarluccio Sabato 1 e domenica 2 dicembre. Lo spettacolo è scritto, diretto ed interpretato da Eduardo Cocciardo, con Anna Monti e Salvio Di Massa.

Io sono Claudia – 13 11 15 offre un racconto travolgente sul sogno di redenzione che l’uomo si porta dietro da sempre. Il 13 novembre del 2015 l’attentato al Bataclan di Parigi presentò una nuova immagine, se possibile la più terrificante, della follia terrorista. Dopo “Un giorno all’improvviso”, il nuovo progetto drammaturgico di Eduardo Cocciardo.

In una piccola stazione di periferia, n luogo reale, e allo stesso tempo indefinitamente simbolico. L’incontro casuale tra un uomo in crisi esistenziale e una giovanissima donna sopravvissuta agli attentati che hanno sconvolto la capitale francese.

Io sono Claudia – 13 11 15. Un dialogo crudo, netto, di taglio quasi cinematografico.

Parte dall’assoluta casualità di un incontro che sembra essere anche quello fra due generazioni separate da un ventennio di illusioni infrante. Un incontro che va man mano immergendosi nel cuore dei due personaggi, e nell’evocazione delle tragedie dalle quali provengono. La prima, quella di Claudia, pubblica e spaventosa, si porta dietro lo spettro del terrorismo islamico. L’altra, quella di Lorenzo, più privata, intima, sintetico contenitore dei drammi individuali della nostra epoca disincantata, sorretta dalla pura apparenza.

Con lucida determinazione, Lorenzo spiegherà a Claudia cosa lo stia spingendo all’idea del suicidio, mentre la ragazza, arricchita da un’esperienza che non avrebbe mai pensato di vivere, proverà a dissuaderlo con intelligente e matura cautela. Quando la ragazza sembra essere vicina allo scopo, l’arrivo di un terzo, grottesco personaggio, farà improvvisamente saltare tutto, e i due dovranno provare a vincere la battaglia più difficile, quella con la morte, venuta a ritirare il suo agognato premio”.

Io sono Claudia – 13 11 15. Un dialogo crudo, netto, di taglio quasi cinematografico.

La Mentirosa il concerto della cantante FLO al San Ferdinando

0
La Mentirosa, Una produzione Soundfly su direzione di Bruno Savino.

La Mentirosa, venerdì 30 novembre alle 21.00 al Teatro San Ferdinando. Secondo appuntamento della rassegna musicale #STABILEMUSICA

La Mentirosa, il nuovo concerto di Flo, con Marcello Giannini alle chitarre e sinth, Davide Costagliola al basso e contrabbasso e Michele Maione alle percussioni.
Ospiti del concerto saranno anche il quartetto d’archi Ondanueve String Quartet e i percussionisti Emidio Ausiello, Paolo Cimmino, Riccardo Smith.

La Mentirosa, Una produzione Soundfly su direzione di Bruno Savino.

La Mentirosa, il lavoro che la cantante Flo presenta venerdì 30 novembre al Teatro San Ferdinando alle 21.00. Una produzione Soundfly su direzione di Bruno Savino, il cui cd è uscito il 25 maggio scorso. Per Flo è il terzo capitolo di un’avventura straordinaria. Quella di una cantante di grandissimo talento che si sta imponendo come una delle migliori della sua generazione.

Dal 2014, anno in cui intraprende la sua carriera da solista, Flo si è esibita in molti tra i più importanti festival di world music e jazz in Italia, in Europa, in Turchia, Sudamerica e Africa.

La mentirosa offre l’occasione per gli amanti della musica d’autore e di qualità di conoscere da vicino un’artista di sorprendente fascino e assoluto talento.

I suoi concerti sono un miscuglio ritmico e coinvolgente, in cui si innestano distensioni melodiche, improvvisazioni strumentali e il racconto magnetico della prospettiva femminile, talvolta gentile, talvolta selvaggia, ma sempre misteriosa ed urgente. Si tratta di un concerto in cui la canzone d’autore, la componente etnica, i suoni e i ritmi di tradizioni musicali vicine e lontane, si mescolano all’improvvisazione di matrice jazzistica. Gli strumenti dialogano con la voce e tra di loro, creano atmosfere e tensioni, in un dialogo continuo tra energia e sentimento.

