giovedì 3 Aprile 2025
Murzillo Chic
Home Blog Pagina 33

Il Nuovo Suona Giovane. Al via la terza edizione della rassegna musicale

0
Il Nuovo Suona Giovane inaugura la terza edizione con Lelio morra

Il Nuovo Suona Giovane 2019 al Teatro Nuovo di Napoli. Lelio Morra inaugura la terza edizione.


Il Nuovo Suona Giovane apre con il giovane cantautore partenopeo la terza edizione della rassegna musicale. Quattro appuntamenti, da gennaio ad aprile, per le giovani generazioni

La musica torna a teatro, da venerdì 25 gennaio declinata secondo diverse sintassi sonore e vari stilemi musicali. Alla programmazione di prosa e danza del Teatro Nuovo di Napoli, si aggiungono quattro appuntamenti serali, tutti nel weekend, a cadenza mensile fino al mese di aprile.

È Il Nuovo Suona Giovane 2019, terza edizione della rassegna musicale per le giovani generazioni, presentata dal Teatro Pubblico Campano, diretto da Alfredo Balsamo. In collaborazione con Progetto Sonora, che nasce per dar corpo ed evidenza a svariati linguaggi musicali del nostro tempo.

Il Nuovo Suona Giovane 2019 disegna un percorso multiforme nei luoghi della musica.

Una delle peculiarità cui la rassegna tende, sin dalla prima edizione, è la pluralità dei codici musicali. Anche quest’anno, animeranno il pentagramma, declinato secondo differenti sintassi e stilemi.
I concerti in programma, preceduti da un aperitivo di benvenuto e un ascolto in linea con la performance live. Le sette note vivono sulle assi del palco,muovendosi nei territori del jazz, del jazz manouche, e dello swing. Passando per il blues, il bluegrass, la world music, il gypsy, e non disdegnando neppure il cantautorato, tra inediti, nuove proposte e riletture di standard.

L’intento, cercando di abbattere barriere e steccati, è quello di disegnare, come per gli scorsi anni, un percorso multiforme ma coerente nel tempo e nei luoghi più vari della musica. Provare a creare un ponte tra passato e presente. Un legame fra tradizione e avanguardia, con gli interpreti che si avvicenderanno sul palco del Teatro Nuovo, giovani strumentisti e compositori del panorama musicale partenopeo.

Il primo appuntamento il 25 gennaio con Lelio Morra e la sua band.


Il Nuovo Suona Giovane inaugura venerdì 25 gennaio. On stage Lelio Morra e la sua band, composta da Jessica Testa (violino), Stefano Bruno (basso), Gian Marco Libeccio (chitarra), Alberto Gravina (batteria). Il giovane cantautore napoletano è reduce da un’estate come supporter al tour di Fabrizio Moro in tutt’Italia. Lelio Morra si è già affermato sulla scena nazionale e internazionale, pubblicando, tra il 2016 e il 2017, tre singoli con la Universal Music

Disponibile su Spotify “Giganti”, il nuovo singolo di Lelio Morra, che anticipa l’album in uscita a breve per Luovo di iCompany, Peer Music, con Roberto Dellera (Afterhours, The Winstons) al basso e Lino Gitto (The Winstons) alla batteria. Il brano segna il ritorno alla musica e “l’inizio di un viaggio che parte da nuove consapevolezze”. Concepito a Napoli e sviluppato a Milano. Il disco è stato registrato su nastro al Bach Studio di Toto Cotugno, e sarà eseguito per la prima volta dal vivo per il pubblico del Teatro Nuovo.

Classe 1986, Lelio Morra è una delle voci più interessanti del panorama cantautorale odierno. Infatti, il songwriter propone musica leggera italiana, canzoni con un piede negli anni ’70 e l’altro nel 2019, e ogni suo pezzo sfiora mondi diversi.

