martedì 1 Aprile 2025
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Il Teatro di San Carlo è il più antico teatro operante in Europa

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Teatro di San Carlo

Il Teatro di San Carlo è il più antico teatro in Europa costruito nel 1737

Il Teatro di San Carlo è il più antico teatro operante in Europa: costruito, per volontà di Carlo di Borbone, nel 1737 ed inaugurato il 4 novembre dello stesso anno, giorno onomastico del Sovrano. Con una data di nascita che anticipa di 41 anni la Scala di Milano e di 51 la Fenice di Venezia, costituisce il simbolo della città di Napoli.
La bellezza di questa sala travalica il tempo e lo spazio per giungere fino ai nostri giorni, intrisa di un fascino antico ma sempre vivo.

Tutti i più grandi artisti prima o poi hanno calcato le scene del Teatro di San Carlo

Tutti i più grandi artisti prima o poi hanno calcato le scene del Teatro: Gioachino Rossini a soli 23, nel 1815, firma la sua prima opera al San Carlo: Elisabetta Regina d’Inghilterra. A comporre 17 opere per il San Carlo fu, invece, il compositore bergamasco Gaetano Donizetti. Ancora, Niccolò Paganini che nel 1819 vi tiene ben due concerti. Un palcoscenico prestigioso quello partenopeo, di cui si è innamorato anche Vincenzo Bellini, che nel 1826 debutta con Bianca e Gernando, opera prima scritta proprio per il San Carlo.

Nella notte del 12 febbraio del 1816 un incendio devasta l’edificio del Massimo napoletano.

La ricostruzione, compiuta nell’arco di nove mesi fu diretta da Antonio Niccolini. A parte la creazione del “golfo mistico” e la creazione del nuovo Foyer, il Teatro non ha subito mutamenti sostanziali ed oggi si presenta così come la vide Stendhal la sera della seconda inaugurazione, il 12 gennaio 1817: “ Non c’è nulla in tutta Europa che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita..”

Associazione Teatro Stabile della città di Napoli

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Foto esterno Teatro Stabile Napoli

L’Associazione Teatro Stabile della città di Napoli nasce nel 2002 nel settecentesco edificio del Teatro Mercadante per iniziativa di Regione Campania

L’Associazione Teatro Stabile della città di Napoli nasce nel 2002 nel settecentesco edificio del Teatro Mercadante per iniziativa di Regione Campania, Comune di Napoli, Provincia di Napoli, Comune di Pomigliano d’Arco, Istituzione Comunale per la Promozione della Cultura della Città di San Giorgio a Cremano. Soltanto tre anni dopo, il 23 giugno 2005, ottiene il riconoscimento ministeriale di “Teatro Stabile ad iniziativa pubblica”.

Un modello creativo e organizzativo unico nel panorama teatrale italiano.

Fin dalla sua fondazione, lo Stabile s’è distinto per un modello creativo e organizzativo unico nel panorama teatrale italiano. Al direttore e agli organi istituzionali (presidente, consiglio d’amministrazione) si aggiunge infatti la presenza di un comitato artistico formato da personalità della cultura e del teatro: una pluralità di voci impegnata nell’elaborazione di progetti d’ampio respiro da proporre a una capitale europea della cultura come Napoli.
La risposta alle sollecitazioni provenienti dagli ambienti della tradizione e della ricerca teatrale contemporanea, l’impegno a favorire l’incontro tra le diverse generazioni del teatro, il desiderio di soddisfare le esigenze del pubblico e – nello stesso tempo – di stimolarlo ad addentrarsi in percorsi meno “sicuri” ma tanto più vivi e avvincenti, sono stati i punti di forza che hanno portato il Teatro Stabile di Napoli a estendere il proprio raggio di attività ad altre due sale, il Ridotto e il San Ferdinando, il bellissimo teatro di Eduardo De Filippo.
Dal 2015, lo Stabile di Napoli è entrato, inoltre, nel novero dei Teatri Nazionali italiani.

La nuova stagione del Teatro Stabile di Napoli: una stagione d’autore!

Internazionale ma napoletana, teatrale ma coreografica, shakespeariana ma musicale, la seconda stagione del Teatro Nazionale di Napoli nasce nel segno della varietà.
Una stagione d’autore che accoglie un ricco programma di 21 titoli classici e contemporanei, ma anche di danza e musicali, all’insegna di una pluralità di voci e stili del panorama italiano e di quello internazionale:

