giovedì 1 Maggio 2025
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Caffè amaro – giallo canonico un noir ricco di colpi di scena

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Caffè amaro – giallo canonico di Lino Volpe al Nuovo Sancarluccio

Caffè amaro – giallo canonico di e con Lino Volpe da giovedì 8 a domenica 11 domenica marzo al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli.

Caffè amaro è uno spettacolo di prosa, un noir ricco di colpi di scena, nel quale si intrecciano la vita ordinaria di un prete, con le vicende di un delitto.

 Un racconto narrato con ironia e perfidia, tratto da una storia sfuggita alla cronaca e ignota alla legge.
 Protagonista assoluto della pièce è Don Armando, un prete ipocondriaco e ambiguo, sempre alle prese con malanni e sotterfugi.
 La sua canonica è una metafora del mondo, un luogo animato di buoni diavoli e angeli crudeli.

Caffè amaro – giallo canonico è un testo intenso, ironico e crudele

Un testo intenso, ironico e crudele, nel quale Lino Volpe trascina gli spettatori davanti al dubbio, nel quale condanna e assoluzione si fondono in un corpo unico. 
Le musiche dello spettacolo, immaginate come una vera e propria colonna sonora cinematografica sono firmate da Pino Tafuto.
 Hanno partecipato alla realizzazione della colonna sonora Franco Ponzo alle Chitarre, Peppe di Colandrea al Clarinetto basso. 

Lo spettacolo si avvale inoltre di proiezioni e animazioni curate da Silvana Orsi.

Lino Volpe autore e interprete di Caffè amaro – giallo canonico

Autore e interprete di un repertorio teatrale, Lino Volpe è legato a doppio filo al teatro della memoria. Lino Volpe ha portato in scena i suoi spettacoli dall’inizio degli anni duemila. I suoi spettacoli sono stati rappresentati e accolti favorevolmente nei cartelloni di diversi prestigiosi teatri italiani; dal Teatro San Babila di Milano, passando per l’Auditorium Parco della Musica di Roma, sino a giungere al mitico Teatro Sannazzaro di Napoli.
Le scene dei suoi spettacoli sono sempre scarne, un vuoto da riempire attraverso il rapporto simbiotico che stabilisce con gli spettatori mediante una narrazione fitta, piena di immagini suoni e rumori.

Una brocca gialla il porta fortuna dell’autore di Caffè amaro – giallo canonico

I pochi oggetti di scena, sono posti su un’ immancabile tavolo, che trova spazio sempre alla destra del palco. Immancabile sul tavolo campeggia la sua amata brocca gialla, testimone silenzioso, presente in tutti i suoi spettacoli. Un totem porta fortuna, irrinunciabile, rattoppato, e re incollato varie volte, ma sempre pronta a fare la sua parte, una metafora di creta, piena di segni e cadute.
Da sempre appassionato di jazz, ha collaborato, sin dagli anni 80, alla realizzazione di diversi programmi radiofonici e televisivi, dedicati al mondo della musica afro/americana, collaborando con Radio Rai, Odeon Tv e il circuito SuperSix.

Pulcinella storia e mito della maschera più conosciuta al mondo

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Conosciuta sin dai tempi dei Romani e sparita con l’arrivo del Cristianesimo, la maschera di Pulcinella è risorta nel ‘500 con la Commedia dell’Arte

La maschera di Pulcinella nasce a Napoli dove fu inventata dall’attore Silvio Fiorillo nella seconda metà del Cinquecento per la Commedia dell’Arte, ma il suo costume moderno fu inventato nell’Ottocento da Antonio Petito.

Pulcinella dalla fabula atellana a Puccio d’Aniello storia e mito della maschera

La famosa maschera c’è chi la fa discendere da “Pulcinello” un piccolo pulcino perché ha il naso adunco. L’origine di Pulcinella viene attribuita anche al personaggio di Puccio d’Aniello. Contadino di Acerra che nel ‘600 si unì come buffone ad una compagnia di girovaghi di passaggio nel suo paese.

Sembra però che la maschera risalga difatto al IV secolo a.C. ed alle fabulae atellane. Alcuni studi legano Pulcinella a Maccus, personaggio delle Atellane romane. Maccus rappresentava una tipologia di servo dal naso lungo e dalla faccia bitorzoluta con guance grosse, con ventre prominente, che indossava una camicia larga e bianca. Altri studi fanno invece risalire la maschera ad un altro personaggio delle Fabulae Atellanae. Kikirrus, una maschera teriomorfa, dall’aspetto animale, il cui stesso nome richiama il verso del gallo.