Il Nuovo Suona Giovane torna sabato 16 febbraio con gli Ars Nova Napoli

L’appuntamento in note di sabato 16 febbraio vedrà un piccolo “cambiamento di rotta” con gli Ars Nova Napoli. Gli Ars Nova Napoli ci condurranno in scenari musicali tipicamente popolari. Dalle pizziche pugliesi alle serenate siciliane, dai classici napoletani alle tarantelle calabresi, sino a sperimentare connessioni con il rebetiko greco e la musica balcanica.
La formazione attuale è composta da Marcello Squillante (fisarmonica), Antonino Anastasia (tamburi a cornice), Vincenzo Racioppi (mandolino e charango), Michelangelo Nusco (violino, tromba e mandolino), Bruno Belardi (contrabbasso) e Gianluca Fusco (voce, chitarra, organetto e gaita).

Al Teatro Nuovo di Napoli il 16 marzo sarà il turno dei Satchmo Gypsy 4et.

La rassegna proseguirà sabato 16 marzo con Satchmo Gypsy 4et. Al secolo Dario De Luca alla chitarra, Riccardo Villari al violino, Valerio Middione alla chitarra e Gianfranco Coppola al contrabbasso. Un quartet il cui sound è equilibratamente in bilico tra cadenze swing e sonorità manouche, sulle orme del grande chitarrista Django Reinhardt.
Tra rivisitazioni di evergreen del genere e alcuni inediti. Si inizierà da quello che all’inizio degli anni ’30, e poi a seguire, sarà identificato come ‘jazz europeo’. Si spazierà dal jazz al jazz manouche, gypsy, swing senza mai dimenticare origini e tradizione e sempre attenti al coinvolgimento del pubblico.

La rassegna Il Nuovo Suona Giovane si concluderà ad aprile con un trio d’archi.

La conclusione della rassegna Sabato 6 aprile. Il percorso musicale sul palco del Teatro Nuovo si concluderà con un progetto sonoro che ha solo pochi anni di vita in ensemble. Ma con protagonisti artisti con una discreta esperienza nell’ambito di altre formazioni. Lo Zygrya String Trio, costituito da Alfredo Pumilia (violino) Davide Maria Viola (violoncello) e Bruno Belardi (contrabbasso). E’ un trio d’archi, che propone brani originali caratterizzati da elementi e forme musicali appartenenti a diverse tradizioni del Mediterraneo.

Il sound rivisita anche pezzi del Masada String Trio di John Zorn, cui si è molto ispirato, insieme al lavoro di Marc Ribot, dei campani Araputo Zen e Slivovitz. Nell’esecuzione i musicisti prestano particolare attenzione all’improvvisazione e al mutuo interplay.

Ogni data della rassegna Il Nuovo Suona Giovane sarà preceduta da un easy aperitif di benvenuto, compreso nel biglietto d’ingresso di euro 12. Ulteriori informazioni e programma della kermesse sono consultabili sul sito del Teatro Nuovo di Napoli, all’indirizzo www.teatronuovonapoli.it

Notte alla Galleria Toleto! Oscarino Di Maio riprende melodramma

0
Dal 24 al 27 gennaio alla Galleria Toledo con lo spettacolo NOTTE torna la tradizione popolare dei Di Maio con Oscarino di Maio

Notte, “Melodramma” in salsa napoletana: sul palco il teatro dei sentimenti forti e della parola

Con Buscie e Notte, due atti unici degli anni venti di Gaspare Di Maio e Oscar Di Maio in scena dal 24 al 27 gennaio a Galleria Toledo. Lo spettacolo è anche “un atto d’amore – come scrive Oscarino nelle note della regia a sua cura – verso la mia famiglia, che tanto ha saputo donare all’universo teatrale di Napoli”. Sono infatti, due dei rappresentanti della storica famiglia Di Maio gli autori dei due atti unici: rispettivamente il nonno Oscar e il fratello di quest’ultimo Gaspare.

Oscarino di Maio ripropone un genere teatrale ma anche cinematografico

È un teatro dai toni forti che raccolse i favori del pubblico, diventando un punto di riferimento molto popolare in un periodo in cui il panorama teatrale era composta da penne come quelle di Eduardo, Raffaele Viviani, Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio. Quel teatro seppe distinguersi, ritagliarsi un suo pubblico. Aveva una struttura forte, un collegamento con il melodramma, che via via venne successivamente chiamato sceneggiata. Oscarino Di Maio, con i testi dei suoi antenati, riprende il filone del teatro popolare. Tra gli obiettivi del testo anche quello di ri-esumare idiomi ed espressioni di un vernacolo, la lingua napoletana, che altrimenti rischierebbero di andar perduti.

