domenica 14 Dicembre 2025
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Per il ciclo “Giovedì del Benessere” Le virtù dello Zafferano

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Al museo Duca di Martina Le virtù dello Zafferano

Giovedì 25 gennaio per l’appuntamento con I Giovedì del Benessere al Museo Duca di Martina è di scena lo Zafferano.

Questo incontro è dedicato a una delle più antiche spezie: lo Zafferano. La leggenda narra che Croco amò la ninfa Smilace ma gli Dei non condivisero questo amore, così che lo trasformarono in un fiore bellissimo e prezioso. Lo Zafferano è una pianta utilizzata nell’arte tintoria, nella cosmesi ma anche come medicamento. Originaria dell’Asia Minore, la pianta dello Zafferano viene importata in Spagna dagli Arabi ed arrivò in Italia probabilmente con un monaco del Tribunale dell’Inquisizione nel XIV secolo anche se sembra che la sua coltivazione fosse già presente nell’Italia Meridionale.

Alla scoperta delle virtù dello Zafferano.

Per scoprire Le virtù dello Zafferano si  inizierà con una visita, insieme al direttore del Museo Duca di Martina Luisa Ambrosio, ai raffinati oggetti delle collezioni del museo, dedicati alle spezie e ai medicamenti, tra i quali si segnala una scatola per spezie di manifattura cinese, databile 1700-1799. Seguirà la conversazione con Clementina Iervolino, produttrice di  “Zafferano Vesuviano”. Infine una degustazione guidata offerta da Az. Agricola “Masseria Clementina” di Ottaviano.

Informazioni utili per partecipare all’evento

La partecipazione all’evento è con il biglietto ridotto del museo (2 euro).

Museo Duca di Martina | via Cimarosa 77 | via A. Falcone 171 | 80127 Napoli
orario: lun. – dom. 8.30-19.00 (ultimo ingresso ore 17,00) | martedì chiuso
Biglietto € 4,00 (intero); 2 (ridotto)
tel. 3339564880 – 0815788418 – pm-cam.martina@beniculturali.it
www.polomusealenapoli.beniculturali.it – facebook.com/museoducadimartina

Masquerade per la prima volta in Italia al Teatro Mercadante di Napoli

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Masquerade per la regia di Rimas Tuminas al Mercadante di Napoli

Il 27 e 28 gennaio al Teatro Mercadante di Napoli va in scena il capolavoro russo Masquerade  per la regia di Rimas Tuminas

Rimas Tuminas è uno dei maggiori registi teatrali contemporanei. Dal 2007 dirige il Teatro Vakhtangov di Mosca, uno dei maggiori teatri russi. Tuminas porta al Teatro Stabile di Napoli lo spettacolo Masquerade (in russo con sovratitoli in italiano). Masquerade è un capolavoro della letteratura che nel 1999 ha ricevuto il premio più importante del teatro russo, la Maschera d’oro.

Masquerade al Teatro Mercadante di Napoli il 27 e 28 gennaio.

Lo spettacolo il 27 e 28 gennaio al Teatro Mercadante di Napoli vede in scena gli attori russi Evgeny Knyazev, Mariia Volkova, Leonid Bichevin, Lidia Velezhova, Yury Shlykov, Alexander Pavlov, Aleksandr Ryshchenkov, Andrey Zaretskiy, Mikhail Vaskov, Oleg Lopukhov, Maria Berdinskikh, Ekaterina Simonova, Aleksandra Streltsina, Maria Shastina, Irina Dymchenko, Olga Nemogay, Vladimir Beldiyan, Yury Kraskov, Evgenii Piliugin, Evgeny Kosyrev. La scenografia è di Adomas Jacovskis, i costumi di Maxim Obrezkov, le luci di Maya Shavdatuashvilli, la musica di Faustas Latenas The Waltz di Aram Khachaturyan. La produzione è del Teatro Vakhtangov di Mosca.

