martedì 1 Aprile 2025
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Orgolio e pregiudizio torna al Mercadante dal 19 febbraio

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Orgoglio e Pregiudizio al Teatro Mercadante

Al Teatro Mercadante dal 19 febbraio al 1 marzo la prima versione teatrale italiana del capolavoro di Jane Austen Orgogio e pregiudizio. La regia, ironica e acclamata, è di Arturo Cirillo.

Orgogio e pregiudizio torna sul palcoscenico sul quale debuttò in anteprima nazionale la scorsa estate e sull’onda di una felice tournée italiana. L’adattamento teatrale di Antonio Piccolo e la regia di Arturo Cirillo. Al Teatro Mercadante di Piazza Municipio lo spettacolo sarà in scena da mercoledì 19 febbraio a domenica 1 morzo. Interprete dello spettacolo lo stesso Arturo Cirillo accompagnato da Valentina Picello, Riccardo Buffonini, Alessandra De Santis, Rosario Giglio, Sara Putignano, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta. Le scene sono di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Camilla Piccioni, le musiche di Francesco De Melis. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale e Marche Teatro.

Spiega Arturo Cirillo – “Penso che Jane Austen sia una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi e inoltre sono affascinato dall’ottocento. Dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena. Provai un raro piacere, svariati anni fa, ad affrontare uno strano testo di Annibale Ruccello ispirato a “Washington Square” di Henry James. Strano perché al confine tra il musical e la commedia, tra la parodia e la ri-scrittura.

L’affascinante mondo di Jane Austen l’orgoglio e pregiudizio che la giovinezza porta con sé

orgoglio e pregiudizio

Il mondo della Austen dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante. Abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare, mi affascina; con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze, e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé.

Perché questo mondo sociale descritto da Jane Austen dove ci si conosce danzando. Dove ci si innamora conversando. Dove ci si confida con la propria sorella perché i genitori sono, ognuno a suo modo, prigionieri del proprio narcisismo. Difatto non mi sembra così lontano da noi. Soprattutto pensando a queste giovani eroine spinte a sposarsi anche per avere finalmente un sostegno economico. Sottraendosi allo stesso tempo all’indecorosa condizione di zitelle, e allontanandosi dalle proprie famiglie d’origine. Anche se poi la povera e zitella Jane Austen (che mai riuscì invece ad abbandonare la propria famiglia) si divertì a sottrarsi a tutto questo mettendolo in scena nei suoi romanzi. Infatti i suoi romanzi sono una spietata critica e allo stesso tempo un’amorosa dichiarazione d’appartenenza all’epoca.

Per fare questo si cala nei suoi personaggi. Personaggi che spesso diventano alter ego amandoli e prendendoli un po’ in giro, magari standosene nascosta dietro una tenda ad osservarli, ridacchiando tra sé. Da dietro quella tenda, come nel buio di una quinta, celata agli sguardi altrui ma attenta a non farsi sfuggire nulla di ciò che accade, Jane Austen reinventa la realtà attraverso la sua rappresentazione, ma mai smettendo di essere vera. Come avviene in teatro.”

Mamma Napoli Mood al Teatro Sociale Aldo Giuffrè di Battipaglia

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Mamma Napoli Mood a Battipaglia

Dopo il successo di inizio tournèe a Milano e in Sicilia, torna in scena in Campania “Mamma Napoli Mood”.

Mamma Napoli Mood è un grido, una chiamata alla sensibilità di tutti. Un’esortazione a non restare impassibili davanti ai problemi che da sempre feriscono la città partenopea. Napoli è raccontata come specchio di povertà di valori morali e sociali che, però, accomunano tutte le grandi metropoli. Realtà dove troppe volte l’unico possibilità di sopravvivenza è uniformarsi, farsi massificare, se non addirittura delinquere.

Quando,invece, dovremmo essere portatori di equità e solidarietà sociale; essere coloro che realizzano un modello di sviluppo fondato sulla dignità della persona. Ecco allora che Napoli diventa l’emblema di tante anime, apparentemente molto diverse tra loro. Anime che vanno a formare il mosaico umano attraverso il quale filtrano i vari colori di una città contesa tra il dolce e l’amaro, la luce e l’oscurità, il bene e il male.

