La Nuova Orchestra Scarlatti con il Teatro Augusteo di Napoli festeggiano il nuovo Sindaco Manfredi con un concerto
Lunedì 25 ottobre 2021 alle ore 20:30, al Teatro Augusteo di Napoli, la Nuova Orchestra Scarlatti insieme al Teatro Augusteo festeggia l’elezione del Sindaco Manfredi. Un Concerto dell’Orchestra Scarlatti Junior, un evento aperto a tutti i cittadini muniti di green pass, con ingresso libero fino esaurimento posti disponibili.
La Nuova Orchestra Scarlatti, insieme al Teatro Augusteo, è lieta di offrire a tutta la cittadinanza un Concerto Sinfonico dell’Orchestra Scarlatti Junior, per festeggiare l’elezione a Sindaco di Napoli del Professor Gaetano Manfredi.
“Non è un caso” – dichiara il M.° Gaetano Russo, direttore artistico della N.O.S. – “se abbiamo voluto che a festeggiare con la musica il nuovo Sindaco di Napoli siano proprio le ragazze i ragazzi dell’Orchestra Scarlatti Junior, cuore propulsivo della Comunità delle Orchestre Scarlatti. Questa Comunità infatti è cresciuta negli ultimi anni e continua a crescere anche grazie alla partnership con l’Università Federico II. Una collaborazione organica, nata nel segno di un impegno concreto per la formazione e il futuro dei più giovani, che proprio il Professor Manfredi ha promosso e sostenuto con convinzione quando era Rettore dell’Ateneo napoletano”.
Trasformare un fortino della camorra in un palcoscenico teatrale, è questa la forza del Teatro Deconfiscato. Dal 23 al 31 ottobre, alla Masseria FERRAIOLI (ex-Masseria Magliulo), ritorna alla sua 4° edizione Teatro Deconfiscato.
Teatro Deconfiscato, ovvero il teatro nei beni confiscati alle mafie. La rassegna di teatro civile ideata dal drammaturgo e regista Giovanni Meola, che ne firma anche la direzione artistica.
Sabato 23 ottobre inizia la 4° stagione della rassegna di teatro civile che per l’occasione torna a La Masseria Ferraioli. La Masseria Ferraioli, già Masseria Magliulo, è uno dei beni confiscati alla camorra. Situata nel territorio comunale di Afragola, in provincia di Napoli, oggi La Masseria Ferraioli diventa un teatro, accogliendo un pubblico di tutte le età. Sono previsti spettacoli serali e repliche mattutine per le scolaresche.
Il bene in passato fu fortino del clan Magliulo capeggiato da Vincenzo Magliulo, noto come “l’ingegnere della camorra”. Magliulo ex-assessore nelle file della Democrazia Cristiana, arrestato nel 1989, fu tra i principali responsabili della sanguinosa faida di camorra con la cosca rivale dei Moccia, che tra gli anni ’60 e ’80, che causò numerose vittime. Un’area di circa 150mila metri quadrati, la più grande della Città Metropolitana di Napoli. La masseria, che dopo la confisca è stata assegnata al Consorzio Terzo Settore è intitolata ad Antonio Esposito Ferraioli, giovane sindacalista di Pagani e vittima innocente di camorra.
“Teatro Deconfiscato” è un format originale e unico
Il Format, ideato e diretto da Giovanni Meola, è davvero originale e unico per il suo particolare “palcoscenico deconfiscato”. Mette assieme spettacoli provenienti da autori e drammaturghi diversi tra loro e tutti attenti a temi sociali di grande rilevanza e attualità.
La rassegna anche per questa edizione ospita due artisti molto noti e riconosciuti dal grande pubblico. Arrivato a ben 1100 repliche “Kohlhaas”; adattamento da H. von Kleist, drammaturgia di M. Baliani e Remo Rostagno, per la regia di Maria Maglietta e con Marco Baliani. “Kohlhaas” un potente racconto orale diventa la trasposizione di un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500. Un sopruso che, non risolto col diritto, genera una violenza incontrollabile, in nome di un ideale di giustizia naturale, fino a che il conflitto originario della vicenda non si risolve tragicamente. Una fine che illumina ambiguamente la figura del protagonista come un possibile eroe del suo tempo. In scena venerdì 29 Ottobre, alle ore 20.30.
Sabato 30 Ottobre, sempre alle ore 20.30, invece sarà la volta de “Gli Alberi Muoiono in Piedi”. Lettura in musica, di e con Elena Bucci, ispirata a vita e opere di O. Fallaci e A. Panagulis da ‘Nella Lingua e Nella Spada”. La storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Il primo trova nella poesia la cura per resistere alla violenza di tirannia e carcere, la seconda fa del suo lutto un libro. Sono irriducibili, isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia. Entrambi trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, tesoro al quale attingere quando manca il coraggio.
Due gli spettacoli serali in replica la mattina per le scuole
Tra gli spettacoli serali, in replica nelle mattinate per le scuole, due spettacoli, anch’essi tratti da fatti di cronaca italiana. Il primo ”Io so e ho le prove”, di e con G. Meola, tratto dal best-seller di V. Imperatore, il libro denuncia sulle attività illecite delle banche.
