domenica 14 Dicembre 2025
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Concerto RAI il 30 Novembre con Ilya Grubert e la direzione di Stefano Pagliani

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Ilya Grubert violino solista per il Concerto RAI della Nuova Orchestra Scarlatti

Grande musica mercoledì 30 novembre, con ingresso gratuito, al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare. “Concerto RAI” Con la Nuova Orchestra Scarlatti e il violinista solista Ilya Grubert, la direzione di Stefano Pagliani. Musiche di Max Bruch e Ludwig van Beethoven.

Concerto RAI, un evento che si rifà alle stagioni concertistiche dell’Orchestra Scarlatti presso l’Auditorium della RAI di Napoli. A suonare con la Nuova Orchestra Scarlatti, uno dei massimi virtuosi del momento: il violinista lettone Ilya Grubert, concertista di fama mondiale.

Dirigerà la Nuova Orchestra Scarlatti Stefano Pagliani, già primo violino solista della Scala di Milano e della Filarmonica della Scala, che dagli inizi degli anni ’90 ha intrapreso una prestigiosa attività come direttore d’orchestra in Italia e all’estero. Nell’occasione, i Maestri Grubert e Pagliani terranno due masterclass per giovani strumentisti del territorio.

La possente Ouverture Coriolano, composta da Beethoven nel 1807 aprirà il “Concerto RAI”

In programma evergreen classici come il celebre e amato Concerto per violino e orchestra in sol minore n. 1 op. 26 di Max Bruch e due capolavori sinfonici di Beethoven, l’ouverture Coriolano e la Quarta Sinfonia.

Il Concerto per violino e orchestra in sol minore n. 1 op. 26 del compositore tedesco Max Bruch (1838-1920) è un trionfo di brillante virtuosismo e appassionata cantabilità, arricchito dall’invenzione melodica commossa e commovente dell’Adagio centrale.

Aprirà il concerto la scultorea, possente Ouverture Coriolano, composta da Beethoven nel 1807 come intermezzo per l’omonima tragedia di Heinrich Joseph von Collin, vertice dello stile epico del sommo compositore tedesco; chiuderà il programma ancora Beethoven con la sua Quarta Sinfonia, luminoso capolavoro di una giovane grande anima ancora legata al mondo e felice di condividere con esso la sua gioia.

Stefano Pagliani, già primo violino solista della Scala di Milano e della Filarmonica della Scala
Stefano Pagliani, già primo violino solista della Scala di Milano e della Filarmonica della Scala

Sotto il cielo più puro

E’ un appuntamento musicale de I Campi Flegrei – “Sotto il cielo più puro”, concerti sociali per la X Municipalità, rassegna realizzata dalla Nuova Orchestra Scarlatti per il progetto Affabulazione del Comune di Napoli, attuato con fondi del MIC. Media partner RAI Campania.

L’intera manifestazione è dedicata al M.° Yuriy Kerpatenko, ucciso a Kherson (Ucraina), ottobre 2022. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: nuovaorchestrascarlatti.it – 0812535984 – info@nuovaorchestrascarlatti.it

Peppe Maiulli VS Ernesto a Foria al Nuovo Teatro Sancarluccio

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Ernesto a Foria interpretato da Peppe Maiulli, fino al 9 dicembre  al Nuovo Teatro Sancarluccio con lo spettacolo “Peppe Maiulli VS Ernesto a Foria- Ovvero song’ allergico ‘e fravole” di e con Peppe Maiulli.

Ernesto a Foria la storia della creazione in provetta del mito partendo dal nulla

E’ la storia della creazione in provetta del mito partendo dal nulla. Ernesto a Foria è la definizione provata che la massa ascolta con occhi e orecchie spalancati ciò che le viene propinato e, meno capisce, più apprezza. In un mondo di tenori-non tenori, di autori-non autori, di artisti-non artisti, di politici-non politici, il personaggio Ernesto va a nozze.

Magnificato già dal prologo, e per tutto lo spettacolo dal suo storiografo nonché mentore, che è il suo alter ego reale e suo anfitrione. Ernesto inizia a snocciolare la sua variegata esibizione, fatta di “opere”. Opere che Il narratore non osa definirle canzoni. Poesie e commenti che Ernesto, definto il “Maestro”, chiude con inaspettate perle di “saggezza”. Sempre incalzato da salaci domande di una improbabile giornalista presente sul palco.

Ernesto a Foria canta l’impossibile rendendolo credibile

La seraficità di Ernesto a Foria nell’asserire e cantare l’impossibile rendendolo credibile è il leitmotiv di tutto l’impianto scenico. E’ trionfo del vacuo. Del luogo comune e del nulla assurti a “verbo”, forzato e montato ad arte per contrabbandarlo come opera omnia. Intervallato e impreziosito da improbabili “perle” poetiche declamate dal suo storiografo e mentore e videoproiezioni di “improbabili” interviste ottenute dall’entourage del Maestro (gli amici, l’arrangiatore, il parroco, lo psicologo, il parrucchiere e il politico).

Una goliardica cavalcata dedicata a chi ha il coraggio di non prendersi troppo sul serio.

Domenica in Villa Floridiana con gli eventi del Museo Duca di Martina

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Domenica in Villa Floridiana con gli eventi del Museo Duca di Martina

Domenica in Villa Floridiana con tutta la famiglia. Proseguono con grande successo di pubblico le domeniche in Villa Floridiana grazie agli eventi promossi da Museo Duca di Martina. 

Domenica In Villa Floridiana con le lezioni di GYROKINESIS

Domenica 9 dicembre, alle ore 11.00, nel Teatrino della Verzura nuovo appuntamento con lezioni di GYROKINESIS, un’attività che può essere praticata da tutti. Sposa il movimento dolce del corpo con la serenità della mente, un sistema che riunisce diverse discipline: yoga, danza, nuoto e taijiquan.

Consente di migliorare la flessibilità del corpo e di allungarne e potenziarne la muscolatura. Il progetto, promosso dalla Direzione del Museo, realizzato dall’APD White Cloud Studio Napoli. La partecipazione è con il biglietto
ridotto del museo di 2 euro.