Alle straordinarie doti vocali e istrioniche della cantante sono supporto e volano quelle eccellenti dei tre musici della band, capaci di potenza, versatilità, perfetto interplay, con un crossover fatto di scarti, accelerazioni, cambi ritmici e mirati interventi assolo, tra jazz e rock, incursioni carioca e felici fraseggi di chiara matrice campana. Il fine palato dei jazzofili ha apprezzato con calore. Uno dei migliori concerti dell’anno. Ad avercene di Flo in giro….” (Alberto Marchetti – Vinile).

I brani in scaletta: Babel, Vergine di fine agosto, Della caverna il cielo, Chavela, Ponta de areia, Fosse capace, La mentirosa, Lunar, Quando verrai, Cassandra, A braccia aperte – brother’s lullaby, Il segno che non volevi.

Emigrante Bandoneon e il tango di Adriano Mauriello

0
Emigrante Bandoneon. Le suggestioni e le emozioni della cultura argentina invaderanno il palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli.

Emigrante Bandoneon. Le suggestioni e le emozioni della cultura argentina invaderanno il palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli.

Emigrante Bandoneon, lo spettacolo di Adriano Mauriello sarà al Teatro Nuovo di Napoli. Le emozioni della cultura argentina per tre serate interamente dedicate al tango, da giovedì 29 novembre in replica fino a sabato 1 dicembre.

Presentato da A.N.I.T.A. Tango, Emigrante Bandoneon è un intenso e corale allestimento, cui darà vita il corpo di ballo. Il corpo di ballo è composto da Annarita Napolitano e Stefano Smorra, Antonella Devastato e Francesco Menichini, Clelia Maisto e Giuseppe Climaco, Gabriella Todisco e Roberto Monaco, Ksusha Bondar e Vincenzo Di Battiti, Marina Ignatenkova e Pasquale Barbaro, Renata Ilaria Bernardo e Francesco Smorra, Virginia Nota e Mimmo Fusco, Mara Cicerano, con la partecipazione di ospiti speciali, quali Gerardo Quiroz, Clelia Liguori e Marco Di Palo.

In Emigrante Bandoneon le tradizioni di vari popoli, che s’incontrano in uno spettacolo senza precedenti.

Il Tango è una forma d’arte, una cultura senza limiti geografici. Un’arte portatrice di storie di uomini che hanno tradotto in esso le loro sofferenze. Delle lotte per la libertà e per i propri diritti. Il Tango dall’Argentina si è diffuso in tutto il mondo, assimilando le influenze e le tradizioni di vari popoli. In Emigrante Bandoneon queste tradizioni s’incontrano in uno spettacolo senza precedenti, rappresentazione dei cambiamenti generati dall’emigrazione in Europa.

Emigrante Bandoneon accompagna lo spettatore nel viaggio da Buenos Aires a Napoli, simbolo del nuovo mondo e città diversa dalle altre: viva, specchio dei sacrifici della gente, che cerca, ogni giorno, di ribellarsi a un sistema politico e sociale che sovrasta la libertà di ogni cittadino.

Nonostante tutte le difficoltà, la storia insegna che la tradizione e l’essenza della vita umana risiedono in tutto quello che non cambia e che, paradossalmente ci permette di andare oltre il tempo e lo spazio contemporaneo.
L’arte, la musica, la danza, il Tango diventano, in un mondo così difficile, alberi dal tronco con radici profonde e dai rami sempre protesi verso l’alto, verso quella luce che produce linfa vitale per tutti.

