Giobbe Covatta sul palcoscenico del Bolivar sarà accompagnato dai musicisti Ugo Gangheri, Giosy Cincotti ed Ernesto Nobili
Domani, sabato 22, al teatro Bolivar (Via Bartolomeo Caracciolo, 30), con la nuova direzione artistica di “Nu’Tracks”, andrà in scena il “Recital” di Giobbe Covatta (start ore 21,00). Accompagnato da Ugo Gangheri (alle corde), Giosy Cincotti (fisarmonica e pianoforte) ed Ernesto Nobili (chitarra), il comico napoletano, nato a Taranto, riproporrà i momenti più significativi della sua produzione teatrale degli ultimi anni.
Senza prescindere dalla musica, sul palco, Covatta farà divertire in linea con il suo stile dove ironia e satira s’intrecciano a volte con la scienza e a volte con la carta dei diritti dell’infanzia. Come spesso accade, giocherà e farà riflettere sui paradossi della povertà e della fame dell’infanzia abbandonata, lasciando allo spettatore più di una riflessione amara ma vera, come spunto da portare a casa per pensare.
«La musica, nella forma canzone, sarà al servizio dello show e dei contenuti proposti da Giobbe per fotografarli al meglio – spiega Ugo Gangheri – Si tratterà di brani quasi tutti già editi e di grande forza espressiva tra cui “Non insegnate ai bambini” di Gaber, “Sette sono i re” dei Bandabardò, “Lo straniero” di Georges Moustaki… Noi tre musicisti in scena siamo la banda preferita di Covatta per questo racconto a tratti amaro e si preannunciano sorprese per il pubblico.»
Giobbe Covatta intervistato per noi da Gabriella Diliberto in occasione della prima edizione del Premio Paolo Villaggio
“Sotto il cielo più puro”, una frase dal Viaggio in Italia di Goethe che allude alla luminosità mediterranea dell’orizzonte flegreo. Con la Nuova Orchestra Scarlatti: “I Campi Flegrei – Sotto il cielo più puro”, Concerti sociali per la X Municipalità (Fuorigrotta e Bagnoli).
Nuova Orchestra Scarlatti impegnata in otto eventi di musica e di spettacolo a ingresso gratuito, aperti a tutta la cittadinanza, che si terranno tra il 21 ottobre e il 19 dicembre 2022, tutti alle ore 20.00 nella prestigiosa location del Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli.
In attività dal 1994 La Nuova Orchestra Scarlatti con il suo direttore il M° Gaetano Russo va sicuramente riconosciuto il merito di valorizzare in Italia e nel mondo il patrimonio della scuola musicale napoletana e consolidando negli anni un successo meritato allargando la propria platea ben oltre i tradizionali confini del pubblico del genere classico. Ancora oggi però la Nuova Orchestra Scarlatti è in attesa del giusto riconoscimento da parte delle istituzioni, che stanno lasciando la città di Napoli senza un’orchestra stabile.
M° Gaetano Russo direttore della Nuova Orchestra Scarlatti
Nell’ambito del progetto “Affabulazione” la rassegna ha ottenuto il patrocinio di RAI Campania per la sua rilevanza
La rassegna è stata concepita espressamente per il territorio flegreo, nell’ambito del progetto “Affabulazione”, promosso dal Comune di Napoli con il contributo del Fondo unico per lo Spettacolo del MIC. La rassegna della Nuova Orchestra Scarlatti ha ottenuto per la sua rilevanza il patrocinio di RAI Campania, in qualità di media partner.
Gli appuntamenti in cartellone alterneranno e intrecceranno musica, coreografia, scena in un mix brillante e popolare insieme, per tutti i gusti e tutte le generazioni, con riferimenti ai Campi Flegrei, alla loro storia e al loro presente, fatto anche di grandi stakeholder di cultura e spettacolo come la Mostra e l’Auditorium RAI di Napoli.
Proprio nel quadro della partnership di RAI Campania, la conferenza stampa di lancio della rassegna si è tenuta mercoledì 19 ottobre nel foyer dell’Auditorium RAI di Napoli, con la partecipazione della dott.ssa Annamaria Mauro del Centro di produzione RAI di Napoli; di Carmine Sangiovanni e Titti Guazzo, rispettivamente Presidente e Assessore Cultura della X Municipalità (Fuorigrotta-Bagnoli); del M.° Gaetano Russo, direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti; del dottor Remo Minopoli e della dott.ssa Maria Caputo, rispettivamente Presidente e Consigliere delegato della Mostra d’Oltremare.
