domenica 14 Dicembre 2025
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La zuppa di cozze del giovedì santo di re Ferdinando I

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Nata per soddisfare il lato goloso di Ferdinando I di Borbone, la zuppa di cozze del giovedì santo è divenuto un piatto della tradizione

La zuppa di cozze del giovedì santo è un piatto tipico della tradizione napoletana, e la sua storia nasce con Ferdinando I di Borbone. Si racconta infatti che il monarca, fortemente goloso, venne redarguito da padre Gregorio Maria Rocca. Padre Gregorio infatti invitò re Ferdinado a non eccedere con i peccati di gola almeno nella settimana santa. Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie e già IV re di Napoli e III re di Sicilia, nacque a Napoli il 12 gennaio 1751. Giovanissimo, all’età di soli otto anni Ferdinando ereditò il trono di Napoli. L’assenza del padre ed un’educazione che privilegiò l’attività fisica rispetto alla preparazione umanistica finì per forgiare negativamente l’indole di Ferdinando. Il carattere rustico del del re, e a tratti volgare, darà spunto alla ricca aneddotica fiorita attorno allo stereotipo del “re lazzarone”.

Padre Gregorio Maria Rocco ammonisce Ferdinando I ricordandogli di non eccedere nei peccati di gola durante la settimana santa

Fu dunque per un motto di orgoglio che Ferdinando I di Borbone volle accettare l’ammonimento del padre Gregorio Maria Rocco di non eccedere con peccati di gola, almeno durante la settimana santa. La golosità del re ebbe però la meglio e così, Ferdinando, per non rinunciare alle sue cozze tanto gradite ordinò comunque ai cuochi di preparargli i prelibati frutti di mare. Ma specificò di realizzare una preparazione meno sontuosa. Ferdinando si fece così servire in tavola la zuppa di cozze con pomodoro e salsa forte di peperoni.

Da quel giorno prima a palazzo e poi anche tra il popolo la zuppa di cozze del giovedì santo divenne una tradizione. La prima variante della zuppa di cozze la troviamo da subito proprio nel popolo che in ristrettezze economiche sostituì le cozze con le lumache.

La ricetta della Zuppa di Cozze

Nel rispetto della tradizione nelle famiglie e nei ristoranti di Napoli, ed in genere della Campania, il giovedì santo si prepara la zuppa di cozze. Come tutte le ricette anche la zuppa di cozze nel corso degli anni subirà delle leggere modifiche che variano da località a località. Noi abbiamo chiesto la ricetta della zuppa di cozze allo chef del ristorante del Pierò.

Ne do le quantità per quattro persone:
Cozze 1 kg.,
Pomodorini 100 gr,
Olio extravergine di oliva,
Aglio
Prezzemolo
Vino bianco
Salsa forte di peperoni (o peperoncino)

zuppa di cozze piatto della tradizione napoletana per il giovedì santo. Ricetta della zuppa di cozze

Procedimento per preparare la zuppa di cozze del giovedì santo

Pulire le cozze eliminando bisso ed incrostazioni. In una padella fare dorare nell’olio l’aglio finemente tritato. Poi aggiungete una spolverata di prezzemolo avendo l’accortezza di aggiungere mezzo cucchiaio d’acqua così da non far bruciare le foglioline di prezzemolo. Aggiungete poi i pomodorini tagliati a pezzi e quindi unite le cozze. Sfumate con un po’ di vino bianco e coprite la padella con un coperchio. Lasciate cuocere a fiamma vivace per cinque minuti, lasciando che le cozze si aprano facendo uscire la loro acqua. A questo punto mettete nei piatti fondi avendo l’accortenza di posare sul fondo del pane biscottato o delle freselle spezzettate per poi versarvi sopra la zuppa. Completate cospargendo ogni porzione con il trito di prezzemolo ed irrorandole a filo con la salsa forte di peperone.

In alternativa potete divertirvi a preparare delle scodelle di panepizza dove poi versare la vostra zuppa di cozze

Villa Belvedere Carafa voluta da Ferdinando Vandeneynden

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Con il Dott. Bruno Fermariello, artista e guida turistica di Napoli siamo andati alla scoperta della Villa Belvedere Carafa. La villa voluta dal Marchese Vandeneynden nel 1671 al Vomero.

Villa Belvedere Carafa, la sua storia è legata alla figura del Marchese Ferdinando Vandeneynden. Fu proprio Ferdinando Vandeneynden marchese di Castelnuovo che nel 1671 si fece costruire sulla collina del Vomero una grande casa di campagna. Ferdinando, nato a Napoli nel 1626, era figlio di un mercante arrivato a Napoli dalle Fiandre al principio del Seicento. Il padre di Ferdinando partito povero, in poco tempo, riuscì a fondare un vero e proprio impero economico, prestando denaro allo Stato ottenendone in cambio appalti e benefici.

I Vandeneynden vivevano a Napoli in un sontuoso palazzo in via Toledo, acquistato dagli eredi del loro socio in affari Giovanni Zevallos. All’epoca un palazzo arricchito con la più importante collezione di quadri di tutta la città. Ai Vandeneynden mancava solo un titolo nobiliare. Il padre di Ferdinando riuscì però a comprarlo. Fù così che Ferdinando divenne marchese di Castelnuovo.

