venerdì 10 Gennaio 2025
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Bermudas in anteprima di stagione al Teatro Nuovo

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Bermudas al Teatro Nuovo in anteprima di stagione

Giovedì 28 ottobre 2021 al Teatro Nuovo Napoli lo spettacolo di danza “Bermudas” ideato da Michele Di Stefano.

Michele Di Stefano porta in scena, al Teatro nuovo di Napoli, la sua Compagnia MK con una composizione ampia, corale ed intensa per l’anteprima di stagione del palcoscenico partenopeo.

Il Teatro Nuovo di Napoli alzerà il sipario sulla stagione teatrale 2021 – 2022, giovedì 28 ottobre alle ore 21.00 ospitando la Compagnia MK nell’ipnotico e coinvolgente Bermudas. Lo spettacolo, già vincitore del Premio UBU 2019, fa parte del progetto NA-SA_mk a cura di Michele Mele. Sostenuto da Regione Campania – Scabec, Teatro Pubblico Campano, Casa del Contemporaneo e Comune di Salerno, Bermudas è un omaggio a Michele Di Stefano e il suo gruppo MK. Infatti nel 2019 la compagnia ha festeggiato i vent’anni di percorso artistico e attività. Numerosi i riconoscimenti ed i premi che la compagnia e lo stesso Michele Di Stefano hanno ricevuto nel corso della loro carriera. Ricordiamo il Leone d’argento a Michele Di Stefano per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia nel 2014, il premio Nico Garrone del 2018 ed ancor prima il premio Danza&Danza nel 2000.

Bermudas di Michele Di Stefano

Bermudas è basato su regole semplici e rigorose, che producono un moto perpetuo

Lo spettacolo è una coreografia intrigante e ipnotica, pensata per un numero variabile d’interpreti, da tre a tredici, intercambiabili tra loro. Ispirato dalle teorie del caos, dalla generazione d’insiemi complessi a partire da condizioni semplici. Dai sistemi evolutivi della fisica e della meteorologia, Bermudas è basato su regole semplici e rigorose, che producono un moto perpetuo. Moto che risulta adottabile da ogni performer come una condizione per esistere accanto agli altri e costruire un mondo ritmicamente condiviso.

Al centro di questo sistema di movimento sono le caratteristiche singolari dei danzatori, le cui individualità sono chiamate a originare incontri e mediazioni. Si genera un campo energetico molto intenso, cui il nome Bermudas ironicamente fa riferimento, un rituale collettivo che gestisce e assorbe tendenze divergenti e malintesi.

L’impianto coreografico dipende in maniera fondamentale dalle caratteristiche singolari dei performers. Inserire punti di vista differenti sull’uso dello spazio. La prossemica tra i corpi o il modo in cui è percepita l’attività di danza in un rituale collettivo, trasforma immediatamente la coreografia in un progetto d’incontro e mediazione tra individui che possono essere i più disparati e i più lontani tra loro per attitudine, organizzazione gestuale e intensità espressiva. E per gestione del malinteso.

Muratori di Edoardo Erba al teatro Sannazzaro

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Mratori di Edoardo Erba

Da venerdì 29 a domenica 31 ottobre al teatro Sannazaro va in scena Muratori di Edoardo Erba per la regia di Peppe Miale.

Muratori, la celebre commedia di Edoardo Erba viene messa in scena per la prima volta in lingua napoletana. Dal 29 al 31 ottobre al Teatro Sannazzaro vedremo impegnati Angela De Matteo, Massimo De Matteo, Francesco Procopio diretti da Peppe Miale in una commedia che affronta un tema quantomai attuale. Muratori infatti affronta la crisi dei teatri sempre più sacrificati per fare spazio a lucrosi megasupermercati. Tra esilaranti scambi comici e momenti di profonda riflessione, una storia di amicizia, rivincita e conflitti sociali che è un inno d’amore al teatro.

Muratori. La trama in sintesi

Di notte due muratori napoletani penetrano dentro una sala teatrale a confine con un supermercato. Lo scopo è di per realizzare, su incarico dell’unico proprietario, un muro abusivo velocemente e senza fare rumore. Giusto per allargare gli spazi del contiguo esercizio commerciale. Ma un’incantevole figura di donna, forse un riflesso di un ricordo di qualche personaggio già andato in scena su quel palco, si mostra ora all’uno ora all’altro per scombussolare le rispettive esistenze.

Così i due poveri muratori iniziano una staffetta di infatuazioni. Il sodalizio edile iniziale vacilla, lasciando sul terreno di quella contesa i rottami delle rispettive esistenze, tutte declinate alle miserande prospettive di due poveri cristi.

Lo spettacolo raccontato dal regista Peppe Miale

In una notte sospesa e infinita – scrive il regista Miale – due muratori si insinuano illegalmente in una sala teatrale al confine con un supermercato per realizzare un muro abusivo. Il fine è quello di allargare gli spazi del contiguo esercizio commerciale su mandato del proprietario del palazzo che contiene i due locali.

Ma la magia di quel luogo che sta per essere violato vive rappresentandosi in presenze presunte, rumori sinistri, luci irregolari, inducendo perplessità e domande nelle menti e nei cuori dei nostri due anti-eroi. Quando poi si palesa un’incantevole figura di donna, tale signorina Giulia, che appare ora all’uno ora all’altro. Ecco allora che Germano e Fiore nella più assoluta inconsapevolezza, quasi prede di un sortilegio, accennano a citazioni di parole testi e immagini che rimandano al luogo che stanno abitando in quella strana notte.

I due poveri lavoratori, cui la notte e la stanchezza avevano già offerto il destro per parlare dei massimi sistemi pur sempre in coerenza con la loro identità, si confrontano anche duramente fino addirittura a creare i presupposti per scombinare il sodalizio edile che avevano cercato di avviare, lasciando sul terreno di quella contesa i rottami delle rispettive esistenze. Rottami che poi sono anche i rottami di quell’abusivo muro che stanno realizzando e che scopriremo se riuscirà a diventare impresa compiuta. È il teatro che prova a sopravvivere sublimando se stesso in un viaggio infinito che vale proverbialmente più della meta.

