domenica 14 Dicembre 2025
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Paese Mio Bello #Suite Napoletana 2

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Nella Chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi, a Materdei, sabato 20 novembre il nuovo concerto di Paese Mio Bello.

Paese Mio bello torna dopo il lungo periodo di assenza dalle scene causa pandemia con un concerto nella chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi a Materdei. Con Gianni Lamagna cantano Lello Giulivo, Patrizia Spinosi e Anna Spagnuolo, mentre Michele Bonè e Paolo Propoli sono alle chitarre.

La scelta di ripartire dal quartiere Materdei, spiega Gianni Lamagna, vuole sottolineare l’entusiasmo della ripresa. Proprio a Sant’Agostino degli Scalzi infatti si è tenuto nel 2019 il primo concerto di Paese Mio Bello e, per chi non lo sapesse, Materdei è il quartiere nativo sia Lello Giulivo che Gianni Lamagna.

Suite Napoletana 2. Prosegue la ricerca dei canti di tradizione

Paese Mio Bello nasce come omaggio alla famosa raccolta dei canti registrati dalla Washington University degli immigrati italiani trasferiti in America. Nel primo disco tratto dal concerto del 2019 il sottotitolo era “L’Italia che cantava e canta” perchè abbracciava la tradizione dei canti popolari da nord a sud. Nella tracklist di diciannove brani troviamo “Suite Napoletana” come omaggio alla tradizione campana.

Il nuovo concerto vuole approfondire la tradizione dei canti popolari della Campania, per questo il titolo di questo concerto è “#Suite Napoletana 2”. Gianni Lamagna, con Lello Giulivo, Patrizia Spinosi e Anna Spagnuolo hanno voluto porre maggiormente l’attenzione sulle tradizioni della loro terra natia, prendendo i brani più significativi dei nostri luoghi, ed in particolare della zona vesuviana. Il brano di apertura del concerto sarà infatti l’intermezzo della Cavalleria Rusticana. Intermezzo a cui sono state aggiunte le parole tratte dalla più autentica trazione popolare campana ed in particolare della zona vesuviana.

I vini della Campania fra storia e dati ISTAT

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Aumenta la produzione dei vini DOC, ma i dati sull’esportazione sono disarmanti. Per Nicoletta Gargiulo, presidente AIS Campania, il problema è una mancata comunicazione.

La tradizione vitivinicola in Campania è antichissima e si è sempre distinta per la qualità. All’epoca di Cesare Augusto i romani erano soliti parlare dei vini della Campania come “il vino degli imperatori”. Assieme al Falerno, nella Roma antica, erano molto apprezzati il Greco, il Faustiano ed il Caleno, che venivano prodotti principalmente nelle zone di Pompei, Nola e Capua.

Nei primi anni del 900 la Campania, con i suoi vini era la prima regione d’Italia sia per quantità di produzione che di qualità. Erano molti infatti gli stabilimenti in Europa che utilizzavano il vino campano come vino da taglio.

Napoli, dopo Vienna, la città più vinificata in Europa

Ancora oggi la produzione di vino in Campania è una produzione di eccellenza. La sola città di Napoli risulta essere, dopo Vienna, la città maggiormente vinificata in Europa, riuscendo a coltivare viti a piede franco. E’ da sottolineare che la coltivazione della vite a piede franco è una rarità nel mondo della viticultura. Questo modo particolare di coltivare la vite avviene a Napoli grazie alla particolarità del terreno vulcanico.

Tutto questo stride con la fredda lettura dei dati ISTAT relativi all’esportazione del vino Campano. I vini della Campania sono nelle ultime posizioni per volumi di esportazione in ambiente internazionale, rispetto ai vini delle altre regioni d’Italia. Se poi paragoniamo i dati di esportazione sullo stesso territorio nazionale scopriamo che i vini della Campania non entrano neanche in classifica, perdendosi nella voce “altre produzioni”

Nicoletta Gargiulo: “Le nostre aziende troppo piccole per soddisfare le esigenze della grande distribuzione. Bisogna comunicare l’alta qualità del nostro prodotto vinicolo”

Abbiamo chiesto una riflessione su questo contrasto alla sommelier Nicoletta Gargiulo, Presidente AIS Campania, che evidenzia in due fattori il motivo la poca capacità di esportare il nostro vino. Il primo fattore che penalizza l’esportazione dei vini della Campania risiede nelle dimensioni delle aziende vitivinicole. Oggi le aziende vitivinicole campane sono perlopiù piccole aziende a conduzione famigliare, che realizzano piccole produzioni che poco si addicono alle esigenze di grandi volumi richieste dai segmenti della GD e GDO. Se però il problema delle piccole produzioni può diventare un valore di forza vista l’alta qualità delle stesse, il problema serio è l’incapacità delle cantine della Campania di comunicare il prodotto.

Le cantine della Campania, sono perlopiù sono piccole realtà che non fanno rete tra loro e fanno fatica ad approcciare il mercato in maniera critica. Infatti un piano comunicativo capace di presentare in maniera soddisfacente sia dentro che fuori i confini nazionali il prodotto è generalmente appannaggio di grandi aziende o gruppi organizzati.