Il Marchese Ferdinando Vandeneynden e la scelta del Vomero per la costruzione della Villa

Con il titolo nobiliare acquisito il Marchese Ferdinando Vandeneynden sposò Olimpia Piccolomini, discendente da una nobile casata senese, con la quale ebbe tre figlie femmine: Caterina, Giovanna ed Elisabetta. Il marchese Ferdinando continuò l’attività di arrendatore e banchiere svolta dal padre. Anche se il suo interesse era rivolto soprattutto ad arricchire ulteriormente la sua grande collezione d’arte e a dedicarsi sempre di più alla sua passione per la filosofia, le lettere e le scienze.

Nel 1670, non aveva neppure cinquant’anni, Ferdinando si ammalò di tisi. Per lui l’unica possibilità di sopravvivenza era quella di ritirarsi a vivere in un luogo salubre, in collina, lontano dai miasmi della grande città. Il Marchese Ferdinando scelse così la collina del Vomero, come luogo ideale per costruirvi una casa di campagna.

Da austero maniero con quattro torri angolari a villa

Ferdinando affidò il progetto della villa all’architetto, un frate certosino di origine bolognese. L’architetto Buonaventura è anche autore tra le altre cose, del pavimento in marmo della chiesa della Certosa di san Martino e il soffitto ligneo della chiesa del Carmine. Buonaventura si mise subito all’opera, completando i lavori tra il 1671 e il 1673.

L’edificio, nella sua forma esterna, avrebbe presentato un aspetto molto semplice, quella di un castello, con quattro torri angolari. Ma altresì avrebbe avuto tutto attorno un bellissimo giardino e una vastissima estensione di verde agricolo che i Vandeneynden avevano acquistato. Per quanto riguarda gli arredi interni del palazzo Ferdinando non badò a spese. Ferdinando infatti chiamò infatti i migliori decoratori, intagliatori, falegnami e pittori i quali lavorarono senza sosta perché il marchese potesse stabilirvisi al più presto.

Purtroppo, Ferdinando Vandeneynden non riuscì ad abitare la sua casa di campagna che per pochi mesi, essendo morto il 15 agosto del 1675, quando i lavori non erano ancora terminati.

La villa prende il nome di Villa Belvedere Carafa a seguito del matrimonio tra Elisabetta e Carlo Carafa IV principe di Belvedere

Alla morte del marchese l’eredità andò divisa tra le sue tre giovani figlie. Caterina, Giovanna ed Elisabetta sotto la tutela della loro madre. La proprietà della casa sul Vomero toccò in dote alla figlia Caterina. Alla sua morte nel 1717, la villa passò a disposizione della più giovane Elisabetta, che intanto aveva sposato Carlo Carafa, IV principe di Belvedere. Da allora in poi il casino di campagna dei Vandeneynden verrà chiamata Villa Belvedere Carafa.

E’ con i principi di Belvedere che, nel Settecento, l’edificio perse il suo aspetto di austero maniero di campagna per rivestire la veste di vera e propria villa.

I principi Belvedere, infatti al viale centrale d’ingresso aggiunsero altri due viali pedonali. Fecero costruire poi un cortile porticato ad emiciclo, dove si svolgevano giochi, giostre e balli. Crearono un piccolo teatro all’aperto per rappresentazioni e concerti durante la bella stagione. Aggiunsero una loggia terminante in una coffee house sotto la quale venne sistemato il giardino d’inverno. Infine il grande giardino all’italiana, con quattro aiuole e una fontana nel mezzo cinto da una balaustra di piperno. Villa Belvedere a questo punto era degna di ricevere gli ospiti più illustri.

Villa Belvedere Carafa ospita alcuni tra i personaggi più importanti dell’epoca, da Maria Carolina a Re Francesco I di Borbone

La villa nel corso del tempo ospiterà alcuni dei personaggi più illustri dell’epoca come Giorgio II d’Inghilterra il 30 maggio 1731. La Regina Maria Carolina moglie di Ferdinando di Borbone nel 1792, suggerita dai suoi medici, scelse Villa Belvedere Carafa per partorire. E ancora nel secolo successivo Re Gioacchino Murat e Re Francesco I di Borbone erano spesso ospiti della villa.

Ma tra tutti gli ospiti illustri della villa vale la pena ricordare Lady Blassington. Una ricca ereditiera inglese che giunse a Napoli nel 1823 e che visse qui in affitto per quasi tre anni circondata da familiari e amici. Uno di questi, l’architetto Charles James Mathews, ci ha lasciato un’entusiasta memoria di quell’esperienza: “Quale parola può descrivere il Paradiso che io vidi a Napoli. Il palazzo Belvedere situato a un miglio e mezzo dalla città sulla collina del Vomero nella splendida baia turchese cosparsa di vele latine, col Vesuvio a levante, Capri a destra e la meravigliosa costa di Sorrento distesa di fronte, presentano uno scenario incantevole.”

Continua la sua descrizione Charles James Mathews – “La casa è un perfetto palazzo italiano con affreschi squisiti, marmi, portici e terrazzi in successione una sull’altra, adorna con boschetti pensili ad alberi di arance e melograni che spargono il loro odore tra festoni di viti che si arrampicano rigogliose, che producono gradevole ombra al sole di mezzogiorno, splendenti sotto il lucente terreno con fiori dagli accesi colori, mentre fontane ristoratrici spruzzano in ogni direzione tra statue e innumerevoli vasi. Io ero naturalmente in estasi, e cominciava per me una nuova esistenza”

Ancora oggi Villa Belvedere Carafa, ospita ancora gli affreschi e le tele originali volute dal marchese Ferdinando

Villa Belvedere Carafa a metà ottocento si presentava ancora nel pieno del suo splendore circondata da boschi, alberi da frutta e vigneti quando poco a poco comincia il suo declino. Estinta la famiglia Carafa di Belvedere la proprietà venne frazionata in tanti piccoli lotti. Così i portici dell’esedra, del cortile, e del giardino d’inverno vennero tompagnati, chiudendo con muri i luoghi aperti per dare luogo ad abitazioni e si perse così l’aspetto originario dell’edificio.

