domenica 14 Dicembre 2025
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Les Folies Napoliteins. Il Burlesque a Napoli fa tappa al Teatro Bolivar

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Les Folies Napoliteins

Sabato 23 ottobre al Teatro Bolivar di Napoli va in scena il Burlesque con la Compagnia Burlesque Cabaret Napoli.

Anche il Teatro Bolivar brinda alla riapertura dei teatri, con la presenza al cento per cento del pubblico in sala. Ha deciso di riaprire seguendo il tema spensierato e gioioso del burlesque. Il Bolivar dedica ben tre date alla Compagnia Burlesque Cabaret Napoli che sarà in scena con lo spettacolo “Les Folies Napoliteins” (“Le Follie Napoletane”).

Tra le novità di questa stagione teatrale che brinda al clima di riapertura delle attività e degli spazi artistici, ci sono i prossimi appuntamenti del teatro Bolivar che apre le porte, con ben tre date, all’ammaliante, fresco, dirompente burlesque della “Compagnia Burlesque Cabaret Napoli”.

Fanny Damour
Floriana D’Ammora in arte Fanny Damour

Il burlesque come strumento per canzonare il mondo

Nel XIX secolo, negli USA e in Gran Bretagna, il burlesque era uno spettacolo che parodiava il mondo, le abitudini e i passatempi dell’aristocrazia e dei ricchi industriali, per divertire le classi meno abbienti. Si componeva di una trama piuttosto esile, canzoni, numeri di ballo e tanta comicità. Ma per mantenere vivo l’interesse del pubblico, i fautori degli spettacoli non si facevano scrupoli ad aggiungere sul palco la nudità

Les Folies Napoliteins s’ispira al varietà dell’age d’or parigina del teatro Les Folies Bergère. Si rifà ad una tradizione europea di music hall, varietà e cabaret dove si respirava un clima licenzioso, erotico ed al tempo stesso comico. Si alterneranno, dunque, siparietti in cui ogni artista performer porterà in scena una sua personale visione dell’erotismo, oltrepassando la linea invisibile tra palco e spettatore.

La base comune delle performance è lo striptease. Ognuno può togliere ciò che vuole, lasciare intravedere, trascinare il pubblico in un’altra epoca. O meglio in una dimensione onirica fatta di piume, lustrini, pailettes e musica jazz delle origini. La quarta parete è abbattuta e l’interazione con il pubblico sarà parte dello show.

Burlesque Cabaret Napoli con Fanny Damour e Roby Roger

La Compagnia Burlesque Cabaret Napoli nasce nel 2013 dall’incontro tra Floriana D’Ammora e Roberta Della Volpe, in arte Fanny Damour e Roby Roger. Fanny Damour e Roby Roger prima condividono un percorso formativo di ampio raggio, tra teatro, danza, arti visive, grafica e fumetto. Solo in un secondo momento, decidono di dedicarsi allo studio e alla ricerca di una forma d’arte e di spettacolo ancora poco conosciuta al grande pubblico: Il Burlesque. Oggi la compagnia è composta da 11 elementi.

Roby Roger
Roberta Della Volpe, in arte Roby Roger

La vita è una partita doppia – Storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli

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Un racconto lungo 189 pagine. Ricordi di un’infanzia vissuta in un quartiere popolare e periferico nel Dopoguerra, mescolati a quelli di un progetto coraggioso: un teatro d’avanguardia

Sarà presentato venerdì 22 ottobre 2021 alle ore 18,00 nella Corte dell’Arte alla Fondazione Quartieri Spagnoli FOQUS, in via Portacarrese a Montecalvario 69 Napoli, il libro di Angelo Montella: “La vita è una partita doppia – Storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli”.

Interverranno Giovanni Laino, Adriana Buffardi, Annamaria Palmieri, Maura Striano. Letture di Giovanni Ludeno.
Angelo Montella, con questo racconto lungo 189 pagine, mescola i ricordi di un’infanzia vissuta in un quartiere popolare periferico nel Dopoguerra. Il ricordo dei primi lavori, della parentesi da dirigente aziendale e dell’impiego in Arabia Saudita. Fino alla scelta di tornare a Napoli con un progetto coraggioso: un teatro d’avanguardia.

Stefano De Matteis firma l’introduzione mentre la postfazione è di Goffredo Fofi

La vita è una partita doppia – Storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli si avvale dell’introduzione di Stefano De Matteis e della postfazione di Goffredo Fofi. Il libro è la storia di un’impresa culturale e artistica in un territorio complesso. Un territorio, quello dei Quartieri Spagnoli, che negli anni Ottanta risultava addirittura talvolta aggressivo e pericoloso. Questa l’epoca in cui Montella, assieme a Igina Di Napoli, fa risorgere dalle ceneri il Teatro Nuovo. Infatti i locali dell’antico teatro furono distrutti prima da un incendio e, poi da incuria e abbandono.

