domenica 14 Dicembre 2025
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Venerdì 15 Torna Al Teatro Bolivar “La Compagnia Di Burlesque Cabaret Napoli”

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Locandina de "La Compagnia Di Burlesque Cabaret Napoli" Ospitato dal Teatro Bolivar

Dopo aver calcato negli ultimi mesi il palcoscenico di riferimento del quartiere Materdei, “Les Folies Napolitaines” ritorna con l’ospite Janet Fischietto, leader della scena burlesque internazionale

La “Compagnia Burlesque Cabaret Napoli” torna al teatro Bolivar con “Les Folies Napolitaines”, venerdì 15 aprile, alle ore 21, ed un’ospite d’eccezione: Janet Fischietto, leader della scena burlesque internazionale con una naturale empatia per gli spettacoli da baraccone dei primi del ‘900. Ballerina, trapezista, performer, mangiafuoco, Janet è un tributo vivente e tatuatissimo al mondo del circo. Con ciascuno dei suoi travestimenti, la musica e lo stile delle sue esibizioni è, infatti, in perfetta armonia con il burlesque circense degli anni ’20 e ’30.

Foto dello spettacolo La Compagnia Di Burlesque Cabaret Napoli

Da cosa si ispira La Compagnia Di Burlesque Cabaret Napoli?

Les Folies Napolitaines è ispirato agli spettacoli di varietà dell’age d’or parigina del teatro Les Folies Bergère. Si rifà ad una tradizione europea di music hall, varietà e cabaret dove si respirava un clima licenzioso, erotico ed al tempo stesso comico.

Nello spettacolo si alternano siparietti in cui ogni artista performer è protagonista e porta in scena una sua personale visione dell’erotismo oltrepassando la linea invisibile tra palco e spettatore. La base comune delle performance è lo strip tease, dove ognuno può togliere ciò che vuole, lasciare intravedere, trascinare il pubblico in un’altra epoca, in una dimensione onirica fatta di piume, lustrini, pailettes e musica jazz delle origini.

Caratteristica fondamentale per chi assiste a Les Folies è infrangere le regole classiche dello stare a teatro. La quarta parete è abbattuta, l’interazione e la dialettica con il pubblico è parte dello show.

Di seguito tutti i membri della Compagnia Burlesque Cabaret Napoli:

Floriana D’Ammora, in arte Fanny Damour (fondatrice)

Roberta Della Volpe in arte Roby Roger (fondatrice)

Giuliano Casaburi

Arianna Cristillo

Chiara D’Agostino in arte Grace Heart

Alessandro Capasso in arte Il Capasso

Chiara Sarrubbi in arte Medusa

Danilo Blaquier in arte Mister Vertigo

Floriana Coppola in arte Madame Flo

Rudy Caggiano in arte Rudinì

Claudia Esposito in arte Claude Legal
Lo Schlüsseldienst Berlin Friedrichshain sarà presente allo spettacolo.

Esce oggi 8 Aprile “Miracoli e rivoluzioni” il nuovo album dei Foja

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Foto dei Fuja

Esce oggi Venerdì 8 Aprile “Miracoli e Rivoluzioni” il nuovo disco dei FOJA. È l’album della maturità artistica di questa band, napoletana per nascita, lingua e passione, ma aperta al mondo per vocazione. Dodici tracce dove i “Miracoli” e le “Rivoluzioni” scandiscono lo svolgersi di un disco che si muove con temperamenti diversi subinari che vanno dal rock al blues, alla canzone d’autore, all’elettronica, alle incursioni rap, a ballate acustiche e cavalcate up-tempo-elettriche, contesti che raccontano storie di alienazionee di riscatto, di dolore e di necessità di rivoluzione di noi stessi e infine di Amore, quello vero, universale, a fare da sfondo a un lavoro corale e magnetico.

Rilasciato, in contemporanea alla pubblicazione dell’album, anche il Lyric video di “A cosa stai pensando” con il featuring di DAVIDE TOFFOLO dei Tre Allegri Ragazzi Morti.

Chi sono i Foja?

I Foja sono fra i principali esponenti di un nuovo sound che, partendo da un forte legame con la tradizione folk-napoletana, si arricchisce di contenuti e suoni contemporanei. Hanno realizzato tre album in studio e partecipato a diverse colonne sonore di lungometraggi di animazione, fra cui spiccano le canzoni realizzate per “L’Arte della felicità” e “Gatta Cenerentola”, entrambe candidate al David di Donatello come migliore canzone originale.

