mercoledì 24 Aprile 2024
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Morea racconta Morea. Intervista ad Antonella Morea che ci parla del libro postumo di sua sorella Delia Morea

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Napoli 16 dicembre, nella sede della Domus Ars, incontriamo Antonella Morea e i suoi occhi lucidi tradiscono le forti emozioni che sta provando. Fra pochi minuti Antonella presenterà il libro postumo dell’amata sorella proprio nel giorno del suo onomastico.

Delia Morea, scrittrice e giornalista, è stata autrice di romanzi, racconti, saggi e pièces per il teatro, ed è venuta a mancare proprio durante la pandemia senza riuscire a pubblicare il suo ultimo libro “Una corsa verso il vento” edito postumo da Avagliano Editore. E’ un libro fantasy scritto per i ragazzi, ma che dovrebbe essere letto anche dagli adulti, proprio come suggerisce Antonella Morea e conferma lo scrittore Nando Vitali che descrive il libro di Delia Morea come un romanzo di iniziazione.

Giuseppe Petrarca relativamente al libro di Delia, lo descrive come onirico, scritto per i ragazzi ma che lancia un messaggio a noi adulti per farci riflettere e lanciare un seme di speranza in questa notte del mondo.

Il seme di speranza forse è proprio nella ricerca che il ricavato della vendita del libro andrà a sostegno della Lega Italiana Fibrosi Cistica Campania Onlus per aiutare quei bambini che soffrono della stessa malattia che aveva contratto Delia

“Canzona ‘e… Guapparia”, diretta da Bruno Garofalo, dal 22 al 30 dicembre al teatro Trianon

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Canzona ‘e… Guapparia

Il Natale del Trianon Viviani sotto il segno della sceneggiata. Mercoledì 21 dicembre, alle 16:30, nella particolare cornice dell’auditorium della Porta del Parco di Bagnoli la conferenza cantata di Pasquale Scialò, intitolata “Canzone lacrimogena e sceneggiata”

“Canzona ‘e… Guapparia”, diretta da Bruno Garofalo, Giovedì 22 dicembre, alle 21, in prima assoluta, il teatro della Canzone napoletana porta in scena una sceneggiata di stampo tradizionale con le scene e la regia di Bruno Garofalo, dopo Spacciatore, diretta da Pierpaolo Sepe, che ha rivisitato questo genere con i linguaggi della contemporaneità.

Prodotta dallo stesso Trianon Viviani, questa commedia con musiche di Raffaele Esposito e Bruno Garofalo, che firma anche la regia e le scene, vede come protagonista Francesco Merola, l’interprete figlio ed erede spirituale di Mario, “Re della sceneggiata”.

“Guapparia”, canzone scritta da Libero Bovio e Rodolfo Falvo nel 1914

La sceneggiata ruota attorno alla canzone “Guapparia”, scritta da Libero Bovio e Rodolfo Falvo nel 1914, il brano che successivamente ha ispirato tanti altri autori sulla figura del “guappo”. Ambientato nei primi del ‘900, con l’orchestrina che tipicamente eseguiva all’epoca le musiche e i brani scelti, il triangolo dei protagonisti si compone del guappo don Michele (Isso), della fioraia Margherita (Essa) e dell’usuraia Regina, innamorata del primo, nel ruolo della Malamente.

In scena, con Francesco Merola, Antoine, Mattia Cioffi, Michele Costantino, Marcello Cozzolino, Tiziana De Giacomo, Francesco Del Gaudio, Oscarino Di Maio, Raffaele Esposito, Laura Lazzari, Marianna Mercurio, Maurizio Murano, Alessio Sica e Sara Testa.

Con gli arrangiamenti e le musiche originali di Pino Perris, partecipano i musicisti Ciro Cascino (direzione musicale e pianoforte), Gaetano Campagnoli (clarinetto e sax), Gennaro Desiderio (violino), Luigi Fiscale (batteria), Diego Perris (tastiera), Claudio Romano (mandolino) e Luigi Sigillo (basso).

I costumi sono di Anna Giordano, i movimenti coreografici di Carolina Aterrano, le luci di Gianluca Sacco e il suono di Daniele Chessa, con le
foto di scena di Pino Miraglia.

