domenica 14 Dicembre 2025
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Al Palazzo Reale di Napoli conversazione scientifica con Marica Branchesi

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Al Palazzo Reale di Napoli conversazione scientifica con Marica Branchesi

Marica Branchesi “Suoni e luci per una nuova esplorazione dell’universo”

Marica Branchesi, astrofisica del GSSI – Gran Sasso Science Institute, incontra studenti, scuole, famiglie e curiosi delle nuove frontiere della scienza. Il tema della conversazione è ‘Suoni e luci per una nuova esplorazione dell’universo’. A fare da cornice il suggestivo Teatro di Corte di Palazzo Reale.
L’incontro viene introdotto da Antonella Cucciniello, Direttrice di Palazzo Reale e da Marcella Marconi, Direttrice dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte.

La rivista Nature ha inserito Marica Branchesi tra i 10 scienziati simbolo del 2017

Marica Branchesi è diventata una delle divulgatrici della scienza più ricercate al mondo. Inserita dalla rivista Nature tra i 10 scienziati simbolo del 2017, e considerata dal Time nel 2018 fra le 100 persone più influenti al mondo. Marica Branchesi racconta del nuovo modo di esplorare l’Universo, attraverso le osservazioni degli eventi più energetici che avvengono nel cosmo. Delle collisioni e delle fusioni di buchi neri e stelle di neutroni. Di come la scoperta delle onde gravitazionali stia ampliando la conoscenza del nostro Universo.

Impegnata dal 2009 nel progetto internazionale LIGO/Virgo che si occupa di fisica delle onde gravitazionali e dei segnali elettromagnetici associati alle sorgenti di segnali gravitazionali, dal 17 agosto 2017 ovvero quando ha osservato una fusione di due stelle di neutroni. “Le onde gravitazionali – riferisce la Branchesi – sono increspature dello spazio tempo che si propagano nello spazio Interagendo molto debolmente con la materia ci permettono di arrivare lì dove non si riusciva a fare con la luce per questo possono fornirci un nuovo modo di osservare l’universo”.

Le onde gravitazionali e l’osservazione del sole

Dopo la conferenza, i ricercatori del Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” dell’Università degli studi di Napoli Federico II e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – Sezione di Napoli mostrano attraverso un’attività di laboratorio le tecniche di rilevamento delle onde gravitazionali. Per la dimostrazione viene utilizzato un interferometro della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Infine nel cortile d’onore gli astronomi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica -Osservatorio Astronomico di Capodimonte guidano tutti alle osservazioni del Sole con i telescopi.

A Napoli il 28 e 29 settembre la festa della divulgazione della scenza e della ricerca.

L’evento anticipa Sharper-European Researchers’ Night, in programma a Napoli il 28 e 29 settembre prossimo. La festa della divulgazione della scienza e della ricerca, a cura delle principali istituzioni accademico-scientifiche e culturali di Napoli, con il patrocinio di Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Regione Campania, Ufficio Scolastico Regionale, ESO, ESA, IAU, NASA-Psyche Mission, DiSU. Con la scelta dei luoghi d’arte e di storia più significativi della città, a Napoli SHARPER vuole celebrare anche l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale incontrando tutti gli appassionati di scienza e dialogando sui principali temi della ricerca.

Marica Branchesi all’Osservatorio Astronomico di Capodimonte riceverà il “Premio Oltre l’Orizzonte”

La tappa napoletana di Marica Branchesi si concluderà all’Osservatorio Astronomico di Capodimonte la sera di mercoledì 26 settembre dove riceverà il “Premio Oltre l’Orizzonte”. Insieme a Marica Branchesi il pianista e direttore d’orchestra Michele Campanella; il capitano di vascello Andrea di Raimondo; la giornalista RAI Maria Laura Massa; l’attrice Imma Piro e la soprintendente del Teatro di san Carlo Rosanna Purchia.
“Ospite di prestigio nel campo dell’astrofisica e della divulgazione scientifica – dice Marcella Marconi – Marica Branchesi verrà premiata a Napoli proprio per aver aperto nuovi orizzonti grazie all’impegno profuso nella rivelazione delle onde gravitazionali e nel coordinamento delle campagne osservative che ne hanno consentito la caratterizzazione”.