Sotto il Cielo più puro: la rassegna dedicata al M.° Kerpatenko, ucciso in Ucraina per essersi rifiutato di fare un concerto
Dopo i saluti e il cordiale benvenuto di Annamaria Mauro, del Centro di produzione RAI di Napoli, prende parola il M.° Gaetano Russo, direttore artistico della N.O.S., che dedica la Rassegna al M.° Kerpatenko, ucciso in Ucraina per essersi rifiutato di fare un concerto, “…che anche noi pensiamo non si dovesse fare. E questa dedica si riallaccia direttamente allo spirito dei nostri concerti sociali: eventi gratuiti, aperti a tutta la cittadinanza, ai giovani, agli anziani, a tutte le età, in particolare alla X Municipalità. La musica è socialità, dialogo, cultura di pace.”
Continua il M° Gaetano Russo:”I nostri Concerti sociali sono per tutti coloro che non possono andare ai concerti o al teatro, e che non hanno modo di ascoltare concerti sinfonici nell’unica grande città europea che non ha tuttora un’Orchestra Sinfonica stabile. Sociali perché sia la scelta dei programmi sia il modo in cui vengono proposti è per arrivare direttamente al pubblico più largo, a tutti. Al riguardo ringraziamo il Comune di Napoli che, grazie a fondi del MIC, sostiene questa rassegna; la RAI di Napoli che accoglie questa conferenza ed è media partner dell’iniziativa; la Mostra d’Oltremare che accoglie i nostri concerti nel prestigioso teatro Mediterraneo, che da decenni ospita i nostri eventi sinfonici”.
Giovanna Famulari
Il Teatro del Mediterraneo Dell Mostra D’OltreMare il luogo deidicato ad ospitare i concerti sociali per la X Municipalità
“Ci auguriamo di vedere la platea del teatro Mediterraneo piena soprattutto di ragazzi, per affermare i valori sociali ed educativi della musica – dice Remo Minopoli, presidente di Mostra d’Oltremare Spa –, risultato che intendiamo perseguire attivando forti sinergie di comunicazione con Nuova Orchestra Scarlatti, Comune di Napoli e X Municipalità. Mostra d’Oltremare accoglie ogni giorno migliaia di giovani e l’offerta di un cartellone musicale così vario sottolinea il nostro ruolo come polo di aggregazione culturale nel cuore della città”.
“Con la Nuova Orchestra Scarlatti abbiamo dal 2012 un consolidato rapporto – sottolinea Maria Caputo, consigliere delegato di Mostra d’Oltremare Spa -, queste sinergie con importanti realtà culturali e i nostri partner istituzionali, a partire dal Comune di Napoli, socio di maggioranza della Spa, rilanciano il forte ruolo sociale di Mostra, rimarcato dal nostro piano industriale, come contenitore funzionale di aree e strutture non solo per fiere e congressi, ma anche per musica e spettacolo”.
Gli interventi proseguono con Carmine Sangiovanni, Presidente X Municipalità (Fuorigrotta/Bagnoli): “Ringrazio il M.° Russo per la collocazione della rassegna in un luogo prestigioso del nostro territorio. Ringrazio il Comune di Napoli per aver finanziato questa iniziativa nell’ambito del Progetto Affabulazione. Faremo ogni sforzo per coinvolgere oltre alla cittadinanza anche i ragazzi delle scuole del nostro territorio”.
Da sinistra Remo Minopoli, Gaetano Russo, Maria Caputo, Titti Guazzo, Carmine Sangiovanni, Annamaria Mauro – Foto Klaus Bunker
Titti Guazzo: “seminiamo Cultura sul nostro territorio”
Al riguardo l’Assessore alla Cultura della X Municipalità, Titti Guazzo, sottolinea: “Con questi concerti seminiamo Cultura sul nostro territorio, lavoreremo facendo rete tra i giovani e le Istituzioni, così raccoglieremo i frutti delle nostre azioni”.
