venerdì 19 Aprile 2024
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Paccheri al sugo di coccio all’acqua pazza

Un classico della cucina Napoletana

I paccheri al coccio sono un primo piatto della cucina napoletana da cucinare in due modi diversi. Infatti c’è la ricetta dei paccheri al coccio preparata in modo tradizionale e la ricetta dei paccheri al sugo di coccio all’acqua pazza.

INGREDIENTI (per 4 persone)

400 gr. di paccheri,
200 gr, di pomodorini del pendolo,
1kg. di coccio (o gallinella),
1 dl di olio extravergine d’oliva,
1 spicchio d’aglio,
peperoncino piccante (a piacere),
prezzemolo tritato,
sale q. b.

PROCEDIMENTO

Far dorare l’aglio e il peperoncino nell’olio, quindi unirvi il coccio (eviscerato e ben pulito), i pomodorini tagliati a metà e due mestoli d’acqua. Coprire e far cuocere per circa 20 minuti. A parte, lessare in acqua salata i paccheri, colandoli molto al dente e versarli nel sugo del coccio completando la cottura. Servire con una manciata di prezzemolo tritato.

CHE COSA E’ IL COCCIO

Il Coccio (o Gallinella di Mare, o Cappone, o Mazzola) è un pesce di mare, tipico del Mar Mediterraneo Esistono numerose specie di Coccio, solo nel Mar Mediterraneo se ne contano otto tipi diversi. Il Coccio è un pesce osseo dalla forma allungata, con una testa abbastanza grande, con numerose spine e creste ossee.

CHE COSA SONO I PACCHERI

Il termine deriva del greco antico dei primi fondatori di Parthenope e ancora usato nella lingua italiana come “pacca”, ovvero uno schiaffo dato a mano aperta, senza intenzioni ostili. Da qui il nome del tipo di pasta, dalla taglia molto superiore alla norma, in genere accompagnato da sughi succulenti. I paccheri possono essere anche farciti, con ricotta o altri ingredienti, e serviti con il ragù.

 

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Redazione IDN
Redazione IDNhttps://napoli.itineraridellacampania.it
EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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