Notte, lo spettacolo in scena alla Galleria Toledo vuole riproporre un genere teatrale, ma anche cinematografico, patrimonio della cultura tradizionale napoletana. Lo spettacolo è prodotto da Tradizione Turismo.

Oscarino Di Maio è affiancato da Alessandra D’Ambrosio, Antonio De Rosa, Anna Moriello. Percussioni di Peppe Sodano. Musiche originali del maestro Antonello Guetta.

Madre di e con Francesca Bartellini al Museo Madre di Napoli

0
Sabato 26 gennaio 2019, Museo Madre di Napoli Madre di e con Francesca Bartellini


Madre di e con Francesca Bartellini in anteprima nazionale Sabato 26 gennaio 2019 al Museo Madre di Napoli. L’attrice, regista e scrittrice porta in scena, l’originale spettacolo/performance negli spazi del museo partenopeo

Madre in anteprima nazionale al Museo Madre di Napoli. Sarà la Sala Re_PUBBLICA del Museo Madre infatti a ospitare, l’anteprima nazionale di Madre di e con Francesca Bartellini. L’allestimento presentato da Ipazia Production e Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, in collaborazione con Macro Asilo di Roma.

Con Madre, Francesca Bartellini continua il suo percorso nel Sacro Femminile.

Dopo l’anteprima partenopea, lo spettacolo proseguirà la sua tournée al Teatro di Tor Bella Monaca di Roma, poi sarà a Milano, Firenze, Torino e Pescara. Con questo testo Francesca Bartellini continua il suo percorso nel Sacro Femminile, unica vera forza in grado di accompagnare una profonda rifondazione di valori. Uno spettacolo che unisce performance e video art, attraverso uno studio di ricerca estetica ed espressiva, che ruota intorno alla figura di Maria Maddalena.

Il monologo Madre è parte del dittico Two, unitamente a Father (Padre), scritto e interpretato in lingua inglese da Francesca Bartellini e diretto dalla regista inglese Susan Wordsfold. Susan invece, sarà in scena ad aprile 2019 al Tron Theater di Glasgow in prima assoluta. In estate, lo spettacolo sarà al Fringe Festival 2019 di Edimburgo, e, successivamente, a Londra.

con Madre, Maria Maddalena rivelerà le proprie ragioni attraverso i secoli, e si libererà dalle sue catene, poiché la sua storia è “un’altra”

In scena una violenza su una donna è consumata come fosse un sacrificio: il secolo XXI si presenta con un ghigno feroce. L’immagine della giovane e bellissima donna si scompone. Attraverso una dilatazione dello spazio-tempo, da un Presente di onde gravitazionali a un Passato di echi confusi, emerge la figura emblematica di Maria Maddalena.

Maria Maddalena e la sua sconfinata iconografia, Maria Maddalena e il suo Vangelo apocrifo, Maddalena bambina. La coppia sacra, lo Hieros Gamos, Maddalena e Gesù. In modo totalmente inatteso e dissacratorio, Maddalena rivelerà le proprie ragioni attraverso i secoli, e si libererà dalle sue catene, poiché la sua storia è “un’altra”.

Riappropriandosi dell’elastico spazio-temporale, Maddalena affronta la brutalità del Presente nel Nuovo Millennio. La Natura distrutta, e i bambini sono divorati dalla libidine o tagliati a pezzi da macellai, che ne vendono gli organi. Maddalena urlerà il suo sdegno e le onde della galassia con lei, verso un altro futuro: la via del Cuore.

Nello spettacolo Le immagini interagiscono con la protagonista in scena diventando personaggi

Le immagini, creazioni originali dell’artista Francesca Fini , interagiscono con la protagonista in scena. Divenendo esse stesse personaggi, atmosfere e frammenti drammaturgici, con uscite ed entrate che rimandano al teatro medievale. La musica, in un percorso che va dal rinascimentale all’atonale contemporaneo, sarà eseguita al clavicembalo da Angelo Trancone, giovane organista e clavicembalista, spesso al fianco di Toni Florio della Cappella Neapolitana.

