martedì 19 Marzo 2024
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Teatro Cilea

Il Teatro Cilea, nato come auditorium della scuola di musica per i ciechi, divenne un teatro di prosa a tutti gli effetti.

Era il 1975 quando il Comm. Giuseppe Scarano, famoso impresario napoletano gestore del Teatro Politeama Giacosa al Monte di Dio, riuscì ad aggiudicarsi la gara di assegnazione, da parte dell’Istituto per ciechi Domenico Martuscello, del Teatro Cilea, la sala vomerese nata come auditorium della scuola di musica per i ciechi, divenne un teatro di prosa a tutti gli effetti.

La sala del Teatro Cilea possiede una acustica eccezionale – tanto da farla preferire sempre dal M° Roberto De Simone per le prove delle sue opere musicali – inizialmente ospitò i maggiori spettacoli che transitavano nella Stagione di prosa del Teatro Politeama Giacosa completando così la loro permanenza a Napoli spostandosi sulla Collina del Vomero.

Già dal 1977/78 l’attività del Teatro Cilea si consolidò con una propria autonomia artistica, nacque la Compagnia Stabile Scarpettiana diretta da Mario Scarpetta, pronipote diretto di Eduardo Scarpetta, con interpreti quali: – Dolores Palumbo, Giuseppe Anatrella, Gennarino Palumbo e con allestimenti quali ‘O Scarfalietto; Tre Pecore viziose; ‘O Miedeco dei pazzi; ‘Na Santarella; Miseria e Nobiltà. Il Terremoto del 1980 e la crisi economica derivante, interruppe questa bella esperienza, la gente, in genere, frequentava meno i teatri e i cinema.

Dopo una breve pausa con programmazioni di lieve interesse, la programmazione artistica del Teatro Cilea fu affidata a Mico Galdieri che con il Consorzio Teatro Campania diede vita a produzioni quali: – L’Opera buffa del Giovedì Santo e Il Bazzariota con la regia di Roberto de Simone, ospitando artisti e registi famosi come Bruno Cirino, Mariano Rigillo, Concetta e Peppe Barra, La Nuova Compagnia di Canto Popolare, Isa Daniele, Lina Sastri.

Nomi illustri che non mancarono nei successivi anni, tanto da indurre il figlio di Giuseppe Scarano, Lello, ad ospitare artisti con concerti spettacoli nell’area esterna al teatro Cilea solitamente adibita a parcheggio, oltre 700 posti…
A metà degli anni ’80 il Teatro passa dalle mani del Comm. Giuseppe a suo figlio Lello Scarano che lo programmerà unitamente alla sala del Monte di Dio, con una nuova visione più moderna e nello stesso tempo più popolare ma senza trascurare i grandi interpreti e i grandi autori così, mentre al Politeama imperavano le commedie musicali di Garinei e Giovannini, il Teatro Cilea coraggiosamente ospitava Carmelo Bene, Paolo Poli, le prime apparizioni, in Italia, di Arturo Braghetti; quando nella sala di Monte di Dio si esibiva uno straordinario Giorgio Gaber, con la stessa consapevolezza di ospitare un grande nel suo genere, Lello Scarano ospitava le sceneggiate popolari e i concerti/spettacoli con Mario Merola, Mario Da Vinci; in quegli anni nacque l’Estate del Teatro Cilea, nell’ampio spazio all’aperto, solitamente adibito a parcheggio, fu costruito un vero e proprio palcoscenico con una platea di oltre 700 posti, viene riproposta la Compagnia Stabile Scarpettiana diretta da Mario Scarpetta.

Nel 1987, la gestione artistica della sala vomerese passa per alcuni anni nelle mani del Circuito Teatro Pubblico Campano e assume una collocazione di Teatro di ricerca e d’innovazione, ospitando la nuova drammaturgia napoletana rappresentata da autori, registi e attori quali: Annibale Ruccello, Fortunato Calvino, Carlo Cerciello, Enzo Moscato, Laura Angiulli, Isa Danieli, Nello Mascia.

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Redazione IDN
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EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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