Di Emiliano De Martino lo spettacolo è un viaggio tra immagini evocate e sensazioni fatte riaffiorare dai quadri rappresentati e le canzoni, edite e inedite

Fra commedia e dramma, filosofia del vivere, l’omaggio a Salvatore Di Giacomo. L’importante ricordo di una tragedia volutamente dimenticata, Mamma Napoli Mood di Emiliano De Martino è la rappresentazione di quella parte di noi che ancora si commuove per le piccole cose e per le emozioni veraci. La parte di noi che non vuole arrendersi all’ingranaggio stritolante di una società che ingloba e uniforma le diversità.

Un viaggio tra immagini evocate e sensazioni fatte riaffiorare dai quadri rappresentati e le canzoni, edite e inedite, eseguite live con voce, chitarra e percussioni da Marco De Vincentiis, Valentina Proietto Scipioni e Nico Caruccio. Un viaggio di riflessioni dal ‘900 ai giorni nostri, perché vi sia “una voce per chi voce non ha”.

“In un anno di messe in scena abbiamo raccolto consensi in tutta Italia, abbiamo fatto il pieno di abbracci, sorrisi e lacrime di commozione. Riportare questa opera in Campania è sempre un grandissimo privilegio per me che da Napoli sono stata accolta e adottata”. Dichiara Valentina Proietto Scipioni, voce femminile che incarna tutta la visceralità delle donne napoletane.

“MammaNapoli Mood, uno spettacolo intimo, travolgente, brillante che finalmente torna nella sua terra di origine.” Queste le parole di Marco De Vincentiis, voce maschile e chitarra in scena. Mentre il punto di vista di Nico Caruccio è espresso nella frase “Un dialogo senza parole con occhi che sanno parlare”. Nico Caruccio, che interpreta la maschera di Pulcinella all’interno del vicolo in cui si svolgono i racconti di MammaNapoli Mood.

emiliano de martino

Una produzione firmata tutta femminile per lo spettacolo dedicato a Rodari

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Prodotto da InScena Nuovo Teatro Sancarluccio di Giuliana Tabacchini e da La Falegnameria dell’Attore di Gigliola De Feo, in partnership con Leggimi Forte. Lo spettacolo “Gianni Rodari, un’intuizione fantastica” ideato per il centenario del grande scrittore

Presentato al Teatro Sancarluccio di Napoli il tour nazionale e internazionale dello spettacolo inedito “Gianni Rodari, un’intuizione fantastica”. Prodotto da InScena Nuovo Teatro Sancarluccio e La Falegnameria dell’Attore, in partnership con Leggimi Forte. Lo spettacolo scritto e diretto da Luca Pizzurro, con Franco Oppini e Gigliola de Feo, e con Maria Teresa Iannone e Matteo Lanzara; rientra tra le celebrazioni ufficiali segnalate dalla casa editrice Einaudi sul sito 100giannirodari.com per il centenario del grande scrittore.

Il regista e autore Luca Pizzurro ha sottolineato che “parlare di Gianni Rodari richiede l’immersione in un luogo fantastico in cui convivono l’uno accanto all’altro, come due teneri amanti, il ricordo dolce del passato e lo sguardo attento e rivoluzionario sul futuro

Franco Oppini interpreta Gianni Rodari

Rodari è interpretato da Franco Oppini. “Siamo dinanzi ad un personaggio enorme, ma di tale umanità ed ironia che ho sentito molto vicino – ha spiegato l’attore -. Tornava indietro nella memoria per poter parlare al bambino divenuto con lui soggetto e non più semplice oggetto di insegnamento. La sua storia mi ha suscitato i ricordi della mia famiglia e proveremo a restituire queste emozioni al pubblico”.

Il 27 febbraio parte dal Nuovo Teatro Sancarluccio il tour che porterà lo spettacolo fino a Zurigo e Monaco

In scena al fianco di Franco Oppini e Gigliola De Feo anche e con Maria Teresa Iannone e Matteo Lanzara. Le prime tappe del tour sono sul palco del Sancarluccio dal 27 febbraio al 29 febbraio alle ore 21, il 1 marzo alle ore 18 e poi il 2 e 3 marzo di mattina destinato ai ragazzi delle scuole.