Con Emigrante Bandoneon Adriano Mauriello unisce lo spettacolo teatrale e la grande passione per questo ballo

Dall’Argentina all’Europa, il corso degli eventi storici ha consentito al Tango di insinuarsi nell’anima di tutte le civiltà. Nonostante le varie usanze e le tradizioni popolari, la sua struttura originaria, il messaggio e l’essenza non vengono cancellate, ma continuano a vivere.

Adriano Mauriello, dopo aver lavorato con i più grandi interpreti internazionali di tango, e dopo il debutto in Argentina nel 2014, ha consolidato il progetto tutto italiano, che unisce lo spettacolo teatrale e la grande passione per questo ballo, in un certo senso misterioso, guadagnandosi il patrocinio istituzionale del Governo di Buenos Aires.

Fat Pig Quando il corpo dell’amore non risponde ai cliché

0
Al Ridotto del Mercadante dal 29 novembre in scena Fat Pig la pièce di Neil LaBute

Fat Pig al Ridotto del Mercadante dal 29 novembre in scena la pièce di Neil LaBute per la prima volta a teatro in Italia. Nella traduzione di Marcello Cotugno e Gianluca Ficca, Fat Pig, con la regia di Alfonso Postiglione, in scena fino al 9 dicembre.

Fat Pig, un testo di Neil LaBute al Ridotto del Mercadante dal 29 novembre al 9 dicembre la prima assoluta italiana. Fat Pig è il titolo tra i più rappresentati dell’autore americano scritto nel 2004. Tradotto da Marcello Cotugno per la regia di Alfonso Postiglione Fat Pig è interpretato da Daria D’Antonio, Anna Bocchino, Emanuele D’Errico, Dario Rea.
Le scene sono di Laura Simonet, i costumi di Giuseppe Avallone, il disegno luci di Angelo Grieco, le musiche di Paolo Coletta. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli–Teatro Nazionale.

Fat Pig una piéce dedicata al grande drammaturgo, sceneggiatore e regista americano David Mamet.

La pièce racconta la storia tra Tom, giovane impiegato in un ufficio amministrativo di una grande città sul mare, e la giovane e spumeggiante bibliotecaria Helen. I due si attraggono vicendevolmente. Ci sarebbero tutti gli elementi per una bella storia sentimentale, ma Helen è una donna in evidente sovrappeso, e la sua particolarità, sebbene vissuta con serenità da lei stessa, si scontra con i rigidi e presuntuosi modelli formali dell’universo sociale al quale appartiene il ragazzo.

Tom si sente giudicato, nelle sue scelte estetiche e sentimentali, dai commenti sommari degli amici e colleghi, cadendo in un tormento che lo metterà di fronte ad una scelta, tanto sofferta quanto implacabile.

Fat Pig fa parte dei titoli che l’autore ha dedicato al rapporto con la bellezza.

Lo spettacolo è dedicato al rapporto con la bellezza, in particolare alla ossessione del mondo contemporaneo per ciò che appare esteticamente gradevole. Dunque accomodante, riconoscibile e non pericoloso, non provocatorio, perché in fondo non genera scomode domande.
«Ciò che organizza LaBute – scrive nelle sue note il regista – con il suo testo, è una possibile provocazione per il pubblico. Tom è il classico personaggio che ha, tra le sue funzioni drammaturgiche, quella di essere come uno spettatore gettato sulla scena. Attraverso di lui, il pubblico ha la possibilità di porsi le stesse domande del personaggio: “Cosa farei io al suo posto?”».

Fat Pig, in italiano La grassona.

Il testo è inserito nel volume a cura di Marcello Cotugno: Neil LaBute, Plays I, Trilogia della bellezza, pubblicato da Editoria&Spettacolo, che contiene anche La forma delle cose e Buoni motivi per essere attraenti, presentato nei giorni scorsi al Ridotto del Mercadante.

Autunno Musicale nei musei di Capua e Maddaloni

0
Autunno Musicale con il pianoforte di Massimiliano Damerini

Grande attesa per i concerti di Massimiliano Damerini e Domenico Nordio. Protagonisti degli appuntamenti di Autunno Musicale al Museo di Capua e al Museo Archeologico di Calatia di Maddaloni

Due tra i più grandi musicisti e compositori italiani, il pianista Massimiliano Damerini e il violinista Domenico Nordio saranno gli ospiti tanto attesi di questo fine settimana per gli appuntamenti con la musica classica della rassegna Autunno Musicale.