LIOLÀ Pirandello
MACBETH Shakespeare
NATALE IN CASA CUPIELLO De Filippo
UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO Williams
IL GIUOCO DELLE PARTI da Pirandello
MISERIA E NOBILTÀ Scarpetta
LA CREATURA DEL DESIDERIO Camilleri
FERDINANDO Ruccello
SCANDALO Schnitzler
MINETTI Bernhard
MAL’ESSERE da Shakespeare
GIULIO CESARE Shakespeare
IL GENIO DELL’ABBANDONO Marasco
MADAME PINK Arias/De Ceccaty
LE TROIANE Euripide
CIRCUS DON CHISCIOTTE Cappuccio
ROCCO/EXTREMALISM Greco/Scholten
YAMA Wertheim
ORESTEA Eschilo
MORTE DI DANTON Büchner

Per ulteriori informazioni www.teatrostabile.it

Alla ricerca dell’anello di Sofia

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oro di napoli
The Gold of Naples (1954 Italy) aka L' Oro di Napoli Directed by Vittorio De Sica Shown: Sophia Loren, Giacomo Furia

Alla ricerca dell’anello di Sofia

L’indimenticabile episodio de L’oro di Napoli interpretato da Sofia Loren, procace pizzaiola che si lancia col marito Rosario alla ricerca dell’anello finito nell’impasto di una pizza. Nel rione Materdei è possibile ritrovare intatti i suggestivi ambienti che hanno fatto da sfondo al film di De Sica.

Lungo questo itinerario è possibile visitare

Cappella Sansevero
Piazza Bellini
Accademia Di Belle Arti

I luoghi del cinema e la Napoli cinematografica

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Luoghi del cinema

Napoli, la città più cinematografica del mondo

Napoli, è stata definita da Vittorio De Sica, la città più cinematografica del mondo. Napoli con la sua scenografia naturale ed il so talento inesauribile è sempre stata per il cinema fonte di ispirazione.

Il popolo napoletano è per sua natura ilpiùteatrale dei popoli: i napoletani sono attori inconsapevoli e Napoli fa da sfondo per raccontare le loro storie prestandosi agli obbiettivi di grandi registi come Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini, Ettore Scola, Nanni Loy

I luoghi del cinema

Per conoscere la napoli cinematografica vi suggeriamo i luoghi del cinemadove sono stati girati i film che hanno fatto la storia del cinema napoletano, ripercorrendo i luoghi dove sono passati Sofia Loren, Totò, Jack Lammon

La Bersagliera restaurant in Neapolitan movies

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In fotografia si vedono i protagonisti del film Viaggio in Italia cenare al ristorante La Bersagliera
In fotografia si vedono i protagonisti del film Viaggio in Italia cenare al ristorante La Bersagliera

La Bersagliera restaurant is the location of some movies where, Ingrid Bergman in “Viaggio in Italia”, Marcello Mastroianni and Jack Lemmon in “Maccheroni”, had dinner.

In the movie “Viaggio in Italia”, Katherine and Alex Joyce, an english couple arrived in Naples  to sell a house inherited. The couple had a short time of crisis and looked around individually the reality: she looked for the historical assets, while he looked for the entertainment. An altercation brought them near to divorce. They had a short tour in Pompey where Katherine was shocked by the exhumation of a couple interred into the lava. They were coming back home when they came across in a religious procession and were lost; They looked around and finally they met up again in a hug that introduce the new course of their relationship.

La Bersagliera restaurant is located in one of the most suggestive place of Naples. In 1919 madame Emilia Del Tufo, the bersagliera, started with the restaurant. She cooked for her family and sailors, very soon she earned the taste of many customers.

La Bersagliera restaurant has become one of the most famous restaurant of Naples and not only is hosting habitual customers but also very important person.

Mazz Babà antica pasticceria napoletana

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Mazz Babà è il luogo dove gustare l’antica tradizione pasticciera napoletana

Mazz Babà è il luogo dove gustare l’antica tradizione pasticciera napoletana; è al centro storico della città, tra i suoi vicoli e le sue leggende.

Dal 1935 Mazz Babà coltivia l’arte dell’antica tradizione pasticciera napoletana, del babà e oggi, come allora, i nostri maestri usano la stessa tecnica artigianale di tanti anni fa.
Mazz Babà non è solo il sinonimo del vero babà napoletano. Oggi è un concept bar adatto a tutti i momenti della giornata. Produciamo i classici della pasticceria napoletano e street food genuini, facili idee per un pranzo veloce, un brunch o un aperitivo.
Mazz Babà è il bar perfetto per la colazione del mattino, è il punto di riferimento per il pranzo nel centro storico, è la scelta giusta per sorseggiare un drink in compagnia degli amici la sera.

Dove si trova Mazz Babà

Mazz Babà si trova nel cuore di Napoli in via dei Tribunali 359
Tel. 081 459248 www.mazz.bar

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Il ristorante La Bersagliera nei film napoletani

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In fotografia si vedono i protagonisti del film Viaggio in Italia cenare al ristorante La Bersagliera
In fotografia si vedono i protagonisti del film Viaggio in Italia cenare al ristorante La Bersagliera

La Bersagliera restaurant is the location of some movies where Ingrid Bergman in “Viaggio in Italia”, Marcello Mastroianni and Jack Lemmon in “Maccheroni” had dinner.

