Castel Sant’Elmo: storia, arte e panorami mozzafiato su Napoli
Castel Sant’Elmo, situato sulla collina del Vomero, è uno dei simboli più iconici di Napoli. Con una storia che abbraccia secoli, questo castello-fortezza è oggi un importante polo culturale, sede di mostre, eventi e uno dei punti panoramici più spettacolari della città.
Le origini: dal Castrum Sancti Erasmi a Castel Sant’Elmo
Le prime testimonianze di Castel Sant’Elmo risalgono al 1275, quando era conosciuto come Castrum Sancti Erasmi, grazie alla cappella dedicata a Sant’Erasmo situata nella struttura originaria. Nel 1329, Roberto d’Angiò affidò all’architetto Tino di Camaino la trasformazione dell’edificio in un vero palatium per la corte reale. La pianta quadrilatera e le torri che caratterizzavano l’edificio furono le basi della struttura odierna.
Nel 1456, un devastante terremoto distrusse parte delle torri e delle mura. Successivamente, con l’avvento degli Aragonesi, furono avviati importanti lavori di restauro. Durante il viceregno spagnolo, Castel Sant’Elmo assunse un ruolo strategico come fortezza difensiva per volere di Don Pedro de Toledo. Fu in questo periodo, tra il 1537 e il 1538, che l’ingegnere militare Pedro Luis Escrivà progettò l’attuale struttura a pianta stellare, simbolo di potenza e controllo militare.
Da fortezza a carcere militare: la trasformazione storica
Nel corso dei secoli, Castel Sant’Elmo divenne il luogo simbolo di numerosi eventi storici. Nel 1547, l’architetto Pietro Prato costruì una chiesa all’interno della fortezza, che fu però distrutta da un fulmine nel 1587. Successivamente, Domenico Fontana fu incaricato di un restauro completo, ricostruendo la chiesa e altri edifici, tra cui la dimora del castellano e il ponte levatoio.
Nel 1860, dopo l’ultima resistenza borbonica, il castello fu convertito in carcere militare, ruolo che mantenne fino al 1952. Durante questi anni, vi furono rinchiusi personaggi illustri come Tommaso Campanella, Mario Pagano e Carlo Poerio. Gli ambienti sotterranei e i camminamenti di ronda testimoniano ancora oggi l’aspetto imponente e austero della struttura.
Il restauro e la rinascita culturale
Negli anni ’70, Castel Sant’Elmo fu sottoposto a un imponente restauro, che riportò alla luce gli antichi percorsi e rese visibili gli ambienti originari. Nel 1982, la fortezza passò alla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli, che ne trasformò l’utilizzo: da simbolo di guerra a polo culturale. Oggi ospita mostre temporanee, eventi culturali e la Biblioteca di Storia dell’Arte “Bruno Molajoli”.
Le attrazioni di Castel Sant’Elmo
La Piazza d’Armi e i panorami mozzafiato
La Piazza d’Armi, situata al cuore del castello, offre una vista impareggiabile su Napoli e sul Golfo. Da qui si possono ammirare il Vesuvio, Capri e l’intera città in un colpo d’occhio, rendendo Castel Sant’Elmo una meta imperdibile per fotografi e visitatori.
Le Garitte e i camminamenti di ronda
Le Garitte, utilizzate in passato per l’osservazione militare, sono oggi parte integrante delle installazioni artistiche contemporanee. I camminamenti di ronda, accessibili ai visitatori, offrono un’esperienza unica per immergersi nella storia e godere di scorci panoramici.
La chiesa di Sant’Erasmo e l’arte sacra
La chiesa dedicata a Sant’Erasmo, ricostruita da Domenico Fontana, conserva affreschi e opere d’arte, tra cui il monumento funebre di Pedro de Toledo e una statua in stucco di Sant’Erasmo del XVIII secolo.
Gli Ambulacri e il Carcere alto
Gli Ambulacri sotterranei raccontano la storia di un luogo che fu anche prigione. Oggi, il Carcere alto ospita esposizioni temporanee, mentre il Carcere basso è parte integrante del percorso museale
Un luogo dove storia e cultura si incontrano
Castel Sant’Elmo è molto più di un semplice castello: è un luogo dove la storia di Napoli si intreccia con la sua rinascita culturale. La sua posizione strategica e il suo valore storico lo rendono una tappa obbligata per chiunque voglia scoprire l’essenza di questa città unica.
La presa del castello e la proclamazione della Repubblica Napoletana
Quando i repubblicani riuscirono ad impadronirsi del castello e fu proclamata la Repubblica Napoletana, sulla vetta della fortezza venne innalzata la bandiera tricolore: gialla, rossa e turchina. A questa celebrazione prese parte anche la scrittrice e giornalista Eleonora Pimentel Fonseca con un Inno alla Libertà, da lei composto; arrestata alla fine della repubblica fu giudicata e condannata a morte per impiccagione.
La riconquista borbonica di Castel Sant’Elmo
Con la riconquista borbonica Castel Sant’Elmo ritornò al ruolo di prigione e vi furono incarcerati i rivoluzionari, tra cui Luigia Sanfelice. La Sanfelice, era una giovane ed attraente nobildonna napoletana, che, durante la Repubblica del 1799 denunciò una congiura ai danni del governo rivoluzionario. I responsabili furono fucilati e lei venne considerata come salvatrice della Repubblica; ma dopo la sconfitta fu condotta e imprigionata nel carcere di Sant’Elmo. Condannata a morte, la pena fu rimandata per una sua presunta gravidanza e nel frattempo venne rinchiusa a Palermo, come è documentato dal dipinto di Gioacchino Torna. Fu decapitata a Napoli 1’11 settembre 1800.
Le carceri di Castel Sant’Elmo hanno visto rinchiuso Carlo Poerio, patriota napoletano.
AI tempo dei moti rivoluzionari del 1821 le prigioni del castello custodirono, tra gli altri, il generale Pietro Colletta. Dal 1844 al 1848 Ferdinando II vi faceva rinchiudere il patriota napoletano Carlo Poerio, distintosi nei moti rivoluzionari del 1848. Furono rinchusi inoltre Mariano d’Ayala, Felice Ferri, Cesare de Marinis.
Dopo l’entrata in Napoli di Garibaldi, l’esercito borbonico lasciò il castello. Il 9 settembre 1860 sul punto più alto della roccaforte sventolava il Tricolore italiano con lo stemma sabaudo.
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