Ad inaugurare il week-end sarà il pianoforte di Massimiliano Damerini. Per la sezione Piano Lab, sabato 24 novembre al Museo Campano di Capua. Domenica 25 novembre, al Museo Archeologico di Calatia di Maddaloni con un omaggio a Ravel, Debussy e Beethoven e Chopin.

Massimiliano Damerini apre gli appuntamenti di questo fine settimana della rassegna Autunno Musicale.

Massimiliano Damerini, di origini genovesi musicista e compositore, alla soglia dei sessant’anni di una celebre e stimata carriera artistica, è tra i più rappresentativi interpreti italiani e europei della musica contemporanea. Tanti gli apprezzamenti che il musicista ha ricevuto, tra questi anche quelli di due compositori illustri come Bernestein e Richter. Simpatica e famosa è la sua dichiarazione in merito ai complimenti ricevuti da entrambi: “Ho sempre ammirato Bernstein per la carica comunicativa e Richter per il suono, e se loro dicono quelle cose su di me, allora, mi sono detto, posso continuare a suonare!”

Il noto pianista, nell’ambito del programma Educational dell’Autunno Musicale, terrà anche due lezioni-concerto con giovani musicisti campani. La prima lezione sarà sabato 24 novembre, alle ore 9.30, presso il Liceo Musicale A. Nifo di Sessa e la seconda, domenica 25, ore 10.30 presso Museo Archeologico di Calatia a Maddaloni, una masterclass sui brani dei giovani compositori della classe di Giacomo Vitale del Conservatorio di Avellino

Continua la rassegna Autunno Musicale con il violinista veneziano Domenico Nordio.

Il programma dei concerti della rassegna musicale continua, domenica 25 novembre, alle ore 17.30 al Museo Campano di Capua con il concerto del violinista veneziano Domenico Nordio.

Nordio, unico vincitore italiano nella storia del Gran Premio dell’Eurovisione nel 1988, ha tenuto concerti in sale prestigiose – per citarne alcune: Carnegie Hall di New York, Salle Pleyel di Parigi, Teatro alla Scala di Milano, Barbican Center di Londra, Suntory Hall di Tokyo, Sala Grande della Filarmonica di San Pietroburgo

Sempre domenica 25 novembre, alle ore 19.30 a Palazzo Fazio, Capua – Electronics / Lab – Antichi & Nuovi Linguaggi, grande spazio alla creatività campana con i brani di giovani compositori del Conservatorio di Avellino e le elaborazioni elettroniche attorno a Rossini nel concerto curato da Stefano Busiello – Rossini 10010110 – concerto omaggio a Rossini nel 150 della morte con elaborazioni elettroniche di Stefano Busiello.

Autunno Musicale nei musei di Capua e Maddaloni 1

Autunno Musicale. Ingresso ai concerti:

Concerti al Museo Campano di Capua – con biglietteria
www.autunnomusicale.com/prenota-online/

Tutti gli altri concerti – Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Email: info@autunnomusicale.com
tel. 0823 361801 / 339 170 29 06

Sabato 24 Novembre 19.30 – Capua Museo Campano
Pianofestival – Massimiliano Damerini pianoforte

Domenica 25 Novembre 19.30 – Maddaloni Museo Archeologico di Calatia Pianofestival
Piano Lab – Massimiliano Damerini pianoforte

Domenica 25 novembre 17.30 – Capua Museo Campano
A – Solo – Domenico Nordio violino

Maresa Galli in concerto nella chiesa di San Potito

0

Maresa Galli Trio in concerto Sketches of Swing domenica 25 novembre nella chiesa di San Potito.