Masquerade scopre una scomoda verità sulle moralità della società sanpietroburghese dell’epoca

Lo spettacolo Masquerade si basa su un dramma in versetti di uno dei migliori poeti romantici del XIX secolo Mikhail Lermontov. La piece infatti scopre una scomoda verità sulle moralità della società sanpietroburghese dell’epoca e descrive il carattere ribelle e lo spirito nobile del protagonista Eugène Arbénine spesso paragonato all’ Otello di Shakespeare Nel 1941 il famoso compositore Aram Khachaturian creò un valzer per la realizzazione di Masquerade nel Teatro Vakhtangov.

Masquerade di Rimas Tuminas è una tragedia, una triste commedia dell’Arte con attori splendidi

Masquerade si muove tra numerosi intrighi, amori, giochi politici, giochi d’azzardo, perdite, opportunità trovate; un intrigo sconsiderato che diventa malvagio. Masquerade di Rimas Tuminas è una tragedia, una triste commedia dell’Arte con attori splendidi, che intrattiene lo spettatore con la musica e ha sullo sfondo una nevosa San Pietroburgo immersa nel mistero. Tuminas nelle sue note: “Un personaggio può commettere un errore fatale, noi no. O forse sì? Non abbiamo nessuna certezza che, dopo aver commesso uno sbaglio, tutto vada per il verso giusto. Nessuna garanzia, nulla. Il fato, sconosciuto e poetante, ci osserva proprio come fa con i personaggi di Masquarade. Non dobbiamo avere paura del gossip o di quello che pensano gli altri. L’unica opinione importante è quella della nostra coscienza e del nostro onore.”

Masquerade Informazioni

Lo spettacolo è in russo con sovratitoli in italiano
La durata dello spettacolo è di 2h e 35 con intervallo
info: www.teatrostabilenapoli.it
Orario delle rappresentazioni: 27 gennaio ore 21, 28 gennaio ore 18

Alla Certosa il progetto di Mottola Cielo Acustico a Dieci Emozioni

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Cielo Acustico a Dieci Emozioni

La Fondazione Morra e il Polo museale della Campania presentano il suggestivo progetto di Piero Mottola Cielo Acustico a Dieci Emozioni

Nella fastosa chiesa della Certosa di San Martino, Piero Mottola presenta l’installazione sonora multicanale composta dai percorsi emozionali.  L’installazione Cielo Acustico a Dieci Emozioni genera percorsi emozionali secondo il Modello di relazione a 10 emozioni. Le dieci emozioni sono la paura, l’angoscia, l’gitazione, la collera, la tristezza, lo stupore, l’eccitazione, il piacere, la gioia e la calma. Gruppi concatenati di emozioni che gradualmente si relazionano tra loro. Dai minimi ai massimi contrasti emozionali e danno vita a un complesso timbrico di forte impatto. L’installazione scelta per la Certosa andrà in loop per una settimana.

Cielo Acustico a Dieci Emozioni

I percorsi emozionali della composizione multicanale presentata a San Martino si evolvono creando gruppi concatenati di emozioni, il cui contenuto timbrico è stato ottenuto trasformando numerosi rumori naturali, artificiali, umani e animali, selezionati dalla vasta gamma di stimoli maggiormente significativi tra dieci emozioni, dalla paura alla gioia. La trasformazione è avvenuta rallentando e accelerando i rumori fino al limite della loro riconoscibilità di contenuto.
Il progetto è stato ideato nel 2005 per la Sala Santa Rita del Comune di Roma, con rielaborazioni nel 2011 per un grande passage acustico emozionale alla 54.Biennale Arte di Venezia (isola di San Servolo), e nel 2016 per la Biennale della Fine del Mondo a Valparaiso, Chile.

Informazioni

Certosa di San Martino
Largo S. Martino 5, Napoli
27 gennaio – 2 febbraio, ingresso con il biglietto del museo

Soundfly Night presenta Marilù Live al Nuovo Teatro Sancarluccio

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al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, per l'appuntamenti del Soundfly Night Marilù

Al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, gli appuntamenti del Soundfly Night. Sarà Marilù la protagonista di questa settimana

Proseguono, al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, gli appuntamenti del Soundfly Night. Sarà Marilù la protagonista di questa settimana, con un live che si terrà giovedì 25 gennaio alle ore 21:00. Con l’occasione, l’artista partenopea eseguirà, in anteprima alcuni brani, che sono presenti nel disco “Avesseme fortuna”, che sarà presentato ufficialmente al Pan sabato 3 febbraio. Ad accompagnare Marilù sul palco del Sancarluccio ci saranno: Antonio Di Francia (chitarra,composizione e arrangiamenti), Gabriele Borrelli (percussioni), Franco Perreca (fiati) e Corrado Calignano (basso).