Fiorillo si ispirò a Puccio d’Aniello per dare vita al personaggio teatrale di Pulcinella.

Fiorillo si ispirò a Puccio d’Aniello, contadino di Acerra reso famoso da un presunto ritratto di Ludovico Carracci. Puccio d’Aniello dalla faccia scurita dal sole di campagna ed il naso lungo diede vita al personaggio teatrale di Pulcinella.

Molti autori attribuiscono l’origine del nome all’ermafroditismo intrinseco del personaggio. Il nome risulta essere un diminutivo femminilizzato di pollo-pulcino, animale tipicamente non riproduttivo, del quale in un certo senso imita la voce.

Pulcinella configura la definizione pagano-cristiana della cultura popolare napoletana.

Sicuramente la maschera di Pulcinella si conferma come figura di tramite uomo-donna, stupido-furbo, saggio-sciocco, un dualismo che sotto molti aspetti configura la definizione pagano-cristiana della cultura popolare napoletana.

Molti gli attori che hanno vestito i panni di questa antica maschera dalle origini napoletane: da Eduardo De Filippo a Nino Taranto, da Massimo Ranieri a Massimo Troisi.

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In video Franco Cutolo regista, drammaturgo e direttore artistico de “Li Febi Armonici”

Passando per Pessoa di e con Eugenio Ravo Teatro Elicantropo di Napoli

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Passando per Pessoa di e con Eugenio Ravo

Passando per Pessoa di e con Eugenio Ravo. In scena il poeta cantore conduce per mano a visitare luoghi di spazio e di tempo infinito.

Passando per Pessoa sarà in scena al Teatro Elicantropo, da giovedì 1 marzo 2018 ed in replica fino a domenica. Scritto, diretto e interpretato da Eugenio Ravo, presentato da Compagnia Esule Teatro. Attore e mimo, della scuola di Etienne Decroux, di cui è stato assistente, Eugenio Ravo ha creato, in Passando per Pessoa, una “maschera-personaggio” che muove e indossa come icona di una danza orientale.

Lo spettacolo è un atto di collisione, essenza e gioco di ciò che preesiste già in quel corpo e quella storia interiore. Rende esile il filo che lega le parole di Pessoa al suo segno esibito in scena, che si risolve in un incontro di difficili vibrazioni, riassumendo il ghigno e la tragedia travestiti.

Con Passando per Pessoa Ravo ripropone questo lavoro teatrale a distanza di venticinque anni circa dalla sua nascita

Ravo ha sentito il bisogno di dialogare con il poeta portoghese e di collocare il dialogo a Napoli. Ravo sente nella sua città un seme ancora vivente della Lisbona di Pessoa. Questo spiazzamento l’ha portato lontano, fino a riscrivere abbassando, fino a distillare da Pessoa un dettato ulteriore, in rapporto con la scena. Il poliedrico artista ripropone questo lavoro teatrale sulle orme di Pessoa, a distanza di venticinque anni circa dalla sua nascita, rivisto e riadattato, e di cui è interprete, regista e autore.

In quegli anni l’avventura possedeva un particolare colore, così Ravo si è ritrovato sulle tracce di Pessoa, viaggiando attraverso il Portogallo e Lisbona. Affascinato dalle voci più disparate, ha visitato i luoghi possibili di frequentazione del poeta, seguendo il vento nelle sue melodie, che lo condusse a cogliere similitudini nell’incanto di due città fatte di colori di mare, Lisbona e Napoli.

Passando per Pessoa lasciano i propri versi poetici al silenzio del mare in balia di onde notturne da una parte Pessoa e dall’altra Totò.

Le città con lo sguardo al mare hanno un loro fascino che le rende simili, più vicine, più umane. Lisbona sull’atlantico, Napoli sul Mediterraneo come un’apertura verso l’oltre confine, verso un infinito lontano. Così, da una parte Pessoa e dall’altra Totò, lasciando i propri versi poetici al silenzio del mare in balia di onde notturne.
Presentato in diversi festival e rassegne teatrali in Italia e in Portogallo, Passando da Pessoa è diventato un progetto molto più ampio di una creazione teatrale. In collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, a cura del Professore e Pittore Concetto Pozzati, è stato realizzato il libro dell’omonimo spettacolo (edito da Collana I fiori del maggio), con l’intervento di una trentina di artisti visivi, promosso dall’associazione Eta-Beta e il sostegno del Comune d Bologna.