Domenica In Villa Floridiana per il Concerto di Giovanni Lanzini,clarinetto, & Fabio Montomoli, chitarra

Il concerto si svolgerà nel Salone delle feste alle ore 11.30 e sarà una “summa” di ricordi di viaggio, con echi e citazioni che solo la musica può fondere in un unico crogiolo di emozioni sonore. E’ un viaggio nella memoria, è un’unica onda lunga di suoni e di colori attraverso i continenti della terra che i due musicisti, attivi oramai da decenni sul panorama musicale internazionale, hanno attraversato nella loro lunga carriera.

In Programma: Astor Piazzolla, Celso Machado, Tom Jobim, Augusto Villoldo, Carlos Gardel, brani in Omaggio alla canzone napoletana,Giacomo Puccini, F. Montomoli, Il Carnevale di Venezia arr. G. Lanzini – (alla maniera di Niccolò Paganini, Gioachino Rossini, La Danza (tarantella).

Il biglietto di 12 euro comprende anche la visita del museo.

Faccia N’Gialluta. I miracoli di San Gennaro di Gennaro Regina e Claudia Fruggiero

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Faccia N’Gialluta, mostra dedicata ai miracoli di San Gennaro nella Cappella del Pontano a Napoli

Arte contemporanea e devozione popolare nella Cappella del Pontano, tra leggende, luce e miracoli del patrono di Napoli

Faccia N’Gialluta è la mostra di Gennaro Regina e Claudia Fruggiero dedicata ai miracoli di San Gennaro, ospitata nella Cappella del Pontano nel cuore del centro storico di Napoli.

San Gennaro a Napoli compare quando serve, evocato dal popolo. All’improvviso, nei momenti di difficoltà, evocato dal popolo come una presenza familiare e potente, sempre pronta a proteggere e ad aiutare. Questa forza improvvisa, quasi travolgente, è il cuore della mostra Faccia N’Gialluta. I miracoli di San Gennaro di Gennaro Regina e Claudia Fruggiero, che trova nella Cappella del Pontano una collocazione tanto naturale quanto sorprendente.

La Cappella del Pontano, tra Rinascimento e contemporaneità

Nel pieno centro storico di Napoli, la Cappella del Pontano – uno dei massimi esempi del Rinascimento napoletano – accoglie l’esposizione e diventa parte integrante del racconto. Costruita nel 1492 dall’umanista Giovanni Pontano come cappella gentilizia per la moglie Adriana Sassone, questo spazio carico di memoria e spiritualità si apre oggi a un dialogo contemporaneo, senza perdere la propria identità.

L’opera sull’altare e la presenza evocata di San Gennaro

L’opera collocata sull’altare è il fulcro visivo della mostra: maestosa, potente, capace di catturare immediatamente lo sguardo grazie a un uso essenziale ma efficace della luce. I colori, intensi e brillanti, sono quelli inconfondibili di Gennaro Regina e irrompono nello spazio sacro con decisione, creando un impatto immediato e coinvolgente. San Gennaro non viene rappresentato in modo narrativo, ma evocato come presenza viva, quasi fisica.

Faccia N’Gialluta: il percorso espositivo e il significato del titolo

Attorno all’altare si sviluppa il percorso espositivo, composto da sei tele, che insieme all’opera centrale formano la mostra Faccia N’Gialluta, visitabile a ingresso gratuito fino al 6 gennaio 2026, con il sostegno dell’Associazione Polo Culturale Pietrasanta Ets.

Il titolo richiama il volto dorato del celebre busto trecentesco commissionato da Carlo II d’Angiò, un’immagine profondamente radicata nell’immaginario popolare e nel linguaggio affettivo dei napoletani.

L’incontro tra Gennaro Regina e Claudia Fruggiero

La mostra nasce dall’incontro tra Gennaro Regina e Claudia Fruggiero, giovane artista sannita e studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Da questa collaborazione prende forma un percorso che indaga le leggende meno conosciute del patrono, in particolare i miracoli “giovanili” raccontati da Matilde Serao, restituendo un San Gennaro vicino alla gente, umano, sorprendente, quasi quotidiano.

Le sei tavole e il dialogo tra tradizione e arte contemporanea

Le sei tavole, realizzate a quattro mani con acrilico su carta di cotone, mettono in relazione tradizione e sensibilità contemporanea. Dalle opere originali sono stati stampati 100 esemplari numerati in numeri arabi e 50 in numeri romani, firmati dagli artisti e accompagnati dai testi dei miracoli in italiano e inglese.

Un’esperienza immersiva nel cuore di Napoli

Visitare Faccia N’Gialluta significa entrare in uno spazio storico che torna a essere vivo, dove la Cappella del Pontano non fa da semplice sfondo ma diventa testimone e interlocutrice. Un’esperienza immersiva in cui arte, fede e leggenda si intrecciano, e dove San Gennaro, ancora una volta, sembra comparire all’improvviso.

“Scarpetta dopo Scarpetta”: un secolo di ritorni e avventure sulle scene

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Scena teatrale con Eduardo Scarpetta durante una rappresentazione delle sue commedie

Mostra iconografica per il Centenario della morte di Eduardo Scarpetta

Eduardo Scarpetta è al centro della mostra iconografica Scarpetta dopo Scarpetta. Un secolo di ritorni e avventure sulle scene, allestita al Teatro Trianon Viviani per il centenario della sua morte.

Il Trianon Viviani celebra il Centenario della morte di Eduardo Scarpetta (Napoli, 13 marzo 1853 – 29 novembre 1925) con una grande mostra iconografica dal titolo Scarpetta dopo Scarpetta. Un secolo di ritorni e avventure sulle scene, un percorso visivo che mette in luce l’eredità artistica del celebre commediografo e attore, padre della moderna comicità partenopea e figura fondatrice del teatro napoletano.