“Canzona ‘e… Guapparia” sarà in scena tutte le sere, da giovedì 22 a venerdì 30 dicembre, tranne il giorno 24, sempre alle 21.

“Canzona ‘e… Guapparia”, diretta da Bruno Garofalo, dal 22 al 30 dicembre al teatro Trianon

Pasquale Scialò e Lello Giulivo per un approfondimento di questa popolare forma di teatro.

Precederà lo spettacolo, mercoledì 21 dicembre, alle 16:30, nella particolare cornice dell’auditorium della Porta del Parco di Bagnoli (via
Diocleziano, 341), la conferenza cantata di Pasquale Scialò, intitolata “Canzone lacrimogena e sceneggiata”: il musicologo approfondirà questa popolare forma di teatro, con la partecipazione del cantante-attore Lello Giulivo per l’interpretazione dei più significativi esempi musicali.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

Pasquale Scialò, musicologo
Pasquale Scialò, musicologo

Fede ‘n’ Marlen a Napoli World 2022

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con le loro canzoni Fede ‘n’ Marlen raccontano storie che sudano amore, ironia, piccole filosofie di vita

Fede ‘n’ Marlen: “con le nostre canzoni raccontiamo la verità su di noi”. In occasione di Napoli World 2022 abbiamo Federica Ottombrino e Marilena Vitale, in arte Fede ‘n’ Marlen, due giovani ed eclettiche cantautrici napoletane che con le loro canzoni hanno deciso di raccontare la verità sulla loro quotidianità fatta di sentimenti, piccoli dolori, amori e sogni.

Un esempio lo troviamo in Mandorle, il loro primo album, ma ancora di più troviamo nell’album Terra di Madonne dove con particolare attenzione data al peso delle parole usate nei loro testi raccontano della loro città. Entrambe autrici, con i loro testi spesso scritti separatamente, raccontando la verità riescono a fare elegantemente una canzone di denuncia, che non urla rabbiosa, bensì racconta gentilmente e con passione una condizione, uno spaccato di vita reale che riguarda tutti noi come nel brano “Io sono confine”.

Maria Lai, “Un Filo nella Notte” a cura di Marta Ragozzino, dal 16 dicembre al Museo e Certosa di San Martino

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Maria Lai, “Un Filo nella Notte”

Curata da Marta Ragozzino, la mostra racchiude, in uno speciale e dedicato spazio avvolgente, alcuni tra i più rappresentativi ed originali presepi d’artista realizzati da Maria Lai nel corso della sua lunga e intensa attività.

Maria Lai, “Un Filo nella Notte” a cura di Marta Ragozzino. In occasione delle festività natalizie, la Direzione regionale Musei della Campania, in collaborazione con l’Archivio e Fondazione Maria Lai, propone, negli splendidi spazi del Museo e Certosa di San Martino, proprio in prossimità della nota ed amata sezione presepiale, che raccoglie i tesori della tradizione napoletana, una piccola preziosa mostra dedicata ai suggestivi presepi di Maria Lai (Ulassai 1919-Cardedu 2013), una delle più importanti artiste italiane del secondo Novecento, alla quale la città partenopea non ha mai dedicato un’esposizione personale.

Curata da Marta Ragozzino, la mostra racchiude, in uno speciale e dedicato spazio avvolgente, una pausa silenziosa nel percorso di visita del Museo, che proprio a Natale attira visitatori e appassionati dell’arte presepiale, alcuni tra i più rappresentativi ed originali presepi d’artista realizzati da Maria Lai nel corso della sua lunga e intensa attività, a partire dalla metà degli anni Cinquanta, quando l’artista diede forma alle prime composizioni dedicate alla Natività in juta e terracotta.

Il presepe di Maria Lai con la sua incantevole essenzialità restituisce il mistero del sacro

Da allora il presepe, nelle sue diverse declinazioni, sempre caratterizzate da un’incantevole essenzialità e da una profonda, quasi spirituale, riflessione sul vuoto e sull’assenza, che restituisce, nel lessico scelto da Lai, il mistero del sacro, è stato uno dei temi centrali della ricerca dell’artista sarda, che da giovane fu allieva di Arturo Martini.