Passando per Pessoa di e con Eugenio Ravo – Informazioni

Napoli, Teatro Elicantropo – dall’1 al 4 marzo 2018
Inizio spettacoli ore 21.00 (dal giovedì al sabato), ore 18.00 (domenica)
Info al 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio)

Cyrano Station al Nuovo Teatro Sancarluccio

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Da giovedì 1 a domenica 4 marzo presso il Nuovo Teatro Sancarluccio, si terrà lo spettacolo Cyrano Station

Da giovedì 1 a domenica 4 marzo presso il Nuovo Teatro Sancarluccio, si terrà lo spettacolo Cyrano Station con Alessandro Balletta, Fortuna Liguori e Gaetano Migliaccio, per la regia di Roberto Ingenito.

L’amore vive tra i versi dei poeti. Sui guanciali del loro risveglio. Nei pensieri che accompagnano al crepuscolo. E se l’amore fosse la mera invenzione di un dio beffardo, un bluff, un modo per riempire pagine di libri, appesantire tavole di palcoscenico, giustificare torbidi di stomaco. Se fosse solo “parola”, o molto più semplicemente menzogna. Se fosse un ritornello scemo, tipo:“sole, cuore e amore”.

In Cyrano Station virtuosi della parola, dall’inchiostro sopraffino, duelleranno in singolar tenzone

Insomma, se l’amore esistesse solo nella voce di chi, capace di raccontarcelo, ce lo facesse intendere vero e o plausibile? Allora immaginiamo dei poeti, indossare le vesti di un guascone, e iniziare un viaggio, con tanto di fermate e capolinea. Virtuosi della parola, dall’inchiostro sopraffino, duelleranno in singolar tenzone a colpi di puntuta stilografica. Rilke e Rostand, o Rostand e Rilke, se preferite. E poi il bardo, declamato per errore o forse per amore.

In Cyrano Station un naso, grosso, “maledetto”, testimone di un amore impossibile ma terribilmente reale

E ancora i turbamenti di Vitangelo Moscarda, di Kovalèv e Pinocchio. E poi un naso, grosso, “maledetto”, testimone di un amore impossibile ma terribilmente reale, emblema letterario della menzogna, ma anche rivelatore di verità. Dei poeti, dunque, e un naso. Un’ ispirata passeggiata tra le righe, i racconti, i versi di poeti profondamente innamorati o tremendamente bugiardi.

Cyrano Station, il tradimento come unica operazione possibile difronte ad un opera di questa bellezza.

Perchè Cyrano? Perchè ancora Cyrano? L’idea nasce da una precisa volontà: quella di “tradire”. Il tradimento come unica operazione possibile difronte ad un opera di questa bellezza. Un testo, di per se perfetto, può solo essere “contaminato” e così le parole di Rostand vengono “macchiate”, “strappate”, aggiunte e sottratte, capovolte e sostituite con i versi di poeti (e non solo), che hanno trattato con la stessa passione il tema dell’amore. Spogliato da tutti gli antagonisti proposti dall’autore, Cyrano diventa unico nemico di se stesso. Il naso, la sua arma e la sua scusa, il suo alter ego, limite e vanto, appendice da combattere e difendere. Sulla scena nuda, un letto e tre attori, tre Cyrano, tre nasi enormi, in quella atavica ricerca dell’uomo di trovare una falsa verità o una vera menzogna in cui perdersi.

Erbe per Tisane ed Infusi per il benessere della mente e del corpo

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Alla scoperta delle Erbe per Tisane ed Infusi con Luisa Ambrosio e Fiorella de Pascale

Erbe per Tisane ed Infusi, giovedì 22 febbraio nuovo appuntamento con I Giovedì del benessere dedicati, ogni mese, al benessere della mente e del corpo al Museo Duca di Martina.