L’esposizione, curata da Francesco Cotticelli, Pino Miraglia e Gianni Pinto, si inserisce nel luogo più simbolico possibile: il Teatro Trianon, inaugurato dallo stesso Scarpetta con la sua compagnia nel 1911. Qui, tra sale e corridoi, prende forma un racconto fatto di immagini, fotografie, locandine, programmi di sala e materiali rari, che restituiscono un secolo di riletture, omaggi e rinascite delle sue opere.

Scarpetta dopo Scarpetta non è solo una retrospettiva, ma un invito a riscoprire un autore che ha segnato la storia culturale di Napoli e dell’Italia intera. Attraverso il linguaggio diretto delle immagini, il pubblico può percorrere un secolo di teatro, osservando come le creazioni di Scarpetta abbiano continuato a risuonare, cambiare forma, tornare sulla scena e trovare nuovi interpreti pronti a farle rivivere. Una mostra che è insieme celebrazione, studio e affettuoso omaggio a uno dei padri del teatro comico moderno.

Eduardo Scarpetta, padre della comicità moderna e del teatro napoletano

Per comprendere appieno il senso della mostra, è essenziale ricordare chi sia stato Eduardo Scarpetta, figura cardine della tradizione teatrale partenopea. Autore prolifico, oltre 60 commedie, e attore di immenso carisma, Scarpetta rivoluzionò la scena napoletana della fine dell’Ottocento introducendo una comicità nuova, popolare ma colta, capace di parlare a tutto il pubblico cittadino.

La sua invenzione più straordinaria è Felice Sciosciammocca, maschera moderna che si distacca dalle figure della commedia dell’arte tradizionale per diventare un personaggio profondamente urbano, specchio dei vizi e delle virtù della Napoli dell’epoca. Con questo personaggio Scarpetta segnò un punto di svolta: la maschera non è più un simbolo immobile, ma un carattere vivo, in evoluzione.

Tra i suoi titoli più celebri si ricordano Miseria e Nobiltà, ’O miedeco d’e pazze, Nu turco napulitano e Tre pecore viziose, opere che ancora oggi continuano a essere rappresentate e reinterpretate.

Scarpetta fu anche al centro di uno dei più noti casi teatrali italiani, la causa con Gabriele D’Annunzio per Il figlio di Iorio, una vicenda che contribuì a definire il confine tra parodia e plagio e che, paradossalmente, rese ancora più popolare la sua figura.

La sua eredità artistica non fu solo ideale: dal suo carisma umano e professionale nacque la “dinastia” teatrale più influente del Novecento, quella dei De Filippo, avuti dalla relazione con Luisa De Filippo. Eduardo, Peppino e Titina raccolsero e trasformarono l’immenso patrimonio scenico lasciato dal padre naturale, portandolo verso forme nuove, più profonde e drammatiche, senza mai rinnegare le radici comiche scarpettiane.

Un patrimonio teatrale tramandato da generazioni

La mostra offre uno sguardo ampio e appassionante su come le commedie e i personaggi creati da Scarpetta siano sopravvissuti e si siano trasformati nel tempo attraverso gli interpreti e i registi che ne hanno raccolto l’eredità.

Vengono ricordati i primi prosecutori, da Salvatore De Muto a Vincenzo Scarpetta, fino alle reinterpretazioni di giganti della scena come Raffaele Viviani, Eduardo De Filippo, Totò, Nino Taranto, Luigi De Filippo, Mario Scarpetta e i fratelli Giuffrè.

Non manca uno sguardo al presente, con la presenza di artisti che hanno portato Scarpetta nel linguaggio del teatro contemporaneo: Carlo Cecchi, Mario Santella, Armando Pugliese, Mario Martone, Arturo Cirillo e Francesco Saponaro. Un percorso che non è solo celebrativo, ma che mostra la sorprendente vitalità di un repertorio capace di attraversare epoche, stili e poetiche diverse senza perdere il suo fascino.

Collaborazioni e patrocinio

La mostra è realizzata con il patrocinio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e vede la collaborazione di Igina Di Napoli e Antonio Roberto Lucidi, che hanno contribuito alla ricerca e alla selezione dei materiali esposti.

Date e orari della mostra al Teatro Trianon Viviani

La mostra è visitabile fino a domenica 11 gennaio 2026, negli orari di apertura del teatro, con ingresso libero:
dal lunedì al sabato: 10:00 – 13:30 / 16:00 – 19:00
domenica e festivi: 10:00 – 13:30

Non è modello solo, ma quadro terminato”: alla Certosa di San Martino un viaggio nel cuore dell’invenzione artistica

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La Spezieria diventa laboratorio creativo dei Musei Nazionali del Vomero

La Spezieria della Certosa di San Martino si rinnova e inaugura una nuova stagione espositiva con la mostra “Non è modello solo, ma quadro terminato”, un progetto che porta il pubblico al centro della fase più viva del lavoro degli artisti: quella dei bozzetti, degli schizzi e delle idee in divenire.
L’esposizione, curata dal direttore ad interim Luigi Gallo, resterà aperta dal 4 dicembre 2025 al 13 aprile 2026

Pensata come un vero laboratorio dell’invenzione artistica, la Spezieria propone un percorso che attinge alle collezioni della Certosa di San Martino, di Castel Sant’Elmo e del Museo Duca di Martina alla Floridiana, riunite oggi sotto l’identità dei Musei Nazionali del Vomero. È il primo progetto realmente condiviso tra i tre istituti, un traguardo che inaugura una visione unitaria destinata a orientare le future programmazioni del nuovo polo museale

Bozzetti, schizzi e modelli: il cuore pulsante della creazione

In mostra una selezione di bozzetti, modelletti, schizzi, macchie e cartonetti realizzati tra Sei e Novecento, opere che restituiscono la freschezza dei processi creativi e mostrano la fase intermedia tra intuizione e compimento.