Ma il colpo più grave per la villa fu quando venne a perdere il suo splendido isolamento. Prima verso la fine dell’Ottocento col nascere del nuovo quartiere Vomero di Napoli. Ma soprattutto a partire dagli anni Cinquanta del Novecento per colpa di una dissennata speculazione edilizia che investì tutto il quartiere. Ciononostante la villa non ha mai perso del tutto il suo fascino.

Oggi la magia della villa sopravvive nelle gallerie del piano nobile con ancora gli affreschi e le tele originali volute dal marchese Ferdinando. Ma anche nello splendido panorama che da qui si gode di tutto il golfo di Napoli.

villa Belvedere Carafa

Il tricolore illumina la facciata di ingresso del Parco Archeologico di Ercolano

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Il parco di Ercolano si illumina con il ricolore per dare forza in questo momento difficile

Da ieri sera la facciata di ingresso del Corso Resina del Parco Archeologico di Ercolano prende luce. E’ la luce del tricolore che brillerà in questi giorni difficili che l’intero pianeta sta affrontando.

Il Comune di Ercolano, grazie alla collaborazione con Engie, che si occupa della pubblica illuminazione in città, proietterà il tricolore sull’ingresso del Parco. “E’ l’ulteriore segnale di solidarietà e vicinanza che il Parco desidera esprimere agli Ercolanesi abbracciando con entusiasmo l’iniziativa dell’Amministrazione comunale di Ercolano. -Dichiara il Direttore del Parco Francesco Sirano.- Siamo tutti uniti sotto il tricolore che rappresenta in questo momento più che mai la condivisione della causa che accomuna tutti noi.”

“La luce del tricolore è il segnale che il Parco di Ercolano continua a vivere in questi giorni. E’ la dimostrazione che dietro quei cancelli c’è un grande fermento. Tanta attività per rendere fruibile il Parco in una modalità virtuale e on line che ci permette di raggiungere i nostri visitatori direttamente nelle loro case. Le tantissime primavere che nei secoli hanno visto rifiorire questi luoghi dopo tante calamità di origine umana e naturale. Ci danno la certezza che la comunità locale e quella più allargata che nel mondo guarda ai siti UNESCO come a un faro di civiltà e razionalità. Uniti usciremo da questo periodo fieri di essere italiani e rinnovati per avere combattuto verso uno stesso obiettivo”.

Un gesto simbolico in un momento difficile e doloroso

“In un momento delicato come questo, – dichiara Ciro Buonajuto, Sindaco di Ercolano – la Città di Ercolano ha voluto realizzare questo simbolo di unità come viatico per venire fuori il prima possibile da questa crisi che ha sconvolto la vita di un’intera nazione. L’ingresso alla Città Antica segna il confine tra la Ercolano moderna e quella di duemila anni fa. L’augurio di tutti è che il Parco Archeologico torni presto ad essere il punto d’incontro per centinaia di migliaia di visitatori che qui giungono da tutto il mondo incantati dalla bellezza e dalla incomparabile storia di questa terra.”

Continua sempre il Sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto. “Ringrazio la società Engie per la sensibilità dimostrata e per aver realizzato gratuitamente questa particolare illuminazione”. “Un gesto simbolico in un momento difficile e doloroso per la nostra città, – aggiunge Ivana Di Stasio, assessore al Turismo del Comune di Ercolano – affinché vengano celebrati i luoghi sacri della cultura che spero possano tornare presto ad ospitare quel turismo sano e consapevole che ha dato il primato ad Ercolano in questi anni”.

Il valore del quotidiano e delle piccole cose ai tempi del coronavirus

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Lusciano. Concorso per raccontare i giorni del coronavirus vissuti a casa

Il comune di Lusciano avvia un concorso per bambini, ragazzi e giovani fino ai 26 anni. Riscoprire, dando sfogo alla propria fantasia, il valore delle piccole cose

Il comune di Lusciano avvia un concorso riservato ai bambini, ragazzi e giovani fino a 26 anni di età. Lo scopo e’ quello di riscoprire, dando sfogo alla propria fantasia, il valore delle piccole cose, come i valori preziosi del quotidiano durante l’emergenza coronavirus.

Un’idea per trascorrere il tempo, visto che in questo momento viene chiesto, a tutti noi, di compiere un gesto responsabile: “Stare a casa”.
Il tema unico è “l’importanza delle piccole cose” della vita che rendono l’anima felice e serena anche in questo momento di preoccupazione generale. Ma anche di “quelle piccole cose” che in questi giorni, forzatamente meno frenetici, riusciamo a riscoprire e ad apprezzare maggiormente.

Dalla scrittura al cortometraggio. Nessuna limitazione alla creatività dunque per raccontare questo momento.

