mercoledì 12 Marzo 2025
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Lorenzo Balducci in Fake dal 27 gennaio al Teatro Sannazaro

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lorenzo Balducci in Fake al Teatro Sannazaro

Dopo il successo di Allegro ma non troppo torna Lorenzo Balducci con FAKE di Riccardo Pechini e Mariano Lamberti che firma anche la regia.

Lorenzo Balducci in FAKE da venerdì 27 gennaio alle ore 21.00 al teatro Sannazaro, la nuova dissacrante standup comedy di Riccardo Pechini e Mariano Lamberti che firma anche la regia. Una produzione teatro Segreto.

Dopo il grande successo nazionale di “Allegro non troppo” torna Lorenzo Balducci con una nuova dissacrante standup comedy, scritta sempre da Riccardo Pechini e Mariano Lamberti. Partendo dal celebre paradosso di Orson Welles: “gli italiani sono 50 milioni di bravi attori nella vita, ma pessimi sullo schermo”, FAKE prenderà di mira il mondo dello spettacolo e in particolar modo la picaresca vita degli attori e di tutte le numerose categorie che costellano questa galassia: gli onnipresenti, i raccomandati, i “cani”, i caratteristi a vita, i sopravvalutati, gli egomaniaci e via dicendo…

Lorenzo Balducci ci conduce attraverso il grottesco mondo dei provini e della televisione, con le sue dive i raccomandati e la vita precaria dei giovani attori

Con il suo inimitabile stile da performer, Lorenzo Balducci ci condurrà attraverso il grottesco mondo dei provini, dei set televisivi, degli immancabili capricci delle “dive”, delle produzioni scalcinate con i cestini preparati dalla mamma del regista, e soprattutto della vita precaria degli attori giovani che, malgrado il talento, non essendo “amichetti” di qualcuno, sono condannati ad essere relegati a un paio di pose in fiction di quart’ordine (e tuttavia non mollano).

Saranno presi di mira film e serie TV di grande successo, di cui Lorenzo Balducci ridoppierà alcune scene, mettendone in rilievo la pessima recitazione, spesso involontariamente comica nel drammatico o, all’opposto, “drammatica” nel comico. FAKE vuol essere anche una riflessione su ciò che ormai ci è rimasto di autentico e spontaneo, ossessionati come siamo nel “recitare” noi stessi sui social, creandoci delle vere proprie identità fittizie da mostrare al mondo.

Lorenzo Balducci in FAKE al Teatro Sannazaro da venerdì 27 a domenica 29 gennaio
Lorenzo Balducci in FAKE al Teatro Sannazaro da venerdì 27 a domenica 29 gennaio

Fake una standup comedy che include il percorso umano e professionale dello stesso Lorenzo

Un paradosso ancor più evidente per un attore, capace magari di piangere lacrime vere su un set e finte nella vita. Infine, come in Allegro, non troppo, lo spettacolo sarà un’occasione per Lorenzo di raccontare il suo percorso umano e professionale. A cominciare dal suo coming out pubblico che gli chiuse numerose porte (ragion per la quale, molti attori tengono gelosamente nascosta la propria omosessualità, fingendo flirt o addirittura sposandosi con la starlette di turno).

Anche qui, come in Allegro, Lorenzo non si farà sconti, raccontando tutta la verità. Il suo inizio come attore molto richiesto, poi travolto da una serie di scandali familiari che lo fecero diventare una sorta di reietto, soprattutto per le raccomandazioni, fatte spesso a sua insaputa, che lo imposero in alcune produzioni.

Da qui la sua scelta di ripartire da zero, facendo il cameriere in un ristorante (lavoro che svolge tutt’ora), rinascendo come essere umano, finalmente libero ed autentico, e poi come artista con l’invenzione di un personaggio gender fluid che spopola nei social e ne decreta il successo a teatro. Lo spettacolo sarà raccontato anche attraverso coreografie e musiche, nello stile dei musical di Broadway, scritte appositamente per lo show.

Informazioni e Orario Spettacoli

venerdì 27 gennaio ore 21.00
sabato 28 gennaio ore 21.00
domenica 29 gennaio ore 18.00

Per informazioni: 081.411723 | 081.418824 – Teatro Sannazaro via Chiaia 157 Napoli – www.teatrosannazaro.it

Binario 21: la memoria, la storia, il tentato oblio. Il 27 gennaio al Teatro Instabile Napoli.

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Binario 21: la memoria, la storia, il tentato oblio

La tappa napoletana dello spettacolo evento scritto e diretto da Antonio Masullo in scena con e Gianni Sallustro. Ingresso gratuito.

“Binario 21: la memoria, la storia, il tentato oblio” al Teatro Instabile Napoli il 27 gennaio 2023 alle 20 con ingresso gratuito: lo spettacolo-evento scritto e diretto dal giornalista, scrittore ed avvocato Antonio Masullo. La produzione è a cura di Talenti vesuviani.

Per lo spettacolo “Binario 21: la memoria, la storia, il tentato oblio” si tratta della tappa napoletana del Doppio binario tour 2023 che vedrà Masullo in giro per l’Italia e in Europa. Con il suo Doppio binario tour 2023 Masullo sarà in Lombardia, Veneto, Toscana, Campania, Calabria e la Sicilia. Terminato il tour italiano, partirà quello europeo che fa tappa a Berlino, Monaco e Londra. Masullo, inoltre, sta lavorando ad un reportage su Auschwitz e Birkenau, che comprende anche il racconto del Castello di Wewelsburg, in Westfalia, luogo misterioso e mistico, molto amato dai Nazisti.

Binario 21 porta in scena la memoria per combattere l’oblio e il negazionismo

Un viaggio nella Memoria non solo di chi è entrato nella storia e l’ha fatta, ma anche di chi è stato dimenticato. Così in scena la memoria dei bambini, dei partigiani, del popolo napoletano delle quattro giornate, degli studenti di Istria che racconteranno la Storia nella Storia, per combattere l’oblio e il negazionismo: “Memoria intesa come valore assoluto che restituisce dignità alla Verità e all’Umanità”.