Il testo di Edoardo Erba naviga tra rigogliosi orizzonti di concreta e raffinata comicità e, mai disdegnandole anzi sublimandole, piccole sorprendenti e sostanziali soste in acque che demandano ad un’acuta riflessione sulla condizione umana. E se nella nostra lettura, la retorica potrebbe rappresentare facile inciampo, è nostro desiderio provare a denunciare che, se è vero come è vero, che il momento pandemico in essere costringe ad una crisi della cultura (di cui il Teatro è solo fra le più alte rappresentazioni), è pur vero che l’Autore già nel 2002 ci segnalava che c’era chi desiderava che la cultura fosse murata in un supermercato.

Ed è quindi sempre nostro compito provare, con umiltà, ad essere quella signorina Julie che crea le condizioni affinché i muri non si sostituiscano ai sipari.

muratori al teatro sannazzaro

Il testo nato in italiano, venne subito cambiato in romanesco. Successivamente venne declinato anche in friulano ed in tedesco

ll testo di Muratori è nato in Italiano. – dice Edoardo Erba- E a me pareva bello così. Ma lo lesse Franco Quadri e mi telefonò subito: senti, il testo è ottimo, ma la lingua non va, rende proco credibili i personaggi. Io ci vedrei un dialetto, o almeno una forte cadenza regionale. Così nacque Muratori in romanesco, frutto di un minuzioso lavoro del gruppo che l’avrebbe poi messo in scena: Massimo Venturiello, Nicola Pistoia, Paolo Triestino ed io. L’edizione romana fu un successo che si prolungò per sedici stagioni consecutive. Un piccolo record, per lo meno per la mia drammaturgia.

Esaurita questa versione – che ne aveva figliate due: una in tedesco e l’altra in friulano – oggi Muratori riparte da Napoli. Con un gruppo di lavoro fresco, competente, motivato. Per la napoletanizzazione del testo abbiamo lavorato tutti insieme, esattamente come s’è fatto per il romanesco: una settimana di studio e lavoro, di confronto serrato parola dopo parola, battuta dopo battuta.

È rinato un testo di cui sono entusiasta. E grazie al lavoro di Geppi Liguoro, di Peppe Miale, di Massimo ed Angela De Matteo, di Francesco Procopio, di Luigi Ferrrigno e di tutti gli altri – vorrei citarli uno a uno perché sono tutti meritevoli – ha generato uno spettacolo memorabile. Vedendolo in scena al Campania Teatro Festival ho avuto l’impressione che appartenesse naturalmente alla tradizione del teatro napoletano. E per un pavese come me, credetemi, è un’emozione impagabile.

Muratori non ha solo cambiato lingua, ha cambiato umore, è un’altra cosa. Perciò chi ha già visto lo spettacolo in versione romanesca, può tuffarsi in quest’altro viaggio, con la certezza di trovarsi di fronte a qualcosa di assolutamente nuovo.
Napoli non è una città, è un mondo. E questo mondo è in grado di assimilare tradizioni diverse e farle proprie. Penso alle canzoni di Pino Daniele, dove il blues, la musica brasiliana e tante altre suggestioni, diventano carne e sangue di questa città, come se le fossero appartenute da sempre.

C’è a Napoli – ma non sono certo io a scoprirlo – una creatività diffusa, un’agilità di pensiero e una capacità di accoglienza unica e sorprendente. E io sono felice di sentirmi ostinatamente chiamare Eduardo invece di Edoardo, perché in quel cambio di vocale percepisco la stima e l’affetto di cui sono circondato. Presentarsi come autore a Napoli è come fare un esame difficilissimo, davanti a un pubblico severo. Grazie al lavoro di questa splendida compagnia, credo di aver superato la prova. Ringrazio tutti, uno per uno, e mi auguro che questo sia il primo di una serie di lavori che trovino proprio in Napoli stimolo e ispirazione.

La Masseria Ferraioli e il Teatro Deconfiscato come esempio di protezione e rivalutazione del territorio

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Il turismo è una ricchezza ed una risorsa inestimabile per un paese come l’Italia, e va protetto e coltivato.

Ormai è evidente a tutti, il turista va li dove si sente accolto e sicuro. E’ quindi fondamentale trasmettere sempre il fatto che sia la comunità civile ad avere il controllo del proprio territorio e non le mafie. E se questo è vero per tutte le città e le regioni, diventa poi maggiormente importante per città come Napoli.

Napoli grazie alla forza impressa dal turismo, vive da qualche anno un periodo di particolare splendore. Le attività che ruotano attorno a questa industria nascono copiose e crescono fiorenti. Ma il turismo è un bene delicato, che va protetto e coltivato ogni giorno per farlo crescere sempre più.

Il turismo va protetto da chi preferisce che la propria città salga alla ribalta per fatti di cronaca, piuttosto che per le eccellenze e le unicità che questa terra ospita.

Un esempio di come fare per proteggere la nostra città e di come proteggere il nostro futuro ci viene mostrato da Giovanni Russo e da Giovanni Meola.

Giovanni russo e la Masseria Ferraioli

Giovanni Russo è il presidente di uno dei cinque soggetti che gestiscono la Masseria Ferraioli, bene confiscato alla camorra ed oggi restituito alla comunità. Oggi la Masseria Ferraioli, dopo un grande lavoro di ripristino, è riuscita a coinvolgere concretamente la comunità, facendo vivere loro quei terreni e quegli spazi che prima gli erano stati negati.

Giovanni Russo spiega che la Masseria Ferraioli attualmente ospita 308 orti urbani, coltivati da ben 308 famiglie. Nelle giornate di sole, per la gente che c’è a coltivare gli orti urbani sembra addirittura di stare ad una festa. E quello degli orti urbani è solo una delle due iniziative che la Masseria Ferraioli ha adottato per coinvolgere la comunità. La seconda iniziativa è quella degli eventi culturali come il teatro deconfiscato.