Il secondo intitolato “Il Bambino con la bicicletta rossa” con Antimo Casertano e diretto da G. Meola. Ambientato a Viareggio mostra come in un affresco i nove protagonisti di una vicenda allora clamorosa, poi del tutto obliata: il primo rapimento di un minore finito tragicamente, il caso Lavorini. Fine anni ’60, tra politica, devianza, destra eversiva e depistaggi, un solo corpo d’attore per nove voci trasfigurate attraverso un meraviglioso lavoro fisico e sonoro. Lo spettacolo è anche vincitore del premio Politai Visionari e semifinalista di In- Box.
La rassegna ha il contributo del MIC ed è realizzato con il contributo della Regione Campania L.R. n. 6/2007. L’ingresso sarà con prenotazione obbligatoria con sottoscrizione volontaria e green pass obbligatorio.
“Teatro Deconfiscato” – programma completo
”Io so e ho le prove” – Sabato 23 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 9.30
Virus Teatrali presenta ”Io so e ho le prove”, drammaturgia – regia – con | Giovanni Meola e con | Daniela Esposito Liberamente tratto dall’omonimo memoriale di V. Imperatore e selezionato al CTF 2021. Il lavoro racconta la conversione di un’ex-manager che, dopo 25 anni, fuoriesce dal sistema bancario e ne denuncia tutte le nefandezze. Accanto al protagonista, un’attrice muta-rumorista che, con suoni, musiche e vocalizzi, contribuisce a creare un’atmosfera talora sopra le righe, ironica o grottesca, ma anche serrata e diretta, drammatica e vera. Lo spettacolo sarà replicato Lunedì 25 e Martedì 26 Ottobre alle ore 11.30
“Il Bambino con la bicicletta rossa” – Sabato (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 11.30
La Compagnia Teatro Insania presenta “Il Bambino con la bicicletta rossa” drammaturgia – regia | Antimo casertano diretto da G. Meola. Vincitore Politai Visionari, semifinalista In-Box, il testo, per il 70% in versi di varia natura, mostra come in un affresco i nove protagonisti di una vicenda allora clamorosa, poi del tutto obliata: il primo rapimento di un minore finito tragicamente, il caso Lavorini. Fine anni ‘60: tra politica, devianza, destra eversiva e depistaggi, un solo corpo d’attore per nove voci trasfigurate attraverso un inesausto lavoro fisico e sonoro. Lo spettacolo sarà replicato Domenica 31 Ottobre al Teatro Rostocco di Acerra alle ore 21.15
“Abbascio ‘a grotta” – Domenica 24 Ottobre (Teatro Rostocco – Acerra NA) ore 21.15
Madrearte presenta “Abbascio ‘a grotta” drammaturgia – regia – con | Antonio Diana Simbolo di un luogo assai oscuro, fisico o mentale, ‘a grotta è anticamera e riflesso di tutte le violenze generate quotidianamente in famiglia e nella società. In una cantina come luogo del subconscio, i tanti personaggi vivono un rito ancestrale e catartico, tormentati dal desiderio di liberarsi o di accettare il proprio destino, tra ricordi malati ed incubi compressi. Il tutto espresso da un unico corpo d’attore, viscerale e poetico.
“Il fulmine nella terra. Irpinia 1980” – Lunedì 25 Ottobre (Masseria Ferraioli-Afragola NA) ore 9.30
Teatro dell’Osso presenta “Il fulmine nella terra. Irpinia 1980 ” drammaturgia – regia | Mirko Di Martino e con | Orazio Cerino Racconto teatrale basato su articoli, testimonianze e documenti originali, che ricostruisce i primi giorni del tragico sisma irpino del Novembre 1980, raccontando con ironia o con crudezza la storia di vittime e soccorritori, i ritardi, l’impreparazione e gli errori dei soccorsi. Anche racconto di un’epoca molto più lontana di quanto non sia in realtà, narrazione ora leggera, ora dolorosa, dell’Italia da bere di quegli anni.
“L’estranea di casa” – Lunedì 25 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 20.30
Bottega degli Apocrifi presenta “L’estranea di casa” drammaturgia – regia – con | Raffaella Giancipoli Lasciarsi alle spalle la propria terra per assicurare un futuro ai figli. Una donna, due vite: la Romania, dove qualcun altro si occupa dei suoi figli e l’Italia, dove lei si prende cura degli anziani. Premio Festival della Resistenza 2018, L’Estranea di Casa è però soprattutto la storia di Culin, un bambino cresciuto al telefono con tante promesse di ritorno, un orfano di madre viva, disposto a tutto pur di riportarla finalmente a casa.
“W la mafia” Martedì 26 Ottobre (Masseria Ferraioli – Afragola NA) ore 9.30
Prima Quinta presenta “W la mafia” drammaturgia – regia – con | Aldo Rapè. Intimo, poetico, inno alla vita e grido disperato contro tutte le mafie e le sue più aberranti manifestazioni. Lo spettacolo racconta la storia di un ragazzo particolare, Calogero, rimasto di fatto allo stato bambinesco dopo aver assistito all’omicidio dei suoi genitori. La favola di un bimbo e del suo fido burattino pinocchiesco Gino. Spettacolo pluripremiato e plurirappresentato, suggestivo ed evocativo, radicale e paradossale.