Itinerari di Napoli racconta i vini della Campania ed i loro produttori

IDN – Itinerari di Napoli, che da sempre racconta il territorio, inizia oggi un viaggio che racconterà le cantine campane ed i vini della Campania. Stiamo raccogliendo le storie dei produttori e dei loro vitigni, scoprendo come nascono i vini della Campania che sono comunque un prodotto di prima eccellenza. Tra le prime cantine che saranno raccontate ci sarà la Cantina dell’Averno della famiglia Mirabella che affaccia proprio sul lago d’Averno e le Cantine Carputo entrambe della zona dei Campi Flegrei. Sarà poi la volta della famiglia vesuviana Sorrentino, viticoltori sul Vesuvio da tre generazioni e unici produttori dello spumante Lacryma Christi del Vesuvio.

La mossa del Gatto di Sonia Sacrato

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Alla libreria del Vomero “IoCiSto” Roberta D’Agostino e Martin Rua hanno presentato il nuovo libro dell’autrice Sonia Sacrato

Sabato 6 novembre alla libreria del Vomero “IoCiSto” Roberta D’Agostino con Martin Rua hanno presentato al pubblico di Napoli la scrittrice padovana Sonia Sacrato, e noi l’abbiamo intervistata per voi.

Sonia Sacrato è nata e vive a Padova. Innamorata di Torino da sempre, è venuta a Napoli per la prima volta proprio in occasione della presentazione del suo libro. Sonia, appassionata di storia e di musica, ama spesso intrecciarle alle trame in cui talvolta riporta in vita storie dimenticate.

Ha pubblicato diversi racconti in antologie e riviste online. “Governante” full-time dei Kiss, tre gattoni nati per delinquere, ma anche fonte costante di ispirazione, nel tempo libero viaggia spesso in compagnia di una coccinella di peluche che le fa da travelblogger.

Oggi è in edicola il suo nuovo libro “La mossa del gatto” edito da Newton Compton Editori, che ha già avuto il sostegno della critica e l’approvazione del pubblico. La mossa del gatto, una vecchia casa da svuotare. Una soffitta che nasconde dei segreti. Un passato che torna a galla.

sololibri.net recensisce il libro di Sonia con queste parole “Un libro avvincente, un giallo classico scritto con una prosa fresca e pulita”. Noi dopo avere letto il libro di Sonia Sacrato tutto di un fiato possiamo solo che confermare che un grande giallo!

La mossa del gatto. Le vecchie case raccontano storie, e a volte segreti inconfessabili

22 novembre 1956: le acque del Piave restituiscono il corpo della giovane Virginia. Nonostante dei lividi sospetti sul suo corpo, il medico legale certifica la morte per annegamento. L’ipotesi di omicidio è messa da parte dopo avere ascoltato la sorella della vittima e il caso viene archiviato come suicidio.

Sessant’anni dopo. Cloe – una giovane insegnante di storia dell’arte – non riesce a dire di no alla richiesta della madre che vuole il suo aiuto per svuotare la vecchia casa della nonna, Clotilde, morta da poco. Lascia quindi Alba in compagnia di Pablo, il suo gatto, alla volta di Vas, in Veneto. Cloe non ha bei ricordi legati a Vas, né alla nonna: è decisa a tornare ad Alba prima possibile. Ma il paesino ha delle sorprese in serbo per lei. Una triste storia che riguarda la sorella della nonna, che Cloe ignorava.

Un incontro con qualcuno che, da piccola, le ha fatto battere il cuore. Ma soprattutto soffitte che celano misteri e che accendono in lei un irrefrenabile desiderio di sapere. Aiutata da un carabiniere in pensione e dall’inconsapevole ma decisivo gatto, Cloe si lascerà travolgere da un’indagine che la porterà a scoperte davvero inaspettate.

“Le Signore”, le donne e i cliché dell’emancipazione

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Margherita Romeo e Sarah Paone al Teatro TRAM con “Le Signore” per la drammaturgia di Roberto Del Gaudio

Da giovedì 4 a domenica 7 novembre 2021, nella sala di via Port’Alba andrà in scena “Le signore”, per la drammaturgia di Roberto Del Gaudio e interpretate da Margherita Romeo e Sarah Paone.

La comicità surreale di Del Gaudio sarà l’occasione per offrire uno sguardo sul mondo femminile. Un mondo che, nonostante uno sfacciato sfoggio di emancipazione, sembra ancora dipende dalla controparte maschile. La regia è una ripresa di Ludovica Rambelli e Victoria De Campora, e il testo è una fotografia impietosa dei cliché legati all’emancipazione femminile.

Il testo più che mai attuale parla di uomini, certamente, ma parla anche di carriera, raccomandazioni, contraddizioni della società contemporanea e anche di temi attualissimi come, ad esempio, le nuove regole del post-pandemia.

In un bar, tra numerosi clienti ma nessun barista, due donne si riconoscono, fingono di non vedersi, si scrutano poi si salutano, si avvicinano. Sono Ester Mattone e Dorella De Sebo. La prima è giornalista e critica del cinema e della tv. La seconda è una assistente universitaria alla cattedra di filosofia morale. Iniziano la loro conversazione, fitta, impegnata o con la presunzione di essere tale, piena di quegli argomenti necessari ad una valida discussione intellettuale.

Le signore con i suoi toni esilaranti mette in evidenza l’incoerenza dei luoghi comuni sul mondo femminile

I toni sono assurdi ed esilaranti, proprio per quell’assurdità che in un primo momento si percepisce come semplice discorso quotidiano e che distorce poi la parola e il senso comune. Aspettano entrambe Giovanni, barista giovane e prestante che non si presenterà mai. Lo attendono come le amanti abbandonate aspettano il ritorno di Don Giovanni ma anche forse come Vladimiro ed Estragone attendono Godot.

