venerdì 26 Aprile 2024
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Scugnizzi di Nanni Loy

Il film Scugnizzi, girato nel 1989, è diretto dal regista Nanni Loy. Nicola Assante, siciliano impiantato a Napoli, è incaricato di organizzare uno spettacolo teatrale con i ragazzi dell’Istituto minorile di Nisida. Il distacco e l’indifferenza iniziali dell’uomo si dissolvono a contatto con i ragazzi e le loro storie di sofferenza. Il musical che realizzano racconta la loro disperazione e la voglia di riscatto da una vita degradata, di cui Assante diventa testimone privilegiato. Il carcere costituisce per alcuni dei ragazzi la protezione da un futuro votato alla malavita, o da ritorsioni della camorra. E’ il caso di Salvatore, che, costituitosi per sfuggire a un potente boss, viene  crudelmente ucciso dietro le quinte durante lo spettacolo. Il sipario cala prematuramente e la gente ignara torna alla propria vita; i ragazzi, paralizzati dalla tragedia, nei furgoni che li riportano in istituto attraversano indifferenti una fiumana di tifosi di calcio.

L’Accademia di Belle Arti è la location di due celebri film di Nanni Loy: Scugnizzi e Le quattro giornate di Napoli. In Scugnizzi un giovanissimo spacciatore di droga finisce per uno scherzo del destino nelle mani della polizia. La scena de Le quattro giornate di Napoli racconta un episodio realmente accaduto, la fucilazione di un marinaio sulle scale dell’università Federico II, sul corso Umberto I. Considerata la difficoltà di bloccare il traffico in una importante via, la produzione del film scelse di girare sulla scalinata dell’Accademia, che da un punto di vista architettonico è molto simile a quella dell’università.

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Redazione IDN
Redazione IDNhttps://napoli.itineraridellacampania.it
EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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