Si prosegue al Teatro Acacia di Napoli, sempre per gli studenti, l’11 marzo di mattina, poi al Teatro Gloria a Pomigliano d’Arco dal 12 al 15 marzo di mattina e con repliche serali. La produzione sbarca poi a Roma, al Teatro del Torrino, dal 23 al 25 aprile. Infine, viaggerà fuori dai confini nazionali, precisamente a Zurigo e Monaco di Baviera tra settembre e ottobre.

Giuliana Tabbacchini e Gigliola De Feo oggi più che mai è attuale e necessaria la visione rivoluzionaria dello scrittore di Omegna

“Non si tratta solo del centenario della nascita, del quarantennale della morte e del cinquantennale del Premio Andersen, unico italiano finora ad esserne stato insignito. Meglio: non è solo perché il 2020 può definirsi a ragion veduta “Anno Rodariano”, che abbiamo deciso di produrre questo spettacolo.

C’è molto di più in questa nostra scommessa.” Spiegano Giuliana Tabacchini e Gigliola De Fero. “C’è il preciso sentire che, oggi più che mai, sia attuale e necessaria la visione rivoluzionaria dello scrittore di Omegna. Rodari non è un nome qualunque per quelli della nostra generazione, 40enni di oggi, che sono stati bambini nel mondo analogico del secolo scorso. Il nome Gianni Rodari non è un nome qualunque. Quando si è donne e “complici” di un progetto che fin da subito è stato nutrito con la fatica e il sorriso di chi ci crede, che per le ragazze, nulla è impossibile (leggasi “La bambola a transistor”, per i dubbiosi al riguardo…)”

Gianni Rodari è la nostra infanzia attraverso i suoi ideali di emancipazione e di giustizia sociale

“Rodari significa la capacità di spalancare porte e finestre della mente attraverso l’incantesimo della sovversione, tenendo sempre viva la capacità di stupirsi. Gianni Rodari è la nostra infanzia attraverso i suoi ideali di emancipazione e di giustizia sociale. Ideali dei quali ancora oggi continua ad esserci un bisogno estremo ed un’urgenza sincera.

Come per restituire qualcosa ad un vecchio amico che ci ha dato tanto. Perché altri lo (ri)conoscano ancora, di nuovo, o per la prima volta, per questo nasce “Gianni Rodari, un’intuizione fantastica” .” Perché, come bene ha scritto Marco Missiroli “… bisognerebbe leggere Gianni Rodari alla Camera dei Deputati e al Senato, nelle stazioni, sui luoghi di lavoro, nelle metropolitane, prima delle assemblee di condominio o delle riunioni di redazione… lasciando che quella scintilla ci colpisca in sotterraneo per insegnarci cos’è la libertà”.

L’Edipo a Colono firmato da Rimas Tuminas

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Edipo a Colono al Teatro San Ferdiando

Dal 6 al 16 febbraio al Teatro San Ferdinando in scena l’allestimento dell’opera di Sofocle nella riscrittura di Ruggero Cappuccio.

L’Edipo a Colono, dopo il felice debutto dello scorso giugno al Teatro Grande di Pompei nell’ambito della rassegna Pompeii Theatrum Mundi, approda al Teatro San Ferdinando di Napoli. Da oggi giovedì 6 fino a domenica 16 febbraio, lo spettacolo Edipo a Colono, su scrittura di Ruggero Cappuccio ispirata all’opera di Sofocle. La regia del lituano Rimas Tuminas. Le scene e i costumi sono di Adomas Jacovskis; le musiche di Faustas Latenas; assistente alla regia Gabriele Tuminaite. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale e Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia.

L’Edipo a Colono, è una tragedia scritta da Sofocle e rappresentata postuma nel 401 a.C.. La tragedia riprende e prosegue la vicenda raccontata dallo stesso Sofocle nell’Edipo re. Ossia la storia collettiva della famiglia di Edipo, che aveva conosciuto grandi glorie e ancor più grandi sventure.