Riccardo Ceres condisce Spaghetti Southern con tutto il sapore del sud

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Riccardo Ceres: “Non si capisce l’Italia se non la si guarda da sud”. Questo l’incipt del suo nuovo album Spaghetti Southern

“Atmosfere desertiche, suoni scarni, ruvidi, di caldo afoso, come l’aria di sud. Grandi protagoniste le parole, che saettano come fulmini in un temporale estivo dove la pioggia cade al suolo già asciutta. Una voce imponente, italiana, che come “voce fuori campo” ulula alla luna il sud di Riccardo Ceres.

Sud del cuore sud del basilico e dei pomodori, degli stereotipati luoghi comuni, del mare infinito, dello stringere i denti. Il sud del volersi bene e del darsi una mano, il sud che non è più western ma southern, quello in cui bisogna farsi giustizia personalmente; in cui sempre più si gira armati di cultura, passione e tolleranza.”

Riccardo Ceres cantautore, compositore e scrittore.

All’attivo tre dischi distribuiti in ambito nazionale ed internazionale. Eclettico, dissacrante, definito dalla stampa «Cantautore Pulp ». Riccardo Ceres si rifà alla scuola cantautoriale di Ciampi, Conte, Waits, con uno stile letterario personale e che ammicca alla Beat Generation americana.

L’esordio nel 1999 con il suo primo EP con “I figli della signora 44 “. Nel 2001 il primo disco dal titolo «Puro Stile Italiano». Nel 2003 Riccardo si trasferisce a Roma ed inizia un nuovo percorso artistico come compositore di colonne sonore. Firma le musiche di cortometraggi e mediometraggi, tra i quali: «Quanta donna Vuoi»; «La Merendina Tropicale», che vince il premio internazionale “l’Efebo d’oro” ‘05; «Mistero e passione di Gino Pacino», che vince il premio internazionale “Non solo Barocco” ‘07 ed il premio della giuria al Kustendorf Film Festival ‘08.

Per Riccardo Ceres ottime critiche dal pubblico e dalla stampa nazionale specializzata

Nel 2008 Ceres vince il «Rock Contest» di Radio Popolare Firenze. Nel Marzo ‘09 esce il suo nuovo cd «Riccardo Ceres in James Kunisada Carpante» (Il Popolo del blues/Audioglobe). Il nuovo lavoro riceve ottime critiche dal pubblico e dalla stampa nazionale specializzata e si insinua nelle fasi finali del Premio Sanremo Tenco. Il 2010 è l’anno in cui Riccardo Ceres firma la colonna sonora del film «Mozzarella Stories» ( Bavaria/Rai/Emir Kustirica) e del documentario «Come prima, più di prima mi amerò» (RCcinema/RaiInternational).

Attendiamo il 2010 per ascoltare il suono del nuovo disco «E il mondo non c’è più» con cui inizia un nuovo tour (2012/13) dal titolo «Se non si parte non si riparte». Il tour, con settantatré date, porta Ceres in giro per tutto lo stivale. Riccardo Ceres firma la colonna sonora nel 2015 del film «Perez», che gli vale la candidatura al Globo d’oro come migliore colonna sonora. Nel 2016 firma le musiche del film «Permesso di soggiorno».

C’era una volta Francesca da Rimini con Corrado Taranto e Claudio Iodice

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C’era una volta Francesca da Rimini con Corrado Taranto e Claudio Iodice

Da giovedì 3 a domenica 6 maggio, presso il Nuovo Teatro Sancarluccio, C’era una volta Francesca da Rimini con Corrado Taranto e Claudio Iodice per la regia di Bruno di Paolo.

C’era una volta Francesca da Rimini, liberamente tratto da Francesca da Rimini di A. Petito, vede protagonisti Corrado Taranto e Claudio Iodice diretti da Bruno di Paolo. Da giovedì 3 a domenica 6 maggio presso il Nuovo Teatro Sancarluccio.

C’era una volta Francesca da Rimini di Antonio Petito, una parodia ingenua e sapiente.

La storia di “Francesca da Rimini” è raccontata per la prima volta nella commedia di Dante; è la vicenda di due nobili amanti Paolo e Francesca, i quali vengono sorpresi da Lanciotto, legittimo martio, di Francesca e uccisi. Successivamente Silvio Pellico scrisse una tragedia con quel titolo dal quale molti presero il motivo a soggetto di opere liriche. Tragedia ben conosciuta dal pubblico, proprio per questo Antonio Petito, attore popolarissimo, fa nascere la sua parodia, una parodia ingenua e sapiente insieme, in cui si dà vita ad una perfetta macchina scenica partendo dal conflitto tra il copione originale della tragedia e la lettura che ne fanno i bravi e geniali attori della farsa.