Madre è una rappresentazione che evoca il cuore dell’infanzia. Affronta l’idea della morte, come la poetica di Pina Bausch, ma compie un necessario salto di civiltà, muovendo verso la ‘Via del Cuore’ della ‘Sacra Ragione’ femminile.

Madre di e con Francesca Bartellini

Napoli, Sala Re_PUBBLICA @ Museo Madre – sabato 26 gennaio 2019
Inizio della rappresentazione ore 18.30, ingresso al museo euro 2
Info 08119737254 email info@madrenapoli.it web www.madrenapoli.it
Sabato 26 gennaio 2019, ore 18.30
Sala Re_PUBBLICA @ Museo Madre di Napoli

L’altrui misura con Guido Del Vento e Martina Montini

0
Da venerdì 25 a domenica 27 gennaio al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli lo spettacolo L’altrui misura

“L’altrui misura” da venerdì 25 a domenica 27 gennaio al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli. Da un’idea di Guido Del Vento, con l’attrice Martina Montini, un testo “comico-riflessivo” scritto e diretto da Lucilla Lupaiolo e Alessandro Di Marco.

“L’altrui misura” dopo aver riscosso numerosi consensi di pubblico in numerosi teatri italiani, approda per la prima volta a Napoli. Uno spettacolo incentrato sull’intolleranza, ed anche sulla difficoltà di comprensione, delle cosiddette “differenze”.

Ampio il ventaglio delle diversità affrontate in chiave tragicomica: la sessualità, la disabilità, la mamma stressata, il trans. Una ruota in cui tutti i personaggi si puntano il dito diffidando l’uno dell’altro.

L’altrui misura è una commedia, esilarante, leggera e coinvolgente.

Lo spettacolo dà voce alle “diversità” e ai cosiddetti diversi, giocando sulla reciproca diffidenza: voci che, dissentendo, possono fare fronte comune e vincere l’intolleranza e il perbenismo.

“L’altrui misura” indaga con ironia il tema della diversità e della difficoltà di gestire e integrare categorie che, spesso, sentiamo diverse e lontane da noi. Un giovane uomo, specchio del pensiero di molti di noi, si incontra e si scontra con la paura ancestrale di non essere abbastanza, di non essere adeguato, vestendo anche i panni di personaggi scomodi e disagiati più di lui.


Uno spettacolo che cerca la radice che ci incatena al seme dell’intolleranza, provando ad estirparla

Lascia la parola a un disabile, immobilizzato su una carrozzina, arrabbiato con un gay che vive nel suo stesso palazzo. Furente, a sua volta, con una mamma sotto pressione, presa e persa fra figli pannolini e pasti da preparare, che accenna a una trans che non tollera il disabile perché crede che un uomo in carrozzina non deve chiedere ogni giorno, a differenza di lei, il permesso di essere se stessa. 

I personaggi di questo spettacolo giocano con le parole e con le loro vite. Si passano la parola, interagiscono con il pubblico, alternano ritmi, risate e riflessioni. Sondano il terreno dove si ancora la radice che li incatena al seme dell’intolleranza, provando ad estirparla. 

A Levante del sole l’opera di Uemon Ikeda con la fine si è trasformata

0

Si è svolto a Palazzo Reale il finissage dell‘installazione di Uemon Ikeda Il giardino incantato a Levante del Sole.

A levante del sole il site specific di Uemon Ikeda è terminata trasformandosi in qualche cosa di nuovo. La manifestazione è stata organizzata dal Polo museale della Campania, diretto da Anna Imponente. Con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, diretta da Giuseppe Gaeta, con il patrocinio della Fondazione Italia Giappone e dell’Istituto Giapponese di Cultura e il sostegno degli Amici di Capodimonte.

A levante del sole ha accompagnato il visitatore nei saloni del Palazzo fino al Giardino pensile è stata ‘tagliata’. Il taglio dell’opera ha dato luogo alla trasformazione dell’opera stessa in morbide rimaste ai visitatori in ricordo dell’installazione.