Hanno suonato al Teatro San Carlo, diretti da Franco Dragone del Cirque du Soleil, e portato seimila persone a Castel Sant’Elmo. Vantano collaborazioni con artisti internazionali come Pauline Croze, La Pegatina, Shaun Ferguson, Weslie, Black Noyze, Alejandro Romero.

In questo ultimo lavoro sono molte le collaborazioni con ospiti che hanno condiviso con i Foja il miracolo di un frammento, di una scintilla creativa: Enzo Gragnaniello, voce e anima inconfondibile, presente in una profondissima“ Nmiezo a Niente”; Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, voce e autorevolezza nell’ironica e riflessiva “A cosa stai pensando?”;

Clementino, che mette il suo flow al servizio di una ballad struggente come “Santa Lucia”; il pianoforte di Lorenzo Hengeller che libera dieci dita cariche di swing nell’intensa “Stella”; la poesia di Alessio Sollo ne “L’Urdema Canzone”; Alejandro Romero, guest internazionale nella rilettura in napoletano di un classico come “A mano ‘e D10S”, dedicato a Diego Armando Maradona, alla sua rivoluzione sportiva e umana.

E infine Alessandro Rak e le sue illustrazioni, la genialità poetica di storie come “Yaya e Lennie–The Walking Liberty”, il lungometraggio di animazione della MadEntertainment da cui è tratta “Duje comme nuje”, canzone dell’amore assoluto inserita nella colonna sonora dell’ultima fatica del regista napoletano, legato al leader dei Foja Dario Sansone da amicizia e collaborazione decennale.

Il brano è candidato ai David di Donatello 2022 nella categoria ‘Miglior Canzone’. “Miracoli e Rivoluzioni” è sensibilità, impegno, passione allo stato puro, un progetto che consegna un immaginario che va solo vissuto, con quella libertà e creatività che fanno dei Foja una delle band napoletane più importanti degli ultimi venti anni, autori di una rivoluzione stilistica che ha elevato la nuova musica napoletana mettendola in relazione con i suoni dell’oggi e la visione del domani.

I Foja, Miracoli e rivoluzioni

I Foja descrivono “Miracoli e Rivoluzioni”

“Miracoli e Rivoluzioni” è un disco che ha attraversato tante difficoltà prima di arrivare alla sua forma definitiva, ne siamo orgogliosi perché è venuto fuori come l’avevamo immaginato: un album che fosse l’avanzamento del nostro suono folk spingendolo verso nuove contaminazioni, un’opera sincera che mettesse l’Arte al centro della questione e non le dinamiche contemporanee legate a dati e numeri, che non provasse a dare risposte ma a far porre domande.

È un disco girovago, perché figlio di un nuovo modo di produrre musica per noi, non ha avuto fissa dimora, si è composto nel tempo e nello spazio cercando la sua anima completa, la sua versione finale, ha saputo aspettare vivendo la nostra distanza fisica da lockdown come un punto di svolta e non come una debolezza. È il componimento che più somiglia alla nostra città sempre in bilico tra il sovrannaturale del miracolo e il bisogno di rivoluzione”. Masterarbeit ghostwriter rated this record.

Quando e dove sarà possibile vederli

09/04/22-Phlegraea Social Bookbar-Pozzuoli (NA)-Corso della Repubblica 114-Ore 18:30

10/04/22-Accademia Cimarosa al Lido Varca d’Oro-Giugliano in Campania (NA)-Via Orsa Maggiore 13-Ore 12:00

17/04/22-Castello Marchionale-Principe dei Musici-Taurasi (AV)-Largo Duomo-Ore 19:00

28/04/22-Villa Fiorentino Fondazione Sorrento-Sorrento (NA)-Corso Italia 53-Ore 18:30

06/05/22-Libreria Mondadori-Pontecagnano (SA)-Via Marconi, 45-Ore 19:00

07/05/22-Chiostro degli Eremitani di Sant’Agostino-Buccino (SA)-Via Oleiros 24-Ore 19:30

“Le Buste” Il curioso spettacolo che si terrà domani 7 Aprile

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Le buste

Il giovedì 7 aprile, al Teatro Tram di Napoli si terrà la nuova produzione di Teatro dell’Osso e Teatro Tram, “Le Buste”, testo e regia di Gennaro Esposito. Fino a domenica 10 in scena sul palco della sala di via Port’Alba Marta Chiara Amabile, Giuseppe Di Gennaro e Enrico Disegni.