E in questa attesa si apre uno squarcio agghiacciante su un mondo femminile dipendente dalla controparte maschile. Un mondo in perenne attesa, quasi che un arrivo possa rappresentare la salvezza (nonostante uno sfacciato sfoggio d’indipendenza ed emancipazione).

“L’occasione, non si sa se abituale o casuale, vale a raccontarsi reciprocamente, a interrogarsi, a disporsi per una pioggia reciproca di luoghi comuni, di delusioni, di entusiasmi, di confessioni, tutti al sapore del consumo del pomeriggio o della sera che si è scelto o costretto di trascorrere insieme, seppure in perfetta solitudine – ha spiegato Del Gaudio -.

Due attrici che ci mostrano quanto la dualità non possa ormai più contrapporsi al destino dell’isolamento assoluto, che ci lasciano scrutare quanto la presenza di un altro, la sua compagnia, non sia che un altro iPhone spento col quale sia impossibile comunicare, un altro ripetitore televisivo con il quale non si possa che reiterare le istanze propugnate dalle reti pubbliche e private. Una piccola umanità di ripetitori virtuali, di amplificatori seriali, rappresentata da due donne radical poco chic di oggi, in un lancio epistemologico senza paracadute. Però le Signore son contente, e tanto basta, del loro stesso consapevole e inconsapevole declino comico e tragico”.

Le Signore al Teatro TRAM

Andrea Sannino è Carosone al Teatro Augusteo

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Al Teatro Augusteo di Napoli Andrea Sannino interpreta “Carosone, l’americano di Napoli”. Testo e direzione artistica di Federico Vacalebre e regia di Luigi Russo. Al Teatatro Augusteo di Napoli da venerdì 5 a domenica 14 novembre.

Al Teatro Augusteo di Napoli, da venerdì 5 a domenica 14 novembre 2021, Andrea Sannino, nel ruolo di Carosone, sarà protagonista con lo spettacolo “Carosone, l’americano di Napoli”. Il musical, in scena nel centenario della nascita del grande Maestro, ma sospeso causa restrizioni, torna finalmente a teatro. Testo e direzione artistica di Federico Vacalebre, biografo ufficiale del cantapianista, e con la regia di Luigi Russo.

In scena con Andrea Sannino anche Raffaele Giglio, Giovanni Imparato, Claudia Letizia, Geremia Longobardo e Forlenzo Massarone.

C’era una volta l’americano di Napoli, c’era una volta un Maestro armato di sorriso, c’era una volta una canzone travestita da commedia all’italiana, o forse era il contrario. “Carosone, l’americano di Napoli” è un musical verace, ma internazionale. Uno spettacolo retrò, ma moderno, costruito intorno all’attualità della lezione del Maestro di “Torero”, di cui nel 2020 è caduto il centenario della nascita.

Federico Vacalebre ha ripreso il suo musical di successo e l’ha rivisto senza tradirne gli assunti di partenza, che rendono lo show un viaggio al termine di uno stile, di un suono, di un’arte nazionalpopolare, eppure veracissima.

Andrea Sannino interpreta Carosone

Una compagnia teatrale con band e DJ in scena e con un corpo di ballo electroswing. Gli arrangiamenti musicali sono di Lorenzo Hengeller.

Una compagnia teatrale giovanissima, con band e DJ in scena, con un corpo di ballo electroswing, interpreta la storia del più moderno dei musicisti italiani, dei suoi complici Gegè Di Giacomo e Peter Van Wood, del suo amico Fred Buscaglione, di maggiorate di altri tempi pronte a ballare come novelle ‘Maruzzelle’.

Gli arrangiamenti musicali sono di Lorenzo Hengeller. Remix di Gransta MSV. Coreografie di Ferdinando Arenella. Scenografie di Massimiliano Pinto. Costumi di Antonietta Rendina. Disegno luci di Gianluca Sacco. Suono di Daniele Chessa.

Il Complesso Carosone è formato da Vincenzo Anastasio (Sax e clarino), Gaetano Diodato (Contrabasso), Luigi Patierno (Sax), Pino Tafuto (Pianoforte), Roberto Funaro (DJ).

Il corpo di ballo delle ‘Maruzzelle’ e dei ‘Sarracini’ è composto da Paolo Anzaloni, Gianluigi Cacciapuoti, Chiara Campochiaro, Federica Mosca, Francesco Sabella, Raffaele Siciliano, Marialucrezia Sorgente, Luca Squadritti, Lorena Zinno.

E’ una produzione Gestione Attività Teatrali di Roberta Starace e Giuseppe Caccavale, con la partecipazione del teatro Trianon Viviani.

band con dj e corpo di ballo

Andrea Sannino dalla musica alla televisione, dal teatro al cinema, si consacra come giovane talento partenopeo.

Andrea Sannino interprete di Renato Carosone sia come attore sia come cantante. Ad aprile 2021, infatti Andrea diventa Renato Carosone, nel musical e anche cantante nel cd dedicato al grande artista. Un cd per ricordare musicalmente Renato Carosone. L’album raccoglie le canzoni più significative di Carosone, l’americano di Napoli, l’edizione speciale del fortunato musical – scritto dal giornalista Federico Vacalebre, per la regia di Luigi Russo – che racconta la storia del grande musicista napoletano. Riparte dal 5 novembre 2021 dal Teatro Agusteo di Napoli

Sannino così si consacra come un artista versatile. Negli ultimi anni Andrea vive un’escalation il suo percorso artistico. La canzone simbolo del lockdown, Abbracciame, con oltre 50mila views e un Disco D’Oro. Ma anche attore nella serie storica “Un posto al sole”, e interprete di tre brani in altrettanti film nazionali e molto altro.