Rimas Tuminas per la prima volta dirige un cast di attori italiani con un testo italiano

Nella riscrittura di Ruggero Cappuccio approdiamo in un luogo della memoria sospeso nel tempo. I segni incancellabili della classicità si specchiano con il clima novecentesco della psicanalisi, delle guerre, delle lotte tra popoli per il raggiungimento del potere.
«L’Edipo a Colono di Sofocle – spiega l’autore – è forse il più alto paradigma del dolore. In esso risplendono le radici delle energie misteriose che il genere umano è stato chiamato a sfidare nell’arco di migliaia di anni. La trasmissione transgenerazionale del male brilla in una forma poetica in cui filosofia, ritualità e libero arbitrio si danno un appuntamento fatale. »

Continua l’autore « La lingua che riaccende le luci dell’istinto e della ragione dei personaggi, è un italiano eroso al suo interno dal vitalismo ellenico della Sicilia e di Napoli. Gli endecasillabi e i settenari che compongono la partitura di questo Edipo, liberano una polifonia ancestrale di suoni tesi ad illuminare il dramma del re cieco attraverso una potenza sensuale oltre che cerebrale. Il processo di conoscenza del sé racconta come tra sofferenza e bellezza esista una relazione strettissima e dice che l’arte non è fatta per guarire le ferite. Il percorso di purificazione di Edipo svela che la natura dei rapporti che l’uomo intrattiene con il proprio io, non sono di ieri o di oggi, ma di sempre».

La messa in scena è del regista lituano Rimas Tuminas. Rimas per la prima volta nella sua carriera ha diretto un cast di attori italiani con un testo italiano.

Gianni Rodari, un’intuizione fantastica

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Gigliola De Feo e Franco Oppini nello spettacolo per ricordare i 100 anni di Gianni Rodari

Parte dal Teatro Sancarluccio di Napoli il tour nazionale e internazionale dello spettacolo inedito “Gianni Rodari, un’intuizione fantastica”.

Prodotto da InScena Nuovo Teatro Sancarluccio e La Falegnameria dell’Attore, in partnership con Leggimi Forte – scritto e diretto da Luca Pizzurro, con Franco Oppini e Gigliola de Feo, e con Maria Teresa Iannone e Matteo Lanzara – rientra tra le celebrazioni ufficiali segnalate dalla casa editrice Einaudi sul sito 100giannirodari.com per il centenario del grande scrittore.

Le prime tappe previste per “Gianni Rodari, un’intuizione fantastica” sono sul palco del Sancarluccio dal 27 febbraio al 29 febbraio alle ore 21. Si prosegue il 1 marzo alle ore 18 e poi il 2 e 3 marzo di mattina destinato ai ragazzi delle scuole. Dopo il palco del Sancarluccio lo spettacolo si sposta al Teatro Acacia, sempre per gli studenti, l’11 marzo di mattina. Sarà poi la volta del Teatro Gloria a Pomigliano d’Arco dal 12 al 15 marzo di mattina e con repliche serali. La produzione sbarca poi a Roma, al Teatro del Torrino, dal 23 al 25 aprile. Infine, viaggerà fuori dai confini nazionali, precisamente a Zurigo e Monaco di Baviera tra settembre e ottobre.

“Abbiamo deciso di produrre questo spettacolo non solo perché il 2020 può definirsi a ragion veduta ‘anno Rodariano’, ma anche perché sentiamo come sia attuale la visione rivoluzionaria dello scrittore di Omegna. Ripercorreremo la vita di Rodari con un salto temporale, provando a coinvolgere lo spettatore nel contesto sociale degli anni ’60 e ’70 testimoniando come sia ancora necessario difendere i principi di libertà e giustizia sociale”, spiegano le produttrici dello spettacolo, Gigliola De Feo e Giuliana Tabacchini.

Un'intuizione fantastica

Domenica al Museo Archeologico dell’Antica Capua

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In occasione della domenica con ingresso gratuito al museo l’Archeologico di Santa Maria Capua Vetere organizza la Visita Guidata all’Anfiteatro e al Mitreo.