La riscoperta dunque della vita in famiglia o del tempo ritrovato per riflettere. Il coronavirus ci ha costretti a casa, costringendoci a riappropriarci di un ritmo di vita più lento, trovando quei cinque minuti per molti smarriti da tempo da dedicare a se stessi. Il concorso sarà indirizzato in diverse sezioni che saranno:

  • Racconto (formato word o scritto a mano);
  • Poesia o filastrocca (formato word o scritta a mano);
  • Pittura (formato carta A3 o su tela);
  • Cortometraggio (filmato di massimo due minuti girato nella propria abitazione);
  • Fotografia (a colori o bianco e nero realizzata nella propria abitazione);
  • Giornalismo (articolo in formato word o scritto a mano massimo 1800 battute).

I bambini più piccoli possono, naturalmente, essere aiutati dai propri genitori. Gli elaborati, esaminati poi da una commissione formata da esperti in materia, dovranno essere consegnati nella giornata di lunedì 6 aprile 2020 all’Ufficio Protocollo del Comune di Lusciano, salvo proroghe dovute all’emergenza, oppure inviati tramite email al seguente indirizzo: biblioteca@comune.lusciano.ce.it, specificando nell’oggetto il nome del concorso e del partecipante.

Un modo per raccontare e fermare nella memoria le sensazioni e le emozioni di questi giorni. Ma anche un modo per vincere un fine settimana in una struttura agrituristica

Gli elaborati saranno poi esposti, nella splendida cornice del Palazzo Ducale del Comune di Lusciano. Un modo questo per conservare una testimonianza di quanto sta succedendo e del lato positivo che si sta cercando di cogliere.
Al vincitore sarà offerto un fine settimana per tutta la famiglia in una struttura agrituristica campana.

“Ringrazio Antonella Bocchetti, presidente della Pro Loco “Orizzonti Comuni” che ha ispirato questa iniziativa. – Spiega il consigliere delegato Raffaele Esposito. – L’interazione in famiglia rafforza il legame. Noi amministratori, anche in questo modo, confermiamo, a distanza, la vicinanza alla cittadinanza”.
“Restando uniti, anche se non fisicamente, riusciremo ad uscire da questa emergenza. – Ribadisce il sindaco Nicola Esposito. – Voglio ringraziare tutti coloro che hanno dato vita alla grande rete di solidarietà e di collaborazione attivata in questi giorni”.

L’amore per il teatro va oltre il palco e il sipario. #teatroacasa

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Teatro Stabile di Napoli memorie d'archivio

L’amore per il teatro può vivere anche tra le mura di casa. Il Teatro stabile di Napoli lancia l’iniziativa “Memorie d’archivio” #iorestoacasa #teatroacasa

Nei giorni del coronavirus e delle quarantene, in questo tempo sospeso che siamo costretti a vivere casa ecco che il mondo della cultura si attiva. In questo caso è il teatro che si mobilita con una pregevole iniziativa dello Stabile di Napoli. Sulla pagina facebook del Teatro Stabile Napoli parte l’iniziativa Memorie d’archivio: gallerie fotografiche e citazioni di testi delle produzioni dello Stabile, dal 2003 ad oggi. Si parte con le foto dello spettacolo Napoli Milionaria, stagione 2003/2004, di Eduardo De Filippo per la regia di Francesco Rosi e con la notissima citazione: “Ha da passa’ ‘a nuttata!.

Inoltre sul profilo Instagram del Teatro (teatrostabilenapoli) e della Scuola di Teatro (ScuolaTeatroStabileNapoli) è partita la campagna: #iorestoacasa #teatroacasa. Verranno pubblicati brevi monologhi con protagonisti (a distanza) gli allievi della scuola del Teatro Stabile di Napoli. Un’iniziativa che permette di offrire teatro anche restando a casa. Ma ancora di più è un’iniziativa che sollecita anche i giovani studenti della scuola a utilizzare il loro tempo, forzatamente lontano dalle aule, a esercitarsi su testi scelti secondo la loro sensibilità.

“Nei momenti di crisi, più che mai, è necessario sottolineare il ruolo irrinunciabile della cultura, fondamentale costruttrice della fisionomia d’una comunità. Senza arte, letteratura, teatro, musica non esistono popoli, ma soltanto masse senza identità”.

I Lapilli del Parco Archeologico di Ercolano #iorestoacasa

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Lapilli del Parco di Ercolano. iorestoacasa

Nell’epoca del coronavirus anche il modo di fare cultura cambia. Il Parco di Ercolano entra nelle nostre case con “I Lapilli del Parco Archeologico di Ercolano #iorestoacasa”

Lapilli del Parco Archeologico di Ercolano #iorestoacasa, interventi social sui principali contenuti del Parco per aderire a #iorestoacasa. Gli italiani devono stare a casa e così tutto lo staff del Parco Archeologico di Ercolano si sta mobilitando. Anche a distanza, anche in smartworking, per aiutare ognuno a rimanere connessi con la cultura, con la bellezza dei luoghi d’arte del nostro Paese.

Gli utenti del Parco Archeologico di Ercolano potranno fruire digitalmente quello che per il momento non possono vedere fisicamente. Grazie alla tecnologia oggi il Parco entra nelle nostre case in attesa di poter tornare nuovamente al Parco.

Il Direttore del Parco: ” Usciremo da questo momento complicato ma nel frattempo porteremo il Parco nelle vostre case”

“Mi rivolgo a tutti gli amici del Parco archeologico di Ercolano e a tutti gli amici della cultura. – Interviene il direttore Sirano – Dicendovi che anche il Parco di Ercolano aderisce a #iorestoacasa. E noi, dalla nostra casa di lavoro, in attesa di potervi riaccogliere al più presto vi assicuriamo che Ercolano è un luogo straordinario. Luogo che nel tempo ci ha insegnato la resilienza, la capacità di riemergere da ogni catastrofe e da ogni tragedia. Usciremo da questo momento complicato ma nel frattempo porteremo il Parco nelle vostre case. Seguiteci sulla nostra pagina facebook. Troverete I Lapilli del Parco pensati per non interrompere quel filo che ci lega nell’amore per questi luoghi e nel dovere di condividere la conoscenza.”

