sabato 2 Novembre 2024
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Via Posillipo una cornice scenografica

Via Posillipo e Palazzo Donn’Anna sono il set cinematografico di molte pellicole. In via Posillipo si trova la villa che Gianni, interpretato da Teddy Reno, si fa prestare da Raffaele, interpretato da Nino Manfredi, in Totò, Peppino e la malafemmina. Dal terrazzo di quella villa si può scorgere il Palazzo Donn’Anna, la cui splendida facciata che dà direttamente sul mare appare anche in Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti e ne I guappi.
Proseguendo per via Posillipo si arriva a Piazza San Luigi dove Nanni Loy, in Le quattro giornate di Napoli, gira uno dei feroci scontri tra i ribelli partenopei e i soldati nazisti.
Via Posillipo è una delle zone più incantevoli della città partenopea per le ville, le discese a mare, i palazzi e il panorama. Palazzo Donn’Anna si trova all’inizio della collina di Posillipo. La sua costruzione risale alla metà del XVII secolo, per volere del viceré spagnolo don Filippo Gùzman de las Torres, il quale affida l’incarico a Cosimo Fanzago. Il progetto di Cosimo Fanzago, realizzato dal 1640 al 1644, è definito dal Celano “una delle più belle, più vaghe e bizzarre abitazioni non dico di Napoli, ma d’Europa tutta”. Inizialmente, l’accesso al palazzo avviene solo dal mare. Il palazzo rimane incompiuto poiché i lavori sono sospesi al rientro del viceré in Spagna. Inoltre, dopo la morte di Donn’Anna, il palazzo è saccheggiato e devastato durante i moti di Masaniello, dal terremoto del 1688 e dall’allargamento della strada, quando si demolì parte delle ali settentrionali.
Palazzo Donn’Anna, espressione dello stile barocco, riveste un fascino particolare sia per la suggestiva collocazione sul mare sia, forse, per l’incompiutezza dell’edificio .

Redazione IDN
Redazione IDNhttps://napoli.itineraridellacampania.it
EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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