Una sala, quella del Teatro Nuovo, che dalla prima metà del Settecento non aveva mai smesso di collezionare successi e applaudite presenze. Donizetti, Rossini e diversi grandi musicisti fino al tardo Ottocento anno calcato le scene di questo teatro. Nel Novecento poi fu il turno dei Petito, i Di Napoli, fino a Viviani, Scarpetta e i De Filippo.

Le vicende presenti nel volume non raccontano solo l’audacia di un programma ambizioso di rinascita, specie in quel periodo di fervore artistico, di ricerca e di sperimentazione. Bensì un racconto di come si trasforma la città e la vita degli stessi Quartieri attorno a via Montecalcario.

In un contesto segnato da innumerevoli criticità, l’autore intraprende una personale battaglia che si intreccia alla storia del teatro sperimentale. In quel tempo al Nuovo si aggiunge la Sala Assoli ed entrambi assurgono al ruolo di protagonisti necessari e fondamentali della scena napoletana e nazionale. Due poli culturali che hanno lasciato un segno indelebile attraverso gli allestimenti di innumerevoli e illustri artisti. Indimenticabili Annibale Ruccello, Leo de Berardinis, Antonio Neiwiller, Mario Martone, Toni Servillo, Antonio Latella, Pippo Delbono, Carlo Cecchi, e molti altri.

Angelo Montella, classe 1946

Montella nasce a San Gennaro Vesuviano (Napoli) il 12 febbraio 1946. Leggendo il suo curriculum si scopre che ha lavorato per diversi anni come direttore amministrativo. Che ha avuto un’esperienza di due anni in Arabia Saudita, per tornare a Napoli a trentun anni. Al suo ritorno a Napoli, Angelo Montella cambia radicalmente vita, iniziando una lunga e proficua carriera teatrale.

Il libro è edito da Liguori, la casa editrice fondata a Napoli nel 1949

Dal 1949, anno della sua fondazione a Napoli, la casa editrice Liguori, attraverso la maturazione di un progetto editoriale multidisciplinare, ha arricchito nel tempo il suo catalogo nell’ambito delle scienze sociali, delle scienze umane e tecniche.

Attraverso numerosi testi di critica letteraria, di economia, di sociologia, di architettura, di matematica e di varie altre discipline, il Catalogo è cresciuto fino a sviluppare oggi circa cinquemila titoli. La produzione è organizzata in numerose Collane editoriali alle quali collaborano autorevoli studiosi italiani e stranieri. Negli ultimi anni Novanta e all’inizio del duemila l’editore si è impegnato nella ricerca nei settori innovativi dell’editoria con la partecipazione a prestigiosi progetti di ricerca europei e del Ministero della Ricerca e dell’Università e con la produzione di testi digitali nel doppio formato cartaceo-ebook.

Attualmente la casa editrice presidia il settore universitario per le materie scientifiche e umanistiche, come la matematica o l’ingegneria o l’entomologia; oppure la critica letteraria, la linguistica, o la filosofia, la pedagogia e la psicologia, al contempo orientandosi con un rinnovato interesse verso produzioni di carattere scientifico – umanistico di tipo divulgativo e verso scritture e narrazioni a cavallo tra la memoria e la contemporaneità.

In prima nazionale al Teatro Sannazzaro “La Maîtresse”

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Gaia Aprea in prima nazionale al Sannazzaro di Napoli

Il 15, 16 e 17 ottobre al Teatro Sannazzaro di Napoli Gaia Aprea interpreta “La Maîtresse”. Liberamente tratto da Memorie di una maîtresse americana di Nell Kimball, lo spettacolo vede Gaia Aprea nel doppio ruolo di interprete e regista
Prima nazionale

Gaia Aprea venerdì 15, e poi in scena fino a domenica 17 ottobre, apre la stagione 2021-22 del teatro Sannazaro con “La Maîtresse”. Lo spettacolo, in prima nazionale, è liberamente tratto da Memorie di una maîtresse americana di Nell Kimball. La Aprea ha curato la riduzione del testo, ne è la protagonista ed ha curato la regia.

Lo spettacolo è il racconto in prima persona della vita di Nell Kimball. La Kimball nata nel 1854 in un “podere di sassi” nell’Illinois e morta in Florida nel 1934. Cominciò la sua carriera a 15 anni in un bordello di Saint Louis e la concluse come tenutaria di case di lusso.
Le sue memorie affidate nel 1932 allo scrittore Stephen Longstreet furono regolarmente rifiutate dagli editori per la crudezza del linguaggio. Vennero pubblicate solo a distanza di quarant’anni.

“La Maîtresse” offre spunti molteplici di riflessione. Nell Kimball è una donna manager dell’Ottocento. Una persona in grado di realizzare un bordello funzionale dove tutto è in regola e le ragazze sono sane. Nulla a che vedere con quello che succedeva in bordelli-alveare, come lei stessa li definiva, dove le ragazze, anche 250-300 vivevano in piccole stanze e senza alcun controllo sanitario.