Si parte venerdì 21 ottobre 2022 ore 20.00 al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare, con “Metamorfosi”, un ‘musical play’ che vedrà Giovanna Famulari, polistrumentista, performer teatrale e televisiva, protagonista sul palco accanto alla Nuova Orchestra Scarlatti nella molteplice veste di mimo, violoncellista e cantante, in un suggestivo gioco di movimenti scenici e di luci su un flusso musicale ininterrotto e in continua trasformazione, che dall’Aria sulla quarta corda di Bach torna a Bach, passando per Lennon, Bizet, Theodorakis, Carosone e altri ancora. Un piccolo, affascinante rito sonoro. Non mancheranno altri accattivanti ‘scherzi musicali’, da Mozart a Piazzolla: emozioni e divertimento assicurati.
Successivi appuntamenti: giovedì 3 novembre “Dentro il Barbiere”: tutti i momenti clou del Barbiere di Siviglia, lo scoppiettante capolavoro di Gioachino Rossini. Mercoledì 9 novembre “Tragico Twist”: esilarante pièce teatrale-musicale con il marchio inconfondibile dei Virtuosi di San Martino. Mercoledì 16 novembre “ScarlattinBlues”: gioco raffinato e brillante di un’Orchestra classica che attraverso una serie di graduali trasformazioni sinfoniche diventa una big band jazz.
Mercoledì 23 novembre “Sopra il Vulcano”: concentrato tour di suoni e voci attraverso la storia e la geografia dei luoghi, che partirà dai Campi Flegrei, spazierà attraverso e oltre il Mediterraneo, per poi tornare alle origini. Mercoledì 30 novembre il grande repertorio classico del “Concerto RAI”: appuntamento che si riallaccia idealmente alle stagioni concertistiche dell’Orchestra Scarlatti presso l’Auditorium della RAI di Napoli. Mercoledì 7 dicembre “Concerto Benessere”: evento tra musica e danza con alcuni dei più amati evergreen del repertorio classico. Lunedì 19 dicembre la rassegna si concluderà con “Sotto il cielo più puro” Arte e memoria ai Campi Flegrei, azione/concerto realizzata dalla N.O.S con il gruppo Teatri 35.
Con Valentina Elia. Musiche ed effetti Mendoza Produzioni. Regia Marcello Manzella
“Come va? Che cosa provi? Di cosa hai bisogno? Come ti ha fatto sentire? Che cosa vuoi lasciare andare?” Con una ritualità quasi sciamanica una figura femminile vestita in nero porrà sé stessa e noi, il suo pubblico, dinanzi a diversi dilemmi: Chi è lei? Chi siamo noi? Chi è Dio? Cosa è reale? Cosa è finzione?
Apparentemente senza nome e senza identità, la donna scaverà in sé stessa e, al pari di una matrioska, si scinderà in altri personaggi, donne di età diverse le cui storie andranno ad intrecciarsi tra di loro seguendo un filo conduttore che le porterà a riunirsi nuovamente in un unico personaggio
Con Federica Flibotto | Gennaro Esposito. Regia Gennaro Esposito
SINOSSI: In una soleggiata domenica mattina, un uomo legge un giornale su una panchina. L’arrivo di una goffa,curiosa donna, che porta con sé una strana caccavella, cambierà drasticamente il corso della sua giornata.
NOTE DI REGIA: Ho scelto di cominciare a lavorare proprio con questa poiché la sentivo, dal punto di vista registico, la “più urgente”. Un uomo e una donna seduti ad una panchina non è l’inizio più travolgente mai presentato a teatro, eppure, è proprio cercare un modo di rendere ancora interessante, appassionante, qualcosa di già noto la vera sfida.
Con Federica abbiamo lavorato molto sul corpo del personaggio, su quale dovesse essere, sin dal primo momento in cui entra in scena, il suo andamento, il suo essere. Questa donna è criptica e, al contempo, sfacciatamente chiara, sincera. È emblematica e comune. Potrebbe essere seduta ad una qualsiasi panchina di un qualsiasi parco, potrebbe essere seduta accanto a noi. Ma, a differenza della protagonista, potrebbe scegliere di restare in silenzio fino alla fine. Dargli la possibilità, di avere un testamento non olografo, la vera sfida..
