Enzo Avitabile sassofonista e cantautore italiano nato a Napoli, il primo marzo del 1955. Cresciuto nel quartiere Marianella, studiando sassofono ha iniziato ad esibirsi in pubblico giovanissimo.
Il pop. Il ritmo afro-americano. La musica antica della pastellessa e della zeza e il canto sacro. Enzo Avitabile ha vissuto nella ricerca di un suono inedito, non solamente originale ma vitale ed essenziale. Demolendo ogni sovrastruttura mercantile, ogni moda.
Enzo Avitabile suona vari generi musicali che vanno dalla world music alla jazz fusion. Nell’ideare la sua musica Avitabile non si fa condizionare dalle logiche commerciali. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con artisti di tutto il mondo, come James Brown e Tina Turner, oltre ad aver jammato sul palco di Umbria Jazz con Maceo Parker.
Nel 1996 una ritrovata fiducia nella sua lingua madre e nella sua prosodia dilatata grazie a suggestivi arrangiamenti – anche digitali – segna il ritorno ad un linguaggio originario arricchito da neologismi contemporanei.
A ripagarlo della sua scelta di cantare in napoletano sarà, nel Novembre del 2009 il “Premio Tenco 2009” per il miglior disco dell’anno nella categoria dialettale vinto con il progetto artistico “Napoletana”; nato da una grande volontà di recupero dell’antico lirismo napoletano.
Un progetto-ricerca che si ricongiunge naturalmente alla fonte come i canti di lavoro e le villanelle ma al contempo è costituito da canzoni completamente inedite scritte nel cemento della città, con uno sguardo al passato ed il cuore che respira l’odore del futuro. Musica nuova nata da un’arte antica, originale e piena di sentimento, ricercata e innovativa nel linguaggio.
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Enzo Avitabile dall’anno accademico 2006/2007 è Professore presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, dove cura il laboratorio di etnomusicologia “tradizione e cemento”, del corso di laurea specialistica di Scienze della Formazione, che ha come focus il recupero della tradizione nella civiltà urbana.
Nel 2009 Enzo Avitabile, con l’intento di rendere accessibile la musica degli altri popoli della terra, pubblica il suo libro didattico “scale rare e ritmi del mondo”. La custodia della cultura musicale dei popoli della terra è un segno di rispetto e di amore per la musica dell’umanità. L’unione dei linguaggi di entità e gruppi sociali diversi è l’affermazione dell’evoluzione delle singole identità e al contempo della musica stessa, perché è energia figlia del ritmo dell’universo e della vita che nel suo naturale dinamismo non si ferma mai. Musiche primitive e musiche sperimentali possono diventare materia di studio per un sistema metodologico che ricerchi ‘incroci’ mai utilizzati. Sono accostamenti nuovi e particolari che ci permettono di uscire dall’orizzonte di cose già sentite e già consegnate agli archivi della storia della musica. Lingue, dialetti, opere, maestri e invenzioni popolari sono alla base di questa nuova educazione musicale: le tracce originarie sono il punto di partenza, il punto di arrivo è la ricerca di un codice comune.