sabato 26 Aprile 2025
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Archivio Storico set del film Maccheroni

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Una location del film Maccheroni di Ettore Scola è nei pressi dell'Archivio Storico del Banco di Napoli. Il film ha come protagonisti Marcello Mastroianni e Jack Lemmon
Una location del film Maccheroni di Ettore Scola è nei pressi dell'Archivio Storico del Banco di Napoli. Il film ha come protagonisti Marcello Mastroianni e Jack Lemmon

Una location del film Maccheroni è nei pressi dell’Archivio Storico del Banco di Napoli. Superato l’incrocio con l’asse di via Duomo, Robert Traven (Jack Lemmon) si muoverà in direzione dell’Archivio Storico del Banco di Napoli per cercare il suo amico Antonio (Mastroianni). Robert Traven, vicepresidente di una grande società americana, è a Napoli per lavoro. Viene contattato da Antonio, conosciuto nel ‘46 quando era a Napoli da soldato ed era fidanzato con la sorella Maria. La fredda reazione di Robert delude Antonio che coltiva invece una vera devozione per il vecchio amico. Nel restituirgli una foto, Robert entra nel mondo di Antonio e scopre che l’uomo ha continuato a scrivere lettere a suo nome, costruendo l’immagine di un eroe americano amico di famiglia. Robert è progressivamente coinvolto dal calore dell’amico, tanto da non poterne fare più a meno. Al momento della partenza anticipata per un problema, Robert decide di aiutare l’amico che è nei guai a causa del figlio, preso di mira dalla criminalità per dei soldi sottratti al giro del lotto clandestino. Robert risolve la situazione, ma Antonio, colpito alla testa, viene dato per morto. Essendoci due precedenti in cui l’uomo si era miracolosamente risvegliato esattamente a ora di pranzo, mentre la famiglia era a tavola, il rito è ripetuto in presenza di Robert: per l’ennesima volta l’evento non si fa attendere.

Via dei Tribunali, che conduce all’Archivio Storico del Banco di Napoli, è anche location della pellicola Mangia, prega, ama. La protagonista Elizabeth (Julia Roberts) resta affascinata dalla vivacità della città. Oltre a Lemmon e alla Roberts, questa strada è frequentata da altri due rappresentanti del cinema statunitense, Terry Gilliam e John Turturro, registi rispettivamente di The Wholly Family e Passione.

L’Archivio Storico del Banco di Napoli custodisce documenti bancari che vanno dalla metà del Cinquecento ad oggi. I documenti si dividono in due grandi categorie: scritture patrimoniali e apodissarie. Le prime riguardano la gestione del patrimonio fruttifero dei banchi mentre le seconde si riferiscono all’attività di raccolta dei depositi e l’emissione di bancali. L’Archivio Storico custodisce pergamene, libri di cassa, di terze, di confidenze, libri dei conti riguardanti i depositi della clientela e gli eventi storici di Napoli e del Mezzogiorno. La raccolta dell’Archivio Storico è una una preziosa testimonianza di documenti e notizie riguardanti Napoli e il Mezzogiorno.

 

Pio Monte della Misericordia set di Passione

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Il Pio Monte della Misericordia è una location del film Passione, diretto da John Turturro
Il Pio Monte della Misericordia è una location del film Passione, diretto da John Turturro

Il Pio Monte della Misericordia, dove si trova la splendida tela di Caravaggio che raffigura le Sette opere di Misericordia, è la location di Passione. E’ visibile nella performance, girata da Turturro, con il cantante Fausto Cigliano che esegue la canzone Catarì.

