Uno nessuno e centomila uno fra i romanzi più famosi di Luigi Pirandello. In scena con Paolo Cresta sabato 27 luglio al Real Orto Botanico di Napoli
Uno nessuno e centomila, racconta di un uomo un uomo qualunque come si definisce lui stesso. Racconta di come un giorno come un altro, riceve un’osservazione da sua moglie: “Guardatelo bene il naso, ti pende verso destra”. Questa semplice e, apparentemente, innocua frase trascina l’uomo, Vitangelo Moscarda, in abissi di riflessioni e considerazioni che gli scavano dentro.
Inizia così a ricercare dentro di sé e nelle persone intorno a lui, scoprendosi, tormentatamente, uno, nessuno e centomila. E’ così che la scoperta di Vitangelo Moscarda diventa il titolo stesso del romanzo di Luigi Pirandello. Romanzo pubblicato per la prima volta nel 1925 e che Paolo Cresta porta in scena, in prima assoluta, al Real Orto Botanico di Napoli. Sabato 27 luglio 2019 alle ore 21.00 nell’ambito della rassegna estiva Brividi d’Estate 2019, diretta da Annamaria Russo, lo spettacolo Uno, Nessuno, Centomila.
Paolo Cresta è solo sul palco a interpretare Uno nessuno e centomila. Il disegno luci è del light designer Amedeo Carpentieri.
In scena un uomo solo, Paolo Cresta, avvolto nel disegno luci di Amedeo Carpentieri, si rivolge direttamente al pubblico. Così come il romanzo si rivolge direttamente al lettore. Racconta la sua storia, e nel farlo si confida, si confessa, rivive il suo lancinante viaggio interiore. Arrivando sino ad affermare che, non ha più bisogno di un nome, perché i nomi convengono ai morti, a chi ha concluso. Lui è vivo, e non conclude. La vita non conclude, e non sa di nomi.
E’ così che, da un semplice specchio, superficie ambigua e inquietante, emerge per Vitangelo Moscarda, un volto di sé finora ignorato. Una verità che provoca in lui una profonda crisi, fino all’agghiacciante consapevolezza che la sua immagine negli occhi degli altri è lontana anni luce da quella che ha di se stesso. Da qui la presa d’atto ancora più inquietante. Egli non è ‘uno’, come aveva creduto sino a quel momento, ma ‘centomila’, nel riflesso delle prospettive degli altri, e quindi ‘nessuno’. La realtà banale e paradossale dell’uomo, in relazione a se stesso e agli altri, è il filo rosso di una storia nella quale ciascuno di noi è costretto a riconoscersi.
Il romanzo definito dallo stesso Pirandello il più amaro di tutti e profondamente umoristico
Uno, nessuno e centomila è uno dei romanzi più famosi di Luigi Pirandello. Iniziato già nel 1909 e rimasto a lungo in gestazione, uscì solo nel dicembre 1925 sotto forma di romanzo a puntate nella rivista La Fiera Letteraria, e in volume nel 1926 (la rivista Sapientia, nel gennaio 1915, aveva pubblicato alcuni frammenti con il titolo Ricostruire, che sarebbero confluiti con alcune modifiche nei capitoli VI-XI del secondo libro della versione definitiva). Questo romanzo, l’ultimo di Pirandello, riesce a sintetizzare il pensiero dell’autore nel modo più completo. L’autore stesso, in una lettera autobiografica, lo definì come il romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”.