Marilù, note d’artista.

Quando passeggi nel cuore di Napoli, può capitarti di smarrirti in quei vicoli un po’ bui ma assai variopinti, da cui il sole fugge ma il calore resta prepotente, così come l’odore di salsedine e ragù! Lì nascono storie intense, intrise di pathos, che sciolgono il cuore in gola. Non si sa’ né chi né dove perché il fatto di per sé, rotolando giù p’ ‘o vico, è rimasto impigliato tra le ciglia di quella anziana “fore ‘o vascio” che pe’ sulitudine t’ ‘o vo’ cuntà, mentre inconsapevole, sovrappensiero , arravoglia ‘a curona vicino ‘o curniciell, pregandoli cu ‘a stessa fede/passione/intensità.

Le sfumature dell’animo umano raccontate dalla voce di Marilù, ricca di sfumature e dal timbro pieno e armonioso

E’ così che in “Avesseme furtuna” si mescolano sacro e profano, amore et odio, dolore e gioia. Attraverso un sapiente lavoro di arrangiamenti e di composizione, si dipanano musiche che ognuno di noi porta già sedimentate dentro e che attendevano solo d’esser liberate.  Parole scelte con sapienza istintiva si avvolgono come edera sulle note. E’ così che vengono narrate le sfumature dell’animo umano, attraverso la voce di Marilù. Una voce ricca di sfumature e dal timbro pieno e armonioso. Marilù dialoga teatralmente con i piani sonori delle orchestrazioni, fornendo così un senso della prospettiva che avvolge l’ascolto e favorisce la narrazione.
La produzione artistica e gli arrangiamenti del disco, sono a cura di Antonio Di Francia. Di Francia già autore e compositore per i Solis String Quartet, gruppo che vanta collaborazioni con artisti del calibro di Noa, Eugenio Bennato, Gianna Nannini, Claudio Baglioni, Elisa e tanti altri.

Al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, gli appuntamenti del Soundfly Night. Sarà Marilù la protagonista di questa settimana

Nel Refettorio della Certosa, la musica sacra del 700 napoletano

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Nel Refettorio della Certosa, la musica sacra del 700 napoletano

Domenica 14 gennaio, alle ore 11.30 nel Refettorio della Certosa, la Società Polifonica della Pietrasanta presenta un programma dedicato alla musica sacra della tradizione del 700 napoletano.

Domenica 14 gennaio, alle ore 11.30 nel Refettorio della Certosa, la Società Polifonica della Pietrasanta presenta un programma dedicato alla musica sacra della tradizione del 700 napoletano. In particolare saranno eseguite le opere di Francesco Durante, uno dei più importanti protagonisti della scena musicale europea.

Saranno eseguiti il Magnificat e la Messa in Pastorale di Durante, veri capolavori della scuola napoletana settecentesca; il concerto si concluderà con l’Alleluia di Felice Anerio, di scuola palestriniana, un gioiello “a cappella” raramente eseguito.

Diffondere la musica vocale e corale, sia sacra che profana

La Società Polifonica della Pietrasanta nasce come associazione culturale nel 1998 nella chiesa di S. Maria Maggiore, detta della Pietrasanta, sul Decumano Maggiore. Lo scopo è quello di diffondere la musica vocale e corale, sia sacra che profana, con particolare attenzione al Barocco e al periodo contemporaneo. Oggi, pur spostata in altra sede, mantiene il suo radicamento nel centro storico di Napoli ed è guidata dalla fondazione dal maestro Rosario Peluso. Obbiettivo principale del gruppo è la formazione musicale e culturale della figura del cantore e la ricerca di nuove forme di espressione corale e di didattica musicale.

La partecipazione al concerto è con il biglietto di ingresso del museo.