Giovanni Meola ed il Teatro Deconfiscato

Il Teatro Deconfiscato, festival di teatro nei beni confiscati alle mafie, ideato da Giovanni Meola regista e drammaturgo, accende i riflettori su quei beni che seppur sequestrati alle mafie, non sono rientrati ancora in possesso della comunità.

Il suo format di Giovanni Meola è, a nostro avviso, un modo alternativo molto valido di proteggere il territorio. Il Teatro Deconfiscato allestisce spettacoli importanti teatrali all’interno di beni confiscati alle mafie. Giovanni Meola riporta nel circuito della legalità quei beni che, seppur confiscati, non erano concretamente ritornati alla comunità. E’ realistico immaginare il disagio che ci possa essere a prendere possesso di beni che fino a poco prima erano stati oggetto di fatti di cronaca o, peggio, motivo di paura o di un concetto distorto di rispetto perché appartenenti ad un “boss”. Meola con il suo Teatro Deconfiscato abbatte questo disagio e riporta la comunità a vivere nuovamente quei luoghi che prima gli erano proibiti.

E inizia proprio oggi la rassegna del Teatro Deconfiscato che, fino al 31 ottobre ospiterà alla Masseria Ferraioli artisti e spettacoli di grande successo come ad esempio  “Kohlhaas” che proprio alla Masseria Ferraioli festeggerà la 1101 replica dello spettacolo.

teatro deconfiscato alla masseria ferraioli

Concerto per festeggiare l’elezione del Sindaco Manfredi

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Sindaco di Napoli Professor Gaetano Manfredi

La Nuova Orchestra Scarlatti con il Teatro Augusteo di Napoli festeggiano il nuovo Sindaco Manfredi con un concerto

Lunedì 25 ottobre 2021 alle ore 20:30, al Teatro Augusteo di Napoli, la Nuova Orchestra Scarlatti insieme al Teatro Augusteo festeggia l’elezione del Sindaco Manfredi. Un Concerto dell’Orchestra Scarlatti Junior, un evento aperto a tutti i cittadini muniti di green pass, con ingresso libero fino esaurimento posti disponibili.

La Nuova Orchestra Scarlatti, insieme al Teatro Augusteo, è lieta di offrire a tutta la cittadinanza un Concerto Sinfonico dell’Orchestra Scarlatti Junior, per festeggiare l’elezione a Sindaco di Napoli del Professor Gaetano Manfredi.

“Non è un caso” – dichiara il M.° Gaetano Russo, direttore artistico della N.O.S. – “se abbiamo voluto che a festeggiare con la musica il nuovo Sindaco di Napoli siano proprio le ragazze i ragazzi dell’Orchestra Scarlatti Junior, cuore propulsivo della Comunità delle Orchestre Scarlatti. Questa Comunità infatti è cresciuta negli ultimi anni e continua a crescere anche grazie alla partnership con l’Università Federico II. Una collaborazione organica, nata nel segno di un impegno concreto per la formazione e il futuro dei più giovani, che proprio il Professor Manfredi ha promosso e sostenuto con convinzione quando era Rettore dell’Ateneo napoletano”.

nuova orchestra scarlatti junio

Teatro Deconfiscato: la forza della cultura. 4° Stagione

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Teatro Deconfiscato

Trasformare un fortino della camorra in un palcoscenico teatrale, è questa la forza del Teatro Deconfiscato. Dal 23 al 31 ottobre, alla Masseria FERRAIOLI (ex-Masseria Magliulo), ritorna alla sua 4° edizione Teatro Deconfiscato.

Teatro Deconfiscato, ovvero il teatro nei beni confiscati alle mafie. La rassegna di teatro civile ideata dal drammaturgo e regista Giovanni Meola, che ne firma anche la direzione artistica.

Sabato 23 ottobre inizia la 4° stagione della rassegna di teatro civile che per l’occasione torna a La Masseria Ferraioli. La Masseria Ferraioli, già Masseria Magliulo, è uno dei beni confiscati alla camorra. Situata nel territorio comunale di Afragola, in provincia di Napoli, oggi La Masseria Ferraioli diventa un teatro, accogliendo un pubblico di tutte le età. Sono previsti spettacoli serali e repliche mattutine per le scolaresche.

Il bene in passato fu fortino del clan Magliulo capeggiato da Vincenzo Magliulo, noto come “l’ingegnere della camorra”. Magliulo ex-assessore nelle file della Democrazia Cristiana, arrestato nel 1989, fu tra i principali responsabili della sanguinosa faida di camorra con la cosca rivale dei Moccia, che tra gli anni ’60 e ’80, che causò numerose vittime. Un’area di circa 150mila metri quadrati, la più grande della Città Metropolitana di Napoli. La masseria, che dopo la confisca è stata assegnata al Consorzio Terzo Settore è intitolata ad Antonio Esposito Ferraioli, giovane sindacalista di Pagani e vittima innocente di camorra.

“Teatro Deconfiscato” è un format originale e unico

Il Format, ideato e diretto da Giovanni Meola, è davvero originale e unico per il suo particolare “palcoscenico deconfiscato”. Mette assieme spettacoli provenienti da autori e drammaturghi diversi tra loro e tutti attenti a temi sociali di grande rilevanza e attualità.

La rassegna anche per questa edizione ospita due artisti molto noti e riconosciuti dal grande pubblico. Arrivato a ben 1100 repliche “Kohlhaas”; adattamento da H. von Kleist, drammaturgia di M. Baliani e Remo Rostagno, per la regia di Maria Maglietta e con Marco Baliani. “Kohlhaas” un potente racconto orale diventa la trasposizione di un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500. Un sopruso che, non risolto col diritto, genera una violenza incontrollabile, in nome di un ideale di giustizia naturale, fino a che il conflitto originario della vicenda non si risolve tragicamente. Una fine che illumina ambiguamente la figura del protagonista come un possibile eroe del suo tempo. In scena venerdì 29 Ottobre, alle ore 20.30.