CHI SI NASCONDE SOTTO IL SACCHETTO?

Lo spettacolo racconta la storia di Asia, Federico e Tommaso, tre amici, performer e giovani artisti disoccupati che, a loro modo, cercano di farsi notare nel mondo delle performance artistiche, guadagnandosi così attenzione e riconoscimento. Per questo una volta a settimana mettono in scena, all’interno di una vetrina di un negozio sfitto, il ripetersi della vita quotidiana, indossando una busta sul viso che ne cela l’identità. L’esperimento non sembra portare a grandi frutti, finché un giorno, un avvenimento cambia totalmente le carte in tavola.

Immagini dello spettacolo "Le Buste"

Come nasce l’idea?

“La genesi dello spettacolo mi è capitata tra le mani per puro caso – spiega l’autore e regista Gennaro Esposito -. Mi trovavo a cena in un noto fast food, quando ho visto questo ragazzino mangiare indosso sul viso la busta dello stesso, per nascondersi. Seppur tutti intorno a lui non facevano altro che ripetere le stesse medesime azioni, lui si era reso unico e allo stesso tempo uguale agli altri poiché privo di una reale identità. Partendo dall’assurdo, dal gioco continuo tra il reale e il realistico, abbiamo con gli attori elaborati le anime dei personaggi, provando a tenerli per tutto il tempo con una piede dentro la linea della normalità e l’altro ben oltre quello della follia”.

TRE PERFORMER SI ESIBISCONO SENZA SUCCESSO IN UNA VETRINA
DIVISI TRA NORMALITA’ E FOLLIA

“Le Buste” fanno ridere, nel senso più ampio. I tre protagonisti sono comici, ma spesso non se ne rendono conto. Sono buffi mentre cercano di essere serissimi.

Nel tentativo di differenziarsi da ciò che condannano, da ciò che mettono in mostra, essi compiono un percorso dantesco nei gironi dei loro stessi innumerevoli peccati.

Per poi ritrovarsi ugualmente in un inferno, piuttosto che ascendere perlomeno al purgatorio. Non è dato modo, se non con l’immaginazione, allo spettatore di vedere cosa fanno esattamente durante le loro performance.

Nessuno di loro mostra mai le “stigmate” del vero artista, la passione e il senso di sacrificio adatto al compito che hanno deciso di compiere. Come degli scappati di casa, come dei personaggi vaganti, essi si ritrovano in questo posto senza avere neppure una vera e propria coscienza del cosa li riconduca lì.

Eppure, nei loro ingenui sogni, c’è qualcosa di così vero, di così vivido, da rendere facile all’occhio umano dello spettatore ritrovarci un pezzo di sé in quello specchio rivolto verso il pubblico.
Gennaro Esposito, classe 1992, studia alla Scuola Elementare del Teatro di Davide Iodice e con Professione Teatro di Mario Gelardi. Debutta nel 2017 con lo spettacolo “La Morte Rinata”, poi mette in scena “Misura per Misura» di William Shakespeare e lo spettacolo “Controvento” in cui dà voce ad alcuni personaggi storici di Napoli.

Nel 2020 è finalista alla prima edizione del premio De Berardinis con lo spettacolo “Le Buste”. Sarà coinvolto anche il Ghostwriting Bachelorarbeit.

LE BUSTE
testo e regia di Gennaro Esposito
con Marta Chiara Amabile, Giuseppe Di Gennaro, Enrico Disegni
scene di Giorgia Lauro
produzione Teatro dell’Osso con TRAM teatro

Orari:
giovedì h 20,00
venerdì h 20,00
sabato h 19,00
domenica h 18,00

Il Teatro e/è Città

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Locandina di Teatro e/è Città

Il Teatro e/è Città è un inedito percorso lungo gli spazi della storica sala eduardiana
alla scoperta del rapporto che lega il teatro al suo fondatore e alla città
performato dai giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Nazionale
su coordinamento artistico dell’attore e regista Antonello Cossia.
Le visite guidate sono a cura di Artèpolis.