Domenica 2 febbraio 2020 ingresso gratuito in tutto il Circuito archeologico dell’antica Capua.
Alle ore 11.00 visita all’Anfiteatro campano (durata di un’ora e mezza) alla scoperta della sua storia, da luogo di sepoltura a quartiere per gli spettacoli, seguirà visita alla suggestiva sala di culto del Mitreo. La ludoteca museale resterà aperta dalle 10.00 alle 13.00 con un momento di animazione per i piccoli visitatori.

“Siamo contenti che il ministro Dario Franceschini abbia rinnovato #Domenica al museo, appuntamento atteso dalle famiglie e non solo. Il 15° Rapporto Annuale Federculture 2019 ha confermato il divario persistente tra regioni del Centro-Nord e del Mezzogiorno, in particolare nel numero di visitatori di musei, mostre, teatri e siti archeologici, con le prime che presentano un numero di fruitori stabilmente più elevato delle seconde (in alcuni casi anche doppio o triplo). La povertà educativa è un fenomeno persistente della nostra società, spesso causato dalla povertà economica:  due povertà, dunque, che si alimentano reciprocamente. Iniziative come #Domenica al Museo rappresentano un momento di inclusione sociale, per avvicinare tutti al patrimonio culturale”.

Così il direttore del Museo archeologico dell’antica Capua, del Mitreo e dell’Anfiteatro, Ida Gennarelli, presenta le iniziative di domenica 2 febbraio.

Domenica al Museo DOMENICA 2 FEBBRAIO 2020 – programma:

  • Ludoteca museale Arteteca – Museo archeologico dell’antica Capua
    Dalle 10.00 alle 13.00 – Animazione a cura degli operatori della Cooperativa “Città Irene Onlus”. Ingresso gratuito. Prenotazione (333 9663488)
  • Mostra fotografica “SuMemArt – La Memoria dell’Arte” a cura del fotografo Luigi Bilancio –
    Museo archeologico dell’antica Capua. Dalle 9.00 alle 19.30, ultimo ingresso: ore 18.30. Ingresso gratuito
  • Ore 11.00 visita guidata all’Anfiteatro e al Mitreo, a cura degli archeologi de “Le Nuvole”. Tariffa. 5,00 euro a persona. Prenotazione obbligatoria. Partenza: Anfiteatro campano

Al Tram Il Don Giovanni di Cesario a tempo di flamenco

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Gianmarco Cesario dirige Danilo Rovani e Enzo Attanasio in un originale “Don Giovanni”. Le parole di Moliéere infatti sono accompagnate dalla musica di Mozart a tempo di Flamenco.

Ha debuttato giovedì 23 gennaio il “Don Giovanni”, in scena ancora fino a domenica 2 febbraio al Teatro Tram di Napoli. Dopo il Barbiere di Siviglia, si arriva così al secondo capitolo di un’ideale Trilogia Sivigliana. Con un testo che riassume con misura i tre aspetti delle tre principali versioni di questo mito moderno.

Un Don Giovanni che sfida società e benpensanti con provocazioni che vanno ben oltre l’ars amandi

Se Mozart, grazie al libretto di Lorenzo Da Ponte, lo rappresenta come un gaudente “sciupafemmine”. Lo spessore che la penna caustica ed anarchica di Moliere ci offre, restituisce il ritratto di un uomo libero e senza freni, un anticipatore della filosofia illuminista. Un Don Giovanni che riesce a sfidare società e benpensanti con provocazioni che vanno ben oltre l’ars amandi del suo prototipo, già raccontato da Tirso de Molina nella sua farsa.

A lui si contrappone il suo servitore, Sganarello, maschera utilizzata da Moliere. Il nome, in questa versione, è però sostituito con quello utilizzato da Da Ponte nel suo libretto, Leporello. Nella sua similitudine con la lepre, simboleggia la natura vigliacca di quest’uomo, che, più di tutti i personaggi che abitano la storia, incarna una società bigotta e corrotta. Come dice lo stesso protagonista una società che ha reso “l’ipocrisia un vizio alla moda, e tutti i vizi alla moda sono considerati virtù.”