Ritorna dopo anni l’abitudine a utilizzare infusi e tisane, antichi prodotti medicamentosi della tradizione, da cui ha attinto la moderna farmacologia. Una breve panoramica sulle differenze fra le diverse preparazioni e sui principi attivi di erbe, radici, bacche e fiori che possono contribuire al raggiungimento del benessere. Ma per trarre i maggiori benefici da queste preparazioni è importante anche l’analisi dell’acqua, elemento fondamentale che consente di catturare i principi attivi delle erbe.

Alla scoperta delle Erbe per Tisane ed Infusi con Luisa Ambrosio e Fiorella de Pascale.

Per scoprire Le Erbe per Tisane ed Infusi si inizierà con una visita, insieme al direttore del Museo Duca Di Martina Luisa Ambrosio, ai raffinati oggetti delle collezioni del museo, dedicati alle thè, alle erbe e ai medicamenti, tra i quali si segnala una scatola da thè di manifattura di Meissen, databile 1750-1760. Seguirà la conversazione con Fiorella de Pascale, biologa ed esperta in nutrizione e, infine, una degustazione guidata offerta da “Il piacere di offrire il tè” di A. Grippa.

Erbe per Tisane ed Infusi – Informazioni

La partecipazione agli incontri è con il biglietto ridotto del museo (2 euro).
Museo Duca di Martina | via Cimarosa 77 | via A. Falcone 171 | 80127 Napoli
orario: lun. – dom. 8.30-19.00 (ultimo ingresso ore 17,15) | martedì chiuso
Biglietto € 4,00 (intero); 2 (ridotto)
tel. 3339564880 – 0815788418 – pm-cam.martina@beniculturali.it

25 febbraio Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte

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Il 25 febbraio è dedicato alle celebrazioni della Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte.

La Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte ha un valore simbolico importantissimo per chiunque lavori nel mondo dello spettacolo o semplicemente per chi ama il Teatro. Il Commedia dell’Arte Day, infatti, è celebrato con manifestazioni in tutto il mondo.
Quest’anno, dopo il grande successo della prima edizione che ha visto la partecipazione di grandi Maestri internazionali oltre che una grande eco di allievi e pubblico, torna a Napoli la Commedia dell’Arte il 22, 23, 24 e 25 febbraio.

Per la Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte “ComeDì, I giorni della Commedia dell’Arte”

L’Associazione EXTRAVAGANTES, infatti, ha organizzato “ComeDì, I giorni della Commedia dell’Arte”. Un workshop e una conferenza in cui si darà seguito della candidatura di Napoli come Capitale della Commedia dell’Arte per il 2019.
Spiega Antonio Gargiulo «Con “ComeDì” abbiamo voluto riportare Napoli alla legittima ribalta di Capitale del Teatro. Napoli è un prezioso e raro incubatore di talenti ed esperienze. Un prolifico habitat naturale per ogni proposta teatrale. Già dalla scorsa prima edizione, siamo riusciti a invitare a Napoli alcuni tra i più importanti esponenti del Teatro dell’Arte, maestri di caratura internazionale e indiscussa fama.»

Per la Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte importanti sinergie con le realtà del territorio

Continua Antonio Gargiulo «Questo è stato possibile grazie al fattivo supporto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli. Al sostegno della Fondazione Banco di Napoli e importanti sinergie con le realtà presenti sul territorio. Quest’anno saremo ospitati nella sontuosa cornice del Museo Diocesano, nel cuore di Napoli. Tra gli splendidi marmi barocchi e gli qaffreschi di scuola giottesca, riecheggeranno i fasti del Teatro dell’Arte col grande Maestro Fabio Mangolini e Maria Siciliano (presidente Coffee Brecht, ndr.) che porterà tutta l’esperienza della moderna improvvisazione teatrale»

Per la Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte un workshop intensivo aperto a giovani professionisti e appassionati

Come si diceva il workshop intensivo “L’attore e la maschera nella Commedia dell’Arte”, aperto a giovani professionisti e appassionati, sarà tenuto dai maestri Fabio Mangolini e Maria Siciliano, per una full immersion nella tradizione di 30 ore complessive nei 4 giorni di manifestazione. Grazie alla sensibilità di alcuni operatori economici del territorio, sono disponibili anche due borse di studio a copertura totale del costo dei corsi. Il sogno è quello di accompagnare il pubblico, operatori del settore, rappresentanti del mondo accademico e delle Istituzioni alla scoperta del mondo festoso, immaginifico, attualissimo dei personaggi e scenari della Commedia dell’Arte.