Gli attori di una compagnia ‘italiana’ che la sera in cui si svolgono i fatti stanno per recitare la vera tragedia ‘Francesca da Rimini’, litigano tra loro e abbandonando il teatro. I quattro attori comici napoletani che con la lingua italiana poco hanno a che fare, sono costretti a provare per recitare la tragedia. Ai poveri e simpatici comici non resta altro che lasciarsi andare al proprio destino: cominceranno a provare con l’aiuto di un suggeritore un po’ “particolare”.

C’era una volta Francesca da Rimini – Informazioni

orari: giovedì,venerdì e sabato ore 21:00, domenica ore 18:00
Per informazioni e biglietti Nuovo Teatro Sancarluccio

Alan Wurzburger si ferma a guardare la luna ed ecco il suo nuovo album

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Ritornano le composizioni eleganti e originali di Alan Wurzburger con “Mi fermo a guardare la luna” prodotto dalla storica etichetta Marocco Music.

Alan Wurzburger il cantautore partenopeo di origine austriaca ci racconta il suo nuovo album. Nove brani, egregiamente arrangiati dal maestro Lino Cannavacciuolo. In “Mi fermo a guardare la luna” Cannavacciulo è anche autore delle musiche di “Stai tu sulo”, “Voglio giocare” e “Non voglio sapere”. Le foto del booklet sono state realizzate dal fotografo Gianfranco Ferraro. La scrittura di Alan si affida, in alcune canzoni, all’italiano con cui cerca di esprimere in modo personale concetti tipici della sua terra; in altre, al napoletano che ripropone nella sua versione classica, più antica e vera.

Il nuovo album di Alan Wurzburger trae ispirazione da vicende vissute e suggerisce un’analisi di questi tempi fin troppo frenetici.

Le canzoni di Alan nascono da ispirazioni quotidiane e da vicende vissute, molti temi abbracciano il sociale prendendo spunto da un’analisi di questi tempi, troppo frenetici e tecnologici, dove sembra che non ci sia neanche più il piacere di fermarsi a guardare la luna. Ancora una volta, le creazioni in musica di Alan Wurzburger trasudano la tenacia di chi non rinuncia alla propria autentica vena artistica per piegarsi alle regole del mercato e di chi, napoletano per nascita e per scelta, soffre le discriminazioni fatte anche dalla stessa classe politica nei confronti della sua città.

Storia, mito, leggenda e la ricetta del ragù napoletano

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Il ragù napoletano dalle cucine francesi a quelle napoletane attraverso il regno di Ferdinando IV di Borbone.

Il diretto antenato del ragù napoletano, sembra essere un piatto della cucina popolare medievale provenzale, risalente al XIV secolo. Il daube de boeuf, uno stufato di carne di bue mescolato a verdure e cotto lungamente in un recipiente di creta. Il ragout invece, piatto francese posteriore, è sempre uno stufato di carne e verdure, differenziandosi però nel tipo di carne usata, che generalmente è di montone.

Il ragout di preparazione francese, appare nella cucina napoletana solo intorno al XVIII secolo con il regno di Ferdinando IV di Borbone. In questo periodo vi fu una grande influenza della cultura e della moda francese a corte. Molti piatti napoletani presero il nome dalle “storpiature” dei nomi francesi, come appunto il ragù deriva dal francese ragout, o il cattò in dialetto napoletano deriva da gateau; ancora il sartù di riso deriva sempre dal francese surtat.

Il ragù napoletano promosso da Carolina d’Asburgo Lorena moglie di Ferdinando IV.

Fu Carolina d’Asburgo Lorena, moglie di Ferdinando IV, a introdurre nelle cucine dei palazzi nobili la moda dei cuochi francesi. Carolina d’Asburgo arricchisce così la cucina napoletana con questo sostanzioso piatto a base di carne di manzo o vitello di prima qualità, ma ancora privo di pomodoro. Dell’uso del pomodoro nel ragù ne parla forse per la prima volta Carlo Dal Bono nella sua opera “Usi e costumi di Napoli”, risalente al 1857, così descrivendo la distribuzione dei maccheroni da parte dei tavernai: “Talvolta poi dopo il formaggio si tingono di color purpureo o paonazzo, quando cioè il tavernaio del sugo di pomodoro o del ragù (specie di stufato) copre, quasi rugiada di fiori, la polvere del formaggio”.

Il ragù napoletano e la sua leggenda.