In the movie “Viaggio in Italia”, Katherine and Alex Joyce, and english couple, arrived in Naples to sell a house inherited. The couple had a short time of crisis and looked around individually the reality: she looked for the historical assets while he looked for the entertainment. An altercation brought them near to divorce. They had a short tour in Pompey where Katherine was shocked by the exhumation of a couple interred into the lava. They were coming back home when they came across in a religious procession and were lost; they looked around and finally they met up again in a hug, that introduce the new course of their relationship.

La Bersagliera restaurant is located in one of the most suggestive place of Naples. In 1919 madame Emilia Del Tufo, the bersagliera, started with the restaurant. She cooked for her family and for sailors, very soon she earned the taste of many customers.

La Bersagliera restaurant has become one of the most famous restaurant of Naples and not only is hosting habitual customers but also very important person.

Maria Clotilde Cundari

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Maria Clotilde Cundari
Maria Clotilde Cundari

Maria Clotilde Cundari napoletana di nascita e napoletanissima per amore della sua città.

Maria Clotilde Cundari nata a Napoli il 5 maggio del 1950, si ritiene napoletanissima per amore della sua città, delle tradizioni, della cucina, dello sport, della musica, della fantasia, del folklore, e di tutto il meraviglioso spettacolo che offre la natura di Napoli. Maria Clotilde Cundari, due titoli di laurea e una seria dedizione al suo ruolo di insegnante svolto per quarant’anni, senza mai trascurare né la famiglia né gli hobbies: la prima, marito e due figli, i secondi, il disegno, la ceramica e, solo di recente il modellato presepiale stile ‘700 napoletano. Poi negli ultimi anni anche la tammorra, a cui si dedica suonando con il suo gruppo di amiche, “Le Signore della Tammorra”, guidate dal maestro Romeo Barbaro. Intanto la poesia ha accompagnato Maria Clotilde Cundari per tutta lavita, sempre in modo celato, trova il suo sfogo liberonella seconda parte del suo percorso, quello maturo, in cui abbandona il pudore che le aveva frenato la voglia di fare ascoltare la sua anima. Oggi Maria Clotilde Cundari esce allo scoperto e presenta le sue  poesie, per anni conservate nel cassetto dei sogni.

Dal libro di poesie “Emozioni in Parole – ‘E Pparole D”O Core
Scritto da Maria Clotilde Cundari. Edizioni Il Saggio

‘A Mela

Quanno Dio facett’o Paraviso
‘o facette comme le piaceva
‘nce mise primm’ Adamo e doppo a Eva,
e ‘o scopo Suio era ben preciso.
Facett’e piante, ‘e ciardine e pure ‘e sciure,
poi ‘nce mettette l’acqua co ‘e ruscelli…
Eva mostrava ‘e bellezze soie ‘a fora
e Adamo annuro, ‘nvece ‘e suoie  gioielli.
Po’ ‘nce  steva l’albero: chillo llà d’ ‘a mela,
ca – Nisciuno mai toccar doveva! –
ma ognuno ‘e lloro, e ‘a storia ‘o rivela,
nu pensierino ogni tanto s’ ‘o faceva.
E ‘a tentazione venette d’ ‘o serpente,
ca’ stuzzicava a Eva: “Cogli e magna!”
Vide tu, ma sta’ bestia fetente:
io vulesse sape’ ca ce guadagna
a provocà ‘sta povera guagliona
c’aspetta Adamo d’ ‘a mattina ‘a sera.
Nu jorno Adamo, pigliato d’ ‘a chiammata,
sentette salì ‘o sanghe cumm’a maie
e tanno, prennenno Eva mano ‘int ‘a mano,
dicette sti parole: “ME-LA DAI?”
Ma Eva, ch’ er’ ingenua propri’ assaie,
fraintese, e jiette a cogliere quel frutto…
e fu accussì, ca cumbinaie ‘o guaie!
Ma da tanno, ogni donna capì tutto:
‘a chillo juorno, ‘a femmena é cagnata,
e quando n’ommo chiede: “ME-LA DAI?”
…manco fernesce ‘e parlà ca’ già ‘nce’ a data

Church of Santa Caterina in Formiello

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Chiesa di Santa Caterina a Formiello
Chiesa di Santa Caterina a Formiello

With the high dome, the first one that was built in Naples and the elegance of the structure, the church of Santa Caterina in Formiello dominates the group of buildings of the sixteenth century, that create a Rinascimental atmosphere in Naples.