“Dita di Dama” Martedì 26 Ottobre (Masseria Ferraioli-Afragola NA) ore 20.30
Aparte-Ali per l’Arte presenta “Dita di Dama” drammaturgia – regia | Laura Pozone – Massimiliano Loizzi e con | Laura Pozone Adattamento dal romanzo di Chiara Ingrao ambientato ad inizi anni ’70, a cavallo della nascita dello Statuto dei Lavoratori. Tra lacrime di commozione e sorprendente ed irresistibile comicità, seguiamo le vicende di 14 personaggi, tutti interpretati dalla stessa attrice, durante gli anni delle lotte operaie, storia al femminile di emancipazione sociale e di vita, a partire dalla diciottenne operaia sua malgrado futura sindacalista.
Casa degli Alfieri presenta “ Kohlhaas ” adattamento da H. von Kleist, drammaturgia | M. Baliani – Remo Rostagno, regia | Maria Maglietta e con | Marco Baliani. Arrivato a ben 1100 repliche, questo potente racconto orale è la trasposizione di un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500.
“Gli Alberi Muoiono in Piedi” – Sabato 30 Ottobre (Masseria Ferraioli-Afragola NA) ore 20.30
Le Belle Bandiere presenta “Gli Alberi Muoiono in Piedi” (lettura in musica) ispirata a vita e opere di O. Fallaci e A. Panagulis da ‘Nella Lingua e Nella Spada’ di – con | Elena Bucci. Questo melologo si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Il primo trova nella poesia la cura per resistere alla violenza di tirannia e carcere, la seconda fa del suo lutto un libro. Irriducibili, isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia, trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, tesoro al quale attingere quando manca il coraggio.
Ingresso con prenotazione obbligatoria: mail teatrodeconfiscato@gmail.com | whatsapp 320 21 66 484
Sabato 23 ottobre al Teatro Bolivar di Napoli va in scena il Burlesque con la Compagnia Burlesque Cabaret Napoli.
Anche il Teatro Bolivar brinda alla riapertura dei teatri, con la presenza al cento per cento del pubblico in sala. Ha deciso di riaprire seguendo il tema spensierato e gioioso del burlesque. Il Bolivar dedica ben tre date alla Compagnia Burlesque Cabaret Napoli che sarà in scena con lo spettacolo “Les Folies Napoliteins” (“Le Follie Napoletane”).
Tra le novità di questa stagione teatrale che brinda al clima di riapertura delle attività e degli spazi artistici, ci sono i prossimi appuntamenti del teatro Bolivar che apre le porte, con ben tre date, all’ammaliante, fresco, dirompente burlesque della “Compagnia Burlesque Cabaret Napoli”.
Floriana D’Ammora in arte Fanny Damour
Il burlesque come strumento per canzonare il mondo
Nel XIX secolo, negli USA e in Gran Bretagna, il burlesque era uno spettacolo che parodiava il mondo, le abitudini e i passatempi dell’aristocrazia e dei ricchi industriali, per divertire le classi meno abbienti. Si componeva di una trama piuttosto esile, canzoni, numeri di ballo e tanta comicità. Ma per mantenere vivo l’interesse del pubblico, i fautori degli spettacoli non si facevano scrupoli ad aggiungere sul palco la nudità
Les Folies Napoliteins s’ispira al varietà dell’age d’or parigina del teatro Les Folies Bergère. Si rifà ad una tradizione europea di music hall, varietà e cabaret dove si respirava un clima licenzioso, erotico ed al tempo stesso comico. Si alterneranno, dunque, siparietti in cui ogni artista performer porterà in scena una sua personale visione dell’erotismo, oltrepassando la linea invisibile tra palco e spettatore.
La base comune delle performance è lo striptease. Ognuno può togliere ciò che vuole, lasciare intravedere, trascinare il pubblico in un’altra epoca. O meglio in una dimensione onirica fatta di piume, lustrini, pailettes e musica jazz delle origini. La quarta parete è abbattuta e l’interazione con il pubblico sarà parte dello show.
Burlesque Cabaret Napoli con Fanny Damour e Roby Roger
La Compagnia Burlesque Cabaret Napoli nasce nel 2013 dall’incontro tra Floriana D’Ammora e Roberta Della Volpe, in arte Fanny Damour e Roby Roger. Fanny Damour e Roby Roger prima condividono un percorso formativo di ampio raggio, tra teatro, danza, arti visive, grafica e fumetto. Solo in un secondo momento, decidono di dedicarsi allo studio e alla ricerca di una forma d’arte e di spettacolo ancora poco conosciuta al grande pubblico: Il Burlesque. Oggi la compagnia è composta da 11 elementi.
Un racconto lungo 189 pagine. Ricordi di un’infanzia vissuta in un quartiere popolare e periferico nel Dopoguerra, mescolati a quelli di un progetto coraggioso: un teatro d’avanguardia
Sarà presentato venerdì 22 ottobre 2021 alle ore 18,00 nella Corte dell’Arte alla Fondazione Quartieri Spagnoli FOQUS, in via Portacarrese a Montecalvario 69 Napoli, il libro di Angelo Montella: “La vita è una partita doppia – Storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli”.
Interverranno Giovanni Laino, Adriana Buffardi, Annamaria Palmieri, Maura Striano. Letture di Giovanni Ludeno. Angelo Montella, con questo racconto lungo 189 pagine, mescola i ricordi di un’infanzia vissuta in un quartiere popolare periferico nel Dopoguerra. Il ricordo dei primi lavori, della parentesi da dirigente aziendale e dell’impiego in Arabia Saudita. Fino alla scelta di tornare a Napoli con un progetto coraggioso: un teatro d’avanguardia.
