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MACBETH La poltrona di Aniello Nigro

Giovedì 31 marzo 2016, Teatro Elicantropo di Napoli MACBETH La poltrona di Aniello Nigro
La rilettura, contemporanea e tragicomica, del dramma shakespeariano mostra la realtà più cruenta dell’odierna sete di potere, al limite del legale

Dopo diversi anni di assenza dai palcoscenici partenopei, l’attore Aldo De Martino torna in scena, da giovedì 31 marzo 2016 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 3 aprile) al Teatro Elicantropo, affiancato da Monica Maiorino e Francesca Pica, con lo spettacolo MACBETH La poltrona di Aniello Nigro, per la regia di Monica Maiorino.
Presentato da Prospet, l’allestimento “scomoda” Shakespeare per trattare un argomento antico ma attualissimo: l’attaccamento alla poltrona. Frase che, ai giorni nostri, è spesso accostata a personaggi che dimostrano grande fedeltà all’oggetto più che al suo significato.
Macbeth non è più il barone di Glammis, ma un politico o aspirante tale. Non vi sono tutti i personaggi come Banquo, Duncan e le streghe, ma restano solo nel pensiero e nel ricordo, su una poltrona che rappresenta il potere, la realizzazione, la sicurezza e l’agiatezza.
Ci troviamo sulla terrazza di una casa “popolare”, dove il protagonista, aiutato dalla moglie, sta tramando qualcosa di poco lecito.
Egli è appena un’ombra nelle mani della moglie, entrambi figure incastrate in una scena e in un mondo che rappresenta tutto e niente. Paradossalmente, l’uomo è l’unico che cerca di mantenere un contatto con i valori, benchè il suo destino lo spinga in tutt’altra direzione, l’unico a vivere un reale conflitto.
Ma è la moglie, donna avida, spietata, a toccare i tasti giusti che muovono il marito oltre il limite della legalità, pur di ricevere onori e poteri maggiori. E quando compare, solo agli occhi dell’uomo, la figura di una giornalista, con le sue statistiche, le sue previsioni, si convince che il destino lo vuole proprio lì, su quella “poltrona”. La stessa che diventa obiettivo di vita, ma, al tempo stesso, anche la sua fine.
Accade, però, l’imprevisto che può cambiare il corso degli eventi, il risveglio imprevedibile, improvviso, devastante, di quella coscienza “impermeabile”, che non si lava con nessun sapone. Quella parte di noi che speriamo esista e si faccia sentire all’improvviso, che si ribelli alle brutture che si compiono.
La messa in scena di Monica Maiorino pone meticolosamente l’attenzione proprio sul vuoto esistenziale dei coniugi, frutto dell’ignoranza del protagonista, troppo schiavo dei vizi che gli tolgono qualsiasi lucidità e troppo schiavo di una dipendenza psicologica nei confronti di sua moglie.
Sono due capri espiatori scelti dal sistema, quello stesso sistema che insabbierà la serie di efferatezze compiute dai due, in un’atmosfera tra il trash di feste mondane e il teatrino triste del compromesso, tra la commedia e la tragedia, tra l’onirico e la mera realtà.

MACBETH. LA POLTRONA - Monica Maiorino, Aldo De Martino

Sinossi: MACBETH La poltrona di Aniello Nigro con Aldo De Martino, Monica Maiorino, Francesca Pica

Italia, data odierna; in un luogo assurdo asserragliato dai moderni miti di potere, un uomo, si ritrova ad essere eletto senza alcun mandato popolare. Un prescelto. La poltrona che egli ha ereditato, presto però, lo porterà a diventare un ossessionato del potere e, spinto dalla sua donna e da i media, a guardarsi dai possibili pretendenti. La commedia diventa di colpo una tragedia. La rilettura contemporanea e tragicomica del Macbeth Shakespeariano (sempre attuale), da parte del Nigro, mostra la realtà più cruenta dell’odierna sete di potere al limite del legale

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Redazione IDN
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EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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