martedì 4 Novembre 2025
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‘E Cammarere di Fabio Del Gesto al Chiostro di San Domenico Maggiore

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'E Cammarere di Fabio Del Gesto il 29 e 30 agosto al Chiostro di San Domenico Maggiore a Napoli

‘E Cammarere è l’interessante riscrittura in napoletano a cura di Fabio Di Gesto del capolavoro del ‘900 di “Le serve” di Jean Genet

‘E Cammarere Ispirato a “Le serve” di Jean Genet con Mariaclaudia Pesapane e Francesca Morgante sarà in scena il 29 e 30 agosto nel Chiostro di San Domenico Maggiore. Lo spettacolo fa parte dell’ormai famosa della rassegna teatrale Classico Contemporaneo per la direzione artistica di Gianmarco Cesaro e Mirko Di Martino.

Nel testo “Le Serve” di Genet, Fabio Di Gesto rimane affascinato dalla personalità delle due protagoniste. Due serve e una padrona, questo concetto ha ispirato la riscrittura da parte di Di Gesto. Due candidate che si sfidano per un unico posto. Fabio si allontana dal testo, così come dalla struttura drammaturgica, al fine di riprendere solo l’idea drammatica ed analizza, proprio come Genet, il fatto di cronaca delle sorelle Papin. Genet, nel saggiatore dice: “Le due serve non sono realmente serve ma rappresentano tutti coloro che sono; diversi, rifiutati, reietti e rilegati ai margini di una società.”

Mariaclaudia Pesapane protagonista con Francesca Morgante dello spettacolo 'E Cammarere
Sopra Mariaclaudia Pesapane coprotagonista con Francesca Morgante dello spettacolo ‘E Cammarere

Un testo con un linguaggio potente composto da proverbi e detti

Così Fabio Di Gesto sviluppa la sua drammaturgia. In ‘E Cammarere per fortificare l’idea di rifiuti della società Di Gesto da loro un linguaggio particolare, quello del “vascio” e dei vicoli di una Napoli diversa, chiassosa e plebea.

E’ un linguaggio potente, composto da proverbi e detti. Un linguaggio che chiarisca allo spettatore; la natura delle cammarere. La signora delle serve, diventa all’interno del testo la Padrona. Essa, la padrona, non compare mai in scena ma porta con sé tre significati che la rendono la vera protagonista dello spettacolo.

Il gioco che troviamo nelle serve di Genet, nelle ‘E Cammarere diventa una continua prova delle sorelle per ricoprire quel tanto amato ruolo. La scena sarà quasi del tutto vuota. Pochi oggetti di scena e dei vestiti, che rappresenteranno l’apparenza, l’inganno. Il biglietto per uscire dalla loro condizione di serve e andare verso quella da Padrona. Chi delle due sarà più furba, forte e ambiziosa da ricoprire quel ruolo? L’omicidio rappresenterà per loro il riscatto, una vera e propria liberazione. “Tutti vorremmo riscattarci. Tutti vorremmo passare da servi a padroni.”

Raffaele Viviani rivive nello spettacolo diretto da Salvatore Sannino

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"Unico Viviani!" il recital che racconta Raffaele Viviani poeta, attore e drammaturgo napoletano.

“Unico Viviani!” il recital che racconta Raffaele Viviani poeta, attore e drammaturgo napoletano.

Raffaele Viviani, all’anagrafe Raffaele Viviano nasce a Castellammare di Stabia il 10 gennaio 1888 muore all’età di 62 anni a Napoli il 22 marzo 1950. E’ stato attore teatrale, commediografo, compositore, poeta e scrittore italiano.

Raffaele Viviani nelle sue vesti di poeta, drammaturgo, attore e regista é una delle figure più complesse articolate e straordinarie dell’immenso panorama artistico napoletano. É stato narrato in una chiave moderna, in una lettura classicheggiante e melodica, oppure richiamando lo “straniamento” del più grande commediografo europeo.

Unico Viviani! in scena al Chiostro si San Domenico Maggiore martedì 27 e mercoledì 28 agosto.

Lo spettacolo “Unico Viviani!” in scena il 27 e 28 agosto al Chiostro di San Domenico Maggiore traccia un profilo autoriale moderno cosicché nel raccontare la società Napoletana vivianea, pone le basi della società attuale della nostra città. Ciò che lo spettacolo racconta a volte in modo poetico ed oleografico, rappresenta il primum movens di ciò che oggi viviamo e siamo.