Stefano De Matteis firma l’introduzione mentre la postfazione è di Goffredo Fofi
La vita è una partita doppia – Storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli si avvale dell’introduzione di Stefano De Matteis e della postfazione di Goffredo Fofi. Il libro è la storia di un’impresa culturale e artistica in un territorio complesso. Un territorio, quello dei Quartieri Spagnoli, che negli anni Ottanta risultava addirittura talvolta aggressivo e pericoloso. Questa l’epoca in cui Montella, assieme a Igina Di Napoli, fa risorgere dalle ceneri il Teatro Nuovo. Infatti i locali dell’antico teatro furono distrutti prima da un incendio e, poi da incuria e abbandono.
Una sala, quella del Teatro Nuovo, che dalla prima metà del Settecento non aveva mai smesso di collezionare successi e applaudite presenze. Donizetti, Rossini e diversi grandi musicisti fino al tardo Ottocento anno calcato le scene di questo teatro. Nel Novecento poi fu il turno dei Petito, i Di Napoli, fino a Viviani, Scarpetta e i De Filippo.
Le vicende presenti nel volume non raccontano solo l’audacia di un programma ambizioso di rinascita, specie in quel periodo di fervore artistico, di ricerca e di sperimentazione. Bensì un racconto di come si trasforma la città e la vita degli stessi Quartieri attorno a via Montecalcario.
In un contesto segnato da innumerevoli criticità, l’autore intraprende una personale battaglia che si intreccia alla storia del teatro sperimentale. In quel tempo al Nuovo si aggiunge la Sala Assoli ed entrambi assurgono al ruolo di protagonisti necessari e fondamentali della scena napoletana e nazionale. Due poli culturali che hanno lasciato un segno indelebile attraverso gli allestimenti di innumerevoli e illustri artisti. Indimenticabili Annibale Ruccello, Leo de Berardinis, Antonio Neiwiller, Mario Martone, Toni Servillo, Antonio Latella, Pippo Delbono, Carlo Cecchi, e molti altri.
Angelo Montella, classe 1946
Montella nasce a San Gennaro Vesuviano (Napoli) il 12 febbraio 1946. Leggendo il suo curriculum si scopre che ha lavorato per diversi anni come direttore amministrativo. Che ha avuto un’esperienza di due anni in Arabia Saudita, per tornare a Napoli a trentun anni. Al suo ritorno a Napoli, Angelo Montella cambia radicalmente vita, iniziando una lunga e proficua carriera teatrale.
Il libro è edito da Liguori, la casa editrice fondata a Napoli nel 1949
Dal 1949, anno della sua fondazione a Napoli, la casa editrice Liguori, attraverso la maturazione di un progetto editoriale multidisciplinare, ha arricchito nel tempo il suo catalogo nell’ambito delle scienze sociali, delle scienze umane e tecniche.
Attraverso numerosi testi di critica letteraria, di economia, di sociologia, di architettura, di matematica e di varie altre discipline, il Catalogo è cresciuto fino a sviluppare oggi circa cinquemila titoli. La produzione è organizzata in numerose Collane editoriali alle quali collaborano autorevoli studiosi italiani e stranieri. Negli ultimi anni Novanta e all’inizio del duemila l’editore si è impegnato nella ricerca nei settori innovativi dell’editoria con la partecipazione a prestigiosi progetti di ricerca europei e del Ministero della Ricerca e dell’Università e con la produzione di testi digitali nel doppio formato cartaceo-ebook.
Attualmente la casa editrice presidia il settore universitario per le materie scientifiche e umanistiche, come la matematica o l’ingegneria o l’entomologia; oppure la critica letteraria, la linguistica, o la filosofia, la pedagogia e la psicologia, al contempo orientandosi con un rinnovato interesse verso produzioni di carattere scientifico – umanistico di tipo divulgativo e verso scritture e narrazioni a cavallo tra la memoria e la contemporaneità.
Il 15, 16 e 17 ottobre al Teatro Sannazzaro di Napoli Gaia Aprea interpreta “La Maîtresse”. Liberamente tratto da Memorie di una maîtresse americana di Nell Kimball, lo spettacolo vede Gaia Aprea nel doppio ruolo di interprete e regista Prima nazionale
Gaia Aprea venerdì 15, e poi in scena fino a domenica 17 ottobre, apre la stagione 2021-22 del teatro Sannazaro con “La Maîtresse”. Lo spettacolo, in prima nazionale, è liberamente tratto da Memorie di una maîtresse americana di Nell Kimball. La Aprea ha curato la riduzione del testo, ne è la protagonista ed ha curato la regia.
Lo spettacolo è il racconto in prima persona della vita di Nell Kimball. La Kimball nata nel 1854 in un “podere di sassi” nell’Illinois e morta in Florida nel 1934. Cominciò la sua carriera a 15 anni in un bordello di Saint Louis e la concluse come tenutaria di case di lusso. Le sue memorie affidate nel 1932 allo scrittore Stephen Longstreet furono regolarmente rifiutate dagli editori per la crudezza del linguaggio. Vennero pubblicate solo a distanza di quarant’anni.