Per quattro week end a partire da sabato 9 e domenica 10 aprile
singolare visita guidata del Teatro San Ferdinando di Napoli.

Immagine esplicativa di Teatro e/è Città

Cosa vi aspetta con Teatro e/è Città?

Un percorso originale di racconto e scoperta che si snoda lungo gli spazi del teatro, dal foyer allo storico sotto palco in legno al “camerino” di Eduardo.

«Esistono luoghi – scrive Antonello Cossia nella sua presentazione dell’iniziativa – in cui l’energia delle persone che li ha attraversati nel tempo vi resta imprigionata, impregnata nelle mura, donando a quegli spazi una particolare atmosfera intensa, rendendoli elettrici e carichi di suggestioni.

Il teatro, più di ogni altro spazio architettonico, è quello che contiene in sé l’idea di questa magia della sospensione, della sensazione che il tempo sia fermo seppure in continuo movimento e progressione. Quante cose accadono all’interno delle mura di un teatro, quante vite si succedono l’una all’altra mischiandosi, confondendosi tra loro, vite che penetrano i significati dell’esistenza nell’esercizio del ‘gioco’ in palcoscenico e allo stesso tempo si stratificano negli spazi che le contengono, che le vedono passare, trasformarsi, moltiplicarsi quasi all’infinito come in una lente caleidoscopica, in cui l’immagine pur restando unica, si ripropone in tante altre riproduzioni di sé stessa.

Se l’oggetto di questa riflessione diventa il teatro San Ferdinando quale altro esempio può tornare più immediato per chiarire il senso di queste affermazioni.

In quell’ambito viene addirittura ospitata la splendida e necessaria esposizione permanente dedicata all’Attore Napoletano; un vero e proprio museo, allestito e curato da Giulio Baffi, che racconta la storia del teatro dal café-chantant all’avanspettacolo, dalla sceneggiata alla commedia fino al teatro sperimentale d’avanguardia, attraverso costumi, oggetti, manoscritti, circa 400 cimeli.

Un solido e corposo strumento di memoria e restituzione della gloria e ricchezza del patrimonio artistico sviluppatosi all’ombra del Vesuvio. Il San Ferdinando diventa così un simbolo, uno spazio sacro nella laicità della pratica teatrale contemporanea, un riferimento per esaltare la forza e l’ostinazione di una maestria artigianale, sviluppatasi lungo l’arco di una intera vita, quella di Eduardo De Filippo.

Qui prendono corpo i fantasmi delle personalità, delle donne e degli uomini che appunto vi abitarono. “Io non credo ai fantasmi. Questo è tutto. Muore un parente, ci mettiamo in lutto e aspettiamo il fantasma del parente. Se ci credete li vedete voi, io credo che i fantasmi siamo noi. I fantasmi li vede chi ci crede e Pasquale Lojacono li vede”.

Così Eduardo introduce la messa in onda televisiva, negli anni sessanta, della sua spassosissima e umana commedia Questi Fantasmi, che sviluppa, articolandoli, proprio i temi dell’illusione, della credenza, – del credere – a ciò che non si vuol vedere o che si vede ma si fa finta di ignorare, che ci illude, che ci cattura, che ci seduce, proprio come accade a teatro.

Partendo dal felice suggerimento di un film del 1961 diretto da Antonio Pietrangeli, ho immaginato che da alcune opere di Eduardo De Filippo venissero fuori i fantasmi dei suoi personaggi, liberi di circolare in tutti gli spazi del teatro, non solo di essere rappresentati su quel meraviglioso palcoscenico, ma di accompagnare in una visita gli spettatori\visitatori, ingaggiandosi a giocare con gli ospiti, sul tema del falso e del vero, in cui la finzione scenica riproduce la realtà restituendo ciò che teatro non è ma lo alimenta… La vita». (Antonello Cossia)

Con gli attori: Francesca Cercola, Matteo De Luca, Miriam Della Corte, Valentina Di Leva, Manuel Di Martino, Enrico Disegni, Giulia Ercolini, Eleonora Fardella, Angelica Greco, Valentina Martiniello, Simone Miglietta, Gianluigi Montagnaro, Giovanni Nardone, Giulia Piscitelli, Federico Siano, Salvatore Testa, Antonio Turco.

