Gli occhi più azzurri. Il racconto di come tra il 1946 e il 1952 più di 70.000 bambini del Sud furono salvati dalla fame, dall’analfabetismo e dalle malattie. Grazie allo sforzo e alla solidarietà di donne e uomini che iniziarono a sognare una nuova Italia.
Gli occhi più azzuri di Simona Cappiello e Manolo Turri Dall’Orto. Per raccontare questo episodio storico agli alunni di alcuni licei cittadini alla Biblioteca Nazionale di Napoli Lucia Valenzi, Antonio Attianese e Simona Cappiello. Modera Raffaele Lucariello, saluti di Francesco Mercurio. Il progetto didattico educativo è a cura di Antonio Gargano
Gli occhi più azzurri racconta l’italia del dopoguerra che si mobilita per proteggere i propri figli.
Una pagina sociale, prima ancora che politica, poco nota ai più, mai studiata, eppure esemplare. Una nazione in difficoltà, l’Italia del secondo dopoguerra, che si mobilita incondizionatamente per proteggere i figli di tutti. La ricerca documentaria condotta da Simona Cappiello e Manolo Turri dell’Orto parla di quel viaggio. Un fisico ma anche simbolico, che avvicinò due “Italie” distanti per lingua e cultura nell’intento comune di dare speranza alla parte più indifesa della popolazione.
Nel libro importanti documenti storici, interviste inediti e materiale di approfondimento.
Riportare questo episodio storico non è stato semplice. Il libro a cura di Simona Cappiello, di cui si leggeranno alcune pagine, contiene racconti e materiali di approfondimento e interviste inedite. Il libro contiene anche documenti di repertorio provenienti da archivi storici italiani. Tra cui la Biblioteca Naz. di Napoli e l’Emeroteca di Napoli. Ma anche l’Emeroteca di Roma Archivio Centrale UDI Unione Donne in Italia, Archivio Storico delle Ferrovie dello Stato. Alcune ristampe di preziosi documenti storici come il libretto che il Comitato di Napoli scrisse nel ’46 per informare e raccogliere materiale e sostegno per i viaggi; un resoconto dell’Archivio UDI relativo al Comitato bambini di Cassino; un resoconto di Gaetano Macchiaroli edito nel 74 per la raccolta “Icomunisti e l’infanzia”. Foto d’epoca e numerosi articoli pubblicati tra il ’46 e il ’48 dai quotidiani “LaVoce” e “L’Unità”.
Legato ad un momento di miseria e guerra, molti testimoni inizialmente erano reticenti a raccontare. Ma è la memoria l’unica cosa che può restituire la storia vera e vissuta. Con i suoi contrasti e i suoi collegamenti col presente, per restituire una parte del nostro passato che può ancora insegnare un modo di fare politica vicino alla gente, che oggi sembra troppo spesso dimenticato.