“La Maîtresse” offre spunti molteplici di riflessione. Nell Kimball è una donna manager dell’Ottocento. Una persona in grado di realizzare un bordello funzionale dove tutto è in regola e le ragazze sono sane. Nulla a che vedere con quello che succedeva in bordelli-alveare, come lei stessa li definiva, dove le ragazze, anche 250-300 vivevano in piccole stanze e senza alcun controllo sanitario.
Si evidenziano, così, più le brutture degli uomini e della loro visione ‘maschiocentrica’ rispetto ad una ‘modello’ al femminile dove tutto funziona perfettamente.
La parità dei diritti e la rivendicazione della dignità
In un momento storico, il nostro – dice la Aprea – in cui sembra che lentamente stia affiorando nella coscienza collettiva la consapevolezza che la questione sulla parità dei diritti tra uomo e donna non è affatto risolta. mi è sembrato particolarmente interessante andare ad indagare nella vita di una prostituta del secolo scorso che ha saputo rivendicare a se il diritto alla dignità.
Una donna che per quell’epoca rappresentava un vero scandalo denuncia con le sue memorie. Impossibilitata a prendere altre strade data la condizione di indigenza delle sue origini. La Kimball era comunque determinata ad affermare la sua posizione all’interno della società stessa che la condannava. Diventa così tenutaria di importanti ed eleganti bordelli, ribaltando così la sua situazione d’origine. E obbligando la “parte alta della società” almeno quella maschile, a mostrasti in tutta la sua bassezza e depravazione.
Il suo occhio, senza mai esprimere giudizi, si limita a raccontare, a fotografare come andavano le cose per quelli nati in basso…puttane, neri o ebrei che fossero. E riflettendo proprio a partire da questo lavoro, come anche da libri su altre donne che hanno intrapreso percorsi simili a quelli della Kimball, è opportuno interrogarsi sulla necessità di dare una legalizzazione al fenomeno della prostituzione.
La prostituzione è un fenomeno talmente diffuso da doverne prenderne atto e creare una forma di legalizzazione
Oggi la prostituzione, – continua la Aprea – purtroppo o per fortuna, non voglio entrare nel merito di una cosa che viene considerata sempre un tabù, della quale non si deve parlare. E’ un fenomeno talmente diffuso da doverne prenderne atto e creare una forma di legalizzazione di modo che la tratta infinita delle ragazze dell’Est, delle ragazze extracomunitarie che arrivano in Italia senza permesso di soggiorno, che vengono messe sulla strada, forse potrebbe essere regolamentata.
La voce intensa ed insolente di Nell, dal timbro un po’ roco, velata di dolcezza e brutalità, viene dal ventre dell’America e da una verità che ai tempi narrati dal libro ed anche molto dopo, nessuno poteva manifestare, se non in privato. Tratto dalle sue memorie il monologo racconta con onestà, crudezza e molta lucidità il percorso di una donna che assume su di se il suo destino di prostituta senza soccombere mai e senza mai perdere la dignità e la stima di se stessa.
Supportato da immagini d’epoca che aprono squarci di realtà lo spettacolo è percorso da un racconto musicale che accompagna e sostiene la narrazione sino a sfociare nella nascita del jazz, nella New Orleans dei primi del Novecento.
Prossimo spettacolo in stagione, dal 22 al 24 ottobre, è El blues di Loi con Milvia Marigliano e Igor Esposito con drammaturgia di Igor Esposito e la supervisione di Peppino Mazzotta; una performance teatrale dove un’attrice e un poeta accompagnati da un musicista portano in scena i versi di una delle personalità poetiche più potenti del secondo Novecento italiano: il poeta Franco Loi. Un blues che si dipana attraverso quattro stazioni drammaturgiche.
Abbiamo incontrato Beatrice Venezi che ci ha parlato di “Le sorelle di Mozart” e delle loro storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli
L’importanza del riconoscimento del ruolo della donna nel mondo della musica rispecchia quanto ancora si debba fare per superare un retaggio culturale che ancora vede la donna relegata a ruoli marginali. O peggio senza che alla Donna siano riconosciute le sue reali capacità. E così se “casa”, “famiglia”, “musica” sono sostantivi femminili che nel loro stesso nome esaltano il ruolo della donna, ritroviamo troppe volte la Donna stessa oggetto di discriminazione sociale.
“Le Sorelle di Mozart”, da voce alle donne con storie di compositrici geniali e musiciste ribelli.
Beatrice Venezi, Direttore d’Orchestra, rivendica il ruolo della donna nella musica, iniziando proprio dal riconoscimento del titolo accademico e professionale “direttore d’orchestra” e non direttrice. Beatrice, non è solo un talento ormai riconosciuto ed invidiatoci a livello internazionale, è una Donna fiera di esserlo e, consapevole del suo valore porta, attraverso il suo libro “Le Sorelle di Mozart“, da voce alle donne con storie di compositrici geniali e musiciste ribelli.
Spiega Beatrice Venezi: – «Questa è la storia di alcune donne uniche. Musiciste geniali. Compositrici innovative. Interpreti sublimi. Donne uniche capaci di emergere in un mondo che avrebbe fatto volentieri a meno di loro. Che le ha considerate inadatte, sfrontate, scandalose, incapaci. Questa è la storia di alcune donne uniche, in un mondo di uomini.»
