Mostra iconografica per il Centenario della morte di Eduardo Scarpetta
Eduardo Scarpetta è al centro della mostra iconografica Scarpetta dopo Scarpetta. Un secolo di ritorni e avventure sulle scene, allestita al Teatro Trianon Viviani per il centenario della sua morte.
Il Trianon Viviani celebra il Centenario della morte di Eduardo Scarpetta (Napoli, 13 marzo 1853 – 29 novembre 1925) con una grande mostra iconografica dal titolo Scarpetta dopo Scarpetta. Un secolo di ritorni e avventure sulle scene, un percorso visivo che mette in luce l’eredità artistica del celebre commediografo e attore, padre della moderna comicità partenopea e figura fondatrice del teatro napoletano.
L’esposizione, curata da Francesco Cotticelli, Pino Miraglia e Gianni Pinto, si inserisce nel luogo più simbolico possibile: il Teatro Trianon, inaugurato dallo stesso Scarpetta con la sua compagnia nel 1911. Qui, tra sale e corridoi, prende forma un racconto fatto di immagini, fotografie, locandine, programmi di sala e materiali rari, che restituiscono un secolo di riletture, omaggi e rinascite delle sue opere.
Scarpetta dopo Scarpetta non è solo una retrospettiva, ma un invito a riscoprire un autore che ha segnato la storia culturale di Napoli e dell’Italia intera. Attraverso il linguaggio diretto delle immagini, il pubblico può percorrere un secolo di teatro, osservando come le creazioni di Scarpetta abbiano continuato a risuonare, cambiare forma, tornare sulla scena e trovare nuovi interpreti pronti a farle rivivere. Una mostra che è insieme celebrazione, studio e affettuoso omaggio a uno dei padri del teatro comico moderno.
Eduardo Scarpetta, padre della comicità moderna e del teatro napoletano
Per comprendere appieno il senso della mostra, è essenziale ricordare chi sia stato Eduardo Scarpetta, figura cardine della tradizione teatrale partenopea. Autore prolifico, oltre 60 commedie, e attore di immenso carisma, Scarpetta rivoluzionò la scena napoletana della fine dell’Ottocento introducendo una comicità nuova, popolare ma colta, capace di parlare a tutto il pubblico cittadino.
La sua invenzione più straordinaria è Felice Sciosciammocca, maschera moderna che si distacca dalle figure della commedia dell’arte tradizionale per diventare un personaggio profondamente urbano, specchio dei vizi e delle virtù della Napoli dell’epoca. Con questo personaggio Scarpetta segnò un punto di svolta: la maschera non è più un simbolo immobile, ma un carattere vivo, in evoluzione.
Tra i suoi titoli più celebri si ricordano Miseria e Nobiltà, ’O miedeco d’e pazze, Nu turco napulitano e Tre pecore viziose, opere che ancora oggi continuano a essere rappresentate e reinterpretate.
Scarpetta fu anche al centro di uno dei più noti casi teatrali italiani, la causa con Gabriele D’Annunzio per Il figlio di Iorio, una vicenda che contribuì a definire il confine tra parodia e plagio e che, paradossalmente, rese ancora più popolare la sua figura.
La sua eredità artistica non fu solo ideale: dal suo carisma umano e professionale nacque la “dinastia” teatrale più influente del Novecento, quella dei De Filippo, avuti dalla relazione con Luisa De Filippo. Eduardo, Peppino e Titina raccolsero e trasformarono l’immenso patrimonio scenico lasciato dal padre naturale, portandolo verso forme nuove, più profonde e drammatiche, senza mai rinnegare le radici comiche scarpettiane.



Un patrimonio teatrale tramandato da generazioni
La mostra offre uno sguardo ampio e appassionante su come le commedie e i personaggi creati da Scarpetta siano sopravvissuti e si siano trasformati nel tempo attraverso gli interpreti e i registi che ne hanno raccolto l’eredità.
Vengono ricordati i primi prosecutori, da Salvatore De Muto a Vincenzo Scarpetta, fino alle reinterpretazioni di giganti della scena come Raffaele Viviani, Eduardo De Filippo, Totò, Nino Taranto, Luigi De Filippo, Mario Scarpetta e i fratelli Giuffrè.
Non manca uno sguardo al presente, con la presenza di artisti che hanno portato Scarpetta nel linguaggio del teatro contemporaneo: Carlo Cecchi, Mario Santella, Armando Pugliese, Mario Martone, Arturo Cirillo e Francesco Saponaro. Un percorso che non è solo celebrativo, ma che mostra la sorprendente vitalità di un repertorio capace di attraversare epoche, stili e poetiche diverse senza perdere il suo fascino.
Collaborazioni e patrocinio
La mostra è realizzata con il patrocinio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e vede la collaborazione di Igina Di Napoli e Antonio Roberto Lucidi, che hanno contribuito alla ricerca e alla selezione dei materiali esposti.
Date e orari della mostra al Teatro Trianon Viviani
La mostra è visitabile fino a domenica 11 gennaio 2026, negli orari di apertura del teatro, con ingresso libero:
dal lunedì al sabato: 10:00 – 13:30 / 16:00 – 19:00
domenica e festivi: 10:00 – 13:30

