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Le quattro giornate di Napoli

Le quattro giornate di Napoli, film del 1962, è diretto dal regista Nanni Loy. I napoletani esasperati dall’oppressione e dalla violenza dei tedeschi che occupano la città, si ribellano, battendosi per quattro giorni con tutti i mezzi a loro disposizione. Sullo sfondo della battaglia corale emergono alcuni episodi più drammatici, come la morte tra le barricate del piccolo Gennaro, le imprese di un gruppo di ragazzi scappati dal riformatorio e i combattimenti intorno allo stadio del Vomero. Favoriti dalla cattura di un ufficiale, i napoletani trattano la resa dei tedeschi, che alla vigilia dell’ingresso delle truppe alleate lasciano la città.

Location di due celebri film di Nanni Loy è l’Accademia di Belle Arti. In Scugnizzi un giovanissimo spacciatore di droga finisce per uno scherzo del destino nelle mani della polizia. Ne Le quattro giornate di Napoli, sulle scale di ingresso dell’Accademia un marinaio (Jean Sorel) viene fucilato dai soldati tedeschi, mentre i napoletani sono costretti a inginocchiarsi e ad applaudire durante l’esecuzione. La scena de Le quattro giornate di Napoli racconta un epidodio realmente avvenuto, la fucilazione di un marinaio sulle scale dell’università Federico II, sul corso Umberto I. Considerata la difficoltà di bloccare il traffico in una importante arteria stradale, la produzione del film scelse di girare sulla scalinata dell’Accademia di Belle Arti, architettonicamente molto simile a quella dell’università.

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  2. […] De Filippo da cui è tratto il film. Nello stesso edificio è stata girata anche una scena de Le quattro giornate di Napoli, in cui i soldati tedeschi iniziano la deportazione degli uomini […]

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