Anche la Chiesa proibì alle donne di cantare. La società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile
Ad alcune fu impedito di suonare, altre non poterono firmare le composizioni frutto del loro lavoro. E mentre le porte dei conservatori erano aperte solo per gli uomini, la Chiesa proibì a loro di cantare, la società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile. La storiografia ufficiale della musica per secoli ha escluso le donne dalle sue pagine, ignorando compositrici rivoluzionarie, musiciste innovative e giovani talentuose. Dimenticando, o tralasciando, esperienze e intuizioni destinate a cambiare il corso della musica classica.
Un libro, questo di Beatrice Venezi, di cui consigliamo la lettura prima di tutto agli uomini. In particolare a quegli uomini che ancora oggi non comprendo la forza ed il coraggio, la determinazione che le donne da sempre impiegano nel loro essere donna.
Partendo da Ildegarda, monaca geniale che usava il canto per comunicare con Dio; quella delle grandi compositrici del Barocco ritratte dai Gentileschi; quella delle donne del Sette-Ottocento, confinate in casa e definite solo in funzione degli uomini, come la sorella di Mozart, o la moglie di Schumann.
Sono sicuramente di esempio anche le storie delle musiciste ribelli del secolo scorso e dei nostri giorni, che ritroviamo nelle Sorelle di Mozart. Maria Callas, Nadia Boulanger, Martha Argerich, Björk, donne che, nonostante le difficoltà, hanno forzato i confini dello spazio che gli veniva concesso nel mondo della musica, combattendo per se stesse e per le generazioni future.
Diretti da Mirko Di Martino, Antonio D’Avino e Nello Provenzano, portano sul palcoscenico del TRAM le Operette Morali di Giacomo Leopardi.
Nella sala di via Port’Alba a Napoli dieci dialoghi sulla felicità, il dolore e il rapporto tra gli uomini. Sul palco Antonio D’Avino e Nello Provenzano diretti da Mirko Di Martino
Di Martino: “Le Operette Morali di Leopardi: un Black Mirror dell’Ottocento”
Giovedì 14 ottobre alle 21 apre la stagione 2021/2022 del Teatro Tram di Napoli. Il TRAM riprende il proprio percorso nella settimana in cui le nuove misure approvate dal Governo riportano la capienza nelle sale al 100%.
L’apertura è affidata a “Le Operette Morali” di Giacomo Leopardi, un capolavoro letterario che, attraverso dialoghi tra i personaggi più disparati (un venditore di almanacchi, un folletto, un mago), affronta i grandi temi della vita: la ricerca della felicità, il dolore, la morte, il rapporto dell’uomo con gli altri uomini e con l’universo.
Con la regia di Mirko Di Martino, che della sala di Via Port’Alba è fondatore e direttore artistico, sul palco i due attori Antonio D’Avino e Nello Provenzano interpretano i tanti protagonisti, due figure arrivate alla fine del tempo, quando tutto è consumato, quando le illusioni sono sparite e non resta più spazio per l’azione, ma solo per la rappresentazione.
Dal 14 al 31 Ottobre in scena 10 delle 24 Operette di Leopardi
In scena 10 delle 24 operette di Leopardi, per uno spettacolo prodotto da Teatro Dell’Osso e Il Demiurgo in collaborazione con il Teatro Tram. Con tre settimane di programmazione le Operette Morali di Leopardi resteranno in scena fino al 31 ottobre.
Un testo sorprendente, lontano dagli stereotipi spesso associati al Poeta di Recanati morto a Napoli nel 1837. Dialoghi ironici, rapidi e pungenti, molti sorrisi, altrettante considerazioni sull’animo umano. Gli attori, Antonio D’Avino e Nello Provenzano, si trasformano di volta in volta in volti e voci pronti a disegnare l’universo complesso dell’esistenza. Lo spettacolo è una riflessione lucida e impietosa sul mondo, sulla storia, sul genere umano, resa ancora più attuale dalla pandemia che stiamo affrontando.
“Leopardi non aveva certo in mente il teatro quando, nel 1824, dava alle stampe le ‘Operette morali’ – spiega il regista Mirko Di Martino -: pensava alle satire greche di Luciano, ai romanzi moderni e filosofici di Sterne e Voltaire. Eppure, non c’è dubbio che l’efficacia performativa dei suoi dialoghi è evidente, soprattutto là dove il contenuto argomentativo incontra il gusto amaro dell’ironia.”
E’ la stessa ironia di Leopardi che, ancora oggi, rende attualissimo il testo per come è scritto
Continua Di Martino: – “Quella stessa ironia che, ancora oggi, appare così stridente in confronto all’armonia delle sue poesie. Quella stessa ironia che, ancora oggi, rende attualissimo il testo di Leopardi per come è scritto, prima ancora che per cosa è scritto: il gusto per la citazione e la parodia, la presa in giro delle manie e delle fissazioni, il contenuto filosofico nascosto nelle banalità quotidiane, la mescolanza di stile elevato e popolare, il piacere della battuta e del gioco di parole.
A guardarle una dietro l’altra, queste operette, sembra di assistere a una serie antologica distopica, un Black Mirror dell’Ottocento: in quale altro testo potremmo trovare un folletto e uno gnomo che discutono della scomparsa del genere umano, un mago che evoca un demone, morti imbalsamati che risorgono, uno scienziato che ha scoperto il segreto della vita eterna, la natura che ha preso le forme di una enorme donna distesa sul fianco di una montagna?”.