A Napoli, alla fine del Trecento, esisteva la Compagnia dei Bianchi di giustizia che percorreva la città a piedi invocando “misericordia e pace”. La compagnia giunse presso il “Palazzo dell’Imperatore” in via Tribunali: all’epoca era abitato da un signore nemico di tutti. La compagnia convinse la popolazione a riappacificarsi con i propri nemici. Il nobile che risiedeva nel “Palazzo dell’Imperatore” decise di non accettare l’invito dei bianchi nutrendo da sempre antichi e tenaci rancori. Non cedette neanche quando il figlio di tre mesi, in braccio alla balia sfilò le manine dalle fasce ed incrociandole gridò tre volte: “Misericordia e pace”.

Il nobile accecato dall’ira, serbava rancore e vendetta, quando un giorno la sua donna gli preparò un piatto di maccheroni. La provvidenza riempì il piatto di una salsa piena di sangue. Commosso dal prodigio, il signore si rappacificò con i suoi nemici e vestì il bianco saio della Compagnia. Sua moglie in seguito all’inaspettata decisione, preparò di nuovo i maccheroni, che anche quella volta, come per magia, divennero rossi. Il signore decise così di chiamarlo come sui figlio, “raù”.

In realtà il termine ragù deriva dal francese Ragout, che indica un tipo di cottura di carne e verdure, simile allo spezzatino.

ricetta del ragù napoletano

Eduardo De Filippo e la sua poesia per il ragù napoletano

‘O rraù ca me piace a me
m’ ‘o ffaceva sulo mammà.
A che m’aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
Io nun sogno difficultuso;
ma luvàmell”a miezo st’uso.
Sì, va buono: cumme vuò tu.
Mò ce avèssem’ appiccecà?
Tu che dice? Chest’è rraù?
E io m’a ‘o mmagno pè m’ ‘o mangià…
M’ ‘a faje dicere na parola?
Chesta è carne c’ ‘a pummarola

[Eduardo De Filippo]

La ricetta del ragù napoletano.

Siamo stati nella trattoria da Umberto a Bagnoli, già tavola calda nel 1959. Una trattoria dove frutta e ortaggi si comprano da un noto fruttivendolo di Bagnoli; il pane è di un forno a legna della vicina Quarto, la carne della zona ed il pesce arriva fresco dal mercato di Pozzuoli.

Oggi nella trattoria di Umberto troviamo i figli Lino e Giuseppe. Lino il cuoco della trattoria ci ha raccontato come si prepara il ragù napoletano nella loro trattoria.

Ingredienti per 4 persone
600 gr di muscolo di manzo
2 tracchie (costine di suino)
500 gr di gallinella di maiale (è il muscolo della parte bassa della coscia del suino)
1 cipolla
1/2 bicchiere di vino rosso
2 lt di passata di pomodoro
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
olio
sale

Al Ridotto del Mercadante Lalla Esposito interpreta Teresa Sorrentino

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Al Ridotto del Mercadante dal 12 al 22 aprile lo spettacolo Teresa Sorrentino di Elvio Porta. Regia di Armando Pugliese interpretato da Lalla Esposito

Al Ridotto del Mercadante dal 12 al 22 aprile lo spettacolo Teresa Sorrentino di Elvio Porta. Regia di Armando Pugliese interpretato da Lalla Esposito

Teresa Sorrentino, lo spettacolo in scena dal 12 al 22 aprile al Ridotto del Mercadante su produzione di Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro e Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, chiude la programmazione della sala al primo piano del teatro di Piazza Municipio. Scritta da Elvio Porta e messa in scena dal regista Armando Pugliese. Teresa Sorrentino è interpretata da Lalla Esposito, con musiche e canzoni di Sergio Esposito e scene e costumi di Roberto Crea.

Teresa Sorrentino, un virtuosismo per una sola attrice.

“Una commedia Teresa Sorrentino di Elvio Porta che è un “virtuosismo” per una sola attrice alle prese con una serie di personaggi che non ci sono. La protagonista vive la sua vigilia di Natale in un mondo visionario, che è la chiave per scoprire il reale percorso emotivo della sua vita.”