Si evidenziano, così, più le brutture degli uomini e della loro visione ‘maschiocentrica’ rispetto ad una ‘modello’ al femminile dove tutto funziona perfettamente.

La Maitresse di e con Gaia Aprea in prima nazionale al teatro Sannazzaro

La parità dei diritti e la rivendicazione della dignità

In un momento storico, il nostro – dice la Aprea – in cui sembra che lentamente stia affiorando nella coscienza collettiva la consapevolezza che la questione sulla parità dei diritti tra uomo e donna non è affatto risolta. mi è sembrato particolarmente interessante andare ad indagare nella vita di una prostituta del secolo scorso che ha saputo rivendicare a se il diritto alla dignità.

Una donna che per quell’epoca rappresentava un vero scandalo denuncia con le sue memorie. Impossibilitata a prendere altre strade data la condizione di indigenza delle sue origini. La Kimball era comunque determinata ad affermare la sua posizione all’interno della società stessa che la condannava. Diventa così tenutaria di importanti ed eleganti bordelli, ribaltando così la sua situazione d’origine. E obbligando la “parte alta della società” almeno quella maschile, a mostrasti in tutta la sua bassezza e depravazione.

Il suo occhio, senza mai esprimere giudizi, si limita a raccontare, a fotografare come andavano le cose per quelli nati in basso…puttane, neri o ebrei che fossero. E riflettendo proprio a partire da questo lavoro, come anche da libri su altre donne che hanno intrapreso percorsi simili a quelli della Kimball, è opportuno interrogarsi sulla necessità di dare una legalizzazione al fenomeno della prostituzione.

Gaia Aprea

La prostituzione è un fenomeno talmente diffuso da doverne prenderne atto e creare una forma di legalizzazione

Oggi la prostituzione, – continua la Aprea – purtroppo o per fortuna, non voglio entrare nel merito di una cosa che viene considerata sempre un tabù, della quale non si deve parlare. E’ un fenomeno talmente diffuso da doverne prenderne atto e creare una forma di legalizzazione di modo che la tratta infinita delle ragazze dell’Est, delle ragazze extracomunitarie che arrivano in Italia senza permesso di soggiorno, che vengono messe sulla strada, forse potrebbe essere regolamentata.

La voce intensa ed insolente di Nell, dal timbro un po’ roco, velata di dolcezza e brutalità, viene dal ventre dell’America e da una verità che ai tempi narrati dal libro ed anche molto dopo, nessuno poteva manifestare, se non in privato. Tratto dalle sue memorie il monologo racconta con onestà, crudezza e molta lucidità il percorso di una donna che assume su di se il suo destino di prostituta senza soccombere mai e senza mai perdere la dignità e la stima di se stessa.

Supportato da immagini d’epoca che aprono squarci di realtà lo spettacolo è percorso da un racconto musicale che accompagna e sostiene la narrazione sino a sfociare nella nascita del jazz, nella New Orleans dei primi del Novecento.

Prossimo spettacolo in stagione, dal 22 al 24 ottobre, è El blues di Loi con Milvia Marigliano e Igor Esposito con drammaturgia di Igor Esposito e la  supervisione di  Peppino Mazzotta; una performance teatrale dove un’attrice e un poeta accompagnati da un musicista portano in scena i versi di una delle personalità poetiche più potenti del secondo Novecento italiano: il poeta Franco Loi. Un blues che si dipana attraverso quattro stazioni drammaturgiche. 

Intervista al Direttore d’Orchestra Beatrice Venezi

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Abbiamo incontrato Beatrice Venezi che ci ha parlato di “Le sorelle di Mozart” e delle loro storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli

L’importanza del riconoscimento del ruolo della donna nel mondo della musica rispecchia quanto ancora si debba fare per superare un retaggio culturale che ancora vede la donna relegata a ruoli marginali. O peggio senza che alla Donna siano riconosciute le sue reali capacità. E così se “casa”, “famiglia”, “musica” sono sostantivi femminili che nel loro stesso nome esaltano il ruolo della donna, ritroviamo troppe volte la Donna stessa oggetto di discriminazione sociale.

“Le Sorelle di Mozart”, da voce alle donne con storie di compositrici geniali e musiciste ribelli.

Beatrice Venezi, Direttore d’Orchestra, rivendica il ruolo della donna nella musica, iniziando proprio dal riconoscimento del titolo accademico e professionale “direttore d’orchestra” e non direttrice. Beatrice, non è solo un talento ormai riconosciuto ed invidiatoci a livello internazionale, è una Donna fiera di esserlo e, consapevole del suo valore porta, attraverso il suo libro “Le Sorelle di Mozart“, da voce alle donne con storie di compositrici geniali e musiciste ribelli.