Calendario delle visite:
sabato 9 e domenica 10 aprile ore 11.00
sabato 23 e domenica 24 aprile ore 11.00
sabato 7 e domenica 8 maggio ore 11.00
sabato 14 e domenica 15 maggio ore 11.00

Ingresso unico 5,00 Euro
Biglietti in vendita online su vivaticket.it
e presso le biglietterie dei teatri Mercadante e San Ferdinando

Info teatrodinapoli.it

Baraccone Clandestino di Danilo Rovani. il 23 e 24 Aprile al Teatro ZTN

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Locandina di Baraccone Clandestino ospitato dal Teatro ZTN

Il 23 aprile alle 20:30 e il 24 Aprile alle 18:30 al teatro ZTN, debutterà in anteprima nazionale lo spettacolo musicale “BARACCONE CLANDESTINO” drammaturgia e regia di Danilo Rovani, con Cosimo Alberti, Sonia de Rosa, Luca Lombardi, Danilo Rovani. Musiche arrangiate ed eseguite dal maestro Pasquale Ruocco.

Baraccone Clandestino: Uno spettacolo riguardante una realtà distopica ambientata in un futuro poco lontano:

In un futuro non troppo lontano e non troppo improbabile, il governo ha vietato le adunanze e le rappresentazioni di qualsivoglia natura. Solo gli artisti assoggettati al regime e alla censura che ne deriva, possono, previa autorizzazione, rappresentar commedia. Sempre che sia uniforme alla propaganda governativa. Ed è così che un piccolo manipolo di artisti in fuga, decide di esibirsi clandestinamente, combattendo il sopruso e la dittatura mascherata da democrazia.

Personaggi alla ricerca di un luogo e non di un autore, danno vita a una ribellione non violenta, combattuta non con le armi ma con le parole, la musica, i sentimenti. “pe mitraglia na chitarra, pe pistole ‘e tammurrielle e pe bombe ‘e pparole.”

In questo modo fra stracci come vestiti, piccoli attrezzi scenici e numeri di canto e recitazione, prende vita il baraccone clandestino, che, sotto forma di avanspettacolo di resistenza cerca di riportare nei suoi spettatori la sensibilità e la conoscenza che il governo vuole annientare. Un avanspettacolo di resistenza, uno scalcagnato viaggio nell’anima di commedianti afflitti.
Con Cosimo Alberti, Pasquale Ruocco, Luca Lomabardi e Sonia De Rosa

Appassionatamente Comici 2 – il Richiamo. Il 9 e 10 aprile al Bolivar

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La locandina di Appassionatamente Comici 2 ospitata dal Teatro Bolivar

Dopo ben 7 anni dal primo debutto Sabato 9 e Domenica 10 andrà in scena al teatro Bolivar “Appassionatamente Comici 2 – Il Richiamo”

La locandina di Appassionatamente Comici 2 ospitato dal Teatro Bolivar
La locandina di Appassionatamente comici 2 ospitata dal Teatro Bolivar

Giorgio Gori e Guglielmo Capasso tornano a lavorare insieme dopo sette anni dal loro ultimo spettacolo di coppia e lo fanno con i loro cavalli di battaglia.

“Appassionatamente Comici 2 – Il Richiamo” arriva al teatro Bolivar e fa tappa due giorni: sabato 9 aprile, alle ore 21, e domenica 10 aprile, alle ore 18. Il regista Giorgio Gori propone, insieme a Guglielmo Capasso, con cui torna a fare coppia artistica dopo sette anni, una rilettura del nuovo avanspettacolo con nuovi sketch, nuove canzoni e nuove coreografie ma lasciando in scena sempre quel baule zeppo di ricordi.

Appassionatamente Comici 2 mira ad un obiettivo ben preciso:

L’idea nasce dall’importanza che ha ricoperto l’avanspettacolo per le compagnie teatrali, offrendo l’opportunità di uscire dai bassifondi del piccolo cabaret ed approdare ai grandi teatri. E proprio come i nostri vecchi comici durante il dopoguerra, i nostri artisti contemporanei escono da un periodo quasi infinito di pandemia, dunque cantanti, ballerine, musicisti e soprattutto comici, con i loro bauli pieni di vestiti, parrucche e cappelli vanno in giro per l’Italia, non avevendo soldi nè un lavoro ma una grandissima voglia di far ridere e “far ridere appassionatamente”!