Al Duca di Martina di Napoli Clara Garesio presenta l’opera Rebirth Mandala

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Rebirth Mandala

Venerdì 12 gennaio alle ore 16,30 al Museo Duca di Martina di Napoli incontro con l’artista Clara Garesio. Presentazione dell’opera Rebirth Mandala: noi non diventiamo vecchi, ma più nuovi ogni giorno’.

“Noi non diventiamo vecchi, ma più nuovi ogni giorno”. Alla citazione della poetessa Emily Dickinson con l’idea di costante rinascita nell’avanzare del percorso è dedicato il lavoro Rebirth Mandala. Realizzato nel 2012, consiste in una grande installazione del diametro di 160cm, costituita da 153 formelle ceramiche ad altorilievo di forma modulare, modellate a mano, dipinte con smalti policromi e composte in un disegno unitario.

Rebirth Mandala è il più articolato esemplare di una serie di quattro mandala ceramici

In occasione dell’80esimo compleanno dell’artista Clara Garesio quest’opera, Rebirth Mandala, costituisce l’ultimo e più articolato esemplare di una serie di quattro mandala ceramici (uno dei quali acquisito al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza e due ad una collezione privata a Dublino). Rebirth Mandala sarà esposta al pubblico per un anno al Museo Duca di Martina, sede di una delle maggiori collezioni italiane di arte ceramica e “luogo del cuore” dell’artista dove ha presentato la mostra antologica Fiorire è il fine nel 2016.

Il Mandala è un simbolo spirituale e rituale, rappresentazione del cosmo.

Nella tradizione buddista e induista soprattutto, il Mandala è un simbolo spirituale e rituale, rappresentazione del cosmo. Nel nostro vivere quotidiano siamo sottoposti a continue ansie e stress. Dedicare un progetto di lavoro alla realizzazione di un grande mandala offre un contrappunto di serenità ed equilibrio. Il pensiero e l’energia creativa trasferiti nell’opera dall’artista, in comunione con l’atmosfera accogliente della sede museale, saranno l’occasione per proporre una dimensione di benessere e di calma interiore.

Rebirth Mandala: informazioni e contatti

Museo Duca di Martina – Napoli, Via Cimarosa 77 – via Aniello Falcone, 171
tel. 0815788418 -0812294700
m@il: pm-cam.martina@beniculturali.it
facebook.com/museoducadimartina
Orario: 8,30 – 19,00 (ultimo ingresso ore 17,15); martedì chiuso
Biglietti € 4,00

Al Museo Pignatelli Lo Yoga per i Musei – I Musei per lo Yoga

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Lo Yoga per i Musei - I Musei per lo Yoga

Giovedi 11 gennaio, ore 10.30, al Museo Pignatelli, avrà inizio il progetto Lo Yoga per i Musei – I Musei per lo Yoga.

Lo Yoga per i Musei – I Musei per lo Yoga è ideato e realizzato in collaborazione con il Polo museale della Campania, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, l’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, dalla Scuola di Yoga Integrale ACSI – CONI.

Lo Yoga per i Musei – I Musei per lo Yoga è un progetto dello Yoga Sociale. La Scuola di Yoga Integrale promuove il progetto sin dal 1986. Da gennaio a giugno 2018 si potrà accedere a corsi gratuiti di Yoga ed eventi in nove musei a Napoli, Capri e Piano di Sorrento.

Dal 2016 lo Yoga è patrimonio immateriale dell’umanità

Dal 2016 lo Yoga è patrimonio immateriale dell’umanità e l’ idea di praticare lo Yoga nei Musei, di unire le opere d’arte e le forme della pratica yoga nasce dalla convinzione che l’unione di cultura, bellezza e ricerca interiore che si andrà a creare nei suggestivi spazi museali, potrà favorire lo sviluppo armonico dell’essere umano, con un beneficio personale e sociale. Riassumendo, l’esperienza di trascorrere un tempo diverso nei musei è anche un modo per contribuire alla diffusione della conoscenza e al sostegno del patrimonio artistico e culturale.
La pratica Yoga sarà condotta dagli Insegnanti della Scuola di Yoga Integrale; per partecipare alle lezioni, occorrono un tappetino e un plaid, indossando abiti comodi chiari.