Spiega Beatrice Venezi: – «Questa è la storia di alcune donne uniche. Musiciste geniali. Compositrici innovative. Interpreti sublimi. Donne uniche capaci di emergere in un mondo che avrebbe fatto volentieri a meno di loro. Che le ha considerate inadatte, sfrontate, scandalose, incapaci. Questa è la storia di alcune donne uniche, in un mondo di uomini.»

Anche la Chiesa proibì alle donne di cantare. La società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile

Ad alcune fu impedito di suonare, altre non poterono firmare le composizioni frutto del loro lavoro. E mentre le porte dei conservatori erano aperte solo per gli uomini, la Chiesa proibì a loro di cantare, la società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile. La storiografia ufficiale della musica per secoli ha escluso le donne dalle sue pagine, ignorando compositrici rivoluzionarie, musiciste innovative e giovani talentuose. Dimenticando, o tralasciando, esperienze e intuizioni destinate a cambiare il corso della musica classica.

Un libro, questo di Beatrice Venezi, di cui consigliamo la lettura prima di tutto agli uomini. In particolare a quegli uomini che ancora oggi non comprendo la forza ed il coraggio, la determinazione che le donne da sempre impiegano nel loro essere donna.

Partendo da Ildegarda, monaca geniale che usava il canto per comunicare con Dio; quella delle grandi compositrici del Barocco ritratte dai Gentileschi; quella delle donne del Sette-Ottocento, confinate in casa e definite solo in funzione degli uomini, come la sorella di Mozart, o la moglie di Schumann.

Sono sicuramente di esempio anche le storie delle musiciste ribelli del secolo scorso e dei nostri giorni, che ritroviamo nelle Sorelle di Mozart. Maria Callas, Nadia Boulanger, Martha Argerich, Björk, donne che, nonostante le difficoltà, hanno forzato i confini dello spazio che gli veniva concesso nel mondo della musica, combattendo per se stesse e per le generazioni future.

Le Operette Morali di Leopardi con Antonio D’Avino e Nello Provenzano

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Diretti da Mirko Di Martino, Antonio D’Avino e Nello Provenzano, portano sul palcoscenico del TRAM le Operette Morali di Giacomo Leopardi.

Nella sala di via Port’Alba a Napoli dieci dialoghi sulla felicità, il dolore e il rapporto tra gli uomini. Sul palco Antonio D’Avino e Nello Provenzano diretti da Mirko Di Martino

Operette Morali di Leopardi. Al TRAM dal 14 Ottobre

Di Martino: “Le Operette Morali di Leopardi: un Black Mirror dell’Ottocento”

Giovedì 14 ottobre alle 21 apre la stagione 2021/2022 del Teatro Tram di Napoli. Il TRAM riprende il proprio percorso nella settimana in cui le nuove misure approvate dal Governo riportano la capienza nelle sale al 100%.

L’apertura è affidata a “Le Operette Morali” di Giacomo Leopardi, un capolavoro letterario che, attraverso dialoghi tra i personaggi più disparati (un venditore di almanacchi, un folletto, un mago), affronta i grandi temi della vita: la ricerca della felicità, il dolore, la morte, il rapporto dell’uomo con gli altri uomini e con l’universo.

Con la regia di Mirko Di Martino, che della sala di Via Port’Alba è fondatore e direttore artistico, sul palco i due attori Antonio D’Avino e Nello Provenzano interpretano i tanti protagonisti, due figure arrivate alla fine del tempo, quando tutto è consumato, quando le illusioni sono sparite e non resta più spazio per l’azione, ma solo per la rappresentazione.

Dal 14 al 31 Ottobre in scena 10 delle 24 Operette di Leopardi

In scena 10 delle 24 operette di Leopardi, per uno spettacolo prodotto da Teatro Dell’Osso e Il Demiurgo in collaborazione con il Teatro Tram. Con tre settimane di programmazione le Operette Morali di Leopardi resteranno in scena fino al 31 ottobre.

Un testo sorprendente, lontano dagli stereotipi spesso associati al Poeta di Recanati morto a Napoli nel 1837. Dialoghi ironici, rapidi e pungenti, molti sorrisi, altrettante considerazioni sull’animo umano. Gli attori, Antonio D’Avino e Nello Provenzano, si trasformano di volta in volta in volti e voci pronti a disegnare l’universo complesso dell’esistenza. Lo spettacolo è una riflessione lucida e impietosa sul mondo, sulla storia, sul genere umano, resa ancora più attuale dalla pandemia che stiamo affrontando.

“Leopardi non aveva certo in mente il teatro quando, nel 1824, dava alle stampe le ‘Operette morali’ – spiega il regista Mirko Di Martino -: pensava alle satire greche di Luciano, ai romanzi moderni e filosofici di Sterne e Voltaire. Eppure, non c’è dubbio che l’efficacia performativa dei suoi dialoghi è evidente, soprattutto là dove il contenuto argomentativo incontra il gusto amaro dell’ironia.”

