Un percorso tra tecniche, materiali e innovazione nella tradizione presepiale
La mostra sul presepe napoletano “Dietro il presepe” racconta l’evoluzione di una delle espressioni più alte dell’arte e dell’identità culturale partenopea, attraverso un percorso che svela tecniche, materiali e processi creativi custoditi nella Certosa di San Martino.
Il presepe napoletano non è solo una Natività, ma un archivio vivente di storia, arte e identità. Un patrimonio culturale che nel tempo ha assolto a molteplici funzioni: evangelizzazione, continuità della tradizione, unificazione sociale e culturale. È da questa consapevolezza che nasce la mostra Dietro il presepe. L’evoluzione dell’arte presepiale napoletana dal secolo d’oro ai giorni nostri, ospitata negli spazi della biglietteria della Certosa di San Martino, sede dei Musei Nazionali del Vomero.
Inaugurata il 22 dicembre 2025, la mostra è visitabile fino al 17 marzo e propone un percorso espositivo che invita il visitatore a scoprire ciò che solitamente resta nascosto allo sguardo: il lavoro, le tecniche, i materiali e i processi creativi che precedono la composizione finale del presepe napoletano.
Un bene comune tra sacro e profano
Come spiega il curatore Vincenzo Nicolella, il presepe napoletano si distingue dagli altri presepi realizzati in Italia e in Europa per la ricchezza e la complessità dei suoi contenuti. A partire dalla fine del Seicento, e con maggiore evidenza nella seconda metà del Settecento, il presepe subisce un processo di progressiva laicizzazione. Pur mantenendo la matrice religiosa, l’evento sacro della nascita di Gesù diventa un espediente narrativo per mettere in scena una composizione più ampia, in cui il racconto si allontana dalla Sacra Famiglia per rappresentare la vita quotidiana.
La scena presepiale diventa così il luogo in cui si riflettono il paesaggio napoletano, le dinamiche sociali e, in alcuni casi, episodi legati alla storia o alla famiglia del committente. È una peculiarità propria del presepe napoletano, che talvolta non espone nemmeno il gruppo della Sacra Famiglia, ma solo scene separate, le cosiddette “spaventi”, che si sviluppano al di fuori della rappresentazione canonica.


Il percorso espositivo: dal pastore alla scena
Il percorso della mostra dialoga con le collezioni storiche del Museo di San Martino e si articola in aree tematiche, offrendo diversi livelli di lettura. Punto di partenza e di arrivo dell’allestimento è la figura del pastore, elemento chiave delle composizioni presepiali e parametro fondamentale per determinarne scala, proporzioni e impianto scenografico.
La mostra prende avvio dal pastore novecentesco e contemporaneo, modellato interamente in terracotta e caratterizzato da dimensioni progressivamente più ridotte, per poi risalire fino al pastore settecentesco di misura terzina. In questo percorso a ritroso vengono svelate le strutture complesse delle figure antiche: manichino, testa e arti in legno o terracotta policromata, abiti in stoffa. Un racconto che consente di comprendere l’evoluzione formale e tecnica dell’arte presepiale napoletana dal Settecento ai giorni nostri.
Tecniche, materiali e innovazione nella tradizione
Uno degli aspetti distintivi dell’allestimento è l’attenzione dedicata alle tecniche di lavorazione. Figure, scenografie e accessori sono presentati anche smontati, per mettere in evidenza il processo di realizzazione e la materia prima impiegata. Terracotta, ceramica, ceroplastica, legno e metalli raccontano una continuità tecnica che si estende per oltre tre secoli, affiancata a una costante capacità di rinnovamento.
Accanto alla tradizione, la mostra dedica una sezione a un’innovazione significativa: lo storytelling presepiale. Si tratta di una nuova forma espressiva che traduce personaggi, eventi e luoghi storici in scene presepiali. Tra gli esempi più emblematici ricordati dal curatore vi è l’omaggio a un episodio fondamentale della storia dell’archeologia: nel 1757 l’Accademia Ercolanese presentò a Carlo di Borbone il primo tomo di una pubblicazione che rendeva accessibili a un pubblico più ampio le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei, introducendo innovazioni tecniche come la stampa in quadricromia.
Artisti, collezioni e attività educative
La mostra presenta opere di numerosi artisti e artigiani napoletani contemporanei, affiancate da pezzi provenienti da collezioni private. Un insieme che restituisce un quadro articolato della produzione presepiale tra Novecento e contemporaneità, mettendo in relazione manifattura classica e sperimentazione.
Particolare attenzione è riservata alle attività educative. Durante il periodo di apertura dell’allestimento sono previsti laboratori didattici e dimostrazioni dal vivo, nel corso dei quali gli stessi artisti e artigiani realizzeranno opere in diretta: lavorazioni al tornio in ceramica, modellato di testine per pastori, interventi in ceroplastica. Un’iniziativa che rende la mostra interattiva e che nasce anche dalla volontà di avvicinare le scuole, favorendo la trasmissione dei saperi alle nuove generazioni.
La mostra Dietro il presepe, ospitata alla Certosa di San Martino a Napoli, si inserisce così nel più ampio racconto dell’evoluzione dell’arte presepiale napoletana, confermando il presepe come linguaggio capace di raccontare il passato e il presente attraverso una tradizione ancora viva.
Informazioni utili
- Mostra: Dietro il presepe. L’evoluzione dell’arte presepiale napoletana dal secolo d’oro ai giorni nostri
- Sede: Certosa di San Martino – Musei Nazionali del Vomero, Napoli
- Inaugurazione: 22 dicembre 2025
- Chiusura: 17 marzo