I Musei dove si svolgeranno gli incontri

Museo Pignatelli, Palazzo Reale, Museo Duca di Martina, Certosa e Museo di San Martino, Castel Sant’Elmo, Tomba e Parco di Virgilio, Certosa di San Giacomo a Capri, Museo archeologico ‘Georges Vallet’ a Piano di Sorrento, e Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Per informazioni e programmi :
Scuola di Yoga Integrale, acquadimedicina@gmail.com
Polo museale della Campania – www.polomusealecampania.beniculturali.it
Museo e Real Bosco di Capodimonte – www.museocapodimonte.beniculturali.it
Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli – www.comune.napoli.it

Al ridotto del Mercadante dal 24 al 29 ottobre La Morte Della Bellezza

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La Morte Della Bellezza al Teatro Mercadante di Napoli

La Morte Della Bellezza, l’amore e l’eros omosessuale nella Napoli ai tempi della guerra al Ridotto Del Mercadante

Al Ridotto del Mercadante dal 24 al 29 ottobre ritorna in scena La Morte Della Bellezza, il romanzo di Giuseppe Patroni Griffi nell’allestimento teatrale firmato da Benedetto Sicca che ne è anche interprete con Francesco Aricò.

Lo spettacolo approccia il testo secondo le regole del “teatro nel teatro” di Pirandello, autore caro a Patroni Griffi. Presentato in contemporanea alle rappresentazioni in sala grande proprio dei “Sei personaggi in cerca di autore”. La visione dello spettacolo è consigliata al pubblico di soli adulti

Da martedì 24 a domenica 29 ottobre torna in scena l’allestimento teatrale di La morte della bellezza di Giuseppe Patroni Griffi

Da martedì 24 a domenica 29 ottobre torna in scena nella sala dove debuttò con successo a gennaio del 2015 l’allestimento teatrale di La morte della bellezza di Giuseppe Patroni Griffi. La drammaturgia e regia a cura di Benedetto Sicca, che ne è anche interpete nel ruolo di Lilandt. Insieme a Benedetto Sicca, Francesco Aricò nel ruolo di Eugenio.
Dal Ridotto del Mercadante lo spettacolo inaugura una breve tournée. Dopo Napoli toccherà Viterbo, dove sarà in scena al Teatro dell’Unione a novembre ospite del Festival Quartieri dell’Arte 2017 e Bari, al Teatro Kismet a dicembre.

La morte della bellezza è considerato il romanzo capolavoro di Giuseppe Patroni Griffi.

La morte della bellezza narra la storia romantica e crudele, tenera ed erotica tra due giovani ragazzi turbati da un’irresistibile attrazione fisica e sentimentale. La vicenda è ambientata a Napoli nello scenario desolante di una città in guerra, dove divampa l’amore tra Lilandt, un insegnante italo-tedesco rimasto solo, dopo la morte dei genitori, ad abitare una grande villa ormai in sfacelo, e Eugenio, un bellissimo liceale napoletano. E’ scritto nel destino che i due debbano cercarsi nella città devastata e trovarsi nelle pieghe del loro essere. Nelle pagine del libro la storia della passione giovanile si intreccia con la descrizione di una città ferita e in lotta per la vita.

Spiega Benedetto Sicca: La morte della bellezza si deve leggere!

«La morte della bellezza – si legge nelle note di Benedetto Sicca – non si può mettere in scena, non si può “adattare” e non si può ridurre. La morte della bellezza si deve leggere. Però lo si deve leggere! Per conoscere la limpidezza e la preziosità con cui Peppino Patroni Griffi (chiamarlo Giuseppe sarebbe fargli un torto, soprattutto per chi lo ha conosciuto) ha narrato le vicende di Eugenio e Lilandt, ha raccontato il loro amore ed ha attraversato l’oscenità con un linguaggio così alto ed aulico da renderla lirica e, sopra tutto, normale. Il romanzo è, infatti, anche un dialogo tra l’autore ed un modo di vivere la sodomia e l’amore omosessuale pieno di sensi di colpa, di paure e di complessi di inferiorità rispetto all’amore, così detto, normale».

