giovedì 21 Novembre 2024
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La Tomba di Virgilio una costruzione sepolcrale di età augustea

Virgilio, nel Medioevo un vero e proprio patrono

La stessa Grotta che si apre nella presunta tomba di Virgilio, si dice che fu realizzata dal poeta grazie all’aiuto degli spiriti soprannaturali. Sapientemente orientata in modo tale da ricevere luce durante tutto l’arco del giorno.

La popolarità che aveva accompagnato in vita, Publio Virgilio Marone, dopo la morte gli valse addirittura la fama di mago. Nel Medioevo i napoletani giunsero a venerare Virgilio come un vero e proprio patrono, al pari degli spiriti familiari che a Napoli vengono chiamati “monacelli”. Lo stesso Dante Alighieri lo scelse come guida spirituale della sua Commedia.

La Tomba di Virgilio una costruzione sepolcrale di età augustea.

Composta da un tamburo cilindrico su base quadrata in opera cementizia, con dieci nicchie aperte sulla parete destinate alle olle cinerarie. Sul monumento, considerato il luogo della sepoltura del poeta sin dal XIV secolo, compaiono due iscrizioni: una in cui Petrarca invita il viandante a fermarsi accanto alla Tomba di Virgilio; l’altra, collocatavi nel Cinquecento, reca il distico tradizionalmente attribuito allo stesso Virgilio (Mantua me genuit, calabri rapuere, tenet nunc/ Parthenope: cecini pascua,rura. duces).

Il parco della tomba di Virgilio

Il piccolo parco alle spalle della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, nei pressi della stazione ferroviaria di Mergellina, racchiude una parte delle pendici orientali del promontorio di Posillipo. Il nome greco Pausilypon (“pausa del dolore”) dato alla splendida villa romana che sorgeva sulla collina per indicare la pace e la quiete ivi esistenti. L’area a giardino ospita monumenti rilevanti per la storia dell’area partenopea.

La tomba di Leopardi e la Crypta Neapolitana

All’entrata del parco si trova un’imponente edicola fattavi collocare nel 1668 dal viceré Pietro d’Aragona, contenente due iscrizioni nelle quali si ricorda anche la presenza della tomba di Virgilio. Alla fine della seconda rampa, su uno spiazzo a destra, è l’area dedicata alla tomba di Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 – Napoli, 1838). Un monumento che dal 1939 accoglie le spoglie del poeta, qui traslate dall’ormai scomparsa, Chiesa di San Vitale a Fuorigrotta. Salendo ancora, si giunge alla piazzola davanti l’ingresso orientale della Crypta Neapolitana. Una delle più antiche gallerie del mondo, scavata in età augustea per facilitare i collegamenti tra Napoli ed i Campi Flegrei.

la tomba di Giacomo Leopardi

La posizione di rilievo della tomba di Virgilio domina l’ingresso sul versante napoletano della Crypta

La posizione di rilievo del mausoleo funerario attesta sicuramente l’importanza di chi vi fu sepolto. Ciò ben si coniuga con la lunga tradizione partenopea che associa Virgilio Marone alla città di Napoli ed alla grotta in particolare con un vincolo plurimo e complesso. Già in epoca antica, infatti, circa un secolo dopo la morte del poeta, il luogo divenne sacro per i suoi ammiratori. La tomba di Virgilio fu a lungo tema letterario e meta del turismo colto, come per Stazio, Plinio il Giovane e Silio Italico, il quale aveva cura di «adire ut templum» al sepolcro virgiliano, celebrando il 15 ottobre l’anniversario della nascita del poeta. Quasi senza interruzione di continuità, della tomba riferiranno nei secoli successivi letterati, cronisti e viaggiatori, italiani e stranieri, tra i quali Petrarca, Boccaccio e Cino da Pistoia rappresentano fonti di preziose informazioni.

La tomba di Virgilio edificata in opus reticulatum è del tipo a colombario

Il mausoleo funerario è stato edificato in opus reticulatum agli inizi dell’età imperiale. La tomba di Virgilio è del tipo a colombario. Con tamburo cilindrico, su un basamento quadrangolare, in cui è ricavata la cella funeraria a pianta quadrata con volta a botte. Illuminata da feritoie e dotata di dieci nicchie per ospitare le urne cinerarie.

La Grotta Vecchia di Pozzuoli

Nota anche come “Grotta vecchia di Pozzuoli”, questa galleria fu costruita in età augustea dal liberto Lucius Cocceius Aucto, architetto di Agrippa ed ammiraglio di Ottaviano. Secondo Strabone artefice anche del Portus Iulius, della “Grotta di Cocceio” e della Crypta romana a Cuma. Menzionata nella Tabula Peutingeriana, carta con itinerari stradali di epoca tardo imperiale, e ricordata oltre che da Strabone anche da Donato, Seneca, Petronio ed Eusebio, il cunicolo risulta scavato interamente nel tufo per una lunghezza di m 705, una larghezza originaria di m 4,50 ed un’altezza ca. m 5,00, rischiarata e ventilata da due pozzi di luce obliqui.

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