I Lapilli del Parco Archeologico di Ercolano ogni mercoledì su facebook

La pagina facebook del Parco, il mercoledì di ogni settimana, ospiterà I Lapilli del Parco di Ercolano; i contributi sono a cura dello staff del Parco. Del direttore inizialmente, ma si allargheranno alla partecipazione dei tanti amici e collaboratori di questo luogo patrimonio dell’umanità.

Si andrà alla scoperta dell’antica Ercolano, mettendo in evidenza i suoi eccezionali valori culturali. Verranno spiegati tutti gli aspetti che ne fanno un sito archeologico unico al mondo.
I Lapilli del Parco Archeologico di Ercolano andranno anche a popolare l’iniziativa del MIBACT L’Italia Chiamò. La Campagna nata spontaneamente sulla rete che vede molti artisti e giornalisti impegnati in un grande evento finalizzato alla raccolta fondi per la Protezione civile. 

Cercando Valentina – il mondo di Guido Crepax visto da Giancarlo Soldi

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Il TAM TAM DIGIFEST alla sua 15esima edizione affronta il tema delle donne di frontiera. Al Teatro Area Nord di Napoli giovedì 27 febbraio la proiezione de “Cercando Valentina – il mondo di Guido Crepax”

Donne di frontiera – rivoluzioni al femminile è il tema della 15a edizione del Tam Tam DigiFest, la rassegna dedicata alle innovazioni digitali nel racconto audiovisivo. Giovedì 27 febbraio, alle ore 20, il secondo appuntamento alla sala cinema del Teatro Area Nord di Napoli. In collaborazione con il cineforum Pupille e Papille, con la proiezione de “Cercando Valentina – il mondo di Guido Crepax” di Giancarlo Soldi, appena uscito nelle sale.

“Cercando Valentina – il mondo di Guido Crepax” viene presentato alle Giornate degli Autori dell’ultima Mostra del Cinema, nella sezione Venezia 76. Il documentario inizia dalla fine degli anni ’60, quando Guido Crepax intercetta tutte le novità di una Milano in fermento e di una rivoluzione estetica. Novità che Crepax trasporterà nel suo fumetto. Valentina è il suo alter ego, una fotografa sognatrice diventata poi un’icona di eleganza e di sofisticato erotismo amata da più generazioni. Velentina incarna il simbolo d’indipendenza, fascino e seduzione per le donne.

Cercando Valentina di Giancarlo Soldi è un viaggio alla scoperta del suo creatore

Cercando Valentina è un viaggio che, partendo dallo stesso personaggio di Valentina, va a scandagliare l’affascinante figura del suo creatore, cercando di risalire alle origini del suo estro geniale. Il lavoro di Giancarlo Soldi si presenta in maniera altrettanto interessante. Confondendo passato e presente, dove la narrazione è spesso rarefatta e discontinua, aderendo proprio allo stile di Crepax, le cui seducenti quanto ricche tavole non fanno che sovrapporsi alle diverse testimonianze.

Un racconto condotto attraverso una suggestiva indagine “noir” dal Philip Rembrandt interpretato da Riccardo Vianello, l’amante di Valentina nelle sue storie. Riccardo Vianello ha il compito di condurre lo spettatore alla ricerca dei luoghi dell’autore. Ma anche di tutti coloro che hanno non solo amato la sua creazione, ma l’hanno proprio “vissuta”. Attraverso gli aneddoti offerti dalla sua famiglia, allora, capiamo quanto Crepax prendesse spunto dal suo stesso quotidiano a livelli assolutamente estremi. Si parte da quel “Milano. Via De Amici 45” l’indirizzo scritto sulla carta d’identità di Valentina e corrispondente a quello della sua stessa abitazione. Aneddoti che continuano con l’esatta riproduzione dell’arredamento di casa, fino alle sue idee personali in fatto di politica e costumi sociali.

Il racconto di anni porta alla naturale discussione dello stretto legame tra l’arte e la realtà contemporanea

A proposito del simbolo di indipendenza impersonato da Valentina, si ripercorre la storia di Linus, storica rivista di fumetti, e dei suoi autori nonché colleghi. Autori che ricordando l’atmosfera vivace di quegli anni portano la discussione proprio allo stretto legame tra l’arte e la realtà ad essa contemporanea: “Valentina era una di noi”, dicono, proprio nella sua lotta interna alle convenzioni e alle correnti comuni. Tramite pareri di librai, editori, scrittori e registi, si toccano così tutte le forme d’arte. Forme d’arte che hanno influenzato Crepax e che poi influenzava a sua volta.