“Unico Viviani!” è un unico corso storico e sociale che partendo dai momenti raccontati arrivano ad oggi con tutte le distorsioni che ne sono derivate: unico filone, unico Viviani! Ma Raffaele Viviani non é solo una semplice rappresentazione. È una voce, un lamento, un grido di sofferenza. Anche se raccontato con l’umorismo crudele e feroce che solo il popolo napoletano sa fare. Le battute, i testi in versi o canzoni sono portate dagli attori in scena con un’unica voce.

Danilo Rovani, Rosario Sannino, Salvatore Sannino interpretano i versi di Raffaele Viviani

Dividendosi le battute non portano al pubblico una rappresentazione plastica ma ne riversano il calore, il dolore ed il temperamento delle persone descritte in quell’epoca e che oggi ancora sono vive ed esistenti: unico Viviani! Anche nella declamazione delle battute. Gli attori, Danilo Rovani, Rosario Sannino, Salvatore Sannino si inseguono sul palco, calcando fatti storici e momenti di fortissimo impatto poetico.

Salvatore Sannino dirige lo spettacolo mentre Maria Barbato elabora le musiche di Raffaele Viviani. Il recital che propone in chiave del tutto originale i brani e le canzoni dell’autore stabiese, fa parte della rassegna estiva Classico Contemporaneo per la direzione artistica di Gianmarco Cesaro e Mirko De Martino

Ferragosto Sannazzareno. Sport, giochi e tanta musica

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ferragosto sannazzareno con tanti eventi e la musica del famoso gruppo popolare Ezezi

L’Associazione socio culturale Ferragosto Sannazzareno con il Patrocinio del Comune di San Nazzaro e la collaborazione di Pro Loco San Nazzaro. Grazie anche al contributo della Camera di Commercio di Benevento e del BCC di San Marco dei Cavoti e del Sannio-Calvi,
con Associazione socio culturale Integramente e Pro-Poteca presenta: Ferragosto Sannazzareno 2019 XXXIX Edizione

Per il Ferragosto Sannazzareno artisti da strada e giochi per bambini e tanto sport per un 14 agosto all’insegna del divertimento

Anche mercoledì 14 in Piazza Roma ci sarà il programma per i bambini, con animazione, gonfiabili, artisti di strada e giochi a cura di Hook Animation. Una peculiarità tutta sannazzarena, per arricchire gli eventi musicali con lo sport e il divertimento. Proseguono gli eventi sportivi e ludici: tornei di pallavolo, calciobalilla, basket 2 contro 2, dama, carte (tressette, briscola, scopa piett’à ‘ppietto), animazione e giochi per bambini. Presenti gli stand gastronomici con degustazioni di piatti tipici, aglianico, birra, dolci e sangri

Vigilia di Ferragosto all’insegna della musica Folk

Mercoledì 14 una travolgente vigilia ferragostana con Tammoré, la musica popolare e le voci storiche dei E’Zezi. Proseguono giochi per bambini e stand gastronomici.

Vigilia ferragostana all’insegna del folk e della world music per il 39mo Ferragosto Sannazzareno, con danze e canti del sud Italia del gruppo Tammoré, che per l’occasione avrà come ospiti le voci storiche dei E’Zezi, la storica formazione napoletana, “gruppo operaio” nato negli anni ’70 e nome di punta del folk revival italiano.

Giovedì 15 la colonna sonora per ferragosto 2019 è affidata ad Antonio Mandato e la All Music Band

Il Lazzo della mosca e altre storie

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Il Lazzo della mosca

Mercoledì 14 agosto al Chiostro di San Domenico Maggiore per la rassegna Classico Contemporaneo.

Il Lazzo della mosca e altre storie uno spettacolo sulla Commedia dell’Arte di e con Fabio Mangolini maschere di Donato Sartori. In occasione delle celebrazioni per la decima Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte che quest’anno vede Napoli come Capitale Mondiale, ospita Fabio Manzolini, vincitore del premio “ComeD’ORO”. Ideato da Comedì per la divulgazione e la promozione della Commedia dell’Arte come forma di espressione spettacolare, unica, moderna,

Il lazzo della mosca e altre storie. Uno spettacolo sulla Commedia dell’Arte

Il Lazzo della mosca mercoledì 14 agosto alle ore 21.30. Uno spettacolo con un attore, solo in scena, che spiega e mostra i segreti della Commedia dell’Arte attraverso le sue maschere. Un viaggio che parte da Padova nel 1545 e arriva fino ai giorni nostri fra comicità e notizie preziose su una forma teatrale che, lo si vedrà, ci appartiene ancora oggi. Un attore da solo sulla scena che si trasforma da conferenziere a acrobata, da narratore di una storia meravigliosa a incarnazione della stessa storia.