Nello Provenzano

E’ la stessa ironia di Leopardi che, ancora oggi, rende attualissimo il testo per come è scritto

Continua Di Martino: – “Quella stessa ironia che, ancora oggi, appare così stridente in confronto all’armonia delle sue poesie. Quella stessa ironia che, ancora oggi, rende attualissimo il testo di Leopardi per come è scritto, prima ancora che per cosa è scritto: il gusto per la citazione e la parodia, la presa in giro delle manie e delle fissazioni, il contenuto filosofico nascosto nelle banalità quotidiane, la mescolanza di stile elevato e popolare, il piacere della battuta e del gioco di parole.

A guardarle una dietro l’altra, queste operette, sembra di assistere a una serie antologica distopica, un Black Mirror dell’Ottocento: in quale altro testo potremmo trovare un folletto e uno gnomo che discutono della scomparsa del genere umano, un mago che evoca un demone, morti imbalsamati che risorgono, uno scienziato che ha scoperto il segreto della vita eterna, la natura che ha preso le forme di una enorme donna distesa sul fianco di una montagna?”.

Le Operette Morali rappresentate:

  1. La scommessa di Prometeo
  2. Dialogo di un Folletto e di uno Gnomo
  3. Dialogo di Malambruno e di Farfarello
  4. Dialogo di un fisico e di un metafisico
  5. Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie
  6. Dialogo della Natura e di un Islandese
  7. Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez
  8. Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere
  9. Dialogo di Tristano e di un amico
  10. Cantico del gallo silvestre

di Giacomo Leopardi

testo e regia di Mirko Di Martino

con Antonio D’Avino e Nello Provenzano

scene di Giorgia Lauro

aiuto regia Angela Rosa D’Auria

produzione Teatro dell’Osso e Il Demiurgo

in collaborazione con Teatro TRAM

Antonio D'Avino

Informazioni per gli spettatori

Biglietti: intero € 13,00 – ridotto € 10,00 (under 26 e over 65) – Card 3 spettacoli a scelta: € 27

Orari spettacoli:

  • Giovedì ore 21.00 (giovedì 21 e 28 ottobre anche alle ore 18.00)
  • Venerdì ore 20.00
  • Sabato ore 19.00
  • Domenica ore 18.00

info e prenotazioni

cell. 342 1785 930

tel. 081 1875 2126

email tram.biglietteria@gmail.com

Le sorelle di Mozart. Il concerto diretto da Beatrice Venezi

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Beatrice Venezi e le sorelle di Mozart

Sabato 2 ottobre alle ore 19:30, presso il Cortile delle Statue dell’Università Federico II di Napoli, si terrà il concerto “Le sorelle di Mozart”. Esegue la Nuova Orchestra Scarlatti diretta da Beatrice Venezi.

Il concerto diretto da Beatrice Venezi conclude Unimusic 2021, il Festival realizzato dalla Nuova Orchestra Scarlatti in collaborazione con l’Università Federico II. Un concerto originale con tanti motivi di interesse, tutto dedicato a musiche di compositrici di ieri e di oggi. Il titolo del concerto, Le sorelle di Mozart, è tratto dal secondo fortunato libro di Beatrice Venezi, edizione UTET. Un libro che, come dice la stessa Beatrice, contiene “Storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli”.

La Nuova Orchestra Scarlatti, con cui Beatrice collabora fin da giovanissima, ha accolto il suo input. Con lei, la Nuova Orchestra Scarlatti ha ideato un programma tutto al femminile.

Fra le tante occasioni di ascolto, tutte interessanti, troveremo la riscoperta di una bella Sinfonia romantica di Louise Farrenc. Compositrice francese dell’ ‘800 Louise Farrenc, nonostante la grande ammirazione dei suoi contemporanei, molto dovette lottare per ottenere un riconoscimento professionale pari a quello dei suoi colleghi maschi. Sarà eseguita la singolare Cavalcata grottesca di Emilia Gubitosi, colta esponente della scuola napoletana del ‘900.

A seguire, con un colpo di bacchetta, saremo trasportati dal passato al presente con un brano orchestrale di ipnotica suggestione intorno al mito di Medea. Il brano è della romana Silvia Colasanti (classe 1975), considerata la compositrice italiana vivente al momento più eseguita e rappresentata in Europa, sempre con grande impatto e successo.

Ascolteremo anche l’intenso “In memoriam” della compositrice albanese Lejla Agolli (classe 1950), il canto di una madre al tempo della guerra del Kosovo, che si scioglie infine in una luminosa atmosfera di pace. Un brano questo che la Nuova Orchestra Scarlatti ha eseguito in prima esecuzione assoluta in Vaticano in occasione del Giubileo delle Donne del 2000, con clarinetto solista Gaetano Russo.

Biglietti disponibili su azzurroservice.net e presso i punti vendita autorizzati.

Nuova Orchestra Scarlatti di Napoli

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21 marzo 1993 debutta la Nuova Orchestra Orchestra Scarlatti. Oggi ancora in attesa del giusto riconoscimento da parte delle istituzioni è divenuta esempio di promozione culturale in tutta Europa.