Il Pio Monte della Misericordia è una delle più antiche istituzioni benefiche della città. L’istituzione ha sede nell’edificio progettato da Francesco Antonio Picchiatti. La facciata è a due piani. Il Pio Monte della Misericordia comprende il Palazzo, la Chiesa e la Quadreria. La chiesa ha sette cappelle per accogliere un quadro tratto dal tema di una delle opere di misericordia. Sull’altare maggiore è presente uno dei capolavori di Caravaggio: Le sette opere di Misericordia. Le cappelle laterali accolgono dipinti di Battistero Caracciolo, Fabrizio Santafede, Giovanni Vincenzo D’Onofrio detto il Forlì, Giovan Bernardo Azzolino e Luca Giordano. Al primo piano, a sinistra del porticato, si accede alla Quadreria che custodisce dipinti di artisti italiani e stranieri, databili dal Cinquecento all’Ottocento, donati al Pio Monte della Misericordia. I nuclei principali della collezione sono costituiti dalle donazioni del pittore Francesco De Mura e della nobildonna Sofia Capace Galeota. Nei diversi ambienti sono conservati mobili neoclassici e paramenti sacri. Il Pio Monte della Misericordia custodisce anche un ricco patrimonio documentario: l’Archivio Storico.

Castel Capuano location del film Mi manda Picone

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Mi Manda Picone è un film del regista Nanni Loy con protagonisti Giancarlo Giannini e Lina Sastri. Una location del film è Castel Capuano
Mi Manda Picone è un film del regista Nanni Loy con protagonisti Giancarlo Giannini e Lina Sastri. Una location del film è Castel Capuano

Castel Capuano, sede del Tribunale di Napoli, fa da ambientazione a tanti film, tra i quali Mi manda Picone.
Un metalmeccanico dell’Italsider si dà fuoco nella sala del consiglio comunale di Napoli, dichiarandosi minacciato di licenziamento da parte dell’azienda. Soccorso da un’ambulanza, di lui non si trova più traccia. Luciella, sua moglie, chiede aiuto a Salvatore Cannavacciuolo, il quale viene poco alla volta coinvolto nella vita di Picone, scoprendo che ha a che fare con faccende poco pulite. All’inizio ne approfitta ma poi si innamora di Luciella. Quando la donna organizza il funerale, intuiscono che, forse, l’uomo non è morto.
Castel Capuano, detto anche La Vicaria, chiude la lunga via dei Tribunali. Il castello, fondato nella seconda metà del XII secolo da Guglielmo I, fu ampliato da Federico II di Svevia e fortificato da Carlo I. Nel 1535 dimorò Carlo V, che donò il castello a Filippo di Lannoy principe di Sulmona, suo cavaliere, il quale apportò alcune modifiche. Nel 1540, il vicerè Pedro de Toledo riunì tutti i tribunali in un’unica sede, trasformando Castel Capuano in palazzo di Giustizia. I progetti di trasformazione furono affidati agli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa. Nel corso degli anni sono avvenuti altre opere di trasformazione.

Pio Monte della Misericordia

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La fotografia mostra Le sette opere di MIsericordia, opera di Caravaggio che si trova nella Chiesa del Pio Monte della Misericordia
La fotografia mostra Le sette opere di MIsericordia, opera di Caravaggio che si trova nella Chiesa del Pio Monte della Misericordia

Il Pio Monte della Misericordia, una delle più antiche istituzioni benefiche della città, ha origine nel 1602 quando sette nobili napoletani decidono di istituire un ente dedicato alle sette opere di misericordia corporale, da qui il nome di Monte della Misericordia. L’istituzione ha sede nell’edificio progettato da Francesco Antonio Picchiatti. La facciata a due piani presenta, nella parte inferiore, un portico a cinque ampie arcate su pilastri che immettono sugli ingressi al cortile e alla chiesa, non visibile all’esterno. Il portico serviva per accogliere i bisognosi e per sottolineare la funzione benefica dell’ente. Il Pio Monte della Misericordia comprende il Palazzo, la Chiesa e la Quadreria. La chiesa, a pianta ottagonale, è sormontata da una cupola. Ha sette cappelle per accogliere un quadro tratto dal tema di una delle opere di misericordia. Sull’altare maggiore è presente uno dei capolavori di Caravaggio: Le sette opere di Misericordia, opera commissionatagli nel 1606. Le cappelle laterali accolgono dipinti di Battistero Caracciolo, Fabrizio Santafede, Giovanni Vincenzo D’Onofrio detto il Forlì, Giovan Bernardo Azzolino e Luca Giordano. Al primo piano, a sinistra del porticato, si accede alla Quadreria che custodisce dipinti di artisti italiani e stranieri, databili dal Cinquecento all’Ottocento, donati al Pio Monte della Misericordia. I nuclei principali della collezione sono costituiti dalle donazioni del pittore Francesco De Mura e della nobildonna Sofia Capace Galeota. Il lascito di De Mura è formato da dipinti e bozzetti che documentano le varie fasi della sua attività. Nei diversi ambienti sono conservati mobili neoclassici e paramenti sacri. Il Pio Monte della Misericordia custodisce anche un ricco patrimonio documentario: l’Archivio Storico.