Fondamentale nella declinazione del tema, l’utilizzo dei materiali semplici, poveri, talvolta tratti dalla vita quotidiana, come sempre nella poetica di Lai, come la juta o la terracotta dei primi presepi, ma anche i sassi, il legno, il pane, sui quali, nel tempo, l’artista interviene, componendo e scomponendo anche taluni presepi già creati, e recuperandone le figure in nuove, e spesso ancor più essenziali, composizioni.

Materiali sempre cuciti, o tessuti, o comunque connessi, perché l’arte è connessione e raccordo, l’arte attiva dialogo, permette di entrare in relazione. L’arte, per Lai, non è nell’oggetto, nella fisicità dell’opera, o dei personaggi del presepe, che spesso rappresenta un cammino, un percorso di avvicinamento, bensì è nell’altrove, nella realtà che sta dietro all’apparenza, nel vuoto che trascende la dimensione fisica.

Presepio (part.) 1956-2006. Legno, terracotta, smalto, vernice - 50x200x100 ca. Ph. Serge Domingie (Courtesy ©Archivio Maria Lai by Siae 2022)
Presepio (part.) 1956-2006. Legno, terracotta, smalto, vernice – 50x200x100 ca. Ph. Serge Domingie (Courtesy ©Archivio Maria Lai by Siae 2022)

L’arte è assimilata alla vita, ne incarna fragilità e potenzialità e allo stesso tempo connette razionale e irrazionale, visibile e invisibile, comprensibile e misterioso

Con personaggi essenziali, spesso ricondotti a figure quasi geometriche, fuori da grotte o capanne, sempre sotto la volta del cielo stellato, attratti e orientati da un filo nella notte, che è quello della stella cometa (che diventa una spiga di grano), i presepi di Maria Lai, e i libri delle profezie, cuciti, legati e intessuti di fili, o la “calligrafia” dei 2000 Natali di guerra, che ci richiama all’oggi, riportano il sacro nella vita di ciascuno di noi.

Per l’artista, infatti, l’arte è assimilata alla vita, ne incarna fragilità e potenzialità e allo stesso tempo connette razionale e irrazionale, visibile e invisibile, comprensibile e misterioso. Come il Presepe. Che è teatro, messa in scena e clamore ma allo stesso tempo mistero, rarefazione e silenzio.

La mostra, che presenta, in un percorso serrato, 13 opere provenienti dalle collezioni dell’Archivio e Fondazione Maria Lai, si inserisce a pieno titolo nella programmazione del Museo di San Martino, sito molto visitato e ricercato nei mesi invernali proprio per la presenza della sezione presepiale, nell’ambito della quale trovano speciale cornice le opere semplici e intensissime dell’artista sarda, capaci di evocare e attualizzare, nel dialogo con gli ornatissimi elementi del presepe tradizionale napoletano, il mistero della nascita e il bisogno di spiritualità ma anche di pace e libertà del nostro tempo inquieto.

Le opere e l'arte presepiale di Maria Lai esposte al Museo e Certosa di San Martino
Senza titolo 1977. Legno, plastica, corda, pasta di pane, carta, inchiostro, semola – 37×31,5×7. Ph. Giorgio Dettori (Courtesy ©Archivio Maria Lai by Siae 2022)

Breve biografia di Maria Lai

Maria Lai è nata nel 1919 a Ulassai. Fin da bambina mostra uno spiccato talento artistico e ha l’opportunità, seppure fortuita, di avere contatti con il mondo dell’arte (posa per Francesco Ciusa per un ritratto della sorellina scomparsa). Pochi anni dopo, la famiglia decide di iscriverla alle scuole secondarie a Cagliari, dove conosce Salvatore Cambosu, che per primo scopre la sua sensibilità artistica.

Nel 1939 si trasferisce a Roma per frequentare il Liceo Artistico e, una volta completati gli studi, parte alla volta di Verona e, successivamente, a Venezia, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti, in cui ha la possibilità di seguire le lezioni di Arturo Martini. Rientra in Sardegna, non senza difficoltà, nel 1945. Qui riprende l’amicizia con Salvatore Cambosu e insegna disegno nelle scuole elementari di Cagliari.

