lunedì 24 Febbraio 2025
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Cosa penso di… “Cuore Puro”

Cuore Puro: La drammatica illusione della “normalità” nelle periferie

Nel panorama contemporaneo, dove le convenzioni sociali tendono a trasformarsi in dogmi, il concetto di “normalità” si rivela spesso pericolosamente fuorviante. Frasi come “lo sanno tutti” o “è da sempre” mascherano una realtà ben più complessa e dolorosa, soprattutto quando si tratta delle periferie delle grandi città. In questo contesto, il testo e lo spettacolo “Cuore Puro” emergono come un grido di denuncia e una profonda riflessione sociale.

La normalità: un concetto ambivalente

L’idea che qualcosa sia “normale” rischia di banalizzare ingiustizie e problematiche strutturali. È un atto quasi criminale far sembrare accettabile ciò che, in realtà, non lo è affatto. Non è normale che i ragazzini di periferia non possano giocare spensierati a pallone, distratti da chi, approfittandosi dei loro sogni e delle loro fragilità, li arruola in un “sistema” corrotto e violento.

Roberto Saviano: il fotografo dell’ovvio

Roberto Saviano ha sempre avuto l’abilità di rendere visibile l’invisibile. Nel suo racconto delle “ovvietà” della città, ciò che molti considerano scontato si trasforma in una presa in coscienza dolorosa. Le periferie di Napoli, come quelle di Milano e di tutte le grandi città, dove i giovani lottano per una vita migliore—che sia attraverso il sogno del calcio o la speranza di emergere nel mondo della moda o dello spettacolo—sono il terreno fertile di una realtà che si ripete e si insinua come un pugno nello stomaco.

“Cuore Puro”: un palcoscenico che smaschera la verità

Messo in scena al Teatro Sannazaro da Mario Gelardi, “Cuore Puro” va ben oltre il semplice intrattenimento. Interpretato da un cast di grande talento—Antonella Romano, Vito Amato, Emanuele Cangiano, Carlo di Maro e Francesco Ferrante—lo spettacolo trasforma la calma apparente dell’ovvietà in una potente esperienza emotiva. La trama ruota attorno a tre ragazzini napoletani, reclutati dalla camorra per segnalare l’arrivo della polizia durante le partite di calcetto in una piazza. Attraverso questo racconto, Saviano indaga il sottile equilibrio tra la passione per il calcio e la seduzione dei guadagni illeciti, offrendo uno spaccato realistico dell’adolescenza in un contesto segnato dalla criminalità.

Il messaggio universale: un invito alla riflessione

La forza di “Cuore Puro” sta nel suo saper parlare non solo dei ragazzini di Napoli, ma di tutti quei giovani delle periferie, che vivono una realtà in cui l’illusione della normalità viene continuamente messa in discussione. La drammatica narrazione non è solo un’opera teatrale, ma un monito per le scuole, le famiglie e l’intera società: non dobbiamo rassegnarci a una normalità che, in realtà, ci condanna.

Mangiafuoco, figura simbolica di chi attira e poi rovina i sogni dei nostri figli, assume qui una valenza ancora più inquietante. Non è accettabile che le storie di sfruttamento e di illusioni infrante diventino parte integrante del tessuto sociale, e “Cuore Puro” si propone come strumento di denuncia e di educazione.

Conclusioni

“Cuore Puro” è molto più di uno spettacolo teatrale: è una riflessione profonda sulla società, una denuncia contro quella normalità che, se accettata, rischia di perpetuare ingiustizie e sofferenze. In un’epoca in cui le periferie restano spesso ai margini di un sistema che sembra inesorabilmente destinato a mantenere lo status quo, l’opera di Saviano e il coraggio artistico di Gelardi e del suo cast offrono un’occasione preziosa per riscoprire il valore della critica e della speranza. Un appuntamento imperdibile per chi crede che il cambiamento inizi dalla consapevolezza e dalla capacità di guardare oltre l’ovvio.

Attraverso "Cuore Puro", Roberto Saviano esprime una profonda riflessione sulla condizione dei giovani nei quartieri più disagiati di Napoli
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