HomeI Corti della FormicaFONèS scritto diretto ed interpretato da Francesca Muoio e Luca Trezza

FONèS scritto diretto ed interpretato da Francesca Muoio e Luca Trezza

FONèS, dal greco Voci, è un progetto di spettacolo per due Attori-Autori.

Un progetto attraverso cui si vuole raccontare la storia di alcuni personaggi semplici, miseri, quotidiani a cui accade qualcosa di Straordinario e che con il loro atteggiamento di fronte al Mistero, assurgono al ruolo di personaggi tragici. I monologhi e i racconti che s’intrecciano sono voci, Fonès appunto, che provengono dal fondo, dal profondo sia dei personaggi che degli autori-attori. Voci che poi si amalgamano e si fondono a ridosso di un luogo indefinito che può essere un SUD del Mondo.

Un lui e una lei. In uno spazio vuoto iniziano a raccontare. Sono Lui, Lei, sono la Notte, gli Animali, le cose, sono l’atmosfera che li pervade. Raccontano in prima ed in terza persona fondendo le loro voci, intrecciando i loro racconti e i loro corpi alla Musica. La voce al gesto- il gesto alla musicalità del racconto. Personaggi di volta in volta diversi che ci raccontano una storia, il loro mondo, la loro voce. Molti gli elementi ad accomunarli. E far dis-piegare attraverso le loro storie, tematiche archetipiche L’urgenza di questo progetto di spettacolo nasce dalla necessità di dare corpo ad alcune tematiche archetipiche, con la semplicità della narrazione primaria, ovvero la Favola.

Dare voce a storie\aneddoti\favole\racconti\ che sono per noi stralci di senso, possibilità di contatto reale con il pubblico. Tematiche come l’Amore, la Morte, la Sorte, la Solitudine, l’Identità, tematiche archetipiche ma sempre attuali. Narrare semplicemente, con un montaggio alternato, convulso, schizzato. Questa la sfida scenica. Favola e montaggio frastagliato. Dalla consapevolezza che il messaggio, il tema, sia nascosto nelle maglie del racconto. Approcciamo a questo progetto con la voglia di scandagliare il testo, vivisezionarlo e riportarlo sulla scena manifestandone il processo nel corpo nel linguaggio. Come un Autore-Attore che incarna il suo demone.

Chi saranno questi personaggi? -Uno spazzino che scende in un tombino – Una prostituta che voleva solo ballare -Un transessuale che ricorda la sua violenza in un tunnel. – Un Cameriera che ù vuole diventare Signora. -Una ragazza all’entrata di una discoteca che chiede di entrare -Un barista che chiede ad una maga una magia – Un bambino e il suo pappagallo – Un gabbiano e una colomba che s’incontrano

L’aspetto mistico e favolistico è presente anche attraverso la voce degli animali. Queste le storie che vanno a comporre un puzzle-scassato, immaginifico, come un quadro astratto che ci riporta ad una grande visione. Storie che ci fanno assaporare una dimensione partenopea antica, greca. La drammaturgia dei personaggi cercherà, attraverso i vari racconti, di creare un corto circuito emotivo –violento- contemporaneo, a tratti frenetico. La scena vuota a far parlare la Parola, il Racconto, la città.

Il lavoro, l’identità e la solitudine, sono i temi portanti di questo progetto. E poi il Magico oltre il Reale. Il poter forzare il quotidiano e cercare di sopportare. Il linguaggio utilizzato è il napoletano, anche se non mancheranno neologismi creati per rendere meglio la sensazione da spiegare, da raccontare, da sentire. Si farà riferimento attraverso i racconti all’atmosfera notturna, ai buchi sotterranei. Come il Tunnel, il Tombino, la Tazza di Caffe, Il Bagno… Così come al volo di animali. Il pappagallo, la gatta, gli uccelli… Dove accadimenti e sensazioni si mischieranno per essere echi lontane, Fonès appunto, che echeggiano storie attuali, ma dal sapore antico in cui il pubblico possa riconoscersi. Un quadro astratto contemporaneo.

PROGETTO DI MESSA IN SCENA Cosa ci sarà? Lo spazio lo immaginiamo vuoto. Solo la musica e pochi oggetti a definire le scene e i personaggi. Una scopa, un telefono, una gonna, scarpe, rossetti e un grembiule a raccontare ulteriormente il mistero. Come Lavoreremo? Partiamo dai Testi. Essendo composti da storie, a volte favole a volte personaggi che parlano in prima persona, o terza persona cercheremo di vivificarli (dare anima –corpo-sangue-vita) creando dei dialoghi, degli intrecci tra i due Attori-Autori.

Quando uno racconta, l’altro con il corpo farà il personaggio, quando l’altro racconta l’altro attore farà lo stesso, cambiando ogni due racconti il modus scenico. Facendo in modo che la composizione omogenea ed esponga un quadro vivido in movimento atto a far capire le delicatezze e i dettagli della storia, con gesti- allusioni. Piccole parole sottaciute. (vedi esempio spettacolo precedente – Leggendo Leggende Napoletane)Le musiche scelte aiuteranno a questa composizione. Corpo –Musica- Gesto-Parola che si fondono in un tutt’uno che ci regali un’idea di storia. Le tematiche affrontante saranno la Solitudine, l’Amore, la Morte, L’identità. Tematiche antiche per voci sofferenti contemporanee.

Your Question

Your Question

Your Question

Exit mobile version