Ritorna a Roma nel 1956 e, l’anno successivo, presso la galleria L’Obelisco, tiene la sua prima personale. Nel 1971, presso la Galleria Schneider di Roma, espone i primi Telai, un ciclo che caratterizza i dieci anni successivi e l’avvicina ai temi dell’arte povera, mentre negli anni Ottanta si dedica alle prime operazioni sul territorio che le varranno gli esiti più significativi della sua opera.

Nel 1981 realizza a Ulassai l’operazione corale Legarsi alla Montagna, suo capolavoro, che anticipa i temi e i metodi di quella che sarà definita, solamente nel 1998, dal critico d’arte Nicolas Bourriaud come “arte relazionale”. A partire dagli anni Novanta dà vita a una serie di interventi di arte pubblica che, grazie a una visione programmatica, riusciranno, nel tempo, a trasformare Ulassai, suo paese natale, in un vero e proprio museo a cielo aperto, che trova la sua massima espressione nella “Stazione dell’Arte”, museo di arte contemporanea a lei dedicato. Il 16 aprile 2013 si spegne a Cardedu all’età di 93 anni.

Nuovi itinerari culturali e percorsi tematici, dedicati all’arte contemporanea e alla fotografia storica della città

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Nuovi itinerari culturali e percorsi tematici. Ph. Serge Domingie (Courtesy ©Archivio Maria Lai by Siae 2022)

In occasione delle festività natalizie, la Direzione Regionale Musei Campania presenta tre nuovi progetti espositivi per nuovi itinerari culturali.

Nuovi itinerari culturali e percorsi tematici, dedicati all’arte contemporanea e alla fotografia storica della città, che si connettono con le collezioni e con il patrimonio storico del complesso museale di San Martino – da quella presepiale al prezioso Archivio fotografico del Museo – fino a dialogare con il paesaggio urbano e naturale, di cui la celebre Certosa è al tempo stesso spettatrice e protagonista.

Tre nuovi progetti espositivi che, a partire dal prossimo fine settimana, amplieranno il percorso di visita alla Certosa e Museo di San Martino per tutto il periodo delle feste e fino ai primi mesi del nuovo anno.

“Un Filo nella Notte” dedicata ai suggestivi presepi d’artista di Maria Lai

Il primo appuntamento in programma è venerdì 16 dicembre 2022 alle ore 18.00, con l’inaugurazione della mostra di presepi di Maria Lai “Un Filo nella Notte”. Allestita nella Sala della meridiana, proprio in prossimità della nota e amata sezione presepiale, che raccoglie i tesori della tradizione napoletana, la piccola preziosa mostra, in collaborazione con l’Archivio e Fondazione Maria Lai, è dedicata ai suggestivi presepi d’artista di Maria Lai (Ulassai 1919 – Cardedu 2013), una delle più importanti artiste italiane del secondo Novecento. L’esposizione sarà visitabile fino al 19 marzo 2023.

Napoli ‘fin de siécle’. Fotografia Artistica Pasquale e Achille Esposito”

A partire da sabato 17 – inaugurazione alle ore 18.00 – sarà possibile riscoprire la Napoli di fine Ottocento nella mostra fotografica “Napoli ‘fin de siécle’. Fotografia Artistica Pasquale e Achille Esposito”, che raccoglie ed espone in tre sezioni tematiche le opere di Pasquale e Achille Esposito, protagonisti, alla fine dell’Ottocento, di un’importante stagione della grande tradizione della fotografia napoletana grazie alla produzione del proprio atelier fotografico commerciale. Allestita nella Sala della Spezieria, l’esposizione sarà visitabile fino al 19 marzo 2023.

“De Vesevi rebus”, di Ferruccio Orioli

Domenica 18 alle ore 11.00, sarà poi la volta di “De Vesevi rebus”, di Ferruccio Orioli, che, nella Sezione del Museo dell’Opera della Certosa, accompagnerà i visitatori in un percorso insolito e visionario intorno al Vesuvio, fino al 19 marzo 2023. Esposte in uno dei punti più panoramici del complesso certosino, le opere di Orioli stabiliscono uno stretto dialogo visivo e geografico con la scenografica veduta del Vesuvio che si ammira dal belvedere del Quartino del Vicario, attraverso un racconto che aspira a mettere insieme il passato, il presente e il futuro.