A partire dal 1994 la Nuova Orchestra Scarlatti è presente a Napoli e in Campania con un’attività articolata in stagioni concertistiche, appuntamenti e rassegne periodiche. Un successo che si è consolidato negli anni allargando la propria platea ben oltre i tradizionali confini del pubblico del genere classico.

il segreto del successo dell’orchestra sono le formule innovative di programma che, attraverso calibrati abbinamenti, conciliano qualità e piacevolezza delle proposte.

Una delle vocazioni di fondo della Nuova Orchestra Scarlatti è stata la ricerca e la elaborazione di forme innovative di avvicinamento dei giovani alla musica, che si è concretizzata in cicli di incontri espressamente concepiti per gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado, dal taglio fortemente ‘interattivo’.

Esempio di valorizzazione del patrimonio della scuola musicale napoletana

Alla la Nuova Orchestra Scarlatti va sicuramente riconosciuto il merito di valorizzare in Italia e nel mondo il patrimonio della scuola musicale napoletana. Ricordiamo l’allestimento dell’opera Nina ossia la pazza per amore di Paisiello (Leuciana Festival), la prima esecuzione moderna della cantata di Domenico Cimarosa Il trionfo della fede, in collaborazione con Roberto De Simone nel marzo 1999, il Concerto per Caterina II di Russia, tenutosi il 15 ottobre 2003 presso il Teatro di Corte dell’Ermitage a San Pietroburgo, con un programma di musiche del ‘700 napoletano sempre curato dal M.° De Simone, una tournée in Libano nel giugno 2004 e, nel luglio dello stesso anno, la partecipazione all’allestimento del Ratto dal Serraglio di Mozart, con la regia di De Simone e la direzione di Leopold Hager, presso Villa Favorita ad Ercolano.

L’Orchestra è stata ospite di varie edizioni del Festival di Ravello, a partire dai due Concerti all’alba del 2007 e 2008 e poi con originali programmi sinfonici come quelli dedicati alle musiche di Nino Rota (Enchantment – giugno 2012, con Fabrizio Bosso, tromba solista), Lucio Dalla (Variazioni su Dalla – giugno 2013) e di Pino Daniele (‘O mare – giugno 2015)

Nuova Orchestra Scarlatti, tre orchestre in una con la Scarlatti Junior e la Scarlatti Young

La Nuova Orchestra Scarlatti a partire dall’autunno 2014, ha promosso la formazione di altre tre orchestre – la Scarlatti Junior, aperta a ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 18 anni, la Scarlatti Young, per giovani strumentisti di età compresa fra i 18 e i 28 anni, e la Scarlatti per Tutti, orchestra amatoriale che accoglie persone di ogni età ed estrazione, accomunate dal puro piacere di far musica insieme; ha così dato vita a una vera e propria Comunità musicale che collega fra loro quattro Orchestre e coinvolge tutti, a 360 gradi: musicisti professionisti, giovanissimi, giovani, dilettanti di tutte le età.

Fondatore e attuale direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti è il M.° Gaetano Russo che abbiamo avuto il piacere di intervistare per voi.

Nova Orchestra Scarlatti di Napoli

Alla Biblioteca Nazionale la Divina Commedia per immagini.

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Divina Commedia illustrazione del Macchiavelli

Domenica 26 settembre, in occasione delle Giornate del Patrimonio alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” si inaugura una grande mostra che celebra l’immaginario dantesco alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”

Le più belle immagini della Divina Commedia in mostra a Napoli alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” da domenica 26 settembre. Una grande mostra che celebra l’immaginario dantesco, ricco di suggestioni e allegorie, di simboli e luoghi fantastici, che ha da sempre attirato l’interesse degli artisti.

“La Divina Commedia per immagini. Settecento anni di iconografia dantesca”, questo il titolo della mostra. Un racconto per immagini che documenta, in modo completo, ma sintetico, i momenti diversi della tradizione figurativa della Divina Commedia dal XIV ai giorni nostri. Un percorso ricco di seduzioni che accompagna il visitatore dalle ingenue miniature dei primi codici medievali, agli accurati disegni del Quattrocento. Dalle prime edizioni a stampa, alle illustrazioni più famose. Di sicuro interesse la pregiata edizione di Antonio Zatta (Venezia, 1757 -1758 Dedicata alla Sagra Imperial Maestà di Elisabetta Petrowna imperatrice di tutte le Russie). Come anche l’Atlante Dantesco di John Flaxman, le illustrazioni di Francesco Scaramuzza e quelle più celebri di Gustave Doré (Parigi, Hachette 1861).