Studi in pittura, grafite o terracotta rivelano un’immediatezza talvolta più vibrante dell’opera finita, come nel caso dei bozzetti seicenteschi e settecenteschi provenienti dalla Floridiana, tra cui spiccano i lavori di Francesco De Mura, parte del lascito al Pio Monte della Misericordia e acquisiti dallo Stato agli inizi del Novecento

Accanto a questi dialogano i bozzetti in terracotta della Certosa di San Martino, opere di Andrea Vaccaro, Cosimo Fanzago e di botteghe napoletane del XVIII secolo, testimonianza della ricchezza della tradizione plastica partenopea e dell’intreccio continuo tra pittura e scultura.

Il percorso si chiude idealmente con una pagina intensa del contemporaneo: i Disegni sotto le bombe di Emilio Notte, realizzati nei rifugi antiaerei di Materdei tra il 1941 e il 1944. Fogli segnati dall’urgenza della guerra che restituiscono, insieme al valore storico, una sorprendente forza espressiva.

Un allestimento rinnovato per un nuovo corso

Il riallestimento della Spezieria, dotato di un sistema espositivo aggiornato, rende lo spazio più agile e adatto ad accogliere con regolarità iniziative temporanee. L’intervento fa parte di un più ampio processo di rinnovamento attivato alla Certosa di San Martino, che presto vedrà l’apertura della nuova sezione “Ottocento a Napoli”, ampliando ulteriormente l’offerta culturale dei Musei Nazionali del Vomero.

Il racconto dell’intervista: lo spirito della creazione

Durante la nostra visita, il Dott. Luigi Gallo, curatore del percorso, ci ha spiegato come la Spezieria sia diventata uno spazio dedicato alla sperimentazione narrativa attraverso le collezioni del Vomero. Il focus scelto per l’inaugurazione è lo spirito della creazione: il passaggio dal disegno all’opera compiuta, passando per il bozzetto, considerato non semplice modello ma fase autonoma del processo creativo.

Il pubblico può osservare da vicino questo dialogo grazie a opere che raccontano tre secoli di evoluzione artistica: dai bozzetti preparatori degli affreschi della Nunziatella al bozzetto del San Bruno, destinato al soffitto della stessa sala della Spezieria.

La curatrice sottolinea come il bozzetto, tra Sette e Ottocento, sia diventato oggetto di collezionismo proprio perché percepito come più vicino all’atto creativo, al gesto primigenio dell’artista.

Informazioni utili

Mostra: Non è modello solo, ma quadro terminato. Schizzi e bozzetti dei Musei Nazionali del Vomero
Luogo: Spezieria della Certosa di San Martino
Date: 4 dicembre 2025 – 13 aprile 2026
Orari: Lun, mar, gio, ven, sab, dom 8:30–17:00 (ultimo ingresso 16:00). Mercoledì chiuso.
Ingresso: € 6,00 intero – € 2,00 ridotto
A cura di: Luigi Gallo, Direttore ad interim dei Musei Nazionali del Vomero

Natale a Napoli: Forcella si accende con “Per le Scale di Forcella: Una Cantata di Luce”

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Natale a Napoli Forcella – installazioni luminose e pubblico durante la rassegna Per le Scale di Forcella Una Cantata di Luce

Un viaggio tra musica, tradizioni e arte che, nel cuore di Forcella, illumina il Natale napoletano con tre giornate di eventi, visite, concerti e installazioni.

Natale a Napoli Forcella è il filo conduttore della rassegna “Per le Scale di Forcella: Una Cantata di Luce”, un evento che trasforma uno dei quartieri più autentici della città in un palcoscenico diffuso di musica, arte e partecipazione.

Con l’arrivo del Natale, il quartiere Forcella torna a essere protagonista della scena culturale napoletana con “Per le Scale di Forcella: Una Cantata di Luce”, una rassegna che trasforma le strade, le scale e i luoghi-simbolo del rione in un palcoscenico diffuso fatto di arte, musica e partecipazione. L’iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione tra comunità locale, enti territoriali, associazioni, attività commerciali e numerosi artisti, si svolgerà il 6, 13 e 20 dicembre 2025, offrendo tre giornate pensate per accendere l’attesa delle feste e valorizzare la ricchezza culturale del quartiere.

Forcella, Natale e rigenerazione culturale

Il progetto si inserisce in un più ampio percorso di rinascita del territorio. Come sottolinea Antonio Roberto Lucidi, presidente di Sanitansamble, «un’altra bellissima occasione nella quale Forcella si colora e mostra tutte le sue grandi potenzialità… tre giornate in cui le persone saranno protagoniste».
La direzione artistica è affidata al maestro Mariano Bauduin, che racconta lo spirito della rassegna come un invito a «lasciarsi avvolgere dalla magia dell’Avvento». Per l’occasione, nel foyer del Teatro Trianon Viviani saranno esposti dal 6 al 14 dicembre alcuni costumi teatrali del fondo “Gli Alberi di Canto Teatro”, ideati da Zaira De Vincentiis.

Oltre ai costumi, il foyer ospiterà anche una mostra di arte presepiale curata dal maestro Vincenzo Capuano e un’esposizione del progetto “Nun te scurdà”, dedicato alle donne e alle loro storie.

Programma degli eventi di dicembre

Sabato 6 dicembre – Il debutto della Cantata di Luce

La manifestazione prende il via alle 11:30 sulle scale Nino Taranto con la prima parte del concerto del Chiara Di Girolamo Quartet, seguita dal tradizionale Teatro delle Guarattelle di Brunello Leone e dalla seconda parte del quartetto.

Nel pomeriggio, sempre sulle scale, spazio alla musica dei Piccoli Cantori di Forcella di Sanitansamble (ore 15:30).

Alle 16:30, nei locali dell’Antica Pizzeria Da Michele, i giovani dai 9 ai 12 anni potranno partecipare al laboratorio “Frammenti di Luce”, a cura del maestro Christian Leperino, con la partecipazione del maestro Capuano.

La giornata si conclude nella splendida Basilica della SS. Annunziata Maggiore con una visita guidata (ore 18:30) della Coop. Manallart, seguita alle 19:30 da un suggestivo concerto di canzoni napoletane con il tenore Francesco Malapena, il pianista Luca Mennella e le voci di Marianna Cozzolino e Daniela Sponzilli.