In occasione delle due inaugurazioni serali, venerdì 16 e sabato 17 dicembre, la Certosa e Museo di San Martino prolungherà l’orario di apertura dalle 17.00 alle 20.00, con ultimo ingresso in biglietteria alle ore 19.00.

A Puteca de’ e Leggende Napulitane dal 15 dicembre al TRAM di Napoli

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A Puteca de' e Leggende Napulitane dal 15 dicembre al TRAM di Napoli

Torna in scena in una veste tutta nuova lo spettacolo diretto da Diego Sommaripa. Con lui sul palco Vittorio Passaro, Diletta Acanfora, Laura Pagliara, Vincenzo Lettieri e Cristian Chiummariello. E ogni sera una “sorpresa”

A Puteca de’ e Leggende Napulitane dal 15 dicembre al TRAM di Napoli con personaggi come il Principe di Sansevero, Colapesce, Maria la Rossa la strega di Portalba, il Munaciello, La Regina Giovanna emergono dal passato di Napoli e diventano creature del presente. Al Teatro Tram torna in scena da domani 15 dicembre a domenica 18 lo spettacolo “’A Puteca de’ e leggende napulitane”, con la regia di Diego Sommaripa, accompagnato da molte sorprese.

Sul palco, insieme a Sommaripa, anche Vittorio Passaro, Diletta Acanfora, Laura Pagliara, Vincenzo Lettieri e Cristian Chiummariello. Miti e racconti della storia partenopea che si avvicendano con un filo conduttore onirico e a tratti fiabesco che anticipa di pochi giorni le festività natalizie.

A Puteca de' e Leggende Napulitane dal 15 dicembre al TRAM di Napoli
A Puteca de’ e Leggende Napulitane dal 15 dicembre al TRAM di Napoli

I protagonisti della tradizione prendono vita e forma come in un circo, come nella vita, per uno spettacolo che è tutto da scoprire, da ridere, da sognare.

Un ritorno che la sala di via Port’Alba ha fortemente voluto e un testo – sei gli autori – in continua evoluzione in cui il palcoscenico si trasforma in una bottega d’artigianato, lì dove si restaurano gli oggetti vecchi, a volte abbandonati, a volte preziosi. Ma nel processo di restauro qualcosa si perde: non è l’originale che torna in vita, ma qualcosa di nuovo, un po’ antico e un po’ moderno. I protagonisti della tradizione prendono vita e forma come in un circo, come nella vita, per uno spettacolo che è tutto da scoprire, da ridere, da sognare.

“Sono felice di riproporre la mia versione delle ‘leggende napoletane’, uno spettacolo per le famiglie – spiega il regista Diego Sommaripa – che strizza l’occhio al Natale dove la magia l’incanto e l’allegria sono il trait d’union con le leggende napoletane riscritte e rivisitate da un gruppo di validissimo e pluripremiati autori. Personalmente ho scritto per l’occasione una mia particolare rivisitazione sulla leggenda della ‘Janara’ dove classica e contemporaneo (in pieno stile Teatro Tram) si incontrano in scena. Ogni spettacolo avrà un ospite speciale: iniziamo giovedì 15 con un gruppo musicale, le ‘Kalika’ che faranno da colonna sonora live a tutta la rappresentazione”.

A Puteca de' e Leggende Napulitane dal 15 dicembre al TRAM di Napoli

Teatro Bolivar, 16 dicembre doppio appuntamento con la danza

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Doppio appuntamento con la danza il 16 dicembre al Teatro Bolivar

Al Teatro Bolivar un doppio appuntamento con un primo studio di danza: “Camera con vista interna”, prodotto da Arbdancompany – ArtGarageDanceCompany e “Killing Time”, prodotto da Funa Performing Arts.

Venerdì 16, al Teatro Bolivar al numero 30 di Via Bartolomeo Caracciolo, diretto da Nu’Tracks, arriva, alle ore 21.00, un doppio appuntamento con un primo studio di danza: “Camera con vista interna”, prodotto da Arbdancompany – ArtGarageDanceCompany e “Killing Time”, prodotto da Funa Performing Arts.

L’attesa della telefonata diventa un gioco perverso fatto di domande ossessive che aprono la strada ad una riflessione.