Sabato 30 Ottobre, sempre alle ore 20.30, invece sarà la volta de “Gli Alberi Muoiono in Piedi”. Lettura in musica, di e con Elena Bucci, ispirata a vita e opere di O. Fallaci e A. Panagulis da ‘Nella Lingua e Nella Spada”. La storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Il primo trova nella poesia la cura per resistere alla violenza di tirannia e carcere, la seconda fa del suo lutto un libro. Sono irriducibili, isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia. Entrambi trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, tesoro al quale attingere quando manca il coraggio.

kohlhass

Due gli spettacoli serali in replica la mattina per le scuole

Tra gli spettacoli serali, in replica nelle mattinate per le scuole, due spettacoli, anch’essi tratti da fatti di cronaca italiana. Il primo ”Io so e ho le prove”, di e con G. Meola, tratto dal best-seller di V. Imperatore, il libro denuncia sulle attività illecite delle banche.

Il secondo intitolato “Il Bambino con la bicicletta rossa” con Antimo Casertano e diretto da G. Meola. Ambientato a Viareggio mostra come in un affresco i nove protagonisti di una vicenda allora clamorosa, poi del tutto obliata: il primo rapimento di un minore finito tragicamente, il caso Lavorini. Fine anni ’60, tra politica, devianza, destra eversiva e depistaggi, un solo corpo d’attore per nove voci trasfigurate attraverso un meraviglioso lavoro fisico e sonoro. Lo spettacolo è anche vincitore del premio Politai Visionari e semifinalista di In- Box.

La rassegna ha il contributo del MIC ed è realizzato con il contributo della Regione Campania L.R. n. 6/2007.
L’ingresso sarà con prenotazione obbligatoria con sottoscrizione volontaria e green pass obbligatorio.

“Teatro Deconfiscato” – programma completo

Io so e ho le prove” – Sabato 23 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 9.30

Virus Teatrali presenta ”Io so e ho le prove”, drammaturgia – regia – con | Giovanni Meola e con | Daniela Esposito
Liberamente tratto dall’omonimo memoriale di V. Imperatore e selezionato al CTF 2021. Il lavoro racconta la conversione di un’ex-manager che, dopo 25 anni, fuoriesce dal sistema bancario e ne denuncia tutte le nefandezze. Accanto al protagonista, un’attrice muta-rumorista che, con suoni, musiche e vocalizzi, contribuisce a creare un’atmosfera talora sopra le righe, ironica o grottesca, ma anche serrata e diretta, drammatica e vera. Lo spettacolo sarà replicato Lunedì 25 e Martedì 26 Ottobre alle ore 11.30

Il Bambino con la bicicletta rossa” – Sabato (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 11.30

La Compagnia Teatro Insania presenta “Il Bambino con la bicicletta rossa” drammaturgia – regia | Antimo casertano diretto da G. Meola. Vincitore Politai Visionari, semifinalista In-Box, il testo, per il 70% in versi di varia natura, mostra come in un affresco i nove protagonisti di una vicenda allora clamorosa, poi del tutto obliata: il primo rapimento di un minore finito tragicamente, il caso Lavorini. Fine anni ‘60: tra politica, devianza, destra eversiva e depistaggi, un solo corpo d’attore per nove voci trasfigurate attraverso un inesausto lavoro fisico e sonoro. Lo spettacolo sarà replicato Domenica 31 Ottobre al Teatro Rostocco di Acerra alle
ore 21.15

Abbascio ‘a grotta” – Domenica 24 Ottobre (Teatro Rostocco – Acerra NA) ore 21.15

Madrearte presenta “Abbascio ‘a grotta” drammaturgia – regia – con | Antonio Diana
Simbolo di un luogo assai oscuro, fisico o mentale, ‘a grotta è anticamera e riflesso di tutte le violenze generate quotidianamente in famiglia e nella società. In una cantina come luogo del subconscio, i tanti personaggi vivono un rito ancestrale e catartico, tormentati dal desiderio di liberarsi o di accettare il proprio destino, tra ricordi malati ed incubi compressi. Il tutto espresso da un unico corpo d’attore, viscerale e poetico.

Il fulmine nella terra. Irpinia 1980” – Lunedì 25 Ottobre (Masseria Ferraioli-Afragola NA) ore 9.30

Teatro dell’Osso presenta “Il fulmine nella terra. Irpinia 1980 ” drammaturgia – regia | Mirko Di Martino e con | Orazio Cerino
Racconto teatrale basato su articoli, testimonianze e documenti originali, che ricostruisce i primi giorni del tragico sisma irpino del Novembre 1980, raccontando con ironia o con crudezza la storia di vittime e soccorritori, i ritardi, l’impreparazione e gli errori dei soccorsi. Anche racconto di un’epoca molto più lontana di quanto non sia in realtà, narrazione ora leggera, ora dolorosa, dell’Italia da bere di quegli anni.

L’estranea di casa” – Lunedì 25 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 20.30

Bottega degli Apocrifi presenta “L’estranea di casa” drammaturgia – regia – con | Raffaella Giancipoli
Lasciarsi alle spalle la propria terra per assicurare un futuro ai figli. Una donna, due vite: la Romania, dove qualcun altro si occupa dei suoi figli e l’Italia, dove lei si prende cura degli anziani. Premio Festival della Resistenza 2018, L’Estranea di Casa è però soprattutto la storia di Culin, un bambino cresciuto al telefono con tante promesse di ritorno, un orfano di madre viva, disposto a tutto pur di riportarla finalmente a casa.