«La realizzazione di questo piccolo-grande lavoro teatrale – spiega il regista – non vuole essere per me un’esibizione registica. Avvalendomi dell’interpretazione di una delle più brave e più folli interpreti della scena napoletana, Lalla Esposito; con cui ho collaborato spesso. Delle musiche di Sergio Esposito e delle scene di Roberto Crea. Vorrei rendere omaggio ad un amico ed ad un autore recentemente scomparso che, come tanti, ha dato a Napoli forse più di quanto ha ricevuto. La nostra collaborazione è di lunga data: dal Masaniello del 1974 fino all’ultimo lavoro, scritto ancora assieme, dal titolo Cani, poco prima che Elvio volasse a miglior vita (almeno spero) e che, prima o poi, riuscirò a realizzare.»

Le note di regia di Armando Pugliese per Teresa Sorrentino

«Per le ‘note di regia’ – dichiara Armando Pugliese – mi rimetto a quanto pubblicato sulla quarta di copertina del libro edito dalla ‘Streetlib’ ed alla buona accoglienza del pubblico.
Sono anche dell’idea, per inciso, che le note di regia premature quasi mai corrispondano a quel che si porta in scena; andrebbero scritte alla prova generale, e in più forse, per un lavoro nuovo, sono quasi sempre superflue.»

Elvio Porta è autore di soggetti e sceneggiature di film tra i quali “La mazzetta”, “Cafè express”, “Giallo Napoletano”, “Se lo scopre Gargiulo” (del quale è stato anche regista), “Mi manda Picone”, “Scugnizzi”, “Pacco, doppio pacco e contropaccotto”, “Madonna che silenzio c’è stasera”, “Intrigo complicato di donne, vicoli e delitti”, “Francesca e nunziata”, per i quali ha ricevuto tre “Nastri d’argento” (Premio dei giornalisti cinematografici italiani) e altri riconoscimenti nazionali e internazionali. In campo teatrale è stato autore di “Masaniello” (insieme a Armando Pugliese), “L’opera d’ ‘e muorte ‘e famma” (Premio Pirandello), “Jesus”, “’O juorno ‘e San Michele”, “La perla reale”, “Avviso ritardo” ed altri. Per la televisione ha scritto diverse sceneggiature per fiction come “Valeria medico legale” e “Dio ci ha creato gratis”.

Teresa Sorrentino – Informazioni

Info: www. teatrostabilenapoli.it | biglietteria tel. 081.5513396
Orari spettacolo: 12, 15, 18, 19, 22 aprile ore 21.00 | 13, 14, 17, 20, 21 aprile ore 17.00

A-Medeo di Marina Cioppa e Michele Brasilio al Nuovo Teatro Sancarluccio

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Sabato 14 e domenica 15 aprile sul palco del Nuovo Teatro Sancarluccio si terrà A-Medeo di Marina Cioppa e Michele Brasilio.

Sabato 14 e domenica 15 aprile sul palco del Nuovo Teatro Sancarluccio si terrà A-Medeo di Marina Cioppa e Michele Brasilio. In scena Stefania Remino e Antimo Navarra diretti da Michele Brasilio.

A-Medeo un’opera che viaggia attraverso lo studio di alcuni personaggi di Eduardo De Filippo; in particolar modo concentrandosi sulla figura dei figli. Partendo dal concetto che un attore quando sale sul palcoscenico “uccide” la persona che è per far vivere un personaggio che non esiste se non esclusivamente sulla scena.

La volontà dell’opera è dunque quella di rivendicare la paternità artistica del maestro. I lavori di De Filippo si innestano su un gioco fatto di luci e immagini che riescono a dare voce ai silenzi. L’autore si serve così di commedie quali “Mia famiglia”, “ Filumena Marturano”, “Bene mio, core mio”, “Gennareniello” , “Sabato, domenica e lunedì”, “L’abito nuovo”, “Napoli milionaria”, “Natale in Casa Cupiello”. Commedie in cui la presenza dei figli è determinante per lo svolgimento dell’opera stessa e il riconoscimento degli altri personaggi.

A-Medeo è un testo particolare, introspettivo, che volutamente ha un finale aperto.

La modernità degli anni 2000 ha portato a numerosi cambiamenti immaginabili. Nonostante questo per tutte le madri “i figli sò figl e sono tutti uguali”. L’autore seppur giovane entra in punta di piedi e analizza quella che è la raffinata e forse ineguagliabile drammaturgia di Eduardo. Immagina di essere lui stesso un suo figlio, cambiando così la prospettiva di scrittura. La prospettiva di un figlio che osserva, analizza e forse arriva a comprendere la figura del padre. Una figura paterna spesso fatta di errori e mancanze, piuttosto che l’inverso.