Una donna irrompe sulla scena con fare sicuro ma frettoloso. Ha del lavoro da sbrigare e sa come impiegare il suo tempo, ma il vero motivo per cui si trova lì viene presto rivelato da squilli incessanti: è subito chiaro che ha un appuntamento telefonico importante. L’apparecchio squilla a lungo ma quando la cornetta viene sollevata, dopo un rinvio carico di suspense, rivela solo un falso allarme; poi rimane lì, diventando un antagonista muto, oggetto del desiderio.

Da quel momento l’attesa di una chiamata diventa per la protagonista l’opportunità per scavare nel suo inconscio. Samantha, pur essendo una donna in carriera, brillante e spiritosa, è sola. Le sue uniche “amiche” sono Normae Jean ovvero due manichini che lei ha eletto a sue terapeute. Solo a loro può confessare la verità. E solo loro hanno la capacità di “farle” quelle domande scomode che non osa farsi da sola. L’attesa della telefonata diventa un gioco perverso fatto di domande ossessive che aprono la strada ad una riflessione. Sul senso di colpa, sulla gelosia, sul tradimento, sulla gioia di Amare e di essere amati.

Killing Time, vuole essere uno studio sul testo di Arnold Wesker

Cosa significa amare qualcuno che Non ti sceglie del tutto e che probabilmente non ti sceglierà mai in maniera completa? Killing Time, vuole essere uno studio sul testo di Arnold Wesker. Un’indagine su un declino psicologico causato dall’amore che porta spesso ad uno stato di solitudine ma anche alla voglia di interrogarsi, di farsi quelle domande scomode che potrebbero però aprire un varco verso un’ascesa.

«Decido di abitare angoli che scelsi di tenere al buio – l’autrice, danzatrice e regista Ginevra Cecere descrive, così, il concept – Dalla stasi lo svelamento dell’oscuro diviene parte della luce. Il modo in cui percepisco il non visibile è ciò che mi definisce. Il buio non è assenza di qualcosa ma spazio da assorbire, parentesi vuota. La colgo, la indago, la svelo. Riesco persino a vedere ciò che aveva celato, o che io avevo scelto di non vedere».

Al Teatro Bolivar un doppio appuntamento con un primo studio di danza: “Camera con vista interna”, prodotto da Arbdancompany – ArtGarageDanceCompany e “Killing Time”, prodotto da Funa Performing Arts.
Al Teatro Bolivar un doppio appuntamento con un primo studio di danza: “Camera con vista interna”, prodotto da Arbdancompany – ArtGarageDanceCompany e “Killing Time”, prodotto da Funa Performing Arts.

Una corsa verso il vento. Il romanzo postumo di Delia Morea

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Una corsa contro il vento di Delia Morea

Edito da Avigliano Editore l’ultimo romanzo di Delia Morea viene presentato dalla sorella, Antonella, il 16 dicembre alla Domus Ars. Con Antonella Morea intervengono Titti Marrone, Nando Vitali, Giuseppe Petrarca

Antonella Morea presenta il romanzo postumo di Delia Morea, “Una corsa verso il vento”. Venerdì 16 dicembre, alle ore 17,30, alla Domus ARS, a Napoli in via Santa Chiara n. 10 C, presentazione del romanzo postumo di Delia Morea, Una corsa verso il vento, Avagliano Editore, 2022. Con Antonella Morea intervengono Titti Marrone, Nando Vitali e Giuseppe Petrarca.

L’attrice, a due anni dalla prematura scomparsa della sorella Delia, scrittrice e giornalista, ha voluto dedicarle la pubblicazione del romanzo a cui aveva lavorato con intensa passione, ricordandola con un pomeriggio a lei rivolto.

Il ricavato della vendita del libro è devoluto a “Lega Italiana Fibrosi Cistica Campania Onlus”.

“Delia voleva pubblicare questo suo romanzo che lei definiva di genere Fantasy per ragazzi – scrive Antonella Morea – anche se io credo possano leggerlo tutti. Purtroppo non ha fatto in tempo a pubblicarlo e allora lo faccio io per lei. Il ricavato andrà a quei bambini che soffrono della stessa malattia che aveva contratto mia sorella prima che il COVID la portasse via. Il 16 dicembre, giorno della presentazione, ricorre l’onomastico di Delia e questo è il mio regalo per lei”.