La morte della bellezza – Orario rappresentazioni:

24, 26 e 29 ott. ore 21.00; 25 e 28 ott. ore 17.00; 27 ott. ore 18.00
Info www.teatrostabilenapoli.it | tel. 081.5524214
Biglietteria tel. 081.5513396 | e.mail: biglietteria@ teatrostabilenapoli.it

Chiesa di San Pietro ad Aram

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Nella chiesa di San Pietro ad Aram si trova il Sepolcro di Baldassarre Ricca, scolpito nel 1519 da Giovanni Jacopo da Brescia

La chiesa di San Pietro ad Aram è considerata la culla del Cristianesimo napoletano.

La chiesa è nota perché, secondo la tradizione, custodirebbe l’altare dove S. Pietro ha celebrato la sua prima messa e battezzato Santa Candida e S. Aspreno. L’episodio è visibile nell’affresco, attribuito a Girolamo da Salerno, collocato al di sopra dell’Ara Petri. L’indicazione “Aram” deriva da “Ara Petri”, la pietra utilizzata da San Pietro per officiare la messa. Su quell’ara è costruito un sacello che, nel corso degli anni, subisce ampliamenti e cambiamenti. La chiesa di San Pietro ad Aram assume l’aspetto attuale tra il 1650 e il 1690 su disegno di Pietro De Marino.

Circa la chiesa di San Pietro ad Aram lo storico Galante scrive “Tra i più sacri luoghi che venera la devota Napoli, merita certamente il primato questo tempio”

Il luogo diventa oggetto di culto e devozione. E’ luogo caro ai napoletani e, infatti, anche lo storico Gennaro Aspreno Galante, nell’Ottocento, rimarca questo legame: “Tra i più sacri luoghi che venera la devota Napoli, merita certamente il primato questo tempio”. La Chiesa di San Pietro ad Aram presenta una facciata in stile neoclassico con al centro il portale, inserito in una strombatura poco profonda. Nella parte inferiore, quattro lesene scanalate corinzie; mentre, la parte superiore, termina con un finestrone sormontato da un frontone triangolare. L’interno è a croce latina e navata unica. I battenti della porta sono opera di Francesco di Bernardo.

Nella chiesa di San Pietro ad Aram si pratica il culto delle anime “pezzentelle”

Sono custodite opere di Luca Giordano, Giovanni da Nola, Giovanni Bernardino Azzolino, Domenico d’Auria, Giovanni Vincenzo Forlì. Una menzione merita anche il sepolcro di Baldassare Ricca, opera di Giovanni Giacomo da Brescia, scolpito nel 1519. Dal transetto sinistro si scende nella Cripta che presenta tre navate con otto colonne monolitiche in marmo. Qui è praticato il culto delle anime del Purgatorio, ossia la cura dei resti dei defunti di identità sconosciuta, le cosiddette anime “pezzentelle”, che vagano in Purgatorio in cerca dell’alleviamento delle pene. La persona che si prende cura dell’anima pezzentella chiede grazia e aiuto. I luoghi dove è praticato questo culto sono anche il Cimitero delle Fontanelle e la chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.

La Tomba di Virgilio una costruzione sepolcrale di età augustea

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Veduta dall'alto della Tomba di virgilio

Virgilio, nel Medioevo un vero e proprio patrono

La stessa Grotta che si apre nella presunta tomba di Virgilio, si dice che fu realizzata dal poeta grazie all’aiuto degli spiriti soprannaturali. Sapientemente orientata in modo tale da ricevere luce durante tutto l’arco del giorno.

La popolarità che aveva accompagnato in vita, Publio Virgilio Marone, dopo la morte gli valse addirittura la fama di mago. Nel Medioevo i napoletani giunsero a venerare Virgilio come un vero e proprio patrono, al pari degli spiriti familiari che a Napoli vengono chiamati “monacelli”. Lo stesso Dante Alighieri lo scelse come guida spirituale della sua Commedia.

La Tomba di Virgilio una costruzione sepolcrale di età augustea.