E’ un testo particolare, introspettivo, che volutamente ha un finale aperto. Lo spettatore deve sentirsi libero di immedesimarsi nella figura di un genitore quanto di un figlio. Di odiare quanto comprendere certe scelte che inevitabilmente rientrano in una soggettività e una sfera intima in cui l’autore non vuole, non può entrare fino in fondo.

La scelta degli attori non è casuale: Stefania Remino e Antimo Navarra. Due giovani artisti la cui caratteristica primaria è la passionalità e la naturalezza scenica che, secondo l’autore e il regista, è fondamentale per un testo come questo. Il testo è originale.

In A-Medeo i figli delle opere di Eduardo diventano essi stessi protagonisti protagonisti.

Con A-Medeo sono presi in esame i figli nelle opere di Eduardo, facendoli essere protagonisti; dando loro il fiato che, forse, avrebbero voluto. Il testo, che inevitabilmente si avvale di citazioni eduardiane, cerca di mantenere uno sguardo contemporaneo in cui reale e surreale si alternano e quasi si confondono. La regia cerca di vivere i pensieri o forse solo di rievocarli.

Tutto gira intorno alla figura del padre che, seppur assente, è però fondamentale al punto che gli attori che interpretano i personaggi di Eduardo ne richiedono la presenza esplicandola come bisogno nonché come necessità di riconoscimento paterno. Eduardo disse: “il teatro è gelo, così si fa e così l’ho fatto: è cresciuto mio figlio e non me ne sono accorto, per fortuna è cresciuto bene”. È di questa attenzione che i due figli nella pièce hanno bisogno, è questo diritto che due attori rivendicano. I valori forti come quelli della famiglia e del legame di sangue tra figli e genitori è qualcosa che nemmeno il tempo e l’evolversi della società può mutare.

Michele Brasilio coautore e regista di A-Medeo.

Michele Brasilio da diversi anni è autore di cinema e teatro. Si occupa di critica teatrale da due anni, scrivendo su testate che si occupano di spettacolo. Da sette anni lavora come attore e aiuto regia presso Officinateatro di San Leucio. È regista teatrale e cinematografico. Contemporaneamente è stato scelto per la partecipazione a diversi stage teatrali, alcuni dei quali con Mimmo Borrelli, Antonello Todisco, Michele Pagano. Michele Brasilio ha frequentato, inoltre, incontri teatrali organizzati da Romeo Castellucci, Antonio Latella, Maniaci D’Amore, Carullo Minasi; Michele ha preso parte ad uno stage con Walter Manfré ed ha frequentato il workshop “Corpi scritti” con Frosini/Timpano.

Marina Cioppa autrice A-Medeo.

Marina Cioppa scrive da diversi anni al servizio del teatro e del cinema, spaziando tra la lingua vernacolare napoletana (di solito si tratta di poesie) e la lingua italiana di nuova drammaturgia. Si occupa di giornalismo e critica teatrale scrivendo per diverse testate nazionali e regionali. Conduce una trasmissione radio dal titolo I Bastardi di Radio Siani, su Radio Siani. Dopo due laboratori teatrali nel territorio campano, iniziati ancora dodicenne, si diploma attrice-doppiatrice presso la “Voice-Art Dubbing” di Roma, con Dante Biagioni, Nino D’Agata, Anna Masullo, Riccardo Cascadan. Fonda VulìeTeatro con Michele Brasilio e scrive testi per il teatro contemporaneo. Marina scrive i testi per il festival “Overture” presso Officina teatro; partecipa ad uno stage con Walter Manfré per il suo teatro della persona; frequenta il workshop “Corpi scritti” con Frosini/Timpano.

Lorenzo Mattotti magister di Comicon a Villa Pignatelli

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MATTOTTI SEGUENDO LE TRACCE dal 6 aprile al 27 maggio mostra dedicata a lorenzo mattotti, magister di comicon 2018

Mattotti, Seguendo le tracce. Mostra dedicata a Lorenzo Mattotti, magister di Comicon 2018.

Il maestro del Fumetto e dell’Illustrazione Lorenzo Mattotti è il protagonista della mostra Seguendo le tracce. La mostra apre a Napoli, al Museo Pignatelli, dal 6 aprile al 27 maggio 2018. L’esposizione, curata da Giovanna Durì, presenta oltre 200 opere ed è stata organizzata da COMICON Il Salone Internazionale del Fumetto con il Polo museale della Campania. La manifestazione festeggia quest’anno i vent’anni con Mattotti, Magister dell’edizione.

Lorenzo Mattotti primo ospite ufficiale della manifestazione napoletana nel 1998.