Le Operette Morali rappresentate:
La scommessa di Prometeo
Dialogo di un Folletto e di uno Gnomo
Dialogo di Malambruno e di Farfarello
Dialogo di un fisico e di un metafisico
Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie
Dialogo della Natura e di un Islandese
Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez
Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere
Dialogo di Tristano e di un amico
Cantico del gallo silvestre
di Giacomo Leopardi
testo e regia di Mirko Di Martino
con Antonio D’Avino e Nello Provenzano
scene di Giorgia Lauro
aiuto regia Angela Rosa D’Auria
produzione Teatro dell’Osso e Il Demiurgo
in collaborazione con Teatro TRAM
Informazioni per gli spettatori
Biglietti: intero € 13,00 – ridotto € 10,00 (under 26 e over 65) – Card 3 spettacoli a scelta: € 27
Orari spettacoli:
Giovedì ore 21.00 (giovedì 21 e 28 ottobre anche alle ore 18.00)
Sabato 2 ottobre alle ore 19:30, presso il Cortile delle Statue dell’Università Federico II di Napoli, si terrà il concerto “Le sorelle di Mozart”. Esegue la Nuova Orchestra Scarlatti diretta da Beatrice Venezi.
Il concerto diretto da Beatrice Venezi conclude Unimusic 2021, il Festival realizzato dalla Nuova Orchestra Scarlatti in collaborazione con l’Università Federico II. Un concerto originale con tanti motivi di interesse, tutto dedicato a musiche di compositrici di ieri e di oggi. Il titolo del concerto, Le sorelle di Mozart, è tratto dal secondo fortunato libro di Beatrice Venezi, edizione UTET. Un libro che, come dice la stessa Beatrice, contiene “Storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli”.
La Nuova Orchestra Scarlatti, con cui Beatrice collabora fin da giovanissima, ha accolto il suo input. Con lei, la Nuova Orchestra Scarlatti ha ideato un programma tutto al femminile.
Fra le tante occasioni di ascolto, tutte interessanti, troveremo la riscoperta di una bella Sinfonia romantica di Louise Farrenc. Compositrice francese dell’ ‘800 Louise Farrenc, nonostante la grande ammirazione dei suoi contemporanei, molto dovette lottare per ottenere un riconoscimento professionale pari a quello dei suoi colleghi maschi. Sarà eseguita la singolare Cavalcata grottesca di Emilia Gubitosi, colta esponente della scuola napoletana del ‘900.
A seguire, con un colpo di bacchetta, saremo trasportati dal passato al presente con un brano orchestrale di ipnotica suggestione intorno al mito di Medea. Il brano è della romana Silvia Colasanti (classe 1975), considerata la compositrice italiana vivente al momento più eseguita e rappresentata in Europa, sempre con grande impatto e successo.
Ascolteremo anche l’intenso “In memoriam” della compositrice albanese Lejla Agolli (classe 1950), il canto di una madre al tempo della guerra del Kosovo, che si scioglie infine in una luminosa atmosfera di pace. Un brano questo che la Nuova Orchestra Scarlatti ha eseguito in prima esecuzione assoluta in Vaticano in occasione del Giubileo delle Donne del 2000, con clarinetto solista Gaetano Russo.
Biglietti disponibili su azzurroservice.net e presso i punti vendita autorizzati.
21 marzo 1993 debutta la Nuova Orchestra Orchestra Scarlatti. Oggi ancora in attesa del giusto riconoscimento da parte delle istituzioni è divenuta esempio di promozione culturale in tutta Europa.
A partire dal 1994 la Nuova Orchestra Scarlatti è presente a Napoli e in Campania con un’attività articolata in stagioni concertistiche, appuntamenti e rassegne periodiche. Un successo che si è consolidato negli anni allargando la propria platea ben oltre i tradizionali confini del pubblico del genere classico.
il segreto del successo dell’orchestra sono le formule innovative di programma che, attraverso calibrati abbinamenti, conciliano qualità e piacevolezza delle proposte.
Una delle vocazioni di fondo della Nuova Orchestra Scarlatti è stata la ricerca e la elaborazione di forme innovative di avvicinamento dei giovani alla musica, che si è concretizzata in cicli di incontri espressamente concepiti per gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado, dal taglio fortemente ‘interattivo’.
Esempio di valorizzazione del patrimonio della scuola musicale napoletana
Alla la Nuova Orchestra Scarlatti va sicuramente riconosciuto il merito di valorizzare in Italia e nel mondo il patrimonio della scuola musicale napoletana. Ricordiamo l’allestimento dell’opera Nina ossia la pazza per amore di Paisiello (Leuciana Festival), la prima esecuzione moderna della cantata di Domenico Cimarosa Il trionfo della fede, in collaborazione con Roberto De Simone nel marzo 1999, il Concerto per Caterina II di Russia, tenutosi il 15 ottobre 2003 presso il Teatro di Corte dell’Ermitage a San Pietroburgo, con un programma di musiche del ‘700 napoletano sempre curato dal M.° De Simone, una tournée in Libano nel giugno 2004 e, nel luglio dello stesso anno, la partecipazione all’allestimento del Ratto dal Serraglio di Mozart, con la regia di De Simone e la direzione di Leopold Hager, presso Villa Favorita ad Ercolano.