Pasquale Ruocco ha riarrangiato le musiche di Mozart in chiave flamenco

Il “Don Giovanni” di Gianmarco Cesario inizia in sala sulle note di Mozart eseguite dal vivo da Pasquale Ruocco. Pasquale è concertista e compositore diplomato all’accademia Taller Flamenco di Siviglia, con specializzazione al Conservatorio de Musica de Cordoba e un diploma in composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio di Siviglia, che per questa innovativa versione dell’opera ha riarrangiato le musiche in chiave flamenco.

Di lì a poco, compaiono sul palco i due protagonisti, Don Giovanni appunto, e Leporello, magistralmente interpretati da Danilo Rovani e Enzo Attanasio. Due personaggi che in questa riscrittura accentuano i loro lati più umani, quello dell’eterna ricerca per l’uno, e dell’infida ipocrisia dell’altro.

In scena al Teatro Tram fino al 2 febbraio

Don Giovanni è Danilo Rovani, autore, regista e attore che collabora in teatro, cinema e TV con registi e attori di fama nazionale e internazionale. Ha collaborato con Carlo Battistoni, Gigi Proietti, Gabriele Lavia, Alessandro D’Alatri, Ahmad Douchan, Enrico Oldoini, Mario Martone. Accanto a lui, un Leporello interpretato da Enzo Attanasio. Anche Enzo è impegnato su set televisivi e cinematografici di respiro nazionale e internazionale. Sarà Arnaldo Vezzi ne “Il Commissario Ricciardi” di Alessandro D’Alatri, in uscita nel 2020. A completare la presenza sul palco Diletta Acampora e Luca Lombardi, ciascuno impegnato in più ruoli tutti interpretati con grande maestria. Sul palco del TRAM anche Denise Capuano, che unisce all’ottima recitazione anche il canto.

Don Giovanni di Moliere con Mozart a tempo di Flamenco

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don Giovanni al Teatro Tram

Al Teatro Tram un Don Giovanni che interpreta le parole di Moliere sulla musica di Mozart arrangiata a tempo di flamenco

Don Giovanni debutta giovedì 23, al Teatro Tram, in replica fino fino a domenica 2 febbraio. Secondo capitolo del progetto PopOpera, nato da un’idea di Gianmarco Cesario. L’originale idea per avvicinare i giovani all’opera lirica attraverso testi resi più attuali e arrangiamenti musicali contemporanei.

Dopo il Barbiere di Siviglia, si arriva così con il “Don Giovanni” al secondo capitolo di un’ideale Trilogia Sivigliana. Un testo che riassume con misura i tre aspetti delle tre principali versioni di questo mito moderno. Infatti nel Don Giovanni di Gianmarco troviamo un po’ di Mozart che grazie al libretto di Lorenzo Da Ponte, rappresenta il Don Giovanni come un gaudente “sciupafemmine”. Ma anche lo spessore che la penna caustica ed anarchica di Moliere ci offre, restituendo il ritratto di un uomo libero e senza freni. Per Moliere invece Don giovanni è un anticipatore della filosofia illuminista. E’ uno che riesce a sfidare società e benpensanti con provocazioni che vanno ben oltre l’ars amandi del suo prototipo, già raccontato da Tirso de Molina nella sua farsa.

A lui si contrappone il suo servitore, Sganarello, maschera utilizzata da Moliere. Il cui nome, in questa versione, è però sostituito con quello utilizzato da Da Ponte nel suo libretto, Leporello. Personaggio che, nella sua similitudine con la lepre, simboleggia la natura vigliacca di quest’uomo. quello che più di tutti i personaggi che abitano la storia, incarna una società bigotta e corrotta, che, come dice il protagonista ha reso “l’ipocrisia un vizio alla moda, e tutti i vizi alla moda sono considerati virtù.”