“Ho voluto creare uno spettacolo – dice Antonio Masullo – che potesse arrivare a tanti, per mantenere viva l’essenza reale del valore della Memoria argomento di cui mi occupo con grande impegno da anni. Per questo motivo ho inserito nel Doppio binario tour, chiamato così perché è un percorso fra storia e memoria, la performance teatrale con Gianni Sallustro al Teatro Instabile Napoli. Ho voluto unire perciò l’interpretazione alla notizia storica, rendendola viva e palpabile per chi ama e vuole approfondire questo ambito tematico delle nostre radici culturali”.

In scena con Gianni Sallustro ed Antonio Masullo ci sono: Francesca Fusaro, Tommaso Sepe, Davide Vallone, Vincenza Granato, Carlo Paolo Sepe, Nancy Pia De Simone, Noemi Iovino, Roberta Porricelli, Maria Crispo, Antonella Montanino. Masullo utilizza per il racconto molte fonti oltre che i suoi due testi della trilogia sull’Olocausto e l’Esoterismo Nazista, in particolare Shoah – La cintura del Male e Mafalda di Savoia – La perla di Buchenwald – I sette giorni (Argento Vivo Edizioni).

La locandina dello spettacolo "Binario 21: la memoria, la storia, il tentato oblio" evento con ingresso gratuito al Teatro Instabile Napoli
La locandina dello spettacolo “Binario 21: la memoria, la storia, il tentato oblio” evento con ingresso gratuito al Teatro Instabile Napoli

Antonio Masullo

Antonio Masullo è nato a Nola (Napoli) nel 1976. Dopo il conseguimento della laurea in giurisprudenza presso l’università Federico II di Napoli, si abilita alla professione forense, e riveste dal 2008 la figura di avvocato penalista. Esperto in telecomunicazioni, diventa giornalista pubblicista nel marzo del 2018, iscritto all’ODG della Campania. Scrive per il quotidiano online ExPartibus, dove cura la rubrica “Risvegli”.

Ha all’attivo diverse pubblicazioni: “Solo di passaggio” (2001); “Namastè in viaggio verso te” (2011), “Il diario di Alma” (2012) e soprattutto “Shoah – La cintura del Male” (2019, Argento Vivo Edizioni), presentato anche al Senato della Repubblica e al Parlamento Europeo su invito dell’Ambasciata di Israele nel corso di un workshop sull’Antisemitismo e Mafalda di Savoia – La perla di Buchenwald – I sette giorni (Argento Vivo Edizioni).

Nell’autunno del 2023 l’Autore napoletano sarà pubblicato l’ultimo testo della sua trilogia su Maria Orsic, medium nazista, scomparsa nel 1945, prima della caduta definitiva del Terzo Reich.

Antonio Masullo
Antonio Masullo

Gianni Sallustro

Gianni Sallustro, attore, regista, doppiatore e direttore artistico dell’Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema. Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Politeama di Napoli, e diplomato come mimo attore presso l’I.C.R.A project di Michele Monetta, ha, inoltre, il diploma di 1° livello e di 2°livello di Doppiaggio conseguito presso “Professione doppiaggio” di Roma. Sallustro annovera nel suo curriculum esperienze teatrali, cinematografiche e televisive.

Tante le fiction Rai e Mediaset da lui interpretate (La squadra, Un posto al sole, Carabinieri, Sette vite, I Cesaroni, Un Medico in Famiglia). Ha lavorato con grandi maestri come Massimo Ranieri, Gabriele Lavia, Emma Dante, Antonio Calenda, Antonio Capuano, Roberto De Simone, Michele Del Grosso e il grande Dario Fo.

Tanti i cortometraggi e lungometraggi girati, alcuni dei quali hanno ricevuto importanti riconoscimenti come L’Eredità di Raffaele Ceriello e Il peso esatto del vuoto di Vincenzo Pirozzi. Molteplici sono i riconoscimenti ricevuti tra cui, ultimi in ordine di tempo: Miglior attore XIV edizione del Corto e Cultura Film Festival, città di Manfredonia, Premio GARGAUNIA -Miglior attore all’Officinema Film Festival, XVIII EDIZIONE, premio come miglior attore di teatro e cinema conferito dalla Camera dei Deputati – Fondazione AISPIS.

Gianni Sallustro
Gianni Sallustro

Chiara Francini oggi al Bolivar con lo spettacolo “Coppia aperta quasi spalancata”

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Chiara Francini al Bolivar con lo spettacolo “Coppia aperta quasi spalancata”

L’opera teatrale di Dario Fo e Franca Rame, uno degli spettacoli più popolari in Italia e non solo, viene riproposta con la regia di Alessandro Tedeschi con Chiara Francini e Alessandro Federico.

Chiara Francini oggi sul palco del teatro Bolivar con lo spettacolo “Coppia aperta quasi spalancata” di Dario Fo e Franca Rame. L’attrice, che vive un momento d’oro (è stata annunciata come co-conduttrice della quarta serata del prossimo Festival di Sanremo, venerdì 11 gennaio), sarà affiancata nello spettacolo da Alessandro Federico per la regia di Alessandro Tedeschi.

“La prima regola perché la coppia aperta funzioni è che deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!” – così, l’ironica Chiara Francini racconta le dinamiche della pièce e una mentalità purtroppo ancora attuale.

L’artista eclettica, un vulcano di carisma, vitalità e sensualità, con importanti ruoli sul piccolo e grande schermo, conduzioni al fianco di pilastri della tv come Pippo Baudo e un esordio letterario con quarantacinquemila copie vendute e otto ristampe, si mette alla prova qui con un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia.

L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così, tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata.

Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia. Fo e Rame descrivono in modo perfetto, con toni divertenti, ma appunto anche drammatici, raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile. “Coppia aperta…quasi spalancata” porta in scena l’insofferenza al concetto di monogamia e forte è il sentimento di riconoscimento che scatta nel pubblico.

Coppia aperta quasi spalancata al teatro bolivar con chiara francini e alessandro federico

Nel Ventre, voci dal centro della terra. Sabato 21 gennaio al Salotto Sommer di Napoli

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Nel Ventre, voci dal centro della terra

Salvo Lupo, diretto da Marco Medelin, in un monologo serrato scritto da Antonio Mocciola fa rivivere la voce dell’ultimo zolfataro

Il terremoto che devastò Messina nel 1908, la vita dura delle miniere dell’interno della Sicilia, la ricerca disperata di una memoria, di un ricordo, di un senso, di una madre. Nel ventre della terra, nel ventre della vita.

In un monologo serrato e senza momenti di tregua, rivive la voce dell’ultimo zolfataro, Sebastiano. Un ragazzo che entra “caruso” (ragazzino) ed esce uomo, attraverso lancinanti esperienze di vita e lavoro, che lo forgeranno e lo cambieranno inevitabilmente. Costretti a lavorare dall’alba al tramonto, senza tregua, i minatori siciliani erano privati degli abiti, di ogni minimo diritto umano e con paghe da fame nera.

Uno scandalo protratto per secoli, fino alle chiusure degli impianti, che hanno lasciato disoccupazione e desolazione all’interno dell’isola. Le parole di Antonio Mocciola e la regia di Marco Medelin fanno rivivere l’incubo di un ragazzo qualunque, intrappolato in un inferno che non aveva previsto, vittima del sogno di un progresso solo illusorio, e di un’indipendenza che non avrà mai.

Salvo Lupo, giovane attore siciliano, recita dall’inizio alla fine completamente nudo, così come lo erano questi lavoratori nel ventre della terra, rendendo ancora più scabroso e crudele il racconto di Sebastiano, le cui parole pesano come macigni sulla coscienza di un’Italia perduta, assassina di migliaia di suoi incolpevoli figli.

Salvo Lupo recita completamente nudo, così come lo erano questi lavoratori nel ventre della terra

Dal 21 gennaio al Ghirelli di Salerno Mutaverso Teatro VII stagione: la rassegna ideata e diretta da Vincenzo Albano

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Mutaverso Teatro VII stagione primo appuntamento con Oscar De Summa

Sei appuntamenti in programma per la rassegna teatrale targata Ablativo, dal 21 gennaio al 24 marzo al Teatro Ghirelli di Salerno grazie al supporto di Casa del Contemporaneo.

Mutaverso Teatro apre il 21 gennaio 2023 alle ore 21 al Teatro Ghirelli la VII stagione ideata e diretta da Vincenzo Albano con sei appuntamenti in programma. Il progetto Mutaverso, targato Ablativo, nasce nel 2016 e si configura come un invito, rivolto al pubblico, a scoprire o rinnovare la passione per il teatro.

Mutaverso Teatro è il progetto che più marcatamente traccia il profilo delle attività dell’associazione culturale “Ablativo”, ex Teatro Erre, riassumendone lo scopo e la vocazione d’esperienza artistica che contiene l’idea di un’azione piccola e controtendente, semplice e rivoluzionaria, rimandando a una dimensione emblematica di auspicabili “cambiamenti”.

Mutaverso Teatro primo appuntamento 21 Gennaio con “L’ultima eredità” di e con Oscar De Summa

Il primo appuntamento è con “L’ultima eredità”, di e con Oscar De Summa, e con gli ambienti sonori di Matteo Gozzi e Oscar De Summa. Una produzione de “La Corte Ospitale” che è la storia di un doppio viaggio, geografico ed emotivo, verso i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, da cui il protagonista credeva d’aver preso distanza e a cui non credeva sarebbe mai ritornato.

Un rientro a casa, alla notizia del peggioramento delle condizioni di salute del padre, che sarà il momento di un ultimo saluto, di un’ultima raccomandazione, la più importante, quella che resta nel tempo come segno e sigillo di ciò che è stato. Ma anche un ringraziamento, che porta con sé la consapevolezza che il padre sarà sempre, nonostante tutto, una sua fonte di insegnamento. Da qui l’ultima eredità: con l’arrivo della morte, di riflesso, la riscoperta del valore della vita.

Mutaverso Teatro secondo appuntamento 29 Gennaio con lo spettacolo “Il colloquio”

Domenica 29 gennaio, alle ore 20.00, per il secondo appuntamento del mese, sarà la volta del “Collettivo Lunazione” con lo spettacolo “Il colloquio”, vincitore del Premio Scenario Periferie 2019. Scritto e diretto da Eduardo Di Pietro, e in scena con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino, prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli.

Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta: in maniera differente desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame. La galera, luogo alieno in larga parte ignoto e oscuro, si rivela un riferimento quasi naturale, oggetto intermittente di desiderio e, paradossalmente, sede di libertà surrogata.

In qualche modo la reclusione viene condivisa all’esterno dai condannati e per le tre donne, che se ne fanno carico, coincide con la stessa esistenza. “Il colloquio” si fa racconto di queste vite dimezzate, ancorate all’abisso, disposte lungo una linea di confine spaziale e sociale, costantemente protese verso l’altrove: un aldilà doloroso e ingombrante da un lato e, per contro, una vita altra, sognata, necessaria, negata.

Collettivo Lunazione il 29 Gennaio per la rassegna Mutaverso Teatro con lo spettacolo "Il colloquio"
Collettivo Lunazione il 29 Gennaio per la rassegna Mutaverso con lo spettacolo “Il colloquio”

Mutaverso Teatro VII stagione: programma completo.