Con Fabio Catalano, Carmela Del Giudice, Claudia Napolitano. Regia Sissi Brandi
Si voleva scherzare ancora una volta sul concetto di identità. È un pallone rosso che mi è stato regalato e io lo faccio saltare e ruotare con i piedi. È molto divertente e a volte rilassante chiedersi che cosa è e cosa non è, impegna il cervello. È la parte del programma di matematica in cui inizi a studiare gli insiemi. Prendi tutti i tuoi giocattoli e li metti nel cerchio di chi pensi di essere, senza lasciarne nessuno nello spazio bianco dove si trova chi pensi di non essere.
Prendi qualche altro giocattolo e mettilo nel cerchio di chi realmente sei, tutto il resto si troverà nello spazio di chi in realtà non sei. E poi guarda: i due cerchi si intersecano. È lì che stanno i giocattoli nello spazio di chi sei. Diciamo che sei bravo, un po’ è talento, un po’ te lo sei inventato. È violento lo scontro tra le forze del destino e le forze del possibile, ma in quello spazio – che è tuo, è un regalo, puoi farne quello che vuoi – lì vive accampato il reduce della battaglia: l’amore.
Benzocaffeine è un monologo, un viaggio, una confessione. L’autore ha provato ad entrare nei meccanismi che regolano gli attacchi di panico, cercandone un senso, un motivo, una soluzione. L’arrivo del panico coglie il protagonista del monologo di sorpresa, mentre è alla guida. La terapia, autosomministrata, è assurda: caffè e sigarette, ma è l’unica che pare funzionare. E proprio come un caffè preso con un amico, il protagonista inizia a raccontarsi al pubblico. Un salto tra frammenti dell’io, un equilibrio precario tra angosce e considerazioni ironiche.
Perché il “signor Parma” è goffo, comune, sprovvisto di sovrastrutture, immediato. Questa immotivata paura però, si infiltra nella sua vita, rendendolo un piccolo eroe, facendolo tuffare da dirupi sempre più alti, in situazioni paradossali e dall’immediato sapore comico. C’è una ragazza da prendere all’aeroporto e il traffico di una città sempre in movimento da superare. C’è un caffè e una sigaretta da fumare. Portate gli accendini, che quelli mancano sempre.
con Chiara Cianciola E Davide Raffaello Lauro. aiuto regia Gennaro Madonna. regia Chiara Cianciola | Davide Raffaello Lauro
SINOSSI: La Donna e il ragazzo, sono i due protagonisti di questa storia che si svolge ad unmatrimonio di un amico in comune fra i due. Siamo verso la fine della giornata, fral’ultima portata e la torta nuziale. I due protagonisti si ritrovano soli, nello spazioesterno del ristorante dove si svolge la cerimonia, in quei tavolini dove, di solito, siesce per fumare una sigaretta o prendere una boccata d’aria. Dal loro dialogopossiamo intuire che si conoscono da un po’ di tempo anche se solo verso fineracconto scopriremo il come e il perché. Due caratteri opposti; Lei esplosiva, sagace,sognatrice e ammaliatrice. Lui timido, introverso, frustrato e pensieroso. Caratteriopposti si, ma hanno qualcosa di molto importante in comune, entrambi amanoqualcuno di nascosto. Finchè…
NOTE DI REGIA : “Tempismo sbagliato, Destino cambiato” ovvero che correlazione ci può essere traTempismo e Destino. Se facessimo qualcosa “fuori tempo” o con un tempismodecisamente sbagliato, potremmo cambiare il nostro destino? Oppure il destino èqualcosa di ineluttabile, inevitabile, una stazione d’arrivo imprescindibile per i binaridel tempo e delle scelte? Allora in quel caso non dovemmo dire “tempismo sbagliato”bensì tempismo, personale, ma tempismo, stop, non sarebbe ne sbagliato ne giusto.Su queste domande, si basta la storia della Donna e del Ragazzo protagonisti diquesta vicenda. Fra un drink e un altro i due si punzecchiano a colpi di sarcasmo,richiamando a un immaginario di commedia ironica-sentimentale.