Danilo Rovani è Don Giovanni. Enzo Attanasio Leporello

Per Don Giovanni sono due le settimane di programmazione al Teatro Tram, da giovedì 23 gennaio a domenica 2 febbraio. La figura di Don Giovanni è impersonata da Danilo Rovani, autore, regista e attore che collabora in teatro, cinema e TV con registi e attori di fama nazionale e internazionale. Solo per citarne alcuni, Carlo Battistoni, Gigi Proietti, Gabriele Lavia, Alessandro D’Alatri, Ahmad Douchan, Enrico Oldoini, Mario Martone. Accanto a Danilo, un Leporello interpretato da Enzo Attanasio. Anche lui impegnato su set televisivi e cinematografici di respiro internazionale (sarà Arnaldo Vezzi ne “Il Commissario Ricciardi” di Alessandro D’Alatri, in uscita nel 2020). A completare la presenza sul palco Diletta Acampora, Denise Capuano e Luca Lombardi.

Le musiche di Mozart sono arrangiate in sonorità flamenco da Pasquale Ruocco. Concertista e compositore diplomato all’accademia Taller Flamenco di Siviglia. Vanta una specializzazione al Conservatorio de Musica de Cordoba e un diploma in composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio di Siviglia.
Regia e drammaturgia sono di Gianmarco Cesario, ideatore e direttore artistico di numerose rassegna tra cui “I corti della formica”; tra le sue regie più recenti “Edipo Re_O”, “Il barbiere di Siviglia – Pop Opera”, “Sogno di una notte di Metà Estate”, “La Morte e la Fanciulla”.

Ercolano. Scoperti resti di cervello in una delle vittime dell’eruzione del 79 d.C.

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ritrovati frammenti di cervello durante gli scavi nell'antica Ercolano

Eccezionale scoperta ad Ercolano: rinvenuti i resti di cervello di una vittima dell’eruzione del 79 d.C.

L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che colse di sorpresa Ercolano continua a destare interesse. Ha infatti destato l’attenzione della comunità scientifica la scoperta dei resti del cervello di una delle vittime di allora. L’antica Ercolano si impone al centro dell’attenzione internazionale grazie ad una nuova sensazionale scoperta. Antropologi e ricercatori guidati da Pier Paolo Petrone dell’Università Federico II di Napoli, hanno scoperto resti di materiale cerebrale su una delle vittime di allora. Pier Paolo Petrone da anni studia gli effetti delle eruzioni del Vesuvio sul territorio campano e le popolazioni che lo hanno abitato nel passato.

Il New England Journal of Medicine, rivista medica leader a livello mondiale, ha pubblicato i risultati di uno studio sui resti di materiale cerebrale rinvenuti in una delle vittime dell’eruzione del Vesuvio. Lo scheletro della vittima si trova ancora oggi in uno degli ambienti di servizio del Collegio degli Augustali. Allo studio hanno preso parte il Direttore del Parco Francesco Sirano, insieme al Prof. Piero Pucci del CEINGE – Biotecnologie Avanzate e il Prof. Massimo Niola dell’Università di Napoli Federico II, insieme a ricercatori dell’Università di Cambridge.

L’eruzione del 79 d.C. colpì con valanghe di cenere bollente Ercolano e Pompei uccidendo all’istante tutti gli abitanti. In poche ore infatti l’eruzione seppellì l’intera area vesuviana fino a 20 km di distanza dal vulcano. Nel 1960, l’allora Sopraintendente Amedeo Maiuri durante degli scavi, scoprì nella cenere vulcanica un letto ligneo e i resti carbonizzati di un uomo, che gli archeologi ritengono fosse il custode del Collegio consacrato al culto di Augusto.

frammenti di materia cerebrale vetrificata
Frammenti di materia cerebrale vetrificata scoperti dal Dr. Petrone

Una decennale collaborazione scientifica con Francesco Sirano.

Recenti indagini condotte sul campo da Pier Paolo Petrone hanno portato alla scoperta nel cranio della vittima del materiale vetroso. In questa materia vetrosa sono state identificate diverse proteine ed acidi grassi presenti nei tessuti cerebrali e nei capelli umani. L’ipotesi è che l’elevato calore sia stato letteralmente in grado di bruciare il grasso e i tessuti corporei della vittima, causando la vetrificazione del cervello.

La conservazione di tessuto cerebrale è un evento estremamente raro in archeologia.