Maresa Galli, accompagnata dai maestri Bruno Persico al pianoforte ed Enzo Amazio alla chitarra sarà in concerto domenica 25 Novembre. Il concerto si terrà nella chiesa di San Potito, recentemente recuperata dall’organizzazione diretta da Carlo Morelli

Il concerto, segue la pubblicazione dell’album All of Me. Maresa, accompagnata dai maestri Bruno Persico, anche arrangiatore e direttore artistico del cd, al pianoforte ed Enzo Amazio alla chitarra vuole omaggiare i maestri del jazz. “Omaggio i maestri – dichiara la cantante jazz – che mi hanno accompagnata nel mio viaggio musicale: Gershwin, Ellington, Jobim, Charmichael, padri di melodie intramontabili”.

Maresa Galli canta i grandi classici del jazz.

In scaletta, per la serata nella chiesa barocca situata al centro di Napoli, sono previsti celeberrimi brani standard di jazz. Si andrà da “Tenderly” (W.Gross/J.Lawrence) a “All of me (G.Marks/S.Simons)”, brano che dà il titolo all’album omonimo. Da “How Insensitive” (N.Gimbel/V.de Moraes/A.C.Jobim) a “The Man I love” (G.Gershwin/I.Gershwin), da “My Funny Valentine” (R.Rodgers/L.Hart) a “Snow” (B.Persico/M.T.Galli) e altre composizioni originali.

NeaCo’- Neapolitan Contamination presentano Il Viaggio di NeaCo’

0
Al Teatro San Ferdinando appuntamento con la musica dei NeaCo’- Neapolitan Contamination

NeaCo’- Neapolitan Contamination con una favola in forma di concerto al Teatro San Ferdinando sabato 24 e domenica 25 novembre appuntamento con la musica.

NeaCo’ – Neapolitan Contamination, il progetto musicale che reinterpreta le canzoni della tradizione classica napoletana contaminandole con ritmi del mondo. Racconta in musica la storia di un figlio di Napoli che riceve un diario del padre andato via dalla città. Attraverso quegli scritti, viaggia con la fantasia in tutti i paesi visitati dal padre, cercando la propria identità nelle canzoni napoletane. Canzoni che così bene si sposano con le sonorità provenienti da altri luoghi.

Il concept del progetto musicale NeaCo’ – Neapolitan Contamination

Avreste mai immaginato un Surdato ‘nnammurato che canta “Oje vita, oje vita mia” in blues? O che la fascinosa Brigida cui è dedicata la canzone A’ Tazza ‘e cafè possa non essere di Napoli, dove si beve il migliore caffè del mondo, ma della Giamaica, dove invece cresce la migliore pianta di caffè del mondo? O, ancora, che i “guagliune e’ malavita” di Guapparia assomiglino a quelli di Fred Buscaglione?

Avreste mai pensato che il Take Five di Paul Desmond & Dave Brubeck – con il suo modernissimo ritmo di cinque/quarti – avrebbe potuto un giorno vestire le parole della più antica canzone napoletana, Te voglio bene assaje? Tutto questo e molto altro ancora accade per effetto della Neapolitan Contamination.

NeaCo’ – Neapolitan Contamination. Perché la Contaminazione e Napoli?

La Contaminazione implica un contatto fecondo. E’ un motore di civiltà, perché si impara sempre di più da chi è “altro da sé” che dai propri simili. Napoli è un luogo-simbolo dove la Contaminazione ha potuto operare con particolare vivacità, avendo radici antiche nei secoli e matrici molteplici nei luoghi di provenienza. La Città assorbe queste contaminazioni come una spugna, le metabolizza, poi le diffonde, esportando ‘napoletanità’ in tutto il mondo. In qualche modo restituendo, arricchito, a ciascuno il messaggio di civiltà che ciascuno ha contribuito, in parte, a creare.

Il progetto NeaCo’ riproduce questa dinamica con la Canzone napoletana, proponendo i suoi brani più celebri in modo nuovo e particolarissimo.

Il Viaggio di NeaCo’ conduce l’ascoltatore tra il gospel, il blues fino alla rumba e il tango.