In questa occasione, il dialogo tra Oriente e Occidente proposto dal Filo rosso di Uemon Ikeda termina con un ulteriore respiro internazionale. La danzatrice coreana Janet Park, statunitense di adozione, ha infatti offerto al pubblico una performance sul tema di particolare suggestione.

Janet Park ha maturato un particolare interesse per l’architettura e la sua relazione con l’ambiente. Ha prodotto e realizzato spettacoli di dance-contact e di teatro danza, ispirati all’opera di artisti contemporanei. Performances site specific a Marsiglia, negli spazi dell’Unité d’Habitation di Le Corbusier e a St. Louis in Missouri, alla Pulitzer Foundation progettata da Tadao Ando. Nel 2018 ha eseguito al MACRO di Roma-Museo d’arte contemporanea una performance di danza per l’installazione di Ikeda Il sogno della farfalla nella ragnatela.

In occasione dell’esposizione è stato realizzato il catalogo, edito da Arte’m, con testi di Anna Imponente, curatrice della mostra, Giuseppe Gaeta, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Patrizia Di Maggio, referente per l’arte contemporanea del Polo museale, Maria Concetta Migliaccio e Uemon Ikeda.

Terabac l’altro Cabaret. Un’idea di Antonio Riscetti e Bruno Tabacchini

0
Terabac l'altro Cabaret

Terabac l’altro Cabaret Mercoledì 16 gennaio con inizio alle 21.00 al Teatro Sancarluccio.

Terabac un contenitore di ironia garbata; un luogo d’incontro di varie forme d’arte (non solo comici) aventi tutti, però, la stessa anima gentile e l’obiettivo comune di far ridere, sorridere, pensare. L’idea di Antonio Riscetti e Bruno Tabacchini ha già raccolto numerose adesioni.

Parteciperanno alla prima serata i seguenti artisti: Mario Albano, Luca Bruno, Giulio Carfora, Magoelite, Eduardo Cocciardo, Vincenzo Comunale, Valeria Di Biasio, Vincenzo De Lucia, Peppe Maiulli, Antonio Riscetti, Fabio Tilocca, Mr.Tobia, Zorama.

Per informazioni e prevendite

Nuovo Teatro Sancarluccio
Tel: 0815448891 – 3383212547
Ingresso 12€

Simple Mood il duo composto da Raffaele Cerella e Luigi Merone

0

I Simple Mood un duo dal linguaggio diretto con sonorità che pescano nel blues, jazz ed R&B, ma con alla base il suono di Napoli

Simple Mood un duo, a cui nei live si aggiungono Daniele Franzese (tastiere), noto musicista, producer e session man, e Salvatore Zannella (batteria). Utilizzano nei testi un linguaggio diretto ma non semplicistico, accompagnato da sonorità blues, jazz ed R&B con contaminazioni latine, country e pop.

La voce Raffaele Cerella e Luigi Merone la chitarra

I Simple Mood sono Raffaele Cerella (cantante) e Luigi Merone (chitarrista). Vivono nella provincia est di Napoli, alle spalle del Vesuvio. Si incontrano nel 2009 nella sala prove gestita dello stesso Merone. Le note emesse da Cerella suscitano in qualche modo il suo interesse dato che è alla ricerca di un partner musicale con cui sviluppare le proprie idee. Ben presto iniziano a creare delle composizioni proprie e a proporle dal vivo, sia in versione acustica sia con full band.

Con i primi live nei locali della zona e nei vari contest anche fuori regione, cominciano ad avere un discreto seguito. Conquistano subito il pubblico della Campania e del Lazio.

Nell’aprile 2017 i tempi sono ormai maturi per la prima incisione professionale presso gli NMG Studio di Palestrina (RM) dove, affiancati dai fratelli Di Nunzio (Alessandro alla batteria e Andrea al basso) registrano l’EP Musica Nera.

I Simple Mood su Spotify e su iTunes.

L’attività live si intensifica e la vena compositiva anche. Su Spotify e su iTunes arrivano i primi interessanti riscontri. Una vena melodica di base. Un linguaggio diretto ma non semplicistico, grazie ai testi, abbinati a sonorità blues, jazz ed R&B. Le caratteristiche per questo duo nel quale sono identificabili, oltre alle sonorità appena citate, le contaminazioni latine, country, pop e Jazz.