In un mirabile gioco intertestuale, allora, si va dalle citazioni alla letteratura russa al gioco da tavola sulla battaglia di Waterloo, da lui ideato e disegnato, fino alla musica di Charlie Parker al cinema di Antonioni. Ricordato con un gustoso collegamento, protagonista anche di una divertente drammatizzazione orchestrata dal regista, a Blow-Up). Un ritratto sentito, completo ed appassionato, da cui emerge la potenza e l’importanza del fumetto in generale. Ovviamente il personaggio di Valentina in particolare, in termini di universalità, non solo politica, non solo ideologica, non solo artistica, ma soprattutto, capace com’è di scavare nella nostra psiche interiore, oltremodo intima e umana
(recensione di Gianvito Dimuro tratta da Sentieri Selvaggi)

San Valentino a Napoli. I Musei celebrano l’amore attraverso l’arte

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san Valentino al Museo

Il Polo museale della Campania in occasione della festa di San Valentino propone 9 eventi e iniziative nel fine settimana per celebrare l’amore attraverso i capolavori dell’arte.

San Valentino è la festa dell’amore e chi più dell’arte ha descritto i vari stati dell’amore. Dal calore del primo bacio alla follia disperata dell’amore perduto. Ed è proprio per celebrare l’amore che il Polo Museale della Campania ha organizzato eventi e iniziative che inizieranno dal giorno di San Valentino venerdì 14 febbraio e dureranno per tutto il fine settimana

San Valentino al Museo Duca di Martina con “Il bacio in Floridiana!”

Venerdi 14 febbraio alle ore 11.00, in occasione della festa di San Valentino, il Museo Duca di Martina offre a tutti i visitatori un approfondimento speciale con la direttrice Luisa Ambrosio su uno dei capolavori della collezione di porcellane di Meissen del XVIII secolo.
La piccola scultura, raffigurante una coppia di amanti con gabbia, è meglio nota con il titolo “Il bacio” ed esprime intensi sentimenti di amore e di sensualità, attraverso la raffinatezza del modellato e la qualità artistica della porcellana.

Info: ingresso € 4,00 | Via Aniello Falcone, 171 | tel. +39 0815788418

San Valentino a Palazzo Reale. L’amore e i Borbone

Il Bacio. Statuetta di porcellana esposta al Museo Duca di Martina per il giorno di San Valentino

Venerdì 14 febbraio 2020 alle ore 15.00 un romantico percorso fra le magnifiche sale del Palazzo Reale di Napoli per rivivere gli amori della dinastia dei Borbone.

I visitatori potranno ammirare, accompagnati dalle guide di CoopCulture, le opere che raccontano la vita amorosa dei sovrani, dalle nozze di Francesco II d’Asburgo con Maria Teresa di Borbone, alla storia d’amore e diplomazia fra Carlo III di Borbone e Maria Amalia di Sassonia.

Si potrà visitare inoltre la sala dell’Alcova della Regina Maria Amalia decorata con l’Allegoria dell’Unione Matrimoniale, opera di Domenico Antonio Vaccaro.

Infine un approfondimento su com’era la Cappella Reale ai tempi delle nozze fra Maria Luisa di Borbone con Francesco II d’Asburgo e Ferdinando III di Lorena.

Info: ingresso € 6,00 + 5€ visita guidata | Piazza del Plebiscito, 1 | +39.081.5808255

Certosa e Museo di San Martino. Doppio evento con “Storia e Misteri del Presepe Napoletano” e ” Racconto..in..canto. Barche …e mare…nostro “

San Valentino a Napoli. I Musei celebrano l'amore attraverso l'arte 1

Domenica 16 febbraio 2020 la Certosa e Museo di San Martino ospita l’evento Innamòrati/Innamoràti di Napoli, a cura dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli in collaborazione con l’Associazione Guide Turistiche Campane. I visitatori saranno accompagnati da illustri ciceroni, gli attori Raffaele Moccia e Lucio Allocca, che racconteranno la Certosa e Museo di San Martino con due approfondimenti: Storia e Misteri del Presepe Napoletano, alle ore 10.00 nella Sezione presepiale; seguirà alle 11.00 Racconto..in..canto. Barche …e mare…nostro, nella Sezione navale del Museo.
Prenotazione obbligatoria sul sito internet www.guideturistichecampane.it/innamorati-di-napoli, dove è possibile visionare le informazioni su ogni singola visita. Le prenotazioni si effettuano esclusivamente on line.

Info: ingresso € 6,00 | Largo San Martino, 5 | tel. +39 0812294502 | accoglienza.sanmartino@beniculturali.it

Parco e Tomba di Virgilio. Amori Impossibili: Giacomo Leopardi e la musica jazz

Domenica 16 febbraio 2020 alle 10.00 il Parco e Tomba di Virgilio ospita l’evento Innamòrati/Innamoràti di Napoli, a cura dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli in collaborazione con l’Associazione Guide Turistiche Campane.
I visitatori saranno accompagnati da un illustre Cicerone, Mario Brancaccio, attore, scrittore e direttore artistico del Parco Letterario Vesuvio, che si esibirà in una straordinaria performance dal titolo Amori Impossibili: Giacomo Leopardi e la musica jazz, una rilettura evocativa e sonora dei versi e della vita del poeta, con il commento canoro di Patrizia Spinosi, che interpreta le più belle melodie partenopee di metà Ottocento, accompagnata dalla chitarra del maestro Michele Boné.
Prenotazione obbligatoria sul sito internet www.guideturistichecampane.it/innamorati-di-napoli, dove è possibile visionare le informazioni su ogni singola visita. Le prenotazioni si effettuano esclusivamente on line.