Musei aperti a Ferragosto in Campania. Molti con ingresso gratuito

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Musei aperti a ferragosto in campania

Molti i musei aperti a ferragosto. Ecco gli orari dei musei aperti

Una Napoli aperta ai turisti anche il 15 agosto. Dunque un ferragosto all’insegna del museo in una città sempre più capace di accogliere i turisti tutto l’anno. Per agevolare dunque chi sceglie il museo al mare di seguito l’elenco dei musei con gli orari di questa apertura straordinaria

L’elenco dei musei di Napoli aperti il 15 agosto

Certosa e Museo di San Martino
ore 8.30 – 17.00 con ultimo ingresso 16.00

Castel Sant’Elmo
ore 8.30 – 19.30 con ultimo ingresso 18.30

Museo Duca di Martina
ore 9.30 – 17.00 con ultimo ingresso alle ore 16.15
Parco Villa Floridiana
ore 9.30 – 16.30

Museo Pignatelli
ore 8.30 – 17.00 con ultimo ingresso 16.00

Palazzo Reale
ore 9.00 – 20.00 con ultimo ingresso 19.00

Parco e Tomba di Virgilio
ore 9.00 – 14.00 con ultimo ingresso 13.15

La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, diretta da Francesca Casule, in occasione della festività di FERRAGOSTO ha organizzato, con la partecipazione di Comuni, Provincia di Salerno, Diocesi e Associazioni del territorio, le aperture straordinarie di musei e aree archeologiche a Salerno e Avellino. Di seguito l’elenco dei musei aperti e degli orari di apertura.

I musei di Salerno aperti a ferragosto

Complesso Monumentale di San Pietro a Corte
Ipogeo e Cappella sant’Anna
Ingresso gratuito ore 10.00 / 19.00

Pinacoteca
Ingresso gratuito ore 9.00 / 14.00

Museo Archeologico
Ingresso 4 euro, ridotto 2 euro ore 9.00 / 14.00

Chiesa di San Giorgio
Ingresso gratuito ore 10.00 / 14.00

Duomo San Matteo.
Quadriportico
Ingresso gratuito ore 8.30 / 20.30
Cattedrale e Cripta
Ingresso Gratuito ore 8.30 -13.00 / 15.00-20.30

Giardino della Minerva
Ingresso 3 euro, ridotto 1,5 euro ore 9.30 / 20.00

Castello Arechi
ore 9.00 / 14.00

Museo Virtuale Scuola Medica Salernitana
Ingresso 3 euro, ridotto 2 euro ore 9.30 / 12.30

Santa Maria de Lama
Apertura su prenotazione info 339 692 3251 a cura Touring Club

I musei in provincia di Salerno aperti il 15 agosto

R A I T O di VIETRI SUL MARE (SA)
Museo della Ceramica di Villa Guariglia
ore 9.00 / 14.00

N O C E R A S U P E R I O R E (SA)
Museo di Villa de Ruggiero
Ingresso gratuito ore 9.00/ 14.00

M I N O R I (SA)
Villa Romana
Ingresso gratuito ore 8.00 – 19.30

L A V I A N O (SA)
Castello
Ingresso gratuito mattina ore 9.30 / 12.30 pomeriggio ore 16.00 / 19.30

V A L V A (SA)
Villa DAyla – Parco
Visita guidata a pagamento mattina ore 9.30 / 13.00 pomeriggio ore 16.00 / 19.30

P A D U L A (SA)
Certosa di Padula
Museo della Lucania Occidentale
ore 9.00 / 14.00

I musei aperti in provincia di Avellino

M I R A B E L L A E C L A N O (AV)
Parco Archeologico Aeclanum
Ingresso gratuito ore 9.00 / 13.00

A V E L L A (AV)
Anfiteatro romano
Visita guidata a pagamento ore 10.00 / 13.00 – 17.00 / 20.00

Antica Forneria Molettieri il pane come c’era una volta

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Antica Forneria Molettieri dove il pane profuma di buono, di sano e di storia.

Antica Forneria Molettieri in Corso Vittorio Emanuele, sul confine tra il vomero e Quartieri Spagnoli. Un forno dove il pane viene realizzato ancora con le antiche movenze, a mano. Buono, profumato, fragrante, il pane è un alimento fondamentale da sempre.