L’esigenza di incidere un album e raggiungere un pubblico di massa induce i Simple Mood ad indire una campagna di crowd-funding tramite la nota piattaforma italiana Music Raiser, che si conclude con successo.

L’etichetta indipendente Soter li recluta nel proprio roster e presenta il nuovo progetto Simple Mood in anteprima al Mia Martini Festival a maggio 2018.

“Comodo” è il titolo del nuovo singolo dei “Simple Mood” ed è un grintoso e moderno invito a reagire alle delusioni, all’apatia e alle cattive abitudini. Disponibile su tutti i digital store e su Youtube con un video. Il brano di Raffaele Cerella (cantante) e Luigi Merone (chitarrista), affronta il tema del lasciarsi vivere. Edito dall’etichetta discografica indipendente Soter e arrangiato da Giovanni Block e Stefano Formato. “Comodo” analizza il disagio di chi osserva la vita chiuso nella bolla della sua routine, trovando per la sua solitudine giustificazioni facili e, allo stesso tempo, “letali”.

Guarda il video su http://www.youtube.com/watch?v=p4GNUNGyPeM

Between Art & Fashion. Fotografie dalla collezione di Carla Sozzani

0

Between Art & Fashion Al Museo Pignatelli. In Italia per la prima volta dopo Parigi e Berlino

Between Art & Fashion – Fotografie dalla collezione di Carla Sozzani, viene esposta a Napoli a Villa Pignatelli. In Italia per la prima volta- dopo essere stata presentata a Parigi nel 2016 alla Galerie Azzedine Alaïa, al Museo des Beaux-Arts di Le Locle in Svizzera nel 2017 e alla Fondazione Helmut Newton di Berlino nel 2018.

La collezione sarà visitabile da sabato 12 gennaio fino al 10 marzo.

L’esposizione Between Art & Fashion è promossa dal Polo museale della Campania e da Incontri Internazionali d’Arte è ospitata al Museo Pignatelli

Il Museo Pignatelli è tra le rarissime case-museo di Napoli, che si connota dal 2010 anche come Villa Pignatelli-Casa della fotografia. Uno spazio aperto e qualificato ad accogliere manifestazioni, eventi e incontri che favoriscano il confronto  sui temi della fotografia come espressione culturale. Villa Pignatelli promuove la riscoperta di un patrimonio storico ancora poco noto. La conoscenza di autori e tendenze della fotografia contemporanea a livello internazionale e l’approccio alle più moderne tecniche di comunicazione. 

Between Art & Fashion un’esposizione di centosessanta opere di ottantasette fotografi.

Per la mostra sono state selezionate centosessanta opere di ottantasette fotografi, tra i quali Berenice Abbott, Richard Avedon, Lillian Bassman, Louise Dahl-Wolfe, Horst P. Horst, William Klein, Don McCullin, László Moholy-Nagy, Sarah Moon, Daido Moriyama, Helmut Newton, Irving Penn, Man Ray, Leni Riefenstahl, Paolo Roversi, Alfred Stieglitz, Francesca Woodman. Tutte presentate, per volontà del curatore, in ordine alfabetico.

“La collezione di fotografia di Carla Sozzani – scrive Fabrice Hergott nel catalogo – non è convenzionale. Il suo frequente contatto personale con i fotografi, il fatto che li abbia presentati nella sua galleria di Milano, ha comportato una conoscenza intima. E queste scelte, frutto di un’esperienza attraverso il tempo, hanno permesso di evitare l’errore, fatale per una collezione o una mostra, di voler applicare a priori un’idea”.

La fotografia ha nutrito Carla Sozzani. Ispiratrice e anticipatrice di gusti, sin dall’inizio della sua carriera editoriale l’ha portata a costruire una collezione fotografica arricchita da molti incontri importanti e fortunati nel corso di diversi anni.

Between Art & Fashion una raccolta ricca di immagini celebri.

