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La prima linea ferroviaria Italiana fu inaugurata a Portici il 3 ottobre 1839

La prima linea ferroviaria inaugurata a Portici nel 1839 da Federico II

Il giovedì 3 ottobre 1839, Federico II inaugurava la prima linea ferroviaria costruita sul territorio nazionale: la linea Napoli-Portici. La locomotiva a vapore, ribattezzata Vesuvio, partì da Portici diretta a Napoli trainando otto vagoni con 258 passeggeri a bordo, per un tragitto complessivo di 7,25 km, in soli nome minuti e mezzo.

L’ingegnere francese Ar­mand Bayard de la Vingtrie aveva proposto il progetto di una strada ferrata tre anni prima. Federico II diede poi la concessione di “costrui­re a sue spese, rischi e pericoli” la linea ferroviaria allo stesso . Bayard costruì la prima linea ferroviaria sul territorio italiano con una doppia linea di binari. La tratta fu poi allungata fino a Castellammare, il 1° agosto 1842, e due anni dopo completata con la diramazione per Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore.

La prima linea ferroviaria segna l’inizio di un importante processo industriale.

L’impresa borbonica segnò l’inizio di un importante processo industriale che l’anno dopo portò alla costruzione del Reale Opificio Borbonico di Pietrarsa. Qui furono chiamati ad operare ingegneri e imprenditori di tutta Europa, favorendo lo sviluppo di una fiorente industria siderurgica e meccanica.

Il 19 giugno 1836 Federico II firmava la convenzione per la costruzione della prima linea ferroviaria. Il Re concedeva all’ingegnere Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie la concessione per la costruzione in quattro anni di una linea ferroviaria da Napoli a Nocera Inferiore con un ramo per Castellammare che si sarebbe staccato all’altezza di Torre Annunziata. L’anno seguente venne costituita a Parigi la società Bayard & De Vergès, per la costruzione e la gestione della ferrovia.

Il 3 ottobre 1839 la locomotiva a vapore Vesuvio correva tra Portici e Napoli

La prima linea ferroviaria italiana fu quindi inaugurata il 3 ottobre del 1839 con grande solennità. Dato che la stazione di Napoli al Carmine non era ancora pronta, si decise di partire da Portici. Il primo convoglio era composto da una locomotiva a vapore di costruzione inglese Longridge, battezzata “Vesuvio”, che trainava otto vagoni.

Il Re, Ferdinando II, nella villa del Carrione al Granatello di Portici verso le ore undici il re ricevette Bayard e la squadra di ingegneri. Prenderono posto sul convoglio inaugurale per tornare a Napoli. Il Re concluse i discorsi di circostanza in francese, esprimendo l’augurio di veder realizzata la ferrovia fino al mare Adriatico e a mezzogiorno ordinò la partenza del treno davanti alle autorità.

Il primo convoglio ferroviario in territorio italiano trasportava da Portici a Napoli 48 personalità. Una rappresentanza militare costituita da 60 ufficiali; 30 fanti; 30 artiglieri e 60 marinai. Nell’ultima carrozza la banda della guardia reale. Il convoglio ferroviario completava il in nove minuti e mezzo tra gli applausi di gente stupita e festante. Nei successivi quaranta giorni ben 85.759 passeggeri usufruirono della prima ferrovia italiana.

La linea ferroviaria Napoli – Portici era solo parte di un progetto più vasto.

Il 1º agosto 1842 si inaugurava il tratto fino a Castellammare. Due anni dopo, nel 1844, il tratto ferroviario che collegava Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore. Nel 1846 Bayard otteneva la concessione anche per il prolungamento su San Severino e Avellino.

Lo storico tratto della prima linea ferroviaria nel corso degli anni ha subito numerosi danni. La stazione di “Napoli Bayard” continua a funzionare fino al 1866, in seguito al collegamento con la stazione di Napoli Centrale viene declassata a impianto di servizio. Nel 1943, la stazione fu semidistrutta dall’esplosione della nave Caterina Costa, carica di materiale bellico.

Redazione IDN
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EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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