Andrea sta dimostrando di mantenere fede alla sua vera natura di cantante napoletano, nel valorizzare la storia e la cultura partenopea, oltre ad essere un artista versatile, molto stimato nel mondo della musica, del cinema e del teatro.
In ultimo è stato anche ospite della cena di gala a sostegno dei progetti della Andrea Bocelli Fondation, dove c’erano molte eccellenze campane come Salvatore Esposito, Peppino di Capri e Cannavaro e dove Andrea si è esibito davanti al grande tenore.

Il 23 settembre invece è uscito nelle sale cinematografiche il film di Alessandro Siani “Benevenuti in casa Esposito “ dove la colonna sonora è di Andrea Sannino, dal titolo Ciento Rose, scritta insieme ad Alessandro Siani, Mauro Spenillo e Pippo Seno.
Anche nei film di Natale ci saranno altri due brani realizzati e cantati da Andrea, Il primo, dal titolo “Chi ha incastrato Babbo Natale” sarà il film di Alessandro Siani e Christian De Sica e l’altro, dal titolo “Belli ciao” di Pio e Amedeo. Sempre nel 2021 Andra Sannino chiude il fortunatissimo programma, su Canale 5, di Pio e Amedeo.

andrea sannino

Bermudas in anteprima di stagione al Teatro Nuovo

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Bermudas al Teatro Nuovo in anteprima di stagione

Giovedì 28 ottobre 2021 al Teatro Nuovo Napoli lo spettacolo di danza “Bermudas” ideato da Michele Di Stefano.

Michele Di Stefano porta in scena, al Teatro nuovo di Napoli, la sua Compagnia MK con una composizione ampia, corale ed intensa per l’anteprima di stagione del palcoscenico partenopeo.

Il Teatro Nuovo di Napoli alzerà il sipario sulla stagione teatrale 2021 – 2022, giovedì 28 ottobre alle ore 21.00 ospitando la Compagnia MK nell’ipnotico e coinvolgente Bermudas. Lo spettacolo, già vincitore del Premio UBU 2019, fa parte del progetto NA-SA_mk a cura di Michele Mele. Sostenuto da Regione Campania – Scabec, Teatro Pubblico Campano, Casa del Contemporaneo e Comune di Salerno, Bermudas è un omaggio a Michele Di Stefano e il suo gruppo MK. Infatti nel 2019 la compagnia ha festeggiato i vent’anni di percorso artistico e attività. Numerosi i riconoscimenti ed i premi che la compagnia e lo stesso Michele Di Stefano hanno ricevuto nel corso della loro carriera. Ricordiamo il Leone d’argento a Michele Di Stefano per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia nel 2014, il premio Nico Garrone del 2018 ed ancor prima il premio Danza&Danza nel 2000.

Bermudas di Michele Di Stefano

Bermudas è basato su regole semplici e rigorose, che producono un moto perpetuo

Lo spettacolo è una coreografia intrigante e ipnotica, pensata per un numero variabile d’interpreti, da tre a tredici, intercambiabili tra loro. Ispirato dalle teorie del caos, dalla generazione d’insiemi complessi a partire da condizioni semplici. Dai sistemi evolutivi della fisica e della meteorologia, Bermudas è basato su regole semplici e rigorose, che producono un moto perpetuo. Moto che risulta adottabile da ogni performer come una condizione per esistere accanto agli altri e costruire un mondo ritmicamente condiviso.

Al centro di questo sistema di movimento sono le caratteristiche singolari dei danzatori, le cui individualità sono chiamate a originare incontri e mediazioni. Si genera un campo energetico molto intenso, cui il nome Bermudas ironicamente fa riferimento, un rituale collettivo che gestisce e assorbe tendenze divergenti e malintesi.

L’impianto coreografico dipende in maniera fondamentale dalle caratteristiche singolari dei performers. Inserire punti di vista differenti sull’uso dello spazio. La prossemica tra i corpi o il modo in cui è percepita l’attività di danza in un rituale collettivo, trasforma immediatamente la coreografia in un progetto d’incontro e mediazione tra individui che possono essere i più disparati e i più lontani tra loro per attitudine, organizzazione gestuale e intensità espressiva. E per gestione del malinteso.

Muratori di Edoardo Erba al teatro Sannazzaro

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Mratori di Edoardo Erba

Da venerdì 29 a domenica 31 ottobre al teatro Sannazaro va in scena Muratori di Edoardo Erba per la regia di Peppe Miale.

Muratori, la celebre commedia di Edoardo Erba viene messa in scena per la prima volta in lingua napoletana. Dal 29 al 31 ottobre al Teatro Sannazzaro vedremo impegnati Angela De Matteo, Massimo De Matteo, Francesco Procopio diretti da Peppe Miale in una commedia che affronta un tema quantomai attuale. Muratori infatti affronta la crisi dei teatri sempre più sacrificati per fare spazio a lucrosi megasupermercati. Tra esilaranti scambi comici e momenti di profonda riflessione, una storia di amicizia, rivincita e conflitti sociali che è un inno d’amore al teatro.