Info: ingresso gratuito | Salita della Grotta, 20| tel. +39 081669390 | pm-cam.tombadivirgilio@beniculturali.it

Museo Pignatelli. Yoga a Villa Pignatelli

Domenica 16 febbraio alle ore 11.00, nuovo appuntamento di yoga al Museo Pignatelli, con il progetto curato dall’Associazione Sundaram. La pratica yoga consente di ottenere uno stato di benessere psico-fisico, amplifica lo stato di serenità, la fiducia in se stessi, migliora le capacità di apprendimento, elimina lo stress, l’ansia e ristabilisce l’equilibrio energetico, la forza fisica e il controllo mentale.

Info: ingresso (fino ad esaurimento posti) € 4,00 | Riviera di Chiaia, 200 | tel. +39 0817612356
Associazione Sundaram tel. +39 3895119123 – 347638235 – info@amoyoga.it

Castel Sant’Elmo. Una città d’amare

In occasione della Festa degli Innamorati, Castel Sant’Elmo celebra la città di Napoli con le antiche melodie d’amore in lingua napoletana. Domenica 16 febbraio alle ore 11.00 Ilva Primavera, dell’Associazione culturale “Primavera Arte”, interpreterà “Canta l’amore per Napoli”, melodie classiche napoletane e poesie dei grandi poeti del ‘900, accompagnata al pianoforte dal musicista Raffaele Marzano. La performance si svolgerà nella Chiesa di Sant’Erasmo sulla Piazza d’Armi, un’occasione speciale per dichiarare l’amore per la città di Napoli che dagli spalti di Castel Sant’Elmo appare in tutta la sua bellezza.

Info: ingresso € 5,00 | Via Tito Angelini, 22 | tel. +39 0812294449| pm-cam.santelmo@beniculturali.it

Palazzo Reale. Cenerentola perse la scarpetta a Napoli

San Valentino a Napoli. I Musei celebrano l'amore attraverso l'arte 2

Domenica 16 febbraio 2020 alle 11.00 Palazzo reale ospita l’evento Innamòrati/Innamoràti di Napoli, a cura dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli in collaborazione con l’Associazione Guide Turistiche Campane. Pino Aprile, giornalista e scrittore, autore del best seller “TERRONI”, racconta Cenerentola perse la scarpetta a Napoli. La prima versione della fiaba fu scritta in Occidente dal napoletano Giambattista Basile, ne Lo cunto de li cunti. L’autore frequentava la corte ed è probabile che abbia immaginato Cenerentola perdere la scarpetta proprio sullo scalone di Palazzo Reale.

Prenotazione obbligatoria sul sito internet www.guideturistichecampane.it/innamorati-di-napoli, dove è possibile visionare le informazioni su ogni singola visita. Le prenotazioni si effettuano esclusivamente on line.

Info: ingresso € 4,00 | Piazza del Plebiscito, 1 | tel. +39 0815808255

San Valentino al Teatro romano di Benevento. Romanticamente insieme….con amore al teatro

Venerdì 14 febbraio alle ore 11.00 in occasione di San Valentino seconda edizione di “Romanticamente Insieme” al Teatro romano di Benevento. Ai visitatori sarà offerto un suggestivo percorso di visita teatralizzata a cura degli allievi della scuola ADEMAS sul tema dell’amore. Coinvolgenti monologhi, scene e poesie nell’antico teatro romano. Per l’iniziativa è previsto anche un contest fotografico sull’amore per tutti i partecipanti all’evento. La foto vincitrice sarà premiata alla fine della manifestazione, con un dono speciale. La manifestazione è organizzata in collaborazione con l’Associazione Trivium, FAI Giovani, Comitato Quartiere Centro Storico Triggio, l’Associazione Ademàs e Cantine Fontanarosa. Contest fotografico a cura del FAI. Al termine dell’evento sarà offerta una degustazione di eccellenze enologiche del territorio.

Info: ingresso € 2,00 | Piazza Caio Ponzio Telesino | tel +39 0824.47213 | pm-cam.teatrobenevento@beniculturali.it

Museo archeologico della Valle del Sarno. Riflessi di donne. Gioielli dalle tombe della Valle del Sarno

Fino a domenica 16 febbraio è possibile visitare al Museo archeologico nazionale della Valle del Sarno la mostra Riflessi di donne. Gioielli dalle tombe della Valle del Sarno, dedicata agli oggetti di ornamento personale rinvenuti nelle tombe femminili dell’agro sarnese.
Monili in oro, argento, bronzo, ambra, avorio e faïence, risalenti al periodo compreso fra l’VIII secolo a.C. e il I secolo d.C., conducono i visitatori alla scoperta di una storia al femminile iniziata tremila anni fa e proseguita, tra tradizione e innovazione, lungo sei secoli.
Per la prima volta sono esposti al pubblico anche alcuni reperti finora conservati nei depositi, che ampliano l’offerta culturale del museo rendendo sempre più noto il prezioso patrimonio culturale della Valle del Sarno.

Info: Via Cavour, 7 – Sarno | tel. +39 081941451 | Orario: 9.00-19.00 | Ingresso gratuito

Orgolio e pregiudizio torna al Mercadante dal 19 febbraio

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Orgoglio e Pregiudizio al Teatro Mercadante

Al Teatro Mercadante dal 19 febbraio al 1 marzo la prima versione teatrale italiana del capolavoro di Jane Austen Orgogio e pregiudizio. La regia, ironica e acclamata, è di Arturo Cirillo.

