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Le mani sulla città di Francesco Rosi

Le mani sulla città, girato nel 1963, è un film del regista Francesco Rosi. Il consigliere ed imprenditore edile Eduardo Nottola ambisce a diventare assessore, per gestire i propri interessi, relativi alla costruzione di un nuovo quartiere. A un mese dalle elezioni crolla uno stabile adiacente al palazzo che la sua impresa, diretta dal figlio, sta costruendo in un vecchio vicolo di Napoli, provocando morti e feriti. L’opposizione di sinistra chiede un’inchiesta sulla speculazione edilizia, che con adeguate manovre viene ridimensionata, risultando così inefficace. Intanto la maggioranza di destra, indebolita dallo scandalo, chiede a Nottola di ritirarsi dalle elezioni. L’imprenditore passa al centro, che vince le elezioni, e viene eletto assessore col sostegno del nuovo sindaco, che avalla il suo piano edilizio, destando l’inutile protesta dell’opposizione e dell’ala progressista del centro.
Set del film Le mani sulla città è l’Hotel Ambassador, il grattacielo di Napoli, in cui è ambientato l’ufficio del costruttore Nottola (Rod Steiger), che in questo film di denuncia diretto da Francesco Rosi diventa il simbolo della speculazione edilizia locale. Il grattacielo, costruito negli anni Cinquanta e la cui mole è visibile da diversi angoli di Napoli, è ricordato anche nel romanzo Ferito a morte dello scrittore Raffaele La Capria, che con Rosi è anche autore della sceneggiatura de Le mani sulla città.

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