Muratori. La trama in sintesi

Di notte due muratori napoletani penetrano dentro una sala teatrale a confine con un supermercato. Lo scopo è di per realizzare, su incarico dell’unico proprietario, un muro abusivo velocemente e senza fare rumore. Giusto per allargare gli spazi del contiguo esercizio commerciale. Ma un’incantevole figura di donna, forse un riflesso di un ricordo di qualche personaggio già andato in scena su quel palco, si mostra ora all’uno ora all’altro per scombussolare le rispettive esistenze.

Così i due poveri muratori iniziano una staffetta di infatuazioni. Il sodalizio edile iniziale vacilla, lasciando sul terreno di quella contesa i rottami delle rispettive esistenze, tutte declinate alle miserande prospettive di due poveri cristi.

Lo spettacolo raccontato dal regista Peppe Miale

In una notte sospesa e infinita – scrive il regista Miale – due muratori si insinuano illegalmente in una sala teatrale al confine con un supermercato per realizzare un muro abusivo. Il fine è quello di allargare gli spazi del contiguo esercizio commerciale su mandato del proprietario del palazzo che contiene i due locali.

Ma la magia di quel luogo che sta per essere violato vive rappresentandosi in presenze presunte, rumori sinistri, luci irregolari, inducendo perplessità e domande nelle menti e nei cuori dei nostri due anti-eroi. Quando poi si palesa un’incantevole figura di donna, tale signorina Giulia, che appare ora all’uno ora all’altro. Ecco allora che Germano e Fiore nella più assoluta inconsapevolezza, quasi prede di un sortilegio, accennano a citazioni di parole testi e immagini che rimandano al luogo che stanno abitando in quella strana notte.

I due poveri lavoratori, cui la notte e la stanchezza avevano già offerto il destro per parlare dei massimi sistemi pur sempre in coerenza con la loro identità, si confrontano anche duramente fino addirittura a creare i presupposti per scombinare il sodalizio edile che avevano cercato di avviare, lasciando sul terreno di quella contesa i rottami delle rispettive esistenze. Rottami che poi sono anche i rottami di quell’abusivo muro che stanno realizzando e che scopriremo se riuscirà a diventare impresa compiuta. È il teatro che prova a sopravvivere sublimando se stesso in un viaggio infinito che vale proverbialmente più della meta.

Il testo di Edoardo Erba naviga tra rigogliosi orizzonti di concreta e raffinata comicità e, mai disdegnandole anzi sublimandole, piccole sorprendenti e sostanziali soste in acque che demandano ad un’acuta riflessione sulla condizione umana. E se nella nostra lettura, la retorica potrebbe rappresentare facile inciampo, è nostro desiderio provare a denunciare che, se è vero come è vero, che il momento pandemico in essere costringe ad una crisi della cultura (di cui il Teatro è solo fra le più alte rappresentazioni), è pur vero che l’Autore già nel 2002 ci segnalava che c’era chi desiderava che la cultura fosse murata in un supermercato.

Ed è quindi sempre nostro compito provare, con umiltà, ad essere quella signorina Julie che crea le condizioni affinché i muri non si sostituiscano ai sipari.

muratori al teatro sannazzaro

Il testo nato in italiano, venne subito cambiato in romanesco. Successivamente venne declinato anche in friulano ed in tedesco

ll testo di Muratori è nato in Italiano. – dice Edoardo Erba- E a me pareva bello così. Ma lo lesse Franco Quadri e mi telefonò subito: senti, il testo è ottimo, ma la lingua non va, rende proco credibili i personaggi. Io ci vedrei un dialetto, o almeno una forte cadenza regionale. Così nacque Muratori in romanesco, frutto di un minuzioso lavoro del gruppo che l’avrebbe poi messo in scena: Massimo Venturiello, Nicola Pistoia, Paolo Triestino ed io. L’edizione romana fu un successo che si prolungò per sedici stagioni consecutive. Un piccolo record, per lo meno per la mia drammaturgia.

Esaurita questa versione – che ne aveva figliate due: una in tedesco e l’altra in friulano – oggi Muratori riparte da Napoli. Con un gruppo di lavoro fresco, competente, motivato. Per la napoletanizzazione del testo abbiamo lavorato tutti insieme, esattamente come s’è fatto per il romanesco: una settimana di studio e lavoro, di confronto serrato parola dopo parola, battuta dopo battuta.

È rinato un testo di cui sono entusiasta. E grazie al lavoro di Geppi Liguoro, di Peppe Miale, di Massimo ed Angela De Matteo, di Francesco Procopio, di Luigi Ferrrigno e di tutti gli altri – vorrei citarli uno a uno perché sono tutti meritevoli – ha generato uno spettacolo memorabile. Vedendolo in scena al Campania Teatro Festival ho avuto l’impressione che appartenesse naturalmente alla tradizione del teatro napoletano. E per un pavese come me, credetemi, è un’emozione impagabile.

Muratori non ha solo cambiato lingua, ha cambiato umore, è un’altra cosa. Perciò chi ha già visto lo spettacolo in versione romanesca, può tuffarsi in quest’altro viaggio, con la certezza di trovarsi di fronte a qualcosa di assolutamente nuovo.
Napoli non è una città, è un mondo. E questo mondo è in grado di assimilare tradizioni diverse e farle proprie. Penso alle canzoni di Pino Daniele, dove il blues, la musica brasiliana e tante altre suggestioni, diventano carne e sangue di questa città, come se le fossero appartenute da sempre.