Composta da un tamburo cilindrico su base quadrata in opera cementizia, con dieci nicchie aperte sulla parete destinate alle olle cinerarie. Sul monumento, considerato il luogo della sepoltura del poeta sin dal XIV secolo, compaiono due iscrizioni: una in cui Petrarca invita il viandante a fermarsi accanto alla Tomba di Virgilio; l’altra, collocatavi nel Cinquecento, reca il distico tradizionalmente attribuito allo stesso Virgilio (Mantua me genuit, calabri rapuere, tenet nunc/ Parthenope: cecini pascua,rura. duces).

Il parco della tomba di Virgilio

Il piccolo parco alle spalle della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, nei pressi della stazione ferroviaria di Mergellina, racchiude una parte delle pendici orientali del promontorio di Posillipo. Il nome greco Pausilypon (“pausa del dolore”) dato alla splendida villa romana che sorgeva sulla collina per indicare la pace e la quiete ivi esistenti. L’area a giardino ospita monumenti rilevanti per la storia dell’area partenopea.

La tomba di Leopardi e la Crypta Neapolitana

All’entrata del parco si trova un’imponente edicola fattavi collocare nel 1668 dal viceré Pietro d’Aragona, contenente due iscrizioni nelle quali si ricorda anche la presenza della tomba di Virgilio. Alla fine della seconda rampa, su uno spiazzo a destra, è l’area dedicata alla tomba di Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 – Napoli, 1838). Un monumento che dal 1939 accoglie le spoglie del poeta, qui traslate dall’ormai scomparsa, Chiesa di San Vitale a Fuorigrotta. Salendo ancora, si giunge alla piazzola davanti l’ingresso orientale della Crypta Neapolitana. Una delle più antiche gallerie del mondo, scavata in età augustea per facilitare i collegamenti tra Napoli ed i Campi Flegrei.

la tomba di Giacomo Leopardi

La posizione di rilievo della tomba di Virgilio domina l’ingresso sul versante napoletano della Crypta

La posizione di rilievo del mausoleo funerario attesta sicuramente l’importanza di chi vi fu sepolto. Ciò ben si coniuga con la lunga tradizione partenopea che associa Virgilio Marone alla città di Napoli ed alla grotta in particolare con un vincolo plurimo e complesso. Già in epoca antica, infatti, circa un secolo dopo la morte del poeta, il luogo divenne sacro per i suoi ammiratori. La tomba di Virgilio fu a lungo tema letterario e meta del turismo colto, come per Stazio, Plinio il Giovane e Silio Italico, il quale aveva cura di «adire ut templum» al sepolcro virgiliano, celebrando il 15 ottobre l’anniversario della nascita del poeta. Quasi senza interruzione di continuità, della tomba riferiranno nei secoli successivi letterati, cronisti e viaggiatori, italiani e stranieri, tra i quali Petrarca, Boccaccio e Cino da Pistoia rappresentano fonti di preziose informazioni.

La tomba di Virgilio edificata in opus reticulatum è del tipo a colombario

Il mausoleo funerario è stato edificato in opus reticulatum agli inizi dell’età imperiale. La tomba di Virgilio è del tipo a colombario. Con tamburo cilindrico, su un basamento quadrangolare, in cui è ricavata la cella funeraria a pianta quadrata con volta a botte. Illuminata da feritoie e dotata di dieci nicchie per ospitare le urne cinerarie.

La Grotta Vecchia di Pozzuoli

Nota anche come “Grotta vecchia di Pozzuoli”, questa galleria fu costruita in età augustea dal liberto Lucius Cocceius Aucto, architetto di Agrippa ed ammiraglio di Ottaviano. Secondo Strabone artefice anche del Portus Iulius, della “Grotta di Cocceio” e della Crypta romana a Cuma. Menzionata nella Tabula Peutingeriana, carta con itinerari stradali di epoca tardo imperiale, e ricordata oltre che da Strabone anche da Donato, Seneca, Petronio ed Eusebio, il cunicolo risulta scavato interamente nel tufo per una lunghezza di m 705, una larghezza originaria di m 4,50 ed un’altezza ca. m 5,00, rischiarata e ventilata da due pozzi di luce obliqui.

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