W la mafia” Martedì 26 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 9.30

Prima Quinta presenta “W la mafia” drammaturgia – regia – con | Aldo Rapè. Intimo, poetico, inno alla vita e grido disperato contro tutte le mafie e le sue più aberranti manifestazioni. Lo spettacolo racconta la storia di un ragazzo particolare, Calogero, rimasto di fatto allo stato bambinesco dopo aver assistito all’omicidio dei suoi genitori. La favola di un bimbo e del suo fido burattino pinocchiesco Gino. Spettacolo pluripremiato e plurirappresentato, suggestivo ed evocativo, radicale e paradossale.

w la mafia

Dita di Dama” Martedì 26 Ottobre (Masseria Ferraioli-Afragola NA) ore 20.30

Aparte-Ali per l’Arte presenta “Dita di Dama” drammaturgia – regia | Laura Pozone – Massimiliano Loizzi e con | Laura Pozone
Adattamento dal romanzo di Chiara Ingrao ambientato ad inizi anni ’70, a cavallo della nascita dello Statuto dei Lavoratori. Tra lacrime di commozione e sorprendente ed irresistibile comicità, seguiamo le vicende di 14 personaggi, tutti interpretati dalla stessa attrice, durante gli anni delle lotte operaie, storia al femminile di emancipazione sociale e di vita, a partire dalla diciottenne operaia sua malgrado futura sindacalista.

dita di dama

Kohlhaas” – Venerdì 29 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 20.30

Casa degli Alfieri presenta “ Kohlhaas ” adattamento da H. von Kleist, drammaturgia | M. Baliani – Remo Rostagno, regia | Maria Maglietta e con | Marco Baliani. Arrivato a ben 1100 repliche, questo potente racconto orale è la trasposizione di un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500.

Gli Alberi Muoiono in Piedi” – Sabato 30 Ottobre (Masseria Ferraioli-Afragola NA) ore 20.30

Le Belle Bandiere presenta “Gli Alberi Muoiono in Piedi” (lettura in musica) ispirata a vita e opere di O. Fallaci e A. Panagulis da ‘Nella Lingua e Nella Spada’ di – con | Elena Bucci. Questo melologo si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Il primo trova nella poesia la cura per resistere alla violenza di tirannia e carcere, la seconda fa del suo lutto un libro. Irriducibili, isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia, trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, tesoro al quale attingere quando manca il coraggio.

Ingresso con prenotazione obbligatoria: mail teatrodeconfiscato@gmail.com | whatsapp 320 21 66 484

Les Folies Napoliteins. Il Burlesque a Napoli fa tappa al Teatro Bolivar

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Les Folies Napoliteins

Sabato 23 ottobre al Teatro Bolivar di Napoli va in scena il Burlesque con la Compagnia Burlesque Cabaret Napoli.

Anche il Teatro Bolivar brinda alla riapertura dei teatri, con la presenza al cento per cento del pubblico in sala. Ha deciso di riaprire seguendo il tema spensierato e gioioso del burlesque. Il Bolivar dedica ben tre date alla Compagnia Burlesque Cabaret Napoli che sarà in scena con lo spettacolo “Les Folies Napoliteins” (“Le Follie Napoletane”).

Tra le novità di questa stagione teatrale che brinda al clima di riapertura delle attività e degli spazi artistici, ci sono i prossimi appuntamenti del teatro Bolivar che apre le porte, con ben tre date, all’ammaliante, fresco, dirompente burlesque della “Compagnia Burlesque Cabaret Napoli”.

Fanny Damour
Floriana D’Ammora in arte Fanny Damour

Il burlesque come strumento per canzonare il mondo

Nel XIX secolo, negli USA e in Gran Bretagna, il burlesque era uno spettacolo che parodiava il mondo, le abitudini e i passatempi dell’aristocrazia e dei ricchi industriali, per divertire le classi meno abbienti. Si componeva di una trama piuttosto esile, canzoni, numeri di ballo e tanta comicità. Ma per mantenere vivo l’interesse del pubblico, i fautori degli spettacoli non si facevano scrupoli ad aggiungere sul palco la nudità

Les Folies Napoliteins s’ispira al varietà dell’age d’or parigina del teatro Les Folies Bergère. Si rifà ad una tradizione europea di music hall, varietà e cabaret dove si respirava un clima licenzioso, erotico ed al tempo stesso comico. Si alterneranno, dunque, siparietti in cui ogni artista performer porterà in scena una sua personale visione dell’erotismo, oltrepassando la linea invisibile tra palco e spettatore.

La base comune delle performance è lo striptease. Ognuno può togliere ciò che vuole, lasciare intravedere, trascinare il pubblico in un’altra epoca. O meglio in una dimensione onirica fatta di piume, lustrini, pailettes e musica jazz delle origini. La quarta parete è abbattuta e l’interazione con il pubblico sarà parte dello show.

Burlesque Cabaret Napoli con Fanny Damour e Roby Roger

La Compagnia Burlesque Cabaret Napoli nasce nel 2013 dall’incontro tra Floriana D’Ammora e Roberta Della Volpe, in arte Fanny Damour e Roby Roger. Fanny Damour e Roby Roger prima condividono un percorso formativo di ampio raggio, tra teatro, danza, arti visive, grafica e fumetto. Solo in un secondo momento, decidono di dedicarsi allo studio e alla ricerca di una forma d’arte e di spettacolo ancora poco conosciuta al grande pubblico: Il Burlesque. Oggi la compagnia è composta da 11 elementi.

Roby Roger
Roberta Della Volpe, in arte Roby Roger

La vita è una partita doppia – Storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli

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Un racconto lungo 189 pagine. Ricordi di un’infanzia vissuta in un quartiere popolare e periferico nel Dopoguerra, mescolati a quelli di un progetto coraggioso: un teatro d’avanguardia

Sarà presentato venerdì 22 ottobre 2021 alle ore 18,00 nella Corte dell’Arte alla Fondazione Quartieri Spagnoli FOQUS, in via Portacarrese a Montecalvario 69 Napoli, il libro di Angelo Montella: “La vita è una partita doppia – Storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli”.