Orgogio e pregiudizio torna sul palcoscenico sul quale debuttò in anteprima nazionale la scorsa estate e sull’onda di una felice tournée italiana. L’adattamento teatrale di Antonio Piccolo e la regia di Arturo Cirillo. Al Teatro Mercadante di Piazza Municipio lo spettacolo sarà in scena da mercoledì 19 febbraio a domenica 1 morzo. Interprete dello spettacolo lo stesso Arturo Cirillo accompagnato da Valentina Picello, Riccardo Buffonini, Alessandra De Santis, Rosario Giglio, Sara Putignano, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta. Le scene sono di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Camilla Piccioni, le musiche di Francesco De Melis. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale e Marche Teatro.

Spiega Arturo Cirillo – “Penso che Jane Austen sia una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi e inoltre sono affascinato dall’ottocento. Dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena. Provai un raro piacere, svariati anni fa, ad affrontare uno strano testo di Annibale Ruccello ispirato a “Washington Square” di Henry James. Strano perché al confine tra il musical e la commedia, tra la parodia e la ri-scrittura.

L’affascinante mondo di Jane Austen l’orgoglio e pregiudizio che la giovinezza porta con sé

orgoglio e pregiudizio

Il mondo della Austen dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante. Abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare, mi affascina; con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze, e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé.

Perché questo mondo sociale descritto da Jane Austen dove ci si conosce danzando. Dove ci si innamora conversando. Dove ci si confida con la propria sorella perché i genitori sono, ognuno a suo modo, prigionieri del proprio narcisismo. Difatto non mi sembra così lontano da noi. Soprattutto pensando a queste giovani eroine spinte a sposarsi anche per avere finalmente un sostegno economico. Sottraendosi allo stesso tempo all’indecorosa condizione di zitelle, e allontanandosi dalle proprie famiglie d’origine. Anche se poi la povera e zitella Jane Austen (che mai riuscì invece ad abbandonare la propria famiglia) si divertì a sottrarsi a tutto questo mettendolo in scena nei suoi romanzi. Infatti i suoi romanzi sono una spietata critica e allo stesso tempo un’amorosa dichiarazione d’appartenenza all’epoca.

Per fare questo si cala nei suoi personaggi. Personaggi che spesso diventano alter ego amandoli e prendendoli un po’ in giro, magari standosene nascosta dietro una tenda ad osservarli, ridacchiando tra sé. Da dietro quella tenda, come nel buio di una quinta, celata agli sguardi altrui ma attenta a non farsi sfuggire nulla di ciò che accade, Jane Austen reinventa la realtà attraverso la sua rappresentazione, ma mai smettendo di essere vera. Come avviene in teatro.”

Mamma Napoli Mood al Teatro Sociale Aldo Giuffrè di Battipaglia

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Mamma Napoli Mood a Battipaglia

Dopo il successo di inizio tournèe a Milano e in Sicilia, torna in scena in Campania “Mamma Napoli Mood”.

Mamma Napoli Mood è un grido, una chiamata alla sensibilità di tutti. Un’esortazione a non restare impassibili davanti ai problemi che da sempre feriscono la città partenopea. Napoli è raccontata come specchio di povertà di valori morali e sociali che, però, accomunano tutte le grandi metropoli. Realtà dove troppe volte l’unico possibilità di sopravvivenza è uniformarsi, farsi massificare, se non addirittura delinquere.

Quando,invece, dovremmo essere portatori di equità e solidarietà sociale; essere coloro che realizzano un modello di sviluppo fondato sulla dignità della persona. Ecco allora che Napoli diventa l’emblema di tante anime, apparentemente molto diverse tra loro. Anime che vanno a formare il mosaico umano attraverso il quale filtrano i vari colori di una città contesa tra il dolce e l’amaro, la luce e l’oscurità, il bene e il male.

Di Emiliano De Martino lo spettacolo è un viaggio tra immagini evocate e sensazioni fatte riaffiorare dai quadri rappresentati e le canzoni, edite e inedite

Fra commedia e dramma, filosofia del vivere, l’omaggio a Salvatore Di Giacomo. L’importante ricordo di una tragedia volutamente dimenticata, Mamma Napoli Mood di Emiliano De Martino è la rappresentazione di quella parte di noi che ancora si commuove per le piccole cose e per le emozioni veraci. La parte di noi che non vuole arrendersi all’ingranaggio stritolante di una società che ingloba e uniforma le diversità.

Un viaggio tra immagini evocate e sensazioni fatte riaffiorare dai quadri rappresentati e le canzoni, edite e inedite, eseguite live con voce, chitarra e percussioni da Marco De Vincentiis, Valentina Proietto Scipioni e Nico Caruccio. Un viaggio di riflessioni dal ‘900 ai giorni nostri, perché vi sia “una voce per chi voce non ha”.

“In un anno di messe in scena abbiamo raccolto consensi in tutta Italia, abbiamo fatto il pieno di abbracci, sorrisi e lacrime di commozione. Riportare questa opera in Campania è sempre un grandissimo privilegio per me che da Napoli sono stata accolta e adottata”. Dichiara Valentina Proietto Scipioni, voce femminile che incarna tutta la visceralità delle donne napoletane.

“MammaNapoli Mood, uno spettacolo intimo, travolgente, brillante che finalmente torna nella sua terra di origine.” Queste le parole di Marco De Vincentiis, voce maschile e chitarra in scena. Mentre il punto di vista di Nico Caruccio è espresso nella frase “Un dialogo senza parole con occhi che sanno parlare”. Nico Caruccio, che interpreta la maschera di Pulcinella all’interno del vicolo in cui si svolgono i racconti di MammaNapoli Mood.

emiliano de martino

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