21 gennaio | la corte ospitale
L’ULTIMA EREDITÀ
di e con Oscar De Summa
ambiente sonoro e arrangiamenti Matteo Gozzi, Oscar De Summa

29 gennaio | collettivo lunazione
IL COLLOQUIO
progetto e regia Eduardo Di Pietro
con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino

10 febbraio | liberaimago
CELESTE
testo e regia Fabio Pisano
con Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Daniele Marino
suggestioni sonore live Francesco Santagata

24 febbraio | teatro del carro
SPARTACU STRIT VIÙ
VIAGGIO SULLA S.S.106 ISPIRATO ALLA LOTTA DI FRANCO NISTICÒ
scrittura scenica Francesco Gallelli, Luca Maria Michienzi
regia Luca Maria Michienzi con Francesco Gallelli

12 marzo | vulìeteatro
MINE
CONFERENZA STANCA SUL MELODRAMMA AMOROSO
drammaturgia Michele Brasilio, Marina Cioppa
con Michele Brasilio, Marina Cioppa
regia Michele Brasilio

24 marzo | unterwasser
UNTOLD
NON DETTO
ideazione, creazione e performer Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti, Giulia De Canio
musiche originali Posho

Per contatti e informazioni

info@ablativo.it | 329 4022021
facebook.com/ablativo
instagram.com/_ablativo
sito web/ ablativo.it

Inizio spettacoli ore 20 (tranne il 21 gennaio, ore 21)
biglietto unico intero € 12
carnet n. 6 spettacoli € 57
possibilità di acquisto tramite carta del docente.

Paupaulò di e con Pasquale Palma al Tram dal 19 gennaio

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Paupaulo di e con Pasquale Palma al Teatro Tram

Pasquale Palma, volto noto di Made in Sud, torna a teatro con Paupaulò in coppia con Vincenzo Salzano.

Paupaulò, scritto e diretto da Pasquale Palma al Teatro Tram dal 19 al 22 gennaio. Pasquale Palma volto noto della tv e del cabaret sarà sul palco del Tram, dal 19 al 22 gennaio, con Vincenzo Salzano: insieme, in una dimensione spazio temporale molto asettica e desolata, interpretano “Uno” e “Due”, intenti a costruire qualcosa per loro molto importante: il Paupaulò. La fine dell’assemblaggio di quel criptico totem sembra non arrivare mai o forse arriva troppe volte e a loro insaputa.

Ogni giorno che passa, ogni volta che il buio scandisce la fine, i pezzi da mettere insieme sembrano aumentare invece che diminuire. La continua costruzione e distruzione del Paupaulò gli dà e gli toglie ripetutamente l’opportunità di tirare fuori da loro stessi tutto ciò che di costruito e distrutto ci portiamo dentro. Ma la vera missione di “Uno” e “Due” è portare a termine il Paupaulò o è quella di farlo funzionare?

“Una visione, più che un normale testo teatrale. – Chiarisce Pasquale Palma – Ho immaginato questi due personaggi, che ho chiamato Uno e Due, poiché possono essere tutti o nessuno, intenti nel portare a termine il loro obiettivo: costruire il Paupauló. Cos’è il Paupauló? Cosa nasconde questo nome così atipico? E in cosa consiste il loro lavoro preparatorio alla costruzione e messa in funzione finale? Tutto ciò è ignoto ai personaggi stessi, ma c’è un qualcosa di alto e di trascendentale che li spinge a continuare.

Il loro lavoro diventa anche il palesarsi della loro lotta continua con se stessi e con il mondo esterno. Forse il Paupauló li può salvare? Forse. Il tempo e lo spazio sono due fattori che ho voluto lasciare indefiniti. Potrebbe essere un passato distopico che ha partorito i tempi che viviamo, potrebbe essere il futuro che ci aspetta o semplicemente, e in modo inquietante, tutto ciò è il nostro oggi. Speriamo nel Paupauló. Nel nostro. Ognuno nel suo”.

Pasquale Palma, cenni biografici.

Pasquale Palma, classe 1986, comincia come animatore nei villaggi turistici per poi approdare a Made in Sud, prima su Sky Comedy Central e poi su Raidue, dove riesce a farsi apprezzare dal pubblico per i suoi personaggi. Successivamente si dedica al teatro con il musical “Stelle a Metà” con Sal Da Vinci e con spettacoli di cui è anche autore quali “Il dottor Futuro” o “La Stessa Stella” insieme a Gennaro Scarpato.

È al cinema in film di Vincenzo Salemme e Alessandro Siani, nonché in “San Valentino Stories”. Nel 2017 prende parte all’evento di Diego Armando Maradona “3 volte 10” al Teatro San Carlo di Napoli. Ultimamente ha iniziato una collaborazione artistica con il Collettivo La Corsa che si dedica alla scrittura e alla distribuzione di spettacoli di teatro d’autore. A breve uscirà il primo suo libro.

Alluccamm di Luca Pizzurro da giovedì 19 gennaio 2023 al Teatro Elicantropo di Napoli

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Alluccamm di Luca Pizzurro da giovedì 19 gennaio 2023 al Teatro Elicantropo di Napoli

Con Alluccamm Luca Pizzurro porta in scena una storia di “disperazione”, di riscatto e di accoglienza sullo sfondo della seconda guerra mondiale

Alluccamm di Luca Pizzurro racconta la fame, la povertà dei quartieri, il contrabbando, l’infanzia deturpata e la  ricerca dolorosa della propria  identità sessuale, all’epoca dei fatti incomprensibile. Lo spettacolo Alluccamm scritto e diretto da Luca Pizzurro vede interpreti Andrea Fiorillo e Carlo Liccardo, con le musiche originali di Enzo Gragnaniello, in scena da giovedì 19 fino a domenica 22 gennaio 2023 al Teatro Elicantropo di Napoli.