Il 25 febbraio è dedicato alle celebrazioni della Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte.

Qui e Ora di Mattia Torre dal 21 febbraio al Teatro Nuovo di Napoli

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Qui e Ora di Mattia Torre al Teatro Nuovo di Napoli

Qui e Ora di Mattia Torre. Il feroce umorismo dell’autore e regista capitolino diviene unico strumento possibile per raccontare un’ Italia cinica ed egoista, senza alcun moralismo.

Non c’è niente di assurdo nello spietato ritratto della periferia romana, dove tutto è tragicamente realistico, disegnato in Qui e Ora. Lo spettacolo scritto e diretto da Mattia Torre arriverà mercoledì 21 febbraio 2018 alle ore 21.00 sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli. Qui e Ora è presentato da Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo.

Mattia Torre scava con Qui e Ora, una trincea metropolitana.

Sullo sfondo, l’ Italia del 2 giugno, con le Frecce Tricolore in cielo e in l’inferno umano in terra. Il feroce umorismo di Mattia Torre diviene strumento per raccontare un’ Italia cinica ed egoista; gli interpreti Paolo Calabresi e Valerio Aprea sono “calati” in un gioco al massacro.
Due scooter si scontrano in una desolata strada nella campagna romana. I guidatori contrapposti l’uno all’altro, i caschi come elmetti da prima guerra mondiale, liberano la scrittura di Mattia Torre, che scava, con Qui e Ora, una trincea metropolitana.

Il prolungato ritardo nei soccorsi genera un dialogo forzato tra i due uomini che nulla hanno in comune, e che, inizialmente, sembrano avere ruoli ben definiti, l’uno vittima e l’altro carnefice. A lungo andare, forse a causa delle provocazioni e della cattiveria gratuita che uno riversa sull’altro, o di un’aggressività latente generalizzata scaturita dal cinismo e dal senso di lotta dell’Italia di oggi, i ruoli si invertono, lasciando gli spettatori senza una possibile soluzione della realtà.

In Qui e Ora il cinismo e il senso di lotta dell’Italia odierna.

“Nel loro scontro – spiega il regista – si esprime il cinismo e il senso di lotta dell’Italia odierna. Questo Paese sempre idealmente a un passo dalla guerra civile, in cui la cattiva amministrazione finisce per generare sfiducia non solo dei cittadini verso le istituzioni, ma anche tra gli stessi cittadini, in un clima sempre più teso e violento, che trova il suo apice nella grande città”.

In una situazione surreale ma neanche troppo, attraverso l’esasperazione del paradosso e il cinismo spassoso dell’humour nero, la satira di Qui e Ora gioca sulle assurdità della vita moderna.  Una gamba rotta o una botta in testa non riescono ad affievolire l’aggressività da giungla urbana, l’ostinazione ad averla vinta sul nemico vero o presunto, mentre una sinistra nota di follia serpeggia fra i protagonisti.
Qui e Ora rappresenta uno spaccato fedele (ma tragicomico) della società italiana. Una società sgradevole, arrabbiata, ottusa, come dimostrano i suoi personaggi, pronti a offrire il peggio di sé anche dopo un incidente.

Qui e Ora di Mattia Torre – Informazioni

Napoli, Teatro Nuovo – da mercoledì 21 a domenica 25 febbraio 2018
Inizio spettacoli ore 21.00 (giovedì e sabato), ore 18.30 (venerdì e domenica)
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@teatronuovonapoli.it
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Milena & Michael presentato in prima assoluta italiana al San Ferdinando

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La danza contemporanea al Teatro San Ferdinando il 10 e 11 febbraio due coreografie firmate da Emanuel Gat Milena & Michael presentato in prima assoluta italiana

La danza contemporanea al Teatro San Ferdinando: il 10 e 11 febbraio due coreografie firmate da Emanuel Gat  Milena & Michael, presentato in prima assoluta italiana e Sacre, riadattamento del cult “The Rite of Spring”

Milena & Michael, per la prima volta in scena in Italia. Emanuel Gat, coreografo israeliano, stella del firmamento della danza contemporanea internazionale, porta al Teatro San Ferdinando il 10 e l’11 febbraio due sue coreografie: la prima, Milena & Michael, per la prima volta in scena in Italia, la seconda, Sacre, il riadattamento di The Rite of Spring, lo spettacolo cult del 49 coreografo del 2004, vincitore nel 2006 del prestigioso Bessy Award.
Milena & Michael, primo spettacolo del dittico proposto nelle due date, è una coreografia firmata da Emanuel Gat creata in collaborazione con Michael Loehr e Milena Twiehaus, i due danzatori interpreti del pezzo. Milena Twiehaus e Michael Loehr collaborano da tempo con Gat. Con Emanuel Gat condividono la stessa passione artistica e una profonda conoscenza del processo creativo del coreografo israeliano.