E’ la prima volta in assoluto che vengono scoperti resti umani di cervello vetrificati per effetto del calore prodotto da un’eruzione.
“Sin dalle eccezionali scoperte avvenute all’inizio degli anni 80 del 900 presso l’antica spiaggia, il campione antropologico offerto dal sito di Ercolano si è rivelato di estremo interesse. – Dichiara il Direttore Sirano. – Gli studi di antropologia fisica sono ora supportati da analisi di laboratorio sempre più sofisticate. Stiamo inoltre associando ad esse innovative ricerche sul DNA degenerato che, come sembrano dimostrare lavori di prossima edizione da parte del dr. Petrone, ha ancora racchiuse in sé alcune parti della sequenza del codice in grado di chiarire origine e grado di parentela delle vittime ritrovate nelle rimesse delle barche presso l’antica spiaggia.”

Collegio Augustali
Collegio degli Augustali

Il Parco Archeologico di Ercolano risorsa di inestimabile valore e potenzialità ancora inespresse

Continua Sirano “Questi straordinari dati possono peraltro confrontarsi con quelli derivanti dalle analisi sui materiali organici e sui coproliti rinvenuti nel corso degli scavi nelle fogne sotto il cardo V. Scavi che hanno chiarito tanti aspetti del regime alimentare e contribuito ad arricchire il quadro delle più frequenti patologie che affliggevano gli abitanti di Herculaneum. Se pensiamo a tutto quanto conosciamo attraverso la variegata documentazione scrittoria antica formata da documenti pubblici e privati (epigrafi su marmo, tavolette cerate, papiri, graffiti). Davvero si comprendono l’inestimabile valore e le potenzialità ancora inespresse da questo prezioso sito UNESCO che il Parco Archeologico conserva e valorizza in un’ottica di ricerca aperta e multidisciplinare.”

Pier Paolo Petrone è antropologo forense e dirige il Laboratorio di Osteobiologia Umana e Antropologia Forense, Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate presso l’Università di Napoli Federico II

Fèmmene con Nunzia Schiano al Nuovo Teatro Sancarluccio

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fémmene con Nunzia Schiano regia di Niko Nucci

Nunzia Schiano diretta dal regista Niko Nucci al Nuovo Teatro Sancarluccio in Fèmmene: galleria di donne forti e fragili allo stesso tempo

Femmene con Nunzia Schiano in scena al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli venerdì 24 gennaio alle ore 21. Lo stesso sarà in replica sabato 25 sempre alle 21 e domenica 26 alle ore 18. La grande attrice napoletana Nunzia Schiano sarà in scena al Teatro Sancarluccio di Napoli con lo spettacolo che la vedrà protagonista dal titolo “Fèmmene”. I testi di Myriam Lattanzio sono tratti da “Nostra Signora dei friarielli” di Anna Mazza, mentre Francesco Ponzo sarà alla chitarra e Roberto Giangrande al contrabbasso. La regia è affidata a Niko Mucci.

nunzia Schiano al Nuovo Teatro Sancarluccio

I testi di Myriam Lattanzio tratti da “Nostra Signora dei friarelli” dove i i friarielli diventano una sorta di totem familiare

Con Fèmmene si entra in una galleria umana, rappresentata da una serie di ritratti femminili e di voci di donne. Ognuna di esse rappresenta una tessera di quel mosaico complesso ed affascinante che è l’animo umano femminile. Donne rappresentate nella loro forza e nella loro fragilità insieme. Tableau vivant dove troveranno spazio una mater dolorosa che darà vita ad una nuova Pietà. Così una ragazza che vive, aldilà della sua condizione femminile, la sensazione di guardare il mondo reale attraverso il finestrino di una metropolitana che, nonostante la fermata, non le consentirà mai di “scendere” nel mondo reale che forse tanto reale non è.

Donne violentate nel corpo e nell’anima. E una madre, nume tutelare del focolare domestico che alle prese con i “friarielli”, sorta di totem familiare e allo stesso tempo “tela di Penelope” che non avrà mai fine, affronta i turbamenti dell’equilibrio familiare che le provengono dall’interno. Alla fine omaggio a grandi interpreti e autrici latino-americane (Chavela Vargas, Mercedes Sosa, Violeta Parra, Consuelo Velasquèz).