venerdì 22 Novembre 2024
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Chiesa di Santa Chiara

 La Chiesa di Santa Chiara è stata immortalata da Pier Paolo Pasolini nel suo Decameron, adattamento cinematografico delle novelle di Giovanni Boccaccio. Entrando nel cortile della Chiesa di Santa Chiara si raggiunge un altro gioiello monumentale, il chiostro maiolicato di Santa Chiara, che appare in film come Nel regno di Napoli, Maccheroni e La pelle. Nel film di Scola, Robert (Jack Lemmon) ricorda gli incontri con la sua vecchia fiamma. In Nel regno di Napoli, Vittoria (Maria A. Riegel) entra nel chiostro per farsi monaca e trovare pace e ne La pelle il chiostro è occupato dai militari. Difronte all’uscita del cortile della Chiesa di Santa Chiara si può vedere il vico Pallonetto Santa Chiara, sede di una delle sommosse raccontate ne Le quattro giornate di Napoli.

La Chiesa di Santa Chiara, che fa parte del complesso monumentale di Santa Chiara si presenta oggi nelle sue originarie forme gotiche, con una facciata a larga cuspide, nella quale è incastonato l’antico rosone traforato, con il pronao dagli archi a sesto acuto e l’interno  con un’ unica navata, su cui si aprono dieci cappelle per lato. La copertura è a capriate. Alle spalle dell’altare è situato il Coro delle clarisse, composto da tre navate. Su una parete sono visibili i frammenti di un affresco raffigurante la Crocifissione, in cui si riconosce la mano di Giotto, chiamato a decorare le pareti della chiesa nel 1326. I monumenti funebri, situati nel presbiterio, furono realizzati da scultori trecenteschi come Tino di Camaino, che lavorò alle tombe di Carlo di Calabria e di Maria di Valois, e i fratelli Bertini, cui si deve il sepolcro di Roberto d’Angiò. Nel 1742 la Chiesa di Santa Chiara subì delle modifiche ad opera dell’architetto D. A. Vaccaro. Fastosi rivestimenti donarono al complesso un aspetto barocco: l’interno fu ricoperto da marmi policromi, stucchi e cornici dorate; il tetto a capriate fu nascosto da una volta affrescata da grandi pittori dell’epoca, quali F. de Mura, S. Conca, G. Bonito e P. de Maio; G. B. Massotti si occupò dell’altare maggiore, mentre il pavimento in marmo fu eseguito da F. Fuga. Il 4 agosto del 1943 la chiesa fu quasi del tutto distrutta da un bombardamento aereo. Essa fu ricostruita e restaurata sotto la direzione di Mario Zampino, secondo l’originario stile gotico. Dieci anni dopo, il 4 agosto del 1953, la Chiesa di Santa Chiara fu riaperta al culto.

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