Il pane in Italia è sempre stato un alimento presente su tutte le tavole. Ma di sicuro la città più legata al pane è proprio Napoli. A Napoli per esempio esiste il culto della “a’ marenna”, in italiano la merenda, dove il pane viene farcito di ciò che c’è di più buono in cucina. I più arditi arrivano alla poesia del cuzzetiello, ossia il fondo del pane scavato e farcito magari con il ragù avanzato dalla domenica.

Ingredienti di alta qualità e un lievito madre centenario per sfornare un pane carico di profumo e sapore

Ma a Napoli non si può parlare di pane senza parlare dell’Antica Forneria Molettieri e del suo patron Rodolfo Molettieri. Panificatore da sempre, ha imparato l’arte della panificazione dal papà Pasquale. Per rodolfo fare il pane significa occuparsi della salute delle persone. Per questo all’Antica Forneria Molettieri vengono usati solo gli ingredienti migliori, quelli senza additivi, e gli stessi ingredienti vengono impastati secondo le ricette classiche.

Rodolfo Molettieri usa per esempio un lievito madre che ha oltre cent’anni e che viene rinnovato giorno. oppure viene usato anche il lievito madre ottenuto dalle prugne di Paestum che unito a farine grezze o poco raffinate ci permette di sfornare un pane carico di profumo e di sapore.

Il tarallo napoletano un must della tradizione culinaria napoletana

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Il tarallo napoletano con sugna e pepe, è un must della cucina del recupero. Lo stesso Pino Daniele ha cantato del Tarallo nella canzone Fortunato.

il tarallo napoletano nasce appunto a Napoli sul finire del ‘700. La necessità di non buttare via nulla spingeva i fornai di allora a non buttare via nemmeno lo sfriddo ossia lo scarto della pasta lievitata preparata per fare il pane. Allo sfriddo aggiungevano la sugna meglio conosciuto come strutto in italiano, in napoletano “nzogna”. Quindi aggiungevano il pepe e reimpastavano il tutto. Solo successivamente nell’800 il tarallo sarà arrichito con un ulteriore ingrediente la mandorla. Con il nuovo impasto i fornai creavano poi delle striscioline di pasta che intrecciavano e chiudevano dando la forma di una ciambella.

Il tarallo napoletano cibo dei poveri nel ‘700 prelibatezza dello street food oggi

Lo raccontava la stessa Matilde Serao di come il tarallo napoletano era considerato il cibo dei poveri. Il tarallo napoletano aveva un basso costo di produzione ma un alto contenuto calorico grazie allo strutto di maiale. A Napoli durante il ‘700 e l’800 non si poteva buttare via niente, bensi si doveva recuperare ogni cosa. La creatività dei napoletani in cucina ha sempre creato piatti magici riuscendo a recuperare ogni alimento e trasformandolo in un piatto sublime.

La cucina del recupero a Napoli vanta piatti indimenticabili come ad esempio gli spaghetti allo scarpariello o il famoso cuzzetiello. Anche nel caso del Tarallo Napoletano i fornai di allora riuscirono a trasformare gli scarti della pasta del pane, in un qualche cosa di unico che ancora oggi è presente sulle tavole di ogni famiglia napoletana.

Il tarallo e il tarallaro un esempio della cultura pop napoletana

Il Tarallo napoletano è una prelibatezza ed oggi è un alimento che ha un posto d’onore nella categoria dello street food. La cosa è confermata anche dallo stesso Pino Daniele che dedico al noto tarallaro Fortunato Bisaccia. La canzone intitolata proprio “Fortunato”, racconta come ancora tra gli anni ’70 e ’80 il tarallaro andava in giro per le strade della città con il suo carretto a vendere il tarallo. Oggi il Tarallo napoletano si trova ovunque, ma per chi viene a Napoli suggeriamo di visitare la Taralleria Napoletana nel centro storico di Napoli, dove oltre ad assaggiare i classici taralli è possibile anche vedere al momento come vengono preparati ancora oggi rigorosamente a mano

Corrado Ioffredo presenta il suo primo libro: Destini Paralleli

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Corrado Ioffredo un giovane diciassettenne di talento della provincia di Caserta ci mostra come non si è mai soli nel dolore e come non bisogna arrendersi mai

Corrado Ioffredo è un giovane di diciassette anni che vive a Lusciano, un paesino in provincia di Caserta. Ioffredo studia, frequenta un istituto tecnico economico e come molti ragazzi della sua età ha una grande passione per i libri e per la lettura. E’ un ragazzo, Corrado, che legge in continuazione e trova nei suoi libri la forza e i consigli per affrontare la sua vita di adolescente.