Piazza Riario Sforza e The Wholly Family

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Terry Gilliam e Cristiana Capotondi sul set di The Wholly Family. Una location del cortometraggio di Gilliam è Piazza Riario Sforza
Terry Gilliam e Cristiana Capotondi sul set di The Wholly Family. Una location del cortometraggio di Gilliam è Piazza Riario Sforza

Piazza Riario Sforza è il set di The Wholly Family. Nel cortometraggio di Gilliam, i genitori di Jake ricordano il loro primo incontro in Piazza Riario Sforza, location del documentario sulla canzone napoletana di Turturro Passione, in cui si svolge una parte della performance di Enzo Avitabile. The Wholly Family, scritto e diretto da Terry Gilliam, è un omaggio alla città partenopea. Il regista è rimasto affascinato da Napoli, dal centro storico e dai presepi, che sono un elemento centrale del cortometraggio.

Piazza Sisto Riario Sforza presenta uno spazio urbano ridotto. La piazza ha origine antica e sin dal xv secolo è un luogo urbano di interesse architettonico e artistico. E’ in Piazza Riario Sforza che si svolgevano i festeggiamenti in onore di San Gennaro ed è qui che la Deputazione del Tesoro di San Gennaro, per tener fede al voto fatto dai napoletani in segno di ringraziamento per lo scampato pericolo durante l’eruzione del Vesuvio del 1631, decide di collocare la guglia di San Gennaro. Il progetto è affidato a Cosimo Fanzago. La guglia diventa l’elemento dominante e centrale della piazza, come accade per piazza del Gesù Nuovo e Piazza San Domenico Maggiore.

Piazza Sisto Riario Sforza

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In fotografia si vede l'Obelisco di San Gennaro in Piazza Sisto Riario Sforza
In fotografia si vede l'Obelisco di San Gennaro in Piazza Sisto Riario Sforza

Piazza Sisto Riario Sforza presenta uno spazio urbano ridotto. La piazza ha origine antica e sin dal xv secolo è un luogo urbano di interesse architettonico e artistico. Lo slargo, fino all’allargamento ottocentesco di via Duomo, è stato l’ingresso della Cattedrale. E’ in Piazza Sisto Riario Sforza che si svolgevano i festeggiamenti in onore di San Gennaro ed è qui che la Deputazione del Tesoro di San Gennaro, per tener fede al voto fatto dai napoletani in segno di ringraziamento per lo scampato pericolo durante l’eruzione del Vesuvio del 1631, decide di collocare la guglia di San Gennaro, la più antica della città. Il progetto è affidato a Cosimo Fanzago, che progetta un basamento con volute che terminano con un capitello ionico e in cima è collocata la statua bronzea di San Gennaro, opera di Tommaso Montani e dei fratelli Monterosso. La guglia diventa l’elemento dominante e centrale della piazza come accade per Piazza del Gesù Nuovo e Piazza San Domenico Maggiore.

Piazza Sisto Riario Sforza fa da set al cortometraggio The Wholly Family.