Delia Morea (Napoli 1952-2020), scrittrice e giornalista, è stata autrice di romanzi, racconti, saggi e pièces per il teatro. Nel 2002 vince la seconda edizione del premio letterario Anna Maria Ortese, nel 2004 è stata finalista al premio teatrale Napoli Drammaturgia Festival. Ha pubblicato, tra gli altri, i saggi: Lazzari e Scugnizzi, Briganti Napolitani, Vittorio De Sica. L’uomo, l’attore, il regista, Storie pubbliche e private delle famiglie teatrali napoletane, la raccolta di testi teatrali La Voce delle mani, con la prefazione di Enzo Moscato. Con Avagliano editore ha pubblicato i romanzi: Quelli che c’erano (2007), Una terra imperfetta (2013). Il suo ultimo libro “Romanzo in bianco e nero” (Avagliano 2019) è stato candidato al Premio Strega 2019.

Tableaux Vivants ispirati a Caravaggio il 19 dicembre con la Nuova Orchestra Scarlatti e Teatri 35

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Ultimo appuntamento della rassegna ideata dalla Nuova Orchestra Scarlatti “Sotto il cielo più puro”, concerti sociali con ingresso gratuito.

Tableux Vivants ispirati a Caravaggio per un esperienza di forte impatto per l’ultimo appuntamento della rassegna “Sotto il cielo più puro“. Con la Nuova Orchestra Scarlatti, sul palco Gaetano Russo (clarinetto), Rosanna Savoia (soprano) e Gabriella Colecchia (mezzosoprano); per Teatri 35, di Gaetano Coccia, Francesco O. De Santis, Antonella Parrella, in scena Gaetano Coccia, Adriana Del Duca, Francesco O. De Santis.

Lunedì 19 dicembre 2022 alle ore 20:00, con ingresso gratuito senza prenotazione al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli, Viale Kennedy 54, la Nuova Orchestra Scarlatti e Teatri 35 porteranno in scena “Sotto il cielo più puro”, originale formula di azione/concerto, suggestiva e coinvolgente partitura live di suoni, gesti, luci, e immagini con musiche di F. Durante, C. M. von Weber, G. B. Pergolesi, A. Corelli, P. A. Locatelli, H. Purcell, J. M. Molter, G. F. Händel, rappresentando quadri di Caravaggio, M. Stanzione, M. Preti, A. Gentileschi, G. Reni, B. Manfredi, B. Cavallino, Rubens, J. de Ribera, A. Vaccaro, V. de Boulogne.

Tableux Vivants di Teatri 35. Foto di Klaus Bunker
Tableux Vivants di Teatri 35. Foto di Klaus Bunker

Tableaux Vivants i performer di Teatro 35 costruiscono direttamente in scena, dinanzi al pubblico raffigurazioni viventi di capolavori di Caravaggio

Con “Sotto il cielo più puro”, spettacolo di azione/concerto ideato dalla Nuova Orchestra Scarlatti e da Teatri 35, i classici tableaux vivants si trasformano in un’esperienza di forte impatto, in cui i performer costruiscono direttamente in scena, dinanzi al pubblico, in un gioco di lente preparazioni e improvvisi ‘fermo immagine’, raffigurazioni viventi di capolavori di Caravaggio, quali la Crocefissione di Sant’Andrea e San Matteo e l’Angelo, e di altri grandi pittori caravaggeschi, la Giuditta e Oloferne di Artemisia Gentileschi, la Morte di Cleopatra di Guido Reni, il Sansone e Dalila di Rubens e tanti altri.

Tutti i movimenti in scena sono accompagnati da una colonna sonora eseguita dal vivo dalla Nuova Orchestra Scarlatti, con la partecipazione solistica del soprano Rosanna Savoia, del mezzo soprano Gabriella Colecchia e del clarinettista Gaetano Russo: un flusso musicale continuo di pagine tratte dallo Stabat Mater di Pergolesi, da Concerti di Corelli, Locatelli e altri, concluso dalla celebre aria di Händel Lascia ch’io pianga.

L’azione/concerto ha un’introduzione solo musicale, che accosta il ‘caravaggismo sonoro’ di un grande maestro del ‘700 napoletano, Francesco Durante, con le tinte del romantico tedesco Carl Maria von Weber.