C’è a Napoli – ma non sono certo io a scoprirlo – una creatività diffusa, un’agilità di pensiero e una capacità di accoglienza unica e sorprendente. E io sono felice di sentirmi ostinatamente chiamare Eduardo invece di Edoardo, perché in quel cambio di vocale percepisco la stima e l’affetto di cui sono circondato. Presentarsi come autore a Napoli è come fare un esame difficilissimo, davanti a un pubblico severo. Grazie al lavoro di questa splendida compagnia, credo di aver superato la prova. Ringrazio tutti, uno per uno, e mi auguro che questo sia il primo di una serie di lavori che trovino proprio in Napoli stimolo e ispirazione.

La Masseria Ferraioli e il Teatro Deconfiscato come esempio di protezione e rivalutazione del territorio

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Il turismo è una ricchezza ed una risorsa inestimabile per un paese come l’Italia, e va protetto e coltivato.

Ormai è evidente a tutti, il turista va li dove si sente accolto e sicuro. E’ quindi fondamentale trasmettere sempre il fatto che sia la comunità civile ad avere il controllo del proprio territorio e non le mafie. E se questo è vero per tutte le città e le regioni, diventa poi maggiormente importante per città come Napoli.

Napoli grazie alla forza impressa dal turismo, vive da qualche anno un periodo di particolare splendore. Le attività che ruotano attorno a questa industria nascono copiose e crescono fiorenti. Ma il turismo è un bene delicato, che va protetto e coltivato ogni giorno per farlo crescere sempre più.

Il turismo va protetto da chi preferisce che la propria città salga alla ribalta per fatti di cronaca, piuttosto che per le eccellenze e le unicità che questa terra ospita.

Un esempio di come fare per proteggere la nostra città e di come proteggere il nostro futuro ci viene mostrato da Giovanni Russo e da Giovanni Meola.

Giovanni russo e la Masseria Ferraioli

Giovanni Russo è il presidente di uno dei cinque soggetti che gestiscono la Masseria Ferraioli, bene confiscato alla camorra ed oggi restituito alla comunità. Oggi la Masseria Ferraioli, dopo un grande lavoro di ripristino, è riuscita a coinvolgere concretamente la comunità, facendo vivere loro quei terreni e quegli spazi che prima gli erano stati negati.

Giovanni Russo spiega che la Masseria Ferraioli attualmente ospita 308 orti urbani, coltivati da ben 308 famiglie. Nelle giornate di sole, per la gente che c’è a coltivare gli orti urbani sembra addirittura di stare ad una festa. E quello degli orti urbani è solo una delle due iniziative che la Masseria Ferraioli ha adottato per coinvolgere la comunità. La seconda iniziativa è quella degli eventi culturali come il teatro deconfiscato.

Giovanni Meola ed il Teatro Deconfiscato

Il Teatro Deconfiscato, festival di teatro nei beni confiscati alle mafie, ideato da Giovanni Meola regista e drammaturgo, accende i riflettori su quei beni che seppur sequestrati alle mafie, non sono rientrati ancora in possesso della comunità.

Il suo format di Giovanni Meola è, a nostro avviso, un modo alternativo molto valido di proteggere il territorio. Il Teatro Deconfiscato allestisce spettacoli importanti teatrali all’interno di beni confiscati alle mafie. Giovanni Meola riporta nel circuito della legalità quei beni che, seppur confiscati, non erano concretamente ritornati alla comunità. E’ realistico immaginare il disagio che ci possa essere a prendere possesso di beni che fino a poco prima erano stati oggetto di fatti di cronaca o, peggio, motivo di paura o di un concetto distorto di rispetto perché appartenenti ad un “boss”. Meola con il suo Teatro Deconfiscato abbatte questo disagio e riporta la comunità a vivere nuovamente quei luoghi che prima gli erano proibiti.

E inizia proprio oggi la rassegna del Teatro Deconfiscato che, fino al 31 ottobre ospiterà alla Masseria Ferraioli artisti e spettacoli di grande successo come ad esempio  “Kohlhaas” che proprio alla Masseria Ferraioli festeggerà la 1101 replica dello spettacolo.

teatro deconfiscato alla masseria ferraioli

Concerto per festeggiare l’elezione del Sindaco Manfredi

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Sindaco di Napoli Professor Gaetano Manfredi

La Nuova Orchestra Scarlatti con il Teatro Augusteo di Napoli festeggiano il nuovo Sindaco Manfredi con un concerto

Lunedì 25 ottobre 2021 alle ore 20:30, al Teatro Augusteo di Napoli, la Nuova Orchestra Scarlatti insieme al Teatro Augusteo festeggia l’elezione del Sindaco Manfredi. Un Concerto dell’Orchestra Scarlatti Junior, un evento aperto a tutti i cittadini muniti di green pass, con ingresso libero fino esaurimento posti disponibili.

La Nuova Orchestra Scarlatti, insieme al Teatro Augusteo, è lieta di offrire a tutta la cittadinanza un Concerto Sinfonico dell’Orchestra Scarlatti Junior, per festeggiare l’elezione a Sindaco di Napoli del Professor Gaetano Manfredi.

“Non è un caso” – dichiara il M.° Gaetano Russo, direttore artistico della N.O.S. – “se abbiamo voluto che a festeggiare con la musica il nuovo Sindaco di Napoli siano proprio le ragazze i ragazzi dell’Orchestra Scarlatti Junior, cuore propulsivo della Comunità delle Orchestre Scarlatti. Questa Comunità infatti è cresciuta negli ultimi anni e continua a crescere anche grazie alla partnership con l’Università Federico II. Una collaborazione organica, nata nel segno di un impegno concreto per la formazione e il futuro dei più giovani, che proprio il Professor Manfredi ha promosso e sostenuto con convinzione quando era Rettore dell’Ateneo napoletano”.

nuova orchestra scarlatti junio

Teatro Deconfiscato: la forza della cultura. 4° Stagione

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Teatro Deconfiscato

Trasformare un fortino della camorra in un palcoscenico teatrale, è questa la forza del Teatro Deconfiscato. Dal 23 al 31 ottobre, alla Masseria FERRAIOLI (ex-Masseria Magliulo), ritorna alla sua 4° edizione Teatro Deconfiscato.