Alluccamm potrebbe essere solo una delle tante storie disperate della vita durante la Seconda Guerra Mondiale. Potrebbe anche voler raccontare come nacque ed esplose quella rivolta conosciuta come Le Quattro Giornate di Napoli. Potrebbe essere una storia d’infanzia rubata, di ricerca di identità, di violenza, quelle storie che ben conoscono i femminelli di Napoli.

In realtà, lo spettacolo di Luca Pizzurro vuole essere un viaggio nei sentimenti, nelle emozioni, di chi vive in un corpo che non sente adeguato, di chi vorrebbe essere in grado di conoscere la gioia di una maternità, che è loro negata.

Luca Pizzurro: “Camminando per le vie dei Quartieri Spagnoli si scopre una Napoli Verace che ha le radici in un passato solido

“Alluccamm – così Luca Pizzurro – nasce da uno stimolo che mi è venuto dalla città, camminando tra i Quartieri Spagnoli. Ho scoperto un tessuto umano straordinario che ancora oggi esiste. Una Napoli verace autentica che ha le radici in un passato molto solido, e di questo passato ho rintracciato le Quattro Giornate. M’interessava relativamente il lavoro storico. Ho scelto il mondo dei femminielli, dei transessuali per far rivivere quel tempo attraverso i loro occhi.”

Napoli, dopo l’armistizio, è una città abbandonata dal governo in mano ai tedeschi, che incattiviti dalla scelta del governo italiano di firmare l’armistizio con gli americani, sfoga sulla popolazione tutta la sua rabbia e la sua follia. Il Vico Lungo del Gelso è l’unico luogo dove la protagonista, Dolores, si sente al sicuro! Qui, nella sua abitazione, l’unica persona che incontra, oltre ai suoi clienti che pagano mezz’ora d’amore con generi alimentari, è una giovane prostituta di nome Jolanda.

L’autore e regista Luca Pizzurro compie un viaggio nei pensieri più bui di chi vive in un corpo sbagliato, di chi subisce la violenza e il giudizio infame del più forte. Il suo Alluccamm è una storia di mille volti vestita da mille colori, accompagnati da mille ferite, ma, nonostante tutto, intrisa di una forte speranza di cambiamento.

 Alluccamm scritto e diretto da Luca Pizzurro vede interpreti Andrea Fiorillo e Carlo Liccardo, con le musiche originali di Enzo Gragnaniello
In foto Andrea Fiorillo. Fotografia di Massimo Cuomo

Vincitore del Premio “Napoli Cultural Classic”. Secondo posto Premio Letterario Internazionale Città di Castrovillari Accademia delle Arti. Terzo posto al Premio Internazionale Castrovillari Città Cultura. Menzione d’onore sez. drammaturgia IX Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana

La storia si svolge a Napoli, dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943. Dentro un basso di Vico Lungo del Gelso, nel cuore dei quartieri spagnoli, vive Dolores, in arte Reginella, ex sciantosa del Café Chantant napoletano, costretta dagli eventi e dalla miseria portata dalla guerra, a prostituirsi.

Passa il suo tempo lavorando e rassettando la casa, senza mai uscire, perché il 12 settembre, camminando per strada, è stata costretta, assieme a tutti i napoletani presenti sul posto, ad assistere all’esecuzione di un marinaio sulle scale dell’università Federico II, e, come se non bastasse, ad applaudire, insieme a tutti gli altri presenti, mentre l’Istituto Luce germanico girava un documentario di propaganda.
Dolores decide di chiudersi in casa e non uscire più. Napoli, dopo l’armistizio, è una città abbandonata dal governo in mano ai tedeschi, che incattiviti dalla scelta del governo italiano di firmare l’armistizio con gli americani, sfoga sulla popolazione tutta la sua rabbia, tutta la sua follia.

Il suo basso è l’unico luogo dove Dolores si senta al sicuro. Più volte, durante le sirene che annunciavano gli attacchi aerei, decide di rimanere in casa invece di andare nei rifugi, come fa invece il resto della popolazione. È una donna sola, che si sente protetta soltanto tra le quattro mura della sua casa.

Il contatto con l’esterno si manifesta in casa di Dolores attraverso alcuni incontri: quello con i suoi clienti, che pagano mezz’ora d’amore con generi alimentari, quello con la magliara, personaggio che ha saputo sfruttare il momento di difficoltà della guerra attivando il commercio della borsa nera, quello con Jolanda, amica di vecchia data di Dolores, prostituta anch’essa, che passa gran parte del suo tempo in casa di Dolores, poiché nel suo basso ha ospitato una forestiera, che a fine giornata le lascia parte di quello che riesce anch’essa a guadagnare dai suoi clienti.

Le occasioni di incontro tra Dolores e Jolanda sono momenti di grande vitalità, con spaccati di profonda umanità, che consentono allo spettatore di individuare con grande chiarezza le differenze caratteriali tra le due protagoniste. Dolores, 45 anni, bella, vanitosa, dal carattere spigoloso, burbera, analfabeta. Jolanda, 35 anni, bruttina, solare, sa leggere e scrivere, ama girare per le strade della città, sogna di fare la commessa in un grande magazzino.

Sono due mondi che si attraggono e si respingono nello stesso momento; l’unico punto in comune risiede nella condivisione della fame, della disperazione, del bisogno di calore umano.

Il testo di Alluccamm è una matrioska di storie

Questo testo è una matrioska di storie: Esiste una Storia generale, quella della seconda Guerra Mondiale, che fa di sfondo all’opera.
Esiste una storia particolare, quella delle quattro giornate di Napoli, che rappresenta il contesto in cui i personaggi agiscono. Esiste una storia personale, quella di queste due fragili presenze, che rappresentano uno sprofondamento dentro l’anima, la loro e la nostra.

Napoli è una città che comincia a reagire ai soprusi dei tedeschi, costringendo il Comando nazista a sbarazzarsi degli uomini napoletani, tramite un editto, che ordina il rastrellamento degli uomini e il loro invio nei campi di lavoro in Germania. L’alternativa è la fucilazione immediata.