In questa preziosa raccolta si trovano immagini celebri come Gli Italiani si voltano (Milano, 1954) di Mario De Biasi, Hands, Hands … (New York, 1941) di Horst P. Horst, Paris Rues Saint Jacques, 6 May 1968 di Giles Caron ma anche immagini meno note, inusuali come il ritratto di Christian Dior del 1947 di Louise Dahl-Wolfe, quello di Georgia O’Keeffe del 1979 di Barry McKinley o l’autoritratto di Man Ray (1943).

Per Carla Sozzani la fotografia di moda riflette una certa mania dell’arte, una fascinazione per la plasticità dei corpi.

Esigente e aperto, lo sguardo di Carla Sozzani ha spesso superato le categorie tradizionali e ha colto legami inediti tra presente e passato. Carla Sozzani, ha avuto un ruolo fondamentale nella moda fin dai primi anni ’70. Carla ha quindi collaborato con numerosi fotografi come caporedattore delle edizioni speciali di Vogue Italia e direttore di Elle Italia. Conosciuta per il suo senso estetico, ha scoperto e riscoperto autori meno noti o dimenticati. Raccogliendo così in quarant’anni di incontri una prestigiosa collezione di opere fotografiche.

Nella collezione di Carla Sozzani la fotografia di moda non serve per esaltare un abito, diversamente, riflette una certa mania dell’arte, una fascinazione per la plasticità dei corpi. Non ci sono due foto uguali. Le opere sembrano anzi legittimarsi attraverso un’abilità particolare nel contrastare una coerenza che potrebbe venire a formarsi.

La collezione di Carla Sozzani al Museo Pignatelli è accompagnata da un catalogo di oltre duecento fotografie.

L’esposizione al Museo Pignatelli è accompagnata da un catalogo di oltre duecento fotografie della collezione di Carla Sozzani. Pubblicato dall’Associazione Azzedine Alaïa con Carla Sozzani Editore, il volume in inglese e francese, è curato da Fabrice Hergott, direttore del Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. Include una prefazione di Azzedine Alaïa, un’intervista di Fabrice Hergott a Carla Sozzani e i saggi di critici e studiosi internazionali: Barbara Carnevali, Germano Celant, Emanuele Coccia, William A. Erwing, Donatien Grau e Jean Louis Scheffer.

Oltre l’esposizione Between Art and Fashion a Villa Pignatelli, una selezione di opere di Francesca Woodman


In occasione della mostra Between Art and Fashion a Villa Pignatelli, una selezione di opere di Francesca Woodman (Denver 1958 – New York 1981), proveniente dalla collezione di Carla Sozzani, sarà esposta alla Galleria Al Blu di Prussia_Fondazione Mannajuolo, con la curatela di Maria Savarese. Artista inquieta, tra le più rilevanti nella fotografia contemporanea, Francesca Woodman nei suoi lavori si concentra sulla relazione primaria tra il corpo e lo spazio e sul modo in cui questa relazione è rappresentata in fotografia.

Between Art & Fashion -Fotografie dalla collezione di Carla Sozzani dal 12 gennaio al 10 marzo 2019

Museo Pignatelli – Riviera di Chiaia, 200 Napoli
tel. +39 081 669675
Orario: 10.00 – 17.00 (ultimo ingresso ore 16) – Martedì chiuso
Ingresso: € 5,00 

Omu Cani scritto, diretto e interpretato da Davide Dolores

0
Venerdì 11 gennaio 2019, Teatro La giostra di Napoli Omu Cani di Davide Dolores

Omu Cani di Davide Dolores Venerdì 11 gennaio 2019, Teatro La giostra di Napoli

Omu Cani, il racconto di un personaggio unico e misterioso di Mazara del Vallo. Un testo che intreccia dialoghi e considerazioni sull’identità e sullo statuto dello straniero. Da venerdì 11 gennaio 2019 alle ore 20.30 e in replica fino a domenica 13 negli spazi del Teatro La giostra, presentato da Dedalofurioso.

A Mazara del Vallo, nel trapanese, uno strano personaggio all’inizio degli anni Quaranta suscita molto scalpore. È un barbone, sembra si chiami Tommaso Lipari. Ha scontato alcuni anni di galera nel carcere di Favignana dopo aver abbandonato la famiglia a Moncalieri, giunto dalla natia Tunisi.