Interverranno Giovanni Laino, Adriana Buffardi, Annamaria Palmieri, Maura Striano. Letture di Giovanni Ludeno.
Angelo Montella, con questo racconto lungo 189 pagine, mescola i ricordi di un’infanzia vissuta in un quartiere popolare periferico nel Dopoguerra. Il ricordo dei primi lavori, della parentesi da dirigente aziendale e dell’impiego in Arabia Saudita. Fino alla scelta di tornare a Napoli con un progetto coraggioso: un teatro d’avanguardia.

Stefano De Matteis firma l’introduzione mentre la postfazione è di Goffredo Fofi

La vita è una partita doppia – Storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli si avvale dell’introduzione di Stefano De Matteis e della postfazione di Goffredo Fofi. Il libro è la storia di un’impresa culturale e artistica in un territorio complesso. Un territorio, quello dei Quartieri Spagnoli, che negli anni Ottanta risultava addirittura talvolta aggressivo e pericoloso. Questa l’epoca in cui Montella, assieme a Igina Di Napoli, fa risorgere dalle ceneri il Teatro Nuovo. Infatti i locali dell’antico teatro furono distrutti prima da un incendio e, poi da incuria e abbandono.

Una sala, quella del Teatro Nuovo, che dalla prima metà del Settecento non aveva mai smesso di collezionare successi e applaudite presenze. Donizetti, Rossini e diversi grandi musicisti fino al tardo Ottocento anno calcato le scene di questo teatro. Nel Novecento poi fu il turno dei Petito, i Di Napoli, fino a Viviani, Scarpetta e i De Filippo.

Le vicende presenti nel volume non raccontano solo l’audacia di un programma ambizioso di rinascita, specie in quel periodo di fervore artistico, di ricerca e di sperimentazione. Bensì un racconto di come si trasforma la città e la vita degli stessi Quartieri attorno a via Montecalcario.

In un contesto segnato da innumerevoli criticità, l’autore intraprende una personale battaglia che si intreccia alla storia del teatro sperimentale. In quel tempo al Nuovo si aggiunge la Sala Assoli ed entrambi assurgono al ruolo di protagonisti necessari e fondamentali della scena napoletana e nazionale. Due poli culturali che hanno lasciato un segno indelebile attraverso gli allestimenti di innumerevoli e illustri artisti. Indimenticabili Annibale Ruccello, Leo de Berardinis, Antonio Neiwiller, Mario Martone, Toni Servillo, Antonio Latella, Pippo Delbono, Carlo Cecchi, e molti altri.

Angelo Montella, classe 1946

Montella nasce a San Gennaro Vesuviano (Napoli) il 12 febbraio 1946. Leggendo il suo curriculum si scopre che ha lavorato per diversi anni come direttore amministrativo. Che ha avuto un’esperienza di due anni in Arabia Saudita, per tornare a Napoli a trentun anni. Al suo ritorno a Napoli, Angelo Montella cambia radicalmente vita, iniziando una lunga e proficua carriera teatrale.

Il libro è edito da Liguori, la casa editrice fondata a Napoli nel 1949

Dal 1949, anno della sua fondazione a Napoli, la casa editrice Liguori, attraverso la maturazione di un progetto editoriale multidisciplinare, ha arricchito nel tempo il suo catalogo nell’ambito delle scienze sociali, delle scienze umane e tecniche.

Attraverso numerosi testi di critica letteraria, di economia, di sociologia, di architettura, di matematica e di varie altre discipline, il Catalogo è cresciuto fino a sviluppare oggi circa cinquemila titoli. La produzione è organizzata in numerose Collane editoriali alle quali collaborano autorevoli studiosi italiani e stranieri. Negli ultimi anni Novanta e all’inizio del duemila l’editore si è impegnato nella ricerca nei settori innovativi dell’editoria con la partecipazione a prestigiosi progetti di ricerca europei e del Ministero della Ricerca e dell’Università e con la produzione di testi digitali nel doppio formato cartaceo-ebook.

Attualmente la casa editrice presidia il settore universitario per le materie scientifiche e umanistiche, come la matematica o l’ingegneria o l’entomologia; oppure la critica letteraria, la linguistica, o la filosofia, la pedagogia e la psicologia, al contempo orientandosi con un rinnovato interesse verso produzioni di carattere scientifico – umanistico di tipo divulgativo e verso scritture e narrazioni a cavallo tra la memoria e la contemporaneità.

In prima nazionale al Teatro Sannazzaro “La Maîtresse”

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Gaia Aprea in prima nazionale al Sannazzaro di Napoli

Il 15, 16 e 17 ottobre al Teatro Sannazzaro di Napoli Gaia Aprea interpreta “La Maîtresse”. Liberamente tratto da Memorie di una maîtresse americana di Nell Kimball, lo spettacolo vede Gaia Aprea nel doppio ruolo di interprete e regista
Prima nazionale

Gaia Aprea venerdì 15, e poi in scena fino a domenica 17 ottobre, apre la stagione 2021-22 del teatro Sannazaro con “La Maîtresse”. Lo spettacolo, in prima nazionale, è liberamente tratto da Memorie di una maîtresse americana di Nell Kimball. La Aprea ha curato la riduzione del testo, ne è la protagonista ed ha curato la regia.

Lo spettacolo è il racconto in prima persona della vita di Nell Kimball. La Kimball nata nel 1854 in un “podere di sassi” nell’Illinois e morta in Florida nel 1934. Cominciò la sua carriera a 15 anni in un bordello di Saint Louis e la concluse come tenutaria di case di lusso.
Le sue memorie affidate nel 1932 allo scrittore Stephen Longstreet furono regolarmente rifiutate dagli editori per la crudezza del linguaggio. Vennero pubblicate solo a distanza di quarant’anni.

“La Maîtresse” offre spunti molteplici di riflessione. Nell Kimball è una donna manager dell’Ottocento. Una persona in grado di realizzare un bordello funzionale dove tutto è in regola e le ragazze sono sane. Nulla a che vedere con quello che succedeva in bordelli-alveare, come lei stessa li definiva, dove le ragazze, anche 250-300 vivevano in piccole stanze e senza alcun controllo sanitario.