Volutamente senza un nome proprio di persona, i due protagonisti penso possano essere due rappresentanti di due fasi di vita che tutti prima o poi ci troviamo ad attraversare. Nel momento dell’incontro, le loro azioni, le loro emozioni, il loro tempismo nell’esprimersi, influenza il destino? Oppure è il destino a influenzare quanto detto. Dilemma non risolto, e forse non risolvibile. Nemmeno i nostri protagonisti riusciranno a trovare una vera e propria risposta ma l’affronteranno ognuno a modo loro, da sconfitti, con tutte le loro debolezze, le loro fragilità e la loro emotività. Spero che, attraverso la magia del teatro, anche noi possiamo riconoscerci in qualche aspetto del loro essere, per sentirci meno soli, in amore e nella vita, meno pudici verso le nostre fragilità che troppo spesso nascondiamo ma sono fortini di bellezza incontaminata. Al di là del tempo, al di là del destino.
Con Simone Miglietta e Valentina Martiniello. Scene e costumi Luca Cristiano. Audio/luci Luca Cristiano. Regia Simone Miglietta
SINOSSI: In una sala che ricorda il camerino d’una qualche spogliarellista, un poeta e un’attrice sono impegnati nell’analisi di un componimento erotico. Il poeta istruisce l’attrice in funzione d’un’imminente rappresentazione, ma lo stress di questa giunge al culmine quando l’autore si perverte per il suo stesso componimento. In vero, si tratta d’un marito e d’una moglie che, spinti da un terapista, recitano copioni “pseudo-erotici” per riscoprire un fremito perso. La farsa mette sul piedistallo poesia e prosa, declamazione e tragedia, in un pretesto pedagogico che è la recitazione stessa.
NOTE DI REGIA : Due caratteri che vogliono ricordare le maschere di Arrabal? O sono, in vero, una coppia frustrata del secolo che corre? Il gioco dell’interpretazione del poeta e dell’attrice, per i due, è sottolineato da abiti che rincorrono il settecento ma restano ancorati al bondage. Così, la camera “oscura” dei loro tentativi, pone le basi sul letto nuziale ma si adorna di giochi erotici e merletti. La luce che filtra è quella nauseante del neon, il quale vuole riportare i tendaggi e i parati ad un tempo sempre incerto di svolgimento delle vicende. La condizione borghese della realtà dei due si risolve nella direzione del linguaggio, che cessa, con la fine dei giochi, di essere oratorio.
Da un’idea di Antonio Vitale. Regia e interpretazione Antonio Vitale
La solitudine accompagna Gennaro, napoletano, ormai da tempo. È diventata per quest’uomo, costretto a vivere in condizioni misere, un’amica invisibile. È stato licenziato da un giorno all’altro e si rivolge alla solitudine, confidandole le sue paure, le sue preoccupazioni ma anche i suoi sogni.
Lo fa a volte bestemmiando, pregando un Dio ed altre raccontando dei cunti di sua nonna che gli tornano alla memoria e che assolvono il compito di distrarlo, portandolo altrove con la mente. Ad un certo punto escogiterà per sopravvivere un piano. Quale sarà il piano di Gennaro?….è tutto da scoprire. Per una precisa scelta registica non ci saranno luci particolari né tantomeno musiche per rendere lo spettacolo ancora più realistico.
FONèS, dal greco Voci, è un progetto di spettacolo per due Attori-Autori.
Un progetto attraverso cui si vuole raccontare la storia di alcuni personaggi semplici, miseri, quotidiani a cui accade qualcosa di Straordinario eche con il loro atteggiamento di fronte al Mistero, assurgono al ruolo di personaggi tragici. I monologhi e i racconti che s’intrecciano sono voci, Fonès appunto, che provengono dal fondo, dal profondo sia dei personaggi che degli autori-attori. Voci che poi si amalgamano e si fondono a ridosso di un luogo indefinito che può essere un SUD del Mondo.