Omu Cani un intenso monologo scritto, diretto e interpretato da Davide Dolores

La vicenda di quest’uomo misterioso è il cuore dell’intenso monologo Omu Cani, scritto, diretto e interpretato da Davide Dolores, che arriverà a Napoli dopo la tournèe italiana.

Solitario, schivo, randagio l’uomo accetta quanto offertogli per carità solo se buttato a terra, e da terra raccoglie anche il cibo, come un cane. Tale comportamento gli vale l’appellativo di “Omu Cani”. Appellativo che man mano perde la connotazione dispregiativa per la ritrosia e l’umiltà che manifesta quando gli si rivolge la parola.

La curiosità serpeggia. Chi ha paura via via si rinfranca, si accorge che il vagabondo ha maniere educate. Parla un italiano perfetto e ha una grande abilità matematica al punto che i ragazzi gli chiedono spiegazioni e aiuto per i loro compiti.

Omu Cani di Davide Dolores

L’Omu Cani sarà forse il geniale Ettore Majorana?

Un dubbio si insinua tra i mazaresi. L’aspetto smilzo, i capelli neri, la carnagione scura, che lo facevano somigliare a un saraceno. La cicatrice, l’abilità matematica inducevano ad associarlo ad Ettore Majorana, il geniale fisico che aveva contribuito alla nascita della fisica moderna, sparito nel 1938. Nel 1973, quando Tommaso muore, al funerale solenne, voluto dal Comune partecipano migliaia di cittadini.

Leonardo Sciascia si appassiona alla vicenda e studia il carteggio di Tommaso Lipari (o Ettore Majorana?), ma il giudice Paolo Borsellino esclude tale ipotesi analizzando le firme sul registro del carcere.

In Omu Cani vivono tutte le sfacettature dell’animo umano

Davide Dolores scrive intorno alla vicenda un monologo che disegna tutte le sfaccettature dell’animo umano, e attraversa le varie tipologie e caratterizzazioni dei paesani, che si sorprendono, s’interrogano, si immedesimano, si commuovono, trascolorando dalla paura all’inquietudine e alla pietas per un essere che prospetta una diversa visione della vita.

Il testo sottolinea la chiave di lettura della dualità tra rifiuto e fascinazione, emarginazione e integrazione, disprezzo e rispetto, ostilità e compassione, esaltando il relativismo del punto di vista secondo il quale si può essere un clochard dignitoso o un genio che si mimetizza in un contesto dove tutti siamo stranieri.

Raccogliendo i discorsi del padre che ha conosciuto il senzatetto, il mazarese Dolores ha approfondito le sue conoscenze sul fisico Ettore Majorana, e ne fornisce una rilettura drammaturgica che coniuga le due vicende umane, dalle molteplici e affascinanti analogie.
Omu Cani è una storia vera, che, ancora oggi, a distanza di molti anni, suscita grandissima curiosità e lascia aperti numerosi spiragli.

Omu Cani di Davide Dolores

Napoli, Teatro La giostra – da venerdì 11 a domenica 13 gennaio 2019
Inizio delle rappresentazioni teatrali ore 20.30 (venerdì e sabato), ore 19.00 (domenica)
Info e prenotazioni ai numeri 3492187511, 3488100587

Locas per la regia di Niko Mucci al Nuovo Teatro Sancarluccio

0

Locas da venerdì 11 a domenica 13 gennaio al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, con Marcella Vitiello e Laura Pagliara.

Locas la storia di due donne, mai più diverse, l’una dall’altra, insieme nella sala d’attesa di una psichiatra. La prima energica in carriera, spesso al telefono, dichiara di essere li per chiedere informazioni per un’amica. La seconda, invece, sembra l’incarnazione popolare della psicotica, confessa i suoi desideri omicidi, la depressione e il suo stato di alienazione con semplicità.

In Locas un finale che ridefinisce i ruoli

Donne cosi diverse per condizione ed estrazione sociale. Donne che in poco più di un’ora, si conoscono, si confrontano e stringono forse un legame, che va oltre le regole sociali. Le protagoniste mostrano così a sè stesse e al pubblico la propria storia individuale e le proprie debolezze, sino ad un piccolo colpo di scena che ridefinisce i loro ruoli.”