L’ascoltatore viene condotto in un viaggio tra i continenti e gli stili musicali. Dall’Europa al Medio Oriente, all’Africa centrale, fino al Nordamerica del gospel, del blues, del jazz e del funky. Al Centroamerica del calypso, del reggae, della rumba, all’afrocubania e giù giù fino al tango argentino.

Il pubblico viene stimolato – dall’esecuzione musicale e dal racconto che la accompagna – ad esplorare ‘dentro’ ciascuna canzone, per trovarvi un ‘seme di contaminazione’, un elemento di globalizzazione, di universalità, capace di trasporre il brano musicale in un contesto antropologico, geografico, culturale, ideale del tutto diverso. La canzone si evolve e si trasforma geneticamente, pur nel sostanziale rispetto del testo (e quindi del messaggio) originario.

I NeaCo’ onorano il passato guardando al futuro.

È un modo per onorare un glorioso passato in chiave evolutiva, guardando al suo futuro. Dal 2017 il progetto presenta una formazione inedita dopo la fruttuosa collaborazione e il cd con gli Arthèteca project nel 2013 e i ripetuti sold out, dall’Auditorium al Big Mama di Roma dal 2014 al 2016.

La direzione artistica e la sonorità travolgente del grande percussionista afrocubano-napoletano Giovanni Imparato si associano con un’opera di arrangiamento raffinata e del tutto nuova, per dar forma e suono alle contaminazioni ideate da Luigi Carbone, che è anche regista e voce narrante dello spettacolo.

Oltre ai due fondatori del nuovo progetto (rispettivamente alle percussioni e al pianoforte e all’Hammond), l’esecuzione è affidata a una formazione inedita, con un gruppo di musicisti intensi, che riunisce strumenti etnicamente contaminanti: dalla chitarra “svedese” di Mats Hedberg a quella partenopea di Antonio Carluccio, ai fiati di Davide Grottelli, al violino di Anna Rita di PAce, al basso del Maestro Aldo Perris, che cura anche le orchestrazioni dopo una ultraventennale esperienza in RAI.

Il tutto prende voce attraverso un bouquet di cantanti che interagiscono dinamicamente sul palco, rendendo l’effetto di sincretismo e di crossover sempre più coinvolgente: assieme alla voce evocativa di Giovanni Imparato, si alternano e si incrociano quelle di Antonio Carluccio, cantautore e cantante-attore dalla voce “classica” e appassionata e di Anna Rita Di Pace, straordinaria voce della nuova musica popolare e folk.

Il Giardino Pensile di Palazzo Reale completamente restaurato

0

Il Giardino Pensile di Palazzo Reale fu realizzato come ‘Giardino del Belvedere’. Realizzato presumibilmente verso la metà del XVII sec., con l’ampliamento di un primo terrazzo che circondava il nuovo corpo di fabbrica, creato nel 1671 per ospitare le stanze della Viceregina Ana Fernandez de Cordoba.

Il Giardino Pensile di Palazzo Reale è relativo al progetto settecentesco che si inserisce nella fase d’ampliamento e abbellimento del Palazzo. Fu lo stesso Carlo di Borbone, giunto a Napoli nel 1734 a volere l’abbellimento del Palazzo. Il Giardino Pensile si sviluppava nel senso di un grande terrazzo. Una balaustra ritmata da busti e da grandi vasi per fiori, una pavimentazione semplice e aiuole rettangolari, al centro, un giardino ellittico con fontana.

L’aspetto del Giardino Pensile di Palazzo Reale voluto da Gaetano Genovese.

Nel primo decennio dell’Ottocento è testimoniato un allestimento più ricco delle aiuole e l’attuale assetto è quello voluto da Gaetano Genovese. Tra il 1836 e il 1842, Genovese modifica definitivamente l’aspetto del terrazzo. Si effettua la costruzione di un braccio nuovo e un ponticello in ghisa di collegamento con il Palazzo.