Location del film Viaggio in Italia di Rossellini

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Location del film Viaggio in Italia di Rossellini è il Museo Archeologico Nazionale a Napoli
Location del film Viaggio in Italia di Rossellini è il Museo Archeologico Nazionale a Napoli

Location del film Viaggio in Italia di Rossellini è il Museo Archeologico Nazionale. C’è un’indimenticabile sequenza di Viaggio in Italia, in cui la straniera Katherine (Ingrid Bergman) è rapita dallo splendore delle sculture e dal fascino di una cultura millenaria, tuttora palpabile nelle sale museali e in opere come l’Ercole Farnese e il cosiddetto Toro Farnese. Nella sua biografia, Ingrid Bergman racconta le difficoltà incontrate dal protagonista maschile, l’attore George Sanders, nell’adattarsi ai metodi di lavoro del regista Roberto Rossellini, che non usava scrivere un copione ben definito e spesso lasciava per intere giornate gli attori in attesa di istruzioni. Abituato alle sceneggiature dettagliate di Hollywood, Sanders entrò profondamente in crisi, trascorrendo molte ore al telefono col suo psicanalista. Appena si liberava dalle riprese, Sanders raggiungeva il suo amico Humphrey Bogart a Ravello, impegnato sul set del film Il tesoro dell’Africa.

Il Museo Archeologico Nazionale Napoli vanta un ricco repertorio di opere d’arte che rivestono notevole interesse archeologico. Nel 1777, il re Ferdinando IV decide di utilizzare il Palazzo degli Studi come sede del Museo Borbonico e della Real Biblioteca. Il progetto dei Borbone era quello di riunire in un unico complesso la ricca collezione Farnese e i numerosi reperti venuti alla luce a Pompei ed Ercolano.

Museo Archeologico Nazionale Napoli

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Museo Archeologico Nazionale Napoli L'immagine mostra la statua del Toro Farnese, collocata all'interno
L'immagine mostra la statua del Toro Farnese, collocata all'interno del Museo Archeologico Nazionale Napoli

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli vanta un ricco repertorio di opere d’arte che rivestono notevole interesse archeologico. Nel 1777, il re Ferdinando IV decide di utilizzare il Palazzo degli Studi come sede del Museo Borbonico e della Real Biblioteca. Il progetto dei Borbone era quello di riunire in un unico complesso la ricca collezione Farnese e i numerosi reperti venuti alla luce a Pompei ed Ercolano. I lavori di ampliamento per convertire il Palazzo degli Studi in un museo sono affidati a Ferdinando Fuga e, alla sua morte, a Pompeo Schiantarelli, il quale aggiunge un piano e un emiciclo sul retro. I lavori di ristrutturazione proseguono anche nell’Ottocento ed è Pietro Bianchi a completare l’edificio con l’ampliamento della parte nord orientale e la sistemazione della statua di Ferdinando I in una nicchia al centro dello scalone. Nel 1801, la Real Biblioteca di Napoli è aperta al pubblico mentre durante il decennio francese si inaugurano le prime collezioni del Museo Reale. Nel 1816 il museo è inaugurato con il nome di Real Museo Borbonico e nel 1860, con l’unità d’Italia, diventa proprietà dello Stato e muta la sua denominazione in Museo Nazionale. Nel XIX secolo, il museo si arricchisce di collezioni private e di reperti rinvenuti duranti gli scavi. I trasferimenti della Biblioteca nel Palazzo Reale di Napoli e della Pinacoteca nel Museo di Capodimonte conferiscono al museo l’attuale fisionomia di Museo Archeologico, che diventa sede delle collezioni di antichità. Il Museo Archeologico Nazionale è suddiviso in varie sezioni tematiche e conserva opere databili dall’età preistorica alla tarda antichità. Il percorso porta il visitatore a scoprire la galleria dei marmi arcaici, dei grandi maestri, la collezione epigrafica, egizia, numismatica, i mosaici e tanto altro. Una sosta merita la collezione Farnese che comprende la collezione di gemme e statue come l’Ercole Farnese e il gruppo scultoreo del Toro Farnese.

Location del film Viaggio in Italia di Rossellini è il Museo Archeologico Nazionale.

Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco

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La Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco è conosciuta per il culto delle anime pezzentelle
La Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco è conosciuta per il culto delle anime pezzentelle

Il complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco si trova lungo il Decumano Maggiore, nel cuore del centro antico della città. La barocca chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, chiamata la chiesa de “e’ cape e morte”, è dedicata al culto delle anime del Purgatorio. Infatti ogni parte del complesso monumentale (la chiesa, l’Ipogeo, il museo dell’Opera e l’archivio) è un rimando al culto dei defunti. Il culto delle “anime pezzentelle” è la cura dei resti dei defunti di identità sconosciuta, le anime “pezzentelle”, che vagano in Purgatorio in cerca dell’alleviamento delle pene: il “refrisco”. La chiesa, dedicata alle anime del Purgatorio, è detta “ad Arco” per la presenza di un arco all’incrocio tra via dei Tribunali, via Nilo e via Atri su cui si ergeva una torre medievale, oggi scomparsa, che accoglieva il Sedile Montagna, cioè il seggio delle istituzioni amministrative del quartiere. Nel 1604 è fondata una confraternita di nobili per raccogliere fondi da destinare alla celebrazione di messe in suffragio dei defunti, ma il successo dell’iniziativa è tale da avere i soldi per commissionare una chiesa, consacrata nel novembre del 1638. La chiesa si articola su due livelli: il primo rimanda alla dimensione terrena, mentre il secondo al Purgatorio. L’interno accoglie opere di Massimo Stanzione, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Dionisio Lazzari, Giacomo Farelli e Girolamo De Magistro. Il Museo dell’Opera, collocato negli ambienti della sagrestia e dell’Oratorio dell’Immacolata, accoglie oggetti legati alle pratiche devozionali, una serie di manoscritti provenienti dall’Archivio Storico dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco, dipinti e manufatti, realizzati tra il XVII e il XIX secolo. Poi c’è l’Ipogeo, dove si svolge il culto delle anime del Purgatorio. Lungo le pareti laterali si trovano nicchie, scarabattoli e piccoli altarini. L’Archivio Storico dell’Opera Pia si trova al terzo piano dell’edificio posto alle spalle della chiesa. L’ archivio custodisce circa duemila pezzi tra documenti, fascicoli, registri contabili, miscellanee, cinquecentine e secentine.

La basilica di San Lorenzo Maggiore

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L'area archeologica del complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore conserva i resti della città greco-romana e altomedievale
L'area archeologica del complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore conserva i resti della città greco-romana e altomedievale

La basilica di San Lorenzo Maggiore fa da set a due pellicole che hanno come protagonista Marcello Mastroianni. In una sequenza di Maccheroni, Antonio Jasiello va a prendere il nipote al catechismo, nei pressi della basilica di San Lorenzo Maggiore. In Stanno tutti bene, Matteo Scuro assiste divertito alle invettive di un pazzo (Leo Gullotta), che minaccia la folla dalla sommità di un palazzo.

Il Complesso monumentale San Lorenzo Maggiore si trova nel cuore del centro antico della città partenopea. La chiesa, costruita su un’area della città greco-romana e paleocristiana, è stata innalzata a partire dal 1270 seguendo uno stile gotico. La basilica di San Lorenzo Maggiore colpisce per il deambulatorio a cappelle radiali, l’abside poligonale, il presbiterio a pilastri polistili, costoloni e volte a crociere.  Vi hanno lavorato artisti come Massimo Stanzione, Tino da Camaino, Cosimo da Fanzago, Francesco De Mura, Colantonio e Simone Martini. Il complesso monumentale di San Lorenzo comprende anche il convento.  Accanto si trova il campanile con i suoi quattro piani e la statua di San Lorenzo. A sinistra dell’androne si accede al settecentesco Chiostro, che emerge tra i resti dell’antico “macellum” e ha al centro un pozzo realizzato da Cosimo Fanzago. Dal chiostro si accede ad altre sale del convento e agli scavi archeologici, che sono i resti della città greco-romana e altomedievale. Importante è anche il Museo dell’Opera di San Lorenzo Maggiore poiché racconta la storia di Napoli dall’età classica sino all’Ottocento. Il complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore riveste importanza religiosa, artistica e culturale ma anche storica.