Milena and Michael è una danza ridotta ai suoi elementi essenziali.

Una danza che è un riflesso dell’azione stessa del danzare e, allo stesso tempo, il racconto di due persone che cercano un contatto. Dopo aver sperimentato coreografie complesse, Emanuel Gat sceglie di concentrarsi su una forma che implica un ritorno alle basi. Il lavoro, infatti, può essere definito come una sorta di zoom sul vuoto e sulla fatuità respirabile tra i movimenti, tra i frammenti di coreografia, tra i suoni e tra i due danzatori.
Oltre la coreografia, Gat firma anche le luci e le musiche, mentre i costumi sono stati creati insieme ai danzatori. La produzione dello spettacolo – realizzato presso la Maison de la Danse de Lyon con il patrocinio della Fondazione BNP Paribas – è della Emanuel Gat Dance e Maison de la Danse de Lyon.

Dopo Milena and Michael, nella seconda partre Sacre.

Sacre è il secondo pezzo in scaletta. Riadattamento dell’edizione cult del 2004 del celebre capolavoro di Stravinsky firmata da Gat, che si aggiudicò il Bessy Award 2006 a New York. Un’interpretazione in chiave contemporanea de La sagra della primavera danzata su passi di salsa cubana da cinque straordinari ballerini. Due uomini e tre donne, in una rilettura libera e frenetica che non si focalizza sul concetto di sacrificio, ma piuttosto su quello di azione.
La creazione di Gat smonta le meccaniche della popolare danza cubana e le riassembla per creare una coreografia complessa e dal forte carico drammaturgico.

Sacre è interpretato da Emanuel Gat/Thomas Bradely, Michael Loehr, Genevieve Osbonre, Karolina Szymura, Milena Twiehaus. Coreografia, luci e costumi sono di Emanuel Gat; la produzione è della Emanuel Gat Dance, The Suzanne Dellal Centre (Israele), Festival Uzès Danse, Monaco Dance Forum, con il patrocinio di Dellal Foundation, Theatre de l’Olivier-Istres, Ballet Monte-Carlo.

A seguito di Milena & Michael Sacre riadattamento del cult The Rite of Spring del 2004

Milena and Michael – Sacre | Informazioni

Orario rappresentazioni: 10 febbraio ore 21.00; 11 febbraio ore 18.00
Info www.teatrostabilenapoli.it | Biglietteria: tel. 081.292030 e 081.291878

Evidence. A New State of Art Artisti italiani e cinesi in mostra

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Evidence. A New State of Art Castel Sant’Elmo 11 febbraio - 11 marzo 2018

Evidence. A New State of Art Artisti italiani e cinesi in mostra a Castel Sant’Elmo da domenica 11 febbraio 2018

Evidence. A New State of Art da domenica 11 febbraio, è esposta negli Ambulacri di Castel Sant’Elmo. Evidence. A New State of Art viene curata da Alessandro Demma e Su Peng, e mette in mostra le opere di 16 artisti italiani e di 16 artisti cinesi frutto di espressioni, riflessioni e sperimentazioni totalmente autonome. Opere che offrono una testimonianza di mondi e di visioni differenti attraverso la produzione di forme realizzate nell’ arco di circa cinquant’anni.
Un intreccio di linguaggi, tecniche, segni e simboli- disegno, pittura, scultura, fotografia, video, installazioni che riproduce un universo multiforme ed eterogeneo dell’arte attuale. La costruzione di un sintetico, ma efficace, racconto dell’arte contemporanea cinese e italiana attraverso il confronto di differenti generazioni, costituisce la forza della mostra.

Evidence. A New State of Art viene proposta in entrambi i Paesi, assumendo il valore aggiunto della visibilità e della promozione estera.