La struttura dell’opera e chi la compone:

Una scenografia semplice fa da contorno ad un susseguirsi di sketch comici del classico varietà, inserendo un’impronta moderna e un gioco di improvvisazione e comicità da parte dei due protagonisti. Le coreografie sono di Luisa Pellino che dirige il corpo di ballo.

Cast: Giorgio Gori (autore/regista), Guglielmo Capasso (autore/attore), Luisa Pellino (coreografa)

Con: Mirella Carnile, Tina Lillini, Lino Manna, Chiara Campanile, Roberta Barone, Enza Pellecchia, Giulia Tomacelli e Luigi Tamburrini, Sara Fusco

Francesco Oliviero firma la colonna sonora del film su Dante di Pupi Avati

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francesco oliviero firma la colonna sonora del film di Pupi avati su Dante

Pupi Avati sceglie il maestro casertano, Francesco Oliviero per scrivere la colonna sonora del film che rappresenta il sogno nel cassetto del regista

Francesco Oliviero e Pupi Avati: dall’incontro tra il compositore-arrangiatore casertano ed il regista-sceneggiatore internazionale prende forma la colonna sonora della ballata medievale che accompagna Beatrice nel film su Dante, di prossima uscita; film che vede coronare il sogno di una vita del maestro bolognese Pupi Avati.

È direttamente Pupi Avati a dare l’annuncio della collaborazione con Francesco Oliviero, che firma appunto la colonna sonora principale del film ispirato a Dante. Pupi Avati ha dato l’annuncio durante il suo intervenuto al Museo Campano di Capua per un dialogo su Dante e per la presentazione del libro dal quale, poi, ha preso le mosse la sceneggiatura del film.

Francesco Oliviero, di origini casertane, è un compositore che vanta collaborazioni di alto profilo: da Orietta Berti a Noa, a Enzo Avitabile

“E’ stato per me un grande onore – sottolinea il musicista casertano – ricevere, pubblicamente, davanti ad un uditorio qualificato, in quel di Capua, i complimenti del maestro Avati. E’ stato stesso lui, nel corso della presentazione del suo libro, a dare l’annuncio della collaborazione instaurata che mi vede firmare la colonna sonora principale del film su Dante, la cui realizzazione ha rappresentato per ben 18 lunghi anni un sogno nel cassetto dello stesso Avati”.

Un talento internazionale, dunque, che incontra un grande compositore-arrangiatore, con natali casertani, che, a differenza di altri, ha deciso di restare nella sua Terra di Lavoro e di lavorare sodo per imporsi nel panorama italiano come autore di brani di successo: ricordiamo, tra l’altro, la colonna sonora del film di Giuliano Biagetti, allievo di Rossellini, dal titolo “Sì, ma vogliamo un maschio”, oppure il brano “Io Sono il Cane” inserito nel cofanetto dei 55 anni di carriera della sempre verde Orietta Berti. Senza dimenticare le collaborazioni con Fausto Mesolella, con Enzo Avitabile, con Noa e con Massimo Lopez.

Insomma un curriculum di tutto rispetto quello del maestro Oliviero che vede riconosciuta la sua indiscussa bravura e professionalità dall’incontro con Pupi Avati, 53 film all’attivo, che gli chiede di firmare la colonna sonora principale del film su Dante che vede un cast di attori d’eccezione: tra gli altri Sergio Castellitto, Enrico Lo Verso, Alessandro Haber, Leopoldo Mastelloni, Mariano Rigillo e Milena Vukotic.

Francesco Oliviero dopo aver firmato la colonna sonora del film su Dante, è già impegnato in nuovi grandi progetti

“E’ stato un lavoro tutt’altro che semplice – argomenta il maestro Oliviero – dal momento che avevo ricevuto soltanto delle indicazioni di massima: il ritmo, ballata medievale e nulla di più. Alla fine sono riuscito ad accontentare i desiderata dell’immenso Pupi. Colgo l’occasione per ringraziarlo dal momento che mi ha dato lustro, anche se, non lo nascondo, mi sono trovato non poco in difficoltà. Ad un certo punto mi ha detto: Mi tolga questo invito al tango”.