Un lui e una lei. In uno spazio vuoto iniziano a raccontare. Sono Lui, Lei, sono la Notte, gli Animali, le cose, sono l’atmosfera che li pervade. Raccontano in prima ed in terza persona fondendo le loro voci, intrecciando i loro racconti e i loro corpi alla Musica. La voce al gesto- il gesto alla musicalità del racconto. Personaggi di volta in volta diversi che ci raccontano una storia, il loro mondo, la loro voce. Molti gli elementi ad accomunarli. E far dis-piegare attraverso le loro storie, tematiche archetipiche L’urgenza di questo progetto di spettacolo nasce dalla necessità di dare corpo ad alcune tematiche archetipiche, con la semplicità della narrazione primaria, ovvero la Favola.
Dare voce a storie\aneddoti\favole\racconti\ che sono per noi stralci di senso, possibilità di contatto reale con il pubblico. Tematiche come l’Amore, la Morte, la Sorte, la Solitudine, l’Identità, tematiche archetipiche ma sempre attuali. Narrare semplicemente, con un montaggio alternato, convulso, schizzato. Questa la sfida scenica. Favola e montaggio frastagliato. Dalla consapevolezza che il messaggio, il tema, sia nascosto nelle maglie del racconto. Approcciamo a questo progetto con la voglia di scandagliare il testo, vivisezionarlo e riportarlo sulla scena manifestandone il processo nel corpo nel linguaggio. Come un Autore-Attore che incarna il suo demone.
Chi saranno questi personaggi? -Uno spazzino che scende in un tombino – Una prostituta che voleva solo ballare -Un transessuale che ricorda la sua violenza in un tunnel. – Un Cameriera che ù vuole diventare Signora. -Una ragazza all’entrata di una discoteca che chiede di entrare -Un barista che chiede ad una maga una magia – Un bambino e il suo pappagallo – Un gabbiano e una colomba che s’incontrano
L’aspetto mistico e favolistico è presente anche attraverso la voce degli animali. Queste le storie che vanno a comporre un puzzle-scassato, immaginifico, come un quadro astratto che ci riporta ad una grande visione. Storie che ci fanno assaporare una dimensione partenopea antica, greca. La drammaturgia dei personaggi cercherà, attraverso i vari racconti, di creare un corto circuito emotivo –violento- contemporaneo, a tratti frenetico. La scena vuota a far parlare la Parola, il Racconto, la città.
Il lavoro, l’identità e la solitudine, sono i temi portanti di questo progetto. E poi il Magico oltre il Reale. Il poter forzare il quotidiano e cercare di sopportare. Il linguaggio utilizzato è il napoletano, anche se non mancheranno neologismi creati per rendere meglio la sensazione da spiegare, da raccontare, da sentire. Si farà riferimento attraverso i racconti all’atmosfera notturna, ai buchi sotterranei. Come il Tunnel, il Tombino, la Tazza di Caffe, Il Bagno… Così come al volo di animali. Il pappagallo, la gatta, gli uccelli… Dove accadimenti e sensazioni si mischieranno per essere echi lontane, Fonès appunto, che echeggiano storie attuali, ma dal sapore antico in cui il pubblico possa riconoscersi. Un quadro astratto contemporaneo.
PROGETTO DI MESSA IN SCENA Cosa ci sarà? Lo spazio lo immaginiamo vuoto. Solo la musica e pochi oggetti a definire le scene e i personaggi. Una scopa, un telefono, una gonna, scarpe, rossetti e un grembiule a raccontare ulteriormente il mistero. Come Lavoreremo? Partiamo dai Testi. Essendo composti da storie, a volte favole a volte personaggi che parlano in prima persona, o terza persona cercheremo di vivificarli (dare anima –corpo-sangue-vita) creando dei dialoghi, degli intrecci tra i due Attori-Autori.
Quando uno racconta, l’altro con il corpo farà il personaggio, quando l’altro racconta l’altro attore farà lo stesso, cambiando ogni due racconti il modus scenico. Facendo in modo che la composizione omogenea ed esponga un quadro vivido in movimento atto a far capire le delicatezze e i dettagli della storia, con gesti- allusioni. Piccole parole sottaciute. (vedi esempio spettacolo precedente – Leggendo Leggende Napoletane)Le musiche scelte aiuteranno a questa composizione. Corpo –Musica- Gesto-Parola che si fondono in un tutt’uno che ci regali un’idea di storia. Le tematiche affrontante saranno la Solitudine, l’Amore, la Morte, L’identità. Tematiche antiche per voci sofferenti contemporanee.