La condizione di sopravvivenza, senza la presenza di uomini, per due prostitute, diventa sempre più precaria. Di fronte alla disperazione, Jolanda si mette in moto per trovare una soluzione, e viene a sapere, da “Wanda Osiris” pseudonimo di un’altra prostituta che lavora nel vico, e che aveva da tempo a vendersi ai soldati tedeschi, che al Comando il Colonnello Scholl sta organizzando un festeggiamento per l’arrivo del Generale Kesserling. Consci della grande tradizione teatrale napoletana, pensano di fare cosa gradita al Generale nell’organizzare uno spettacolo di Varietà.

Pertanto sono alla ricerca di qualcuno che possa fare al caso loro. Jolanda convince Dolores a riprendere il baule con i suoi costumi e le sue parrucche, per preparare lo spettacolo, che prevede la ricompensa di sacchi di generi alimentari e una quantità di carte annonarie tali da garantire un approvvigionamento costante.

Dolores, all’inizio si dimostra assolutamente contraria alla possibilità di rimettere piede su un palcoscenico, ma messa alle strette dalle condizioni di assoluta precarietà, accetta. Il basso di Dolores si trasforma in una vera e propria sala prove, dove Jolanda, con non poche difficoltà, tenta di apprendere i rudimenti dell’arte della recitazione, del canto e del ballo, sotto la guida di una severissima Dolores.

Alla tanto attesa prova con i costumi , Dolores tira fuori un vecchio baule contenente parrucche e costumi di quando faceva la sciantosa. L’apertura di quel baule rappresenta per Dolores uno sprofondamento nel suo passato tanto da condurla ad uno stato quali allucinatorio, vedendo Jolanda che ne frattempo si è vestita con i costumi di Dolores, un’altra se.

Dolores si scaglia prima verbalmente poi fisicamente contro Jolanda rimproverandole di aver voluto cambiare la natura costringendosi ad essere una donna nel corpo di un uomo. Dopo una furibonda litigata che vede Dolores accanirsi contro se stessa Jolanda, le due protagoniste arrivano a prendersi per i capelli, fino a che nelle mani dell’una non resterà la parrucca dell’altra, rivelando in modo crudo e spietato la vera identità delle nostre due protagoniste: Jolanda e Dolores sono due femminielli.

La lite delle due viene interrotta dal rumore di qualcuno che bussa alla porta. Piomba una tensione palpabile tra le due ed il primo pensiero è che sia la ronda dei te-deschi richiamata dalle grida. Lentamente si avvicinano alla porta e apro-no l’uscio quanto basta per vedere un fagotto lasciato da qualcuno.

È un neonato, abbandonato. Il cuore della storia, adesso, comincia a battere a un altro ritmo. Il ritrovamento inaspettato di questo bambino, porterà le due donne a porsi una serie di quesiti sull’esistenza, la morte, l’abbandono, dando il coraggio di raccontarsi reciprocamente le proprie esperienze di bambini “diversi”. Durerà 48 ore la convivenza con questa creatura, il tempo sufficiente per far emergere un nascosto istinto di maternità.

Alluccamm di Luca Pizzurro da giovedì 19 gennaio 2023 al Teatro Elicantropo di Napoli 2

Luca Pizzurro con Alluccam indaga in maniera puntuale e attenta il tema del desiderio di maternità nel mondo transessuale

Il testo inizia dunque ad indagare in maniera puntuale ed attenta, il tema del desiderio di maternità nel mondo transessuale, la trasformazione del corpo, il voler assomigliare il più possibile ad un ideale femminile nel quale ci si riconosca, senza poter raggiungere quella capacità di procreare che esiste solo nelle donne, e che non si può raggiungere con nessun artificio. Resta quindi un desiderio irrealizzabile, un vuoto incolmabile. I due giorni passe-ranno in una continua alternanza tra euforia e sconforto, convinzione di potercela fare e impossibilità di dare nutrimento e cura ad un neonato che necessita di pasti regolari e adeguate condizioni igieniche.

Quindi la decisione di Dolores è quella di andare a depositare il bambino alla ruota degli Esposti, alla Chiesa dell’Annunziata, anche perché l’indomani sarà il giorno in cui dovranno rappresentare il loro spettacolo per le truppe tedesche. I dubbi iniziali di Dolores sulla opportunità di presentarsi al Comando te-desco erano tutt’altro che infondati.

Lo spettacolo diviene solo un pretesto per dare la possibilità ai soldati tedeschi di sfogare sui corpi dei nostri due femminelli tutta la loro brutalità animale, ed inoltre pongono Jolanda e Dolores in una situazione di grande pericolo, dal momento che, nonostante l’aspetto sia quello di due donne, una volta nude, uomini a tutti gli effetti e quindi colpevoli di non avere obbedito a quanto ordinato nell’editto. Jolanda e Dolores stanno per essere fucilate, ma riescono a scappare.

La situazione è diventata pericolosa per le due, che riescono a raggiungere il basso. Doloranti, confuse ed impaurite non sanno più cosa fare, proprio in quel momento dai vicoli si alza una voce: “Gli Americani so Sbarcati”. Il popolo, forte della presenza degli americani, insorge ed anche Jolanda e Dolores imbracciano le armi e combattono le “loro” quattro giornate di Napoli, “Alluccando”, gridando. In nome della libertà In difesa della diversità Per i bambini felici che non sono stati Per i figli amati che non sono stati Per i figli che non avranno. Mai.