La tradizione figurativa dantesca come vera e propria forma di espressione del messaggio poetico e metaforico di Dante

Lo stesso direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, Salvatore Buonomo, ci spiega l’importanza di questa rassegna. “L’importante ed ampia presenza nelle raccolte della Biblioteca dell’opera dell’Alighieri ci permette di offrire una rassegna sistematica dell’iconografia della Divina Commedia e di seguirne l’evolversi. Gli splendidi manoscritti della seconda metà del Trecento e del Quattrocento testimoniano l’impegno e l’accuratezza che i disegnatori hanno dedicato fin dal primo momento ad illustrare la Commedia al pari dei testi sacri. La tradizione figurativa dantesca si sviluppa e inserisce in piena autonomia nell’ambito delle correnti artistiche. Del gusto del momento diventando una vera e propria forma di espressione del messaggio poetico e metaforico di Dante.“

Tra i manoscritti esposti troviamo splendidi miniati, il più antico di questi è quasi coevo della Divina Commedia. Il documento risale alla seconda metà del trecento e presenta settantasei disegni a penna, talvolta leggermente coloriti in rosso. I disegni sono riconducibili alla cultura figurativa del periodo in Umbria.

Riccamente miniato è un altro codice della fine 300 ed inizio 400 proviene dalla collezione del medico e bibliofilo Domenico Cotugno. Il codice contiene il poema dantesco con il commento di Francesco da Buti che incornicia il testo. Appartiene alla collezione farnesiana, invece, il manoscritto datato al 1411 con iniziali miniate. Significativa quella posta ad apertura del Purgatorio che raffigura Dante e Virgilio sovrastati dalle anime purganti.

In ogni epoca grandi artisti si sono cimentati nell’illustrazione del divina Commedia. Tra questi anche Sandro Botticelli e Salvator Dalì

“Illustrare la Divina Commedia è sempre stato un compito difficoltoso. In ogni epoca si sono cimentati artisti anche di chiara fama da Sandro Botticelli a Salvatore Dalì.” Aggiunge il direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, Salvatore Buonomo. “Ma la mostra al magnetismo scenografico abbina l’emozione di offrire in visione autografi originali e esclusivi che documentano l’interesse per l’opera dell’Alighieri da parte di autori come Leopardi e De Sanctis.”

Di Giacomo Leopardi sono esposte alcune pagine autografe dello Zibaldone e la canzone Sopra il monumento di Dante con note di pugno del poeta.

Tra le rarità in mostra le tavole in rame di Giovan Giacomo Machiavell. Sono le tavole dei disegni originali realizzati da Machiavelli tra il 1806 e il 1807, che affiancano l’edizione della Commedia curata da Filippo Machiavelli. Edizione apparsa a Bologna per Gamberini e Parmeggiani tra il 1819 e il 1821 con le 101 tavole dell’incisore.

divina commedia

L’arte ri… Parte: gemme letterarie

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Due giorni di presentazioni di libri organizzata da Talentum production di Marcello Radano e l’Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema di Gianni Sallustro. Il 25 e 26 settembre al teatro Tin Teatro con la direzione artistica della giornalista Roberta D’Agostino

Due giorni di presentazioni di libri organizzata da Talentum production di Marcello Radano e l’Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema di Gianni Sallustro. Il 25 e 26 settembre al teatro Tin Teatro con la direzione artistica della giornalista Roberta D’Agostino

Sabato 25 alle ore 11 appuntamento con Grand Central Terminal di Stella Cervasio e Alessandro Vaccaro

L’arte ri…parte sabato 25 alle ore 11.00 con i giornalisti Stella Cervasio ed Alessandro Vaccaro che presentano il loro libro “Grand Central Dream”. Il libro è pubblicato da Francesco D’Amato editore nella collana “Orsa maggiore”. È un viaggio nella monumentale stazione di New York tra arte, cinema e letteratura, con excursus storici e filosofici. Particolare di “Grand Central Dream” è l’invito concreto a lasciarsi cullare dalla musica: infatti inquadrando con lo smartphone il codice QR stampato all’interno del libro si accederà a un’originale playlist su Spotify. Un’ideale colonna sonora in grado di restituire durante la lettura le atmosfere di un edificio e di una metropoli che non dormono mai.

Grand Central Terminal, a New York, è la stazione con più binari al mondo. Un luogo della mente, un riferimento per l’immaginario collettivo. Lo incontriamo nei best seller e nei romanzi di autori esordienti, nei capolavori del cinema e nelle pellicole meno note. Come in un gioco di specchi, libri e film rinviano a una realtà diversa da quella che conosciamo: un portale, che immette nel cuore di un sogno.

Carmine Aymone presenta “Yes i know… Pino Daniele” Tra pazzia e blues: storia di un Masaniello newpolitano

Sempre il 25 ma alle 17.00 il giornalista Carmine Aymone presenta il suo libro “YES I KNOW… PINO DANIELE. Tra pazzia e blues: storia di un Masaniello newpolitano” (Hoepli), con la prefazione di Maurizio de Giovanni e la postfazione di Peppe Lanzetta; il libro è a cura di Ezio Guaitamacchi, direttore della collana di musica della Hoepli, le foto sono di Lino Vairetti e Dino Borelli. A 5 anni dalla scomparsa e a 65 anni dalla nascita del grande Pino Daniele, il volume è uno dei più esaustivi sulla vita dell’artista napoletano più influente della musica italiana. Tante le testimonianze inedite e più di sessanta interviste al jet set italiano e internazionale.