Era il 1998 quando, nelle sale di Castel Sant’Elmo a Napoli, s’inaugurava la prima edizione del COMICON e la mostra antologica Acrobazie dedicata proprio a Lorenzo Mattotti, primo ospite ufficiale della manifestazione napoletana. Con Seguendo le tracce, l’autore e COMICON si legano a un filo comune fatto di storie, immagini e straordinaria passione per il mondo del fumetto e dell’illustrazione. Oltre alle “tracce” visibili, lasciate impresse sulle strade dei grandi progetti, ci sono quelle nascoste nei sentieri che Lorenzo Mattotti ha sempre amato e frequentato. I temi sono quelli che partono dalla professione, vanno verso la ricerca e approdano alla visione. Così come le opere esposte parlano di vari passaggi, dalla luce all’ombra, dal reale all’immaginario.

Luce e ombra per l’opera di Lorenzo Mattotti

Nella luce è collocata l’opera completa di Caboto (1992, edizione italiana Hazard, 1997) un fumetto storico dipinto sulla figura di un cosmografo. In queste tavole possiamo ritrovare, oltre alla indiscussa bravura dell’autore, la memoria delle enciclopedie che abbiamo sfogliato, i preziosi atlanti geografici che vorremmo sfogliare e le visioni che ogni buon libro proietta nella memoria.

Nell’ombra c’è Oltremai, un poema muto, scritto con il nero profondo della china. In Oltremai non c’è paura ma solo mistero, dove anche una bimba può sentirsi al sicuro. L’Amore, la città e altro ancora e, nel mezzo, molte sfumature che ci accompagnano a fonti segrete; come Alla segreta fonte 2016. A paesaggi reali, come Vietnam 2015, e paesaggi visionari che sono il frutto di una somma di immagini care all’autore e stranamente familiari a chi le guarda.

Mattotti, Seguendo le tracce | Informazioni

Museo Pignatelli – Riviera di Chiaia, 200, 80121 Napoli
Tel. 081 669675; e-mail pm-cam.pignatelli@beniculturali.it;
facebook.com/villapignatellicasadellafotografia

Date: 6 aprile – 27 maggio
Orario: 10.00 alle 17.00; ultimo ingresso ore 16; chiuso martedì.
Biglietti: € 7,50 (intero), € 6,50 (ridotto 18 – 25 anni), € 3,50 (ridotto scuole con prenotazione). Ridotto per chi presenta il biglietto del COMICON unito a carta d’identità

Scarrafunera di Cristian Izzo interpretato da Roberto Azzurro

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Scarrafunera di Cristian Izzo interpretato da Roberto Azzurro che ne cura anche la regia. Da giovedì 5 a domenica 8 aprile al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli.

Scarrafunera di Cristian Izzo interpretato da Roberto Azzurro che ne cura anche la regia. Da giovedì 5 a domenica 8 aprile al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli.

Siamo tutti ancora un po’ animali. Siamo tutti un po’ esseri umani. Da questa riflessione parte Roberto Azzurro. Roberto racconta: “Dopo aver interpretato alcuni esseri umani che sembrano stare al di sopra di altri esseri umani; alcuni esseri umani speciali insomma speciali – Pier Paolo Pasolini, Oscar Wilde, Boni de Castellane – e dunque stavolta divento lo “scarrafone”. E finalmente, senza ricorrere al favoloso Gregor Samsa di Kafka, eccone un altro, senza nome, ma fatto di versi. E, nell’intento di diventare altro sulla scena – un “altro” apparentemente così lontano da noi – quando ho “incontrato” Scarrafunera di Cristian Izzo, mi sono reso conto che poi così tanto lontano non ero.”

Una scarrafunera è un nido di scarafaggi. Ed è qui che riflette su una somiglianza naturale tra l’uomo e lo “scarrafone”

Cristian Izzo stesso dice: “Una scarrafunera è un nido di scarafaggi”. Ed è qui che Roberto Azzurro riflette su una somiglianza naturale tra l’uomo e lo “scarrafone”. Differenza che non ha nulla a che vedere con i ben noti cliché riguardanti lo schifo, il ribrezzo provocati da questo antipatico essere vivente. Altresì più vicina a quanto detto da Joyce in “Dubliners”, o da Dickens in “Hard Times”.