Sabato 13 dicembre – Musica itinerante e tradizioni popolari

Il secondo appuntamento ricalca la formula della prima giornata, con concerto del Chiara Di Girolamo Quartet e Guarattelle a partire dalle 11:30 sulle scale Nino Taranto.

Il pomeriggio si anima con la Banda “Raffaele Viviani” di Casola di Gragnano, che dalle ore 15, insieme all’animazione di Asso.Gio.Ca., riempirà le strade di Forcella di musica e allegria.

Alle 16:30 torna il laboratorio “Frammenti di Luce” per i più giovani, nuovamente ospitato da Da Michele.

Sabato 20 dicembre – Il gran finale nella Chiesa di San Giorgio Maggiore

Il capitolo conclusivo della rassegna si svolge nella maestosa Chiesa di San Giorgio Maggiore.
Si comincia con una visita guidata (ore 19:30) a cura della Coop. Manallart, seguita alle 20:00 da un emozionante Concerto per Orchestra sinfonica, coro e voci.
Sul palco:

  • Orchestra di Sanitansamble
  • coro Note Legali e Musique Expérance
  • solisti, diretti dal maestro Paolo Acunzo

Un finale pensato come un abbraccio collettivo, nel segno della musica e della condivisione

Mostre, partner e informazioni utili

Le esposizioni al Teatro Trianon Viviani resteranno visitabili per tutta la durata della manifestazione. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Napoli e promossa da: Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Trianon Viviani, Associazione L’Altra Napoli EF, Antica Pizzeria Da Michele, Associazione Sanitansamble EF.

Eventi gratuiti e prenotazioni

Tutti gli eventi sono gratuiti.
– All’aperto: posti in piedi
– Al chiuso: ingresso libero fino a esaurimento posti
– In caso di pioggia gli eventi all’aperto saranno rinviati al giorno successivo

Prenotazioni

Il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci arriva a Napoli: una mostra imperdibile a Santa Chiara

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Foglio originale del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci esposto nella mostra di Napoli al Chiostro di Santa Chiara

Sei fogli originali del Codice Atlantico in esposizione al Chiostro Maiolicato di Santa Chiara: un viaggio unico nel pensiero artistico e scientifico di Leonardo.

Il Codice Atlantico è il cuore della grande mostra che, dal 6 dicembre 2025 al 7 giugno 2026, porta nel Chiostro Maiolicato di Santa Chiara sei fogli originali del celebre manoscritto leonardesco.

Dal 6 dicembre 2025 al 7 giugno 2026, il Chiostro Maiolicato di Santa Chiara a Napoli ospiterà un’esposizione straordinaria: “Leonardo da Vinci. Il Codice Atlantico”. Per la prima volta, i visitatori avranno l’opportunità di ammirare sei fogli originali del Codice Atlantico, la più grande e importante raccolta di disegni e scritti di Leonardo, conservati nellaPinacoteca Ambrosiana di Milano.

Un’occasione unica per scoprire il Codice Atlantico

I sei fogli del Codice Atlantico verranno esposti a rotazione, dando ai visitatori la possibilità di osservare da vicino alcuni dei disegni e degli appunti più significativi di Leonardo. Tre fogli saranno esposti da dicembre a marzo (fogli 518v, 239r e 816r), e altri tre saranno visibili da marzo a giugno (fogli 142, 281 e 1775). Ogni foglio offrirà uno spunto diverso per esplorare l’incredibile capacità di Leonardo di unire arte, scienza e invenzione, mostrando come il disegno fosse uno strumento fondamentale per il suo pensiero scientifico e artistico.

foglio del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci esposto nella mostra di Napoli al Chiostro di Santa Chiara

Santa Chiara: la cornice perfetta per la mostra

La scelta del Chiostro Maiolicato di Santa Chiara per ospitare questa mostra non è casuale. Questo luogo storico e affascinante, con le sue maioliche policrome e il suo ambiente ricco di spiritualità, è il palcoscenico ideale per un’esposizione che celebra l’incontro tra arte e scienza. In questo spazio, dove la bellezza e la storia dialogano, i visitatori potranno immergersi nel mondo leonardesco, esplorando la sua mente curiosa e il suo approccio rivoluzionario alla conoscenza.

Un viaggio nella mente di Leonardo da Vinci

Ogni foglio del Codice Atlantico è una testimonianza del pensiero in continua evoluzione di Leonardo da Vinci. I suoi disegni non sono solo ritratti di idee artistiche, ma esplorazioni di principi scientifici e ingegneristici. Temi come la geometria, l’anatomia, il volo, la meccanica e la natura sono trattati con una curiosità e una profondità che fanno di Leonardo uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi.

Nella mostra, i visitatori avranno l’opportunità di osservare la famosa scrittura specchiata di Leonardo, le sue riflessioni sulla geometria e sull’anatomia, nonché i suoi progetti di macchine e meccanismi, che oggi ci appaiono incredibilmente moderni. Ogni foglio racconta una parte del suo metodo: l’incessante ricerca, la fusione tra arte e scienza, e l’abilità di osservare la natura con occhi nuovi e incredibilmente precisi.

Una collaborazione straordinaria per un evento eccezionale

Questa mostra è il frutto di una collaborazione tra il Complesso Monumentale di Santa Chiara, la Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù OFM, Arthemisia e la Pinacoteca Ambrosiana di Milano. La curatela scientifica è affidata a Monsignor Alberto Rocca, Direttore della Pinacoteca Ambrosiana, con il contributo didattico di Costantino d’Orazio. Il Comune di Napoli ha patrocinato l’evento, che si avvale anche del supporto del FEC (Fondo Edifici di Culto).

Il Codice Atlantico come chiave della conoscenza

Il Codice Atlantico non è solo una collezione di disegni: è un vero e proprio laboratorio del pensiero di Leonardo, un’analisi incessante del mondo che lo circondava e un’esplorazione delle leggi che governano la natura e l’universo. Ogni pagina è un processo in corso, un pensiero che si evolve e una ricerca che non si arresta mai.