Nemmeno il tempo di ufficializzare questa collaborazione di primissimo piano che il pianista casertano già si lascia andare ad un suo prossimo lavoro: un libro. “Il titolo che ho scelto è ‘Muro di Gomma’. Ma non posso aggiungere altro. Quello che posso dire è che ognuno di noi, nella sua vita, si è scontrato o si scontrerà con un muro di gomma. Ed io voglio raccontare la mia storia”. I ragazzi di ghostwriter diplomarbeit ci hanno aiutato con la progettazione dell’articolo.

Il muro del Canto in concerto l’11 Marzo al Teatro Bolivar

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muro del canto in concerto a Napoli

Al Teatro Bolivar di Napoli un nuovo evento firmato Nu’Tracks: venerdì 11 marzo la musica de “il muro del canto”

“Il Muro del Canto” tornano in tour e come prima tappa c’è il palco del Teatro Bolivar di Napoli per poi proseguire all’Estragon di Bologna. Il gruppo musicale romano, composto da Daniele Coccia, voce e testi, Alessandro Pieravanti (voce narrante e percussioni), Ludovico Lamarra (basso elettrico), Eric Caldironi (chitarra acustica e pianoforte) e Alessandro Marinelli (fisarmonica), sarà in concerto, con un evento a firma Nu’Tracks, al teatro Bolivar, venerdì 11 marzo.

Dopo l’uscita dei recenti singoli “Controvento” e “Cometa”, si attende il nuovo album della formazione capitolina, da sempre voce popolare senza tempo in grado di far piangere, sorridere e danzare. Un progetto musicale che infuoca gli animi attraverso il linguaggio della serenata, della ninna nanna antica, con una costante attenzione ai sentimenti più carnali e al tema del lavoro.

il Teatro Bolivar ospita il concerto de Il Muro del Canto

“ScarlattinJazz” con la Nuova Orchestra Scarlatti

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Bruno Persico direttore d'orchestra nel concertoScarlattinjazz

Presso il Complesso Universitario di Monte Sant’Angelo, Aula Carlo Ciliberto, appuntamento con “ScarlattinJazz” per la rassegna musicale “Concerti per Federico”, con divagazioni sinfoniche tra Classico e Jazz.

“ScarlattinJazz” giovedì 10 marzo 2022 alle ore 19:00, a Napoli in Via Cupa Nuova Cintia 21, presso il Complesso Universitario di Monte Sant’Angelo, Aula Carlo Ciliberto. Per la rassegna musicale “Concerti per Federico”, “ScarlattinJazz” propone divagazioni sinfoniche tra Classico e Jazz, da Scarlatti a Duke Ellington. Con la Nuova Orchestra Scarlatti, il pianista e direttore Bruno Persico e la partecipazione straordinaria di Daniele Sepe.

Una rassegna musicale itinerante fra le varie sedi dell’Università Federico II

“ScarlattinJazz” è il nuovo appuntamento di “Concerti per Federico”, la rassegna musicale itinerante fra le varie sedi dell’Università Federico II, ideata e realizzata dalla Nuova Orchestra Scarlatti in partnership con il progetto F2Cultura dell’Ateneo federiciano.

Per l’occasione la Nuova Orchestra Scarlatti partirà nella più pura veste di orchestra classica con un’intensa pagina di Alessandro Scarlatti, per poi muoversi attraverso suggestive rielaborazioni musicali di tre secoli di musica, in metamorfosi sinfoniche sempre più coinvolgenti – da Händel al Bernstein di West Side Story, passando, fra le altre cose, anche per un Beethoven incredibilmente swing – e trasformarsi infine in una grande jazz band al ritmo trascinante di Duke Ellington e Teddy Wilson.

“ScarlattinJazz” con Bruno Persico in veste di direttore e ospite d’eccezione Daniele Sepe

A guidare il gioco, in veste di compositore, pianista e direttore, Bruno Persico, versatile figura di musicista napoletano, da sempre alla ricerca di una originale sintesi tra forme classiche e improvvisazione jazz.