Il progetto espositivo utilizza un format, ampiamente collaudato dall’Istituto Garuzzo per le Arti Visive nei suoi dodici anni di attività, che prevede lo studio e la condivisione di un progetto da parte di due curatori, uno italiano e uno cinese, con la scelta di un numero paritario di artisti accomunati da affinità artistiche e/o generazionali. La mostra viene proposta in entrambi i Paesi, assumendo il valore aggiunto della visibilità e della promozione estera. Quest’ultimo aspetto costituisce un elemento fondante dell’attività dell’Istituto Garuzzo. che, fino ad oggi, ha sviluppato collaborazioni e scambi con istituzioni pubbliche e private di dodici paesi nel mondo.

Gli artisti presenti in Evidence. A New State of Art

Italiani: Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini, Luigi Mainolfi, Marisa Albanese, Eugenio Giliberti, Pierluigi Pusole, Botto & Bruno, Alberto Di Fabio, Adrian Tranquilli, Paolo Grassino, Marzia Migliora, Perino & Vele, Giuseppe Stampone, Domenico Antonio Mancini, Elisa Strinna, Fabrizio Cotognini.
Cinesi: Liang Quan, Ma Kelu, Duan Zhengqu, Zhan Wang, Wang Shuye, Chen Qiuzhi, Yin Chaoyang, Ye Jianqing, Li Hui, Liu Bolin, Yang Xinguang, Lu Song, Qi Lei, Liu Cong, Li Yan, Yu Linhan.

Evidence. A New State of Art Artisti italiani e cinesi in mostra a Castel Sant’Elmo

Evidence. A New State of Art  – Polo museale della Campania – Castel Sant’Elmo

Il Polo museale della Campania, diretto da Anna Imponente, è un sistema di ventisei luoghi tra musei archeologici, artistici e siti naturalistici su tutto il territorio regionale. Promuove la valorizzazione del patrimonio e delle più recenti ricerche artistiche, anche attraverso la collaborazione con realtà pubbliche e private, è tra le più importanti attività istituzionali. L’organizzazione di esposizioni di arte contemporanea, che instaurano un dialogo proficuo con il contesto in cui si inseriscono, è una delle tematiche dell’attività del Polo museale nei diversi siti. In questo ambito, Castel Sant’Elmo si pone come spazio privilegiato in cui hanno sede, insieme alla collezione permanente del Museo Novecento a Napoli, le installazioni site-specific di artisti contemporanei e dei giovani artisti vincitori del concorso “Un’Opera per il Castello” che testimoniano l’attenzione verso le più aggiornate tendenze dell’ultimo decennio.

Evidence. A New State of Art – nformazioni

Evidence. A New State of Art a Castel Sant’Elmo
Via Tito Angelini, 22 – Napoli
11 febbraio – 11 marzo 2018
Orari: aperto giovedì, venerdì, sabato e domenica 10.00-15.00 (ultimo ingresso ore 14.30)
Ingresso: € 5,00

Tel. +39 081.2294449
pm-cam.santelmo@beniculturali.it
www.polomusealecampania.beniculturali.it

Luca Barbareschi Chiara Noschese in L’anatra all’arancia al Mercadante

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Luca Barbareschi Chiara Noschese saranno in scena dal 7 al 18 febbraio al Teatro Mercadante con lo spettacolo L’anatra all’arancia.

Luca Barbareschi Chiara Noschese saranno in scena dal 7 al 18 febbraio al Teatro Mercadante con lo spettacolo L’anatra all’arancia. Con Gerardo Maffei Margherita Laterza e con la partecipazione di Ernesto Mahieux

L’anatra all’arancia è una bellissima storia universale di un uomo e di una donna. Di come il protagonista si inventi un modo per riconquistare la moglie che lo ha tradito e che amava, architettando un piano per dimostrarle che lui è il suo unico amore anche dopo 25 anni. Racconta Luca Barbareschi.
Spettacolo cult del teatro comico, titolo emblematico di quella drammaturgia che suscita comicità con classe. Un uso sapiente e sottile della macchina teatrale. L’anatra all’arancia viene proposta in questa stagione in una moderna edizione, impreziosita da un cast di primi nomi. Luca Barbareschi, che firma anche la regia. Chiara Noschese, Ernesto Mahieux, Gerardo Maffei e Margherita Laterza animeranno l’ingranaggio della commedia sostenendo il ritmo e la vorticosa energia dello spettacolo con la precisione di una partitura musicale.