Corrado Ioffredo è un ragazzo, un figlio di una famiglia sana come la maggior parte dei ragazzi di questa terra. Ma Corrado ha una marcia in più, è determinato e non si limita a leggere a sognare, ma inizia a scrivere. E scrive con tutta la forza che questa terra sa infondere ai suoi figli. Corrado inizia a scrivere come tanti scrittori prima di lui per l’esigenza di sfogare e dominare un dolore proprio, intimo. Scrive per lui prima di tutto, solo in ultimo trova il coraggio di farlo leggere ad altri e a chi poi diventerà il suo editore riuscendo a trasformare un manoscritto in un libro di successo: Destini Paralleli di Corrado Ioffredo

Destini Paralleli, non importa cadere ma è fondamentale rialzarsi con più forza di prima

Destini Paralleli narra la storia di una ragazza, Iris Penny che ha perso suo padre. Iris non ha nulla nella vita, ma vuole portare alle persone l’idea di non arrendersi nemmeno davanti al dolore più grande, la morte. Perché Iris crede che la vita avrà sempre la capacità di sorprendere guarendo in egual misura la sofferenza.

L’inizio di destini Paralleli è doloroso, triste, quasi straziante. Ma è nel proseguire che in alternanza con la storia principale c’è la nascita di una bellissima storia d’amore che accomunerà i protagonisti che nel libro di Corrado sono segnati dalle stesse sofferenze. Sarà proprio questo cammino tortuoso che porterà la protagonista in un mondo a lei del tutto sconosciuto. Fulcro del romanzo è l’importanza di arrivare a comprendere che non importa quante volte si cade nella vita ma l’importante è rialzarsi con tutta la forza che si scopre di possedere da sempre dentro ognuno di noi.

Uno nessuno e Centomila in scena al Real Orto Botanico di Napoli

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Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello con Paolo Cresta al Real Orto Botanico di Napoli

Uno nessuno e centomila uno fra i romanzi più famosi di Luigi Pirandello. In scena con Paolo Cresta sabato 27 luglio al Real Orto Botanico di Napoli

Uno nessuno e centomila, racconta di un uomo un uomo qualunque come si definisce lui stesso. Racconta di come un giorno come un altro, riceve un’osservazione da sua moglie: “Guardatelo bene il naso, ti pende verso destra”. Questa semplice e, apparentemente, innocua frase trascina l’uomo, Vitangelo Moscarda, in abissi di riflessioni e considerazioni che gli scavano dentro.

Inizia così a ricercare dentro di sé e nelle persone intorno a lui, scoprendosi, tormentatamente, uno, nessuno e centomila. E’ così che la scoperta di Vitangelo Moscarda diventa il titolo stesso del romanzo di Luigi Pirandello. Romanzo pubblicato per la prima volta nel 1925 e che Paolo Cresta porta in scena, in prima assoluta, al Real Orto Botanico di Napoli. Sabato 27 luglio 2019 alle ore 21.00 nell’ambito della rassegna estiva Brividi d’Estate 2019, diretta da Annamaria Russo, lo spettacolo Uno, Nessuno, Centomila.

Paolo Cresta è solo sul palco a interpretare Uno nessuno e centomila. Il disegno luci è del light designer Amedeo Carpentieri.

In scena un uomo solo, Paolo Cresta, avvolto nel disegno luci di Amedeo Carpentieri, si rivolge direttamente al pubblico. Così come il romanzo si rivolge direttamente al lettore. Racconta la sua storia, e nel farlo si confida, si confessa, rivive il suo lancinante viaggio interiore. Arrivando sino ad affermare che, non ha più bisogno di un nome, perché i nomi convengono ai morti, a chi ha concluso. Lui è vivo, e non conclude. La vita non conclude, e non sa di nomi.

E’ così che, da un semplice specchio, superficie ambigua e inquietante, emerge per Vitangelo Moscarda, un volto di sé finora ignorato. Una verità che provoca in lui una profonda crisi, fino all’agghiacciante consapevolezza che la sua immagine negli occhi degli altri è lontana anni luce da quella che ha di se stesso. Da qui la presa d’atto ancora più inquietante. Egli non è ‘uno’, come aveva creduto sino a quel momento, ma ‘centomila’, nel riflesso delle prospettive degli altri, e quindi ‘nessuno’. La realtà banale e paradossale dell’uomo, in relazione a se stesso e agli altri, è il filo rosso di una storia nella quale ciascuno di noi è costretto a riconoscersi.