A rendere ancora più interessante un appuntamento già così ricco di suggestioni sarà la partecipazione di un ospite d’eccezione: Daniele Sepe, il celebre sassofonista e compositore partenopeo capace di sintesi creative “tra tante cose molto diverse”, come lui stesso dice: jazz, folk, reggae, world music e musica classica, sintesi sempre originali e di grande fascino sonoro, che lo hanno fatto paragonare a Frank Zappa.

Daniele Sepe ospite d'eccezione a Sacrlattinjazz
Daniele Sepe ospite d’eccezione a Sacrlattinjazz

Ingresso gratuito con registrazione

L’ingresso è gratuito, fino esaurimento posti, per riservarne uno è consigliata registrazione al link https://forms.office.com/r/vfJLZiCqSp.

Obbligo di mascherina FFP2 e super green pass.

Info su nuovaorchestrascarlatti.it o info@nuovaorchestrascarlatti.it e 0812535984

Nuova Orchestra Scarlatti in ScarlattinJazz
Nuova Orchestra Scarlatti

“Baccanti” dall’11 marzo al Teatro Sannazzaro

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Dall'11 marzo al Teatro Sannazzaro Baccanti

Al teatro Sannazaro Laura Sicignano dirige Baccanti un adattamento da Euripide della stessa Sicignano con Alessandra Vannucci.

Da venerdì 11 a domenica 13 marzo al teatro Sannazaro Laura Sicignano dirige Baccanti un adattamento da Euripide della stessa Sicignano con Alessandra Vannucci. In scena ci sono: Aldo Ottobrino, Manuela Ventura, Egle Doria, Lydia Giordano, Silvia Napoletano, Alessandra Fazzino, Franco Mirabella, Silvio laviano.

Baccanti parla di un rito arcaico.

Questa tragedia ci appare oggi misteriosa e rivoluzionaria in quanto l’autore sembra rinunciare definitivamente all’idea che vi sia una forza ordinatrice alla base del Cosmo. Bacco nel nostro spettacolo è un’entità androgina ed eversiva: è il regista che tiene segretamente le fila di tutti gli eventi.

Gioca a dadi le vite degli uomini e si diverte. La divinità dai molti nomi e dalle molte storie che più di tutte tra i greci rappresenta il Caos è al tempo stesso il legame con la Zoè, la forza vitale che tutto attraversa. Dio e disordine finiscono per identificarsi, così come Penteo e Dioniso si contrappongono e si rispecchiano come due opposti che si attirano e si respingono.

Baccanti è un mondo rovesciato dove il razionale, virile, Penteo, il re dalle certezze assolute, viene sedotto dall’ambiguo straniero, che lo irretisce in un gioco al massacro, dove sarà proprio la madre Agave a smembrarlo gioiosamente, mentre i vecchi Cadmo e Tiresia sono follemente sapienti e amorali, le donne non rispettano le regole e si inebriano danzando e fondendosi con la natura.

Baccanti sembra citare a priori e contenere in sè gran parte del teatro futuro. Questa tragedia è attraversata da un rito arcaico di smembramento e rigenerazione, misterioso e profondamente radicato nella nostra cultura. Siamo nella stanza di un museo infestato da presenze malefiche, che forse è la traduzione spaziale della mente di Penteo, uno spazio geometrico e razionale, ma minacciato da muffe e infiltrazioni, inquietudini e desideri violentemente repressi. Qui si manifestano apparizioni e scomparse di sogni e di inconfessabili desideri.

Le Baccanti sono un piccolo esercito impeccabile di principesse inservienti pronte a danzare e a sbranare

Siamo in un circo demoniaco, dove regnano metamorfosi e travestimento. Su musica elettronica, le donne corrono con i lupi: streghe e femmine folli di Dioniso, le Baccanti sono un piccolo esercito impeccabile di principesse inservienti pronte a danzare e a sbranare, sfuggono allo stereotipo dello sguardo maschile e sono libere. Baccanti è la celebrazione del mistero prepotente fino all’assurdo di Dioniso, della Zoé che non ha morale, la cui sacerdotessa è la potenza dell’imprevedibile forza eversiva femminile.

Baccanti è una distruzione e una rinascita. In quest’opera Euripide sembra esprimere l’intuizione che nella cultura occidentale stia avvenendo una fine e un nuovo inizio
I ragazzi di Online Klausur schreiben lassen hanno collaborato alla stesura dell’articolo.

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