Teatro Deconfiscato, ovvero il teatro nei beni confiscati alle mafie. La rassegna di teatro civile ideata dal drammaturgo e regista Giovanni Meola, che ne firma anche la direzione artistica.

Sabato 23 ottobre inizia la 4° stagione della rassegna di teatro civile che per l’occasione torna a La Masseria Ferraioli. La Masseria Ferraioli, già Masseria Magliulo, è uno dei beni confiscati alla camorra. Situata nel territorio comunale di Afragola, in provincia di Napoli, oggi La Masseria Ferraioli diventa un teatro, accogliendo un pubblico di tutte le età. Sono previsti spettacoli serali e repliche mattutine per le scolaresche.

Il bene in passato fu fortino del clan Magliulo capeggiato da Vincenzo Magliulo, noto come “l’ingegnere della camorra”. Magliulo ex-assessore nelle file della Democrazia Cristiana, arrestato nel 1989, fu tra i principali responsabili della sanguinosa faida di camorra con la cosca rivale dei Moccia, che tra gli anni ’60 e ’80, che causò numerose vittime. Un’area di circa 150mila metri quadrati, la più grande della Città Metropolitana di Napoli. La masseria, che dopo la confisca è stata assegnata al Consorzio Terzo Settore è intitolata ad Antonio Esposito Ferraioli, giovane sindacalista di Pagani e vittima innocente di camorra.

“Teatro Deconfiscato” è un format originale e unico

Il Format, ideato e diretto da Giovanni Meola, è davvero originale e unico per il suo particolare “palcoscenico deconfiscato”. Mette assieme spettacoli provenienti da autori e drammaturghi diversi tra loro e tutti attenti a temi sociali di grande rilevanza e attualità.

La rassegna anche per questa edizione ospita due artisti molto noti e riconosciuti dal grande pubblico. Arrivato a ben 1100 repliche “Kohlhaas”; adattamento da H. von Kleist, drammaturgia di M. Baliani e Remo Rostagno, per la regia di Maria Maglietta e con Marco Baliani. “Kohlhaas” un potente racconto orale diventa la trasposizione di un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500. Un sopruso che, non risolto col diritto, genera una violenza incontrollabile, in nome di un ideale di giustizia naturale, fino a che il conflitto originario della vicenda non si risolve tragicamente. Una fine che illumina ambiguamente la figura del protagonista come un possibile eroe del suo tempo. In scena venerdì 29 Ottobre, alle ore 20.30.

Sabato 30 Ottobre, sempre alle ore 20.30, invece sarà la volta de “Gli Alberi Muoiono in Piedi”. Lettura in musica, di e con Elena Bucci, ispirata a vita e opere di O. Fallaci e A. Panagulis da ‘Nella Lingua e Nella Spada”. La storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Il primo trova nella poesia la cura per resistere alla violenza di tirannia e carcere, la seconda fa del suo lutto un libro. Sono irriducibili, isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia. Entrambi trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, tesoro al quale attingere quando manca il coraggio.

kohlhass

Due gli spettacoli serali in replica la mattina per le scuole

Tra gli spettacoli serali, in replica nelle mattinate per le scuole, due spettacoli, anch’essi tratti da fatti di cronaca italiana. Il primo ”Io so e ho le prove”, di e con G. Meola, tratto dal best-seller di V. Imperatore, il libro denuncia sulle attività illecite delle banche.

Il secondo intitolato “Il Bambino con la bicicletta rossa” con Antimo Casertano e diretto da G. Meola. Ambientato a Viareggio mostra come in un affresco i nove protagonisti di una vicenda allora clamorosa, poi del tutto obliata: il primo rapimento di un minore finito tragicamente, il caso Lavorini. Fine anni ’60, tra politica, devianza, destra eversiva e depistaggi, un solo corpo d’attore per nove voci trasfigurate attraverso un meraviglioso lavoro fisico e sonoro. Lo spettacolo è anche vincitore del premio Politai Visionari e semifinalista di In- Box.

La rassegna ha il contributo del MIC ed è realizzato con il contributo della Regione Campania L.R. n. 6/2007.
L’ingresso sarà con prenotazione obbligatoria con sottoscrizione volontaria e green pass obbligatorio.

