martedì 19 Marzo 2024
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Via Foria location dei film di Luciano De Crescenzo

Via Foria è la location di due film di Luciano De Crescenzo. Al n. 106 si trova il palazzo del protagonista de Il mistero di Bellavista e Così parlò Bellavista. Nella pellicola Il mistero di Bellavista, Saverio raggiunge Salvatore e il professor Bellavista sul tetto del palazzo per vedere la cometa di Halley. Salvatore sta giocando col telescopio quando vede commettere un omicidio nel palazzo di fronte. Scattano le indagini. I tre amici tenteranno di risolvere l’enigma.

Via Foria è una via storica della città. Il nome via Foria deriva probabilmente da Forino, cognome dei principi che nel XVII secolo vi costruiscono una villa. La strada, considerata poco decorosa, è oggetto, nel 1768, di una riqualificazione urbana con l’allargamento dell’asse viario. Via Foria è nota per l’Orto Botanico. Nel 1807 è istituito con decreto di Giuseppe Bonaparte il “Real Giardino delle Piante”. I lavori per la sua realizzazione durano decenni. Gli scopi posti alla base della realizzazione del Real Orto Botanico sono esplicati nell’articolo 1 del decreto, in cui si legge che il Real Orto Botanico ha come finalità “l’istruzione del pubblico” e la “moltiplicazione delle spezie utili alla salute, all’agricoltura e all’industria”. All’interno dell’Orto Botanico è possibile apprezzare la ricchezza e la varietà delle collezioni, alcuni edifici come la Serra Temperata e il Castello, che in origine era un casale seicentesco e in seguito è inglobato nell’Orto Botanico. Il Castello è oggi la sede del museo di Etnobotanica e Paleobotanica.

Redazione IDN
Redazione IDNhttps://napoli.itineraridellacampania.it
EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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