Il Giardino Pensile di Palazzo Reale si compone di singole aiuole rettangolari poste su due file separate da un viale coperto da un pergolato metallico. Il centro è definito da una spazialità ellittica. Un tondo delimitato da quattro panche curve in marmo di Carrara sostenute da terminazioni a piedi leonini di fattura neoclassica, disposte secondo quattro direzioni ortogonali.

Un pregevole tavolo neoclassico, in marmo bianco di Carrara, definisce il centro di questo spazio vuoto con un piano d’appoggio che ha anche funzione di fioriera per ospitare vasi. La pavimentazione centrale del Giardino Pensile è realizzata in marmo di Carrara e Bardiglio Imperiale ad elementi alterni. Il disegno della pavimentazione centrale richiama l’effetto classico del tavolo e funge da fulcro visivo non solo del giardino ma dell’intera facciata meridionale.

Il restauro del giardino Pensile di Palazzo Reale.

Dopo l’assetto voluto da Genovese, si rammentano lavori di sistemazione idraulica e di integrazione botanica con il regno dei Savoia. I lavori del 1877, che continuamente arricchirono e modificarono l’allestimento del giardino, con piante, panchine, fioriere. Numerose sono le immagini della regina Margherita ripresa in questo luogo spettacolare.

Durante la guerra oltre cento bombe e una nave carica di esplosivi hanno lacerato Palazzo Reale. Durante i lavori di restauro del dopoguerra si pose mano anche al rifacimento del terrazzo del Giardino Pensile, fu realizzato un robusto solettone in cemento armato e demolito il ponticello. Questo intervento e, in particolare, il solettone in cemento armato, rapidamente degradato per l’ umidità, negli ultimi anni ha rappresentato un grave vulnus per l’edificio.

Il Giardino Pensile di Palazzo Reale restaurato con tecniche tradizionali.

I lavori di restauro sono stati anche l’ occasione per un ripensamento sull’efficacia dell’intervento postbellico, che ha portato alla scelta di demolire la pesante e poco mantenibile struttura cementizia per ricostituire con tecniche tradizionali, cioè in muratura di tufo. E’ stato realizzato anche un sistema di camere d’ aria ispezionabili, a sostegno del piano del giardino.

Il progetto ha ripreso gli assetti strutturali propri del corpo di fabbrica sottostante, riproponendo quello originario e aggiornandolo. Un simile percorso di ritrovamento e riproposizione di forme grazie al recupero delle geometrie proprie dei luoghi aveva portato, nel 2009, al rifacimento dello spettacolare tondo centrale e del ponticello di collegamento tra giardino pensile e palazzo. Guida di questi interventi, tra loro legati anche dalla equipe progettuale, è stata la ricerca d’ archivio, in particolare lo studio dei disegni originari di Biagio De Lellis, e, per la parte botanica e le pavimentazioni, lo studio degli inventari e delle documentazioni fotografiche d’ epoca.

Al Giardino Pensile di Palazzo Reale si ritrova l’assetto botanico originale.

La restituzione dell’assetto botanico del giardino Pensile di Palazzo Reale è stata rilevante. Ha registrato la continua sperimentazione negli anni di essenze e disposizioni formali, cosa che ha suggerito la scelta di operare proponendo un disegno nuovo, omologo alla pavimentazione, continuando con la riproposizione del disegno ottocentesco ma realizzato con piante e sistemazioni botaniche già significativamente presenti nel giardino pensile. In particolare si cita il ritorno degli agrumi e delle rose.

Il restauro realizzato nell’ambito del progetto Napoli, Palazzo Reale Restauro. Adeguamento funzionale ed impiantistico e miglioramento degli standard di sicurezza e di fruizione, allestimento museale, potenziamento dei servizi di accoglienza e di orientamento alla visita della città e del territorio PON FERS 2014- 2020- Asse 1, stazione appaltante Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Campania, sviluppato con la Soprintendenza per i Beni Architettonici paesaggistici storici e artistici della provincia di Napoli -oggi Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli- e il Polo museale della Campania

Uemon Ikeda e il giardino incantato di Palazzo Reale a levante del sole

0

Il dialogo tra Arte, Natura e Architettura, un punto nodale nel progetto ottocentesco del Giardino, è riproposto da Uemon Ikeda.