L’anatra all’arancia ha una profondità ed un’intelligenza straordinarie.

Questa commedia ha una profondità ed un’intelligenza straordinarie – spiega il regista – ha la stessa potenza di ‘Chi ha paura di Virginia Woolf?’ ma, a differenza del testo di Albee, ha una struttura narrativa molto divertente. Aiuta a veicolare concetti profondi con la risata. Ho riadattato la scrittura usando due grandi scienze, la psicologia e l’antropologia, studiando atteggiamenti, movimenti e nevrosi che caratterizzano le nostre abitudini.

Gilberto e Lisa sono una coppia sposata da venticinque anni; più che dal logorio della routine, il loro ménage è messo in crisi dalla personalità di lui. Gilberto egoista, egocentrico, incline al tradimento, vittima del proprio essere un clown che finisce per stancare chi gli sta intorno. Esasperata, Lisa si innamora di Volodia, tutto l’opposto del marito, un russo di animo nobile, un romantico sognatore che ha scelto di trascorrere la sua vita in Lucania. Punto sul vivo, Gilberto studia una strategia di contrattacco. Gilberto organizza un week-end a quattro. Lisa e il suo amante staranno insieme a lui e alla sua attraente segretaria, Chanel Pizziconi, un misto tra scemenza e genialità. Il tutto sotto gli occhi di un sempre più interdetto cameriere, un cechoviano personaggio che, come una sorta di fantasma, si aggira per la casa e si rivelerà il deus ex machina della storia.

L’anatra all’arancia Una vicenda leggera e piacevole che conquista lo spettatore con dialoghi gustosi e irresistibili ma mai privi di eleganza.

L’anatra all’arancia Una vicenda leggera e piacevole che conquista lo spettatore con dialoghi gustosi e irresistibili ma mai privi di eleganza.

L’imprevedibile piano di Gilberto, che al principio sembra sgangherato, è ricco di imprevisti e colpi di scena che si susseguono fino all’ultimo istante. Una vicenda leggera e piacevole che conquista lo spettatore con la simpatia dei personaggi, le soluzioni effervescenti e mai banali, i dialoghi gustosi e irresistibili ma mai privi di eleganza, e, naturalmente, l’interpretazione degli attori che in simili gioielli della concezione comica trovano un banco di prova per nulla scontato.

Ciò che muove il meccanismo di questa storia è l’incomprensione, l’egoismo, non la gelosia. Parliamo di una macchina perfetta, di dialoghi d’autore, in cui si scandaglia l’animo umano e le complesse dinamiche di coppia – prosegue Barbareschi. E aggiunge, l’happy ending arriva benefico dopo due ore di spettacolo durante le quali la psicologia maschile e quella femminile permettono al pubblico di identificarsi con i protagonisti. Una volta riconosciuti i propri errori e quelli del partner, Gilberto e Lisa affermano ‘noi due non sarà mai perfetto lo sai, ma sarà noi due’.

Celebre la versione cinematografica de L’anatra all’arancia che vantava l’interpretazione di Ugo Tognazzi e Monica Vitti.

La commedia, scritta nei primi anni Settanta, è opera dello scozzese Williams Douglas Home, poi adattata dal celebre autore teatrale francese Marc Gilbert Sauvajon. Del 1973 è un’edizione rimasta storica, diretta e interpretata da Alberto Lionello al cui fianco recitava Valeria Valeri. Celebre è anche la versione cinematografica che vantava l’interpretazione di Ugo Tognazzi e Monica Vitti, nei panni della coppia protagonista con la regia di Luciano Salce.
– Spiega Barbareschi. – Non ho voluto rifarmi ai vecchi modelli ma sicuramente mi ritrovo negli straordinari artisti che prima di me hanno affrontato questi ruoli, per tempi comici e per il sottile cinismo.” Sono felice di mantenere la tradizione riprendendo un modello che è diventato un cult. Del resto la comicità è una medicina meravigliosa per elaborare il “dolore”.

L’anatra all’arancia Informazioni

Teatro Mercadante dal 7 al 18 febbraio
Durata 2 ore e 15 minuti con intervallo (I ATTO 1 h e 10 min – II ATTO 50 min)