Dal 6 dicembre 2025 al 7 giugno 2026, Napoli avrà il privilegio di ospitare questa mostra unica, che offre una visione inedita di Leonardo da Vinci, capace di affascinare non solo gli appassionati di arte, ma anche coloro che vogliono comprendere la modernità di un genio che ha anticipato di secoli la scienza e la tecnologia che oggi ci sono familiari.

Orari e Biglietti:

La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00.
Per informazioni e biglietti, visita il sito bit.ly/LEONARDO_NAPOLI.

Napoli celebra Miró: il segno, la parola e la grafica in mostra

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Litografia “Litografia IX”, realizzata da Joan Miró nel 1972 per il portfolio Lithographe I, con segni gestuali, colori accesi e forme astratte tipiche dello stile dell’artista.

Una grande esposizione dedicata al linguaggio grafico e poetico di Joan Miró

Miró viene celebrato a Napoli, che apre le porte a uno dei capitoli meno noti ma più significativi della carriera di Joan Miró. La mostra “Joan Miró: per poi arrivare all’anima”, aperta al pubblico dal 5 dicembre 2025 al 19 aprile 2026, offre un’analisi approfondita del suo rapporto con la parola, il segno e la grafica, settori che l’artista ha esplorato con la stessa intensità delle sue opere pittoriche.

La mostra e il progetto espositivo

Prodotta da Navigare srl, con il patrocinio del Comune di Napoli, del Consolato di Spagna e dell’Instituto Cervantes, e in collaborazione con Lapis Museum, l’esposizione riunisce circa 100 opere tra litografie, acquetinte e acqueforti, provenienti da collezioni private. Suddivisa in sette sezioni tematiche, illustra la sperimentazione tecnica di Miró, mettendo in evidenza come l’artista considerasse ogni materiale, supporto e strumento come vettore di significato. La curatela di Achille Bonito Oliva ha privilegiato la lettura del segno come fenomeno plastico e gestuale, piuttosto che puramente decorativo.

La parola come segno e il segno come linguaggio

Miró (1893–1983) non si limita alla pittura tradizionale: concepisce la parola come un elemento grafico, un materiale plastico da modellare nello spazio, dove lettere e frammenti calligrafici diventano segni autonomi, portatori di ritmo, tensione e movimento. La sua grafica non è mai mera illustrazione; ogni segno è un atto deliberato, studiato per oscillare tra leggibilità e astrazione. La calligrafia orientale, cinese e giapponese, influenza profondamente il suo approccio al gesto, che assume valore semantico e musicale, trasformando il foglio in uno spazio ritmico, quasi coreografico.

Peinture-poème, poesia visiva e sperimentazione grafica

Le Peinture-poème degli anni Venti segnano l’inizio di una sperimentazione che sfocia nella Poesia Visiva degli anni Sessanta: Miró unisce testo e immagine in relazioni plastiche e sinestetiche. Nei decenni successivi, e in particolare nel secondo dopoguerra, la grafica diventa laboratorio del gesto, terreno in cui si confrontano segno, ritmo e pressione del tratto. La litografia del 1976, Peinture = Poésie, ne è il manifesto, sancendo la perfetta equivalenza tra gesto pittorico e scrittura, tra visione plastica e esperienza cognitiva.

Tecniche e processi: acquaforte, acquetinta e litografia

Dal punto di vista tecnico, Miró sperimenta tutte le tecniche calcografiche: l’acquaforte gli consente variazioni tonali sottili e gradazioni di linea, l’acquetinta permette campiture morbide e atmosfere sfumate, mentre la litografia diventa mezzo privilegiato per la riproducibilità e la modulazione del segno su grandi formati. Le scelte grafiche non sono mai casuali: Miró analizza la densità, la continuità e l’interazione tra linee e campiture di colore, sviluppando una grammatica visiva che lega corpo, mano e mente in un atto unitario.

Miró e i poeti: un dialogo creativo

Miró lavora spesso con poeti e scrittori come Tristan Tzara, Paul Éluard, René Char, Jacques Prévert, Raymond Queneau e Joan Brossa, fondendo sperimentazione linguistica e visiva. Il risultato è un’opera in cui parola e segno diventano inseparabili, dove il ritmo della scrittura e la musicalità del gesto pittorico creano un linguaggio autonomo, immediatamente riconoscibile e radicalmente innovativo.

Il Miró meno noto in mostra a Napoli

La mostra napoletana consente di osservare un Miró meno noto ma essenziale per comprendere la sua poetica complessiva: l’artista che interroga il linguaggio, esplora la materia del segno e trasforma la parola in esperienza visiva. Visitare “Joan Miró: per poi arrivare all’anima” significa entrare nella dimensione del gesto controllato ma libero, dove ogni variazione, ogni prova tecnica, ogni segno calligrafico rivela la logica interna e la tensione creativa di uno dei massimi innovatori del Novecento.

Salotto Paolantoni dal 4 al 13 dicembre 2025 in scena al Teatro Sannazaro con Francesco Paolantoni

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Primo piano di Francesco Paolantoni per lo spettacolo Salotto Paolantoni al Teatro Sannazaro

Il nuovo spettacolo trasforma il teatro di via Chiaia in un salotto vivo e condiviso, tra improvvisazioni, comicità quotidiana e complicità con il pubblico

Dal 4 al 13 dicembre 2025 Salotto Paolantoni arriva al Teatro Sannazaro, riportando Francesco Paolantoni sul palco con un progetto che trasforma lo storico teatro di via Chiaia in un ambiente familiare, un salotto abitato da storie, incidenti felici e improvvisazioni che cambiano sera dopo sera.
Accanto all’attore, Arduino Speranza, presenza scenica fondamentale: complice, controcanto e amplificatore di ritmo, invenzioni e sorprese che rendono ogni replica una nuova esperienza.

