La Cappella Sansevero location dei film “I Guappi” e “Nel Regno di Napoli”
Location di due film degli anni Settanta è la Cappella Sansevero, che custodisce la splendida statua del Cristo Velato. La cappella, decorata per volere del principe Raimondo di Sangro, appare in una scena di Nel Regno di Napoli, in cui Rosa e la madre si recano a messa, ascoltando una accorata predica del sacerdote. Gli stessi interni fanno da ambientazione per I guappi, nella sequenza in cui don Gaetano (Fabio Testi) si ribella alle regole della “Onorata società ” rifiutandosi di eliminare l’amico Nicola (Franco Nero). In entrambi i film, la Cappella Sansevero è fotografata in tutta la sua bellezza, in cui scultura, pittura e architettura si fondono per creare un monumento unico al mondo.
La facciata della cappella, che si apre sulla stretta via Francesco de Sanctis, appare semplice e sobria nelle sue linee
La facciata della cappella, che si apre sulla stretta via Francesco de Sanctis, appare semplice e sobria nelle sue linee, caratteristiche tipiche del principio del XVII secolo in cui è ancora vivo lo spirito classicheggiante. È possibile accedere all’interno tramite il grande portale al centro della facciata, sormontato dallo stemma della famiglia di Sangro e dove si trova la lapide di marmo che ricorda i lavori di Alessandro di Sangro, oppure usufruendo della porticina laterale che si affaccia su calata San Severo.
La chiesetta, tipica espressione del barocco napoletano, è di forma rettangolare ed è costituita da una navata unica, verosimilmente risalente al 1590. Lungo le pareti laterali otto archi a tutto sesto, quattro per lato, introducono altrettante cappellette laterali, mentre un ulteriore grande arco separa l’area del presbiterio, situata in fondo alla chiesa e occupata dall’altare maggiore. Al centro dei due lati lunghi, rispettivamente a sinistra e destra di chi entra, si aprono la porta laterale di cui si è già detto e l’accesso alla sacrestia e alla cosiddetta cavea sotterranea.
Al di sopra degli archi l’intera lunghezza della cappella è percorsa da un cornicione, realizzato con un mastice ideato dal principe Raimondo, al di sopra del quale si diparte la volta a botte, completamente affrescata dal dipinto realizzato da Francesco Maria Russo conosciuto come Gloria del Paradiso. Alla base della volta, subito sopra il cornicione, si aprono le sei finestre strombate che forniscono luce alla cappella.
Tutte le opere d’arte contenute all’interno della struttura, ad eccezione di quattro, furono commissionate da Raimondo di Sangro
Tutte le opere d’arte contenute all’interno della struttura, ad eccezione di quattro, furono commissionate da Raimondo di Sangro, e a lui si doveva anche la pavimentazione settecentesca, costituita da un intarsio marmoreo bianco e nero simboleggiante un labirinto; alla loro realizzazione hanno contribuito autori del calibro di Francesco Celebrano, Antonio Corradini, Francesco Queirolo e Giuseppe Sanmartino.
Infine, al di sopra della porta maggiore, è collocata una piccola tribuna, dalla quale partiva il passaggio di collegamento tra la cappella e il Palazzo di Sangro, finemente stuccato, andato distrutto nel citato crollo del 1889.