Uemon Ikeda con il filo di lana e seta accompagna il visitatore in un percorso nel Palazzo, che unisce interno ed esterno. L’artista intesse con il monumento un intenso colloquio che fonde Oriente e Occidente, passato e presente con squisita sensibilità, arte e leggerezza orientali.
Il suo Filo rosso, una struttura aerea dalla trama sottile, come una lieve architettura effimera incontra e contrasta l’austera struttura monumentale e, pur nella sua fragilità, esprime un senso di forza e resistenza.

Uemon Ikeda con il filo di lana e seta che accompagna il visitatore in un percorso nel Palazzo Reale

Uemon Ikeda e la collaborazione con l’Accademia di Belle Arti

Dodici studenti dell’Accademia di belle arti di Napoli prendono parte alla grande installazione di Uemon Ikeda al Palazzo Reale di Napoli. Si parte dal cortile d’onore dove l’artista giapponese con il suo filo rosso di seta e di lana inizia a intrecciare una sorta di ragnatela che sin da subito rapisce lo sguardo dei visitatori, collaboratori e studenti.

I giovani artisti dell’accademia seguono le direttive di Ikeda. Si crea un percorso sospeso da terra e proiettato verso l’alto entrano a far parte, con azioni performative, della grande installazione che percorrerà anche l’interno del Palazzo fino al restaurato Giardino pensile.
I 12 allievi: Eleonora Alabiso, Federica Amuro, Elena Chirico, Daniela D’Amore, Armando Di Caprio, Evelyne Michel, Alberto Michelette, Lina Moccia, Elena Pellegrino, Pierpaolo Maria Perrone, Chatrin Ponticelli, Simone Talpa. Inoltre con la collaborazione dei cultori della materia Antonella Calabrese, Laura Curci, Francesca Iovane, Valentina Manzo, Mauro Maurizio Palumbo e Aurora Vivenzio.
Con le foto di Rosalba Avventura, Lin Baixue, Elena Iacono e il video di Alessandro Minervini e Antonio Petrillo.

Uemon Ikeda durante le fasi dell'installazione

Tatsuo Ikeda in arte Uemon Ikeda, allievo dello scultore Venanzio Crocetti.

Uemon Ikeda, nome d’arte dell’artista giapponese Tatsuo Ikeda (Kōbe, 1952). Ikeda vive e lavora a Roma, sua città di adozione, dove negli anni Settanta ha frequentato l’Accademia di Belle Arti seguendo le lezioni dello scultore Venanzio Crocetti.
Nel 1991 ha partecipato alla mostra collettiva Simultaneità – Nuove Direzioni dell’Arte Contemporanea Giapponese a Palazzo Braschi, Roma; nel 1997 ha preso parte al terzo festival di arte e poesia a Bomarzo Incantesimi. Scene d’arte e poesia VICINANZE; ha esposto al Museo laboratorio di arte contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma Uemon Ikeda-Acrobazia nel 2000 e Uemon Ikeda – un ragazzo che voleva vivere nel rettangolo nel 2005; ha partecipato alla collettiva L’Artista come Rishi al MNAO, Museo d’Arte Orientale “G. Tucci” di Roma nel 2011.

Tra le altre iniziative, ha preso parte a LUDUS con l’installazione Filo di Arianna in piazza Trilussa a Roma; ha realizzato nei giardini della Sinagoga di Roma un’ installazione per la Giornata Europea della Cultura Ebraica; nel febbraio 2013 ha esposto alla collettiva Io Klimt al Palazzo dei Consoli di Gubbio; nel 2017 ha partecipato alla 102esima edizione della NIKA Exibition al National Art Centre di Tokyo, una delle tre esposizioni d’arte più importanti in Giappone.

Uemon Ikeda

Your Question