Prodotto da Arteteca – Tradizione e Turismo Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro, lo spettacolo unisce tradizione e contemporaneità, offrendo una comicità intelligente, profondamente radicata nel territorio e capace di dialogare con la quotidianità.

Locandina orizzontale dello spettacolo Salotto Paolantoni al Teatro Sannazaro di Napoli

Un teatro che diventa casa

Pensato come una grande stanza aperta al pubblico, Salotto Paolantoni trasforma il Sannazaro in un luogo domestico, dove la vicinanza tra platea e palcoscenico crea un rapporto diretto e immediato.
Paolantoni accoglie gli spettatori con la naturalezza di un anfitrione, costruendo una comunità riunita attorno a racconti, battute e momenti di partecipazione.

Lo spazio stesso del teatro — la conformazione della sala, la storia custodita dal palcoscenico, la memoria degli artisti che lo hanno attraversato — diventa parte integrante della drammaturgia. Ogni spettacolo si reinventa, modellato dalle reazioni del pubblico e dalla libertà dell’improvvisazione.

Ironia, paradossi e quotidianità

La comicità del progetto nasce dall’osservazione del quotidiano: politica, famiglia, cucina, vita di coppia, piccole manie e paure vengono rilette con leggerezza, gusto del paradosso e la capacità tutta di Paolantoni di trasformare il reale in materiale comico.
Il dialogo continuo tra scrittura e improvvisazione crea una materia scenica viva, in cui lo spettatore non resta mai passivo ma interviene, reagisce, diventa coprotagonista.

In questo clima di gioco condiviso, la presenza di Arduino Speranza amplia le possibilità dello spettacolo: spalla, alter ego, detonatore di situazioni imprevedibili, contribuisce a mantenere ogni replica unica.

Un rito comico che unisce tradizione e presente

Inserito nella stagione “Comporre visioni”, Salotto Paolantoni rappresenta un ritorno alla natura più autentica del teatro: uno spazio di incontro, condivisione e riconoscimento reciproco.
Tra tradizione e contemporaneità, il Sannazaro diventa un salotto aperto alla città, dove si ride di sé e con gli altri, riscoprendo la forza della comicità come forma di comunità.

Dal 4 al 13 dicembre 2025, il pubblico è invitato davvero a sentirsi “di casa”.

Santa Maria la Nova svela le opere della Collezione d’Arte della Città Metropolitana

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Opera di Pasquale Mattei “Pio IX benedice il popolo dai balconi della Reggia di Napoli”, esposta a Santa Maria la Nova nella nuova Collezione d’Arte metropolitana

In mostra Collezione d’Arte a Santa Maria la Nova che offrirà un percorso immersivo tra Ottocento e Novecento.

Santa Maria la Nova accoglie un nuovo capitolo dedicato alla valorizzazione della Collezione d’Arte della Città Metropolitana. Dal prossimo dicembre il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova accoglierà, in tre sale dedicate, una ricca selezione di dipinti e sculture provenienti dalla Collezione d’Arte della Città Metropolitana di Napoli. È un nuovo capitolo nel percorso di valorizzazione di un patrimonio prezioso che supera le cinquecento opere tra Ottocento e Novecento e che, per la prima volta, trova un suo spazio espositivo stabile.

Le sale adiacenti alla Sala del Coro propongono tre nuclei tematici che conducono il visitatore attraverso epoche, linguaggi e sensibilità differenti. Il racconto va dalle opere ritrovate e recuperate che testimoniano la grande stagione pittorica ottocentesca, alle vedute del Golfo di Napoli realizzate tra Settecento e Ottocento, fino alle rappresentazioni della figura femminile nella produzione artistica tra fine Ottocento e primo Novecento.

Santa Maria la Nova e la valorizzazione del patrimonio artistico metropolitano

Il sindaco metropolitano Gaetano Manfredi ha sottolineato l’orgoglio per l’apertura di queste nuove sale e ha ricordato il ruolo che l’antica Provincia di Napoli ebbe nell’arricchimento della raccolta, sostenendo nel XIX secolo le esposizioni della Società Promotrice di Belle Arti. Ha inoltre rimarcato la restituzione di importanti dipinti grazie al lavoro dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, tra cui L’Oracolo di Delfo di Camillo Miola e il Ritratto di Vittorio Emanuele III di Achille Talarico. Manfredi ha annunciato anche una mostra alla Reggia di Portici nel 2026 e, in prospettiva, un’esposizione permanente più ampia a Santa Maria la Nova.

Soddisfazione è stata espressa anche dalla soprintendenza, attraverso l’architetto Rosalia D’Apice, che ha riconosciuto il valore culturale dell’operazione e il suo contributo alla fruizione pubblica di una collezione di grande rilievo storico e artistico.

Le sale espositive ospitano opere emblematiche come Il Pazzo e i savi di Lionello Balestrieri, la tela monumentale di Francesco Sagliano dedicata all’ingresso di Vittorio Emanuele II a Roma, i dipinti di Martelli, Boschetto, Pagliara e la scultura La spina di Saverio Gatto. Le vedute della Napoli storica, dalla marina settecentesca di Adrien Manglard alla Veduta di Ischia di Joseph Rebell, raccontano la luce e il paesaggio che hanno ispirato artisti di ogni epoca. La sezione dedicata alla figura femminile restituisce invece la varietà di sguardi sul ruolo, la presenza e il simbolismo della donna nel periodo post-unitario, con opere di Capocci, Tedesco, Sagliano, Borgoni, De Sanctis e altri.

La visita è gratuita il martedì e il giovedì dalle 9:00 alle 12:30, con prenotazione obbligatoria per gruppi e scolaresche tramite la mail cultura@cittametropolitana.na.it.