“Teatro Deconfiscato” – programma completo

Io so e ho le prove” – Sabato 23 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 9.30

Virus Teatrali presenta ”Io so e ho le prove”, drammaturgia – regia – con | Giovanni Meola e con | Daniela Esposito
Liberamente tratto dall’omonimo memoriale di V. Imperatore e selezionato al CTF 2021. Il lavoro racconta la conversione di un’ex-manager che, dopo 25 anni, fuoriesce dal sistema bancario e ne denuncia tutte le nefandezze. Accanto al protagonista, un’attrice muta-rumorista che, con suoni, musiche e vocalizzi, contribuisce a creare un’atmosfera talora sopra le righe, ironica o grottesca, ma anche serrata e diretta, drammatica e vera. Lo spettacolo sarà replicato Lunedì 25 e Martedì 26 Ottobre alle ore 11.30

Il Bambino con la bicicletta rossa” – Sabato (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 11.30

La Compagnia Teatro Insania presenta “Il Bambino con la bicicletta rossa” drammaturgia – regia | Antimo casertano diretto da G. Meola. Vincitore Politai Visionari, semifinalista In-Box, il testo, per il 70% in versi di varia natura, mostra come in un affresco i nove protagonisti di una vicenda allora clamorosa, poi del tutto obliata: il primo rapimento di un minore finito tragicamente, il caso Lavorini. Fine anni ‘60: tra politica, devianza, destra eversiva e depistaggi, un solo corpo d’attore per nove voci trasfigurate attraverso un inesausto lavoro fisico e sonoro. Lo spettacolo sarà replicato Domenica 31 Ottobre al Teatro Rostocco di Acerra alle
ore 21.15

Abbascio ‘a grotta” – Domenica 24 Ottobre (Teatro Rostocco – Acerra NA) ore 21.15

Madrearte presenta “Abbascio ‘a grotta” drammaturgia – regia – con | Antonio Diana
Simbolo di un luogo assai oscuro, fisico o mentale, ‘a grotta è anticamera e riflesso di tutte le violenze generate quotidianamente in famiglia e nella società. In una cantina come luogo del subconscio, i tanti personaggi vivono un rito ancestrale e catartico, tormentati dal desiderio di liberarsi o di accettare il proprio destino, tra ricordi malati ed incubi compressi. Il tutto espresso da un unico corpo d’attore, viscerale e poetico.

Il fulmine nella terra. Irpinia 1980” – Lunedì 25 Ottobre (Masseria Ferraioli-Afragola NA) ore 9.30

Teatro dell’Osso presenta “Il fulmine nella terra. Irpinia 1980 ” drammaturgia – regia | Mirko Di Martino e con | Orazio Cerino
Racconto teatrale basato su articoli, testimonianze e documenti originali, che ricostruisce i primi giorni del tragico sisma irpino del Novembre 1980, raccontando con ironia o con crudezza la storia di vittime e soccorritori, i ritardi, l’impreparazione e gli errori dei soccorsi. Anche racconto di un’epoca molto più lontana di quanto non sia in realtà, narrazione ora leggera, ora dolorosa, dell’Italia da bere di quegli anni.

L’estranea di casa” – Lunedì 25 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 20.30

Bottega degli Apocrifi presenta “L’estranea di casa” drammaturgia – regia – con | Raffaella Giancipoli
Lasciarsi alle spalle la propria terra per assicurare un futuro ai figli. Una donna, due vite: la Romania, dove qualcun altro si occupa dei suoi figli e l’Italia, dove lei si prende cura degli anziani. Premio Festival della Resistenza 2018, L’Estranea di Casa è però soprattutto la storia di Culin, un bambino cresciuto al telefono con tante promesse di ritorno, un orfano di madre viva, disposto a tutto pur di riportarla finalmente a casa.

W la mafia” Martedì 26 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 9.30

Prima Quinta presenta “W la mafia” drammaturgia – regia – con | Aldo Rapè. Intimo, poetico, inno alla vita e grido disperato contro tutte le mafie e le sue più aberranti manifestazioni. Lo spettacolo racconta la storia di un ragazzo particolare, Calogero, rimasto di fatto allo stato bambinesco dopo aver assistito all’omicidio dei suoi genitori. La favola di un bimbo e del suo fido burattino pinocchiesco Gino. Spettacolo pluripremiato e plurirappresentato, suggestivo ed evocativo, radicale e paradossale.

w la mafia

Dita di Dama” Martedì 26 Ottobre (Masseria Ferraioli-Afragola NA) ore 20.30

Aparte-Ali per l’Arte presenta “Dita di Dama” drammaturgia – regia | Laura Pozone – Massimiliano Loizzi e con | Laura Pozone
Adattamento dal romanzo di Chiara Ingrao ambientato ad inizi anni ’70, a cavallo della nascita dello Statuto dei Lavoratori. Tra lacrime di commozione e sorprendente ed irresistibile comicità, seguiamo le vicende di 14 personaggi, tutti interpretati dalla stessa attrice, durante gli anni delle lotte operaie, storia al femminile di emancipazione sociale e di vita, a partire dalla diciottenne operaia sua malgrado futura sindacalista.

dita di dama

Kohlhaas” – Venerdì 29 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 20.30

Casa degli Alfieri presenta “ Kohlhaas ” adattamento da H. von Kleist, drammaturgia | M. Baliani – Remo Rostagno, regia | Maria Maglietta e con | Marco Baliani. Arrivato a ben 1100 repliche, questo potente racconto orale è la trasposizione di un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500.

Gli Alberi Muoiono in Piedi” – Sabato 30 Ottobre (Masseria Ferraioli-Afragola NA) ore 20.30

Le Belle Bandiere presenta “Gli Alberi Muoiono in Piedi” (lettura in musica) ispirata a vita e opere di O. Fallaci e A. Panagulis da ‘Nella Lingua e Nella Spada’ di – con | Elena Bucci. Questo melologo si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Il primo trova nella poesia la cura per resistere alla violenza di tirannia e carcere, la seconda fa del suo lutto un libro. Irriducibili, isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia, trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, tesoro al quale attingere quando manca il coraggio.

Ingresso con prenotazione obbligatoria: mail teatrodeconfiscato@gmail.com | whatsapp 320 21 66 484

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