Si evidenziano, così, più le brutture degli uomini e della loro visione ‘maschiocentrica’ rispetto ad una ‘modello’ al femminile dove tutto funziona perfettamente.

La Maitresse di e con Gaia Aprea in prima nazionale al teatro Sannazzaro

La parità dei diritti e la rivendicazione della dignità

In un momento storico, il nostro – dice la Aprea – in cui sembra che lentamente stia affiorando nella coscienza collettiva la consapevolezza che la questione sulla parità dei diritti tra uomo e donna non è affatto risolta. mi è sembrato particolarmente interessante andare ad indagare nella vita di una prostituta del secolo scorso che ha saputo rivendicare a se il diritto alla dignità.

Una donna che per quell’epoca rappresentava un vero scandalo denuncia con le sue memorie. Impossibilitata a prendere altre strade data la condizione di indigenza delle sue origini. La Kimball era comunque determinata ad affermare la sua posizione all’interno della società stessa che la condannava. Diventa così tenutaria di importanti ed eleganti bordelli, ribaltando così la sua situazione d’origine. E obbligando la “parte alta della società” almeno quella maschile, a mostrasti in tutta la sua bassezza e depravazione.

Il suo occhio, senza mai esprimere giudizi, si limita a raccontare, a fotografare come andavano le cose per quelli nati in basso…puttane, neri o ebrei che fossero. E riflettendo proprio a partire da questo lavoro, come anche da libri su altre donne che hanno intrapreso percorsi simili a quelli della Kimball, è opportuno interrogarsi sulla necessità di dare una legalizzazione al fenomeno della prostituzione.

Gaia Aprea

La prostituzione è un fenomeno talmente diffuso da doverne prenderne atto e creare una forma di legalizzazione

Oggi la prostituzione, – continua la Aprea – purtroppo o per fortuna, non voglio entrare nel merito di una cosa che viene considerata sempre un tabù, della quale non si deve parlare. E’ un fenomeno talmente diffuso da doverne prenderne atto e creare una forma di legalizzazione di modo che la tratta infinita delle ragazze dell’Est, delle ragazze extracomunitarie che arrivano in Italia senza permesso di soggiorno, che vengono messe sulla strada, forse potrebbe essere regolamentata.

La voce intensa ed insolente di Nell, dal timbro un po’ roco, velata di dolcezza e brutalità, viene dal ventre dell’America e da una verità che ai tempi narrati dal libro ed anche molto dopo, nessuno poteva manifestare, se non in privato. Tratto dalle sue memorie il monologo racconta con onestà, crudezza e molta lucidità il percorso di una donna che assume su di se il suo destino di prostituta senza soccombere mai e senza mai perdere la dignità e la stima di se stessa.

Supportato da immagini d’epoca che aprono squarci di realtà lo spettacolo è percorso da un racconto musicale che accompagna e sostiene la narrazione sino a sfociare nella nascita del jazz, nella New Orleans dei primi del Novecento.

Prossimo spettacolo in stagione, dal 22 al 24 ottobre, è El blues di Loi con Milvia Marigliano e Igor Esposito con drammaturgia di Igor Esposito e la  supervisione di  Peppino Mazzotta; una performance teatrale dove un’attrice e un poeta accompagnati da un musicista portano in scena i versi di una delle personalità poetiche più potenti del secondo Novecento italiano: il poeta Franco Loi. Un blues che si dipana attraverso quattro stazioni drammaturgiche. 

Intervista al Direttore d’Orchestra Beatrice Venezi

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Abbiamo incontrato Beatrice Venezi che ci ha parlato di “Le sorelle di Mozart” e delle loro storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli

L’importanza del riconoscimento del ruolo della donna nel mondo della musica rispecchia quanto ancora si debba fare per superare un retaggio culturale che ancora vede la donna relegata a ruoli marginali. O peggio senza che alla Donna siano riconosciute le sue reali capacità. E così se “casa”, “famiglia”, “musica” sono sostantivi femminili che nel loro stesso nome esaltano il ruolo della donna, ritroviamo troppe volte la Donna stessa oggetto di discriminazione sociale.

“Le Sorelle di Mozart”, da voce alle donne con storie di compositrici geniali e musiciste ribelli.

Beatrice Venezi, Direttore d’Orchestra, rivendica il ruolo della donna nella musica, iniziando proprio dal riconoscimento del titolo accademico e professionale “direttore d’orchestra” e non direttrice. Beatrice, non è solo un talento ormai riconosciuto ed invidiatoci a livello internazionale, è una Donna fiera di esserlo e, consapevole del suo valore porta, attraverso il suo libro “Le Sorelle di Mozart“, da voce alle donne con storie di compositrici geniali e musiciste ribelli.

Spiega Beatrice Venezi: – «Questa è la storia di alcune donne uniche. Musiciste geniali. Compositrici innovative. Interpreti sublimi. Donne uniche capaci di emergere in un mondo che avrebbe fatto volentieri a meno di loro. Che le ha considerate inadatte, sfrontate, scandalose, incapaci. Questa è la storia di alcune donne uniche, in un mondo di uomini.»

Anche la Chiesa proibì alle donne di cantare. La società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile

Ad alcune fu impedito di suonare, altre non poterono firmare le composizioni frutto del loro lavoro. E mentre le porte dei conservatori erano aperte solo per gli uomini, la Chiesa proibì a loro di cantare, la società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile. La storiografia ufficiale della musica per secoli ha escluso le donne dalle sue pagine, ignorando compositrici rivoluzionarie, musiciste innovative e giovani talentuose. Dimenticando, o tralasciando, esperienze e intuizioni destinate a cambiare il corso della musica classica.

Un libro, questo di Beatrice Venezi, di cui consigliamo la lettura prima di tutto agli uomini. In particolare a quegli uomini che ancora oggi non comprendo la forza ed il coraggio, la determinazione che le donne da sempre impiegano nel loro essere donna.