Massimo Rao… Al limitar della vita la mostra a palazzo Ricca

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massimo rao

La Fondazione Banco di Napoli celebra Massimo Rao con una grande mostra allestita negli spazi di Palazzo Ricca, nel cuore antico della città. L’esposizione Massimo Rao… Al limitar della vita, curata da Ferdinando e Francesco Creta, inaugura venerdì 5 dicembre alle 17.30 e rappresenta uno dei momenti più significativi dell’attività culturale dell’istituzione. Promossa in occasione del settantacinquesimo anniversario della nascita e del trentennale della scomparsa dell’artista, la mostra riunisce quaranta opere provenienti da collezioni pubbliche e private, offrendo un viaggio attraverso l’universo poetico e visionario di uno dei pittori più intensi del secondo Novecento.

«Con questa mostra – spiega il curatore Ferdinando Creta – intendiamo restituire a Massimo Rao il posto che gli spetta nella storia dell’arte italiana. Rao è un artista che continua a parlare al presente: la sua pittura è un varco aperto tra la vita e l’altrove, una ricerca silenziosa, ma inesorabile, dell’anima. Le sue figure non raccontano, esistono. E nel loro sguardo ci riconosciamo, al limitar della vita, dove la bellezza incontra il mistero». Una definizione che ben sintetizza l’essenza dell’artista nato a San Salvatore Telesino nel 1950 e scomparso prematuramente nel 1996, autore di un linguaggio pittorico teso tra classicità, introspezione psicologica e un rigore tecnico dall’intensità rara.

Il percorso espositivo mette in luce la capacità di Rao di sospendere le sue figure in un territorio intermedio tra sogno e realtà, evocando una tensione costante verso l’assoluto. La luna, simbolo ricorrente della sua poetica, emerge come presenza misteriosa e speculare ai volti dei personaggi, metafora dell’anima e guida in un viaggio interiore che attraversa luce, ombra e oltre. Lo ricordava anche Vittorio Sgarbi, osservando come l’artista «continui a disegnare anche nell’aldilà, continuando a rappresentare le strade di accesso alle cose che oltrepassano la realtà».

Con questo progetto, la Fondazione Banco di Napoli rinnova il proprio impegno nella valorizzazione delle arti visive, offrendo alla città un’esposizione che coniuga rigore critico e suggestione poetica. Palazzo Ricca, centro storico della Fondazione, diventa così un luogo dove memoria e contemporaneità possono incontrarsi e dialogare attraverso l’opera di Rao.

La mostra sarà visitabile fino al 1° febbraio 2026 ed è accompagnata da un catalogo edito dalla Fondazione, con testi dei curatori, contributi di storici dell’arte e una sezione iconografica dedicata alle opere esposte.

Solitaria Processione dell’ascolto – Contemporaneamente antico il concerto a Napoli

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“Solitaria | Processione dell’ascolto – Contemporaneamente antico” è un concerto itinerante per orchestra diffusa che si terrà il 3 dicembre alle 19.30 nella Chiesa di Santa Caterina da Siena, a Napoli. Il progetto nasce con l’intento di recuperare e rigenerare i suoni ormai perduti della storica “Processione della Solitaria”, rito del Venerdì Santo legato al Conservatorio di Santa Maria della Solitaria. L’iniziativa è ideata dalla Fondazione Pietà de’ Turchini con il sostegno del MIC e con la consulenza artistica di un docente di Musica Elettronica del Conservatorio di Napoli, coinvolgendo l’orchestra elettroacustica OEAS. Il disegno sonoro è curato da un team di musicisti e ricercatori che guideranno le diverse sezioni della performance.

Il concerto non prevede una fruizione tradizionale: si propone come esperienza immersiva in cui il pubblico si muove all’interno della chiesa, diventando parte attiva di un percorso d’ascolto capace di rievocare la memoria liturgica e processionale della Napoli antica. Attraversando gli spazi, ogni partecipante costruisce la propria personale processione interiore, lasciandosi orientare dal suono. L’orchestra, distribuita in quattro stazioni, suonerà in sincronia grazie a una partitura digitale che fungerà da guida invisibile. Il rito sonoro si svolgerà in due cicli e si concluderà con la ricomposizione dei musicisti in un unico ensemble, trasformando l’ascolto in un momento collettivo.

Il progetto si inserisce nella più ampia missione della Fondazione Pietà de’ Turchini, da sempre impegnata nella riscoperta del patrimonio musicale napoletano e nella restituzione al pubblico di una memoria sonora che ha contribuito a definire l’identità della città. Negli ultimi anni, le ricerche di diversi studiosi hanno riportato alla luce aspetti fondamentali della storia culturale e musicale del Real Conservatorio della Solitaria, tra cui il ruolo delle donne nella Napoli vicereale, l’intensa attività musicale femminile all’interno dell’istituto e il rapporto tra immagini sacre, pratiche devozionali e ritualità processionali.

Le radici del progetto affondano nella storia della Confraternita de Nuesta Señora de la Soledad, che nel 1589 fondò nel quartiere del Palazzo Reale un complesso religioso costituito da chiesa e conservatorio. L’istituto accoglieva giovani orfane di famiglie nobili spagnole, offrendo loro un percorso educativo basato su cultura, religione e musica. Le allieve, una volta adulte, potevano sposarsi ricevendo una dote oppure restare come maestre laiche, custodi delle tradizioni musicali del conservatorio. In questo contesto nacque anche la Processione della Solitaria, una delle più antiche celebrazioni del Venerdì Santo a Napoli, istituita nel 1580 e modellata su ritualità provenienti da Madrid. Il corteo attraversava la città con statue e rappresentazioni dei Misteri della Passione, accompagnati dalle esecuzioni dei conservatori napoletani, diventando nel tempo un simbolo profondo della devozione e della cultura musicale partenopea.

L’orchestra elettroacustica Officina Arti Soniche, nata al Conservatorio di Napoli, si caratterizza per un approccio aperto e multidimensionale. Fa dell’improvvisazione collettiva un mezzo di spontaneità e libertà creativa, valorizzando il suono, il silenzio e l’ascolto come elementi di relazione e condivisione. Anche in questo progetto, l’ensemble conserva la propria natura sperimentale, trasformando la tradizione in un’occasione per generare nuove forme espressive e un rinnovato senso di comunità.

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