Il romanzo definito dallo stesso Pirandello il più amaro di tutti e profondamente umoristico

Uno, nessuno e centomila è uno dei romanzi più famosi di Luigi Pirandello. Iniziato già nel 1909 e rimasto a lungo in gestazione, uscì solo nel dicembre 1925 sotto forma di romanzo a puntate nella rivista La Fiera Letteraria, e in volume nel 1926 (la rivista Sapientia, nel gennaio 1915, aveva pubblicato alcuni frammenti con il titolo Ricostruire, che sarebbero confluiti con alcune modifiche nei capitoli VI-XI del secondo libro della versione definitiva). Questo romanzo, l’ultimo di Pirandello, riesce a sintetizzare il pensiero dell’autore nel modo più completo. L’autore stesso, in una lettera autobiografica, lo definì come il romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”.

L’Ammore nun è Ammore i sonetti di Shakespere traditi da Dario Jacobelli

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L'Ammore nun è ammore di e con Lino Musella chiude l'VIII stagione del Teatro alla Deriva alle Terme Stufe di Nerone

Alle Terme Stufe di Nerone Lino Musella interpreta L’Ammore nun è Ammore, 30 sonetti di Shakespere tradotti in napoletano dal poeta Jacobelli

L’Ammore nun è Ammore conclude in bellezza e poesia l’8a edizione della rassegna teatrale “Teatro alla Deriva“. La rassegna meglio conosciuta come il teatro sulla zattera, è ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola, che ne firma la direzione artistica per il settimo anno.

Domenica 28 luglio alle ore 21:30, nella splendida cornice delle Terme Stufe di Nerone si terrà il quarto e ultimo appuntamento con uno Shakespeare declamato in napoletano. Elledieffe presenta L’Ammore nun è Ammore, 30 sonetti di Shakespeare tradotti da Dario Jacobelli, di e con Lino Musella.

Jacobelli, poeta prematuramente scomparso, tradusse 30 sonetti di Shakespeare, tradendoli perché ricreati in napoletano. Lino Musella, frugale, energico, ironico, stupito, assieme ad un musicista che evoca e suggestiona, attraversa e indossa questi nuovi sonetti. Sonetti nuovi che battono di un loro cuore, indossando una maschera che li fa sollevare dal foglio per librarsi in aria. Mantenendo i piedi per terra.

L’Ammore nun è Ammore racconta l’amore, la sua bellezza e la caducità della vita in una lingua coraggiosa: il napoletano

Lino Musella, attore tra i più apprezzati e premiati della sua generazione, è qui protagonista di un affascinante percorso poetico attraverso gli immortali versi di Shakespeare, qui traditi in napoletano dall’artista Dario Jacobelli. L’ammore nun’è ammore nasce a Roma a Le vie dei Festival, grazie ad un precedente studio realizzato alla Festa di Teatro Eco Logico di Stromboli.

Lo spettacolo è un’originale recita dei sentimenti tra emozioni e atmosfere magnetiche e intensi desideri. Musella racconta l’amore, la bellezza e la caducità della vita in una lingua coraggiosa, viscerale e seducente: il napoletano per l’appunto. In scena al fianco di Lino Musella c’è Marco Vidino ai cordofoni e percussioni. Vidino con le sue musiche suggestive e avvolgenti che accompagnano gli spettatori in questo viaggio intimo.

Dario Jacobelli poeta e paroliere libero nel suo “tradimento”

Dario Jacobelli, poeta scomparso prematuramente nel 2013, autore di racconti e romanzi. Fu un abile paroliere per musicisti come i Bisca, i 99 Posse e gli Almamegretta, quindi si dedicò negli ultimi anni della sua vita alla traduzione in napoletano e al tradimento, come lo stesso Dario Jacobelli amava definirlo, di 30 Sonetti di Shakespeare. Con questa opera Dario non aveva scadenze, non doveva rispettare le indicazioni o correzioni di nessun editore. Per committenti aveva i suoi amici più cari ai quali dedicava ogni sua nuova traduzione.

I Sonetti in napoletano suonano bene perchè battono di un proprio cuore e indossano una maschera che li costringe a sollevarsi dal foglio per prendere il volo, anche se con i piedi ben piantati in terra.

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