L’essere umano, come lo scarrafone, non si percepisce come componente di una collettività, ma si concepisce come principio e fine di un Universo a sé stante. Questo continuo affermarsi e prevaricarsi di “ego” ipertrofici crea un movimento spastico, violento, convulso e continuo, pur restando sempre immobile, nello stesso punto. Una pesante immobilità, una irrisolutezza nevrotica, che sembra entrata nella quotidianità, di chi s’illude di conquistare il Mondo, rubando la mela del vicino, mentre lui non è in casa, perché occupato a rubare un’altra mela, ad un altro vicino: magari, proprio a lui.

Scarrafunera teorizza sulla vita, sulla condizione animale e umana

Certo, dopo la mia terribile esperienza mi risulta più diciamo così impegnativo recitare questo scarrafone che riflette e teorizza sulla vita, sulla condizione animale e umana, e soprattutto la morte. Ma il teatro è affascinante proprio per questo, per il modo che ha di congiungere vite e vite, per la capacità di indagare sulle altrui e sulle proprie esistenze, per quanto riesca ad avvicinarci ad altre dimensioni che risultano poi essere molto più vicine di quanto non sembrassero.

scarrafunera locandina

Davide Vargas ci parla della sua guida sentimentale a Napoli

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Nel salotto di Cose d’interni  Libri a Capua abbiamo incontrato Davide Vargas architetto-letterato.

Incontriamo Davide nel salotto di Cose d’interni Libri, luogo degli incontri con scrittori casertani promossi dal Circolo dei Lettori di Capua. Davide Vargas (Aversa, Caserta 1956), architetto, si è laureato con Riccardo Dalisi, con il quale poi ha condiviso studi e progetti. La sua ricerca architettonica si svolge attraverso il lavoro sui cantieri e nei rapporti con i committenti pubblici e privati. Ha studiato il centro antico di Aversa e si è impegnato per un’urbanistica articolata su progetti di nodi urbani significativi.

Davide Vargas architetto

Di Davide Vargas architetto, abbiamo il piacere di ricordare alcuni dei suoi numerosi successi e premi, come il Municipio di San Prisco pubblicato e premiato al primo Festival dell’architettura di Parma del 2004. Il Municipio di san Prisco completo del secondo stralcio ultimato nel 2009 è stato selezionato per il Padiglione Italia alla Biennale Architettura di Venezia 2010. Inoltre è stato vincitore al Premio Inarch Campania 2010 e segnalato per la Medaglia d’oro all’architettura italiana. La Casa privata ad Aversa pubblicata e segnalata al premio Inarch2006; è stata poi nel 2010 inserita tra le opere selezionate per il volume “italiArchitettura” a cura di Luigi Prestinenza Puglisi per l’UTET. La Casa per Studenti di Aversa segnalata per la Medaglia d’Oro all’architettura italiana 2009, pubblicata su Domus e selezionata per Sustainab.Italy al London Festival of Architecture del 2008.

 

Davide Vargas letterato

Davide Vargas architetto-letterato, ha pubblicato nel 2014 Opere e Omissioni. Works and Omissions edito da Lettera Ventidue. Un viaggio attraverso trenta anni di lavoro fatto di progetti disegni libri e scritture. Una sorta di confronto faccia a faccia con la propria autobiografia personale. Ci fa piacere menzionare anche “Racconti qui” edito da Tullio Pironti, dove il protagonista è un uomo risucchiato dal mondo e convinto che prestando più attenzione alle cose esse finiranno per rivelargli il loro segreto. Molte le pubblicazione ed i racconti scritti da Davide Vargas che potete seguire anche sul suo blog davidevargas.it

L’altra città. Guida sentimentale di Napoli scritta e illustrata da Davide Vargas

“L’altra città” è un itinerario di Napoli scritto e disegnato da Davide Vargas. Non tutta la città. Ma i pezzi che ci parlano: l’Accademia, il Cimitero delle 366 fosse, il paesaggio, i murales, i miti, la Mostra d’Oltremare, la Sanità, Pompei, l’Orto Botanico, i musei. Metti insieme i luoghi visitati nel viaggio e ti ritrovi lungo le traiettorie di una mappa. Nessun posto ti appartiene per diritto di nascita. Ma, quando lo attraversi, puoi registrare che il sentire ti sta conducendo in un territorio geografico e interiore. E allora, punto dopo punto, ti accorgi che, al di là di ogni previsione, il cammino stesso, le scoperte impreviste, le sensazioni vive sulla pelle stanno generando la tua personalissima città. Puoi dare forma a una trama, ben sapendo che l’unica energia per tracciarne il profilo non può che venire dal sentimento.

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