The most beautiful part of the monument is absolutely the side:it is developped on two extension, on them appear the system of corinthian lesene of piperno, that corresponds to the internal development of chapels; among the lesene we have the tabernacle windows with triangular pediment. In the end we have a trabeation of piperno that close the first order. Moreover we have four vault that connect the two orders, in contrast with the central nave.

The front has a tripartite layout like the controriformist churches. Related to the transept tambour-dome system, the doubling of lesene advise the main internal spaces; while the great circular window it’s the same on the opposite absidal wall and on transept wall, underlining the boards of the cross vault. The marble baroque gate it’s on the sixteenth century front: two corinthial columns support the tympanum, and from a recess appears the figure of Santa Caterina.

The current building appears on a previous church devoted to Santa Caterina d’Alessandria, who was martyr and virgin. Close to the convent of Frati Celestini, it was called a Formiello, because in the city penetrated the ancient aqueduct Bolla. The church was situated in the neighbouring of the city, into the new Aragon walls.

Thanks to the king Frederic of Aragon, the church of Santa Caterina had a new history. In 1498 the king gave it to Dominican monks of reformed confraternity of Lombardy’s congregation. They built the current church and the had it until the 1809, when Joachim Murat decided to demolish it.

The construction of the church of Santa Caterina in Formiello, with clear tuscan influences, was started at the begin of sixteenth century by Romolo Balsimelli, a settignan architect. The church was completed in 1539; later, in 1659, Francesco Antonio Picchiatti made the gate decorated with the sculpture of Santa Caterina.

Around the end of seventheenth century, the central nave had drastic restorations, that didn’t altered the original rinascimental lines, moreover were added modern decorations. Facing to the entry there is the monumental aedicule of San Gennaro made by Ferdinando Sanfelice, the chest of the saint was made by Domenico Antonio Vaccaro and the angels on the top were made by his father Lorenzo.

Chiesa di Santa Caterina a Formiello

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Chiesa di Santa Caterina a Formiello
Chiesa di Santa Caterina a Formiello

Con l’alta cupola, la prima che sia stata edificata a Napoli, e l’eleganza delle strutture, la chiesa di Santa Caterina a Formiello domina quell’insieme di edifici cinquecenteschi che formano un ambiente rinascimentale unico nella città di Napoli.

Il fianco è sicuramente la parte più bella e interessante del monumento: si sviluppa su due registri sui quali emerge il sistema di lesene corinzie di piperno corrispondente allo sviluppo interno delle cappelle; tra le lesene si alternano finestre a tabernacolo con timpano triangolare; chiude il primo ordine una marcata trabeazione ancora di piperno. A ricongiungere i due ordini sono collocate quattro volute che, oltre al carattere decorativo, contrastano la forte spinta della volta di copertura della navata.

La facciata riprende l’impaginato tripartito, tipico delle chiese controriformiste. In corrispondenza del transetto e nel sistema tamburo-cupola il raddopiamento delle lesene segnala l’articolazione degli spazi primari interni; mentre il finestrone circolare si ripete sull’oppsta parete absidale e slle pareti del transetto a sottolineare gli assi della crociera.
Il portale marmoreo barocco si sovrappone alla facciata cinquecentesca: due colonne corinzie sostengono il timpano spezzato dal quale da una nicchia viene fuori a mezzo rilievo l’immagine di Santa Caterina

L’attuale complesso sorge su di una precedente chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, vergine e martire, con annesso convento di frati celestini, ed era detta “a formiello” in quanto nei suoi pressi penetrava in città l’antico acquedotto della Bolla. La chiesa insisteva nella zona limitrofe della città, a ridosso della porta omonima ed entro la nuova cinta muraria aragonese che allargava lo spazio urbano.

Con re Federico d’Aragona iniziava per Santa Caterina una nuova e più ricca storia; egli la concesse nel 1498 ai padri domenicani della Congregazione riformata di Lombardia che edificarono l’attuale edificio sacro e lo tennero, senza interruzione, fino al 1809 quando fu decretata la soppressione del monastero per volontà di Gioacchino Murat.

La chiesa di Santa Caterina a Formiello, con chiari influssi toscani, venne iniziata agli inizi del Cinquecento su progetto dall’architetto settignanese Romolo Balsimelli, per poi essere completata nel 1593; il portale ornato con la statua della santa titolare è di Francesco Antonio Picchiatti (1659).

Verso la fine del Seicento la navata subì radicali restauri che tuttavia non ne modificarono le linee rinascimentali originali, ma videro sovrapporsi ad esse decorazioni di gusto più moderno.
Di fronte all’ingresso è posta la monumentale edicola di San Gennaro, di Ferdinando Sanfelice, al cui busto del santo lavorò però Domenico Antonio Vaccaro mentre gli angeli posti in alto sono del padre Lorenzo.