Il testo di Alluccamm è una matrioska di storie. Al Teatro Elicantropo

Alluccamm di Luca Pizzurro al Teatro Elicantropo

Dal 19 al 22 gennaio 2023 – Teatro Elicantropo di Napoli, Vico Gerolomini 3
Orario delle rappresentazioni: ore 21.00 dal giovedì al sabato; ore 18.00 domenica.
Per maggiori informazioni e prenotazioni telefonare al 081.296.640 (solo il pomeriggio) o consultare il sito web www.teatroelicantropo.com

Marco Baliani dal 19 gennaio al Teatro Nuovo con due spettacoli e uno stage

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Marco Baliani al Teatro Nuovo di Napoli con due spettacoli

Marco Baliani in scena al Teatro Nuovo di Napoli con due allestimenti in successione: Rigoletto e Corpo di Stato.

Marco Baliani torna sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli dal 19 gennaio con due spettacoli in successione. La voce diviene racconto ed evoca visioni, l’elemento visivo fa da contrappeso a quello verbale, in un saldo equilibrio. Questo rappresenta l’arte del buon narratore e il luogo dove si palesano l’abilità e la pratica ultra trentennale di Marco Baliani, che torna sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli con due spettacoli in successione: Rigoletto, in scena da giovedì 19 alle ore 21.00 a domenica 22 gennaio, e Corpo di Stato, in scena da lunedì 23 a mercoledì 25 gennaio sempre alle ore 10.30.

Gli spettacoli di Marco Baliani sono soliti tracciare storie, che hanno al centro il bisogno insaziabile, nell’uomo, di “un posto nel mondo dove sentirsi nel giusto, nel diritto”. La forza interiore, quella di sfidare il destino, la paura e la vita, diventano elementi fondamentali delle scelte personali e del percorso di ognuno.

Rigoletto, la notte della maledizione. Di e con Marco Baliani, Giampaolo Bandini alla chitarra e Cesare Chiacchiaretta alla fisarmonica.

Rigoletto è un monologo, quindi per farlo c’è bisogno di un personaggio in carne e ossa, spirito e materia. “È uno dei motivi – sottolinea Baliani – che mi ha spinto in quest’impresa. Poter rivestire per una volta la pelle di un altro e starci dentro dall’inizio alla fine, è una gioia particolare per me, che in scena da narratore non ho mai la possibilità di calarmi interamente nelle braghe di chicchessia.

La nostalgia per la donna amata, la gelosa premura nei confronti della figlia, la sete di vendetta contro chi minaccia la sua purezza: i sentimenti di Rigoletto, che la musica di Verdi ha reso immortali, rivivono nell’animo e nella storia di un clown che si esibisce in un piccolo teatro di periferia.

Davanti allo specchio, mentre trasforma col trucco il suo viso, si prepara per una serata speciale, quella in cui si consumerà la sua vendetta, sotto gli occhi di tutti. Pensieri, rancori, ricordi si susseguono in un monologo accompagnato, interrotto e, per certi versi, ostacolato da una musica sempre presente.

Corpo di Stato. Il delitto Moro: una generazione divisa. Di e con Marco Baliani per la regia di Maria Maglietta

Corpo di Stato. Il delitto Moro: una generazione divisa rappresenta il rapporto conflittuale tra esigenza di rivolta contro l’ingiustizia e assunzione del ruolo di giustiziere. È sempre difficile raccontare qualcosa che è così vicino a noi, specie se quel qualcosa ha inciso profondamente sulle nostre esistenze e sulle nostre scelte.

Nei cinquantacinque giorni della prigionia di Moro, Baliani racconta di una lacerazione, di come il tema della violenza rivoluzionaria abbia dovuto fare i conti con un corpo prigioniero, e come questa immagine, divenuta spartiacque per scelte fino a quel momento rimandate, abbia fatto nascere domande e conflitti interiori non più risolvibili con slogan o con pratiche ideologiche.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni potete visitare il sito del Teatro Nuovo

Mater Di Imma di Nardo. Storia di una deprivazione affettiva

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Imma Di Nardo affronta la complessa tematica del disagio giovanile con il suo nuovo libro edito da 0111 Edizioni

Mater, il nuovo libro di Imma Di Nardo è stato presentato al Clubino di Napoli. Imma Di Nardo, napoletana di origine e milanese di adozione, è sociologa, formatrice, autrice di saggistica sul mondo del lavoro e di narrativa. Tra le sue opere: Stregati dalle steppe, (Robin 2009), Betty Tonon – Guerra dei sessi in Val Padana- (Leucotea 2019); partecipa a numerosi concorsi di narrativa breve tra cui il premio La Quara di Borgotaro dove arriva prima classificata.

Mater un libro che parla di ragazzi ma non per loro, come sottolinea la stessa Imma Di Nardo durante alle telecamere di IDN – Itinerari di Napoli, bensì è un libro che si rivolge agli adulti e che gli invita a riflettere su alcuni possibili “perchè” del disagio che talvolta vivono i nostri ragazzi

Mater è la storia di una deprivazione affettiva dei figli di una borghesia opulenta – dichiara l’autrice – che si ribellano furiosamente e con esiti imprevedibili. Uno dei protagonisti emergerà con nitidezza, il più apparente in ombra, che ingaggerà una lotta tra due anime di sé: quella perdente che vuole lasciarsi alle spalle e quella oscura che lo fa apparire potente agli occhi degli altri coetanei. Diversi i colpi di scena e indubbio fino all’ultimo l’evoluzione”.

Mater. Sinossi.

È quasi l’alba e due adolescenti, Mirko e Andrea, sono intenti in una meticolosa distruzione degli oggetti di maggior pregio all’interno di una villa nell’hinterland milanese. In disparte li osserva Alessia, anche lei sedicenne, figlia dei proprietari della villa. Dalla spedizione, nata per punire e insieme reclamare l’attenzione di genitori gelidi e distanti, tutti usciranno cambiati; in particolare Andrea, che ne verrà fuori radicalmente trasformato e con una missione: distruggere l’odiata Mater, sua madre Matilde.

