sabato 21 Dicembre 2024
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L’altrui misura con Guido Del Vento e Martina Montini

“L’altrui misura” da venerdì 25 a domenica 27 gennaio al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli. Da un’idea di Guido Del Vento, con l’attrice Martina Montini, un testo “comico-riflessivo” scritto e diretto da Lucilla Lupaiolo e Alessandro Di Marco.

“L’altrui misura” dopo aver riscosso numerosi consensi di pubblico in numerosi teatri italiani, approda per la prima volta a Napoli. Uno spettacolo incentrato sull’intolleranza, ed anche sulla difficoltà di comprensione, delle cosiddette “differenze”.

Ampio il ventaglio delle diversità affrontate in chiave tragicomica: la sessualità, la disabilità, la mamma stressata, il trans. Una ruota in cui tutti i personaggi si puntano il dito diffidando l’uno dell’altro.

L’altrui misura è una commedia, esilarante, leggera e coinvolgente.

Lo spettacolo dà voce alle “diversità” e ai cosiddetti diversi, giocando sulla reciproca diffidenza: voci che, dissentendo, possono fare fronte comune e vincere l’intolleranza e il perbenismo.

“L’altrui misura” indaga con ironia il tema della diversità e della difficoltà di gestire e integrare categorie che, spesso, sentiamo diverse e lontane da noi. Un giovane uomo, specchio del pensiero di molti di noi, si incontra e si scontra con la paura ancestrale di non essere abbastanza, di non essere adeguato, vestendo anche i panni di personaggi scomodi e disagiati più di lui.


Uno spettacolo che cerca la radice che ci incatena al seme dell’intolleranza, provando ad estirparla

Lascia la parola a un disabile, immobilizzato su una carrozzina, arrabbiato con un gay che vive nel suo stesso palazzo. Furente, a sua volta, con una mamma sotto pressione, presa e persa fra figli pannolini e pasti da preparare, che accenna a una trans che non tollera il disabile perché crede che un uomo in carrozzina non deve chiedere ogni giorno, a differenza di lei, il permesso di essere se stessa. 

I personaggi di questo spettacolo giocano con le parole e con le loro vite. Si passano la parola, interagiscono con il pubblico, alternano ritmi, risate e riflessioni. Sondano il terreno dove si ancora la radice che li incatena al seme dell’intolleranza, provando ad estirparla. 

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