Con questo appuntamento musicale si chiude la rassegna I Campi Flegrei – “Sotto il cielo più puro”, concerti sociali per la X Municipalità, manifestazione realizzata dalla Nuova Orchestra Scarlatti per il progetto Affabulazione del Comune di Napoli, attuato con fondi del MIC. Media partner RAI Campania. L’intera rassegna è stata dedicata al M.° Yuriy Kerpatenko.

Per prenotazioni nuovaorchestrascarlatti.it – 0812535984 – info@nuovaorchestrascarlatti.it

19 dicembre con la Nuova Orchestra Scarlatti i performer di Teatro 35. Ingresso gratuito. Foto di Klaus Bunker
19 dicembre con la Nuova Orchestra Scarlatti i performer di Teatro 35. Ingresso gratuito. Foto di Klaus Bunker

Errori di Rosalba di Girolamo, sabato 17 dicembre nella chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi

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errori di rosalba di girolamo con federica ottombrino

Lo spettacolo tratto da racconti di Gabriel Garcìa Marquez, Julio Cortàzar è realizzato nell’ambito del progetto “Altri Natali”.

Sabato 17 dicembre ore 19.00 l’associazione culturale Baba Yaga Teatro presso la chiesa di Chiesa di Santa Maria della Verità nel quartiere di Materdei, meglio conosciuta come la chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi, il presenta lo spettacolo Errori con Rosalba Di Girolamo voce narrante e Federica Ottombrino alla chitarra fisarmonica e voce. Lo spettacolo, tratto da racconti di Gabriel Garcìa Marquez, Julio Cortàzar e Eduardo Galeano, è realizzato con il contributo del Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Altri Natali”.

Errori parla del più ingannevole dei sentimenti, di amore, e di instabilità mentale.

Raccontando delle storie di vita e di solitudine, lo spettacolo indaga sui più intimi sentimenti. Perché narrare nasce dalla paura di restare soli, perché narrando si abbraccia chi ascolta, e così ci si ritrova interi. Questo abbraccio è ciò che ERRORI vuole regalare agli ascoltatori: attraverso le parole e le atmosfere magiche dei più grandi scrittori sudamericani, una narratrice e una cantante, accompagnate dal suono di una chitarra e di una fisarmonica, raccontano storie di vite in bilico: una donna che trova se stessa salendo su un autobus, un’altra creando pasticcini…o forse si perdono: Errori narra di quel momento in cui la scoperta profonda dell’altro ci porta a conoscere noi stessi al punto di vacillare, di perdere l’orientamento e l’equilibrio.

Rosalba Di Girolamo: “Vorrei aprire una riflessione sulla necessità di venire incontro all’altro per scoprire noi stessi”

Quando ho ideato questo spettacolo – dice la Di Girolamo – ho pensato subito a Federica. Veniamo da due mondi diversi, ma sentivo che lei era la scelta giusta, forse proprio per le nostre diversità che fuse rendono molto bene. Ho cominciato a pensare a testi che mi hanno colpita perché raccontavano storie di vita e solitudine proprio come le intendevo io per questo lavoro. Vorrei aprire una riflessione sulla necessità di venire incontro all’altro per scoprire noi stessi. Proprio come accade in Errori.

Con Errori – afferma la Ottombrino – mi sono lasciata totalmente guidare dalla sensibilità di Rosalba di Girolamo che mi ha introdotta in un mondo lontano dal mio. Durante i concerti live è lo scambio e l’improvvisazione che guidano l’artista. Con “Errori” invece ho imparato a “mettermi al servizio di…” Sia io che Rosalba siamo al servizio di due donne, una raccontata da Marquez e una da Cortazar.

Le loro follie, la loro passione sono specifiche alla loro personale storia, eppure c’è qualcosa di estremamente familiare. La musica è stata usata come sottotesto, come colore delle pareti su cui si svolgono le due storie. Anche la voce, a volte, si limita a dei vocalizzi, senza parole, come a voler raccontare uno stato d’animo intraducibile. L’energia dell’errore è quella che non ha paura di raccontarsi. L’errore non si può premeditare, è un imprevisto del fare, di chi non si accontenta di restare spiaggiato.

Errori di Rosalba Di Girolamo con federica Ottombrino
Errori di Rosalba Di Girolamo con federica Ottombrino