L’incomprensibile atteggiamento della madre, un continuo ignorarlo, l’ha ferito fin da quando era un bambino in cerca di calore; alla morte del padre la distanza tra lui e Matilde è diventata incolmabile. Ora l’odio per quell’atteggiamento si cristallizza in un piano subdolo che mira alla distruzione di Matilde. Nel piano per farla impazzire farà entrare, con la forza del ricatto, i due riottosi compagni nella spedizione punitiva che ha dato inizio a tutto: Mirko e Alessia, che in quella notte di esaltazione e tenebra hanno scoperto di amarsi.

Lungo il cammino Andrea incontrerà, e deciderà di includere nelle sue vendette, altre figure: la volitiva giovane supplente di inglese Fulvia Berti, empatica e solare, e un ex allievo di lei, Dario, ambedue rappresentanti di aborrite categorie, i cuorcontenti, le persone con un atteggiamento solare e positivo verso il mondo. Andrea cambia pelle, agli occhi dei compagni, proprio in quell’alba di devastazioni nella villa isolata. Da quella notte comincerà a ricattarli, resterà per le successive due settimane blindato in casa, sfiancandosi con gli allenamenti e nutrendosi il minimo per restare in piedi, con l’obiettivo di portare a termine la trasformazione esterna in sintonia con quella interna.

Non più nerd sovrappeso e goffo, ormai è diventato Andrea l’oscuro, gotico e strafigo, onnipotente e dark e rifugge il ricordo del bambino assetato di attenzioni che è stato. È una corsa a perdifiato verso la perdizione, verso la follia indotta a Matilde e minacce sempre più pesanti ai suoi “compari”, fino a quando nel cuore oscuro di Andrea fa capolino, prima minuscola e invisibile e poi sempre più forte, la luce della comprensione, che arriva proprio dalla voce del sé stesso bambino. Dalla sua coscienza. Da quel momento sarà lotta all’ultimo sangue con Andrea l’oscuro.

Alla fine, dopo una sofferta riappacificazione con la madre che scaturisce da una scampata tragedia a tavola – Andrea sta per soffocare a causa di un boccone troppo grande e la madre è costretta a intervenire per salvarlo – il ragazzo trova dentro di sé il desiderio di cambiare. Questa svolta porterà a quella dell’epilogo che vede un sorprendente ribaltamento nei rapporti di Andrea con Fulvia.

Fulvia, prima inseguita come preda sessuale da possedere e umiliare e, nell’epilogo, dopo che Andrea ha imboccato la strada del perdono e ha scoperto il doloroso segreto che custodiva la giovane insegnante, in un oggetto d’amore disinteressato e generoso.


I Maggio al Teatro Cortese il 14 e 15 gennaio

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I Maggio, la commedia scritta e diretta da Ben Maggio e liberamente ispirata a fatti realmente accaduti, fa rivivere la storica famiglia di attori napoletani

Al Teatro Cortese i Maggio raccontano “I Maggio”. La commedia, scritta e diretta da Ben Maggio fa rivivere la storica famiglia di attori napoletani ispirandosi a fatti realmente accduti

I Maggio al Teatro Cortese sabato 14, con un doppio appuntamento, e domenica 15 gennaio. Sul palcoscenico di Viale del Capricorno la Compagnia Sipariamo porterà in scena “I Maggio”: la storica famiglia di attori napoletani viene raccontata al teatro per la prima volta dai suoi stessi discendenti con un testo scritto e diretto da Ben Maggio.

La commedia, ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, è liberamente ispirata a fatti realmente accaduti e sono stati volutamente tralasciati dei particolari importanti perché non necessari a raccontare il rapporto familiare, cosa legasse o dividesse i componenti. Verranno svelati aneddoti mai sentiti, particolari mai visti, con un finale mai scritto, prima di adesso, di una famiglia vera fatta di pregi e tanti difetti, che nasce sulle tavole del palcoscenico e che, in quanto napoletana, ha una maschera sulla faccia difficile da scollare.

Sara Saccone, Giuseppe Bottino, Vito Pace, Ben Maggio, Diana Maggio e Federica Bagnaro
Da sinistra a destra: Sara Saccone, Giuseppe Bottino, Vito Pace, Ben Maggio, Diana Maggio e Federica Bagnaro

Una commedia frutto di una ricerca lunga una vita

«Questo spettacolo – racconta Ben Maggio – è il frutto di una ricerca lunga una vita, dove le testimonianze di chi ha conosciuto i Maggio, come i figli o chi li ha visti recitare, insieme alle interviste nei telegiornali e ai libri, mi hanno portato a delinearne un profilo ben preciso, fino a che le pagine di questo copione non si sono scritte da sole.

Ho voluto rendere omaggio a una delle più grandi famiglie di artisti napoletane e italiane che hanno fatto la storia del teatro e che, oltre ad averci regalato tanto in vita, ci ha lasciato, dopo, qualcosa di ancora più importante – prosegue l’autore -. C’è un mistero nascosto dietro la parola “Maggio” ed è un qualcosa che non ho la presunzione di mostrarvi, ma sono quasi sicuro che lo sentirete: l’essenza di famiglia, di “una” famiglia, la loro».

Sinossi della commedia

I Maggio si riuniscono dopo tanto tempo e provano a farsi forza in un momento difficile, non solo dovuto alla guerra, ma anche alla malattia della madre Antonietta, ormai in fin di vita. Spinti dal padre, Don Mimì, i fratelli sono intenti a scrivere un nuovo spettacolo che li coinvolgerà tutti, anche se non sarà facile amalgamare caratteri così particolari come quelli di Enzo, Beniamino, Pupella, Rosalia, Dante e Margherita.

Saranno in scena: Dante Maggio, Elena Maggio, Francesca Maggio, Luca Gucci, Federica Bagnaro, Diana Maggio, Giuseppe Bottino, Sara Saccone, Ben Maggio, Vito Pace e Giorgio Gori. Ballerine: Rita Grimolizzi e Sara D’Arienzo.