Partendo da Ildegarda, monaca geniale che usava il canto per comunicare con Dio; quella delle grandi compositrici del Barocco ritratte dai Gentileschi; quella delle donne del Sette-Ottocento, confinate in casa e definite solo in funzione degli uomini, come la sorella di Mozart, o la moglie di Schumann.

Sono sicuramente di esempio anche le storie delle musiciste ribelli del secolo scorso e dei nostri giorni, che ritroviamo nelle Sorelle di Mozart. Maria Callas, Nadia Boulanger, Martha Argerich, Björk, donne che, nonostante le difficoltà, hanno forzato i confini dello spazio che gli veniva concesso nel mondo della musica, combattendo per se stesse e per le generazioni future.

Le Operette Morali di Leopardi con Antonio D’Avino e Nello Provenzano

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Diretti da Mirko Di Martino, Antonio D’Avino e Nello Provenzano, portano sul palcoscenico del TRAM le Operette Morali di Giacomo Leopardi.

Nella sala di via Port’Alba a Napoli dieci dialoghi sulla felicità, il dolore e il rapporto tra gli uomini. Sul palco Antonio D’Avino e Nello Provenzano diretti da Mirko Di Martino

Operette Morali di Leopardi. Al TRAM dal 14 Ottobre

Di Martino: “Le Operette Morali di Leopardi: un Black Mirror dell’Ottocento”

Giovedì 14 ottobre alle 21 apre la stagione 2021/2022 del Teatro Tram di Napoli. Il TRAM riprende il proprio percorso nella settimana in cui le nuove misure approvate dal Governo riportano la capienza nelle sale al 100%.

L’apertura è affidata a “Le Operette Morali” di Giacomo Leopardi, un capolavoro letterario che, attraverso dialoghi tra i personaggi più disparati (un venditore di almanacchi, un folletto, un mago), affronta i grandi temi della vita: la ricerca della felicità, il dolore, la morte, il rapporto dell’uomo con gli altri uomini e con l’universo.

Con la regia di Mirko Di Martino, che della sala di Via Port’Alba è fondatore e direttore artistico, sul palco i due attori Antonio D’Avino e Nello Provenzano interpretano i tanti protagonisti, due figure arrivate alla fine del tempo, quando tutto è consumato, quando le illusioni sono sparite e non resta più spazio per l’azione, ma solo per la rappresentazione.

Dal 14 al 31 Ottobre in scena 10 delle 24 Operette di Leopardi

In scena 10 delle 24 operette di Leopardi, per uno spettacolo prodotto da Teatro Dell’Osso e Il Demiurgo in collaborazione con il Teatro Tram. Con tre settimane di programmazione le Operette Morali di Leopardi resteranno in scena fino al 31 ottobre.

Un testo sorprendente, lontano dagli stereotipi spesso associati al Poeta di Recanati morto a Napoli nel 1837. Dialoghi ironici, rapidi e pungenti, molti sorrisi, altrettante considerazioni sull’animo umano. Gli attori, Antonio D’Avino e Nello Provenzano, si trasformano di volta in volta in volti e voci pronti a disegnare l’universo complesso dell’esistenza. Lo spettacolo è una riflessione lucida e impietosa sul mondo, sulla storia, sul genere umano, resa ancora più attuale dalla pandemia che stiamo affrontando.

“Leopardi non aveva certo in mente il teatro quando, nel 1824, dava alle stampe le ‘Operette morali’ – spiega il regista Mirko Di Martino -: pensava alle satire greche di Luciano, ai romanzi moderni e filosofici di Sterne e Voltaire. Eppure, non c’è dubbio che l’efficacia performativa dei suoi dialoghi è evidente, soprattutto là dove il contenuto argomentativo incontra il gusto amaro dell’ironia.”

Nello Provenzano

E’ la stessa ironia di Leopardi che, ancora oggi, rende attualissimo il testo per come è scritto

Continua Di Martino: – “Quella stessa ironia che, ancora oggi, appare così stridente in confronto all’armonia delle sue poesie. Quella stessa ironia che, ancora oggi, rende attualissimo il testo di Leopardi per come è scritto, prima ancora che per cosa è scritto: il gusto per la citazione e la parodia, la presa in giro delle manie e delle fissazioni, il contenuto filosofico nascosto nelle banalità quotidiane, la mescolanza di stile elevato e popolare, il piacere della battuta e del gioco di parole.

A guardarle una dietro l’altra, queste operette, sembra di assistere a una serie antologica distopica, un Black Mirror dell’Ottocento: in quale altro testo potremmo trovare un folletto e uno gnomo che discutono della scomparsa del genere umano, un mago che evoca un demone, morti imbalsamati che risorgono, uno scienziato che ha scoperto il segreto della vita eterna, la natura che ha preso le forme di una enorme donna distesa sul fianco di una montagna?”.

Le Operette Morali rappresentate:

  1. La scommessa di Prometeo
  2. Dialogo di un Folletto e di uno Gnomo
  3. Dialogo di Malambruno e di Farfarello
  4. Dialogo di un fisico e di un metafisico
  5. Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie
  6. Dialogo della Natura e di un Islandese
  7. Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez
  8. Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere
  9. Dialogo di Tristano e di un amico
  10. Cantico del gallo silvestre

di Giacomo Leopardi

testo e regia di Mirko Di Martino

con Antonio D’Avino e Nello Provenzano

scene di Giorgia Lauro

aiuto regia Angela Rosa D’Auria

produzione Teatro dell’Osso e Il Demiurgo

in collaborazione con Teatro TRAM

Antonio D'Avino

Informazioni per gli spettatori

Biglietti: intero € 13,00 – ridotto € 10,00 (under 26 e over 65) – Card 3 spettacoli a scelta: € 27

Orari spettacoli:

  • Giovedì ore 21.00 (giovedì 21 e 28 ottobre anche alle ore 18.00)
  • Venerdì ore 20.00
  • Sabato ore 19.00
  • Domenica ore 18.00

info e prenotazioni

cell. 342 1785 930

tel. 081 1875 2126

email tram.biglietteria@gmail.com