L’Orchestra è stata ospite di varie edizioni del Festival di Ravello, a partire dai due Concerti all’alba del 2007 e 2008 e poi con originali programmi sinfonici come quelli dedicati alle musiche di Nino Rota (Enchantment – giugno 2012, con Fabrizio Bosso, tromba solista), Lucio Dalla (Variazioni su Dalla – giugno 2013) e di Pino Daniele (‘O mare – giugno 2015)
Nuova Orchestra Scarlatti, tre orchestre in una con la Scarlatti Junior e la Scarlatti Young
La Nuova Orchestra Scarlatti a partire dall’autunno 2014, ha promosso la formazione di altre tre orchestre – la Scarlatti Junior, aperta a ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 18 anni, la Scarlatti Young, per giovani strumentisti di età compresa fra i 18 e i 28 anni, e la Scarlatti per Tutti, orchestra amatoriale che accoglie persone di ogni età ed estrazione, accomunate dal puro piacere di far musica insieme; ha così dato vita a una vera e propria Comunità musicale che collega fra loro quattro Orchestre e coinvolge tutti, a 360 gradi: musicisti professionisti, giovanissimi, giovani, dilettanti di tutte le età.
Fondatore e attuale direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti è il M.° Gaetano Russo che abbiamo avuto il piacere di intervistare per voi.
Domenica 26 settembre, in occasione delle Giornate del Patrimonio alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” si inaugura una grande mostra che celebra l’immaginario dantesco alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”
Le più belle immagini della Divina Commedia in mostra a Napoli alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” da domenica 26 settembre. Una grande mostra che celebra l’immaginario dantesco, ricco di suggestioni e allegorie, di simboli e luoghi fantastici, che ha da sempre attirato l’interesse degli artisti.
“La Divina Commedia per immagini. Settecento anni di iconografia dantesca”, questo il titolo della mostra. Un racconto per immagini che documenta, in modo completo, ma sintetico, i momenti diversi della tradizione figurativa della Divina Commedia dal XIV ai giorni nostri. Un percorso ricco di seduzioni che accompagna il visitatore dalle ingenue miniature dei primi codici medievali, agli accurati disegni del Quattrocento. Dalle prime edizioni a stampa, alle illustrazioni più famose. Di sicuro interesse la pregiata edizione di Antonio Zatta (Venezia, 1757 -1758 Dedicata alla Sagra Imperial Maestà di Elisabetta Petrowna imperatrice di tutte le Russie). Come anche l’Atlante Dantesco di John Flaxman, le illustrazioni di Francesco Scaramuzza e quelle più celebri di Gustave Doré (Parigi, Hachette 1861).
La tradizione figurativa dantesca come vera e propria forma di espressione del messaggio poetico e metaforico di Dante
Lo stesso direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, Salvatore Buonomo, ci spiega l’importanza di questa rassegna. “L’importante ed ampia presenza nelle raccolte della Biblioteca dell’opera dell’Alighieri ci permette di offrire una rassegna sistematica dell’iconografia della Divina Commedia e di seguirne l’evolversi. Gli splendidi manoscritti della seconda metà del Trecento e del Quattrocento testimoniano l’impegno e l’accuratezza che i disegnatori hanno dedicato fin dal primo momento ad illustrare la Commedia al pari dei testi sacri. La tradizione figurativa dantesca si sviluppa e inserisce in piena autonomia nell’ambito delle correnti artistiche. Del gusto del momento diventando una vera e propria forma di espressione del messaggio poetico e metaforico di Dante.“
Tra i manoscritti esposti troviamo splendidi miniati, il più antico di questi è quasi coevo della Divina Commedia. Il documento risale alla seconda metà del trecento e presenta settantasei disegni a penna, talvolta leggermente coloriti in rosso. I disegni sono riconducibili alla cultura figurativa del periodo in Umbria.
Riccamente miniato è un altro codice della fine 300 ed inizio 400 proviene dalla collezione del medico e bibliofilo Domenico Cotugno. Il codice contiene il poema dantesco con il commento di Francesco da Buti che incornicia il testo. Appartiene alla collezione farnesiana, invece, il manoscritto datato al 1411 con iniziali miniate. Significativa quella posta ad apertura del Purgatorio che raffigura Dante e Virgilio sovrastati dalle anime purganti.
In ogni epoca grandi artisti si sono cimentati nell’illustrazione del divina Commedia. Tra questi anche Sandro Botticelli e Salvator Dalì
“Illustrare la Divina Commedia è sempre stato un compito difficoltoso. In ogni epoca si sono cimentati artisti anche di chiara fama da Sandro Botticelli a Salvatore Dalì.” Aggiunge il direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, Salvatore Buonomo. “Ma la mostra al magnetismo scenografico abbina l’emozione di offrire in visione autografi originali e esclusivi che documentano l’interesse per l’opera dell’Alighieri da parte di autori come Leopardi e De Sanctis.”
Di Giacomo Leopardi sono esposte alcune pagine autografe dello Zibaldone e la canzone Sopra il monumento di Dante con note di pugno del poeta.
Tra le rarità in mostra le tavole in rame di Giovan Giacomo Machiavell. Sono le tavole dei disegni originali realizzati da Machiavelli tra il 1806 e il 1807, che affiancano l’edizione della Commedia curata da Filippo Machiavelli. Edizione apparsa a Bologna per Gamberini e Parmeggiani tra il 1819 e il 1821 con le 101 tavole dell’incisore.