Camine Aymone ha intervistato e raccolto, in 30 anni di giornalismo “on the road” i contributi di: Chick Corea, Al Di Meola, Peter Erskine, Jim Kerr (Simple Mind), Phil Manzanera, Pat Metheny, Marcus Miller, Phil Palmer, Gino Vannelli, Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni, Gino Paoli, Lucio Dalla, Negrita, Giuliano Sangiorgi, Niccolò Fabi…e di tutti gli eroi del neapolitan power.
 Il libro si avvale della preziosa collaborazione del figlio Alessandro Daniele e della “Pino Daniele Trust ONLUS” che hanno condiviso, con l’autore, ricordi e aneddoti legati alla vita del “mascalzone latino”.

Conclude la due giorni, la presentazione del libro di Nausica Ronca e Tonino Scala Scrivenno Magnanno

Domenica 26 settembre alle 11.00, conclude la due giorni, la presentazione del libro di Nausica Ronca e Tonino Scala Scrivenno Magnanno. Con gli autori sarà presente Franco Simeri. Quando una chef incontra uno scrittore, i due non possono che iniziare a scrivere mangiando.

Nasce così Scrivenno Magnanno da un incontro che si trasforma in un viaggio. Un gran bel viaggio nella storia, nelle leggende, nella cultura enogastronomica di piatti semplici, ma ricchi, della tradizione campana. Una miscellanea di aneddoti pregni di colori, di tinte sfumate, di calore, un gioco di richiami e rimandi suggestivi ad un passato che vive nel presente.
Scrivenno Magnanno, con ironia, accompagna il lettore in un affascinante itinerario gastronomico svelando le prospettive del tempo, rievocando immagini e profumi di luoghi e persone. Piccole e grandi storie che son la storia, non solo culinaria, della Campania.

L’arte ri..parte – note per gli spettatori

Ingresso libero fino ad esaurimento posti
All’ingresso sarà misurata la temperatura corporea
Ingresso consentito solo ai possessori di green pass o di tampone eseguito nelle ultime 48 ore come da disposizioni ministeriali.
La capienza del teatro è limitata al 50 per cento dei posti disponibili

Radice. Il primo album dei Simple Mood pubblicato da Soter

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Simple Mood - Radice

Mercoledì 22 Settembre alla Feltrinelli di Napoli sarà presentato il primo album dei Simple Mood: Radice. Lo showcase sarà moderato dal giornalista Giuliano Delli Paoli

Verrà presentato mercoledì 22 settembre, alle ore 18, presso la Feltrinelli di Napoli (via Santa Caterina a Chiaia, 23, in piazza dei Martiri) “Radice”, il primo album dei Simple Mood. Radice è pubblicato dall’etichetta Soter e distribuito da Self, ed è disponibile in tutti i negozi di dischi.

A moderare la presentazione del lavoro al pubblico sarà il giornalista Giuliano Delli Paoli (Corriere del Mezzogiorno). La copertina del disco rappresenta l’intento del duo, quello di far diventare il progetto una robusta pianta di note continue. Incentrato sulla verità dei sentimenti, vissuti da un individuo ma comuni a tutti.

Il lavoro discografico vede al timone Daniele Franzese, noto producer dell’indie campano (Aleam, Devil A, Greg Rega). Franzese è anche l’abile hit maker di Clementino e per la recente versione del quarantennale di Polisex (40th), brano cult di Ivan Cattaneo e varie produzioni fra le quali, per Riserva Moac ed altri.

Franzese ha rinnovato la proposta funky dei Simple Mood, rispettandone le radici blues e soul, ma rendendola sapientemente pop e comunicativa, coinvolgendo alla batteria Salvatore Zannella. Salvatore che ricordiamo collaborare già con gli Almamegretta e Capone & BungtBangt.

Radice. Il disco

Travolgente l’apertura del disco con il ritmo crescente di Penso troppo in cui la prima battaglia nell’accettazione di una verità scomoda, è scandita dalle vigorose batteria e chitarre. Il disco propone un totale di 11 tracce per un viaggio all’interno delle emozioni che ci travolgono nelle varie stagioni della nostra vita, partendo dall’infanzia con “Neve” per arrivare a “Comodo” il singolo che ha annunciato l’album.

Comodo è un brano prodotto artisticamente e arrangiato dal pluripremiato cantautore e musicista Giovanni Block con Stefano Formato e con Ceppe alla regia del relativo videoclip. Un invito a non giacere nella inetta e ‘comoda’ solitudine, soltanto perché scottati profondamente in un’esperienza vissuta con autenticità.

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