Sarà la Chiesa del Purgatorio ad Arco, nel cuore di via dei Tribunali, a ospitare sabato 29 e domenica 30 novembre alle ore 12 Trapassati, la nuova performance site-specific di Mauro Maurizio Palumbo. Un progetto a ingresso libero che intreccia azioni corporee, musica e narrazione simbolica, realizzato con la partecipazione del soprano Ilaria Tucci e del Maestro Ciro Riccardi alla tromba.
L’iniziativa nasce all’interno di uno dei luoghi più suggestivi e identitari di Napoli, dove storia, culto popolare e memoria collettiva continuano a dialogare con il presente. Proprio in questo contesto prende forma Trapassati, una riflessione performativa sulle energie terrene e ultraterrene che da secoli abitano il Complesso Monumentale del Purgatorio ad Arco, noto per la devozione alle anime pezzentelle e per la sua stratificazione spirituale.
Il titolo della performance richiama il canale energetico che, secondo la tradizione, unisce i defunti ai vivi: un rapporto basato sullo scambio, sul suffragio e sulla protezione, che crea un ponte tra la realtà concreta e la sospensione dello stato del Purgatorio. Palumbo reinterpreta questa eredità attraverso un linguaggio artistico che unisce corpo, gesto e silenzio, lasciando che siano lo spazio e il pubblico a generare un flusso emotivo condiviso.
Sull’altare maggiore domina la tela di Massimo Stanzione, la Madonna delle anime purganti, punto focale del dialogo scenico dell’artista. Avvolto in un sudario color carne, Palumbo costruisce una narrazione interamente affidata alla fisicità, mentre la tromba di Ciro Riccardi e la voce intensa di Ilaria Tucci ampliano la dimensione sonora, trasformando la chiesa in un ambiente vibrante di risonanze e richiami.
La performance si sviluppa come un racconto energetico site-specific, pensato per essere unico e irripetibile. La scelta dell’orario – mezzogiorno – aggiunge un ulteriore strato simbolico, legato al ciclo vitale della giornata e all’equilibrio tra ombra e luce. Momento centrale dell’azione è l’apertura del cancello del presbiterio, gesto compiuto dall’artista che stimola l’idea di attraversamento, di passaggio, di un flusso che si apre e coinvolge anche il pubblico.
Tra i presenti si mescolano curiosi, visitatori del complesso museale e persone che scelgono consapevolmente di vivere un’esperienza immersiva, lasciandosi attraversare dall’arte in un luogo dove memoria e spiritualità sono ancora profondamente attive.
La ricerca di Palumbo si intreccia così con la storia universale e con quella del Purgatorio ad Arco, luogo che l’artista frequenta quotidianamente e da cui ha tratto ispirazione, richiamato dalla forza simbolica, dal mistero e dalla sacralità che lo caratterizzano.
La reazione del pubblico conferma come performance di questo tipo possano contribuire a valorizzare la storia, l’arte e l’identità della città, offrendo nuove modalità di lettura e fruizione di spazi che appartengono da secoli al patrimonio culturale napoletano. Merito anche della gestione del Complesso Monumentale del Purgatorio ad Arco, che continua a custodire la memoria millenaria del luogo rendendola accessibile attraverso iniziative culturali di qualità.
Un appuntamento da non perdere, per il valore artistico e per la capacità di mettere in contatto mondi diversi, facendo risuonare nel presente un patrimonio spirituale sempre vivo.

